S’è votato in Italia e in Europa, si sta per votare in Libano e in Iran. E a proposito del viaggio in Iran….

Si è votato in Italia, dove comunque la tanto strombazzata marea berluscona, vero e proprio “giudizio di Dio” in salsa postmoderna,  non c’è stata, anche se il tandem BB, detto anche BeBo o BerBos, ha trionfato in sede amministrativa locale. Si è votato in Europa, dove soffia un venticello di destra. Si è votato in Libano, dove è stato confermato il filo occidentale o forse più correttamente il laico non islamista Hariri. E si sta per votare in Iran, alle urne il 12 giugno. Speriamo che la vittoria di Hariri in Libano sia seguita dalla vittoria in Iran di Mousavi, riformista coraggioso e deciso, così da dare spazio reale in quella martoriata parte del pianeta al discorso molto interessante di Obama al Cairo.
Mir Hossein Mousavi, il principale concorrente di Mahmoud Ahmadinejad alla carica di decimo presidente della Repubblica Islamica d’Iran, è stato lontano dalla politica per 20 anni e s’è candidato nonostante si fosse candidato anche Khatami, presidente prima di Ahmadinejad con un grande programma di riforme sabotate dal clero, a partire dall’ayatollah Alì Khamenei, la Guida Suprema succeduta a Komeini. Sapendo di essere inviso a Khamenei, che ha il potere legale di cassare candidature e leggi approvate dal parlamento nonché lo stesso presidente della Repubblica, Khatami ha preferito ritirarsi e lasciare campo libero a Mousavi.

Chi è e perché suscita tante speranze? Architetto e pittore, presidente dell’Accademia dell’Arte iraniana, Mousavi è stato primo ministro, l’ultimo prima della abolizione della carica di premier, dal 1980 al 1989 sotto la presidenza di Khamenei, l’attuale Guida Suprema decisamente conservatore. I sondaggi non concedono troppo alla speranza di battere Ahmadinejad il prossimo 12 giugno, ma Mousavi ci crede caparbiamente e Khatami era al suo fianco al comizio ufficiale di apertura della campagna elettorale, organizzato nello stadio Azadi di Teheran: «Giovani iraniani, votate per lui!», è stato il forte appello di Khatami, e in effetti proprio i giovani, con in testa le donne, che danno l’impressione di una pentola a pressione che ormai non si può più gelare,   potrebbero essere la leva del cambiamento. E a proposito di giovani, Mousavi ha un grande sogno: porre fine all’emigrazione dei più promettenti. Nel comizio allo stadio, dopo avere attaccato Ahmadinejad e il suo governo affermando  che «il prestigio del nostro Paese non deriva da una persona sola, ma vi contribuiscono tutti gli iraniani, che però hanno contro l’attuale amministrazione, colpevole di minare questo grande prestigio», Mousavi ha proseguito acussando ancora: «Quando all’orizzonte non c’è speranza per lo sviluppo, la ricerca e la realizzazione della creatività, è naturale che i migliori studenti vengano attratti dalle proposte che li allontanano dal nostro meraviglioso Paese».Mousavi dirige il giornale Salame-ye Sabz, ma affronta Ahmadinejad con le armi spuntate dall’enorme sproporzione dei mezzi a disposizione, con le radio e le televisioni sfacciatamente megafoni governativi e con le decine di giornali chiusi d’autorità negli ultimi anni. Il social network Facebook, utilizzato dai sostenitori di Mousavi, è stato bloccato sino al giorno delle elezioni. Il candidato riformista ha però avuto una idea geniale: in un Paese a grande maggioranza femminile e con il 70 per cento della popolazione sotto i 30 anni di età, ha fatto scendere in campo una donna, cosa mai vista e impensabile in un Paese musulmano che per giunta ci tiene a definirsi tale fin dal nome della propria Repubblica. La donna in questione è Zahra Rahnavard, nota scultrice, ex rettore di Università nonché moglie di Mousavi e madre dei loro tre figli. Zahra è sempre presente ai comizi del marito ed è diventata sempre più la protagonista della sua campagna elettorale, proprio come e anzi più di una aspirante first lady americana: galvanizza le folle, specie le giovani, che fanno un tifo da stadio e impazziscono per lei.

La novità, vera e propria forte sfida in un Paese musulmano, funziona e ormai Mousavi presenta agli iraniani Zahra come la loro potenziale first lady dandole anche ruoli e visibilità crescente nella corsa presidenziale. E lei non si sottrae: facendo sicuramente schiumare di rabbia il clero “duro e puro” e la destra, Zahra mena fendenti contro l’era di Ahmadinejad, per chiuderla e aprire invece “una nuova era in cui la libertà di parola, scrittura e pensiero non vengano più oscurate”. Lui promette “un Iran progressista con leggi, giustizia e libertà!”. Lei pretende  che “la fine delle discriminazioni contro le donne non resti una semplice speranza” e senza nessuna timidezza promette a gran voce un’epoca “senza più prigionieri politici e senza più studenti in prigione”, il che quindi significa ammettere che i prigionieri politici e gli studenti in galera ci sono, cosa pessima e disdoro per il governo. Come se fosse una campagna elettorale in un Paese occidentale, i coniugi Mousavi si lasciano fotografare mano nella mano. E per galvanizzare i giovani, specie la “pentola a pressione” delle giovani, lui sorride compiaciuto e complice quando lei osa fare intravedere sotto il velo islamico obbligatorio il foulard firmato e incita le masse giovanili a scatenarsi nel ballo come i loro coetanei nel resto del mondo. Un incoraggiamento chiaramente alla faccia dei divieti governativi.

Mousavi è un nuclearista convinto, nel senso di uso pacifico e controllabile dell’atomo, vuole una economia più rispettosa dell’etica e meno da assalto, è deciso a stimolare il settore privato più di quanto lo sia oggi, e ha ben chiaro che per rimettere bene in moto un Iran ancora abbastanza allo sbando anche per il dopo guerra con l’Iraq, per la repressione e per gli scontri politici imposti dal clero “duro e puro”, deve ricostruire le relazioni con il resto del mondo, Usa e Israele compresi.  Per far presa sui giovani – ricordiamo che il 70% della popolazione ha meno di 30 anni di età – può permettersi una campagna elettorale fino a ieri impensabile e qualche licenza perché ha alle spalle una storia solida, ben presente anche ai non più giovani: stimato da Khomeini, negli anni tremendi della guerra scatenata dall’Iraq, e sostenuta dagli Usa e dall’Europa, l’attuale candidato riformista alla presidenza della Repubblica è stato il primo ministro di un governo che riuscì a evitare il tracollo dell’economia e l’ecatombe da fame per i molti poveri dell’epoca. Nel ventennio in cui ha preferito stare fuori dall’arena politica, Mussavi ha progettato – tra l’altro – la bellissima cupola “Imam Khomeini” ammirata nel santuario di Qom, l’Università dei Martiri di Teheran e il cimitero di Isfahan. Il personaggio quindi è ben radicato e niente affatto improvvisato o estemporaneo, alla modernità esibita provocatoriamente dalla consorte unisce un curriculum di fronte al quale anche un conservatore deve inchinarsi.

