L’Iran, antichissimo ombelico del mondo. Compreso il nostro. L’Iran, che quando le atomiche voleva farle davvero lo scià gli abbiamo venduto 12 centrali nucleari e il formidabile Dipartimento di Ingegneria Nucleare del MIT, mentre ora vogliamo impedire anche il solo nucleare civile! L’Iran, la cui gioventù soprattutto femminile è una pentola a pressione ormai inarrestabile
Quando varie settimane prima di Pasqua ho visto nella posta elettronica l’e-mail giratami da un collega che parlava di un viaggio in Iran organizzato dal Gruppo cronisti lombardi non credevo ai miei occhi: l’itinerario benché di soli 6 giorni pieni e due di fatto di solo viaggio aereo prevedeva visite a Persepolis, Pasargade, Naqsh-e-Rostam, all’Iran Bastan di Shiraz e a luoghi dello zoroastrismo. Tutte cose che da tempo sognavo di vedere e che mai avrei creduto di poter vedere dato che l’Iran viene costantemente dipinto come un postaccio dove impiccano la gente per strada, quando non la lapidano o non la mutilano col taglio della mano e altre simili prelibatezze, e dove le donne sono una specie di soprammobile alla mercé del capriccio maschile o peggio ancora clericale. Il programma di viaggio mi pareva irreale anche perché, oltre a condensare il meglio del meglio riguardo le origini delle umane civiltà, elencava una sfilza impressionante di visite alle più belle moschee del mondo islamico, cosa molto strana visto che ci viene raccontato da mane a sera che noi infedeli nelle moschee non ci possiamo mettere piede pena il linciaggio o qualcosa di simile. E anzi, come se il programma fosse stato scritto da un marziano del tutto all’oscuro della “realtà iraniana”, erano previsti perfino incontri con la comunità cristiana, ebraica e zoroastriana.
Peccato solo che non era prevista una visita anche a Susa, oggi Shush, nell’antico Elam, dove ben 6.000 anni fa è nata la scrittura, vale a dire il linguaggio scritto. Forse la scrittura era già nata nella vicina Mesopotamia, con il linguaggio detto di Uruk IV, ma è nell’iranica Susa che sono meglio documentati il suo esordio come segni di pura e semplice registrazione delle tasse dovute al Palazzo e al Tempio e il suo lungo cammino per diventare quel rivoluzionario e insostituibile mezzo di comunicazione che ancora oggi utilizziamo e continuamente miglioriamo. Se si è stati a Susa e si sono visti i primi vagiti del linguaggio scritto si può poi meglio capire in pieno anche il rivoluzionario passaggio dalle scritture con alfabeto sillabico a quelle con alfabeto consonantico. Passaggio rivoluzionario perché se le prime annotano il linguaggio dal punto di vista della parola ascoltata, cioè quasi una registrazione passiva dei nomi dell’esistente, le seconde – vale a dire i linguaggi espressi man mano con gli alfabeti fenicio, ebraico, aramaico, nabateo, arabo, antico persiano, dell’India e infine greco – hanno invece permesso il passaggio decisivo e dirompente alla annotazione scritta dei suoni dal punto di vista del soggetto parlante. Le prime avevano cioè al centro il mondo, la natura data, con i nomi “naturali” e quindi preesistenti delle cose, oppure – il che era in pratica più o meno la stessa cosa – i testi scritti delle leggi e delle dediche sacre, che bisognava solo saper leggere, ascoltare, con atteggiamento di fatto solo passivo. Le seconde hanno invece permesso di mettere al centro l’uomo, fornendogli la possibilità di creare ed esprimere i suoi pensieri: le parole sono così diventate gli stampi nei quali noi umani coliamo il nostro pensiero per poterlo rendere comprensibile a noi stessi e ai nostri interlocutori. Pensare, infatti, non significa altro che pensare parole: non possiamo pensare se non tramite le parole.
Se si è stati a Susa è poi più facile comprendere il misterioso e affascinante comparire – a un certo punto della Storia umana – delle vocali, vale a dire della “vocalizzazione” delle parole. La vocalizzazione è infatti affare che riguarda solo Dio, tant’è che solo gli ebrei masoreti qualche millennio dopo si sono azzardati a riscrivere l’intera bibbia notando in ogni parola anche tutte le vocali oltre alla consonanti, novità però rapidamente dimenticata…. Perché, appunto, la vocalizzazione è solo faccenda che riguarda Dio: che ha creato l’uomo “vocalizzandolo”, cioè alitandogli sul volto modellato con la creta. Inserire le vocali nelle parole prima fatte solo di consonanti equivale ad alitare in esse l’armonia della chiarezza e della impossibilità di equivoci nella loro interpretazione.
Ho così deciso di partecipare al viaggio, ma con una punta di allarme: probabilmente in Iran avrei avuto vari fastidi, dal momento che non sono il tipo che subisce in silenzio né che ama vedere per strada scene di violenza sia pure “giusta” e “legale”. I miei familiari erano decisamente contrari che io partissi: “Ma come? Proprio tu vai a fare il turista in un Paese dove impiccano e lapidano la gente in piazza!?”. D’altro canto le autorità iraniane hanno tirato molto per le lunghe la possibilità che il viaggio si facesse o no. Poiché gli organizzatori del Gruppo cronisti lombardi hanno deciso di chiedere il (più costoso) visto giornalistico anziché solo quello turistico, per evitare che se fossimo entrati come turisti potessero poi rimproverarci che in realtà eravamo entrati come giornalisti, nell’ambasciata iraniana a Roma sono rimasti comprensibilmente perplessi: che ci andavano a fare una ventina di giornalisti in Iran a poche settimane dalle elezioni presidenziali? Possibile che un intero gruppo di giornalisti volesse entrare solo per fare del turismo? E’ così che l’incertezza sulla concessione dei visti si è protratta in modo esasperante per oltre un mese, con man mano le richieste più strane: mentre in Marocco ero sulle dune al confine con l’Algeria sulla groppa di un cammello mi è arrivata l’ennesima telefonata che chiedeva anche la fotocopia della tessera di giornalista o il suo originale…..
A un certo punto, a pochissimi giorni dalla data della partenza, ci è stato detto che dovevamo chiedere anche il pass giornalistico, una tesserina che ci avrebbe permesso di poterci muovere come giornalisti per l’intera settimana del viaggio: altri 450 dollari a testa! Avevo finalmente la scusa per dire “No, adesso basta! Allora non parto”, quando il mio interlocutore ha aggiunto che date le proteste anche dell’agenzia turistica le autorità iraniane ci avrebbero fatto pagare solo 100 euro a testa anziché i normali 450 dollari.
E’ così che mi sono ritrovato all’aeroporto di Teheran con un gruppetto di colleghi e colleghe che prima non conoscevo, accolti da Reza, un iraniano calvo che parla in italiano. Le sorprese sono iniziate subito, già all’aeroporto. Tra gli enormi tabelloni luminosi pubblicitari ne spicca uno di una notissima “griffe” italiana di abbigliamento che nulla ha a che vedere con la tanto temuta severità islamica. Al controllo passaporti e alla dogana inoltre nessuno ci ha “filato”, siamo cioè passati senza intoppi né interrogatori. M’è venuto in mente che all’aeroporto di New York mi avevano anche infilato un dito su una macchinetta, credo per prendermi le impronte, e hanno chiesto insistentemente a mia figlia se io fossi davvero suo padre. Per non dire dell’aeroporto di Tel Aviv, dove la mia collega de L’espresso Barbara Schiavulli anche di recente è stata interrogata con pignoleria prima che si decidessero a farla passare, lei che a Gerusalemme ci ha anche vissuto, per non dire dell’ex arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, che è stato torchiato per ore con la minaccia di non lasciarlo entrare e rispedirlo invece in Italia, lui che a Gerusalemme ha scelto di andare a viverci anziché puntare ad andare in Vaticano come papa.
