S’è votato in Italia e in Europa, si sta per votare in Libano e in Iran. E a proposito del viaggio in Iran….
Si è votato in Italia, dove comunque la tanto strombazzata marea berluscona, vero e proprio “giudizio di Dio” in salsa postmoderna, non c’è stata, anche se il tandem BB, detto anche BeBo o BerBos, ha trionfato in sede amministrativa locale. Si è votato in Europa, dove soffia un venticello di destra. Si è votato in Libano, dove è stato confermato il filo occidentale o forse più correttamente il laico non islamista Hariri. E si sta per votare in Iran, alle urne il 12 giugno. Speriamo che la vittoria di Hariri in Libano sia seguita dalla vittoria in Iran di Mousavi, riformista coraggioso e deciso, così da dare spazio reale in quella martoriata parte del pianeta al discorso molto interessante di Obama al Cairo.
Mir Hossein Mousavi, il principale concorrente di Mahmoud Ahmadinejad alla carica di decimo presidente della Repubblica Islamica d’Iran, è stato lontano dalla politica per 20 anni e s’è candidato nonostante si fosse candidato anche Khatami, presidente prima di Ahmadinejad con un grande programma di riforme sabotate dal clero, a partire dall’ayatollah Alì Khamenei, la Guida Suprema succeduta a Komeini. Sapendo di essere inviso a Khamenei, che ha il potere legale di cassare candidature e leggi approvate dal parlamento nonché lo stesso presidente della Repubblica, Khatami ha preferito ritirarsi e lasciare campo libero a Mousavi.
Chi è e perché suscita tante speranze? Architetto e pittore, presidente dell’Accademia dell’Arte iraniana, Mousavi è stato primo ministro, l’ultimo prima della abolizione della carica di premier, dal 1980 al 1989 sotto la presidenza di Khamenei, l’attuale Guida Suprema decisamente conservatore. I sondaggi non concedono troppo alla speranza di battere Ahmadinejad il prossimo 12 giugno, ma Mousavi ci crede caparbiamente e Khatami era al suo fianco al comizio ufficiale di apertura della campagna elettorale, organizzato nello stadio Azadi di Teheran: «Giovani iraniani, votate per lui!», è stato il forte appello di Khatami, e in effetti proprio i giovani, con in testa le donne, che danno l’impressione di una pentola a pressione che ormai non si può più gelare, potrebbero essere la leva del cambiamento. E a proposito di giovani, Mousavi ha un grande sogno: porre fine all’emigrazione dei più promettenti. Nel comizio allo stadio, dopo avere attaccato Ahmadinejad e il suo governo affermando che «il prestigio del nostro Paese non deriva da una persona sola, ma vi contribuiscono tutti gli iraniani, che però hanno contro l’attuale amministrazione, colpevole di minare questo grande prestigio», Mousavi ha proseguito acussando ancora: «Quando all’orizzonte non c’è speranza per lo sviluppo, la ricerca e la realizzazione della creatività, è naturale che i migliori studenti vengano attratti dalle proposte che li allontanano dal nostro meraviglioso Paese».Mousavi dirige il giornale Salame-ye Sabz, ma affronta Ahmadinejad con le armi spuntate dall’enorme sproporzione dei mezzi a disposizione, con le radio e le televisioni sfacciatamente megafoni governativi e con le decine di giornali chiusi d’autorità negli ultimi anni. Il social network Facebook, utilizzato dai sostenitori di Mousavi, è stato bloccato sino al giorno delle elezioni. Il candidato riformista ha però avuto una idea geniale: in un Paese a grande maggioranza femminile e con il 70 per cento della popolazione sotto i 30 anni di età, ha fatto scendere in campo una donna, cosa mai vista e impensabile in un Paese musulmano che per giunta ci tiene a definirsi tale fin dal nome della propria Repubblica. La donna in questione è Zahra Rahnavard, nota scultrice, ex rettore di Università nonché moglie di Mousavi e madre dei loro tre figli. Zahra è sempre presente ai comizi del marito ed è diventata sempre più la protagonista della sua campagna elettorale, proprio come e anzi più di una aspirante first lady americana: galvanizza le folle, specie le giovani, che fanno un tifo da stadio e impazziscono per lei.
La novità, vera e propria forte sfida in un Paese musulmano, funziona e ormai Mousavi presenta agli iraniani Zahra come la loro potenziale first lady dandole anche ruoli e visibilità crescente nella corsa presidenziale. E lei non si sottrae: facendo sicuramente schiumare di rabbia il clero “duro e puro” e la destra, Zahra mena fendenti contro l’era di Ahmadinejad, per chiuderla e aprire invece “una nuova era in cui la libertà di parola, scrittura e pensiero non vengano più oscurate”. Lui promette “un Iran progressista con leggi, giustizia e libertà!”. Lei pretende che “la fine delle discriminazioni contro le donne non resti una semplice speranza” e senza nessuna timidezza promette a gran voce un’epoca “senza più prigionieri politici e senza più studenti in prigione”, il che quindi significa ammettere che i prigionieri politici e gli studenti in galera ci sono, cosa pessima e disdoro per il governo. Come se fosse una campagna elettorale in un Paese occidentale, i coniugi Mousavi si lasciano fotografare mano nella mano. E per galvanizzare i giovani, specie la “pentola a pressione” delle giovani, lui sorride compiaciuto e complice quando lei osa fare intravedere sotto il velo islamico obbligatorio il foulard firmato e incita le masse giovanili a scatenarsi nel ballo come i loro coetanei nel resto del mondo. Un incoraggiamento chiaramente alla faccia dei divieti governativi.
Mousavi è un nuclearista convinto, nel senso di uso pacifico e controllabile dell’atomo, vuole una economia più rispettosa dell’etica e meno da assalto, è deciso a stimolare il settore privato più di quanto lo sia oggi, e ha ben chiaro che per rimettere bene in moto un Iran ancora abbastanza allo sbando anche per il dopo guerra con l’Iraq, per la repressione e per gli scontri politici imposti dal clero “duro e puro”, deve ricostruire le relazioni con il resto del mondo, Usa e Israele compresi. Per far presa sui giovani – ricordiamo che il 70% della popolazione ha meno di 30 anni di età – può permettersi una campagna elettorale fino a ieri impensabile e qualche licenza perché ha alle spalle una storia solida, ben presente anche ai non più giovani: stimato da Khomeini, negli anni tremendi della guerra scatenata dall’Iraq, e sostenuta dagli Usa e dall’Europa, l’attuale candidato riformista alla presidenza della Repubblica è stato il primo ministro di un governo che riuscì a evitare il tracollo dell’economia e l’ecatombe da fame per i molti poveri dell’epoca. Nel ventennio in cui ha preferito stare fuori dall’arena politica, Mussavi ha progettato – tra l’altro – la bellissima cupola “Imam Khomeini” ammirata nel santuario di Qom, l’Università dei Martiri di Teheran e il cimitero di Isfahan. Il personaggio quindi è ben radicato e niente affatto improvvisato o estemporaneo, alla modernità esibita provocatoriamente dalla consorte unisce un curriculum di fronte al quale anche un conservatore deve inchinarsi.