La grave crisi economica e finanziaria in atto, ben lungi dall’essere conclusa, può spingere il mondo verso la catastrofe, secondo lo schema classico sempre usato dagli Stati per uscire dalle crisi versando il sangue dei deboli per mantenere il potere dei forti, o può spingerlo a più miti e saggi consigli: a volte è nei momenti più bui che si esprimono le energie migliori e più lungimiranti, e il discorso di Obama pare la conferma di questa speranza. Vedremo.
Intanto, a proposito di Iran, riprendo – e concludo – il filo del discorso sul viaggio cui ho partecipato, viaggio organizzato dal Gruppo cronisti lombardi e che vorrei ripetere magari per conto mio e su un percorso più lungo scelto da me. Chiaro come il sole che la prossima eventuale volta voglio vedere Shush, vale a dire l’antica Susa capitale di quell’Elam che con la vicina Uruk mesopotamica ha dato vita alla scrittura…..

Dopo la giornata di stordimento negli affascinati musei della piuttosto brutta e disadorna Teheran, i cui hotel accolgono gli stranieri con un gentile invito alle turiste di indossare anche loro il tipico velo locale  che copre la capigliatura e il collo, eccoci in volo per la più meridionale Shiraz, parola che significa “Città dei misteri”. Quali misteri? Quelli dei suoi giardini, come per esempio il Giardino di Eram, quelli del suo clima mite, che stimola sogni, speranze, progetti e desideri, quelli delle sue moschee, come la moschea Atiq e il mausoleo sciita, i misteri dei suoi poeti, con i grandi Sa’adi e Hafez, “l’Usignolo di Shiraz”, del quale non manca mai almeno un libro di poesie in tutte le case iraniane così come non vi manca una copia del corano. I mausolei dei due poeti sono una incessante meta di visitatori, che amano sostare nei giardini e passeggiare lungo i loro viali. Sul cancello di accesso alla tomba di Sa’adi si leggono questi versi: “La tomba di Sa’di di Shiraz emanerà amore anche migliaia di anni dopo la sua morte”. Bello, vero? Bello e umano.
E i misteri delle donne di Shiraz, che dicono siano le più aperte, curiose, allegre e disponibili dell’Iran. Ovviamente l’aggettivo “disponibili” ci solletica la curiosità, ma nessuno si sogna di mettersi in caccia per assodare di che tipo di disponibilità si tratti, anche se è sorprendente come le ragazze sorridano a noi turisti e, specie le studentesse, a volte ci fermano a frotte per parlare e farsi fotografare. Non c’è ombra di Guardiani della Morale pronti a intervenire a frustate e le ragazze sono tutte molto sorridenti anche con i non turisti. Forse è per questo che qualche iraniano che viene a Shiraz per lavoro ci dice che non appena vi mette piede il telefono da casa comincia a squillare più spesso del solito: “E’ mia moglie che sta in campana…”.
La prima sveglia a Shiraz è però non per andare a zonzo per i “misteri” della città, ma per partire di buon’ora per Persepolis, distante poco più di 50 chilometri, percorrendo un tratto di autostrada dove nessuno si sogna di superare i limiti di velocità. Il motivo è semplice: chi viene beccato in fallo si ritrova con l’auto sequestrata per una settimana e gli autisti di camion e pullman, compreso il nostro guidato dall’ottimo e imperturbabile Magid, ogni tot chilometri devono fermarsi e andare a mostrare a un apposito ufficio della polizia – stradale, credo – lo strumento che registra la velocità durante tutto il viaggio. Chi sgarra paga pegno pesante, perciò è raro che qualcuno faccia il furbo.
A Persepolis il sole e il caldo sono grandi, ma il fascino e la malia del luogo sono ancora più grandi: immensi. Le rovine sono imponenti e parlano di una storia eternamente presente. Questa era la capitale primaverile dell’impero della dinastia di Ciro il Grande, che per ogni stagione aveva una capitale, da quella invernale a Susa a quella estiva a Ectabana, oggi Hamadan, e, se ho ben capito, all’autunnale Pasargade, altra grande e bellissima città ridotta a poche vestigia, meno di quelle di Persepolis ma con la semplice e disadorna tomba di Ciro che suscita grande emozione soprattutto se ci si ricorda la scritta citata da Erodoto che suonava più o meno così: “Io sono il grande Ciro, ho fatto grande l’impero e tante altre cose. Ma ora sono polvere e tu, viandante, non invidiarmi”. A Persepolis lo straniamento si rifà acuto, la “sindrome fiorentina” al confronto è nulla: mi accorgo anche qui che poco è cambiato in oltre 25 secoli…. La primavera veniva festeggiata il 21 marzo ed era simboleggiata dal bassorilievo, ripetuto più volte, di un leone che azzanna un toro facendolo stramazzare: ancora oggi il Leone è il segno della bella stagione (non a caso ci sono nato io…) e il Toro di quella meno dolce. Non solo erano già nate l’astronomia, la suddivisione dell’anno in 12 mesi e 365 giorni, periodicamente corretti con festività di fine anno, ma già erano stati individuati sette pianeti e, dal rumore di ogni singolo moto delle sette sfere celesti in cui si credeva che i pianeti fossero incardinati, erano nate le  corrispondenti sette note musicali…. Meraviglioso, vero? E come allora non si poteva vivere senza miti, e anzi senza la protezione celeste dei miti con lo Zodiaco, così oggi non sappiamo vivere – di fatto – senza fare riferimento stagionale e “oroscopale” ai segni zodiacali nel cielo sopra le nostre teste. Sì, non è cambiato poi molto, delle cose sostanziali. E farne l’elenco sarebbe lungo. Però ci sarebbe utile per un maggiore realismo e una maggiore modestia.
I bassorilievi e le sculture di Persepolis turbano quasi quanto quelle egizie. I persiani e gli egizi hanno lavorato e scolpito la pietra, i marmi, le rocce, in modo che nessun altro popolo ha mai più eguagliato: se Dio ha creato l’uomo modellandolo con la creta, quei nostri lontani antenati pare lo abbiano creato estraendolo dal marmo e dalle rocce, plasmate a misura d’uomo si direbbe fin nei sospiri, oltre che nei sorrisi più reconditi, nel mistero delle espressioni dei volti e, incredibile a dirsi, nello splendore degli sguardi, nella luce degli occhi. La processione dei dignitari dei 23 popoli tributari di Ciro scolpiti nel marmo pare siano in eterno movimento, da oltre 25 secoli, e mi aspetto che da un momento all’altro ci vengano incontro… Sono sgomento. Trattengo a fatica la commozione. Smetto di fare foto e mi allontano in silenzio dal gruppo. Ho bisogno di silenzio. Anche per meglio capire il senso di ciò che vedo e in qualche modo sento.
Sapere che da qui oltre a Ciro il Grande ed altri dei personaggi epici di cui abbiamo letto a scuola è passato anche Alessandro Magno, che anzi vi è fermato fino a incendiare
in una notte forse di bagordi estremi le meraviglie racchiuse in un’area di 400 metri per ogni lato, crea una certa tensione. A Roma ho visto di tutto, ma in nessun punto c’è la presenza certa e precisa di un Giulio Cesare o di un Augusto, di Mario o di Silla o di Pompeo. La Storia qui a Persepolis si fa presenza non solo di miti e storia, ma anche di uomini e della loro aura.
A Noqsh E Rostam le gigantesche scultura nella roccia attorno alle tombe dei vari Artaserse, Serse I, Dario I e Dario II raccontano anche di come i romani abbiano tentato per secoli di impadronirsi di queste terre di raccordo con il misterioso Oriente, vale a dire l’India e la Cina, che tramite la Via della Seta ha nutrito l’Occidente di ogni ben di Dio e di molti saperi. Si vede l’imperatore romano Valeriano disastrosamente sconfitto e fatto schiavo a Edessa da re Shapur. In questa parte strategica del mondo sono sempre finiti male i sogni perseguiti invano da Crasso, che ci rimise le immense sue ricchezze e la vita in battaglia, da Cesare, da Antonio, da Traiano, dai Severi tutti e da Giuliano. E quando l’imperatore romano Eraclio tra il 614 e il 630 riuscì a ridurre allo stremo la Persia di re Khusraw II e di suo figlio, che accettò una pace umiliante, ecco che nel 622 in Arabia fugge dalla Mecca a Medina uno sconosciuto, tale Maometto, fatto di cui né l’Imperatore di  Costantinopoli né il Re dei Re di Ctesifonte si accorsero, né più e né meno come nessuno si era accorto secoli prima della crocifissione sul Golgota di un pover’uomo, tale Gesù, ai tempi di Tiberio. Ma proprio quando Eraclio pareva fosse riuscito laddove erano falliti da Crasso a Giuliano, ecco che i seguaci dello sconosciuto fuggito nel 622 creano in una quindicina d’anni un impero già enorme inghiottendo la tanto desiderata Persia dei Re dei Re, la Siria e la Palestina. Per poi nel 642 prendersi anche l’Egitto e dilagare nel 732, poco più di un secolo dopo la fuga di Maometto, in Asia centrale fino al Tetto del Mondo…. Addio dunque al sogno di conquistare lo snodo sulla Via della Seta, snodo talmente decisivo per il peso dei commerci con l’Oriente da avere contribuito in modo essenziale a far decidere a Costantino di spodestare Roma e sostituirla con Bisanzio creata dal nulla. E il dilagare dell’Islam anche qui, in Iran. troncando i traffici secolari tra il Mediterraneo romano e l’Oriente, vale a dire India e Cina, spingerà un certo Cristoforo Colombo a tentare di raggiungere le Indie navigando verso Ovest invece che andando a piedi, a cavallo e su cammello in carovane verso Est. Il resto della storia e le sue conseguenze sono note…