Fuori dell’aeroporto ci prende in consegna un altro Reza, niente affatto calvo e piuttosto ciarliero, che parla italiano e sarà la nostra guida per tutta la durata del viaggio. Nella trentina di chilometri che ci separano dall’albergo il traffico caotico, al confronto del quale quello di Napoli e Palermo sono roba da educande, chiarisce subito che Teheran, un ammasso piuttosto informe di 70 chilometri per 50, capitale e maggior polo industriale del Paese, conta ben 17 milioni di abitanti ed è cresciuta troppo in fretta dall’iniziale villaggio di poche migliaia di abitanti sito su un altopiano ai piedi della catena montuosa Elburz, visibile sullo sfondo. Teheran significa “Andare verso il basso”, perché per raggiungerla dai monti circostanti si deve scendere fino ai suoi 1.600-1.700 metri sul livello del mare. I semafori hanno tutti un grande orologio che segna a ritroso quanto manca alla fine del colore in atto, rosso o verde o giallo che sia, in modo che gli automobilisti in colonna possono regolarsi, magari evitando di tenere inutilmente accesi i motori per troppo tempo. La durata media del rosso e del verde è infatti di 30 secondi, durante i quali c’è poco da “sgommare”.
Quello che lascia sbigottiti è che a quanto pare nessuno sa cosa sia la precedenza, la auto ti tagliano la strada sia da destra che da sinistra, gli stop sono virtuali, le frecce forse le usano solo per giocare agli indiani, ma certo non per segnalare lo spostarsi di corsia o il girare a destra o a sinistra. I cantieri della nuova enorme metropolitana sventrano quasi ovunque le strade, a volte sembrano lunghe ferite aperte e altre volte lunghe cicatrici già indurite ma ineliminabili, in ogni caso la nuova linea subway appare chiaramente come l’unica ancora di salvezza per disintasare le budella della metropoli intasate e ubriache di automezzi. Si spera sia un’ancora di salvezza anche contro l’inquinamento: dalla mia stanza d’albergo al 15esimo piano vedo un immenso brulicare di palazzi scalcinati, privi di qualunque fascino, quasi tutti con l’aria di eterna costruzione mai terminata, una sorta di calabrese Isola Capo Rizzuto moltiplicata per un milione, ma tutti immersi in qualcosa che mi ricorda la nebbia in val Padana ed è invece solo smog.
E’ il giorno dopo, al museo archeologico nazionale Iran Bastan, che vengo improvvisamente risucchiato indietro di millenni e comincio a capire che l’altipiano iranico è stato l’inizio di tutto, non solo della scrittura. E che la Via della Seta è stata per millenni il cordone ombelicale che ha nutrito di mercanzie, odori, sapori, delizie, di beni di prima necessità e di lusso vertiginoso, di religioni e di saperi di vario tipo quell’Occidente che sarebbe poi diventato Europa. Non ricordo il nome dello studioso, mi pare fosse russo, che ha appurato come TUTTE le varietà di frumento che ci hanno nutrito nel corso dei millenni siano nate nell’area proprio della Via della Seta. Da qui ci sono arrivati anche quelle delizie e meraviglie chiamate fichi e arance, quest’ultime provenienti dall’India dove l’hanno chiamate arance perché questa parola significa “frutti preferiti dall’elefante”. L’incanto si compie davanti a un bassorilievo di marmo nero portato via mi pare da Persepolis: si vedono distintamente il Gran Re assiso sul trono che riceve dei dignitari e questi in piedi davanti a lui che lo riveriscono. O meglio: che lo adorano. L’adorazione, come dice l’etimologia stessa della parola, che viene da “ad oras”, cioè “dalla bocca”, altro non era che un saluto fatto con la mano spostandola più volte dalla bocca in direzione del sovrano, che non poteva assolutamente essere avvicinato troppo e tanto meno toccato, insomma un modo simbolico di mandargli con la mano le parole del saluto. Un gesto simile al nostro lanciare baci con le mani quando per esempio si saluta una persona cara alla partenza del treno. E dietro il dignitario “adorante” si vedono distintamente altre due persone che recano ognuna una piccola sacca con un dono particolare, molto particolare, che verrà poi bruciato nei due piccoli bracieri bene in vista siti tra il dignitario in visita e il Gran Re. Il dono altro non è che incenso, da millenni misteriosa forma di grande riverenza verso la divinità, tanto che anche tra i romani era convinzione comune che le preghiere rivolte agli Dei sarebbero state sicuramente a loro più gradite e quindi da loro più facilmente esaudite se accompagnate dai fumi dell’incenso.
Il bassorilievo di marmo nero portato via da Persepolis mi rivela quindi di colpo che già esistevano da tempo immemore quei rituali che la Chiesa di Roma, dopo avere inutilmente tentato a lungo di sradicarli, ha finito col fare propri, quali l’adorazione e l’uso dell’incenso nel corso della messa e di altre cerimonie religiose. Sono cioè nate qui, in Iran o se preferite nell’antica Persia, usanze che ancora oggi fanno parte della nostra vita, anzi del nostro dna. Nell’Iran Bastan vedo che sono nati qui perfino gli orecchini, portati già dai dignitari, e perfino i baffi a punta, quelli stile Zorro per intenderci, che vedo sul viso incredibilmente moderno di un baldo principe partico dal sorriso fiero, sicuro di sé, sicuro di far colpo, un giovane che scoppia di salute e pur essendo un gigante di marmo pare stia proprio venendo verso di me, come verso qualunque altro visitatore che lo guardi. Effetto strabiliante. Anche per via del copricapo, da turista inglese che si ripara dal sole difendendo in particolare la nuca.
Ma chiarisce tutto molto meglio il trovarmi davanti ad antiche rappresentazioni dei simboli di Zoroastro, il famoso uccello con le due ali spiegate e tre ordini di penne nella coda che pare pilotato da un anziano con la barba che stringe tra le mani una specie di volante. Le due ali rappresentano il bene e il male, i tre ordini di penne della coda rappresentano i tre principi cardine della religione di Zoroastro: pensare bene, parlare bene, agire bene.
Come si vede, si tratta del condensato di qualunque altro monoteismo nato successivamente, dall’ebraismo all’islam passando per il cristianesimo. Quello che sembra un piccolo volante è invece l’anello della legittimità, consegnato dal sacerdote al Gran Re al momento della sua investitura: con la sua forma circolare l’anello simboleggia il fatto che per quanto ci si dia da fare torniamo sempre ciclicamente al punto di partenza, non esiste per nessuno, neppure per il Gran Re, un punto di fuga permanente, motivo per cui conviene essere onesti: conviene cioè “pensare bene, parlare bene, agire bene”. E l’anello lo usiamo ancora oggi anche nel matrimonio, con lo scambio delle fedi, cioè della fiducia e legittimità reciproca degli sposi.
Lo zoroastrismo sopravvive ancora in Iran, donde si dirama un po’ nel mondo, con qualche decina di migliaia di credenti che hanno diritto, come i cristiani e gli ebrei, a proprie scuole e a propri rappresentanti in parlamento. Ma lo zoroastrismo rimanda alla religione mitraica, vale a dire al culto solare del dio Mitra, arrivato dai Veda dell’India assieme al suo bellissimo libro “sacro” Avesta, culto talmente radicato anche a Roma che la Chiesa ne ha copiato quasi tutto: dal nome “messa” al copricapo chiamato ancora oggi “mitria”, dal pasto comune diventato il sacramento della comunione alla ricorrenza del Natale il 25 dicembre, da tempo immemorabile il “dies natalis solis invicti”: vale a dire, il giorno in cui, dopo i tre giorni di “morte” col solstizio d’inverno del 21 dicembre, il sole ogni anno riprende a salire, cioè rinasce, dal punto più basso della sua traiettoria celeste. I primi a portare il mitraismo a Roma furono i soldati di Pompeo reduci dalla campagna contro i pirati dell’Illiria, ma a portarlo in grande stile fu l’imperatore Settimio Severo, che sposò Giulia, nata dalla stirpe dei sacerdoti del dio Sole di Emesa, in Siria, odierna Homs. Poi l’imperatore Aureliano rese il mitraismo ancora più grande e diffuso: ispirandosi alla festa che si svolgeva nella città di Emesa e che cadeva il 25 dicembre, il 25 dicembre dell’anno 274 d. C. istituì addirittura il “Dies Natalis Solis Invicti”. Da Emesa proveniva anche l’imperatore Eliogabalo, noto anche come Marco Aurelio Antonino, che – sacerdote di quel culto – lo rafforzò sostituendo nel pantheon capitolino Giove con Mitra. Era di fede mitraica lo stesso Costantino, l’imperatore che “sdoganò” il cristianesimo e che non è certo sia mai stato battezzato. Quando Teodosio mise fuori legge tutte le religioni pagane passando alla Chiesa tutti i loro templi (molte chiese a Roma sorgono sui resti di basiliche mitraiche, compresa la stessa basilica di S. Pietro), la Chiesa con grande disinvoltura non farà altro che impadronirsi anche del già esistente Natale del 25 dicembre facendo finta che in quel giorno sia nato Gesù Cristo!
