S’è votato in Italia e in Europa, si sta per votare in Libano e in Iran. E a proposito del viaggio in Iran….

Si è votato in Italia, dove comunque la tanto strombazzata marea berluscona, vero e proprio “giudizio di Dio” in salsa postmoderna,  non c’è stata, anche se il tandem BB, detto anche BeBo o BerBos, ha trionfato in sede amministrativa locale. Si è votato in Europa, dove soffia un venticello di destra. Si è votato in Libano, dove è stato confermato il filo occidentale o forse più correttamente il laico non islamista Hariri. E si sta per votare in Iran, alle urne il 12 giugno. Speriamo che la vittoria di Hariri in Libano sia seguita dalla vittoria in Iran di Mousavi, riformista coraggioso e deciso, così da dare spazio reale in quella martoriata parte del pianeta al discorso molto interessante di Obama al Cairo.
Mir Hossein Mousavi, il principale concorrente di Mahmoud Ahmadinejad alla carica di decimo presidente della Repubblica Islamica d’Iran, è stato lontano dalla politica per 20 anni e s’è candidato nonostante si fosse candidato anche Khatami, presidente prima di Ahmadinejad con un grande programma di riforme sabotate dal clero, a partire dall’ayatollah Alì Khamenei, la Guida Suprema succeduta a Komeini. Sapendo di essere inviso a Khamenei, che ha il potere legale di cassare candidature e leggi approvate dal parlamento nonché lo stesso presidente della Repubblica, Khatami ha preferito ritirarsi e lasciare campo libero a Mousavi.

Chi è e perché suscita tante speranze? Architetto e pittore, presidente dell’Accademia dell’Arte iraniana, Mousavi è stato primo ministro, l’ultimo prima della abolizione della carica di premier, dal 1980 al 1989 sotto la presidenza di Khamenei, l’attuale Guida Suprema decisamente conservatore. I sondaggi non concedono troppo alla speranza di battere Ahmadinejad il prossimo 12 giugno, ma Mousavi ci crede caparbiamente e Khatami era al suo fianco al comizio ufficiale di apertura della campagna elettorale, organizzato nello stadio Azadi di Teheran: «Giovani iraniani, votate per lui!», è stato il forte appello di Khatami, e in effetti proprio i giovani, con in testa le donne, che danno l’impressione di una pentola a pressione che ormai non si può più gelare,   potrebbero essere la leva del cambiamento. E a proposito di giovani, Mousavi ha un grande sogno: porre fine all’emigrazione dei più promettenti. Nel comizio allo stadio, dopo avere attaccato Ahmadinejad e il suo governo affermando  che «il prestigio del nostro Paese non deriva da una persona sola, ma vi contribuiscono tutti gli iraniani, che però hanno contro l’attuale amministrazione, colpevole di minare questo grande prestigio», Mousavi ha proseguito acussando ancora: «Quando all’orizzonte non c’è speranza per lo sviluppo, la ricerca e la realizzazione della creatività, è naturale che i migliori studenti vengano attratti dalle proposte che li allontanano dal nostro meraviglioso Paese».Mousavi dirige il giornale Salame-ye Sabz, ma affronta Ahmadinejad con le armi spuntate dall’enorme sproporzione dei mezzi a disposizione, con le radio e le televisioni sfacciatamente megafoni governativi e con le decine di giornali chiusi d’autorità negli ultimi anni. Il social network Facebook, utilizzato dai sostenitori di Mousavi, è stato bloccato sino al giorno delle elezioni. Il candidato riformista ha però avuto una idea geniale: in un Paese a grande maggioranza femminile e con il 70 per cento della popolazione sotto i 30 anni di età, ha fatto scendere in campo una donna, cosa mai vista e impensabile in un Paese musulmano che per giunta ci tiene a definirsi tale fin dal nome della propria Repubblica. La donna in questione è Zahra Rahnavard, nota scultrice, ex rettore di Università nonché moglie di Mousavi e madre dei loro tre figli. Zahra è sempre presente ai comizi del marito ed è diventata sempre più la protagonista della sua campagna elettorale, proprio come e anzi più di una aspirante first lady americana: galvanizza le folle, specie le giovani, che fanno un tifo da stadio e impazziscono per lei.

La novità, vera e propria forte sfida in un Paese musulmano, funziona e ormai Mousavi presenta agli iraniani Zahra come la loro potenziale first lady dandole anche ruoli e visibilità crescente nella corsa presidenziale. E lei non si sottrae: facendo sicuramente schiumare di rabbia il clero “duro e puro” e la destra, Zahra mena fendenti contro l’era di Ahmadinejad, per chiuderla e aprire invece “una nuova era in cui la libertà di parola, scrittura e pensiero non vengano più oscurate”. Lui promette “un Iran progressista con leggi, giustizia e libertà!”. Lei pretende  che “la fine delle discriminazioni contro le donne non resti una semplice speranza” e senza nessuna timidezza promette a gran voce un’epoca “senza più prigionieri politici e senza più studenti in prigione”, il che quindi significa ammettere che i prigionieri politici e gli studenti in galera ci sono, cosa pessima e disdoro per il governo. Come se fosse una campagna elettorale in un Paese occidentale, i coniugi Mousavi si lasciano fotografare mano nella mano. E per galvanizzare i giovani, specie la “pentola a pressione” delle giovani, lui sorride compiaciuto e complice quando lei osa fare intravedere sotto il velo islamico obbligatorio il foulard firmato e incita le masse giovanili a scatenarsi nel ballo come i loro coetanei nel resto del mondo. Un incoraggiamento chiaramente alla faccia dei divieti governativi.

Mousavi è un nuclearista convinto, nel senso di uso pacifico e controllabile dell’atomo, vuole una economia più rispettosa dell’etica e meno da assalto, è deciso a stimolare il settore privato più di quanto lo sia oggi, e ha ben chiaro che per rimettere bene in moto un Iran ancora abbastanza allo sbando anche per il dopo guerra con l’Iraq, per la repressione e per gli scontri politici imposti dal clero “duro e puro”, deve ricostruire le relazioni con il resto del mondo, Usa e Israele compresi.  Per far presa sui giovani – ricordiamo che il 70% della popolazione ha meno di 30 anni di età – può permettersi una campagna elettorale fino a ieri impensabile e qualche licenza perché ha alle spalle una storia solida, ben presente anche ai non più giovani: stimato da Khomeini, negli anni tremendi della guerra scatenata dall’Iraq, e sostenuta dagli Usa e dall’Europa, l’attuale candidato riformista alla presidenza della Repubblica è stato il primo ministro di un governo che riuscì a evitare il tracollo dell’economia e l’ecatombe da fame per i molti poveri dell’epoca. Nel ventennio in cui ha preferito stare fuori dall’arena politica, Mussavi ha progettato – tra l’altro – la bellissima cupola “Imam Khomeini” ammirata nel santuario di Qom, l’Università dei Martiri di Teheran e il cimitero di Isfahan. Il personaggio quindi è ben radicato e niente affatto improvvisato o estemporaneo, alla modernità esibita provocatoriamente dalla consorte unisce un curriculum di fronte al quale anche un conservatore deve inchinarsi.

