Cena triste sull’Iran…
Speravo con i miei compagni di viaggio in Iran di ritrovarci a cena, il 23, per festeggiare la vittoria elettorale di Moussavi, e invece… Sarà un cena triste. Un Paese meraviglioso, di grande e antichissima civiltà, serbatoio di culture, ricco di gente laboriosa, generosa e colta, con il 70% di abitanti sotto i 30 anni di età anagrafica, e quindi con il 70% di giovani, eppure un Paese ancora una volta sull’orlo del baratro. C’è davvero di che essere tristi. Molto tristi.
Poiché la speranza è l’ultima a morire, c’è da notare che la Guida Spirituale, vale a dire l’ayatollah Khamenei che è succeduto a Khomeini e che di fatto ha un potere di controllo e supervisione pressoché assoluto, fino a poter dimettere d’autorità il presidente della Repubblica e impedire eventuali dichiarazioni di guerra sue o del parlamento, non solo durante tutta la campagna elettorale non ha speso una parola a favore di Ahmadinejad, ma in queste ore di fronte ai disordini di Teheran e al susseguirsi di manifestazioni ha invitato Moussavi ad “agire con calma e presentare il suo reclamo seguendo le vie legali”. Tradotto in italiano, ciò significa, o può significare, che Khamenei non avalla automaticamente il risultato elettorale. Per giunta, e a conferma del non automatismo del suo avallo a favore di Ahmadinejad, Khamenei ha ordinato aI Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione di aprire una inchiesta per verificare se e in che misura le truffe delle urne ci siano state. In linea di massima è quindi possibile che si possa andare di nuovo a elezioni, anche se ciò significherebbe di fatto svergognare pubblicamente Ahmadinejad ponendolo allo stesso livello di un truffatore.
Premesso che per esperienza personale so che è bene non prendere alla lettera e neppure troppo in considerazione ciò che si scrive sull’Iran, perché il più delle volte sono esagerazioni o vere e proprie falsità, devo dire che nel mio piccolo il risultato elettorale non mi convince. So bene che Ahmadinejad è ben visto dagli strati poveri o comunque i più bassi della piramide sociale, strati che di fatto sono la grande maggioranza del Paese, e che Moussavi è ben visto invece dalle classi medie e dalla borghesia, nonché dagli studenti, classi che di fatto sono una minoranza, ma non mi convince che la grande partecipazione alle urne, dell’ordine dell’80%, sia dovuta all’entusiasmo di reazionari, conservatori e ipernazionalisti, tutta gente che di entusiasmi quando ne ha sono di tipo non ordinato né molto democratico, vale a dire non di afflusso entusiasta e in massa alle urne.
Come sempre a decidere sarà il bazar, cioè lo strato dei commercianti. Che non è detto non sia stufo della situazione di isolamento internazionale, compreso il blocco dell’arrivo di soldi dall’estero, quanto meno dall’Occidente, che si trascina da troppo tempo e che è una pesante palla al piede per il decollo economico e il grande fermento che sta animando l’Iran. Sicuramente neppure il bazar vuole un’altra guerra dopo i troppi anni di guerra imposta dall’Iraq sobillato e foraggiato dagli Usa (Rumsfeld in testa, all’epoca come manager!), e un eventuale confronto armato con Israele, che non vede l’ora di poter bombardare le centrali e i centri di ricerca nucleari, potrebbe spalancare le porte a un nuovo inferno. E’ vero che la protesta dei giovani a Teheran, repressa con durezza (alcuni video li potete vedere su http://tehranlive.org/ ), è una protesta di minoranza, ma come è già accaduto ai tempi dello scià può innescare una escalation di proteste ben più vaste, fino al crollo del potere in atto.
E se Ahmadinejad resta lui capo dello Stato? “E’ mia opinione che farebbe le riforme di cui c’è bisogno e che i riformisti dicevano di voler fare anche se poi non hanno mai ben chiarito quali fossero e cosa volessero”, risponde in ottimo italiano Mostafa Milani Amin, studente della scuola coranica di Qom, la “città santa” cuore teologico dell’Iran nella quale si è formato Khomeini e s’è radicata la sua autorità. Milani è figlio di una coppia di iraniani originari di una zona che ne ha determinato il cognome, quindi con la città di Milano non ha nulla a che vedere, eppure, ironia della sorte, è arrivato con i suoi genitori a Milano all’età di due anni e c’è rimasto fino a dopo essersi laureato al Politecnico, dopodiché è tornato in Iran. Musulmano convinto, ha abbracciato il turbante, cioè la professione di religioso, si è sposato, ha avuto quattro figli, tutti maschi, e ora studia alla scuola teologica Imam Khomeini di Qom, come dire che “studia da ayatollah”. E ci riceve appunto in una stanza di biblioteca della scuola, assieme al docente di filosofia Mohammad Fanael Eshkevari. La conversazione è poi proseguita a pranzo, dove mi è stato chiesto di sedere affianco a Milani, e con alcune telefonate una volta rientrato in Italia. Quello che segue è il risultato.
Perché mai Ahmadinejad dovrebbe essere lui a fare le riforme? Khatami ha provato a farle, arrivò a nominare sua vicepresidente una donna, Massoumeh Ebtekar, ma sono state quasi tutte impedite e, anzi, c’è stata una ondata repressiva contro la stampa e la libertà di espressione.
“Perché una volta consolidato il potere”, risponde Milani, “non ci sarà motivo di non apportare le migliorie utili all’Iran e alla sua immagine nel mondo”.
Sperando che questa volta i “guardiani della Morale” e lo stesso Khamenei le riforme progressiste le lascino passare, non crede che tra le riforme ci debba essere anche l’abolizione della pena di morte?
“Faccio notare che la pena di morte esiste anche negli Usa, ma in Occidente non vi premurate di reclamare come fate in continuazione con l’Iran. Seguo la stampa estera, compresa quella italiana, e mi documento su Internet, dove avevo anche un mio sito: da come la mettono loro, pare che in Iran ci sia una continua impiccagione di gente in piazza, mentre invece qui la pena di morte è rarissima: Per caso vi è capitato di vederne qualcuna in strada?”.
No, però…
“Però dovreste reclamare anche, se non prima, contro la camera a gas, la sedia elettrica, le iniezioni letali, tutte invenzioni sicuramente non nostre e ancora praticate negli Usa, dove la gente e i presidenti sono perfino orgogliosi dell’esistenza della pena di morte. E dovreste reclamare anche contro le guerre di aggressione come quella contro l’Iraq, contro l’appoggio Usa ai vari Bin Laden, contro l’aggressione dell’Iraq all’Iran che ci è costata almeno un milione di morti, contro la pulizia etnica di Israele a favore dei propri coloni e contro le invasioni come quella contro Gaza o contro le rappresaglie come quelle contro Jenin. Tutte faccende che condannano a morte, per giunta senza processo e senza avvocati, decine di migliaia di persone”.
Mi scusi, però la lapidazione alle adultere e il taglio delle mani ai ladri….
“Non conosco neppure un caso di lapidazione! Non in Iran. Le faccio notare che la lapidazione è una invenzione della bibbia, così cara a voi cristiani e soprattutto agli ebrei, e che nel corano non c’è nessuna prescrizione tassativa che la prescriva”.
Mi scusi, ma durante la presidenza di Khatami nonostante fosse riformista si è avuta notizia di poco meno di 20 lapidazioni, mi pare 18, l’ultima condanna sarebbe stata emessa nel febbraio 2002.
“Vede? Anche lei usa il condizionale. E parla di condanna, non di esecuzione. Io comunque, ripeto, non sono al corrente di nessun caso. Ma se lei va su Internet può trovare passi come questo. Legga”.