La grave crisi economica e finanziaria in atto, ben lungi dall’essere conclusa, può spingere il mondo verso la catastrofe, secondo lo schema classico sempre usato dagli Stati per uscire dalle crisi versando il sangue dei deboli per mantenere il potere dei forti, o può spingerlo a più miti e saggi consigli: a volte è nei momenti più bui che si esprimono le energie migliori e più lungimiranti, e il discorso di Obama pare la conferma di questa speranza. Vedremo.
Intanto, a proposito di Iran, riprendo – e concludo – il filo del discorso sul viaggio cui ho partecipato, viaggio organizzato dal Gruppo cronisti lombardi e che vorrei ripetere magari per conto mio e su un percorso più lungo scelto da me. Chiaro come il sole che la prossima eventuale volta voglio vedere Shush, vale a dire l’antica Susa capitale di quell’Elam che con la vicina Uruk mesopotamica ha dato vita alla scrittura…..
Dopo la giornata di stordimento negli affascinati musei della piuttosto brutta e disadorna Teheran, i cui hotel accolgono gli stranieri con un gentile invito alle turiste di indossare anche loro il tipico velo locale che copre la capigliatura e il collo, eccoci in volo per la più meridionale Shiraz, parola che significa “Città dei misteri”. Quali misteri? Quelli dei suoi giardini, come per esempio il Giardino di Eram, quelli del suo clima mite, che stimola sogni, speranze, progetti e desideri, quelli delle sue moschee, come la moschea Atiq e il mausoleo sciita, i misteri dei suoi poeti, con i grandi Sa’adi e Hafez, “l’Usignolo di Shiraz”, del quale non manca mai almeno un libro di poesie in tutte le case iraniane così come non vi manca una copia del corano. I mausolei dei due poeti sono una incessante meta di visitatori, che amano sostare nei giardini e passeggiare lungo i loro viali. Sul cancello di accesso alla tomba di Sa’adi si leggono questi versi: “La tomba di Sa’di di Shiraz emanerà amore anche migliaia di anni dopo la sua morte”. Bello, vero? Bello e umano.
E i misteri delle donne di Shiraz, che dicono siano le più aperte, curiose, allegre e disponibili dell’Iran. Ovviamente l’aggettivo “disponibili” ci solletica la curiosità, ma nessuno si sogna di mettersi in caccia per assodare di che tipo di disponibilità si tratti, anche se è sorprendente come le ragazze sorridano a noi turisti e, specie le studentesse, a volte ci fermano a frotte per parlare e farsi fotografare. Non c’è ombra di Guardiani della Morale pronti a intervenire a frustate e le ragazze sono tutte molto sorridenti anche con i non turisti. Forse è per questo che qualche iraniano che viene a Shiraz per lavoro ci dice che non appena vi mette piede il telefono da casa comincia a squillare più spesso del solito: “E’ mia moglie che sta in campana…”.
La prima sveglia a Shiraz è però non per andare a zonzo per i “misteri” della città, ma per partire di buon’ora per Persepolis, distante poco più di 50 chilometri, percorrendo un tratto di autostrada dove nessuno si sogna di superare i limiti di velocità. Il motivo è semplice: chi viene beccato in fallo si ritrova con l’auto sequestrata per una settimana e gli autisti di camion e pullman, compreso il nostro guidato dall’ottimo e imperturbabile Magid, ogni tot chilometri devono fermarsi e andare a mostrare a un apposito ufficio della polizia – stradale, credo – lo strumento che registra la velocità durante tutto il viaggio. Chi sgarra paga pegno pesante, perciò è raro che qualcuno faccia il furbo.
A Persepolis il sole e il caldo sono grandi, ma il fascino e la malia del luogo sono ancora più grandi: immensi. Le rovine sono imponenti e parlano di una storia eternamente presente. Questa era la capitale primaverile dell’impero della dinastia di Ciro il Grande, che per ogni stagione aveva una capitale, da quella invernale a Susa a quella estiva a Ectabana, oggi Hamadan, e, se ho ben capito, all’autunnale Pasargade, altra grande e bellissima città ridotta a poche vestigia, meno di quelle di Persepolis ma con la semplice e disadorna tomba di Ciro che suscita grande emozione soprattutto se ci si ricorda la scritta citata da Erodoto che suonava più o meno così: “Io sono il grande Ciro, ho fatto grande l’impero e tante altre cose. Ma ora sono polvere e tu, viandante, non invidiarmi”. A Persepolis lo straniamento si rifà acuto, la “sindrome fiorentina” al confronto è nulla: mi accorgo anche qui che poco è cambiato in oltre 25 secoli…. La primavera veniva festeggiata il 21 marzo ed era simboleggiata dal bassorilievo, ripetuto più volte, di un leone che azzanna un toro facendolo stramazzare: ancora oggi il Leone è il segno della bella stagione (non a caso ci sono nato io…) e il Toro di quella meno dolce. Non solo erano già nate l’astronomia, la suddivisione dell’anno in 12 mesi e 365 giorni, periodicamente corretti con festività di fine anno, ma già erano stati individuati sette pianeti e, dal rumore di ogni singolo moto delle sette sfere celesti in cui si credeva che i pianeti fossero incardinati, erano nate le corrispondenti sette note musicali…. Meraviglioso, vero? E come allora non si poteva vivere senza miti, e anzi senza la protezione celeste dei miti con lo Zodiaco, così oggi non sappiamo vivere – di fatto – senza fare riferimento stagionale e “oroscopale” ai segni zodiacali nel cielo sopra le nostre teste. Sì, non è cambiato poi molto, delle cose sostanziali. E farne l’elenco sarebbe lungo. Però ci sarebbe utile per un maggiore realismo e una maggiore modestia.
I bassorilievi e le sculture di Persepolis turbano quasi quanto quelle egizie. I persiani e gli egizi hanno lavorato e scolpito la pietra, i marmi, le rocce, in modo che nessun altro popolo ha mai più eguagliato: se Dio ha creato l’uomo modellandolo con la creta, quei nostri lontani antenati pare lo abbiano creato estraendolo dal marmo e dalle rocce, plasmate a misura d’uomo si direbbe fin nei sospiri, oltre che nei sorrisi più reconditi, nel mistero delle espressioni dei volti e, incredibile a dirsi, nello splendore degli sguardi, nella luce degli occhi. La processione dei dignitari dei 23 popoli tributari di Ciro scolpiti nel marmo pare siano in eterno movimento, da oltre 25 secoli, e mi aspetto che da un momento all’altro ci vengano incontro… Sono sgomento. Trattengo a fatica la commozione. Smetto di fare foto e mi allontano in silenzio dal gruppo. Ho bisogno di silenzio. Anche per meglio capire il senso di ciò che vedo e in qualche modo sento.
Sapere che da qui oltre a Ciro il Grande ed altri dei personaggi epici di cui abbiamo letto a scuola è passato anche Alessandro Magno, che anzi vi è fermato fino a incendiare in una notte forse di bagordi estremi le meraviglie racchiuse in un’area di 400 metri per ogni lato, crea una certa tensione. A Roma ho visto di tutto, ma in nessun punto c’è la presenza certa e precisa di un Giulio Cesare o di un Augusto, di Mario o di Silla o di Pompeo. La Storia qui a Persepolis si fa presenza non solo di miti e storia, ma anche di uomini e della loro aura.
