Per Neda sì, per gli indios e gli afgani no: il cuore di Obama si spezza solo quando gli fa comodo? Da Minzolini alla Chiesa, tutti a lucrare sui silenzi attorno al Silviogate. Ma un Paese civile non può avere, senza gravi danni, come capo del governo un uomo fissato da sempre contro la magistratura e ora anche contro i giornali
Il presidente degli Stati Uniti Obama ci ha tenuto a dichiarare che “la morte di Neda mi ha spezzato il cuore”. Come sappiamo, Neda è la ragazza purtroppo morta a Teheran nel corso delle manifestazioni di protesta per il risultato elettorale, manifestazioni alle quali la stampa occidentale da un enorme risalto. A me ha spezzato il cuore anche l’uccisione di decine e decine di indios peruviani tra le migliaia che protestavano in permanenza dal 9 aprile contro due decreti sulle concessioni petrolifere e minerarie che di fatto cacciava ancora una volta i 65 popoli indigeni peruviani dalla foresta amazonica e in particolare dalle loro terre considerate sacre. Non depone a favore di Obama che di quelle decine di morti ammazzati non conosca neppure un nome e non abbia quindi citato il massacro. Certo, non gli si chiede di sapere – e del resto lo si ignora anche da parte di molta stampa nostrana – che la svolta nella rivolta degli indios è avvenuta dopo le dichiarazioni del missionario italiano, Mario Bertolini, da 31 anni al fianco degli indios, però potrebbe magari interessarsi del fatto che Bertolini a quanto pare sta per essere processato con l’accusa di averli istigati alla rivolta. Il problema è che alla Casa Bianca, come al numero 10 di Downing Street o a palazzo Chigi, degli indios e dei deboli in genere non frega assolutamente nulla, come del resto è noto da sempre, se non ci servono per esercitare il potere o almeno una forte pressione sui loro Paesi per ricavarne un qualche privilegio commerciale, che si tratti di petrolio, oro, rame, uranio, ecc. Continua a leggere →