Leggo: “Ci sono però musulmani che sostengono che la lapidazione non sia affatto una pena islamica, ma che anzi il Corano la condanni apertamente. Secondo Massoud Rajavi, presidente del Consiglio nazionale della resistenza, un’organizzazione dell’opposizione iraniana, il Corano stesso dice che i precetti vanno divisi fra muhkamat, inderogabili, e mutashabehat, la cui applicazione deve cambiare a seconda delle circostanze. Perfino alcuni appartenenti al clero musulmano e al sistema giudiziario religioso si oppongono a simili punizioni crudeli. Ad esempio l’Ayatollah Dr. Seyed Mohammad Bojnourdi, ex membro del Consiglio Supremo della Magistratura in Iran, intervistato dal giornale iraniano “Morning Daily” nell’agosto del 2001, ha affermato che simili punizioni crudeli danno all’opinione pubblica internazionale un’immagine distorta dell’Islam, non facendone vedere gli aspetti caritatevoli e misericordiosi: “Se l’esecuzione della pena comporta un indebolimento dell’Islam e provoca riluttanza verso la religione, soprattutto nei giovani, le modalità di esecuzione devono essere riviste fino al punto di eliminare tali problemi. Se certe punizioni come la fustigazione in pubblico provocano un indebolimento dell’Islam e creano pessimismo in un gran numero di persone verso l’Islam, tali pratiche devono essere abbandonate, perché la preservazione della dignità e del prestigio dell’Islam è l’obiettivo primario e tale dovere ha la priorità su altri obblighi. Un’altra pena dovrà essere applicata in modo da non comportare tali pericoli”.
Milani mi incalza: “Lei piuttosto dovrebbe spiegarmi qual è la differenza tra una condanna a morte comminata dalla magistratura e le condanne a morte comminate senza processo dal governo israeliano con la strategia degli “omicidi mirati”, condannata invano anche dall’Onu e che provoca molte vittime anche tra i passanti e tra chi comunque non c’entra niente non solo con le armi e le bombe, ma anche con la politica come per esempio i bambini palestinesi. Ammetterà che c’è differenza tra una condanna a morte emessa dalla magistratura e la condanna a morte emessa dalle armi di un esercito invasore, come quelle dell’esercito e dell’aviazione israeliana a Gaza, dove sono stati massacrati almeno 400 bambini. Io di lapidazioni non ho notizia, però ho letto sui giornali, per esempio a firma di Vittorio Zucconi, di raduni e festeggiamenti al grido di “Brucia, carogna, brucia!” fuori dalle carceri Usa dove vengono ancora eseguite le condanne a morte. Sbaglio, o i parenti delle vittime vengono invitati, per legge, a godersi lo spettacolo dell’agonia dei giustiziati? E le ricordo le ricerche che dimostrano come almeno il 10% dei condannati a morte degli Usa sia gente in realtà innocente. Questi non sono volgari asassinii? E con tanto di pubblico che assiste dietro i vetri o che festeggia in piazza.
Ciò premesso, sono d’accordo che la pena di morte è meglio eliminarla. Lo vorremmo fare. Meglio ancora sarebbe riuscire a eliminare i reati da pena di morte, meglio eliminare le condizioni che li possono provocare o favorire”.
E il taglio delle mani ai ladri?
“Quanti monchi avete visto in Iran? Glielo dico io: nessuno. E’ vero che la legge coranica prevede questo tipo di condanna, ma è anche vero che oggi in Iran è applicata molto ma molto raramente. Mai a chi non sia recidivo. Mai a chi ha rubato per fame, necessità o per dare da mangiare ai figli. E’ una pena estrema e rara, prima di applicare la quale ci sono ben 25 condizioni da verificare. In compenso sono state amputate molte mani, braccia, piedi, gambe e intere vite a un mare di iraniani con la guerra impostaci dall’Iraq su mandato americano. Come vede, ci diffamate. Come al solito, del resto. Io piuttosto le mani le taglierei a chi ruba la terra altrui, a chi ruba sul prezzo del petrolio, a chi ruba le fonti d’acqua ai palestinesi, a chi usa le mani per scrivere articoli menzogneri, per esempio che esistono le bombe atomiche in Iraq o che le vogliono costruire a tutti i costi in Iran. Ovviamente per lanciarle su Israele, come se fossimo tutti 70 milioni di imbecilli anziché di iraniani”.
Beh, ma su Israele Ahmadinejad è vero che viene equivocato in mala fede, però dice cose molto preoccupanti, la “cancellazione” o la “distruzione” di Israele non sono cose ammissibili.
“Guardi, anche su questo bisogna intenderci ed essere chiari. Ahmadinejad non ha mai, e ripeto “mai”, detto che vuole la distruzione o la cancellazione fisica di Israele intesa come uccisione dei suoi abitanti e cacciata dei superstiti, questa semmai è da sempre la politica dei sionisti contro i palestinesi. Quello che vogliamo è la “distruzione” dell’attuale sistema di potere politico di Israele. Le faccio un esempio, che sgombera il campo da qualunque possibilità di equivoco se – ripeto: se – si è onesti. L’Unione sovietica è stata distrutta, cancellata dalla carta geografica, ma senza sparare un colpo né ammazzare o cacciare nessuno. E’ solo crollato il sistema politico su cui si reggeva. Ecco, noi vogliamo che crolli il sistema politico che regge lo Stato di Israele, ma certo non vogliamo uccidere gli israeliani. Tra i quali, glielo voglio ricordare, ci sono quasi due milioni di cittadini israeliani arabi, quasi tutti musulmani. Chi è così idiota e mascalzone da dire che vogliamo uccidere due milioni di musulmani? Ai quali andrebbero aggiunti gli altri due milioni di musulmani quali sono i palestinesi trattati come cani a Gaza e in Cisgiordania. Vogliamo solo che anche Israele sia uno Stato di tutti i suoi cittadini, e non solo di quelli ebrei”.
Mi scusi, ma se non sbaglio lo stesso Iran si definisce islamico fin dal nome, “Repubblica islamica dell’Iran”, come del resto mi pare anche la Libia, per non parlare del papa e dei cattolici che insistono sulle radici cristiane dell’Europa. Perché Israele non potrebbe chiamarsi, simmetricamente, “Repubblica ebraica di Israele”?
“Glielo spiego volentieri: noi parliamo di repubblica islamica in quanto basata sulla religione musulmana, ma non su un “popolo”, etnia o “razza” o “cittadinanza” musulmana. In Iran, come in Libia o in qualunque altro Paese islamico, si può essere musulmani anche se si è di pelle nera o di etnia non iraniana, e comunque non cacceremmo mai, ovviamente, i milioni o le centinaia di migliaia di non musulmani. In Israele invece si può essere ebrei solo se si è ebrei, discendenti di ebrei almeno per parte di madre, non si può essere pienamente israeliano se non si è ebrei, tant’è vero che gli israeliani arabi non fanno carriera come ufficiali dell’esercito e non accedono agli alti gradi di insegnamento nelle Università. Insomma, è una situazione simile a quella che c’era nel Sud Africa dell’apartheid, quando il potere politico doveva essere per forza nelle mani dei bianchi nonostante la maggioranza fosse nera. Che fine ha fatto quella orrenda pretesa razzista è ben noto. Come mai non parlate più di razzismo se alla parola “bianchi” si sostituisce la parola “ebrei” come detentori di tutto il potere politico di uno Stato e se alla parola “neri” sostituite la parola “palestinesi” o “arabi” come cittadini di serie B se non peggio? Inoltre ci sono razzisti come l’attuale ministro degli Esteri che hanno in programma di “espellere” fuori da Israele tutti i non ebrei, cioè qualche milione di persone. Perché scrivere “espellere” anziché “deportare”? Se quella cacciata la volessero per esempio i cinesi a danno dei tibetani allora scrivereste e parlereste certamente di deportazione, non di semplice espulsione, e vi scatenereste con il massimo dello sdegno. Lo vede che non siete onesti? Quando parliamo di Israele come espressione del colonialismo occidentale, anzi europeo, non esprimiamo un concetto razzista o prevenuto, ma solo il fatto reale, storicamente vero, che almeno negli ultimi due secoli il numero di ebrei nella Palestina storica è sempre e solo dipeso dall’antisemitismo degli europei: se questo aumentava, aumentava di conseguenza anche l’emigrazione di ebrei in Palestina. Ma che c’entrano i palestinesi o gli arabi o i musulmani con i crimini di voi europei contro gli ebrei? E che c’entrano con il vostro antisemitismo, alimentato non dall’Islam, ma dalla Chiesa cattolica e cristiana che da quasi duemila anni accusa gli ebrei in blocco di essere il “popolo deicida”, cioè di avere ucciso Gesù Cristo? E a proposito di Gesù e di cristianesimo, lei stesso ha detto che il papa e i cristiani battono il chiodo delle “radici cristiane” dell’Europa, ma non è esatto: oramai si batte il chiodo delle radici “giudaico-cristiane”. E quindi, se c’è già un intero continente qualificato come anche giudaico per radici e perciò anche come cultura oltre che religione, perché volete rubare un altro pezzo di terra altrui, in Medio Oriente, per farne uno Stato giudaico?”.