E’ stato del resto Ciro il Grande ad abolire per primo nella Storia del mondo la schiavitù, precorrendo i tempi di qualche millennio, e a permettere che se ne tornassero a casa quelle parti di popolazioni sottomesse che una 70ina di anni prima erano state spostate d’autorità per meglio amalgamare l’impero. Tra gli altri Ciro permise perciò il rimpatrio degli ebrei da Babilonia, e proprio questi esuli – come fa rilevare lo studioso Gianni Liverani – saranno gli unici a legarsela al dito, a fare di quei 70 anni una lamentazione che dura ancora oggi e, liberati da Ciro, a tornate a casa col dente talmente avvelenato con chi in patria durante quei 70 anni di loro assenza aveva accettato l’insediamento di “stranieri” da scrivere le parti più “dure e pure”, cioè meno accettabili, della bibbia, quelle a base di genocidi e simili orrori “ordinati da Dio” (!), strani concetti la cui influenza dura ancora oggi. Il profeta Daniele visse anche lui a Babilonia, pare come interprete dei sogni, e anche lui portò in patria le influenze dello zoroastrismo incorporate nel monoteismo biblico. Il cortocircuito tra la antichità “locale” di queste terre, la realtà odierna e anzi l’attualità più incalzante del nostro mondo esiste ancora, e con pericolo di altri incendi….
Ecco perché ritrovarsi davanti a certi antichissimi reperti e simboli in Iran significa ritrovarsi di colpo e inaspettatamente immersi nel liquido amniotico che ha partorito anche la nostra civiltà e la nostra stessa religione, cioè la nostra identità. Osservare da vicino certe cose significa osservare da vicino il nostro dna… L’effetto non può essere che stravolgente e di massimo incantamento. M’è piombata addosso una lunga serie di sorprese che non mi aspettavo: io, giornalista e maniaco della parola scritta, volevo solo vedere da vicino la nascita della scrittura! Mi trovo invece sommerso da una valanga di altre delizie.
Queste terre inoltre hanno fatto parte di quei regni ellenistici che, specie dopo le conquiste di Alessandro Magno, hanno visto lo spirito speculativo dei greci incontrare la enorme massa di nozioni pratiche di matematica, geometria, chimica, astronomia, ecc., esistente da millenni nell’area comprendente l’Egitto, la Mesopotamia, la Caldea, l’Iran, ecc., e dare così vita allo spirito scientifico e alle scienze, beni e conquiste da noi ereditate ma ignorate per 2.000 anni – ai romani che conquistarono quei regni le scienze non interessavano, tanto meno alla Chiesa che in seguito prese il posto dei romani – finché nella Spagna araba, dopo la cacciata dei musulmani, non furono scoperte le migliaia di libri salvati e tradotti tanto dai bizantini quanto dagli arabi nelle terre che erano state dei regni ellenistici. E’ stato il ritrovamento di quei libri che – oltre a farci scoprire Aristotele e perfino Omero – ha innescato le rivoluzioni dei vari Newton, Galilei, Copernico, Leonardo da Vinci, ecc. I greci, dispersi con una sorta di diaspora marina su centinaia e centinaia di isole e polis per conservare l’unità identitaria greca hanno affinato al massimo la capacità di estrarre dal particolare il tratto comune, universale: un modo per trarre dal particolare delle centinaia di isole e polis, spesso in lotta tra loro, il tratto comune e universale dell’identità greca. E’ stata questa capacità di estrazione, e quindi di astrazione, che una volta applicata alla enorme massa di conoscenze pratiche egizie, mesopotamiche, iraniche, ecc., ha permesso di creare le scienze, quelle che noi ancora oggi conosciamo e utilizziamo.
Se questi sono i pensieri che cominciano a darmi le vertigini, rendendomi per i primi giorni un compagno di viaggio piuttosto muto, quasi assente, in strada i pensieri sono ben altri. Non solo non vedo da nessuna parte impiccagioni né lapidazioni, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovare neppure una persona cui sia stata mozzata una mano o un piede. Se il taglio delle mani e dei piedi fosse praticato in Iran come si usa dire sui nostri mass media, in strada ci sarebbero e si vedrebbero dei mutilati, né più e né meno come per molti anni dopo la seconda guerra mondiale era cosa comune vedere in tutta Italia non solo i reduci tornati storpi e mutilati dal fronte, ma anche donne, vecchi e ragazzini mutilati da bombe e proiettili vari. E poi c’è sempre questa strana faccenda che siamo liberi di andare dove ci pare, parlare con chi ci pare e fare le domande che più ci aggradano a chi più ci pare e piace. Ma la cosa più strana di tutte è l’accorrere a frotte di gruppi di ragazze desiderose di parlare con noi, di farsi fotografare, sempre allegre, sorridenti e disponibili, a Shiraz addirittura un po’ sfacciate, cosa che alla mia età può creare qualche imbarazzo: “Scusate, ragazze, ma a parlare con noi occidentali non rischiate le frustare e la galera?”. Coro di risate, come se avessimo raccontato una barzelletta.
La vitalità e la modernità delle ragazze iraniane irrompe fino a ridicolizzare lo spolverino nero e il velo nero che, anche se può essere di qualunque colore o fantasia di colori, quasi tutte indossano, come un esercito di fantasmini o suorine animate da moto perpetuo a mo’ di argento vivo, gocce di mercurio allegre e imprendibili. Lo spolverino e il velo sono obbligatori per legge quando una donna esce di casa, ma ormai le giovani – che comunque indossano sempre i jeans, per giunta attillati, lo hanno reso una specie di variante dell’abbigliamento stile Liu Jo delle nostre liceali: spolverini attillati, avvolgenti, con cintura o fusciacca o lacciuoli strategici ad altezza “giusta”, il cui effetto di sex appeal è evidente anche a un cieco. In più, siccome il viso è l’unica parte del corpo che una donna può mostrare in pubblico, tutte lo esibiscono truccato alla perfezione, sorridente, luminoso e perfetto, con gli occhi e lo sguardo che dicono molto di più del nostro andare sbracate in giro con mezzo sedere e le falde del monte di Venere in bella vista. Non manca chi esibisce ciuffi di capelli ribelli e a volte colorati artificialmente che fuoriescono orgogliosamente dal velo come una sfida al mondo: ogni volta ci guardiamo attorno preoccupati, certi di vedere piombare i Guardiani della Morale armati di frusta… invece niente!
Le donne vestite di nero o comunque intabarrate per legge ci fanno istintivamente pena, però quando lo scià Reza Pahlevi per occidentalizzare l’Iran ne proibì l’uso furono pochissime quelle che obbedirono. E’ evidente che, per quanto ci possa parere incredibile, questa faccenda del velo deve avere a che vedere con l’identità nazionale. In definitiva le nostre nonne portavano spesso anch’esse il velo e fino al secondo dopoguerra anche la veletta: coprire anche il volto, lasciandolo intravedere sotto la rete della veletta, era considerato un elemento di seduzione, non certo di oppressione. E’ così anche in Iran? Sì e no? Sì perché è evidente che l’uso in realtà non impaccia nessuna e non impedisce niente. No perché quando le mie colleghe chiedono ad alcune ragazze di Teheran dove possono comprare un velo nero si sentono spesso dire: “Ma come!? Noi ce lo vogliamo togliere e voi invece ve lo volete mettere!?”.