A Noqsh E Rostam le gigantesche scultura nella roccia attorno alle tombe dei vari Artaserse, Serse I, Dario I e Dario II raccontano anche di come i romani abbiano tentato per secoli di impadronirsi di queste terre di raccordo con il misterioso Oriente, vale a dire l’India e la Cina, che tramite la Via della Seta ha nutrito l’Occidente di ogni ben di Dio e di molti saperi. Si vede l’imperatore romano Valeriano disastrosamente sconfitto e fatto schiavo a Edessa da re Shapur. In questa parte strategica del mondo sono sempre finiti male i sogni perseguiti invano da Crasso, che ci rimise le immense sue ricchezze e la vita in battaglia, da Cesare, da Antonio, da Traiano, dai Severi tutti e da Giuliano. E quando l’imperatore romano Eraclio tra il 614 e il 630 riuscì a ridurre allo stremo la Persia di re Khusraw II e di suo figlio, che accettò una pace umiliante, ecco che nel 622 in Arabia fugge dalla Mecca a Medina uno sconosciuto, tale Maometto, fatto di cui né l’Imperatore di Costantinopoli né il Re dei Re di Ctesifonte si accorsero, né più e né meno come nessuno si era accorto secoli prima della crocifissione sul Golgota di un pover’uomo, tale Gesù, ai tempi di Tiberio. Ma proprio quando Eraclio pareva fosse riuscito laddove erano falliti da Crasso a Giuliano, ecco che i seguaci dello sconosciuto fuggito nel 622 creano in una quindicina d’anni un impero già enorme inghiottendo la tanto desiderata Persia dei Re dei Re, la Siria e la Palestina. Per poi nel 642 prendersi anche l’Egitto e dilagare nel 732, poco più di un secolo dopo la fuga di Maometto, in Asia centrale fino al Tetto del Mondo…. Addio dunque al sogno di conquistare lo snodo sulla Via della Seta, snodo talmente decisivo per il peso dei commerci con l’Oriente da avere contribuito in modo essenziale a far decidere a Costantino di spodestare Roma e sostituirla con Bisanzio creata dal nulla. E il dilagare dell’Islam anche qui, in Iran. troncando i traffici secolari tra il Mediterraneo romano e l’Oriente, vale a dire India e Cina, spingerà un certo Cristoforo Colombo a tentare di raggiungere le Indie navigando verso Ovest invece che andando a piedi, a cavallo e su cammello in carovane verso Est. Il resto della storia e le sue conseguenze sono note…
Ho ancora nella testa queste “bazzecole” quando tornati a Shiraz mi ritrovo alle porte del bazar nel Mausoleo Shah-e Cheragh, dove giace la salma del fratello dell’ottavo Imam, che giunse a Shiraz nell’VIII secolo. Entriamo e restiamo abbagliati e senza parole: i muri e le cupole sono rivestiti di un unico enorme mosaico di tessere fatte tutte di specchi, e il loro scintillio rilancia all’infinito giochi di luce incredibili. Sembra un susseguirsi di flash e di essere risucchiati in un giacimento di gemme: il bagliore è ovunque. La dimensione clamorosa di tanta inaspettata bellezza impedisce perfino la possibilità di concentrasi e meditare, c’è troppo stimolo alla meraviglia, anzi alla “maraviglia”. Forse l’unica è inginocchiarci anche noi, come fa qualcuno, e pregare.
Ho perso il conto delle moschee che abbiamo visitato, una più meravigliosa dell’altra. Esfahan, detta anche “la metà del mondo” per la sua bellezza, è perfino eccessiva nell’allineare nella sua grande piazza Imam – lunga oltre 500 metri, con una grande fontana e un enorme prato meta a tutte le ore di pic nic di intere famiglie – meraviglie assolute come la Moschea dell’Imam, la Moschea dello sceicco Loftollah, il Palazzo di Ali Qapu e il Palazzo Chehel Sotun. Più, tanto per stordirsi come con i fumi di oppio, l’interminabile bazar circostante la piazza, bazar che per due lati corre su due porticati paralleli e quindi in totale non è lungo meno di un paio di chilometri di botteghe e vetrine. Insomma, un’orgia visiva e olfattiva, che può diventare anche un’orgia di shopping ricordo e di cibi e dolci dai sapori più massicci. Ecco, l’impressione è di ingozzarsi in continuazione gli occhi, il cuore e la mente di dolci poderosi come i cannoli e le cassate siciliane con contorno di babà e pastiere napoletane. Solo che di cassate e cannoli non se ne possono mangiare più di due o tre di fila metre qui invece l’ingozzamento è continuo, così come non si può fumare hascish od oppio, credo, per giorni e giorni di seguito. Non ricordo nemmeno più la località dove siamo entrati in una moschea rivestita all’interno di un infinito mosaico di specchi, abbacinanti ancor più che il Mausoleo Shah-e Cheragh. Per l’esplosione di luci una delle due moschee è chiamata “del Re delle Lampade”, ma non ricordo più quale… E’ come stare durante il giorno sotto una cascata di stelle: qualcosa di sbalorditivo, eccessivo. Mi ha colpito la gente che se ne stava beata a frotte nel verde del cortile sotto il cielo, seduta o sdraiata sui tappeti stesi sull’erba. Tappeti persiani, ovviamente.
Le moschee colpiscono per la loro enorme differenza rispetto sia le sinagoghe ebraiche che rispetto le chiese cattoliche. Il tempio ebraico è sempre severo, spoglio, supremo nella sua essenzialità, un vuoto che vibra di pienezza misteriosa, densa e asciutta. Le chiese cattoliche sono scrigni di capolavori d’arte, ma il loro leit motiv è la sofferenza, la via crucis, la crocifissione, la corona di spine, il martirio sanguinolento di santi e sante, il pianto continuo della Madonna anche quando sorride, e chissà poi perché la fanno sorridere, il costato squarciato di Cristo o quello trafitto da mille frecce e mille ferite sanguinanti di S. Sebastiano…. Ormai faccio fatica a entrare in una chiesa: troppo sangue. Troppo dolore. Adoro solo le chiese romaniche, semplici, rassicuranti, materne, orizzontali, accettanti, e diffido di quelle gotiche fin dall’esterno: troppa tensione verso il cielo, troppo distacco dal terreno, troppa opposizione al romanico. Le moschee sono invece sempre un tripudio di intarsi, smalti, maioliche, non possono esserci immagini sacre ma in compenso c’è un delirio di segni, incastri, motivi grafici, e non esiste una spazio vuoto che non sia miniato, dipinto, variamente colorato, mosaicizzato, piastrellato con le forme più diverse, intarsiato con cura maniacale, millimetrica. Una epifania non solo per gli occhi. Uno sfrenarsi delle sensazioni. Una libidine estetica – ed interiore – continua. Otto e più millenni di Storia non sono uno scherzo. Sedimentano di tutto, non lasciano nessun vuoto neppure nelle steppe dei deserti. Dove infatti ci si imbatte nelle Torri del Silenzio dei zoroastrani o ancora in qualche Torre del Ghiaccio, costruzioni geniali a cono alto e a gradoni per conservare anche d’estate il ghiaccio che d’inverno si forma nella conca alla base interna del cono. Mi viene in mente che i Re dei Re persiani avevano anche il ministro addetto al gelato! Così ho appurato nei primi anni ’80 nel corso di una inchiesta sul boom dei gelati in Italia, nella quale ha voluto dire la sua anche Giulio Andreotti, che di sera a casa cenava mangiando solo il gelato preparato dalla moglie Livia con l’apposito piccolo elettrodomestico.
