A quali condizioni è possibile un ritorno al comunismo primitivo? (VII)
Se c’è stato un progresso dal feudalesimo al capitalismo, lo si può notare a livello di concezione della vita, che da religiosa è divenuta laica. Il che però non dice nulla sul carattere “democratico” di una società, in quanto, in astratto, può essere più democratica una società religiosa che non una laica.
E’ difficile sostenere che lo stalinismo sia stato più democratico dello zarismo solo perché era ateo, o che il capitalismo è socialmente più democratico del feudalesimo solo perché possiede un parlamento, un sistema di votazione ecc. o solo perché è culturalmente più “laico” (che poi, a livello istituzionale, è soltanto “meno religioso”). Senza la democrazia, la laicità è soltanto una concezione di vita, al pari di altre. Oggi non abbiamo neppure un concetto di vera “democrazia”, figuriamoci se possiamo averne uno di vera “laicità”. Continuiamo a parlare di “Stato laico” senza renderci conto che la laicità può essere soltanto un prodotto della “società civile”, di cui lo Stato deve semplicemente limitarsi a prendere atto.
E’ fuor di dubbio, tuttavia, che senza uno sviluppo impetuoso della scienza e della tecnica e ovviamente dell’industrializzazione (che ha comportato una netta subordinazione delle risorse naturali agli interessi umani), difficilmente si sarebbe sviluppato il laicismo. L’altra possibilità sarebbe stata quella di vedere i contadini emanciparsi dal servaggio per affermare la proprietà comune dei mezzi produttivi, conservando ovviamente l’autoconsumo. Ma le rivolte contadine non sono mai arrivate a ripristinare la situazione del comunismo primitivo, né vi sono riusciti i movimenti ereticali pauperistici.
E’ anche vero che siccome il moderno laicismo è di natura borghese (e quindi non popolare ma di classe), la sua coerenza è molto relativa, avendo la borghesia ancora bisogno dell’appoggio delle chiese contro la resistenza dei lavoratori allo sfruttamento.
Il vero laicismo è soltanto quello connesso all’abolizione della proprietà privata e all’uso sociale dei mezzi produttivi, senza artificiosi intermediari, il primo dei quali è appunto lo Stato. Quando l’uomo è padrone dei mezzi produttivi non ha bisogno di cercare in una realtà a lui esterna il surrogato alle proprie frustrazioni. Ecco perché il comunismo primitivo era naturalmente ateo; ecco perché la religione nasce col sorgere dello schiavismo.