Ad essere sincero non mi pare che Ahmadinejad si limiti a parlare di crollo solo del sistema di potere politico in Israele. Certo non parla di distruzione fisica, ma il suo linguaggio fa comunque paura.
“Guardi, voglio essere chiaro, come sempre. In Israele riconosciamo che hanno diritto a viverci gli ebrei israeliani, quelli nati in Israele, specie se discendenti degli ebrei che vivevano in Palestina prima della nascita dello Stato di Israele nel 1948. Ma gli ebrei fatti affluire in massa da fuori, come per esempio quelli russi che tra l’altro neppure è certo siano ebrei o come gli ebrei americani, quelli è bene se ne tornino da dove sono venuti. Certo non verrebbero cacciati con le armi, mentre invece con le armi sono stati cacciati i palestinesi dalle loro terre già a partire dal ’47, cioè prima che nel ’48 nascesse lo stato di Israele, però non vedo perché mai quegli immigrati di comodo debbano occupare territori che sono sempre stati abitati da palestinesi e che è giusto tornino ai palestinesi. Sono più di 400, come lei certamente sa bene, i villaggi dai quali gli israeliani hanno cacciato i palestinesi per prenderne il posto, e Dayan ordinò di distruggere decine di moschee per “sdradicare l’identità palestinese”. Non sono crimini questi? Questi immigrati spinti dall’ideologia, o dal loro credo religioso, e usati solo per occupare terre palestinesi è bene tornino donde sono venuti, così anche i palestinesi potranno finalmente godere del “diritto al ritorno”. Diritto che, cosa comica e insieme tragica, viene invece riconosciuto a chi in Israele non c’è mai stato da ben venti secoli e quindi non può in nessun modo “tornarci”, ma solo “andarci”, purché sia ebreo anziché palestinese. Se non è razzismo questo! Razzismo, prepotenza e truffa”.
Mi scusi, dottor Milani, ma in Occidente nessuno permetterà che ci siano masse umane spinte fuori da Israele, sia pure senza usare contro di loro le armi, spinte cioè con la sola legge a “tornare là da dove sono venuti” così come per esempio gli italiani pochi decenni fa sono stati espulsi dalla Libia. In modo pacifico, ma espulsi.
“Capisco cosa vuole dire, ma che mi dice lei dei palestinesi, espulsi, a fucilate o a cannonate, dalla Palestina man mano inghiottita da Israele?”.
Ho l’impressione che stiamo girando a vuoto. E che comunque il futuro avrà ancora drammi e tragedie, o da una parte o dall’altra o da entrambe. E a proposito di tragedie: perché Ahmadinejad e non solo lui nega o minimizza quello che con un termine fin troppo sbagliato perché equivoco si chiama Olocausto anziché Shoà e che comunque consiste nel genocidio di sei milioni di ebrei?
“Anche in questo argomento non siete onesti, non siete in buona fede. Nessuno – ripeto: nessuno – nega l’Olocausto, nessuno cioè nega che i nazisti hanno perseguitato e messo a morte gli ebrei in quanto tali, così come gli zingari in quanto zingari e gli omosessuali in quanto omosessuali. Il fatto è che non ci convince la cifra dei sei milioni. Ci pare fin troppo esagerata”.
Guardi, le potrei indicare una buona bibliografia sull’argomento, che non mi pare lasci adito a molti dubbi.
“La ringrazio. Ma allora perché vietare, ridicolizzare e condannare a priori qualunque tentativo degli studiosi, come quello organizzato dal presidente Ahmadinejad a Teheran tempo fa, per cercare di analizzare assieme le fonti, le bibliografie, le prove, ecc., e cercare quindi di stabilire un punto fermo accettabile per tutti? Voi non vi fidate mai delle nostre affermazioni e cifre, fino a riderci in faccia quando i tratta del nucleare. Per quale motivo mai noi dovremmo accettare senza discutere le vostre? Se me lo spiega mi rende felice. La Chiesa si è ha sempre vantata di avere avuto milioni di martiri, ma le ricerche dimostrano cifre enormemente minori, comprese quelle – poche unità – indicate dall’ex prete tedesco Deschner nei suoi molti libri. Papa Wojtyla ha permesso che in vista dell’anno santo del Duemila gli studiosi non solo cattolici vagliassero tutti i documenti vaticani riguardanti i roghi di streghe compiuti dall’Inquisizione, e la cifra accreditata da tempo di 10 milioni di vittime si è ridotta mi pare a 50 mila”.
Mi scusi, ma è solo perché sono stati distrutti, per vari motivi, quasi tutti gli archivi giudiziari dell’Inquisizione, altrimenti…
“Sì, sì, non ne dubito. Però non capisco comunque perché non permettere di fare agli studiosi il loro mestiere, che è quello di verificare le fonti. Se non c’è nulla da nascondere, perché impedire o peggio ancora demonizzare le verifiche? E poi, scusi, ma c’è un’altro aspetto, che dovrebbe interessarvi non poco”.
Quale?
“Beh, se davvero in Europa la Germania, cristiana e cattolica, ha potuto massacrare ben sei milioni di ebrei, più tutti gli altri, allora credo che l’Europa e la sua Chiesa debbano dichiarare la bancarotta morale. Se davvero avete compiuto un crimine così orribile, di dimensioni così mostruose, come mai pretendete di poterci dare lezione anziché nascondervi per sempre dalla vergogna? Se davvero la Chiesa ha taciuto o peggio ancora consentito su una simile gigantesca mostruosità, come mai non è stata chiusa o almeno rifiutata dai fedeli? Vede, in definitiva è anche vostro interesse, vostro di europei e di cristiani tutti, non solo dei tedeschi, sperare che la cifra totale sia inferiore, e di molto, agli asseriti sei milioni, altrimenti potete solo suicidarvi, moralmente parlando, anziché continuare a voler dare lezioni al mondo e per giunta volere lo “scontro di civiltà”. Una civiltà che manda alle camere a gas sei milioni di esseri umani, più qualche altro milione di non ebrei, non è una civiltà, bensì di fatto una inciviltà. O no? Infine, non vorrei annoiarla, ma c’è ancora un argomento che dovrebbe spingervi a fare delle verifiche sulle reali dimensioni dell’Olocausto”.
Vale a dire?
“La gioia che si proverebbe se si scoprisse che avete ammazzato molta gente in meno. Ci sarebbe da far festa per ogni eventuale gasato in meno, non crede? E se si scoprisse – per pura ipotesi – che non di sei milioni si è trattato, bensì di 300 mila persone o un milione – comunque troppe vittime, sia ben chiaro – allora ci si dovrebbe ubriacare dalla gioia dal sapere che è stata uccisa molta ma molta gente in meno. O no? Io non so quante siano esattamente le vittime dell’Olocausto – in ogni caso troppe, ripeto – così come non conosco l’ammontare delle vittime dell’Olocausto dei rom, del quale non parlate mai, ve lo siete dimenticato. In linea di massima le vittime dell’Olocausto potrebbero essere anche di più di quanto si crede, ma se si scoprisse che sono morte di stenti dovuti alla guerra e all’assedio di una Germania ridotta allo stremo, dove morivano come mosche anche i tedeschi, anziché alla ferocia programmatica antisemita e razzista dei nazisti tedeschi, allora comunque ci sarebbe da tirare un sospiro di sollievo. Non crede? Noi crediamo che le cifre siano gonfiate per poter usare l’Olocausto come bavaglio per zittire chiunque critichi Israele nonostante sia criticatissima e molte volte condannata dalla stessa Onu. I vostri liberatori angloamericani se ne sono sempre fregati, mi scusi il termine, dei campi di concentramento, non hanno mai neppure tentato di colpire almeno le linee ferroviarie dei treni delle deportazioni. Beh, un conto è se se ne sono fregati di campi di concentramento dove venivano ammazzati in totale – che so – 300 mila persone, ma un altro conto è se se ne sono fregati di campi dove venivano massacrate le persone a milioni e milioni. Non crede? E gli angloamericani su ciò che avveniva nei campi e agli ebrei erano molto ma molto più informati del Vaticano, è ormai documentato da buoni libri. Lei prima mi ha offerto una bibliografia. Vuole che gliene consigli io una su quest’altro argomento?”.