Non m’è però sfuggito che mentre le moschee sunnite hanno un solo minareto, quelle sciite ne hanno due. Ufficialmente dicono sia perché il minareto sunnita con il suo unico minareto indica verso il cielo che vi è un solo Dio, mentre invece i due minareti tipici delle moschee sciite indicano sì che Dio è uno solo, ma anche che va pregato dagli esseri umani elevando le due braccia al cielo. Mah. Io ho il sospetto che in realtà lo sciismo, che è il tipo di islam presente in Iran, sia in realtà la risposta “nazionalista” al sunnismo, che è la forma dell’islam arabo, cioè degli arabi che hanno sì portato “la benedizione del Corano” anche in Iran, ma da conquistatori. Per giunta, da conquistatori non sempre sensibili al fatto che loro erano gli ultimi arrivati, quasi dei parvenù della Storia, mentre i persiani, cioè gli iraniani – che NON sono arabi, cioè semiti, bensì ariani (donde il nome Iran) – avevano già vari millenni alle spalle. Insomma, come “Grecia capta ferum vincitorem cepit”, riferendosi a Roma, così più o meno “Persia capta ferum vincitorem cepit”, riferendosi agli arabi. Insomma, gli iraniani hanno recuperato il loro ancestrale dualismo, il bene e il male rappresentati dalle due ali del grande uccello zoroastriano, e lo hanno inserito sotto forma di elementi dello sciismo nella nuova religione imposta dai vincitori. Un modo per meglio preservare la propria identità: aderisco, ma mi distinguo.
Beh, mi sono dilungato. Tanto per cambiare. Vorrà dire che l’ultima puntata del viaggio in Iran, nella “città santa” di Qom e nella scuola teologica intitolata a Khomeini, con annesso dibattito-confronto con un religioso che “studia da ayatollah”, è ancora una volta rimandata. Alla prossima. Spero.
Io i fascisti non li rispetto e non li rispettero’ MAI, chiunque e qualunque maggioranza li elegga. Io non rispetto un parlamento gestito da fascisti, mafiosi, puttane e pendagli da forca. Punto.
E il rispetto delle istituzioni, in questo paese, sono proprio i signori oggi al governo che se lo sono messo sotto i piedi.
Quotidianamente. Hanno fatto delle istituzioni uno zimbello. E gli italiani che li hanno votato hanno contribuito. Mi dica in nome di quale “democrazia” dovrei rispettarli e considerarli “miei”? Mi ribolle il sangue alla sola idea che dobbiamo essere amministrati da tutta questa marmaglia, da questa Banda Bassotti!
E si vergogni a ironizzare su coloro che in galera e al confino ci hanno perso salute e vita. Se pretende rispetto per i propri familiari, abbia la creanza di averne anche per quelli altrui.
x VOX
In Italia c’era la LEVA, cosi’ come negli Stati Uniti.
I richiamati rispondevano alla leva, volenti o nolenti.
Mio marito fu’ richiamato, aveva poco piu’ di 18 anni e abitava in Cirenaica, crede proprio che abbia servito di sua volonta’?
Cosi’ come negli US, la maggioranza delle forze armate della seconda guerra mondiale, erano semplici contadini che non erano mai stati fuori dal loro paesello, da semplici giovanissimi ragazzi si sono trasformati in un esercito ammirevole.
Allora c’era un forte amor di Patria, quando la Patria chiama si serve.
Adesso non c’e’ piu’ la leva, il servizio militare e’ volontario.
La Guardia Nazionale e’ volontaria, spesso di carriera, ma in caso di guerra devono servire.
Tutti i miei zii hanno combattuto per l’Italia, mio papa’ si arruolo’ a 16 anni, un po’ per incoscienza e forse perche’ i suoi fratelli maggiori erano stati richiamati.
Anita
Al colonnello Ghedaffi piace sedere in cattedra e dare lezioni di storia,…ma lui dimentica della sua storia.
La Libia ha finanziato il terrorismo di mezzo mondo con i soldi del petrolio,si e’ messo pure contro i paesi arabi perche’ voleva diventare capo della lega araba(sich),…una sua amazzona l’ha salvato sulla strada che dalla Libia va al Cairo,…attentato che gli
e’ stato salutare.
Da allora ha migliorato le relazioni con l’occidente,Usa compresa.
Le sue sono ragioni di stato,…come sono ragioni di stato quelle del ns,…tra tutte due fanno piuttosto schifo,…ma se la russia ogni tanto dice che ci vuol tagliare il gas,…almeno rimane quello arabo.
Non vale la pena accapigliarsi per cose di 100 anni fa,…guerra turca etc…adesso ci sono problemi ben piu’ grossi,israele che fara’ la guerra agli usa perche’ non vuol vendergli piu’ le armi,…
etc,…etc,….
Ciao a tutti,Ber
Cara Anita,
I bianchi dell’africa del sud sono di discendenza boera,cioe’ ex
olandesi che fondarono la prima colonia sulla rotta per le indie,
nel 1600.
Dopo arrivarono gli inglesi che cercarono di buttarli fuori , ma furono battuti in battaglia e si rassegnarono a vivere insieme.
I vecchi non lascieranno mai il sud africa che considerano il loro paese,anche perche’ non sanno dove andare,dei giovani una parte se ne andranno e una parte si mischiera’ con i bantu’ dando vita ad una societa’ multietnica,…cone gli Usa.
Il bianco classico e’ sulla via dell’estinzione,sorry.
Ciao,Ber
…a scusate Ghedaffi ha in cassaforte 65 miliardi di dollari ed e’ gia’ presente in Italia in parecchi affari,…e se li deve investire altrove
tanto vale che li investe in Italia,…cosi anche tre conti potra’ dire
che siamo venuti fuori dalla crisi,…grazie alla “lungimiranza” del
re mida.
x Vox
non mi pare che lei abbia usato espressioni rispettose nei riguardi di soldati di leva colpevoli solo di essere stati costretti ad ubbidire agli ordini.Così come ubbidirono agli ordini tutti i soldati di tutti gli eserciti del mondo.
Al confino c’erano quattro gatti, al fronte centinaia di migliaia di ragazzi! E non aggiungo altro perchè il problema sta altrove.
Lei dice :-io non rispetto un parlamento gestito da fascisti…-
In Parlamento siedono coloro che il popolo, in libere elezioni, ha votato, fin dal 1948.
Lei ha il DIRITTO di combattere e contestare queste scelte, con la parola, gli scritti, la propaganda; lo fa anche in questo blog, la legge la tutela ancora e io la leggo attentamente, pur in disaccordo.
Ma lei ha il DOVERE di rispettare la Costituzione che ci siamo dati e il Presidente che ne è il Custode.
Sono i fondamenti di una Nazione che ancora ha dei confini terrestri e marini e dei cittadini che vivono con le stesse regole.