La grave crisi economica e finanziaria in atto, ben lungi dall’essere conclusa, può spingere il mondo verso la catastrofe, secondo lo schema classico sempre usato dagli Stati per uscire dalle crisi versando il sangue dei deboli per mantenere il potere dei forti, o può spingerlo a più miti e saggi consigli: a volte è nei momenti più bui che si esprimono le energie migliori e più lungimiranti, e il discorso di Obama pare la conferma di questa speranza. Vedremo.
Intanto, a proposito di Iran, riprendo – e concludo – il filo del discorso sul viaggio cui ho partecipato, viaggio organizzato dal Gruppo cronisti lombardi e che vorrei ripetere magari per conto mio e su un percorso più lungo scelto da me. Chiaro come il sole che la prossima eventuale volta voglio vedere Shush, vale a dire l’antica Susa capitale di quell’Elam che con la vicina Uruk mesopotamica ha dato vita alla scrittura…..

Dopo la giornata di stordimento negli affascinati musei della piuttosto brutta e disadorna Teheran, i cui hotel accolgono gli stranieri con un gentile invito alle turiste di indossare anche loro il tipico velo locale  che copre la capigliatura e il collo, eccoci in volo per la più meridionale Shiraz, parola che significa “Città dei misteri”. Quali misteri? Quelli dei suoi giardini, come per esempio il Giardino di Eram, quelli del suo clima mite, che stimola sogni, speranze, progetti e desideri, quelli delle sue moschee, come la moschea Atiq e il mausoleo sciita, i misteri dei suoi poeti, con i grandi Sa’adi e Hafez, “l’Usignolo di Shiraz”, del quale non manca mai almeno un libro di poesie in tutte le case iraniane così come non vi manca una copia del corano. I mausolei dei due poeti sono una incessante meta di visitatori, che amano sostare nei giardini e passeggiare lungo i loro viali. Sul cancello di accesso alla tomba di Sa’adi si leggono questi versi: “La tomba di Sa’di di Shiraz emanerà amore anche migliaia di anni dopo la sua morte”. Bello, vero? Bello e umano.
E i misteri delle donne di Shiraz, che dicono siano le più aperte, curiose, allegre e disponibili dell’Iran. Ovviamente l’aggettivo “disponibili” ci solletica la curiosità, ma nessuno si sogna di mettersi in caccia per assodare di che tipo di disponibilità si tratti, anche se è sorprendente come le ragazze sorridano a noi turisti e, specie le studentesse, a volte ci fermano a frotte per parlare e farsi fotografare. Non c’è ombra di Guardiani della Morale pronti a intervenire a frustate e le ragazze sono tutte molto sorridenti anche con i non turisti. Forse è per questo che qualche iraniano che viene a Shiraz per lavoro ci dice che non appena vi mette piede il telefono da casa comincia a squillare più spesso del solito: “E’ mia moglie che sta in campana…”.
La prima sveglia a Shiraz è però non per andare a zonzo per i “misteri” della città, ma per partire di buon’ora per Persepolis, distante poco più di 50 chilometri, percorrendo un tratto di autostrada dove nessuno si sogna di superare i limiti di velocità. Il motivo è semplice: chi viene beccato in fallo si ritrova con l’auto sequestrata per una settimana e gli autisti di camion e pullman, compreso il nostro guidato dall’ottimo e imperturbabile Magid, ogni tot chilometri devono fermarsi e andare a mostrare a un apposito ufficio della polizia – stradale, credo – lo strumento che registra la velocità durante tutto il viaggio. Chi sgarra paga pegno pesante, perciò è raro che qualcuno faccia il furbo.
A Persepolis il sole e il caldo sono grandi, ma il fascino e la malia del luogo sono ancora più grandi: immensi. Le rovine sono imponenti e parlano di una storia eternamente presente. Questa era la capitale primaverile dell’impero della dinastia di Ciro il Grande, che per ogni stagione aveva una capitale, da quella invernale a Susa a quella estiva a Ectabana, oggi Hamadan, e, se ho ben capito, all’autunnale Pasargade, altra grande e bellissima città ridotta a poche vestigia, meno di quelle di Persepolis ma con la semplice e disadorna tomba di Ciro che suscita grande emozione soprattutto se ci si ricorda la scritta citata da Erodoto che suonava più o meno così: “Io sono il grande Ciro, ho fatto grande l’impero e tante altre cose. Ma ora sono polvere e tu, viandante, non invidiarmi”. A Persepolis lo straniamento si rifà acuto, la “sindrome fiorentina” al confronto è nulla: mi accorgo anche qui che poco è cambiato in oltre 25 secoli…. La primavera veniva festeggiata il 21 marzo ed era simboleggiata dal bassorilievo, ripetuto più volte, di un leone che azzanna un toro facendolo stramazzare: ancora oggi il Leone è il segno della bella stagione (non a caso ci sono nato io…) e il Toro di quella meno dolce. Non solo erano già nate l’astronomia, la suddivisione dell’anno in 12 mesi e 365 giorni, periodicamente corretti con festività di fine anno, ma già erano stati individuati sette pianeti e, dal rumore di ogni singolo moto delle sette sfere celesti in cui si credeva che i pianeti fossero incardinati, erano nate le  corrispondenti sette note musicali…. Meraviglioso, vero? E come allora non si poteva vivere senza miti, e anzi senza la protezione celeste dei miti con lo Zodiaco, così oggi non sappiamo vivere – di fatto – senza fare riferimento stagionale e “oroscopale” ai segni zodiacali nel cielo sopra le nostre teste. Sì, non è cambiato poi molto, delle cose sostanziali. E farne l’elenco sarebbe lungo. Però ci sarebbe utile per un maggiore realismo e una maggiore modestia.
I bassorilievi e le sculture di Persepolis turbano quasi quanto quelle egizie. I persiani e gli egizi hanno lavorato e scolpito la pietra, i marmi, le rocce, in modo che nessun altro popolo ha mai più eguagliato: se Dio ha creato l’uomo modellandolo con la creta, quei nostri lontani antenati pare lo abbiano creato estraendolo dal marmo e dalle rocce, plasmate a misura d’uomo si direbbe fin nei sospiri, oltre che nei sorrisi più reconditi, nel mistero delle espressioni dei volti e, incredibile a dirsi, nello splendore degli sguardi, nella luce degli occhi. La processione dei dignitari dei 23 popoli tributari di Ciro scolpiti nel marmo pare siano in eterno movimento, da oltre 25 secoli, e mi aspetto che da un momento all’altro ci vengano incontro… Sono sgomento. Trattengo a fatica la commozione. Smetto di fare foto e mi allontano in silenzio dal gruppo. Ho bisogno di silenzio. Anche per meglio capire il senso di ciò che vedo e in qualche modo sento.
Sapere che da qui oltre a Ciro il Grande ed altri dei personaggi epici di cui abbiamo letto a scuola è passato anche Alessandro Magno, che anzi vi è fermato fino a incendiare
in una notte forse di bagordi estremi le meraviglie racchiuse in un’area di 400 metri per ogni lato, crea una certa tensione. A Roma ho visto di tutto, ma in nessun punto c’è la presenza certa e precisa di un Giulio Cesare o di un Augusto, di Mario o di Silla o di Pompeo. La Storia qui a Persepolis si fa presenza non solo di miti e storia, ma anche di uomini e della loro aura.
A Noqsh E Rostam le gigantesche scultura nella roccia attorno alle tombe dei vari Artaserse, Serse I, Dario I e Dario II raccontano anche di come i romani abbiano tentato per secoli di impadronirsi di queste terre di raccordo con il misterioso Oriente, vale a dire l’India e la Cina, che tramite la Via della Seta ha nutrito l’Occidente di ogni ben di Dio e di molti saperi. Si vede l’imperatore romano Valeriano disastrosamente sconfitto e fatto schiavo a Edessa da re Shapur. In questa parte strategica del mondo sono sempre finiti male i sogni perseguiti invano da Crasso, che ci rimise le immense sue ricchezze e la vita in battaglia, da Cesare, da Antonio, da Traiano, dai Severi tutti e da Giuliano. E quando l’imperatore romano Eraclio tra il 614 e il 630 riuscì a ridurre allo stremo la Persia di re Khusraw II e di suo figlio, che accettò una pace umiliante, ecco che nel 622 in Arabia fugge dalla Mecca a Medina uno sconosciuto, tale Maometto, fatto di cui né l’Imperatore di  Costantinopoli né il Re dei Re di Ctesifonte si accorsero, né più e né meno come nessuno si era accorto secoli prima della crocifissione sul Golgota di un pover’uomo, tale Gesù, ai tempi di Tiberio. Ma proprio quando Eraclio pareva fosse riuscito laddove erano falliti da Crasso a Giuliano, ecco che i seguaci dello sconosciuto fuggito nel 622 creano in una quindicina d’anni un impero già enorme inghiottendo la tanto desiderata Persia dei Re dei Re, la Siria e la Palestina. Per poi nel 642 prendersi anche l’Egitto e dilagare nel 732, poco più di un secolo dopo la fuga di Maometto, in Asia centrale fino al Tetto del Mondo…. Addio dunque al sogno di conquistare lo snodo sulla Via della Seta, snodo talmente decisivo per il peso dei commerci con l’Oriente da avere contribuito in modo essenziale a far decidere a Costantino di spodestare Roma e sostituirla con Bisanzio creata dal nulla. E il dilagare dell’Islam anche qui, in Iran. troncando i traffici secolari tra il Mediterraneo romano e l’Oriente, vale a dire India e Cina, spingerà un certo Cristoforo Colombo a tentare di raggiungere le Indie navigando verso Ovest invece che andando a piedi, a cavallo e su cammello in carovane verso Est. Il resto della storia e le sue conseguenze sono note…