La ringrazio, ma purtroppo lo conosco bene, dubito si possa aggiungere altro a quanto ho già letto. Senta, cambiamo totalmente argomento. C’è una domanda che mi ossessiona da prima di venire in Iran e che mi ha turbato durante tutto il viaggio. Ho letto che a volte vengono condannate a morte anche delle minorenni, ma poiché la legge coranica vieta l’esecuzione di vergini queste condannate vengono date in moglie ai loro carcerieri così che dopo la consumazione del matrimonio possano essere uccise. Per me questo argomento è dirimente, vi passa una linea di demarcazione.
“La ringrazio perché lei è stato gentile nel pormi la domanda, ha parlato di matrimonio, sia pure forzato, ma non di stupri come invece ho letto in più parti tramite Internet. Guardi, da noi ogni matrimonio nel quale la donna non sia consenziente non è valido. Non solo: chi la obbligasse a sposarsi contro la sua volontà sarebbe passibile di gravi accuse e condanne. Escludo perciò nella maniera più assoluta che in Iran siano accadute o possano accadere di queste cose. Ignoro se possano essere accadute in altri Paesi. Possono forse esserci casi di abusi sessuali da parte di personale carcerario verso donne in carcere, ma questo tipo di violenza alligna in quasi tutte le carceri del mondo, comprese quelle italiane, non è una specialità iraniana”.
A proposito di matrimoni, qui in Iran ci è stato detto che si possono avere altre mogli tenendo la cosa nascosta alla prima e che per andare legalmente a prostitute o per coltivare una avventura extramatrimoniale si può usare il “matrimonio a tempo”, per lo stretto necessario della relazione sessuale. Come è possibile esista il concetto di donna “usa e getta”?
“A parte il fatto che si tratterebbe anche di “uomo usa e getta”, sta di fatto che vi hanno raccontato una fesseria. Da noi il matrimonio è anche un contratto civile, nel quale la donna ha il diritto di dettare le sue clausole. Può imporre la clausola che il marito non possa avere altre mogli, o che possa avere solo quelle che abbiano anche il gradimento della prima consorte e, infine, che da loro deve divorziare se così lei decide. E’ perciò impossibile celebrare matrimoni all’insaputa della prima moglie, e se dovesse avvenire sarebbe una cosa molto grave. Il matrimonio a tempo può esistere, ma certo non come trucco per prostitute o avventure, bensì come accordo tra i due contraenti il vincolo coniugale sia pure temporaneo. In ogni caso guardi che noi non incoraggiamo affatto i divorzi, che sono un trauma per tutti, anzi: il magistrato prima di concederlo cerca di vederci chiaro senza nessuna fretta perché il tempo a volte è galantuomo e sana le fratture. A meno che, ovviamente, non si evidente che i due coniugi ormai si odiano”.
Domanda forse impertinente, ma logica. Il buon musulmano, specie il martire, trova in paradiso mi pare ben 72 vergini, a disposizione per i suoi sollazzi. Ma cosa vi trovano, sempre in paradiso, le buone musulmane, martiri comprese? Vi trovano 72 bei maschioni, meglio scafati che vergini, a loro uso e consumo?
“Bella domanda. Vi trovano gli uomini che arrivano in paradiso!”.
Beh, ma è una discriminazione a svantaggio della donna, un paradiso direi maschilista. Mi colpisce che lei abbia risposto esattamente come la guida del viaggio che ho fatto in Marocco prima di Pasqua. Sembra una risposta prefabbricata, ma non sarò così scortese da pensare che lo sia. Per concludere:: visto che siete sciiti sia voi iraniani che l’80% degli iracheni, perché non formate il “blocco sciita” di cui in Occidente si parla temendolo? Così evitereste rischi di altre guerre e dareste vita a una potenza ricca non solo di petrolio, ma anche di cervelli e con un grande patrimonio di civiltà, una potenza in grado di trainare lo sviluppo dell’intero Medio e Vicino Oriente e quindi di dare anche una mano alla stabilizzazione del mondo.
“Il motivo è semplice. Noi non siamo razzisti e neppure fanatici religiosi, contrariamente a quanto pensate e scrivete. Non vogliamo una politica di potenza, ma una politica basata su accordi e patti tra i vari Stati. Vogliamo che la pace nel mondo, perché sia vera e duratura, non si basi su singoli blocchi religiosi, ma su accordi tra i popoli”.
Il 23 mi troverò a cena con gli altri colleghi del viaggio in Iran. Poteva essere una cena allegra, invece credo proprio sarà triste, si parlerà più di ricordi che di progetti. Fin da ora abbiamo tutti, e non solo io, un magone misto a malinconia e nostalgia. Speriamo che anche l’Iran trovi la sua strada. Verso il futuro. Il futuro della numerosa gioventù curiosa e affamata di vita che sciama ovunque, arricchita e forse guidata dai milioni di ragazze in spolverino e velo islamico quasi sempre nero che sembrano allegri fantasmini in moto perpetuo. E che sono piene di vita e affamate di certezze.
x Anita
Clinton bobradò anche – mi pare in Sudan – una fabbrica di medicinali che era stata scambiata per una fabbrica di bombe biologiche. In ogni caso, un conto sono gli “impianti nucleari” e un altro sono le fabbriche di bombe atomiche: i primi sono centri di studio, ricerca – forse anche militare, forse – e produzione di energia elettrica, ma non di bombe. E’ però vero che Saddam era così scemo da avere non solo accarezzato l’idea di produrre atomiche, ma anche – mi pare – di vantarsi ad alta voce che le avrebbe usate contro Israele. Il che oltretutto è da suicidi, visto che Israele di atomiche ne ha almeno 2-400 e quindi non avrebbe certo aspettato che Saddam lanciasse le sue eventuali bombe atomiche, ma avrebbe lanciato le proprie contro l’Iraq al minimo sospetto che Saddam stesse per farlo.
Lei dice che l’Occidente ha le atomiche ma solo “per difendersi”. Da chi? Guardi che l’Occidente ha costruito le atomiche quando il resto del mondo non le aveva, quindi non poteva trattarsi di “difesa” dell’Occidente, bensì di sue intenzioni offensive, quanto meno di minacce o pressioni. Gli Usa hanno continuato a produrre atomiche, e anche le H, quando l’Urss era un cumulo di macerie stremata dalla seconda guerra mondiale e quindi avrebbe preferito produrre trattori e burro anziché atomiche. Non vedo cosa ci fosse da difendersi dalla Russia, visto che si tratta di un Paese che le invasioni le ha sempre subite, e da parte nostra, veda il caso di Napoleone e Hitler.
Senza dimenticare che la Francia e l’Inghilterra non si capisce bene da chi divessero difendersi, visto che semmai erano state loro a “offendere” mezzo mondo aggredendolo con il colonialismo.
Per quel che se ne sa, comprese le ispezioni dell’Aiea e le dichiarazioni di El Baradei, l’Iran non ha nessuna intenzione di produrre atomiche. Però credo proprio che ne avrebbe il diritto, visto che ha ai suoi confini Paesi dotati di atomiche come il Pachistan e gente piuttosto aggressiva come i talebani dell’Afganistan. Un po’ più in là ha l’India e la Cina, anche loro armate con ordigno atomici. Infine non è da dimenticare che l’Iran, cioè l’antica Persia, ha sempre fatto gola a tutti, tant’è che è stato invaso dagli antichi romani, dagli arabi, ecc., fino agli inglesi che hanno poi messo sul trono lo scià e ale interferenze degli Usa che ne hanno soffocato la democrazia con il golpe contro il democraticamente eletto Mossadeq.
Lei ha – come molti, anzi troppi – una visione piuttosto riduttiva e troppo di parte della Storia, che purtroppo è molto diversa da come ce la raccontano.
Buona giornata.
pino
http://tv.repubblica.it/copertina/il-saluto-romano-della-brambilla/33966?video
A me pare piuttosto quello nazista, tipo “Heil Hitler!”.