Ora io mi chiedo : i suoi parenti erano al confino per combattere il fascismo e instaurare la democrazia, della cui parola conosce il significato, oppure lo erano per la vittoria di un altro assolutismo ideologico che la maggioranza degli italiani ha rigettato!
Sempre, con libere elezioni, perchè io ho sempre votato e scelto con libere elezioni, e lei pure.
Per molti anni ho fatto la Segretaria di seggio. So di che parlo.
Questa democrazia, imperfetta, pasticciona a volte, ha permesso l’unità, la solidarietà, la formazione di leggi che ci avvicinano alle nazioni civili, la tutela, sicuramente non perfetta, di cittadini malati, l’educazione dei giovani, una certa anche se insufficiente integrazione fra nord e sud.
E anche la tutela del dissenso!
Qui si dice sempre che tutto va a rotoli, che tutto va male, in parte è vero, ma non è andando all’anarchia o a un sistema di governo illiberale, speculare al fascismo, entrambi del resto ormai anacronistici e condannati dalla storia.
Se la sinistra non vince si chieda il perchè, che non sta solo sulla supremazia delle TV, importanti ma non fondamentali, se una Serracchiani ha vinto alla grande con il web ma anche con i “santini” perchè non è stata votata solo dai giovani.
Ha detto parole di sinistra, di democrazia, di sviluppo, e di tutela dei deboli; le dicono tutti queste belle parole, ma lei le ha dette con il cuore e con la forza che convince!
Ha soprattutto progettato un futuro per questa nazione che è l’unico percorribile.
E’ l’unico che porta a un ricambio di una classe politica indecorosa che ci fa vergognare di essere italiani, e non parlo solo della dx.
Il resto è la disgregazione, che forse sarebbe la soluzione!
Qui,più di qualcuno, in passato, mi ha detto che guardo solo
indietro usando anche parole che non conoscono rispetto,nè pietà, nè conciliazione; usando termini e argomenti pieni di partigianeria, di animosità, di astio e di rancore che hanno un unico traguardo:la divisione.
Se è questo che volete…..
mandi Sylvi
x Vox
Ho lasciato un periodo sospeso ma spero sia comprensibile dove volevo andare a parare.
Sylvi
With 80% of the vote counted, the commission said Mr Ahmadinejad had 65% support. He has claimed victory in an election marked by high turnout.
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E ti pareva…
Una vergogna per il nostro Paese di fronte a un ospite che oggi chiede all’Italia il riconoscimento delle sue responsabilità storiche. ( Vox)
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Se questo è il metro di giudizio, non oso pensare cosa dovrebbero essere i rapporti tra noi e la Germania, tra la Cina e il Giappone, tra il Giappone e gli Stati Uniti ( due bombe atomiche non si dimenticano facilmente), giusto per fare esempi molto recenti. Se il metro sono i morti ammazzati, non siamo noi quelli del Guinnes dei primati.
Senza contare che il colonialismo non è un fenomeno italiano, ma appartiene al comportamento standard di un’epoca abbondantemente trascorsa e sedimentata.
Parliamo invece del colonialismo attuale che è, se proprio vogliamo essere precisi, più devastante di quello di una volta poichè basato sullo sfruttamento sistematico di un continente a severo danno della popolazione residente.
Il giorno del bavaglio del novello aspirante dittatore.
“Così muore la giustizia”. Questa è stata l’ultima critica dell’Associazione Nazionale dei magistrati rivolta al disegno di legge sulle intercettazioni che, dopo il voto definitivo alla Camera, diventa legge.
Un’iniziativa affrettata e immotivata, per risolvere le paure personali di Berlusconi, di fatto elimina uno tra gli strumenti principali per la lotta alla criminalità.
Con l’approvazione della legge le intercettazioni potranno essere chieste solo in caso di “evidenti indizi di colpevolezza”, non potranno superare il limite dei 60 giorni e non potranno essere pubblicate fino alla conclusione delle indagini preliminari.
Sarà previsto il carcere dai 6 mesi a un anno per i giornalisti e il “via la toga” per il magistrato che rilascerà pubblicamente dichiarazioni sui procedimenti.
Infine, accanto alle intercettazioni telefoniche e ambientali, il nuovo provvedimento metterà al bando anche l’utilizzo di videocamere.
Stiamo lentamente scivolando verso la più vergognosa salvaguardia delle oscenità lussuriose del dittatore!!! lui aspira ad avere una intera nazione completamente ai suoi piedi
Non so quale sia il livello di dignità dei magistrati. Se non scioperano ad oltranza, allora devo dare ragione a Berlusconi: sono una casta di gente di merda.
Cultura geme ai lampi di isterismo
Orgoglio maschile, arrogante influenza della materia
Prigione massonica, delirio collettivo: io sono, io faccio, io distruggo, io costruisco
Rispetto, amore del contesto, come accettazione del sistemico ordine.
Dopo il bel sole,
vengono le tenebre.
Dopo la notte d’oro,
cade la notte di caligine
e la gloria del canto
naufraga
nel silenzio vacuo.
“via la toga” per il magistrato che rilascerà pubblicamente dichiarazioni sui procedimenti.
—
Tutti i magistrati dovrebbero platealmente togliersi la toga ed inviarla in Parlamento ognuna col nome e cognome del proprietario.
Questi sono casi in cui la protesta deve venire dall’alto, non dal cittadino, per una semplice questione di efficacia. Se i magistrati non si oppongono direttamente a certe leggi palesemente in contrasto col sereno svolgimento della loro professione, significa che sono collusi o, ancora peggio, dei pecoroni senza dignità.
Ogni donna, ogni uomo, ogni bambino è un essere umano e va rispettato in quanto tale.
Finchè tale condizione non verrà considerata da Lei nè dalle autorità italiane ed europee noi continueremo a contestarvi.
Dalla lettera delle «Donne contro Gheddafi»
Milano, niente colonie estive
ai figli degli immigrati irregolari
I bambini saranno separati dai compagni nelle attività estive, nonostante abbiano frequentato insieme le scuole elementari, perché una circolare di Palazzo marino non lo consente
di Zita Dazzi
Centri estivi nelle scuole a luglio e colonie al mare del Comune di Milano vietati ai figli degli immigrati irregolari. Lo stabilisce chiaro la circolare pubblicata sul sito Internet del Comune e lo ribadiscono gli uffici dell’assessore all’Educazione, Mariolina Moioli. Per partecipare al programma “Estate vacanza” servono il “ permesso di soggiorno in regola con la normativa vigente, la fotocopia del documento di identità e del codice fiscale dei genitori”. A differenza delle lezioni durante l’anno, che sono considerate scuola dell’obbligo e sono organizzate dallo Stato, le attività educative e ricreative offerte a luglio, agosto e settembre, nelle scuole e nelle altre strutture comunali, sono servizi facoltativi, integrativi, gestiti dal Comune. Quindi, paradossalmente, ci sono bimbi immigrati che vanno a scuola durante l’anno, ma che a luglio devono restare a casa.