Ho ancora nella testa queste “bazzecole” quando tornati a Shiraz mi ritrovo alle porte del bazar nel Mausoleo Shah-e Cheragh, dove giace la salma del fratello dell’ottavo Imam, che giunse a Shiraz nell’VIII secolo. Entriamo e restiamo abbagliati e senza parole: i muri e le cupole sono rivestiti di un unico enorme mosaico di tessere fatte tutte di specchi, e il loro scintillio rilancia all’infinito giochi di luce incredibili. Sembra un susseguirsi di flash e di essere risucchiati in un giacimento di gemme: il bagliore è ovunque. La dimensione clamorosa di tanta inaspettata bellezza impedisce perfino la possibilità di concentrasi e meditare, c’è troppo stimolo alla meraviglia, anzi alla “maraviglia”. Forse l’unica è inginocchiarci anche noi, come fa qualcuno, e pregare.

Ho perso il conto delle moschee che abbiamo visitato, una più meravigliosa dell’altra. Esfahan, detta anche “la metà del mondo” per la sua bellezza, è perfino eccessiva nell’allineare nella sua grande piazza Imam – lunga oltre 500 metri, con una grande fontana e un  enorme prato meta a tutte le ore di pic nic di intere famiglie –  meraviglie assolute come la Moschea dell’Imam, la Moschea dello sceicco Loftollah, il Palazzo di Ali Qapu e il Palazzo Chehel Sotun. Più, tanto per stordirsi come con i fumi di oppio, l’interminabile bazar circostante la piazza, bazar che per due lati corre su due porticati paralleli e quindi in totale non è lungo meno di un paio di chilometri di botteghe e vetrine. Insomma, un’orgia visiva e olfattiva, che può diventare anche un’orgia di shopping ricordo e di cibi e dolci dai sapori più massicci. Ecco, l’impressione è di ingozzarsi in continuazione gli occhi, il cuore e la mente di dolci poderosi come i cannoli e le cassate siciliane con contorno di babà e pastiere napoletane. Solo che di cassate e cannoli non se ne possono mangiare più di due o tre di fila metre qui invece l’ingozzamento è continuo, così come non si può fumare hascish od oppio, credo, per giorni e giorni di seguito. Non ricordo nemmeno più la località dove siamo entrati in una moschea rivestita all’interno di un infinito mosaico di specchi, abbacinanti ancor più che il Mausoleo Shah-e Cheragh. Per l’esplosione di luci una delle due moschee è chiamata “del Re delle Lampade”, ma non ricordo più quale… E’ come stare durante il giorno sotto una cascata di stelle: qualcosa di sbalorditivo, eccessivo. Mi ha colpito la gente che se ne stava beata a frotte nel verde del cortile sotto il cielo, seduta o sdraiata sui tappeti stesi sull’erba. Tappeti persiani, ovviamente.
Le moschee colpiscono per la loro enorme differenza rispetto sia le sinagoghe ebraiche che rispetto le chiese cattoliche. Il tempio ebraico è sempre severo, spoglio, supremo nella sua essenzialità, un vuoto che vibra di pienezza misteriosa, densa e asciutta. Le chiese cattoliche sono scrigni di capolavori d’arte, ma il loro leit motiv è la sofferenza, la via crucis, la crocifissione, la corona di spine, il martirio sanguinolento di santi e sante, il pianto continuo della Madonna anche quando sorride, e chissà poi perché la fanno sorridere, il costato squarciato di Cristo o quello trafitto da mille frecce e mille ferite sanguinanti di S. Sebastiano…. Ormai faccio fatica a entrare in una chiesa: troppo sangue. Troppo dolore. Adoro solo le chiese romaniche, semplici, rassicuranti, materne, orizzontali, accettanti, e diffido di quelle gotiche fin dall’esterno: troppa tensione verso il cielo, troppo distacco dal terreno, troppa opposizione al romanico. Le moschee sono invece sempre un tripudio di intarsi, smalti, maioliche, non possono esserci immagini sacre ma in compenso c’è un delirio di segni, incastri, motivi grafici, e non esiste una spazio vuoto che non sia miniato, dipinto, variamente colorato, mosaicizzato, piastrellato con le forme più diverse, intarsiato con cura maniacale, millimetrica. Una epifania non solo per gli occhi. Uno sfrenarsi delle sensazioni. Una libidine estetica – ed interiore – continua. Otto e più millenni di Storia non sono uno scherzo. Sedimentano di tutto, non lasciano nessun vuoto neppure nelle steppe dei deserti. Dove infatti ci si imbatte nelle Torri del Silenzio dei zoroastrani o ancora in qualche Torre del Ghiaccio, costruzioni geniali a cono alto e a gradoni per conservare anche d’estate il ghiaccio che d’inverno si forma nella conca alla base interna del cono. Mi viene in mente che i Re dei Re persiani avevano anche il ministro addetto al gelato! Così ho appurato nei primi anni ’80 nel corso di una inchiesta sul boom dei gelati in Italia, nella quale ha voluto dire la sua anche Giulio Andreotti, che di sera a casa cenava mangiando solo il gelato preparato dalla moglie Livia con l’apposito piccolo elettrodomestico.