Ho ancora nella testa queste “bazzecole” quando tornati a Shiraz mi ritrovo alle porte del bazar nel Mausoleo Shah-e Cheragh, dove giace la salma del fratello dell’ottavo Imam, che giunse a Shiraz nell’VIII secolo. Entriamo e restiamo abbagliati e senza parole: i muri e le cupole sono rivestiti di un unico enorme mosaico di tessere fatte tutte di specchi, e il loro scintillio rilancia all’infinito giochi di luce incredibili. Sembra un susseguirsi di flash e di essere risucchiati in un giacimento di gemme: il bagliore è ovunque. La dimensione clamorosa di tanta inaspettata bellezza impedisce perfino la possibilità di concentrasi e meditare, c’è troppo stimolo alla meraviglia, anzi alla “maraviglia”. Forse l’unica è inginocchiarci anche noi, come fa qualcuno, e pregare.

Ho perso il conto delle moschee che abbiamo visitato, una più meravigliosa dell’altra. Esfahan, detta anche “la metà del mondo” per la sua bellezza, è perfino eccessiva nell’allineare nella sua grande piazza Imam – lunga oltre 500 metri, con una grande fontana e un  enorme prato meta a tutte le ore di pic nic di intere famiglie –  meraviglie assolute come la Moschea dell’Imam, la Moschea dello sceicco Loftollah, il Palazzo di Ali Qapu e il Palazzo Chehel Sotun. Più, tanto per stordirsi come con i fumi di oppio, l’interminabile bazar circostante la piazza, bazar che per due lati corre su due porticati paralleli e quindi in totale non è lungo meno di un paio di chilometri di botteghe e vetrine. Insomma, un’orgia visiva e olfattiva, che può diventare anche un’orgia di shopping ricordo e di cibi e dolci dai sapori più massicci. Ecco, l’impressione è di ingozzarsi in continuazione gli occhi, il cuore e la mente di dolci poderosi come i cannoli e le cassate siciliane con contorno di babà e pastiere napoletane. Solo che di cassate e cannoli non se ne possono mangiare più di due o tre di fila metre qui invece l’ingozzamento è continuo, così come non si può fumare hascish od oppio, credo, per giorni e giorni di seguito. Non ricordo nemmeno più la località dove siamo entrati in una moschea rivestita all’interno di un infinito mosaico di specchi, abbacinanti ancor più che il Mausoleo Shah-e Cheragh. Per l’esplosione di luci una delle due moschee è chiamata “del Re delle Lampade”, ma non ricordo più quale… E’ come stare durante il giorno sotto una cascata di stelle: qualcosa di sbalorditivo, eccessivo. Mi ha colpito la gente che se ne stava beata a frotte nel verde del cortile sotto il cielo, seduta o sdraiata sui tappeti stesi sull’erba. Tappeti persiani, ovviamente.
Le moschee colpiscono per la loro enorme differenza rispetto sia le sinagoghe ebraiche che rispetto le chiese cattoliche. Il tempio ebraico è sempre severo, spoglio, supremo nella sua essenzialità, un vuoto che vibra di pienezza misteriosa, densa e asciutta. Le chiese cattoliche sono scrigni di capolavori d’arte, ma il loro leit motiv è la sofferenza, la via crucis, la crocifissione, la corona di spine, il martirio sanguinolento di santi e sante, il pianto continuo della Madonna anche quando sorride, e chissà poi perché la fanno sorridere, il costato squarciato di Cristo o quello trafitto da mille frecce e mille ferite sanguinanti di S. Sebastiano…. Ormai faccio fatica a entrare in una chiesa: troppo sangue. Troppo dolore. Adoro solo le chiese romaniche, semplici, rassicuranti, materne, orizzontali, accettanti, e diffido di quelle gotiche fin dall’esterno: troppa tensione verso il cielo, troppo distacco dal terreno, troppa opposizione al romanico. Le moschee sono invece sempre un tripudio di intarsi, smalti, maioliche, non possono esserci immagini sacre ma in compenso c’è un delirio di segni, incastri, motivi grafici, e non esiste una spazio vuoto che non sia miniato, dipinto, variamente colorato, mosaicizzato, piastrellato con le forme più diverse, intarsiato con cura maniacale, millimetrica. Una epifania non solo per gli occhi. Uno sfrenarsi delle sensazioni. Una libidine estetica – ed interiore – continua. Otto e più millenni di Storia non sono uno scherzo. Sedimentano di tutto, non lasciano nessun vuoto neppure nelle steppe dei deserti. Dove infatti ci si imbatte nelle Torri del Silenzio dei zoroastrani o ancora in qualche Torre del Ghiaccio, costruzioni geniali a cono alto e a gradoni per conservare anche d’estate il ghiaccio che d’inverno si forma nella conca alla base interna del cono. Mi viene in mente che i Re dei Re persiani avevano anche il ministro addetto al gelato! Così ho appurato nei primi anni ’80 nel corso di una inchiesta sul boom dei gelati in Italia, nella quale ha voluto dire la sua anche Giulio Andreotti, che di sera a casa cenava mangiando solo il gelato preparato dalla moglie Livia con l’apposito piccolo elettrodomestico.