Benito Mussoloni
E’ stato ucciso dalla criminalità organizzata un innocente rumeno nell’indifferenza di molti cittadini di Napoli.
Hanno tutti paura, ma non dei camorristi che hanno ormai concluso l’affare e non sono lì, e anzi non sono mai stati all’interno della stazione della metropolitana.
Hanno paura sì, ma di intenerirsi, di sentirsi costretti a male impiegare il proprio tempo per confortare la solitudine di chi sta morendo in mezzo alla calca: tutti intorno a lui, ma nessuno accanto a lui.
Questi sono gli italiani del sud, quelli che noi del nord dovremmo sostenere economicamente e soccorrerli in caso di catastrofi naturali, forse è meglio come hanno fatto loro, di andare ognuno per la propria strada.
Le popolazioni dell’Abruzzo trascorreranno il Natale in tenda.
Nessuna casetta pronta prima di dicembre e in Abruzzo l’inverno è tremendamente inclemente
«cronoprogramma» del governo segna già venti giorni di ritardo. Lavori in ritardo e la rabbia degli abruzzesi che monta.
Ieri è arrivata fino sotto le finestre di Palazzo Chigi: «Siamo stufi delle parole e dei “falsi decreti” di Berlusconi. Ci ha preso in giro».
Il premier tenta l’ennesimo colpo di teatro andando oggi nella regione colpita dal tragico terremoto.
Deanaro e non solo alle ragazze per le feste a casa Berlusconi: inchiesta a Bari
Ci sarebbe un nuovo filone di inchiesta che riguarderebbe anche le feste di Berlusconi a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa.
A rivelarlo è il Corriere della Sera: «Un imprenditore pugliese parla al telefono di feste con le ragazze da Berlusconi.
Alcune donne sarebbero state convocate in Procura».
Giustizia, il nuovo filone: un imprenditore pugliese parla al telefono di feste con le ragazze dal Cavaliere. Alcune donne sarebbero state convocate in Procura premier reagisce: «Falsità e spazzatura, continuerò a lavorare per il bene del Paese»
con le mie donnine allegre e variopinte, povera Italia, ma come sei caduta in basso!!!
Un grande BRAVI, agli abbruzzesi e al loro striscione davanti a Montecitorio: FORTI E GENTILI- FESSI NO!!!
La Lega coop, Friul-Adria e le sezioni ANA del Friuli con il patrocinio della Regione e della Prot. Civile regionale interverranno nel Comune di Fossa con la costruzione della rete di urbanizzazione e la fornitura di moduli abitativi “pesanti” di ultima generazione, per una spesa di quasi 2 milioni.
L’ANA si farà carico dell’allestimento prima dell’inverno!
Sylvi
Berlusconi contro i giornali
“Sono pieni di spazzatura”
Dura reazione del premier ad un articolo del Corriere della Sera su un’inchiesta avviata a Bari: appalti nella sanità e feste a Villa Grazioli con ragazze pagate per partecipare. “Ancora falsità ma non mi farò condizionare”
con le mie donnine allegre e variopinte, povera Italia, ma come sei caduta in basso!!!
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L’Italia è caduta in basso quando abbiamo avuto un Presidente della Repubblica che rispondeva prima al Vaticano, poi allo Stato italiano.
Non capisco questo moralismo cattolico che vede le “donnine allegre” come qualcosa di riprovevole. E’ semmai riprovevole pagarle con i soldi dello Stato, ma per il resto, why not?
E’ più riprovevole un tiro di coca e si sa che in Parlamento c’è più d’uno che ne fa uso frequente, a giudicare da quanto hanno scoperto le Iene, messe immediatamente in condizione di non nuocere.
secondo te i sardi parlano senza inflessioni dialettali? ( Sylvi)
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parlano raddoppiando le consonanti, ma è l’unica variante in un italiano corretto.
I GIORNALI “PIENI DI SPAZZATURA”?
Certo! Berlusconi sa di cosa parla, si riferisce di sicuro ai giornali suoi e a quelli del suo giro, compreso il girone padano.
Ma la spazzatura non riempie solo i suoi giornali, ma anche le sue tv. Non a caso la “tv spazzatura” è una loro invenzione, lanciata con Giuliano Ferrara che all’inizio di ogni puntata di un suo ben preciso programma emergeva da un bidone di immondizie.
pino nicotri
x Marco
Accento tronco, duro e in discesa!!!
L’italiano corretto dipende dalla cultura del singolo, dalla lettura e, come nel friulano, i meno acculturati traducono termini e costruzioni delle frasi dalla “lingua” parlata.
Sylvi
x Sylvi
la traduzione dal dialetto all’italiano è il male minore.
Le difficoltà sorgono quando si ascoltano in televisione certi termini che non appartengono alla lingua parlata quotidianamente e vi si attribuiscono significati di fantasia, usando poi i termini a sproposito.
Certo che queste ultime inchieste di Bari daranno origini a “scosse” non telluriche come quelle Abruzzesi ma elettriche ad alto voltaggio.
Va a finire che qualcuno resterà fulminato
Sperem
L.
Modello Friuli e modello Abruzzo nella ricostruzione.
Ne ’76 la Dc aveva istituito un Commissariato alla ricostruzione che delegava ai Comuni e ai Sindaci fondi e progetti, per sè teneva il controllo generale.
Era un federalismo ante litteram e forse fu possibile perchè la DC era sicura della centralizzazione dello Stato.
Con questo modello erano abolite le trafile burocratiche, i mille uffici che avrebbero rimandato tutto alle calende greche.
In Abruzzo resta tutto centralizzato nelle mani di Bertolaso (leggi Berlusconi) con la burocrazia che impazza!
Non credo che allora lo Stato avesse tanti soldi, ma si poteva agire anche con le offerte in denaro e in mano d’opera volontaria.
Berlusconi e la Lega non solo centralizzando bloccano i pochi fondi statali, ma impediscono ai Comuni e ai singoli di agire pur nel contesto di un progetto globale.
Forse temono che la libertà di agire a livello locale scardini il loro potere e il loro controllo sui sudditi!
E questi sono i campioni del Federalismo!
Sylvi
X Sylvi 65
“E questi sono i campioni del Fede-ralismo!”
Resta il dubbio che il loro abbia un consolidato fondamento su Fede(Emilio l’ideologo dell’omologo pensiero).
Saluti
L.
Cara Sylvi,
leggo solo ora il Blog.
Per quanto riguarda D’Alema ti dico sostanzialmente quello che ne penso.
Va benissimno a dirigere una fondazione come quella Italiani-Europei, va benissimo quando parla di cosa che conosce,(e ne conosce molte).
E’ un realista della vecchia scuola,bene fa , quando invita tutti a tornare alla “sostanza” della politica.
Se parla ,normalmente non lo fa a caso.
Detto ciò , un Leader dovrebbe essere una via di mezzo,tra lui e Veltroni.
Personalmente credo che se lo avessi “come ” capo diretto , non lo sopperterei per più di mezz’ora.
D’Alema può essere utile come “consigliere del principe”, ma non come Principe.
E per tenerlo a bada è necessario avere un Principe sufficientemente forte di suo.
Credo di essermi spiegato!
Purtuttavia tutto quanto affermato , ha poco a che fare con la “POlitica”,piuttosto con i gusti miei personali.
Si , bene ha detto, in “extrema ratio”,ma spero che non si sia ancora a quel punto, poichè se si dovesse passare il “rubicone”,
allora anche il Kaiser andrebbe bene.
Allontaniamoci quindi dal rubicone , dove “il pifferaio” sta conducendo i suoi topi.
In questi giorni “il pifferaio” sta spiegando ad Obama, come guidare le sorti del pianeta.
cc
Cara Sylvi,
credo sia necessario aggiungere ancora qualcosa.
D’Alema mi sembra uno di quelli che “sempre ” ti devono spiegare la Linea”, mentre per converso ci sono quelli della “fantasia” e della creatività pura,che quando hai finito una riunione ne devi fare un’altra per capire cosa si era detto in quella precedente e intanto i giorni passano.
Spero che si riesca a trovare ancora una linea mediana credibile , che alle capacità tecniche e decisionali, unisca quel sano pizzico di Utopia che serve per “progredire.
cc
E non poteva certo mancare il commento sulla stampa-spazzatura di un altro che se ne intende di “monnezza”!