Non m’è però sfuggito che mentre le moschee sunnite hanno un solo minareto, quelle sciite ne hanno due. Ufficialmente dicono sia perché il minareto sunnita con il suo unico minareto indica verso il cielo che vi è un solo Dio, mentre invece i due minareti tipici delle moschee sciite indicano sì che Dio è uno solo, ma anche che va pregato dagli esseri umani elevando le due braccia al cielo. Mah. Io ho il sospetto che in realtà lo sciismo, che è il tipo di islam presente in Iran, sia in realtà la risposta “nazionalista” al sunnismo, che è la forma dell’islam arabo, cioè degli arabi che hanno sì portato “la benedizione del Corano” anche in Iran, ma da conquistatori. Per giunta, da conquistatori non sempre sensibili al fatto che loro erano gli ultimi arrivati, quasi dei parvenù della Storia, mentre i persiani, cioè gli iraniani – che NON sono arabi, cioè semiti, bensì ariani (donde il nome Iran) – avevano già vari millenni alle spalle. Insomma, come “Grecia capta ferum vincitorem cepit”, riferendosi a Roma, così più o meno “Persia capta ferum vincitorem cepit”, riferendosi agli arabi. Insomma, gli iraniani hanno recuperato il loro ancestrale dualismo, il bene e il male rappresentati dalle due ali del grande uccello zoroastriano, e lo hanno inserito sotto forma di elementi dello sciismo nella nuova religione imposta dai vincitori. Un modo per meglio preservare la propria identità: aderisco, ma mi distinguo.

Beh, mi sono dilungato. Tanto per cambiare. Vorrà dire che l’ultima puntata del viaggio in Iran, nella “città santa” di Qom e nella scuola teologica intitolata a Khomeini, con annesso dibattito-confronto con un religioso che “studia da ayatollah”, è ancora una volta rimandata. Alla prossima. Spero.

310 commenti
Commenti più recenti »
  1. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Ho letta solo la prima parte, condivido con lei circa l’elezione di Hariri, spero anche nella vittoria di Mousavi…ne stanno parlando in TV in questo momento.

    Mousavi sta usando l’internet ed e’ favorito dai giovani.
    Alla fine e’ sempre Alì Khamenei che comanda.

    Buona notte,
    Anita

  2. ber
    ber says:

    Cara Anita,
    Il ns benefattore presidente,Berlusconi,ieri ha detto che lui non
    ha raggiunto il quorum alle europee per colpa della moglie,della sicilia e di kaka’.

    Non ti spiego in dettaglio i particolari sopra,…la storia sarebbe lunga e avvilente,ma quello che volevo mettere in evidenza e’ che
    quelli che vanno al governo,in tutto il mondo si arrampicano spesso sugli specchi per addossare tutte le colpe agli altri.

    Io ho aperto il tuo sito sopra e ho visto che due bontemponi,tra una risata e l’altra,facevano vedere delle vacche e dicevano che il loro sterco contribuiva all’allargamento del buco dell’ozono,
    e quindi alle variazioni meteorologiche.
    Non ho capito bene se era una ricerca scientifica,o se lo era
    solo per far ridere,per la ricerca scientifica ci vogliono cifre e dati,altrimenti non ha nessun valore.
    Se gli stessi “scienziati”sono stati quelli che hanno affermato che il vento del sahara,con il sollevamento della polvere attraverso l’atlantico,contribuiva all’inquinamento degli Usa,insieme alle
    ciminiere cinesi che attraverso il pacifico dall’altra parte,…il
    tutto per non firmare il trattato di Kioto,beh,…allora,…ridiamoci
    sopra e si potevano risparmiare i soldi.
    In questo blog nessuno ride di te,si discute sulle ricerche scientifiche valide e su quelle pagate per imbrogliare l’opinione pubblica,…nel ciclo normale delle cose.
    Al singolo individuo saper sceglire il giudizio giusto.
    Un caro saluto,Ber

    PS:con il terremoto, gli studi universitari di mia figlia si sono complicati,…e il mio viaggio in Canada non so se si fara’,…
    perche’ non fai tu un viaggio in Italia,..facciamo una bella riunione e ci conoscerai tutti,Alexander lo puoi anche portare…
    oramai fa parte anche lui del blog.

  3. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Conta essere giovani ma non basta.

    Con le mie critiche ho dato uno scossone emotivo ai militanti del partito.

    Credo nel Pd, ma ci ho anche messo la faccia.

    A Berlusconi dico che se ne deve fare una ragione.

    Non sarà né la prima né l’ultima volta…

    Debora Serracchiani, 9 giugno

  4. sylvi
    sylvi says:

    Forse a Lunarossa è sfuggito l’articolo di M. Giannini su Repubblica di oggi!

    E’ ridisceso in campo il nostro “togliattino” che del PD farà polpettine. Se è per questo anche della sinistra di governo!
    La Serracchiani avrà battuto Berlusconi ma ora…
    ubi maior, minor cessat!
    A casa ragazzina…lascia giocare” i grandi”.
    Che cosa sono queste sciocchezze di democrazia, riformismo, socialismo dal volto umano…scio, scio,arriva il grande stratega, quello che sa che cosa vogliono i diseredati come lui, con yacht e scarpe fatte a mano, anche quelle da barca.

    A tutti i comunisti del blog: abbiate fede, il baffetto vi porterà tutti a issar vele in barca e a lustrare il ponte, faticoso ve lo garantisco. La paga? Scherziamo?
    Volete mettere l’onore di lavorare per il grande capo?!!
    Ma in compenso sarete tutti ugualmente al servizio del conducador.

    Adesso spero soltanto che non si metta a bombardare il Friuli, terra di donne che osano dire quello che pensano!

    Il bellissimo racconto di Pino mi ha fatto tirar fuori l’enorme foulard che avevo comprato a Sergiev Posad, fuori Mosca.
    E’ un velo ortodosso, chissà se va bene in Iran!!!

    Sylvi

  5. Faust
    Faust says:

    marco tempesta { 09.06.09 alle 9:31 }

    La sconfitta delle sinistre a livello europeo, ha una precisa chiave di lettura: l’incapacità di gestire l’insicurezza.