Non m’è però sfuggito che mentre le moschee sunnite hanno un solo minareto, quelle sciite ne hanno due. Ufficialmente dicono sia perché il minareto sunnita con il suo unico minareto indica verso il cielo che vi è un solo Dio, mentre invece i due minareti tipici delle moschee sciite indicano sì che Dio è uno solo, ma anche che va pregato dagli esseri umani elevando le due braccia al cielo. Mah. Io ho il sospetto che in realtà lo sciismo, che è il tipo di islam presente in Iran, sia in realtà la risposta “nazionalista” al sunnismo, che è la forma dell’islam arabo, cioè degli arabi che hanno sì portato “la benedizione del Corano” anche in Iran, ma da conquistatori. Per giunta, da conquistatori non sempre sensibili al fatto che loro erano gli ultimi arrivati, quasi dei parvenù della Storia, mentre i persiani, cioè gli iraniani – che NON sono arabi, cioè semiti, bensì ariani (donde il nome Iran) – avevano già vari millenni alle spalle. Insomma, come “Grecia capta ferum vincitorem cepit”, riferendosi a Roma, così più o meno “Persia capta ferum vincitorem cepit”, riferendosi agli arabi. Insomma, gli iraniani hanno recuperato il loro ancestrale dualismo, il bene e il male rappresentati dalle due ali del grande uccello zoroastriano, e lo hanno inserito sotto forma di elementi dello sciismo nella nuova religione imposta dai vincitori. Un modo per meglio preservare la propria identità: aderisco, ma mi distinguo.

Beh, mi sono dilungato. Tanto per cambiare. Vorrà dire che l’ultima puntata del viaggio in Iran, nella “città santa” di Qom e nella scuola teologica intitolata a Khomeini, con annesso dibattito-confronto con un religioso che “studia da ayatollah”, è ancora una volta rimandata. Alla prossima. Spero.

310 commenti
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  1. x Shalom
    x Shalom says:

    Israele usa gli abitanti di Sderot e Ashkelon come scudi umani. E l’Occidente usa l’intera Israele come scudi umani. Lo storico ebreo Ilan Pappè ha scritto un libro intitolato “La pulizia etnica contro i palestinesi”, dove racconta la verità della cacciata dei palestinesi fin da prima che nascesse lo Stato ebraico. E Nicotri in una puntata di qualche mese fa pure ha parlato di un altro libro, di un palestinese, che racconta la pulizia etnica subita da più di 400 villaggi, compresa Sderot e Ashkelon.
    Strano si comportino così gli israeliani, che Bibbia alla mano dovrebbero sapere che “occhio per occhio, dente per dente” li porterà alla rovina.
    Baruch

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Qualche cifra:
    i 3 partiti comunisti presenti insieme in lista per le europee: Rifondazione comunista, Sinistra Europea, Comunisti Italiani, ha totalizzato IN TUTTO 1.038.247 voti, a cui si aggiungono i 166.317 voti del Partito Comunista dei Lavoratori.

    Per confronto, le schede annullate dall’elettore sono state 1.103.519 (più di quelle dei tre partiti comunisti presentatisi in unica lista) a cui si aggiungono 990.689 schede bianche.

    Il partito ombra della protesta scritta ( ovvero escludendo chi non è andato a votare) conta quindi più voti dei 4 partiti comunisti messi insieme.
    Il partito della protesta scritta, più la percentuale di chi si è astenuto per protesta e non per incuria, è potenzialmente un serbatoio di voti che potrebbe compensare ampiamente il PD se solo da quelle parti si capisse come porsi agli elettori.
    Non so se nel PD ci sia gente che si sia fatta il calcolo del dare-avere nel caso di riforma radicale del partito, a mio parere estremamente urgente. Staremo a vedere.

  3. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Shalom, non si tratta di non capire: dire che i palestinesi se ne devono andare, presume anche che esista un posto dove possano andare. Non è gente che abbia intenzione di fare una diaspora in grande stile ( si tratta di milioni di persone, non di quattro gatti), quindi è errato porre il problema in termini di ultimatum. Se ne devono andare? Il problema è sempre lì: dove?

  4. Faust
    Faust says:

    …ho un Grillo x al testa, Ho un grillo x la testa, Non celaffaccioppiiiùù… Ho un grillo x la testa…. Non cce la ffaccioppiùù…
    guardatevi sto link: è storico!!! mi ricorda come parlavano sui libri di storia i Grandi Padri di questa schifezza ca pommarola cconppa, apparte sto riferimento che non spiega nulla, guardatevi sto video, è immaginate cosa vedranno i nostri discendenti, fra 200 anni… Beppe Grillo: Un Grande!! cche iddio gli salvi la vista… e la lingua pure!!

    http://www.youtube.com/watch?v=YiBtBlKtanU

    F.

  5. Anita
    Anita says:

    x CC

    Ti avevo scritto un post piu’ lungo ma mi ero dimenticata di inserire il nome ed indirizzo ed e’ stato cancellato.

    Comunque se il pubblico non avesse un interesse certo che non rischierebbero somme non piccole.
    Anche i filantropici ci guadagnano…riducendo l’introito tassabile e deducendo i doni dalle tasse.
    Per di piu’ gli incentivi di Reagan erano sempre un rischio.

    Salvando i farmers si salvavano anche tutte le industrie correlate con i farmers, dai semi, attrezzi, strade, ferrovie, mangime, fertilizzanti, pompe, lavoratori, etc……
    ______

    Due milk farmers si sono gia’ suicidati, stavano perdendo farms di famiglia tramandate da bisnonni e trisnonni.
    Altri ci hanno tentato.

    “They are just bleeding cash,” Schiek said.

    Some farmers now are thinking of doing the unthinkable — dumping their milk as part of a national protest next week.

    “If they are not going to allow us to make a living, we will just dump it down the drain,” said Arie DeJong, who owns several dairies and 20,000 cows in California and Arizona. “We just can’t keep losing money like this.”

    Luis Bettencourt, an Idaho farmer who owns one of the biggest dairy companies in the nation, is considering dumping two days’ worth of milk production — about 8 million pounds.