Come che sia, quello che colpisce delle ragazze è che hanno tutte, oltre ai jeans all’ultima moda, le stesse scarpe sportive e la mania del telefonino delle nostre ragazze. L’unica differenza è che qui le scarpe, sportive o sportivissime, le portano – sia le ragazze che i ragazzi – allacciate anziché slacciate come si usa da noi. L’impressione è che la massa di ragazze, in un Paese dove le donne sono molte di più degli uomini e costituiscono il 70 per cento della popolazione studentesca, sia una sorta di pentola a pressione, di bomba a tempo che prima o poi farà crollare il regime clericale o lo costringerà a forti riforme e migliorie. “Siamo un Paese civile, colto, con una storia antichissima, non meritiamo questo regime”, affermano molti giovani e molte giovani. A giudicare da quel che si vede ovunque, il regime ha chiaramente rinunciato, posto che ci abbia mai pensato, a livellare la massa femminile in senso tristanzuolo. Le elezioni presidenziali vedranno quasi certamente il ballottaggio tra il conservatore Ahmadinejad e il riformista Moussavi, ma è probabile vinca il primo. Se vince, in molti danno per scontato che farà una serie di riforme liberalizzatrici, per quanto possa parere incredibile: una volta certo di avere il potere saldamente in mano, il clero riprenderà almeno parte del programma del progressista Katami, che non è stato rieletto perché battuto da Ahmadinejad grazie alla infelice decisione di George W. Bush di inventarsi l’Asse del Male, con l’Iran membro eminente, offendendo così ancora una volta l’orgoglio e la dignità dell’Iran (già colpite con il colpo di Stato della Cia che buttò giù il democraticamente eletto capo del governo Mossadeq e riportò dall’estero dove era fuggito e sul trono lo scià Reza Pahlevi, che diede inizio a una repressione selvaggia con centinaia di migliaia di vittime tramite la famigerata e torturatrice polizia segreta Savak).
La demenziale trovata di Bush ha scatenato per reazione l’orgoglio nazionale e fatto vincere le elezioni alla destra, cioè ad Ahmadinejad, buttando al macero il programma riformista di Katami, che nel luglio del 2006 aveva vinto le elezioni presidenziali con oltre il 70 per cento delle preferenze in una votazione che ha visto andare al voto quasi l’80 per cento dell’intero elettorato. Katami era stato ministro della Cultura, ma aveva dovuto dimettersi perché aveva dato troppa libertà agli editori, ai giornalisti, ai pittori e agli autori cinematografici, con il cinema iraniano avviato a una sorta di rinascita, i giornali passati da 100 testate a 501 e i titoli dei libri pubblicati cresciuti da 500.000 a quasi 900.000. Il programma elettorale con il quale Katami vinse le elezioni presidenziali si basava su temi coma la società civile, le libertà individuali, i diritti delle donne, il pluralismo politico e il “dialogo tra civiltà”. Katami sosteneva la “distinzione tra religione e tradizioni ammantate di religione”, affermava che si dovevano adottare le idee del nostro Illuminismo e più in generale apprezzare gli aspetti vantaggiosi dell’Occidente. Inoltre non si stancava di ammonire la destra affermando che migliore garanzia contro un altro colpo di Stato Usa o una invasione militare era una società apertamente democratica, capace quindi di difendersi senza indugio e decisa a farlo per conservare le proprie libertà.
Questo programma, che era quanto di meglio ci si potesse aspettare, è stato duramente osteggiato e ridotto dal Consiglio dei Guardiani, i quali hanno il potere decisamente non democratico di vagliare e bocciare le leggi approvate dal parlamento e i candidati alle varie elezioni, ma Katami era ben deciso ad andare avanti anche con una legge che riducesse drasticamente il potere dei Guardiani. A far fuori il programma di Katami è stato però George Bush, con la demenziale trovata dell’Asse del Male con annesso Iran. Poi è cominciato anche il tormentone sul “programma nucleare militare iraniano”, che semplicemente non esiste, ma è una scusa buona per tenere l’intero Iran, cioè un Paese di 70 milioni di abitanti, sotto l’eterna minaccia di una invasione o “almeno” di bombardamenti israeliani. L’ipocrisia e la memoria corta di cui sempre siamo i primatisti ci ha fatto dimenticare che il programma nucleare è iniziato negli anni ’70, quando lo scià burattino degli Usa sosteneva che l’Iran aveva bisogno di fonti di energia alternative in vista del fatto che prima o poi il petrolio sarebbe finito. Abbiamo dimenticato che Usa, Germania e Francia firmarono contratti per costruire allo scià ben 12 centrali nucleari fregandosene bellamente del fatto che lo scià della repressione di massa dichiarava alla stampa estera: “Senza dubbio, e prima di quanto pensiate, avremo armi nucleari”.
Tant’è che il delinquenziale e corrottisimo Pahlavi aveva stipulato con il prestigioso Massachusset’s Institute of Technology, noto anche come MIT, un accordo per acquistare il suo formidabile Dipartimento di ingegneria nucleare. La maggior parte dei docenti era favorevole alla vendita, che saltò solo per la feroce opposizione della massa studentesca. E a far fuori le 12 centrali è stata la rivoluzione komeinista prima e la guerra con l’Iraq dopo. Ora che le centrali nucleari servono davvero e nessuno in Iran intende costruire bombe atomiche, anche perché non ne possiede e non ne può possedere la tecnologia, suoniamo una musica ben diversa dalle serenate che ci piaceva suonare allo scià. Il ridicolo e il tragico di questa nostra nuova farsa è che il minerale d’uranio per il quale vogliamo bombardare l’Iran è sempre e quasi solo solo quello acquistato e immagazzinato a suo tempo dallo scià! Come si vede, c’è più di un motivo valido perché gli iraniani ne abbiano le palle piene delle interferenze Usa e dell’annessa ipocrisia europea ormai al guinzaglio delle inammissibili pretese di monopolio nucleare, bombe atomiche comprese, dell’un po’ troppo aggressivo Stato di Israele. Che finalmente pare avere trovato a Washington un inquilini della Casa Bianca meno disposto del solito a ballare al suono del governo israeliano, che ha vinto le elezioni promettendo la fine “con ogni mezzo” del programma nucleare iraniano e rifiutando ormai apertamente anche solo l’ipotesi di uno Stato palestinese, peraltro ormai impossibile per mille e uno motivi basilari.
Dopo una giornata passata tra musei da capogiro e la marea di gente che affolla Teheran a tutte le ore, la sera partiamo in aereo per Shiraz, nome che significa “Città dei misteri”, compresi i misteri della poesia dei suoi grandi poeti, tra i quali Hafez e Saadi, e dei sorrisi delle sue vivacissime donne, che godono fama di essere le più aperte e curiose dell’intero Iran. Da Shiraz risaliremo verso Teheran in pullman, con Reza Sahya come guida, l’imperturbabile Magid come autista infaticabile e bravissimo e Alì assistente tuttofare di Reza. Un itinerario di 1.500 chilometri, su un altopiano di 1.600 metri di altezza media, che allinea deserti e città splendide, sempre circondato da catene di monti, in un Paese che ha oltre 240 mila siti archeologici aperti, uno più importante dell’altro, e le più belle moschee del mondo. Un viaggio fin troppo denso, talmente pieno di bellezze e di sorprese che vorrei ripeterlo con più calma, impiegandoci magari un mese. E andando a vedere finalmente Susa!
La prossima e ultima puntata tra qualche giorno.
Marco, l’imperatore ha detto: “non ho mai avuto rapporti piccanti”
E tu che lo invidi, mi sa proprio che urge una tua visita presso costui, da grande amatore quale ti professi!!
saluti M.
x Pino
PS: mi scuso con te, ma l’ometto sta rotolando nella palta,non sa piu`cosa fare e dice cavolate, i suoi incubi questi giorni sono le verginelle e la magistratura. Infatti ne ha parlato alla Confesercenti oggi ricevendo piu`di un fischio. Si è distinto come al solito dicendo “siete in poco e siete irrilevanti”
E`uno spasso tanto è patetico.
mi scuso ancora con un abbraccio M.
cara Anita,
mio marito e mio figlio sono oggi a Vancouver,intontiti dal jet lag ma soprattutto morti di freddo!
Dicono che è una città bellissima, da vedere e scappare.
Sono entrambi freddolosi!
Qui il tempo è bellissimo, un temporale si è portato via l’afa.
Il mio rito del mattino, con la tazza del caffè in mano, è fare il giro del giardino…osservare e ascoltare.
No, non rimpiango l’appartamento di città!
Ho il ciliegio selvatico che quest’anno ha fatto una nuvola di fiori e ora è carico di ciliegie “quasi normali”!
I fichi forse sono troppi, chissà se saranno dolci, la pianta poverina, come una madre, se ha due bocche da sfamare non è come averne dieci!
Sono andata a cercare del letame di cavallo da un vicino che ha scuderia per nutrirla abbondantemente!
Staremo a vedere.
mandi biele
Sylvi
xAnita
cos’e’ questa storia che ho letto su yahoo? Bambino di due anni sparato dalla sorellina di tre anni, che aveva trovato una 45 automatica carica (!) sotto il letto dei genitori (!). E’ successo in California. Il bambino, colpito al torace, e’ morto subito.