    Perchè la destra ha la capacita?? magari con la bossi-fini?? o mettere in galera i mafiosi…. Ma va la, ma va la. Sono tutti ai loro posti a spacciare veleni nella piu assoluta tranquillita, ma le 7Tv7, non ne parlano ppiu!!
    Il Magone continua a presentarci il nano delinquente come il meglio che il paese desidera: Un Delinquente mafioso!! Naturalmente colpa della ssinistra. Il Magone abberlusclonato ha scoperto lacqua tiepida, restiamo in attesa che scopra lacqua fritta e si lavi oltre che la mente anche la lingua a violino biforcuto, un violino che suona da trombone sfiatato. Gira la ruota la gira e mentre la giralagira e la vva, il cesso delle donne allAutogril di Bisceglie è pieno di zoccolemagiche ? solo per curiosita ? ma per cchi votano le zoccole?? e le magiche??
    Per chi risponde: Ricchipremiecotillon e un weekend in Sardegna, con gli aerei di stato!!! Per informazioni rivolgersi a: Il Magone di Bisceglie, lui ssa tutto di zoccole magiche e di politica nulla, ma pur nonostante tuttoccio, lui pontifica su tutto, gli riesce bene quando parla di rava e di fava (lui le chiama cosi..) ciancia arruotalibera… menomale che Nicotri ccè.. camma fa x campa, maronnamia!! oggi è unaltro giorno, domani si vedra, ma il socialismo Vincera!! alla faccia dei marco tempesta e delle zoccole del nano delinquente di Arcore!!
    Faust

  6. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    ma va là bela mula, tempo al tempo.

    calùnniate, callùniate e qualcosa resterà, aritempo al tempo.

    xe vedemo a otobre bea tosa.

  7. Peter
    Peter says:

    ohi ohi, un certo numero di poliziotti sono stati sospesi da queste parti perche’ indagati per aver usato un trattamento poco ortodosso, a base d’acqua, verso sospetti. Ma dico, anche qui?!

    Peter

  8. Peter
    Peter says:

    xVox

    vorrei precisare che le mie critiche ai suoi posts si sono sempre basate su cose scritte da Lei. Visto che continua a ripetere che ce l’avrei con Lei e scrivo cose antipatiche su tutti i suoi posts, il che non e’ vero.

    Peter

  9. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    e che ti metti pure tu a fare previsoni con la sfera!
    La Serracchiani è una “piacevole ” sorpresa nel panorama politico.
    E che diamine, porta pazienza un attimino!
    Il suo affermarsi o meno dipende da chi l’ha votata.
    Entra nel PD e dalle una mano se vuoi veramente che le cose cambino.
    Evita di “gufare” in anticipo .
    Forse ti dimentichi che il PD elegge il segretario a scrutinio segreto dai “simpatizzanti”con modica spesa di euri ,uno o due, con il metodo delle primarie.
    Sarà forse mica perchè è l’unico partito veramente democratico che trova difficoltà in Italia?
    Comunque se preferisci ,continua pure a stare dalla finestra a “gufare”, e goditi il berlusca!
    A volte mi sembri uno di quei “vecchi gufi”bolscevichi che insieme ai “testimoni di geova” aspettano la fine del mondo!

    cc

  10. sylvi
    sylvi says:

    x La striscia rossa che non è Luna rossa.

    >>>xe vedemo a otobre bea tosa>>>

    va a fare lo skipper a baffetto per la stagione?
    Non so se augurare buon vento a lei o un avviso di burrasca per il suo armatore!!!
    Se annegano i comunisti, chi mangerà i bambini?

    ariviodisi biel che Eolo ti sia propizio!

    Sylvi

  11. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Che in Iran i preti vadano tutti mandati a farsi benedire ( e non solo in Iran: anche i nostri non scherzano) è il massimo augurio che posso fare agli iraniani. E’ certamente un popolo che ha grandi potenzialità. Anche se i preti sono abituati al gioco sporcoe quindi c’è di che preoccuparsi seriamente.
    Sempre molto interessanti gli articoli di Pino, che vede non solo col cervello ma anche, anzi direi specialmente, col cuore.

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Faust, i socialisti al momento non sono altro che cenere, percentuali irrisorie per non dire ridicole o inesistenti.
    Le analisi politiche che ho anticipato nel blog le sto ascoltando adesso pari pari da un po’ tutti gli uomini politici che appaiono in televisione. Quindi, a quanto pare chi ha perso i contatti con la realtà sei tu, non io.
    Il chè, magari, nel tuo caso funziona come àncora di salvezza: restando nelle tue illusioni ti difendi istintivamente da un mondo che non capisci, che rifiuti perchè non ti ci sai adattare. Pura questione di sopravvivenza.
    Non me la prendo per quello che dici contro di me, non per il senso cristiano che permea Nicotri, io non sono cristiano, ma semplicemente perchè posso infierire con chi pensa di aver capito tutto, tipo certi vari ‘rossi’ di qui dentro, non contro chi so che preferisce vivere sulla nuvoletta con la convinzione di veder sorgere un giorno il sol dell’avvenir. Il Grande Cocomero di Linus, ha bisogno di molta fede, per apparire al bambino che lo aspetta nell’orto dei cocomeri, nella fredda notte di Halloween!

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Se annegano i comunisti, chi mangerà i bambini? (Sylvi)
    ——
    Sylvi, tranquilla, non c’è alcun rischio: i comunisti sono già annegati. C’è solo da ripescarne i cadaveri per dar loro gloriosa sepoltura.

  14. sylvi
    sylvi says:

    Eih caro CC,

    il scufiòt o sberlòt o ceffone glielo abbiamo dato noi friulane al ducetto!
    Se avessero fatto così anche in Piemonte…!

    A gufare ha cominciato Giannini che non so di quale sfera magica disponga, bisogna chiedere a Marco!

    Mi dici vota PD e io UBBIDISCO!!!
    Il mio eurino di incoraggiamento a suo tempo l’ho dato!
    Ora mi chiedi di entrare nel PD! Ma non ti pare di esagerare???

    Devo andare a pensare la favola del vecchio gufo!!!

    mandi Sylvi

  15. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Se vedessi un pilota di F16 uscire dall’abitacolo, togliersi il casco e scoprire che si tratti della Serracchiani, non mi stupirei più di tanto. Ha “le phisique du rol” del pilota da caccia: sangue freddo, essenzialità, precisione di tiro. E molto sèguito, il chè ha la sua importanza. Può dare filo da torcere a D’Alema. Mi auguro che non abbia alcuna pietà, se dovesse sorgere la necessità di buttarlo fuoribordo con tutti i baffi!

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Il PD deve ripensarsi e, come prima cosa, depurarsi della zavorra, se vuol tentare di affrontare la regata con qualche possibilità di vincere. Ha la necessità di polarizzarsi in un’unica individualità e far remare tutti in un’unica direzione, non come ora che il prodiere va ad ostacolare il timoniere e l’equipaggio tira le vele ognuno per il verso sbagliato.