Sull’esclusione dei bimbi figli di clandestini o irregolari, l’anno scorso, Palazzo Marino aveva suscitato molte polemiche con la circolare sulle iscrizioni alle scuole materne. In quel caso la magistratura aveva imposto che i bambini irregolari venissero ammessi purché in grado di dimostrare “l’abituale dimora in città”. Per i centri estivi negati ai figli degli irregolari arriva la prima protesta ufficiale: quella del collegio docenti dell’istituto comprensivo Thouar-Gonzaga” (elementari via Brunacci, via Gentilino, via Vigevano, via Gorizia, medie di via Tabacchi e via Gorizia). “Presa visione della normativa del Comune — scrivono in un documento — gli insegnanti esprimono la loro profonda indignazione per la mancata tutela del diritto per i minori a godere di uguale trattamento e pari opportunità; denunciano la violazione del diritto di uguaglianza sancito dalla Costituzione; chiedono che tale normativa venga immediatamente modificata al fine di ristabilire le condizioni affinché a tutti gli alunni siano garantite pari possibilità di accesso». Nessun commento da parte dell’assessore Moioli.
La carta del premier da Obama
«Sì a più truppe in Afghanistan»
Ma la nostra Costituzione non dice che l’Italia ripudia la guerra?
Ma lei ha il DOVERE di rispettare la Costituzione che ci siamo dati e il Presidente che ne è il Custode.
@ Sylvi
Ma non si rende conto dell’ironia della sua affermazione?
E chi e’ che siede in parlamento dal 1948? Io vedo solo mafiosi, indagati, condannati e puttane belli freschi d’annata che io, sicuramente, non ho votato.
Io ho della Costituzione il massimo rispetto, mentre proprio questo governo non ne ha. E poi che c’entra il rispetto della costutuzione col discorso che stavamo facendo? Che fa, cambia tema?
Sui “quattro gatti al confino” si informi meglio e la smetta di essere cosi’ offensiva su una cosa cosi’ seria. Le sue centinaia di “ragazzi al fronte” dimostrano solo che il genere umano (specialmente se italico) e’ fatto di pecoroni senza coraggio e senza principi.
Molti eserciti moderni poi, incluso quello italiano, non sono piu’ obbligatori. Dunque, chi si arruola e’ completamente complice di chi organizza queste guerre di aggressione (ripudiate dalla nostra Costituzione, anche se lei sembra dimenticarsene) e non me ne frega nulla se questi “ragazzi” (=assassini volontari) si fanno ammazzare dai Talibani, i quali possono essere antipatici quanto le pare, ma almeno sono sulla propria terra e combattono contro degli invasori.
Il suo tentativo di salvare moralmente i suoi familiari sta diventando veramente patetico. Forse sarebbe meglio chiudere il discorso.
PS – Personalmente, tra l’essere obbligati ad andare ad ammazzare della gente in altri paesi e l’essere messi in galera o anche fucilati per il rifiuto, avrei scelto quest’ultima soluzione. Meglio morire che macchiarsi di sangue innocente per cause a dir poco schifose.
Altro discorso sarebbe se si trattasse di difendere il mio paese da degli invasori.
x Vox
Quando si scende a un livello di volgarità e di ignoranza,di analfabetismo delle date storiche, della negazione del concetto temporale infantile di prima-dopo-mentre, non posso che invitarla a tornare a frequentare la materna!
Lei è un perdente, come la parte che difende, come i discorsi che
fa, come l’astio che la permea, ormai pattume della storia!
La compatisco perchè lei esprime solo fiele e acrimonia. Peccato!
E con questo ho chiuso il discorso!
Sylvi
@ Sylvi
Sta parlando forse di se’ stessa?
Io le rispondo solo cosi':
Massima N. 1: “Non uccidere”
Massima N.2 : “Fatti non fummo per viver come bruti”.
Io queste massime le ho prese alla lettera fin dall’infanzia.
Quale morale abbia assorbito lei nella sua, me lo posso solo immaginare.
Ma si, stendiamo un pietoso velo.
cara Sylvi,
hai scritto..a Vox una frase sibillina da Cuma…
….lo fa anche in questo blog, la legge la tutela ancora e io la leggo attentamente, pur in disaccordo.
Siccome sono convinto che “…la legge la tutela ancora..”non posssa essere un avvertimento “mafioso -politico, allora presumo che tu temi qualcosa .., o sbaglio????
cc
“Massima N.2 : “Fatti non fummo per viver come bruti”.”
Ma Dante parlava delle parole di Ulisse e l’importanza della conoscenza che non ha eta’ o limiti.
Anita
Caro marco,
su quel “tuo” perentorio ..i magistrati in disaccordo” gettino la toga..nutrirei seri dubbi…la storia insegna che “furono solo in 12 a rifiutare tra gli insegnanti di ogni ordine e grado il giuramento al Fascismo…
Tengo famiglia e” franza o spagna” purchè se magna, sono da sempre le le stelle comete che guidano le vie nella notte buia di questo eroico popolo ..almeno nella sua stragrande maggioranza..
cara Sylvi,
permettim di essere perplesso su alcune tue affermazioni…
tu mi conosci e sai che le storie individuali ed anche regionali possono essere molto diverse…
I quattro gatti di confinati e gli” eroici tagliagole partinagi” qui da noi nelle valli e nelle colline del piemonte hanno storia ..
diversa dalle contrade della Friula di confine….
Su una cosa posso in parte “concordare” ..sugli eroici partigiani dell’ultimo secondo”…in genere persone che di per sè, passarono l’intera vicenda “repubblichina” nascosti in cantine e fienili…per tornare improvvisamente vivi e vegeti ,armati di tutto punto (non sapevano aihmè , neanche inserire il caricatore)alla luce del sole che so dai primi di Aprile del 45..
Divise pulite, soldi in mano..pagavo tutto..anche di più…
chesse se doveva fà…???fucilarli???insieme ai repubblichini disertori intorno al 20 di Aprile ??Magari quelli dei servizi e della sanità ???
Certo mia cara ,erano più lavati e stirati dei “tagliagole” della fine del 43 e dell’inizio 44…checcè vuoi fà..siamo cuori nobili e disposti al perdono..
cc
caro CC,
temo quello che temi tu!!!
Ma noi siamo le ultime ruote del carro che non capiscono se tutti i politici sono disonesti, se tutti i magistrati sono rossi, se tutti i giornalisti sono venduti….se è vero il contrario o se la verità sta in mezzo…
nel frattempo siamo una nazione di m…!
Anche all’estero si combattono, si sputtanano, si insultano, si calunniano ma…si fermano davanti ai simboli della democrazia.
Ho rispettato la Jotti, e se lo meritava, Presidente della Camera, ho rispettato la Pivetti e Bertinotti che se lo meritavano meno.
Mio caro, “avvertimenti politici- mafiosi” da me? Farebbero ridere anche i polli.
Mi hai visto, ti sono sembrata una pasionaria alla Ibarruri, naturalmente di destra, come piacerebbe a qualcuno?
Sempre che la passione civile e il buon senso non siano fascisti, in questo blog!
mandi sylvi
x CC,
lo so che la Resistenza in Piemonte , in Lombardia, anche in Veneto, in Toscana ed Emilia Romagna è stato altro!
Ma voi non eravate presi fra due fuochi!!!
Comunque contestavo a Vox, sicuramente più giovane di me, una chiusura ideologica che ci porterà solo alla disgregazione!
A volte penso che accadrà, perchè siamo ancora alle tifoserie da partite di pallone!!!