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CAPEZZONE INSERISCE ANCHE LA SARZANINI NELLA LISTA DEI CATTIVI
(Apcom) – .”Da Noemi a Patrizia, da Repubblica al Corriere, da D’Avanzo alla Sarzanini. Cambiano protagonisti, testate e firme, ma la sostanza è sempre la stessa: un mix di voci e indiscrezioni dalle procure, storie presentate o presentabili come poco chiare, e il tentativo di rimettere il Premier al centro di una situazione sgradevole”. Lo afferma Daniele Capezzone, portavoce del Popolo della Libertà:
“Da tempo – prosegue- ho descritto il “piano b” scelto da questi signori. Svanita la speranza dei soliti noti di disarcionare il Presidente del Consiglio, dalla guerra aperta si è passati alla guerriglia, ad una strategia di avvelenamento quotidiano della discussione pubblica. L’obiettivo è chiarissimo: tenere Berlusconi sulla difensiva, e costringere il Governo a dedicare l’80% delle proprie energie a reagire a vecchie e nuove accuse, inchiodando la politica italiana a questa agenda di fango”.
“Eppure – conclude Capezzone – l’ottima prova elettorale del Pdl, il naufragio del Pd e le sue guerre intestine, il successo berlusconiano dell’incontro con Obama potevano suggerire un supplemento di riflessione e una revisione di questa strategia di ostilità permamente contro Palazzo Chigi. Ma, di tutta evidenza, così non è. Ma questi signori si sbagliano, perché – com’è ormai chiaro a tutti – gli italiani non cascano in questi tranelli”.
x Pino #51
Caro Pino,
non era mia intenzione di scrivere un libro di storia o in questo caso un enciclopedia.
Mi attengo alla storia attuale, quella che stiamo vivendo.
Si’, gli US hanno usato le due bombe atomiche, ci sono arrivati prima di Hitler, mi domando se Hitler le avesse avute prima degli US su chi le avrebbe usate.
Buon pomeriggio,
Anita
per M.Tempesta n.59.
Ue Tempesta, guarda che la gnocca piace a tutti, almeno a quelli regolari. Negli affari di stato, le donnine allegre e le varie piste nevose non devono assolutamente esserci. Ma si sa, te caro Tempesta metteresti la figa a tavola come pietanza e questo non va bene. Lo so che siamo quasi un paese delle banane, ma vedi caro, noi quì al nord, un pò di dignità, un pò di decoro lo pretendiamo dai nostri governanti, non siamo come voi del sud che praticate l’omertà, che tollerate la Sacra Corona Unita, noi no, noi vogliamo la legalità per questo tra non molto con molto garbo vi saluteremo.
@ 71
Infatti è risaputo che al Nord, proprio perché non si pratica l’omertà e non si tollerano le organizzazioni criminali e si vuole la legalità (senza contare la pretesa di decoro e dignità dai governanti), la mafia non esiste, proprio come nel Meridione che fu!
gentile probabile “legaiolo ” n 71,
salutate chi, per fare cosa?
da repubblica delle banane a repubblica della Sega NORD?
caro CC,
ti ringrazio.
Ma io ritengo che nel momento attuale la sinistra riformista in Italia abbia bisogno di idee forti, di rottura ma anche possibilmente applicabili con una certa urgenza.
Come fare, ad esempio, per recuperare le anime “comuniste” e quelle “cattoliche” in un progetto di partito laico che anzichè perdere le frange, recuperi voti?
Trovo difficile mettere d’accordo Vendola e Rutelli ma i vendoliani e i rutelliani di buona volontà si può?
Coloro che rinunciando ad alcune idee radicali raccolgono lo spirito del riformismo senza un operaismo e un egualitarismo sbracato e un clericalismo indecente da instancabile baciapile?
A me piacerebbe chiedere ai tanti Serracchiani, li andrei a cercare uno per uno, che cosa intendono esattamente quando affermano: io sono democratica!
Ma tu nei vari “pensatoi” senti la trasformazione di idee cogliendo “la polpa” del passato e abbandonando le scorie?
E la domanda finale: può un sessantenne cresciuto a una certa scuola, rivoluzionare le sue strutture mentali per adeguarle a un mondo che, in sessantanni ha fatto due o tre carambole?
Non parlo di uno che ha fatto le carambole in tutta la vita da mangiapreti a baciapile e che ora forse non distingue papa Pacelli da Gramsci.
Forse può sforzarsi uno qualsiasi, che sta al di fuori, come me e te, attenti a ciò che ci succede attorno, senza pretese di fare l’ayatollah della politica!!
Ma a chi pretende di essere Principe o consigliere del Principe?
Ogni tanto sente una “scossa”, aspetta che i cani guaiscano e le galline starnazzino e osserva l’effetto che fa!!!
Forse attende che il pifferaio porti i topi al Rubicone e mentre annegano sospirerà:- io l’avevo detto!-
I primi di luglio vado a visitare le citta anseatiche; a Brema controllerò se l’asino, il cane, il gatto e il gallo hanno cacciato i ladroni e continuano a fare i musicanti!
Ti racconterò come hanno fatto!
mandi Sylvi
m
Israele: “Non aspettatevi troppo da Moussavi”
Il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha esortato a non aspettarsi troppo da Moussavi. “Qualsiasi cosa succeda – ha detto Barak – questo è un regime di ayatollah. Non ci dobbiamo far confondere da Moussavi. Queste persone sono musulmani fondamentalisti”. Barak ha poi esortato la comunità internazionale ad agire rapidamente per fermare il programma nucleare di Teheran
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“agire rapidamente” ovvero scatenare un’altra guerra.
Shalom
x Peter
come è andato l’esame di ortocultura regale anglosassone?
E’ già diventato SIR a tutti gli effetti?
Sylvi
post 71
Berlusconi non è nato a Napoli.
Nel mio lavoro professionale e nell’esperienza degli amici manufatturieri di qui, le fregature sono sempre venute da aziende del Nord. Io personalmente ho fatto ingoiare un paio di grossi rospi ad aziene multinazionali con sede in Italia: l’Agfa e la Gretag, che avevano tentato il colpo gobbo.
Milano è mandata avanti dai meridionali e vorrei stendere un velo pietoso sull’operato in alto loco di certi politici nordici.
la Lega è l’espressione del pressappochismo e dell’ignoranza di quella povera gente che ha bisogno del “papà” che dia gli ordini, senza del quale si sente persa.
per controcorrente alternata n.73
come al solito lei, anzi no, tu controcanto, pardon, controcorrente prendi lucciole per lanterne. E si che leggendoti, noto, che segui attentamente, molto bene la politica. Non è mia abitudine fare il sapientino, però tu, da consumato conoscitore di fatti e comportamenti politici, conoscendo le pendenze politiche del Sig. M. Tempesta avresti dovuto capire, interpretare al volo, ciò che intendevo con quel ” per questo tra non molto con molto garbo vi saluteremo.”
Allora, è mia e di tanti di noi ex del glorioso PCI, ora del PD, lasciare, se sarà possibile, da parte il buon Di Pietro, perchè persona non affidabile e tu lo sai il perchè. Noi vorremmo l’agregazione con il nuovo ragruppamento che tra breve si andrà a formare, quello dei vecchi compagni scissionisti, tutti e tre raggiungono un buon nove, dieci per cento.
Tutto quà, molto semplice, Ti prego non accostarmi più a quei sciagurati!!!
Mi scuso amico, se all’inizio sono stato un pò burlone sai vengo da una gioiosa scuola, scuola rossa delle feste dell’Unità.
Con simpatia porgo cari saluti.
x Peter
Io me la sono cavata bene.
Quando sono andata per l’esame di cittadinanza, non sapevo molto, avevo due piccoli e non ero quasi mai stata fuori dalla mia prigione.
L’esaminatore mi chiese se ero un attrice cinematografica e chi era il Presidente degli Stati Uniti, che allora era Dwight Eisenhower.
Era abbagliato dalla mia pulchritudine….
~~~~~~~
Mia suocera si riferiva a Dwight Eisenhower come “a-senapa”, spesso mi ricordo delle sue parole imitazione inglese. Buona notte era “finait”.