  17. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Io mi astengo dal fare commenti,…ma penso che questo individuo sara’ buttato giu’ a furor di popolo che e’ stanco delle sue promesse da voltagabbana,…e quando il popolo s’infuria sara’ molto difficile fermarlo. ( Ber)

    Eh, Ber, magari fosse così facile…
    Ciò che è accaduto in Abruzzo ha una precisa chiave di lettura, come mi confermi: niente promesse mantenute, niente voto. Fin qui ci siamo. L’Italia però non è solo l’Abruzzo.
    E’ vero che il cavaliere vende fumo, ma lo sa vendere bene. Una specie di Vanna Marchi della politica, ma decisamente meno ingenuo della Marchi. Bisognerà in ogni caso fare i conti con la Lega e con la componente ex AN di Fini e non è ancora l’unico guaio. Sta prendendo piede anche Casini, ovvero il Vaticano, il chè non mi conforta affatto, poichè il suo potrebbe diventare un partito in vendita al miglior offerente e si sa che il cavaliere è un buon commerciante.
    Insomma, la partita fortunatamente è ancora tutta da giocare, specie se il PD avrà il coraggio di sbarazzarsi dei falsi rematori e se Di Pietro crescerà ancora. Io non sono pessimista. Poi, alla peggio, ho sempre amici in Svizzera pronti ad ospitarmi vita natural durante. peccato che il clima da quelle parti non assomigli affatto a quello splendido di Bisceglie…

  18. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    x sylvi che non è informata ne obiettiva!!!

    el mariner el bafeto eo ga sa, me par chel sia uno dea Puglia, mi cara putea fasso n’altro mestier, a mi el vento nol m’iteressa, mi lavoro in tera ferma! ea ironia ti a gha da doparar col sporcaccion de mian no co mi, ti gha capio, e dopo, informate mejo, no scrivare monae che de mona in Italia ghe ne xe sa massa. no te saeudo parchè ti xe na burlona come staltro mona chel xe ciama come el nostro Polo e a mi i pajassi no i me piase!!!

  19. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Anita,

    tu hai detto che non hai capito la mia frase.
    Te l0 spiego meglio.
    La cinghia di trasmissione sindacale che per anni ha garantito il voto elettorale ai democratici , basti ricordare le elezioni plurime di Roosvelt nel dopoguerra si è interrotta.
    Le elezioni dei presidenti repubblicani nel dopoguerra sono dovuti a questi fenomeni.

    Dopo di che sono intervenuti massicciamente in campo il peso elettorale dei “neri” e degli “ispanici” circa 13 e 7 per cento ormai.
    Nel 1900 il 62% della popolazione degli USA viveva nella “Rust Bell”, nord Est e nel Middle West.
    nel 1970 siete scesi al 52% e nel 1986 eravate solo più il 45%.
    Scende anche il divario del reddito procapite.
    Detto ciò mia cara il peso della cintura degli stati dei grandi laghi, compreso quelli che si affacciano alla costa atlantica nel nord-est va scemando.
    Se ti dico che ormai normalmente l’operaio-massa dequalificato o poco qualificato “bianco”è conservatore e anche un poco “razzista” è un dato di fatto che si accompagna al fatto che il mondo Usa è trainato dagli stati del Sud e dell’Ovest.
    Vai poi a gurdarti i dati della composizione del PIL , ovvero nel rapporto tra manifattura e servizi e avrai la “quadratura del cerchio”.

    Da noi sta avvenendo fenomeno analogo ..gli operai” bianchi” dequalificati e poco qualificati stanno votando Lega …nella speranza di difendere le proprie “quote di salario”.
    Alla lunga però è battaglia persa”il modo economico , ormai marcia da un’altra parte nell’Occidente.
    Ovvero “il pus-valore” si sta formando in modo diverso.

    cc

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    I pajassi non me piasen gnanca a mì, quei rossi, specialmente. (Sylvi, correggimi l’ortografia, il mio veneto si ferma ad una commedia di Goldoni quando andavo a scuola media)

  21. Faust
    Faust says:

    …guarda marco perchè invece di analizzare il mio stato psichico, cche sta benissimo, perche non pensi ad analizzare le tue amiche magiche, vuote come te?? eppoi rispondi in tema, della mia psiche al blog nun gliene ppo frega de meno… delle tue cianfaronate utili a menti deboli non so che farmene… altro che il socialismo è ggia cadavere, il cadavere sei tu e la tua testa da DC riciclato e vestito di nuovo,… eggia da moooo!!! VERGOGNATI, senza sporcare x terra!!
    Faust

  22. sylvi
    sylvi says:

    ninine la me strise rosse,

    se tu sees di tiare ferme , tu às viuduut sol ladrìc e polente!
    Il venessian a là giraat il mont,a là imparaat a viodi pui lontan de so cjasute, e ancje a cjoli vie cun gracje sence dà dal pajasso a di nissun.
    E no si è de Puglie par là in gondule o batèle o pupparin o cu la sanpierota o ance un biel trabaccolo!

    Ten cont la salùt e no sta rabiati, sur dut cu lis feminis!

    Mandi biel
    te saluo bel toso
    stame ben mulo

    Sylvi

  23. Anita
    Anita says:

    x Ber

    Caro Ber,
    non e’ uno scherzo, e’ una delle tante ricerche scentifiche.

    “While Congress considers taxing auto and industrial pollution, a U.N. report fingers another guilty party — cows.

    The U.N. accuses our bovine buddies of producing 18 percent of the world’s greenhouse-gas emissions — more than planes, trains and automobiles combined.

    “Methane is a greenhouse gas. It leads to climate change, that leads to global warming,” explains Frank Mitloehner, an air-quality specialist at the University of California, Davis. “What we do is we study how much methane comes from different animal types, let’s say dairy cows or steers.”

    Infatti e’ saputo anche in Europa e cambiando la dieta delle mucche si puo’ diminuire il greenhouse-gas emission che poi proviene dalla parte anteriore dei bovini, data la loro formazione digestiva.

    Ciao, Anita

  24. sylvi
    sylvi says:

    x Faust

    io credo che tu non abbia sposato una friulana perchè non l’hai mai chiamata “ninine” che significa “cara” , ma vuoi mettere la dolcezza di quel “ninine”?

    traduco: cara la mia striscia rossa,
    se sei di terra ferma, hai assaporato solo radicchio e polenta.
    Il Veneziano ha girato il mondo,ha imparato a guardare più lontano della sua casetta e anche a prendere in giro con grazia senza dare del pagliaccio a nessuno.
    E non occorre essere della Puglia per navigare con gondole batele, pupparin, sanpierote o trabaccoli ( tutte barche tipiche e antiche veneziane) !

    L’ho invitato a non arrabbiarsi per così poco.
    Ma c’è di mezzo la contrapposizione tra veneti d’acqua e veneti di terra ferma.

    Ariviodisi
    Sylvi

  25. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    senti bea fia, mi no me rabio mai, mi me inveeno soeo cuando i me pesta i piè e cuando i vol vendarme lana par seda, ti gha capio.

    A mi el bafeto nol me piase, però te eo gho dito e te o ripeto, prima de scrivar monae, te ti gha da informar ben, ma tanto ben, parchè ti te xe inbevua dea onta propaganda del sporcacion de mian, ti gha capio, e dopo te digo anca, pensa ai cassi tui e assa stare i comunisti,
    ti gha capio e ricordate che se no ghe fussimo sta noaltri comunisti, ti desso te magnarissi merda fassista e democristiana e i preti te faria ndar in cesa a magnar ea particoea tute e matine,ti gha capio!!! e no so rabbia, noaltri perdaremo anca, però gavemo na granda dignità quea che staltri no gha, va ben.