    “Why not?” he said. “We ain’t getting any money for it anyway.”

    da Latimes.com

    Anita

  6. Faust @ Anita
    Faust @ Anita says:

    …ciquelita linda, dime una cosa, mia moglie,… ex… !;;:)(E||… grrazziea ddio e attuti isanti in processione, come diciamo noi al sud…
    Dimmi na cosa: llli da voi, in Gringolandia come si dice, quando hai una Fiat e ti si ferma x lennesima volta? : si dice Fiat,,,, f… …… …… Tony!!! ( che mi ricordo dice: Hai una Fiat e ti ha lasciato ancora una volta appiedi?? …cosi mi sembra, tradotto nella mia cabeza… è Una Fiat…. Bellezza!! come ricorda Humprey Bogart, in Casablanca, ( pietra pietrale nella storia del cinema cinema… altro che fiat… besos mi ciquelita-linda!!
    Faust

  7. x Shalom
    x Shalom says:

    http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/caso-foto-gheddafi/1.html

    Sul petto del colonnello Gheddafi, al suo arrivo a Ciampino, era appuntata una foto in bianco e nero. Ritrae Omar Al Mukhtar, eroe nazionale libico che guidò la rivolta anticoloniale tra il 1923 e il 1931. Venne catturato dai fascisti e condannato a morte. Nell’immagine, Al Mukhtar è ritratto in catene circondato dai soldati italiani. Il personaggio di Al Mukhtar ispirò il film “Il leone del deserto”
    ————————————————

    Se anche Repubblica scrive che il personaggio della foto, un leader della Resistenza anticoloniale libica, è un eroe “antitaliano”, allora siamo alla frutta, ecco perché la destra vince. Gli italiani sono una cosa, i fascisti di Mussolini e i colonialisti dell’epoca monarchica sono un’altra cosa. Repubblica avrebbe dovuto scrivere “Un eroe della Resistenza anticoloniale” oppure “Un eroe contro il colonialismo italiano”, ma non “antitaliano”.
    Keddafì pe’ Kampì

  8. Anita
    Anita says:

    x Faust

    Vedremo se avremo delle Fiat…..
    Per il momento non ne ho ancora viste.
    L’unico ricordo di una Fiat che ho era la trappolina di mio papa’ che non ce la faceva a salire il ponte di Novara.
    Ma allora ero molto piu’ giovane e prendevo certe cose alla leggera.
    Ricordo che sbandava sull’autostrada Novara Milano per il vento di pianura.
    A Milano mi trovai sotto una bella grandinata, avevo il windshield in faccia…e io sono piccola.

    Ciao ninin,
    Anita

  9. Vox
    Vox says:

    @Peter
    Il partito di centrodestra irlandese (Fianna Fail) che ha governato per le ultime due legislature in unione coi verdi, ha avuto una batosta megagalattica. Si vada a leggere l’Independent o anche l’Irish Times. I candidati dei partiti Labour, Sinn Fein, Fin Gael (centro-sinistra) e Socialisti sono oggi in stra-netta maggioranza, al punto che – ho letto ieri – non sono improbabili elezioni anticipate.

    Ohibo’, e che ne sa lei di prigioni russe (let alone sovietiche)? Ci e’ mica stato? Comunque sia, non credo che alcuna prigione si possa definire un luogo ameno, dovunque si trovi.
    Quanto al non andare in URSS nemmeno da turista, lei esagera, suvvia. Cosa crede, che le avrebbero sguinzagliato dietro gli orsi? E’ infarcito di propaganda fino al bianco degli occhi e oltre. I suoi giudizi sanno sempre di stampa “ufficiale” occidentale lontano un miglio. Mi sembra chiaro che di “sinistra” lei non ha proprio nulla, anche se vorrebbe farlo credere (o forse crederci lei stesso).

  10. sylvi
    sylvi says:

    Dice Uroburo che siamo un popolo di pezzenti, di lecchini, senza dignità e orgoglio?
    Sono assolutamente d’accordo con lui!
    Chiedere scusa per le malefatte, pagare i danni, d’accordo, ma farci sputare in faccia, mentre accogliamo quel tagliagole di Gheddafi con tutti gli onori…e il baffino del piffero trova normale ospitarlo “in camera da letto”? Camera dei Senatori, la parte più importante della nostra pur scalcinata democrazia?

    Scusare: vado a vomitare!
    Sylvi

  11. Vox
    Vox says:

    @ Peter

    PS – Vorrei anche sgombrare il campo da questa illusione che a me piaccia Putin. E’ sicuramente meglio di Eltsin e ha rimesso in moto il paese che questi stava svendendo agli americani e alle multinazionali by the pund. Ma il capitalismo ha rovinato la Russia che, malgrado tutte le difficolta’, le contraddizioni e i problemi, era mille volte meglio in epoca sovietica.

  12. Vox
    Vox says:

    ohi ohi, un certo numero di poliziotti sono stati sospesi da queste parti perche’ indagati per aver usato un trattamento poco ortodosso, a base d’acqua, verso sospetti. Ma dico, anche qui?!
    @ Peter

    Pero’ sono pur sempre delle salubri e funzionali prigioni britanniche, no? Che vuole che sia un po’ di waterboarding, magari e’ un’esagerazione della stampa cattivella, quei poliziotti volevano semplicemente fare il bagno a un prigioniero riottoso, saranno stati mal interpretati.

  13. Vox
    Vox says:

    Ho letta solo la prima parte, condivido con lei circa l’elezione di Hariri, spero anche nella vittoria di Mousavi

    @ Cara Anita,
    lei spera sempre che vincano dei candidati graditi agli Usa.
    Di conseguenza, non resta che sperare nella rielezione del presidente in carica (per il bene dell’Iran).

  14. Peter
    Peter says:

    xVox

    di quale propaganda si infarcisce lei, invece, non e’ dato sapere. E quando lo si sa, le websites da lei indicate fanno cadere le braccia, mi permetta.
    Tanto per cambiare, provi a leggersi anche la Repubblica, sui risultati irlandesi (per quello che valgono).
    Che cosa ci fosse ‘di sinistra’ nella Russia sovietica lo sa solo lei, ovviamente. Ma e’ uno dei suoi argomenti tabu’, sui quali sono lecite solo le fonti osannate da lei…Le stesse magari del complotto mondiale demo-pluto-giudaico-massonico…o i suoi fantomatici gruppi e partiti ‘di sinistra’ contrari di fatto all’UE, il suo statuto, il suo allargamento, etc (quali che essi siano, visto che lei ha declinato il mio invito ad indicarli…). A meno che non siano il Sinn Fein ed il fenomenale Labour irlandese!! occavolo! dovevo arrivarci da solo. La verde Irlanda e’ il paese che cambiera’ l’Europa ed il mondo intero, che diamine!

    In URSS non ci avrei messo piede perche’ non mi garbano i regimi che non danno garanzie di sorta, per esempio.
    Il mio essere di sinistra significa la democrazia dei servizi egualitari ed accessibili a tutti finanziati con le tasse, trasparenza nella gestione della cosa pubblica, tutela dei piu’ deboli, welfare, eguaglianza giuridica, liberta’ civili garantite. Spero di essere stato chiaro. Cosa intenda lei, non si e’ mai capito. Ed in fondo, nemmeno mi interessa, mi scusi…

    Peter

  15. Vox
    Vox says:

    @ Faust

    Ciao caro, FIAT = Fix It Again Tony : -)
    Tra Chrisler e Fiat, chissa’ che auto usciranno. Un connubio che fara’ la gioia dei meccanici. Io non mi prenderei una Fiat (o una Chrisler) nemmeno gratis. Sarebbe meglio andare a piedi.