Ciao, Anita
Chiedo un favore a chiunque di buona volontà.
Tradurreste il più fedelmente possibile quella bella e commovente canzone che gli iraniani cantano nelle piazze mentre vengono manganellati?
My Schoolmate.
Grazie mille.
Sylvi
x Peter
Clean energy, dirty business:
http://www.usatoday.com/money/industries/energy/environment/2009-06-16-mexico-wind-power_N.htm?csp=DailyBriefing&POE=click-refer
Anita
xSylvi ed Anita
ho superato l’esame. Niente ‘viva ‘voce’ come quello di Anita, ma 25 domande al computer. Ogni candidato aveva il suo terminale e ID elettronica, col passaporto sul banco.
Andavo molto di fretta dato che oggi lavoravo, quindi l’ho fatto, a digiuno, nella pausa pranzo. Ho finito in circa 15 minuti, sono stato il primo ad uscire perche’ avevo fretta. Il risultato il computer l’ha rilasciato subito, e l’esaminatrice mi ha dato un foglio stampato che ho firmato. ‘There you go, you passed’.
Ora dovro’ fare domanda di cittadinanza ed allegare quel foglio (costo di libro tecnico ed esame, circa 50 sterline). Ero l’unico cittadino UE a farlo, e solo per una questione affettiva, direi. Vi era un australiano, Peter, un Serghei (credo ucraino), una signora bengalese, una bellissima nera chiamata Sandra, un indiano, ed altri che non ricordo, tutti non-UE, comunque.
Un mio amico pugliese, quando l’ha saputo, mi ha gia’ chiamato traditore della patria, ridendo. Dice che mi farebbe fucilare. Lui e’ qui da quasi 40 anni, ha mantenuto la cittadinanza italiana. Gli ho spiegato che mi terro’ il passaporto italiano, voglio anche quello britannico perche’ riflette la mia identita’ attuale ed il mio non breve ‘journey’
un saluto
Peter
x Alex,
e bravo ogni tanto ti fai risentire,…ma venire a fare la difesa
di un capezzone,….poi riscattarti facendone un’altro per gasbarri,…aggiungi pure un buonaiuti,…etc,…etc,…
Per alcuni il tempo passa invano,…
x Peter,
mi e’ sambrato di capire che conservi il passaporto italiano,…
quindi sei cittadino di due paesi….
Ma se sei un cittadino UE perche’ l’hai chiesto?
Comunque auguri,Ber
x Ber, e Peter
ma Peter ha chiesto la cittadinanza per non avere guai supplementari quando prende le multe per il destro troppo nervoso!!!
Complimenti comunque per aver mantenuto il passaporto di questo scalcinato stivale.
Potrò continuare a criticare gli inglesi?
Sylvi
La polizia inglese e’ molto educata:
Il “sir” e’ d’obbligo,
tu prendi la multa ma ti senti un “lord”,
quindi paghi volentieri.
xSylvi e Ber
grazie per gli auguri e complimenti. Come dicevo, devo ancora fare domanda. Bisogna vedere se l’accettano! la ragione principale e’ che vorrei votare alle ‘general elections’ la prossima volta. Il Labour ha bisogno anche del mio sostegno…
La multa per la famosa contravvenzione non l’ho ancora pagata! ho ammesso colpevolezza, per posta, oltre un mese fa. Ho anche allegato la mia patente britannica, nuova di zecca…e poi dicono che la giustizia italiana e’ lenta…
Peter
Oggi su Facebook, lo sfogo di una militante pugliese del PD, in risposta ad un post di Francesco Boccia. Un’analisi lucidissima della situazione generale del partito. Molto pessimista.
It’s a long way to Tipperary…it’s a long way to go.
Il PD dovrà piangere lacrime amare, prima di trovare la sua identità ed imboccare la strada giusta.
Francesco Boccia è un giovane deputato biscegliese di area Prodi che si interessa di economia, se qualcuno non dovesse conoscerlo.
Stavolta abbiamo anche un giovane biscegliese parlamentare europeo, però del PDL di provenienza ex AN.
Abbiamo anche un senatore, anch’egli ex AN.
Non è stato rieletto invece un altro nostro deputato giovane dei Comunisti Italiani, causa il crollo del Partito.
Insomma, Boccia ha… bocciato il PD. Altro che la Gelmona.
Ratzy a Mary
GLI INDIOS DELL’AMAZZONIA
SACRIFICATI ALLO SVILUPPO “CIVILE”
Mentre in Europa e in Italia si censurava lo stanco rito delle elezioni, che interessa moltissimo i partiti e i media e sempre meno i cittadini[…] nella lontana Cagua, nella regione di San Martin, Amazzonia peruviana, è passata quasi alla chetichella e nel disinteresse delle organizzazioni umanitarie, in genere così sensibili se, poniamo, in Iran uno stupratore pedofilo viene impiccato, una strage di 200 indios perpetrata dalla polizia e dall’esercito. Gli indios si battevano con archi e frecce, i governativi con le moderne armi di cui oggi ogni stato “civile” dispone.
La motivazione che il governo peruviano ha dato a questa operazione che distruggerà un altro pezzo della foresta amazzonica, uno dei pochi polmoni rimasti a un pianeta già in grave debito di ossigeno, è la solita: lo sviluppo. I nuovi investimenti porterebbero posti di lavoro, ricchezza e tutto l’ambaradan di un sistema industriale. Ha detto padre Mario Bertolini, un missionario passionista, originario di Ascoli Piceno, che vive da trent’anni da quelle parti e che si fatto portavoce delle ragioni degli indios: «Non si è mai visto. Le regioni in cui operano le multinazionali del petrolio e del legno sono quelle con i più alti tassi di miseria, malattie ed emarginazione. Il governo sta lavorando d’accordo con gli Stati Uniti per cambiare le stesse leggi peruviane che parlano di protezione della foresta e dei popoli indigeni. Il denaro sta comprando tutto».
Ma più interessanti ancora delle dichiarazioni di padre Bertolini sono le motivazioni che danno direttamente gli stessi indios: «Ammettiamo pure che questi investimenti portino ricchezza e sviluppo. Il fatto è che cambierebbero radicalmente il nostro modo di vivere, i nostri ritmi, il nostro modo di stare insieme e, insomma, la nostra vita. Agli occhi degli occidentali o dei seguaci del loro modello noi viviamo miseramente. A noi invece sta bene così. Pensiamo, al contrario, di vivere in un mondo equilibrato, in armonia con la natura che ci circonda, e non abbiamo nessuna voglia, di immergerci in un modello di sviluppo che non ci riguarda e che, ai nostri occhi, porta solo stress e infelicità».
Il presidente del Perù Alan Garcia ha tagliato corto sulla strage degli abitanti della foresta: «Quattrocentomila indios non hanno il diritto di opporsi allo sviluppo e al benessere di 30 milioni di loro connazionali». Già, ma chi dà diritto al governo peruviano di avere potestà sugli indios dell’Amazzonia? Il fatto che, in un qualche periodo del passato recente, si sono tracciate a casaccio delle linee di confine (come è avvenuto in molte zone dell’Africa e del Medio Oriente) e si è stabilito che quella parte della foresta appartiene al Perù? O ha ragione padre Mario quando a questa ragione puramente burocratica, formale, ne oppone una sostanziale: «Queste terre sono abitate dagli indigeni dall’inizio della Storia ed è a loro che appartengono».
di Massimo Fini
Fonte: http://www.massimofini.it/
Uscito su “Il gazzettino” il 12/06/2009
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La ricchezza che distrugge la felicita’ e il mondo…
La rivolta degli indios è scoppiata perché il presidente del Perù, Alan Garcia, sotto la spinta degli Stati Uniti, questi noti benefattori dell’umanità, ha garantito, nella regione di San Martin, un’area di circa 50mila chilometri quadrati, a compagnie internazionali e locali concessioni per aprire miniere, perforare il suolo in cerca di petrolio e gas, deforestare per sostituire gli alberi della selva con piante oleose destinate alla produzione di biodiesel. A quest’ultima operazione si dedicherà in particolare il gruppo Romero, gigante dell’agrobusiness.