  26. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    desso go etto ea to tradussion, no ti gha capio gnente ea Puglia intendevo el marinero dea barca del bafeto, e dopo, mi so venessian dea tera ferma, vedito che no te capissi gnente, sta volta te saeudo, ma chi t’ha cagà fia mia, ciao.

  27. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Credo che “ninine” non sia solo friulano.
    Le mie amiche lombarde, mi lasciano semppre col saluto:
    Ciau ninine.
    Anche mio papa usava il “ciau ninine”.
    La ‘e’ finale e’ muta. Ninin

    Ciao ninine,
    Anita

  28. sylvi
    sylvi says:

    un venessian de tera ferma cosi in burasca?!!!
    Pe i canali no xe mareta, se non quela che fa i cocai co i svola!!!

    ” devo pensare ai “cassi miei” e lasar stare i comunisti?”
    Mi minaccia di rimandarmi i fascisti e i preti a darmi la particola ogni mattina!!!
    Beh, pensandoci, meglio la particola dell’olio di ricino!

    E non può essere chi canta Bandiera Rossa, chi Faccetta nera e chi Noi vogliam Dio? Una bella cacofonia in piazza purchè nel Palazzo comandi chi è laico e stonato!
    De Gasperi era stonato? non lo so!

    Le tolgo il disturbo!

    Sylvi

  29. Peter
    Peter says:

    xNicotri

    un mio post per Sylvi non appare…forse l’antispasm non gradisce ‘xSylvi’

  30. La Giudice rossa
    La Giudice rossa says:

    Clandestina muore dissanguata
    per paura di una denuncia

    A Bari per un aborto spontaneo è morta Vira Orlova, una donna che avrebbe compiuto 40 anni l’11 giugno prossimo, di nazionalità ucraina.

    Lavorava come badante. Ha avuto paura di perdere il lavoro appena trovato, e non ha avvertito nessuno perché temeva che in ospedale la denunciassero.

    Come si può notare la barbara Legge della catolicissima Italia sta dando i suoi frutti, dov’è Benedetto, dove sono i Bagnasco, i Ruini, perchè non prendono una ferma posizione di protesta? il nostro Premier, quello che si batte il petto in chiesa, quello che piangeva davanti alla TV per i naufraghi albanesi, adesso cosa dice ?

  31. Anita
    Anita says:

    x Controcorrente

    Caro CC,
    la “rust belt” varia secondo l’economia.
    Fino agli anni 50 il RI era il faro dell’industria, uno stato minuscolo ma molto industriale.
    Il clima, le union, le tasse, hanno spinto le aziende verso stati pro business, poi all’estero.
    Comunque il Nord Est e’ sempre stato DEMOCRATICO, il RI ha praticamente un solo partito….

    La “Rust Belt” rimasta adesso sono gli Stati delle grandi aziende automotive.

    http://www.coalcampusa.com/rustbelt/rustbelt.jpg

    Come vedi fa’ confine con le Appalachian Mountains che ti ho descritto ieri.

    In genere l’operaio di fabbrica o bluecollar worker vota democratico, sono piu’ attaccati ai sindacati.
    Idem per gli impiegati statali e ce ne abbiamo taaaaaaaanti.

    Ciao, Anita

  32. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita

    il ninine (ninin maschile) è sicuramente friulano ma i lombardi ne avevano percepito e addottato la musicalità.

    Una delle più belle e malinconiche vilote friulane dedicate all’emigrante dice:

    Al cjante il gjal,
    al criche il dì,
    mandi ninine
    mi tocje partì…

    …consolimi a fa l’amor!

    Canta il gallo
    spunta il giorno
    mandi ninine
    sono costretto a partire…
    …consolami facendo l’amore…

    Come stanno i tuoi animali?
    Mia cugina, a Toronto, ha dovuto recintare il suo giardino,molto grande e che dà in un grande bosco per difendersi dalla puzzole, dai cojote e non so di chi altro.
    Qui abbiamo “di strano” qualche raro scoiattolo e un picchio antipatico che mi bucherella i tronchi.
    In compenso devo fare da infermiera a merli, storni e corvi, giovani e inesperti, che vengono in picchiata contro i vetri delle finestre e cadono rintronati e tramortiti.

    mandi Sylvi

  33. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    E il fatto che comanda Khamenei rende nullo il timore di sfracelli evocati da Ahmadinejad, se è vero ciò che di solito si riporta di lui per esempio in tema di minacce di guerra. Infatti non la può decidere lui, spetta a Khamenei.
    Un saluto.
    pino

  34. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Non ci sono messaggi bloccati dall’antispam, quindi non c’entra con la sparizione del suo.
    Riguardo quei poliziotti, forse volevano dare da bere agli assetati…..
    Un saluto.
    pino

  35. Damocle
    Damocle says:

    QUELLO CHE NON SAPPIAMO SU GAZA

    Quasi tutto quello che siete stati portati a crede su Gaza è sbagliato. Qui di seguito pochi punti essenziali che sembrano essere stati dimenticati nella discussione, gran parte della quale si è svolta sulla stampa, a proposito dell’attacco di Israele contro la Striscia di Gaza.

    La gente di Gaza. La maggior parte della gente che abita a Gaza non è lì per propria scelta. La maggioranza del milione e mezzo di abitanti stipati nei 340 kmq della Striscia di Gaza appartengono alle famiglie provenienti da città e villaggi fuori della striscia come Ashkelon e Bersheba. Sono stati cacciati via a Gaza dall’esercito israeliano nel 1948.

    L’Occupazione. Gli abitanti di Gaza hanno vissuto sotto occupazione israeliana dalla Guerra dei Sei giorni nel 1967. Israele è ancora largamente considerata una potenza occupante, anche quando lo Stato ebraico ha tolto le proprie truppe ed i propri coloni nel 2005.

    Israele controlla ancora gli accessi a quest’area, le importazioni e le esportazioni, i movimenti delle persone dentro e fuori. Israele mantiene il controllo sullo spazio aereo e costiero di Gaza e le sue forze militari entrano in quest’area a loro piacimento.

    Come potenza occupante, Israele ha la responsabilità, in base alla IV Convenzione di Ginevra, di occuparsi del benessere della popolazione civile della Striscia di Gaza.

    Il blocco. Il blocco israeliano alla Striscia di Gaza, con l’appoggio degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, è diventato via via più serrato dal momento in cui Hamas ha vinto le elezioni legislative al Parlamento palestinese nel gennaio 2006.

    Carburanti, elettricità, importazioni ed esportazioni e i movimenti della gente dentro e fuori la Striscia sono stati poco a poco completamente bloccati, fino a determinare seri problemi per la situazione sanitaria, i rifornimenti di acqua e per i trasporti.

    Il blocco ha costretto molti alla disoccupazione, alla carestia ed alla malnutrizione. Questo comporta una punizione collettiva (con il tacito appoggio degli Stati Uniti) di una popolazione civile, cui si impedisce di esercitare i propri diritti democratici.