Ci sarebbe bisogno di un total ban per le armi da fuoco, non trovi?
Peter
x Lunarossa
Io sono stata chiamata “zoccola” sul forum, non credo che fosse inteso come una ragazza che si gode la vita….
Sarei un po’ vecchiotta per essere una zoccola!
Anita
xSylvi
letame di cavallo? che pensiero gentile!
Io ho usato ‘fish, blood and bone’ concime, che le piante di fico hanno gradito. Infatti crescono a vista d’occhio nella piccola serra, ma producono solo nuovi rami verdi, e tante tante foglie. Di fichi neanche l’ombra. Del resto, hanno appena un anno di vita
Peter
Da 294,mio intervento
Audite ,audite….
Che imperdonabile dimenticavo il bondi…il fini dicitore,
ecco la ultima perla,imperlata di frescura:
Da Repubblica
“Roma, 15:34
BONDI, SINISTRA SVILISCE E LORDA IMMAGINE ITALIA
“C’e’ un’Italia che crea e una sinistra che distrugge; un’Italia fiduciosa e una sinistra disfattista; un’Italia che guarda al futuro e una sinistra che guarda al passato; un’Italia civile e rispettosa e una sinistra che odia, che denigra e che insulta”. E’ Sandro Bondi durante, si legge in una nota, un comizio in Piemonte per la campagna elettorale per le europee, ad affermarlo. Il coordinatore nazionale Pdl prosegue parlando di “un’Italia che crea e una sinistra che distrugge. C’e’ un’Italia e un governo che cercano faticosamente di ricostruire una compagnia di bandiera efficiente e al servizio dello sviluppo del Paese,(COMM …SIC!) e una sinistra che utilizza la televisione pubblica per fiaccarne le forze; un’Italia che affronta i mercati internazionali, come la Fiat di Marchionne e i tanti piccoli e medi imprenditori italiani, e una sinistra – conclude – impegnata a svilire, screditare, lordare l’immagine del nostro Paese, dalla quale dipende anche il successo di delicate trattative in corso”.
Pochi istanti prima il suo capo si era esibito nell’ultima delle sue invettive indovinate su chi…..includendo gli “zerbini esteri” anche loro come l’ONU peggio dei fichi secchi.
Questi fichi secchi sempre ricorrenti sulle loro bocche(peggio del riso!)mi fanno ricordare la loro tanto sbandierata(incluso quella CAI ) azione di governo ovvero quella che come le nozze si fanno essenzialmente coi fichi secchi ed addirittura virtali!
Un pietoso velo sui nostrani “imprenditori”(de che!)
in particolare quelli che intervengono sbattendosene i coglioni in applausi confindustriali!
Ricordo loro che le imprese sono come gli edifici,se si minano giornalmente le strutture(sicurezza delle maestranze,innovazioni e tutto quello che dovrebbero essere le situazioni di nocciolo per un VERO IMPRENDITORE(questo si con la maiuscola)il risultato è quello di trasformarsi in un nugolo di proni questuanti di interventi pubblici(CHE CONTROSENSO!).
Lasciamo perdere lo svilimento perchè grazie ai ministri e capo che sono impossibilitati per colpa della sinistra (e chi senno!)”alavurer “e che ,purtroppo, ci ritroviamo siamo andati ben oltre!O NO!
L.
caro Peter,
della sua pianta di fichi ne vuol fare una velina o un’onesta madre di figli?
La GB è la patria dei cavalli, cerchi del letame ben stagionato.
Non è farina del mio sacco, ma di amici che badano più alla sostanza che all’apparenza!
Comunque un anno di vita può essere sufficiente, se la pianta è precoce!
Che ne sa lei della precocità delle piante da fico?
Sylvi
Dallo “zerbino inglese”
Il blog del Financial Times. Dopo l’attacco pubblicato ieri, oggi si riparla di Berlusconi nel Brussels blog di Tony Barber: il “vero peccato” del premier non ha a che vedere con la vicenda Noemi Letizia o con il caso Mills, ma con la sua cattiva gestione dell’economia italiana. Giudicando “sorprendente che non sia stato condannato per essere il peggior amministratore dell’economia italiana dal 1945″.
Come dire:
Un lavoro bondiano logorante!
L.
x Peter
Sul caso di cui scrivi, non saprei di quello in particolare.
Ce ne sono stati piu’ di uno, la negligenza e’ dei genitori.
Ho fatto un salto in internet e ho trovato casi simili anche in Italia.
Il bando alle armi da fuoco non servirebbe a nulla, prima di tutto il diritto e’ nel nostro “second amendment”, poi finirebbe che solo i criminali sarebbero armati.
Quando ci sono piccoli e giovani in casa bisogna prendere strette misure, sotto chiave e scariche.
I miei due figli erano armati per ragioni di lavoro, al momento he entravano in casa l’arma da fuoco andava in una cassa di sicurezza.
Mio marito era un collettore, ce ne sono tanti, aveva il porto d’armi e passava l’esame ogni anno, aveva il permesso di arrestare come constable.
Io tengo la mia 38 nascosta ma vicino al letto, se sento rumori di notte o se squilla l’allarme, mi accerto…armata.
Ciao, Anita
xAnita
un paese di vigilantes, insomma…
Chissa’ perche’ qui non si sente quasi mai di sparatorie (tranne in Irlanda del Nord, ogni tanto)…eppure, secondo quanto dici, ad essere armati dovrebbero essere solo i delinquenti. Il total ban e’ in auge dal 1996
Peter
Cara Marta, forse non è chiaro il concetto: non è l’episodio in sè che mi interessa, chissenefrega di cosa faccia il cavaliere in camera da letto o nelle festicciole piccanti (se per questo ne ho fatte un bel po’ anch’io, anche se mai con minorenni).
Mi interessa la reazione dei blogghisti, che confondono la morale col moralismo ( sono due cose diverse) e che tirano fuori il cattolico che è nascosto in loro anche quando vogliono fare i comunisti. Mi preme mettere in evidenza la loro scarsezza di senso critico, per farli riflettere, ammesso che ne siano in grado, sul valore delle loro affermazioni, troppo spesso estremamente superficiali. Si fermano all’apparenza, non capiscono quali siano le regole del gioco che il cavaliere sta giocando, non capiscono i trucchi da prestigiatore che lui e i suoi compari usano per imbonire la gente: in pratica sono come i polli da spennare al tavolo da gioco, da parte dei bari di professione. E oltretutto hai voglia a cercare di farglielo capire: macchè, continuano a ripetere che rosso è bello e di lì non si muovono. Tranne che per meravigliarsi di come mai la gente voti certi elementi così poco raccomandabili.
Lunarossa, come al solito non ha capito una mazza.
Che ci posso fare?
x Peter
In riguardo alla vendita di armi, qui, negli US, ci dovrebbero essere misure molto piu’ stringenti.
Le regole ci sono ma non vengono ben osservate, nello Stato in cui vivo per legge ci deve essere una settimana di scrutinio sull’acquirente.
Eta’, valido permesso, record criminale, residenza, stato di salute mentale e credo cittadinanza.
C’e’ anche un limite di proiettili.
Adesso si entra nel campo di “privacy”, non so come fanno ad avere tante informazioni personali se non dalla polizia.
Poi se vai a Walmart puoi acquistare senza tante cerimonie, almeno era cosi’.
Mah…..
~~~~
Ho appena sentito un annuncio su national TV, abbiamo la prima “tropical disturbance” della stagione, puntata su Providence RI, dicono fra poche ore.
La TV locale non da’ alcun avviso. Non e’ neanche sulla Weather Map.
Vediamo se dicono qualche cosa sul notiziario di mezzogiorno.
Bye, Anita
x Peter
Un’articolo preso a caso:
Wouldn’t you feel safer with a gun?
British attitudes are supercilious and misguided
http://www.timesonline.co.uk/tol/comment/columnists/guest_contributors/article2409817.ece
Ci sono anche commenti, non li ho ancota letti.
Anita
xAnita
preso a caso, dici?!
E’ interessante che T. Jefferson avesse letto, e citasse, il nostro Beccaria (pardon, loro, degli italiani del Nord, senno’ Sylvi ed Uroburo mi dicono come mi sono permesso).