  16. Vox
    Vox says:

    @ Peter
    Le braccia me le fa cadere lei, come vede siamo pari.
    Discutere con lei e’ inutile, sgradevole e perditemposo, se mi consente un neologismo.
    Per cui le propongo ancora una volta di evitarci.
    Cordialmente

  17. Peter
    Peter says:

    xVox

    il suo spirito di patata fa scendere il latte. E come al solito denota una crassa ignoranza di come le cose vanno qui in realta’.
    Si e’ saputo della sospensione di quegli agenti DOPO che un impiegato interno al servizio di polizia aveva fatto un rapporto ad un istituto indipendente di controllo (IPCC). Ne e’ seguita un’inchiesta, che ha portato alla sospensione degli agenti per il momento. I sospetti sui quali sarebbero stati usati quei sistemi erano accusati di spaccio di stupefacenti (e non ‘terrorismo’ come suppongo pensi lei…). La stampa ha saputo tutto dopo…
    La commissione di controllo ha dei poteri molto ampi, che si inspirano anche agli Human Rights di Bruxelles di cui ho detto spesso.

    Peter

  18. Peter
    Peter says:

    xVox

    io la eviterei molto volentieri, e le assicuro che in genere lo faccio, cioe’ ignoro molto dei suoi posts, come sono certo lei sa benissimo dai miei scarsi commenti.
    Pero’ non posso tacere, e gabellare certe eresie sull’Europa e complotti mondiali che porterebbero a carestie e crisi studiate a tavolino…A tutto dovrebbe esserci un limite

    Peter

  19. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Lei forse avrebbe preferita una vittoria di Hezbollah?
    Mousavi e’ piu’ moderato di Ahmadinejad, sarebbe un bene per l’Iran.
    Almeno c’e’ un opponente.

    Anita

  20. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Ma certo basta che sia una marca Americana ci sputiamo sopra.

    La Chrysler e’ sempre stata una buona marca, io non ne ho mai avute, anzi noi, ma ne vedo molte e non ho mai sentito niente in contrario.
    Ci sono diversi modelli belli benche’ un po’ tozzi per il mio gusto.

    Ecco le 2009:
    http://www.chrysler.com/en/

    L’unica Fiat che conosco era quella di papa’, una trappolina di tolla, ma mi ci ero affezionata.
    L’ho usata per due mesi, in visita, papa’ era in ospedale a Novara.

    Andare a piedi fa bene alla salute, dipende da dove vive…….

    Anita

  21. Peter
    Peter says:

    xAnita

    ma va, Vox guida solo Trabant, suppongo. O al limite, Zazz o Moskvitch (check the spelling, I go by memory…). That is true quality…

    Peter

  22. Peter
    Peter says:

    xAnita

    proprio oggi, l’amico di un amico (e NON amico mio) si vantava della sua nuova Mercedes, molto flashy, un mostro a benzina con 5200CC engine size…bisogna ammettere che non siete certo solo voi…

    Peter

  23. Vox
    Vox says:

    @ Anita
    Ci sono auto fatte in Usa che meritano tanto di cappello, sia per motore che per resistenza della carrozzeria, ma la Chrysler e’ tristemente nota per rompersi in continuazione. Perche’ crede che la Chrysler sia fallita? Non certo per la qualita’ e l’affidabilita’. Ne hanno avute 3 di seguito degli amici di Detroit, dopo di che, per disperazione si sono comprati una BMW di 9 anni che non finiscono di lodare (da ben 6 anni, ormai). Non riesco a immaginare cosa sara’ una Fiasler, o una Chryat…
    Tra parentesi, attualmente guido un’ottima Honda sportiva (non nuova) e sto mettendo da parte una sommetta per comprarmi una moto.

  24. Vox
    Vox says:

    @ Peter
    Alla faccia della democrazia e della liberta’ di parola. Lei puo’ controbattere o riportare altri fatti o altre fonti, se non e’ d’accordo con le mie, ma non ha alcun diritto di denigrare le mie opinioni e informazioni (che, tra l’altro, lei non confuta MAI con altrettanti dati e fatti alla mano, bensi’ soltanto con una cascata sconcertante di banalita’ e luoghi comuni strictly officially accepted) , come non ha diritto di essere offensivo, di deridere, di affibbiare etichette tipo antisemitismo e complottismo.
    Un limite dovrebbe esserci a lei, debunker.

  25. Vox
    Vox says:

    UK cop accuses colleagues of waterboarding pot suspects

    http://rawstory.com/08/news/2009/06/09/london-police-waterboarding-pot/

    […]“The officers under investigation were among 10 based in Enfield, north London, who were suspended in February in one of the worst allegations of corruption to hit the Metropolitan police in recent years,” reported The Telegraph.

    “The part of the inquiry focusing on alleged police brutality has been taken over by the Independent Police Complaints Commission (IPCC),” reported the Times Online. “The officers, who include a detective sergeant, were originally suspended over allegations they stole property during the drugs raids,” noted Sky News. “The officers are members of the Enfield crime squad based at Edmonton police station.”

    “[British] papers gave varying accounts of the exact technique used by police, with the Times saying that officers poured water on a cloth and placed it over a suspect’s face to simulate the experience of drowning,” reported the Associated Press. “The Daily Mail said police officers repeatedly dunked the suspects’ heads in buckets of water. The reason for the discrepancy was not immediately clear.”

    “The [metro police] Directorate of Professional Standards received information from an MPS employee which raised concerns about the conduct of a small number of officers on Enfield borough,” a police spokesman told The Telegraph. “The Met’s DPS then initiated a thorough investigation and as part of this made a referral to the IPCC in April 2009.

  26. Peter
    Peter says:

    xVox

    detto da lei, debunker e’ un grande complimento. Significa appunto uno che mette in crisi proclami e dichiarazioni decisamente esagerate o false (tipo gli UFO, per intenderci).
    Quelle etichette che dice se le e’ affibbiate da se’. Infatti io non le ho usate mai. Ed i miei commenti si sono sempre riferiti al contenuto dei suoi posts. Ho citato spesso dati e fatti, che lei ignora come ‘propaganda occidentale’. Non ho certo il tempo di spulciare centinaia di siti webs (sa, alcuni lavorano a questo mondo…). Lei puo’ pubblicare quello che le pare, non ho certo potere di censura (!) ed il suo ultimo post e’ davvero patetico quando si appella a democrazia e liberta’ di parola (che nessuno le ha mai negato). Ho tutto il diritto di usare humour e spirito per mettere in evidenza l’enormita’, o parzialita’, di tante sue affermazioni (o di altri). E non temo tale arma se altri la usano verso di me…Invece offensivo (a differenza di lei, che mi ha spesso chiamato zitello acido, troll e quant’altro) non sono stato mai. E che Nicotri intervenga se crede, sarei lieto di sentire la sua opinione in proposito

    Peter

    almeno una cosa in comune l’abbiamo: una Honda. Pero’ le moto fanno rumore, sono pericolose ed inutili…

  27. Peter
    Peter says:

    x76

    bene, l’articolo da lei su riportato, che NON contraddico affatto, conferma appunto che tutto e’ partito da accuse fatte da poliziotti ad altri colleghi. La IPCC ha fatto il resto. Esattamente come dicevo sopra. In mancanza di cui, la ‘stampa cattivella’ non avrebbe mai saputo nulla. Come volevasi dimostrare. Mi chiedo dove altro in Europa succeda che a denunciare dei poliziotti (per ragioni del genere) siano altri poliziotti. Tutto qui

    Peter

  28. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Fiat CEO Sergio Marchionne, ha detto che non ha mai visto tante SUV come a Milano.

