“Aprite le porte”, un appello di 56 Premi Nobel e 202 eurodeputati contro il blocco di Gaza

“Aprite le porte”, un appello di 56 Premi Nobel e 202 eurodeputati contro il blocco di Gaza
56 Premi Nobel, 202 eurodeputati, ma anche Michel Rocard, Yasmina Khadra, Martin Gray, Noam Chomsky… firmano l’appello “Aprite le porte” per chiedere che sia definitivamente tolto l’assedio a Gaza.

Nella striscia di Gaza, su una lista di 4000 “prodotti autorizzati” da Israele (prima dell’assedio imposto nel giugno 2007), oggi ne sono tollerati solo da 30 a 40, ed un milione e mezzo di persone restano imprigionate, sottoposte all’arbitrio più totale. E senza che il cuore di Obama si spezzi neppure un po’…..
Libri, dischi, vestiti, tessuti, scarpe, aghi, lampadine elettriche, candele, fiammiferi, strumenti musicali, bandiere, coperte, materassi, tazze, bicchieri… sono vietati e non possono essere introdotti se non attraverso i fragili tunnel che collegano la striscia all’Egitto, bersagli di bombardamenti ripetuti. Nel 2008 più di 50 persone sono morte in questi tunnel, a causa di crolli. Nessuno dei materiali necessari per la ricostruzione (cemento, porte, vetri, finestre…) è autorizzato, dopo gli spaventosi bombardamenti del dicembre 2008 – gennaio 2009. Il tè, il caffè, la semola restano vietati (cfr, inchiesta di Amira Hass “Israel bans books, music and cloche from enetring Gaza, Haaretz, 17 maggio 2009).
56 Premi Nobel, tra cui 10 Nobel per la pace, 202 membri del Parlamento Europeo (2004-2009), oltre ad altre personalità, partecipano con la ONG Peace Lines alla campagna “Aprite le porte”, perché sia definitivamente tolto l’assedio a Gaza, e per una serie di scarcerazioni, secondo criteri umanitari e giuridici.
Noi chiediamo a tutti i dirigenti politici ed ai membri del nuovo Parlamento Europeo, di fare tutto il possibile perché si giunga a queste scarcerazioni – tra le quali quella del sergente Shalit e dell’ex ministro dell’educazione Al Shaer, riarrestato il 19 marzo, in violazione del diritto internazionale.
L’Europa e l’Union pour la Méditerranée non possono continuare a tollerare ai propri confini simili condizioni di privazione e di soffocamento.

L’appello “Aprite le porte”
Israele deve porre fine al blocco di Gaza, a tutte le carneficine, e permettere a Gaza di aprirsi al mondo, in modo da rendere possibile una economia vitale.
I Palestinesi devono porre fine a tutti gli attacchi di razzi su Israele e sugli israeliani.
Gli esseri umani non sono moneta di scambio.
Il Palestinesi devono liberare il sergente Shalit, che tengono prigioniero da quasi tre anni.
Gli israeliani, che detengono più di diecimila persone nelle loro prigioni, devono liberare un numero significativo di donne prigioniere, di malati, quelli più anziani, alla scadenza di lunghe condanne, oltre ai prigionieri in detenzione amministrativa, ivi compresi tutti i membri eletti del Parlamento palestinese.
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