Il punto non e’ se la gente si sente piu’ sicura armata, ma se lo e’ per davvero…
Pochi sanno che la maggior parte delle uccisioni (a parte guerre, civili e non ) avvengono in famiglia. Vuoi per omicidio, vuoi per suicidio, vuoi per incidenti (come quello che ti ho citato prima, sorellina spara fratellino). Due piu’ due…
Peter
Una ragazzina può crescere in una famiglia attenta e amorevole, e cresce avveduta e con principi saldi,con la consapevolezza dei suoi impulsi e nell’apprezzamento di quello che è il suo corpo e la sua psciche, senza repressioni da parte di NESSUNO.
—
Ecco che viene fuori la mentalità cattolica.
Non mi sembra che, a giudicare da ciò che scrive Levy Strauss parlando di tribù amazzoniche dove la gente a suo dire viveva felice, esistessero limiti di sesso per una ragazza pubere.
Quali sarebbero i principii saldi? Quelli di darla solo al marito o al fidanzato?
O non piuttosto quelli di non farsi comandare da nessuno, sull’età anagrafica in cui lasciare che la Natura, espressione del Divino, faccia il suo corso? Nè di permettere ad alcuno di stabilire come e quando e con chi e a quali condizioni avere rapporti?
Nel momento in cui non ci sia nè costrizione fisica nè costrizione psicologica, una ragazza deve avere il diritto di andare con chi gli pare, magari stando solo attenta a non prendersi malattie e a non restare incinta il chè, con i mezzi attuali, è assolutamente facile e a portata di tutti. Mi si vuol dire che Noemi è stata costretta? Che è stata condizionata? Non possiamo per caso ipotizzare che la situazione possa averla attratta non soltanto per averne vantaggi, ma giusto per l’emozione in sè? Cosa sarebbe cambiato se la ragazza avesse avuto 18 anni e un giorno, invece che 17 anni e 6 mesi?
con chi gli …correggo: con chi le (pensavo al plurale, ma il soggetto scritto è singolare)
Komare!!
Gira con la P38?
Perdindirindina, hai capito la komare..!!
Mi dica, se nel caso, entrasse in camera da letto uno sconosciuto, un bell’uomo di mezza età con i baffoni e capelli neri, occhi azzurri e un fisico asciutto che le fischietta teneramente “my way”
di Francesco Sinatra, cheffà, gli spara?
màh..
Oooooolè!
Quel che dici, ferpettamente in riga con le osservazioni del Korniga che si dimostra come sempre il peggio del peggio, abolisce ogni tipo di moralità sia pubblica sia privata.
—
Uro, mi meraviglio di te. La moralità non è nel sesso, ma nell’onestà verso il popolo di cui si è alla guida.
Ben altri sono i peccati del banana, che non scoparsi una cosiddetta minorenne (quanto minorenne è tutto da stabilire, stando agli standard comportamentali delle ragazze di oggi) più che consenziente!
Filosoficamente, il termine ‘morale’ ha diverse spiegaziooni, la più accreditata delle quali è il considerare morale ciò che non crea danno ed immorale ciò che lo crea. Che danno ha creato Noemi a Berlusconi? Nessuno. E Berlusconi a Noemi? Nessuno, anzi le ha creato un grande vantaggio, quello della notorietà. Il Berlusca ha, in pratica, a tutto gli effetti creato un vantaggio notevole a Noemi, in uno scambio che nulla ci vieta di pensare essere stato gradito anche dalla ragazza. E allora, dov’è l’immoralità, alla luce della definizione filosofica del termine ‘morale’?
Semmai, è il moralismo cattolico che si sente offeso, ma a noi dei cattolici e delle loro aberrazioni mentali, che ce ne frega?
IL CORPO DELLE DONNE
Una cosa ce l’aspettiamo sempre e arriva puntuale come la morte.
Quando si parla delle porcate del presidente mondezza, il caso di cui mezza Italia si vergogna, o quando in un tribunale, sulla stampa, un blog, un consesso pseudomoralista, si parla di donne ‘porcilizzate’ da uomini, ci sono sempre i soliti che evadono alla grande le responsabilità maschili, che sono poi le loro, per insultare le donne in massa, come specie, come “categoria”, come disse Berlusconi, che le accomunava ai camionisti o alle puttane.
Questo tipo di maschi la prima cosa che fa è mettere tutte le donne in un mucchio, abbassandole al peggio, senza distinzioni, “le donne sono tutte veline”, “le donne nascono prostitute”… con uno scambio repentino delle vittime coi carnefici ed elenchi dettagliati di tutte le turpitudini femminili, da cui risulta che il tizio che parla è parecchio sfigato nei suoi rapporti con le donne, ha avuto relazioni andate a male, è stato rifiutato, abbandonato e tradito, e quel sogno delle veline su cui proietta le sue velleità acide, i suoi desideri falliti, le sue aspirazioni sistematicamente negate, nasconde in sé non certo l’attrazione per le donne e nemmeno la possibilità di amarne una, ma il profondo, risentito e inacidito odio per tutte le donne, quell’odio che produce le leggi che sappiamo, gli stupri che incontriamo e i media che ci ritroviamo.
Di questo odio per le donne, il grande “tombeur de femme” è il prototipo, che ora realizza un altro sogno erotico proibito: la corruzione di una minore, amato perché incarna le repressioni di tanti uomini a metà, che odiano le donne, che non sono capaci di rispettarle, di riconoscere i loro diritti e il loro valore.
Così Berlusconi glorifica tutti loro, nel suo tentativo perenne di chiavarle o corromperle o comprarle o comunque sottometterle, al punto da rivelarsi come il più grande distruttore dello spirito femminile.
Lo stupratore, come il Casanova, generalmente è un impotente, un fallito affettivo, che per le sue imprese, ha bisogno del branco che lo spalleggi e lo applauda. Nel loro consenso rinforza se stesso, si riconosce e giganteggiare, proprio perché il suo io debole, da solo, crollerebbe.
E’ un malato, come ha detto Veronica.
Come il Casanova, che almeno le donne le conquistava, non le comprava, il Nostro rivela questo bisogno di pavoneggiarsi, di lodarsi, di gasarsi, ha bisogno della congrega di amici plaudenti.
Non richiede solo un harem, senza cui si sentirebbe fallito, ma una claque di maschi consenzienti e adoranti, prostituiti al suo stesso livello di uomini-oggetto, uomini-pene.
Come lo stupratore, anche il Casanova è un impotente. Il primo usa la forza, il secondo il denaro e la fama, ma l’effetto è sempre lo stesso: un atto di violenza per una relazione che andrebbe conquistata col proprio sé, e che invece viene forzata con oggetti strumentali, la violenza fisica come il plagio psicologico.
Il secondo caso anzi è peggiore, perché nel primo la vittima cercherà di liberarsi della sporcizia del suo profittatore, nel secondo finirà nella stessa sporcizia, contaminata. Il primo stupro è solo del corpo. Il secondo dell’anima. E quando è perpetrato su una giovanissima, non ancora psicologicamente formata, è ancora più spregevole.
Ma il Casanova nostrano fa di peggio, e il video “Il corpo delle donne” ne parla: perpetua questo stupro al femminile con i suoi media, diffonde, con l’uso martellante della tv, lo stupro di tutte le donne, ne altera pesantemente l’immagine interiore, ne condiziona la psiche affinché si adattino a essere le prede desiderate.
Quei corpi deformati che diventano ricettacolo solo del desiderio maschile, quell’eros grossolano delle grandi tette e grandi labbra, quella tv-bordello con donne mostruose che sono come grandi fighe perennemente aperte per un desiderio maschile sempre più grezzo e bestiale, ci riportano a un mondo pre-umano dove i rapporti uomo-donna erano regolati con la clava.
Un mondo rettile, dove la femmina è immobilizzata e violentata e poi si passa alla successiva. Un mondo dove non esiste la famiglia, i sentimenti, il rispetto umano, il senso dell’altro, ma tutto è ridotto a voracità immediata, sensazione forte, branco. Un mondo inumano e crudele, che pensavamo di avere lasciato alle spalle da migliaia di anni, ma che, con Berlusconi, diventa sistema esistenziale, modo nazionale di essere.
Marco, da quel che scrivi, è da molto che tu confondi la libertà con la licenza e l’arbitrio. (Sylvi)
—-
Per niente.