    Ciao, Anita

  29. Vox
    Vox says:

    Davvero lavora? Dev’essere un bel lavoro, il suo, visto che le consente di stare sul blog a tutte le ore del giorno e della sera. A meno che proprio questo non sia il “lavoro” naturalmente.

    Paragonando agli UFO il mio post sul progetto di moneta globale o i miei dubbi sul Trattato di Lisbona (condivisi, per altro, da molti di coloro che si sono letti anche solo superficialmente il cosidetto Trattato) lei ha usato una tattica tipica del classico shill, ovvero di uno che da del pazzo o del visionario a chiunque riporti notizie o commenti non in linea con le info ufficiali, con lo scopo di screditarlo.

    I debunker o shill stanno sui blog come dei mastini, sempre a denigrare coloro che cercano di analizzare le cose da angolature alternative, di scavare tra le varie notizie e di ragionare con la propria testa. Insomma, i debunker cercano di diminuire l’impatto delle domande che la gente si puo’ porre su questo o quest’altro fenomeno politico, economico, ecc.
    Non mi sembra che ci sia nulla di cui andare orgogliosi.

  30. Vox
    Vox says:

    Dire di una persona (anche per sottintesi) che e’ un antisemita, un complottista, uno che vede gli omini verdi solo perche’ ha opinioni differenti dalle sue E’ offensivo.
    Ed e’ anche grave, specie la prima accusa dell’elenco, specie se e’ falsa.

  31. Anita
    Anita says:

    OK, ripeto giusto.

    x VOX

    Se fossi lei, ci ripenserei sui suoi post #80 e #81.

    Anita

  32. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    La democrazia è una conquista in atto.

    Essa va consolidata, va difesa da ogni stravolgimento e amputazione, da ogni tentativo di svuotamento o soppressione, ovunque essi si manifestino.

    Enrico Berlinguer

  33. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Berlinguer, l’omaggio del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini

    «Per lui la mia ammirazione»

    L’11 giugno del 1984 moriva a Padova Enrico Berlinguer.

    In occasione del venticinquesimo anniversario dalla sua scomparsa, cerimonia organizzata dalla Camera dei Deputati, in presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

  34. Damocle
    Damocle says:

    Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha annunciato nei giorni scorsi di aver dovuto rinunciare ad un viaggio nel Salvador per presenziare all’insediamento del nuovo primo ministro Mauricio Funes, a causa di notizie secondo le quali era stato preparato un attentato con l’intento di ucciderlo.

    Chavez ha anche affermato di non avere dubbi che dietro il complotto ci siano i servizi segreti americani ed il leader anticastrista cubano Luis Posada Carriles, venezuelano, coinvolto in un attentato in cui morirono 73 persone, per il quale Caracas chiede da anni l’estradizione agli Usa.

    Non è la prima volta che Chavez accusa gli Stati Uniti di volerlo uccidere, ma è la prima volta che accade sotto la presidenza di Obama, quando sembrava che tra i due si potesse instaurare un dialogo costruttivo.

    Chi temeva che questo potesse frenare la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi è stato subito tranquillizzato dalle parole del presidente venezuelano che ha scagionato Obama, dando la colpa totalmente alla CIA, definita un’organizzazione che si avvale di terroristi e paramilitari.

  35. Peter
    Peter says:

    xVox

    tra non molto dira’ che non sono una persona reale, ma un programma informatico…mi chiedo come si chiami la sua, di tecnica…
    Quanto al mio passare ‘ore’ al blog, detto da qualcuno che dichiara grande frequentazione di vari blogs, e parla disinvoltamente di ‘trolls, debunkers e shills’ qualunque cosa siano….beh, e’ una cosa che si commenta da se’, o no?

    Peter

  36. Damocle
    Damocle says:

    USA, per la prima volta dal
    1945 diminuisce il livello dei consumi

    La crisi finanziaria ha fatto moderare agli statunitensi i consumi, il cui livello, per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, si è ridotto in comparazione con lo scorso anno, scrive il quotidiano New York Times.

    “Nessuna delle crisi anteriori ha provocato una caduta così prolungata e tanto profonda dei consumi” scrive il quotidiano.

    Le prime ripercussioni della crisi bancaria si sono avvertite nei crediti per l’acquisto di immobili, automobili e mobili. Per la prima volta, il consumo di beni duraturi non si è incrementato ed è diminuito lo scorso anno del 12,6%.

    Gli statunitensi stringono la cinta riducendo le spese alimentari e d’abbigliamento, tendenza accentuata nel periodo aprile-giugno ed inoltre più di un terzo ha deciso di sospendere le vacanze, vista la situazione economica e la minaccia di perdere il lavoro.

    Il settore dei servizi è l’unico ad andare avanti nel mezzo della recessione e alcuni esperti già ammettono che gli USA non saranno il futuro punto di crescita del consumo, visto da molti con il motore dell’economia.

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    accogliamo quel tagliagole di Gheddafi con tutti gli onori…
    ————–
    Lui ha il petrolio. E’ la sua arma di ricatto, insieme ai clandestini che partono dalla Libia. Ci manca di rispetto e, secondo me, fa bene perchè ci mette di fronte all’insulsaggine del nostro governo.
    Come avrebbe dovuto comportarsi un Governo forte?
    Semplice ed efficace: fare finta di niente e trattarlo come il Bingo Bongo di calderoliana memoria, regalandogli una sveglia da appendere al collo, al momento della sua partenza.
    Subito dopo, naturalmente, vedersi chiudere i rubinetti.
    Ma a questo, c’è rimedio.

  38. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Gheddafi dimentica quando noi gli abbiamo salvato la vita, avvisandolo di un agguato americano (ci è costato l’aereo perso ad Ustica) e facendo finta di niente quando un caccia militare libico è caduto in Calabria.

  39. sylvi
    sylvi says:

    Buongiorno.

    Sto facendo una piccola ricerca sul web.
    Leggendo di Enrico Berlinguer, persona retta e limpida oltre che preparata, nonostante fosse cugino di Cossiga,mi ha colpito che il padre lo avesse presentato a Togliatti. Anche lui!
    Non so ancora che cosa gli avesse detto Togliatti a proposito del suo futuro e se gli avesse messo la mano sulla testa come a D’Alema junior.