Sylvi
x CC
…già, siamo cuori nobili, disposti al perdono,… esclusi i soldati…morti…cornuti e mazziati!
Sylvi
Cara Sylvi,
assolutamente No, ma non ti sembra che proprio passione civile e buon senso siano “attributi mancanti” a questa nostra (sic1) nazione ?
A cominciare ovviamente dalle classi dirigenti.
La partita si gioca proprio qui….mi sembra che, senza offesa per nessuno, ..noi si stia diventando ..una nazione di “lazzari”..
cc
Contadini della Jacquerie piemontese , lazzari del card Ruffolo..
pur con le loro legittime ragioni ,sono la base votante che si unisce ad una classe dirigente disposta a mettersi il “chador” il fez o che cacchio che vuoi (pure falce e martello)se il caso lo richiede(pero solo quando i cosacchi si abbeverano alle fontene) .(adelante con prudencia)
Che vuoi niente rivoluzione borghese, controriforma a tutto spiano,,non ci resta che piangere..
Cara Sylvi,
le storie individuali non servono, ho avuto parenti di qui e acquisiti con morti in Russia…
Fratelli zii ,con storie diverse..conosco la situazione..
Alla fine quello che conta ..siamo noi oggi ..Hic Rhodus !
cc
Cara Sylvi,
ed eccoli rispuntare più pimpanti che mai….
Camicie verdi, camicie nere, camicie brune..
___________________________________
Dicono di essere 2.100 in tutta Italia, pronti a indossare una divisa con camicia grigia o kaki, basco con aquila imperiale romana, una fascia nera al braccio con impressa la ‘ruota solare’ simbolo del nascente Partito nazionalista italiano, che sarà guidato da Gaetano Saia, e pantaloni neri con striscia gialla o grigi. Sono i volontari della Guardia nazionale italiana, pronti a pattugliare le strade 24 ore su 24, affiancando le ronde padane, non appena sarà in vigore il disegno di legge sulla sicurezza.
Le cosiddette ‘ronde nere’ – la versione definitiva delle divise è ancora da decidere – sono state presentate questa mattina a Milano, durante un convegno nazionale dell’Msi (Movimento sociale italiano).
Che famo cara Sylvi ?
Tra vent’anni o trent’anni , ….
Dimmelo tu ?
cc
Cara Sylvi,
infine due considerazioni del tutto personali.
Nelle mie passate “esperienze” politiche politiche sono sempre stato chiamato il moderato, anzi qualcuno nel passato mi ha pure chiamato “il prete”.
Sono ancora chiamato e visto in questi termini….ed anche intimamente mi sento ancora così.., ma ti assicuro se ci riprovano,,non esiterei…a fare “il tagliagole”, per quel che mi rimane da vivere…….
cc
caro CC,
almeno tu cerca di capire che non è questione personale!
Almeno non più.
Non nasce niente, se non odio, sempre odio, da una contrapposizione che dura da sessantanni e passa; da una guerra a chi insulta di più, oltraggia e vilipende anche i morti,vittime che non hanno avuto nemmeno il tempo di vivere.
Questi baldi e ardimentosi eredi di una frazione di italiani eroici e intrepidi difensori della Patria, che combattono ancora la guerra civile, e vogliono il potere con sistemi violenti e calluniosi, si accomodino; spero solo (e questo si mi piacerebbe) che trovino gente seria, capace di sculacciarli come meritano bambini prepotenti.
Il senso dello Stato e della comunità civile è altro!
E qui io Rodo… e salto…!!!
Sylvi
x CC
Li sculacciamo energicamente, gli imbecilli!
Però, nel frattempo, se la Scuola funzionasse un po’…
Stamattina chiaccheravo con un’amica che ancora lavora nella scuola.
Gli stranieri? Problemi superabili!
La Gelmini? Qui da noi è cambiato poco nella ristrutturazione.
I genitori? Imperversano a torto e a ragione.
Gli insegnanti? Fanno come i militari, mettono la tacca sul calendario.
I combattenti? Peggio che Don Chisciotte contro i mulini.
I ragazzini? Soffrono…per i problemi in famiglia, per una scuola che non accoglie e comprende, per una società……….
Vado a fare la parmigiana di melanzane.
Stasera ho Marko a cena, prima dei risultati sul tabellone!!!!
Sylvi
Vuoi vedere che davvero il buon Nicotri è riuscito a chiuderlo per sempre nel tombino donde era sbucato? Ah, come si respira meglio senza i professionisti della disinformatija con capra sarda al seguito.
Ratzy a Mary
Cari Amici,
accapigliarsi per cose di 60 anni fa,…adesso si puo’ scegliere che colore di camicia mettere,…nera o verde?
Poi arrivera’ il manganello,…e appena poi, l’olio di ricino,…ecco a che cosa si riferifa il gabbapopolo parlando di forze eversive,…
tra una battuta e un’altra gli imbecilli di italiani accetteranno anche le ronde di partito.
E’ ora che incominciano a cercarsi un posto da rifugiato politico,
quei pochi che non indosseranno la camicia colorata.
A RIVOGLIO FRANCISCHIELLO….
Cara Sylvi,
liti da Condomnio!
Maledetto il giorno in cui scendendo al piano dalle colline ho deciso di coabitare con i miei simili.
Secondo ricerche di famiglia , pare che alcuni miei antenati fossero “briganti” antifrancesi.
Niente di male, finchè un Paterno antenato dei primi Ottocento , decise di mettere al mondo una famiglia “incredibile”.
Ogni “passatempo” un figlio..e di lì la decadenza di una famiglia di piccoli possidenti fino alla fame ed all’espatrio in terre lontane..!
Oggi ho due “disgraziati figli maschi” adulti” e guardo con sufficienza le liti sul”utilizzo del verde delle palazzine.
Io ero un “intransigente” con i miei,fino al punto di negare loro perfino il “normale”..pur di rispettare l’altrui diritto, fino all’esagerazione di dar ragione a “inacidite vecchiette isteriche” senza figli…che come al solito pretendono di dar consigli a genitori senza creanza…..
Proprio ora “una futura guardia padana”senza figli è intevenuta , mentre io dal balcone assistivo divertito alla scena.
Ti assicuro che se esce il problema alla prossima riunione “condominiale” è bene che il signore non “rompa i coglioni”,piuttosto il deserto, per quel che mi riguarda…che bellissimi prati verdi in cui ..non ci va mai nessuno..se non il guardare “estasiato” di vecchie mummie inacidite.
Almeno il Conte della mia infanzia lasciava i suoi possedimenti collinari aperti al nostro “scorrazzare”di bande di fanciulli…sai i cavalier , l’arme , gli amor….
Già ò’amor ..anche qui ..aperti gli spazi dove portare fanciulle ,mano nella mano…qualche bacetto peccaminoso con “vecchiette” inacidite che ti aspettavano giù al varco dei vicoli,,per commentare ….
Carissima com’è difficile il senso del giusto…ma tu lo sai e lo comprendi perchè hai avuto figli..
Se non li lacsiamo sfogare qui nel privato -pubblico , questi che fanno…????mondo birbante e senza senso!!!!
cc
cara Sylvi,
se una notte passeggiando alle due di notte per i vicoli del centro storico fin su, sulla collina,mai”guardia padana” del tipo prima descritto, si permettesse di chieder documento…ti assicuro che insieme al “prezioso” cartaceo aggiugerei altro….