Ribadisco anche a te ciò che ho detto ad Uroburo. Il termine ‘morale’ ha una precisa collocazione filosofica ed è stato affrontato da una marea di filosofi, con risultati diversi. La versione più accreditata dà il termine ‘morale’ come un’azione che porti al ‘bene’ e quindi al contrario ‘immorale’ un’azione che generi ‘male’. La definizione di bene e di male, è stata affrontata anch’essa da una marea di filosofi, ma non stiamo qui a fare un trattato di filosofia ed arriviamo subito al sodo: dicesi ‘morale’ un’azione che porti vantaggio o comunque non porti danno, per cui è immorale un’azione che porti danno.
Per cui, non sono io che confondo la libertà con la licenza e l’arbitrio, ma tu che confondi la morale col moralismo.
x C.G.
Caro Kompare,
veramente di notte non ci arriverebbe alla mia camera da letto, l’allarme squilla al momento, ogni finestra e porta sono armate.
Ci sono sensori nelle camere piu’ grandi ed allarme sotto i tappeti.
Per questo se l’allarme squilla non esco dalla mia camera senza la 38.
Qui potrebbero svaligiare la casa con me dentro e nessuno se ne accorgerebbe.
Il 90% o piu’ dei miei vicini hanno allarmi piu’ o meno sofisticati.
Una vicina e’ stata violentata, ottant’enne, senza allarme.
Ha sempre detto, non ho molto da rubare e ci ha quasi rimessa la vita.
Il delinquente era uno di quelli che mantengono la piscina.
Kompare, cosa considera mezza eta’?
I miei corteggiatori sono vecchietti che credono di essere adoni…ma sono leoni di paper mache’.
Ciao ne’,
Anita
Di questo odio per le donne, il grande “tombeur de femme” è il prototipo, che ora realizza un altro sogno erotico proibito: la corruzione di una minore…
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E se invece appagasse soltanto il suo senso estetico? Chi ci garantisce che i due abbiano avuto rapporti? Lo diamo per scontato solo perchè ci fa comodo demonizzarlo?
Ammettiamo che i due non abbiano avuto rapporti, ammettiamo che magari ci sia stata solo una festicciola ‘nature’.
Chiunque frequenti un campo nudisti non ha turbamenti nell’osservare che la gente nuda appartiene ad ogni classe di età, età infantile compresa. Sulle spiagge dei laghi svizzeri ho assistito spesso a donne che si sono cambiate il costume davanti a tutti, bambini compresi. In certe spiagge il topless è la regola, anche in presenza di bambini. Sono tutti dei depravati? Le donne sono per questo da considerare sfruttate ed offese nella loro dignità, solo perchè mentre sono nude ci sono, sulla spiaggia, dei maschi che le guardano?
Un mondo rettile, dove la femmina è immobilizzata e violentata e poi si passa alla successiva. ( la giudice rossa)
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Non so in che mondo viva la giudice, se pensa che tutti i maschi violentino le donne, fisicamente o moralmente.
Io trovo molto più aggressive e determinate le donne, invece.
La donna che si lascia violentare, fisicamente o psicologicamente, è una donna vittima di una dipendenza, con scarsa autostima o addirittura una visione masochistica del suo ruolo, dove per lei è ‘normale’ che un uomo meni una donna. Perchè magari è questa la situazione vissuta nella propria famiglia di origine. A sua volta, quasi sempre lei sarà una mamma violenta o comunque una donna violenta verso il più debole. Il marcio è nella famiglia mononucleare identificata nel matrimonio, dove la donna percepisce dalla cultura dominante, di avere un ruolo di sudditanza. Si parla in ogni caso di donne psicologicamente disagiate, perchè le donne forti un marito violento lo sbattono fuori di casa senza remissione di peccato, a colpi di mattarello!
x Tempesta.
Mi dica: se fosse stata sua figlia come avrebbe reagito?
Con i suoi soliti zompetti verbali oppure un bel paio di sberle?
Vede, a quaquaraqquare siamo tutti bravi.
zì zzì, tutti bravi.
Ooooolè!
Marco stai delirando, sei sicuro di stare bene, ma che cavolo di discorsi imbastisci? Sei fuori dalla realtà, ma guarda che ragioni come lui.Mi rifiuto di continuare a farmi menare per il naso.
Lascia perdere la Noemi di turno e pensa a quel maiale che ne fa piu`di Bertoldo. La morale è una sola, devo ripetermi, è lui quello che deve beccarsi le frustate. Perchè lo difendi a tutti icosti.
E`talmente ansioso e preoccupato che ogni foglia che si muove reagisce con gli insulti. Fra truffe donne…… e minorenni, questo individuo trascorre la sua vita.Sappiamo tutti quello che l’ometto vuol fare, sappiamo a chi è legato. Ma finchè ci sarà gente che ragiona come te, troverà autostrade sempre libere. Per favore smettila di incolpare sempre la sinistra
Che delusione leggere i tuoi commenti sei sullo stesso livello suo.
saluti M.
bèh , “ginogra” è uscito da un lapsus.
Un lapis, come direbbe il companero Faust….
C.G.
Già, caro Marco,
si parte , uomini e donne, da una situazione di parità, nevvero?
E si che la storia la conosci!
Una donna che avesse scelto la tua vita sarebbe stata giudicata “un creativo” (maschile), un originale (maschile), un libertario (maschile)…ecc.ecc. oppure una zoccola, come piace a te, una puttana, una che la dà via al primo che passa?
Una che chiunque sarebbe autorizzato a stuprare?
Ma tanto di sicuro le piace!!!
Ho frequentato i campi nudisti, forse più di te, ma gli unici maiali che sbavavano e ammiccavano, facevano apprezzamenti beceri ed osceni erano i maschi italiani, mettendo a disagio tutti, maschi stranieri compresi!
Adesso voi maschi italiani avete il Capo che vi rappresenta!!!
A proposito di moralismo e di formazione cattolica: mi spieghi perchè mi devi dare della Binetti?
E poi la Binetti non ha diritto di essere criticata, stigmatizzata ma rispettata?
Anzi mi spiegano un po’ tutti, in questo blog, perchè non può esistere una cattolica critica, laica, tollerante e propositiva nei confronti di chi non la pensa uguale?
Ho taciuto molte volte di fronte ad affermazioni pseudoatee, pseudocomuniste, pseudomarxiste, fuori dalla storia, fuori dalla ragionevolezza , campate in aria e senza costrutto.
Ho rispettato l’idea, il confronto, e anche il moralismo-sociale senza nè capo nè coda!
Io ho una morale che mi deriva dalla formazione cattolica,non mi sogno di rinnegarla, ma ciò non significa che io sia una moralista , termine dispregiativo!
E poi la morale e l’etica qui paiono prerogativa dei senzadio, che ne hanno l’esclusiva!
Sylvi
xMarco
Lei mi ricorda quei poveri monsignori ai quali tocca il non invidiabile ruolo di difendere la chiesa dalle accuse di pedofilia del suo clero…In Italia non credo si vedano in TV sotto un fuoco di fila di domande in diretta (qui si’). Ho visto il programma l’altro giorno. Cercavano in tutti i modi di rigirare la frittata, arrivando poi anche a dire che la colpa non era della pedofilia, ma dell’omosessualita’ (dei preti responsabili, ma anche dei giovinetti, che venivano cosi’ resi corresponsabili del loro abuso…). Loro devono fare una difesa (sleale) d’ufficio, ma Lei?
Lei poi arriva a prendere la giungla (!) amazzonica come modello di bel vivere, sociale e civile….Suvvia, lasci perdere e rientri in se’
Peter
xSylvi
un commento lampo: i grandi scocciatori dei campi nudisti sono gli italiani e le italiane, prego: ambo i sessi. Sono quelli che vengono a curiosare dal lato nudista della spiaggia, ficcanasando, facendo commenti del (…), e restando vestiti (e vestite!). Se mi capita ancora, li mandero’ a quel paese nella nostra bella lingua, e poi in altre, cosi’ gli stranieri capiranno.
Peter
Ok, tutto chiarito.
Il Sig. Letizia dice che la figlia e’ illibata.
Se la figlia e’ illibata allora perche’ la zia dice che Berlusconi e’ finito?
L’ex fidanzatino dice: Chi non vorrebbe avere un rapporto con Berlusconi? Anche io vorrei conoscerlo, magari spiegargli la mia verità. Sarei onoratissimo.
Da quel che leggo anche la mamma Anna era stata reginetta e modella….si vestiva come la figlia.