@ Pino
E’ cosi’, la storia macina lentamente e negli ingranaggi periscono milioni. Perdere la vita non e’ solo morire. E’ anche questo stillicidio, questa tristezza quotidiana di fronte al male che si comprende, ma che non si puo’ abbattere (velocemente), e’ questa lotta infinita per sopravvivere fisicamente, professionalmente, economicamente e anche – soprattutto – psicologicamente.
Se penso che il tempo che e’ dato a ognuno di noi potrebbe essere impiegato ben diversamente e che potrebbe essere un tempo creativo, proficuo, felice e moltiplicante felicita’, sento ancora piu’ tristezza e molta, molta rabbia verso il motore del male, quella ‘ricchezza’ di cui parla l’articolo sugli indios dell’Amazzonia e che e’ una grande poverta’.
Forse sara’ un bene, in un certo senso, se un giorno l’umanita’ sara’ costretta a tornare all’eta’ della pietra. Se dovesse ricominciare tutto daccapo, forse prenderebbe la strada di uno ‘sviluppo’ ben diverso, in primo luogo morale e spirituale.
Ma temo che l’umanita’ sia un po’ come l’italiano medio: fa sempre gli stessi errori, li giustifica e se ne compiace.
Non ho parole per il video con la Brambilla.
Ma notate il ragazzino al centro con maglia nera e grande teschio dipinto in prima fila!
http://tv.repubblica.it/copertina/il-saluto-romano-della-brambilla/33966?video
E’ evidentemente la nuova” educazione”che avanza!
Non è vero Sylvi!
x FOX #91
L’unica cosa che mi secca e’ il suo bias, gli Stati Uniti sono colpevoli di tutto.
In Peru’ ed Amazzonia ci sono compagnie e ditte da mezzo mondo, ci sono 685 multinazionali.
About the Foreign Companies in Peru Yearbook and CD-Rom 2009
The Foreign Companies in Peru database features 2213 fully researched, senior executive contacts and top decision makers at 685 multinational companies in Peru, with investments including American, British, French, German, Japanese, Australian, Italian, Swiss, Belgian, Indian, Spanish, Swedish, Finnish, Norwegian, Danish and Dutch companies trading in Peru, plus comprehensive details of overseas parent head offices.
This 2009 company database was meticulously researched by appointed research teams in Peru and in London and published in Q3 2008 by award-winning publisher, Business Monitor International.
Each Company profile in the Foreign Companies in Peru Yearbook and CD-Rom includes:
Full company name and address
Telephone, fax, email and website address
Senior contact personnel – Chairman, CEO, President, Finance Director, Marketing/Sales Director, Operations Director, Business Development Director
Full description of company activity – main products manufactured and/or services provided
Local company profile – number of employees, date of company establishment and (where available) sales turnover
Nationality – countries represented from all over the world, including European, Asian, American, African and Middle Eastern companies doing business in Peru
Ownership status and parentage – identification of local company plus name and location of parent or associated company.
http://www.businessmonitor.com/peru_yb.html
L’articolo e’ lunghissimo, i primi sfruttatori sono le nazioni vicine.
Anita
Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza, il premier sarebbe l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile.
Niccolò Ghedini, deputato Pdl e avvocato di Berlusconi.
caro CC,
la Brambilla prima la mano sul cuore come gli americani, poi il saluto romano-fascista, (non me ne intendo) ma pare che non se ne intenda nemmeno lei, la miracolata ministra che ha sbaragliato un esercito, forse due di “aspiranti”!!!
Io, anche in tempi “carbonari” imposti dalla sinistra, ho sempre insegnato ” Fratelli d’Italia” in piedi, composti, compresi i Testimoni di Geova che dicevano sempre no a tutto!
Era lezione di Storia!
Nel filmato non si vede il comportamento dei ragazzini, ma già che hai dei capelli fluenti, anzichè dal barbiere, vai da una parrucchiera che ha clienti giovani mamme , eh eh, e ascolta che dicono dei loro pargoli, degli insegnanti e della scuola.!!!
La maglietta?
minidialogo:
– mamma voglio quella maglietta , perchè è più bella di quella di Pierino.
– Se ti piace, tesoro, te la compro subito, così fai rabbia a Pierino!
Indovinello: quali sono i genitori che vanno dai prof. a dire-
– se nostro figlio si comporta male la prego di darcene comunicazione sul libretto che provvederemo…????-
Ma i genitori dei ragazzi beneducati, naturalmente!!!
Buonagiornata
Sylvi
xVox ed Anita
l’Independent dedica un articolo (ieri) alla vicenda degli indios peruviani. Dice che il primo ministro del Peru’ (Y. Simon) si e’ dimesso a sorpresa per gli scontri. Ed e’ il secondo ministro a dimettersi dopo C. Vildoso. Il movimento degli indios e’ furioso e fa sentire la sua voce. La vicenda e’ osservata dal gruppo di pressione ‘Survival International’, con base a Londra. L’oggetto del contendere, come dice Vox, e’ la nuova legge che darebbe concessioni alle multinazionali su 67 milioni di ettari di foresta pluviale. Duemila indios armati di machetes e lance hanno bloccato la strada per Bagua Grande (una cittadina rurale), e la polizia ha aperto il fuoco, pare che centinaia di indios manchino ora all’appello. Il leader nazionale degli indios peruviani (A. Pizango) e’ rifugiato a Lima all’ambasciata del Nicaragua.
Beh, mi pare che la stampa occidentale dia ampio spazio alla vicenda, se non altro. Dice anche che i negoziati tra governo ed indios andavano avanti da mesi. Un primo ministro ed un ministro si sono gia’ dimessi per via degli scontri. Sarebbe lecito dedurre che la legge sullo sfruttamento della rainforest verra’ revocata, o almeno cosi’ spero. Mi fa anche piacere che gli indios amazzonici appaiono ben organizzati, coordinati ed agguerriti contro la distruzione della loro (e nostra) foresta pluviale…
Peter
leggo sempre sull’Independent che J. Carter, ex-presidente US, ora 84enne, si e’ recato a Gaza. Ha condannato duramente il blocco israeliano intorno a Gaza, e il bombardamento di Gaza di gennaio. Ha parlato per tre ore col leader di Hamas e fara’ rapporto a Obama. Carter fa pressione per permettere l’ingresso a Gaza di materiali di costruzione ed altra roba (50.000 edifici vennero distrutti a gennaio). Ad una delegazione americana e’ stato recentemente vietato dagli israeliani di portare giocattoli, matite e quaderni ai bambini di Gaza, il materiale era ‘un rischio per la sicurezza’
Peter
mi sa che mi devo abbonare all’Independent, e’ una fonte di infomazioni….
Articolo su Teheran, fiamme, scontri, polizia che spara e manganella…
Viene anche spiegato come e’ gestito il potere in Iran.
Il leader supremo, come diceva Pino, e’ l’ayatollah Khamenei, che non si vede quasi mai in pubblico. Vi e’ poi il ‘consiglio dei guardiani’, nominato dal leader supremo e dal parlamento. Sono dodici membri, con potere di veto su candidati ed elezioni (ultraconservatori, sharia law, etc). Il consiglio dei guardiani ha consentito ad una riconta parziale dei risultati elettorali.
Vi e’ poi l’assemblea degli esperti (un corpo ‘laico’ che si riunisce due volte l’anno), che nomina il leader supremo ed ha, in teoria, il potere di licenziarlo. Il suo leader e’ un moderato che si e’ talvolta opposto ad Amadhin….come si chiama.
Il parlamento: 290 membri. Ha essenzialmente funzioni di controllo, ma e’ pesantemente controllato dal consiglio dei guardiani e dal leader supremo.
L’esercito e’ stretto alleato del leader supremo. la sua struttura gerarchica e’ molto opaca (ovvero non-trasparente…).
La guardia rivoluzionaria: risponde al presidente ed al leader supremo. Il suo comandante e’ un ultraconservatore, al quale non piace il presidente in carica (mi chiedo quale chance abbia mai avuto Moussavi, allora…). La g.r. e’, sembra, responsabile delle morti in strada di lunedi’.
Infine, il presidente: il quale ‘deferisce’ al leader supremo. Non puo’ stare in carica per piu’ di due mandati consecutivi (mentre il leader supremo non e’ eletto, ed e’ eterno…).
In sostanza, un sistema labirintico, dice il giornale
Peter