    Il cessate il fuoco. L’eliminazione del blocco, insieme con la cessazione del lancio dei razzi, è stata una delle condizioni chiave del cessate il fuoco tra Israele e Hamas in giugno 2008. Questo accordo a portato a una riduzione dei razzi lanciati da Gaza da alcune centinaia in maggio e giugno a meno di venti nei mesi successivi (sulla base di dati del governo israeliano).

    Questo cessate il fuoco è stato rotto quando Israele ha lanciato intensi attacchi aero-terrestri ai primi di novembre, provocando l’uccisione di sei militanti di Hamas.

    Crimini di guerra. L’uccisione di civili, sia da parte di Hamas che da parte di Israele, è potenzialmente un crimine di guerra. Qualunque vita umana è preziosa. Ma i numeri parlano da soli: quasi 700 palestinesi (ora sono oltre 1000, n.d.t.), in gran parte civili, sono stati uccisi dall’inizio del conflitto il 27 dicembre scorso. Di contro, circa dodici israeliani, per lo più soldati, sono stati uccisi.

    Il negoziato è la via migliore per risolvere il problema dei razzi e le altre manifestazioni di violenza. Questo sarebbe stato possibile se Israele avesse rispettato i termini del cessate il fuoco di giugno e rimosso il blocco alla Striscia di Gaza.

    Questa guerra contro la gente di Gaza non ha nulla a che vedere con i razzi. Né riguarda la questione di “ristabilire la capacità di deterrenza di Israele”, come la stampa di Israele vuole farvi credere.

    Sono molto più rivelatrici le parole pronunciata nel 2002 da Moshe Yaalon, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano (IDF): “Bisogna far capire ai Palestinesi nel più profondo della loro coscienza che sono un popolo sconfitto”.

  36. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Come si può notare la barbara Legge della catolicissima Italia sta dando i suoi frutti, dov’è Benedetto, dove sono i Bagnasco, i Ruini, perchè non prendono una ferma posizione di protesta? il nostro Premier, quello che si batte il petto in chiesa, quello che piangeva davanti alla TV per i naufraghi albanesi, adesso cosa dice ?
    —–
    E quando il governo Prodi ha annunciato ai quattro venti che avrebbe risistemato la faccenda dei permessi di soggiorno e non ha fatto niente?
    Ho sentito di gente che sono 4 anni che vive e lavora onestamente in Italia e che tenta di far domanda ogni anno per il permesso, senza riuscire ad ottenere niente per via dei mille ostacoli burocratici e del ristrettissimo tempo di presentazione delle domande. Una volta, circa tre anni fa, mi è stato persino chiesto da un extracomunitario, di aiutarlo a compilare la domanda per il permesso di soggiorno. La domanda era a titolo oneroso, ovvero si pagava una tassa abbastanza salata. Che io sappia, il permesso non è arrivato e il tipo ha preso il volo e cambiato città. Sempre falsamente clandestino ma in realtà onesto lavoratore.

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Sono molto più rivelatrici le parole pronunciata nel 2002 da Moshe Yaalon, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano (IDF): “Bisogna far capire ai Palestinesi nel più profondo della loro coscienza che sono un popolo sconfitto”.
    ———-
    Ok, ammettiamo che sia un popolo sconfitto. E allora? Dove li mettiamo? Tutti sottoterra? Non è possibile. All’estero? Non li vuole nessuno (a giusta ragione, dopo quello che hanno combinato in Giordania e in Libano negli anni ’70-’80).
    Qual è quindi, secondo Moshe Yaalon, la soluzione?
    E’ facile sottolineare il problema, lo sanno fare tutti. Sono le soluzioni, quelle che vogliamo conoscere e che nessuno riesce a dare.

  38. ber
    ber says:

    Cara Sylvi,
    ti ho risposto e mandato il tutto,…ma dice che e’ errato,
    mi puoi scrivere quello giusto per favore e mandarlo per email.
    Grazie,Ber

  39. ber
    ber says:

    Cara Anita,
    pare che il mais per fare il metanolo rende di piu’ che darle alle
    vacche,(il latte ha prezzi irrisori),…allora si ammazzano le vacche con conseguente miglioramento per l’ambiente.
    L’ Argentina che viaggia a metanolo sta facendo questo.
    A parte le battute,la situazione si sta facendo seria,…la crisi economica aumenta,si consuma meno,…ma voila’, il prezzo del petrolio va sempre piu’ su.Vuol dire che
    siamo nelle mani dei grandi speculazioni finanziari che si ingrasseranno sempre di piu’,…senza produrre beni.
    Un caro saluto,Ber

  40. Anita
    Anita says:

    x Ber

    Caro Ber,
    io vivo negli US, sento radio, TVs, leggo giornali, etc…..
    Dammi un po’ di credito.

    Il latte al mercato costa $4.00 al gallone.
    Mentre costa al produttore $8.00 al gallone, con una perdita di oltre $100’000 al mese per una farm media.
    Cosi’ si vendono le mucche ed anche il terreno.

    Sotto Reagan c’era una situazione simile, per altri fattori, ma Reagan ha instituito un un incentivo per chi voleva investire nei ranchers, esente da tasse.

    Questo lo so di sicurissimo perche’ noi abbiamo investito $40’000, pagati in 4 anni, dedotti dalle tasse e con una continua deduzione annuale perche’ erano sempre in perdita.
    Gli investitori ci hanno guadagnato e i ranchers sono rimasti in business.
    Non solo i ranchers, molte altre aziende in pericolo di collasso.

    Ciao, Anita

  41. Anita
    Anita says:

    PS: x Ber

    Il latte e prodotti latticini sono in quasi tutti i cibi, pane, formaggi, dolci, cioccolata, biscotti, and so on.

    In quasi ogni label uno degli ingredienti e’ “lactose, milk byproducts, whey, etc…”.

    Anita

  42. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Anita,

    bella roba il tuo 46, qui da noi lo “chiamerebbero assistenzialismo di Stato , con l’aggravante di poterci pure speculare.
    Che razza di liberal era mai sto Reagan…
    Cosa non si fa per la difesa delle vacche da “latte “made in USA.
    Qui da noi anche , ci sono potenti associazioni che incentivano le “Vacche nostrane”…..

    cc

  43. x marco tempesta
    x marco tempesta says:

    Non facciamo finta di non capire. Yaalon non ha fatto altro che dire ciò che dicono in Israele da sempre e ciò che l’attuale ministro degli Esteri ha nel programma del partito che ha fondato: i palestinesi se ne devono andare, con le buone o con le cattive, ammesso che esistano le buone contro di loro.
    Gaza è da sempre sotto assedio, è la Masada dei palestinesi, gli israeliani la soffocano lentamente per costringere la gente a emigrare in massa. E l’Occidente sta a guardare.
    Ma gli israeliani fanatici hanno fatto male i conti. La loro politica a base di solo bastone e ferocia gli si ritorcerà contro. Così come si ritorcerà contro i sionisti che li foraggiano dall’estero.
    Shalom

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