Ma è l’età che me lo fa fare …un tempo coscienzoso ..lo avrei guardato intimidito..una divisa era sempre una divisa…sai però in caserma ci dicevano anche di non esagerare, alla prime libere uscite ..non era il caso di salutare militarmente anche i Gelatai, che all’epoca se ben ricordi portavano “incredibili ” berretti da Ufficiali di marina..
cc
x VOX:
L’association Reporters sans frontières (RSF) dénonce aujourd’hui la “censure massive” par l’Etat, en Iran, de la presse et notamment des sites internet dans le but de les “empêcher de rendre compte des fraudes qui ont entaché le premier tour des élections présidentielles”. ( Le Figaro)
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L’Associazione Reporters senza frontiere denuncia la censura massiccia da parte dello stato iraniano, al fine di impedire la documentazione delle frodi nel primo turno delle elezioni presidenziali.
Ho sempre detto che quando ci sono i preti di mezzo, c’è di che essere pesantemente diffidenti.
E’ vero che Ahmadinejad era dato come possibile vincente rispetto a Moussavi e Kharroubi, ma non con simili percentuali. Sia Moussavi che Kharroubi hanno parlato di brogli, e fin qui è comprensibile. Parla di brogli però anche l’associazione dei reporters, il chè è più grave.
Ma tant’è: in Iran, chiunque vinca le elezioni ha sempre da fare i conti con i Guardiani della Rivoluzione, che hanno potere di censura sulle leggi che ai preti non garbano. In pratica, come la si giri e la si volti, si deve fare sempre quel che dicono i preti. Tanto per cambiare.
Patrols of so-called “morality police” regularly enforce standards of Islamic dress on Iran’s streets.
Mr Mousavi, a reformist former PM, says he would seek to disband the force.
As Ms Rahnavard spoke, many in the crowd shouted protests against the morality police, who regularly arrest women they deem inappropriately dressed. (bbc)
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Evidentemente, quello del vestire non è un problema molto sentito nel mondo femminile iraniano, altrimenti tutte le donne avrebbero votato Moussavi.
La BBC mostra una foto di un gruppo di belle ragazze ventenni iraniane, vestite regolarmente di nero da capo a piedi, che mostrano sorridenti due poster di Ahmadinejad. Forse, lo trovano un gran figo, come certe italiane che, per l’identico motivo, votano Casini.
Sembra che ci sia un gran turmoil in Iran.
La polizia fa scontro con i dimostranti.
Intimidazione, imbrogli elettorali, infiltrazioni, milioni di schede elettorali taroccate, ma si tratta di una nazione dittatoriale e queste sono piccolezze da niente.
Se avesse vinto il “moderato” Moussavi sarebbe stato lo stesso o peggio, ma sotto la bandiera dei moderati.
Ahmadinejad lo conosciamo, Moussavi era un incognito.
Anita
Cara Anita, chi comanda in Iran non è nè Ahmadinejad nè eventualmente un Moussavi: comanda il capo dei religiosi, come in qualsiasi nazione teocratica.
Mi chiedo perciò che differenza faccia, se in Iran vince l’uno o l’altro, visto che, in ogni caso, devono dar conto ai Guardiani della Rivoluzione, che hanno il diritto di annullare le leggi che a loro non garbano.
one opposition newspaper has been closed down and BBC websites also appear to have been blocked by the Iranian authorities.
————
Ma che barzelletta queste elezioni. In un regime dittatoriale come quello iraniano, che senso ha farle? Giusto per dare una parvenza di democraticità? Ma se lo sanno tutti che in Iran “non si muove foglia che Khamenei non voglia”…
x Marco #242
Lo so’ caro Marco,
Ahmadinejad e’ solo la facciata dell’Iran, quello che i Cheif Ayotolah vogliono presentare al mondo.
Pero’ e’ un passo avanti per i moderati, almeno hanno dimostrato il loro scontento per l’attuale amministrazione.
Anita
caro CC,
ho appena sfamato Marko: due, dico due, braciole alla milanese, una montagna di patate fritte e un trancio di parmigiana spaventoso! Un mezzo kilo di ciliegie!
A poco più di quindici anni è alto 1,87m.
Potrei mandartelo come guardia padana e anche mettere a tacere
certi pedagogisti/e dell’ideal- teorico!
Però mi piacerebbe abitare nei paraggi di tanta umanità, mi piacerebbe un po’ di sane baruffe che per noi erano chiogiotte!!
Abito un po’ fuori e questa umanità un po’ colorita mi manca.
Avevo 23 anni quando comprai la mia cinquecento favolosa.
Tu sai che in Friuli c’erano più caserme che scuole, e come sa anche Pino e Faust, per i militari esisteva il problema di spostarsi, soprattutto verso il mare .
Per solidarietà, ma anche per dar aria alle lingue biforcute che, credimi, non avevano sesso, davo sempre passaggi ai militari in divisa. Rigorosamente in divisa!
Un ragazzo, che conoscevo bene, in borghese, mi fece cenno.
– Non posso darle un passaggio- dissi- (davo a tutti rigorosamente del lei)!
– E se torno in caserma a mettermi la divisa?-
– Non c’è problema, l’aspetto!-
Dove se la fosse tolta non era affar mio!
Guarda che non c’era solo a ovest il problema della “mancanza di televisione” e le fette di torta che si assottigliavano con l’aumentare delle bocche era molto sentito anche a est!!!
E chi avesse avuto la fortuna di zii e zie zitelle, e quindi la speranza che il “gruzzoletto” restasse indiviso, ci pensò Tito a mangiarsi la torta!
Basta la salute!
Sylvi
x Tutti
Un po’ di allegria.
Un advertisement francese
FRENCH GLUE AD
http://www.culturepub.fr/videos/rubber-cement-colle-les-nonnes.html
Anita
x Anita
Il video è bellissimo, gentile e molto poetico. Non ho fatto in tempo a pensare che “il coso” era meglio rivolto all’insù che la giovane monica ha saggiamente e molto umanamente provveduto. Peccato abbia sentito poi il bisogno di confessarsi, con annesso danno repressivo e insozzante irrorato dal “padre” confessore.
Un saluto.
pino
P.S. Qualche chilo di quella colla è bene inviarla a Bossi….
Starà raccattando qualche mimchia in buona compagnia caprosarda.
Oppure s’è gettato da un ponte del Danubio…
Amen.
Rino Peco
xNicotri (ed Anita)
la statua del ‘putto’ mi ricorda il Mannequin Pis di Bruxelles.
Il riferimento e’ forse anche alla ‘grande evirazione’ delle statue dei musei vaticani (1857?). Pio IX era molto seccato dalla vista di tutti quei falli (si sa, gli artisti rinascimentali…), per cui decise di farli rimuovere con lo scalpello, e coprire con ‘foglie di fico’
Peter
sappiamo tutti che quelle in Iran sono delle elezioni di facciata, dove tutto e’ gia’ stato gia’ deciso, le urne sono solo per abbellimento. Anche l’occhio vuole la sua parte. Se mi permette, direi che Pino vi avesse dato una enfasi un po’ eccessiva
Peter