    Insomma, i cattolici portavano i figli a battesimo in Chiesa, i comunisti dal “capo sacerdote” Togliatti per l’apposizione delle mani sulle testine innocenti!
    La mia ricerca , anche se lenta, continuerà.
    Non ho molto tempo da dedicare a questo spulcio, ma farò del mio meglio.
    C’è qualcuno che può darmi qualche dritta?

    buonagiornata!
    Sylvi

  40. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Pajetta di Berlinguer diceva che si era iscritto fin da ragazzo alla…. segreteria del Pci. Qaundo arrivò a Roma dalla Sardegna, Berlinguer aveva in tasca una lettera di presentazione – o di raccomandazione…. – scrittagli e diretta non ricordo ora a chi, forse a Togliatti o a qualcuno del giro alto. Il brutto è che un altro Berlinguer è stato ministro e si insiste a volerlo tenere ai vertici del partito o delle candidature, con queli meriti oltre alla parentela non si sa.
    Non dimentichiamo che l’ineffabile Giuliano Ferrara solo per essere un figlio di papà pezzo grosso del Pci a Roma venne spedito a Torino giovanissimo non a zappare la terra, ma a fare fin da subito il dirigente di partito.
    Siamo in Italia….. Beh, negli Usa non stanno meglio: Bush padre, Bush figlio, Bush fratello, Clinton moglie….
    Un saluto.
    pino

  41. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Caro Marco, bada che Gheddafi o i libici in blocco NON hanno mai invaso l’Italia né ammazzato decine di migliaia di italiani, contrariamente a quanto abbiamo fatto noi a casa loro. Tu che sei pugliese dovresti sapere che alla isole Tremiti deportammo e lasciammo morire di fame e malattie come cani rognosi 4-5 patrioti della Resistenza libica. Altro che balle.
    Abbiamo salvato la vita a Gheddafi dagli aerei americani? Atto dovuto. Ma se non sbaglio abbiamo continuato a dare man forte agli americani per esempio in Iraq, e comunque quel raid aereo ammazzò, tra gli altri, una bambina figlia adottiva di Ghedafi e consorte. Prima di dargli del tagliagole ci andrei cauto: fino a prova contraria, i tagliagole siamo stati noi e di molte gole. E gole ne hanno tagliate anche gli Usa, anche se molto meno di noi, ma compresa quella dell’ innocente bambina adottata.
    Un saluto.
    pino

  42. Vox
    Vox says:

    Parlamento Trash

    GRILLO non ha forse detto il vero, quando ha accusato il Parlamento di essere fatto di mafiosi, condannati, indagati e “zoccole”?
    A dispetto di Schifani, ecco subito la conferma:

    Indagini sul tesoro di Ciancimino

    Quattro parlamentari sono indagati dalla Procura di Palermo per concorso in corruzione aggravata dal FAVOREGGIAMENTO DI COSA NOSTRA nell’ambito dell’inchiesta sul ‘tesoro’ di Vito Ciancimino, ex sindaco morto nel 2002 dopo essere stato condannato per mafia.

    Sono il senatore del Pdl Carlo Vizzini (*), i senatori dell’Udc Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola, e il deputato dell’Udc e segretario regionale del partito in Sicilia, Saverio Romano.

    (*)Vizzini stava nell’Antimafia (sic!!!) e ha confermato la sua iscrizione nel registro degli indagati, annunciando le sue dimissioni.

    [Repubblica]

    Completa delegittimazione del Parlamento. Sembra anche un bel modo per convincere qualcuno che sia un’istituzione inutile, se non dannosa…

  43. Vox
    Vox says:

    @ Pino (92)
    E’ proprio questo tipo di corruzione familista-amicista-elitaria che rovina qualunque tipo di governo (in qualunque paese del mondo e in ogni secolo), sia esso di destra, di centro o di sinistra.

    Quando si riuscira’ a trovare il modo di impedire che chi sta al potere ne approfitti, forse si riuscira’ a creare una societa’ valida e funzionante. Forse solo se alle redini ci mettessimo delle macchine ed eliminassimo il rischio di manomissione…
    : -)

  44. Vox
    Vox says:

    Quello che sui giornali
    non leggerete più

    http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/ddl-sicurezza-6/ddl-sicurezza-6/ddl-sicurezza-6.html

    Le nuove regole sulle intercettazioni vanno incontro a una vera ossessione del Cavaliere

    Vietato trascrivere anche se un capo Rai chiede silenzio su dati elettorali non graditi al Capo

    Dopo il sì della maggioranza al maxiemendamento oggi il voto finale alla Camera. Anm all’attacco: impossibili molti processi e indagini. Ma anche l’informazione sulla corruzione della politica. Spataro: “Irragionevole e incostituzionale”

    ***

    E Napolitano firmera’?

  45. Vox
    Vox says:

    La democrazia è una conquista in atto. Essa va consolidata, va difesa da ogni stravolgimento e amputazione, da ogni tentativo di svuotamento o soppressione, ovunque essi si manifestino.

    Enrico Berlinguer

    ***

    Ma noi, intanto, lasciamo fare e non ci sono manifestzioni di massa per protestare contro l’ennesimo taglio alla liberta’ del cittadino di essere informato sulla corruzione dei potenti. Tanto l’estate avanza, e’ tempo di mare e poi c’e’ il romanzetto-Noemi a cui pensare…

  46. Vox
    Vox says:

    Cosi’ muore il diritto penale

    [L’Unita’]

    La Camera ha approvato la fiducia al disegno di legge che riforma le intercettazioni. «Questa riforma» dicono i magistrati, «unita a quella del processo» segnano nei fatti «la morte della giustizia penale in Italia».

  47. Peter
    Peter says:

    oggi degli amici mi hanno mostrato divertiti la foto di Gheddafi con Berlusconi all’arrivo del libico in Italia. Gheddafi indossava sulla divisa la foto di Omar Mukhtar, leader degli anticolonialisti libici, impiccato dagli italiani nel 1931 (ma non si vede sui giornali italiani?!).
    Mi fa piacere che il leader libico sia in visita in Italia. Del resto, l’Italia commerciava tranquillamente con la Libia anche ai tempi dell’embargo, denotando un’indipendenza di governo non indifferente, tutto sommato.

    Peter

  48. Anita
    Anita says:

    x Damocle #88

    Sono una signora anziana, ho visto i tempi belli e meno belli negli US.
    Quello che succede adesso e’ successo prima, ma gli americani si rialzano da soli.
    Mi preoccupano tutti questi “stimulus packages”, soldi stampati…ma su cui dobbiamo pagare l’interesse.

    In quanto alle vacanze, non e’ cosa nuova, avevamo un business estivo, abbastanza grande, duranti periodi di bassa economia, il nostro business fioriva perche’ invece di andare fuori Stato o fuori Nazione, i cittadini si accontentavano di un week-end locale o magari due.

    Leggo i giornali stranieri e ci dipingono come affamati, non e’ vero, scrivono per pura ignoranza e per alleviare la loro recessione.

    Il NYT e’ ormai un giornale per incartare i pesci, non solo da ora, ma da anni.

    Anita

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