«Dal 2005 (14enne) ad oggi, Noemi si iscrive all’Accademia Palcoscenico Europa per frequentare corsi di canto, recitazione, dizione e anche di modern jazz. Lavora come modella, frequenta gli stage di danza di Andre De La Roche e del coreografo Roberto Baiocchi. Fa qualche spettacolo di cabaret con I Tre Salvetti, una compagnia teatrale napoletana. Va in televisione come ballerina a La notte delle sirene, su Rai2, e al premio Stefania Rotolo condotto da Corrado Tedeschi. Viene fotografata per decine di cataloghi di moda, partecipa ad altrettanti concorsi di bellezza, vincendo “Miss gocce di stelle” a Vietri di Potenza, presentato da Costantino Vitagliano, “Miss Sud d’Italia”, “Miss Nazionale d’Italia” a Selinunte, condotto dalla presentatrice di Raidue Claudia Boroni, e infine “Miss Campania”. A Sanremo Off sfila come modella per la stilista Monica Mabelli, presentata dalla soubrette Barbara Chiappini. Il 27 aprile 2009 compie 18 anni. Alla sua festa di compleanno appare Silvio Berlusconi».
E’ possile che sia una manovra politica date le prossime elezioni?
Anita
xAnita
come ti piacciono le telenovelas, eh? o meglio, le soap operas…
La famiglia della ‘vittima’ e’ la meno indicata per chiarire tutto, non ti pare? Io, per primo, non ci ho capito un accidente, ne’ ho intenzione di capirci nulla nei dettagli. Salvo che una certa Noemi e’ o era minorenne, un certo primiaaa (come dice Uroburo) ha avuto un’infatuazione per lei, o cosi’ si dice….E la famiglia? molto bene, grazie.
Ora, mi dici quale potrebbe essere la manovra elettorale?
Mi dici quanto durerebbe da voi (per dire) un politico come questo? Sala ‘orale’ a parte, ma almeno quella era maggiorenne, consenziente, segretaria, etc etc
Peter
Cara Anita in che senso potrebbe essere una manovra politica,per berlusconi ?? Poteva, se nessuno avesse aperto bocca, anche starci …..ma la ragazza chiamando questo signore alla sua festa PAPI ha creato un grande putiferio insieme alla lettera della moglie inviata a Repubblica. In fondo l’onnipotente s’è pestato i piedi da solo, e adesso chiede aiuto a mezza nazione.Poi di sicuro dietro tante porcherie, questo losco personaggio, si sono sempre nascoste altrettante peggiori porcherie, mascherate con chiacchiere che servivvano solo al personaggio per far credere alla gente quanto poverino lavorava per il bene della Nazione. Cara Anita l’incanto mi auguro sia finito, il principe è tornato rospo e finirà, mi auguro, nella melma.
buona serata M.
mi scuso il post 333 è x Anita non ho cancellato l’intestazione.
cara Anita,
14 anni, quindi finite le medie; modella, cabarettista, cantante, ballerina, miss
qua, miss là; liceo, conservatorio…no grazie.
Con le nostre medie quella è a malapena alfabeta, per affermarsi sgomitando deve “riposare” su molti divani.
Infatti per una seria carriera di spettacolo è necessario studiare, non dico Shakespeare, nè Cekov, ma almeno la Rivista italiana!
Oppure…conoscere Berlusconi!
Spero anch’io, come Veronica Lario,che sia sua figlia.
Ameno provvederà finanziariamente per renderla un po’ libera.
Ma allora perchè buttarla così allo sbaraglio?
Ma l’uomo è abituato all’usa e getta.
Lo fa con l’Italia, figurarsi con un capriccetto!
E noi italiani siamo ormai sommersi nella miseria del cattivo gusto e della volgarità.
Miseri noi!
mandi Sylvi
x Peter
Veramente non seguo telenovelas, mi mandano articoli ed altri li leggo su Google it. che ricevo giornalmente.
Mi sembra che certe notizie dannevoli escano sempre al momento opportuno.
Non solo in Italia, anche qui negli US.
A danno fatto molte notizie scompaiono e costano posizioni politiche a molti, nel caso in questione siccome non ci sono ancora accuse specifiche e’ difficile speculare.
Dato che sembra che la mamma aveva aspirazioni politiche e la figlia era in via di fama mondiale, con conoscenze altolocate la porta era aperta. No?
Poi ogni giornale ha il suo spin. A chi credere?
Tu citi the Clinton-Lewinsky saga, ma li’ c’erano prove e tapes.
Non solo c’erano gia’ processi in via con Jennifer Flowers e Paula Jones.
Questi affarucci possono aver costato le presidenza a Al Gore, il quale si’ era gia’ allontanato da Clinton.
Ciao, Anita
xAnita
se quello che dici di Gore fosse vero, denoterebbe solo l’idiozia dei votanti americani, visto che Gore non c’entrava nulla con le faccende di letto di Clinton…Le quali, poi, non avrebbero dovuto avere niente a che fare col giudizio politico sullo stesso Clinton, visto che non era ne’ uno stupratore ne’ un seduttore di minorenni…Comunque, credo che Gore perse, per un pelo, per i brogli elettorali della cricca cespugliosa e ciuffettosa che ben conosci…
Quanto al primiaaa, neanche a me frega niente delle sue faccende di letto…ma se se la fa con le minorenni, resterebbe un fatto molto grave. Per non parlare del resto del suo curriculum giudiziario, finanziario, politico, giullaresco, etc etc. Per parafrasare l’FBI che se la vedeva col vecchio Al Capone, se l’unico modo di mandare in galera un assassino e’ di contestargli un’evasione fiscale….ben venga
Peter
BERLUSCONI PUTTANIERE?
Vorrei ricordare a TUTTI che esiste ed è agli atti di una inchiesta giudiziaria una telefonata del padrone di Mediaset, tale Silvio Berlusconi capo del governo di un Paese chiamato Italia, che “chiede” a tale signor Saccà, alto funzionario della Rai, concorrente di Mediaset e proprietà dello Stato italiano, di sistemargli un po’ di donnine in sceneggiati Rai e altre amenità pagate con le nostre tasse. Vorrei ricordare che in quella telefonata, a suo tempo messa anche nel nostro forum, si ode Berlusconi spiegare molto chiaramente a Saccà che il favore sulla manciata di allegre donnine gli serve per due ben precisi motivi:
– accontentare alcuni parlamentari, in modo da sottrarli a Prodi e farne il governo;
– “tirare su il morale del capo”.
A quale “capo” da “tirar su” si riferisca Berlusconi è fin troppo chiaro: sta parlando di quello del proprio pene, per chi non lo avesse capito o non volesse proprio capirlo. Questa richiesta di Berlusconi a favore del proprio “capo” risponde alla domanda che ho posto come titolo di questo mio post. Ma a farlo cacciare dal parlamento in un Paese civile dovrebbe bastare lo sconcio del sistemare a nostre spese qualche gentile proprietaria di pelo pubico per il sollazzo anche di onorevoli, o meglio di gentaglia della maggioranza del governo Prodi da corrompere per sottrarla così all’avversario e farne cadere il governo.
In un Paese civile Saccà sarebbe in galera, Berlusconi cacciato dal parlamento con ignominia e i parlamentari da corrompere col pelo pubico pagato dalla Rai, cioè da noi, sarebbero stati cacciati anche loro e con la dovuta ignominia.
Invece noi italiani siamo qui a trastullarci spaccando il capello in quattro sul fatto che Noemi era consenziente o amenità simili. Siamo come chi mentre affoga nelle fogne discute animatamente sul colore dei calzini del lattaio ….. Ma come è possibile che ci siamo ridotti a questo punto di decerebrazione?
Mah.
pino
x Peter
“se quello che dici di Gore fosse vero, denoterebbe solo l’idiozia dei votanti americani, visto che Gore non c’entrava nulla con le faccende di letto di Clinton…Le quali, poi, non avrebbero dovuto avere niente a che fare col giudizio politico sullo stesso Clinton…….”
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Io so solo quello che accade e che accadde, mica me lo invento.
“Over the next eight years, Gore was a loyal part of the Clinton team. He accepted relatively low-profile assignments and was able to raise their profile slightly. He gave Clinton what was probably valuable advice on foreign and defense matters, where the governor was weakest, and Gore was a prominent defender of the Clinton administration’s policies of free trade and military intervention overseas, even against critics from among the Congressional Democrats with whom Gore had previously served.
But the Monica Lewinsky scandal seems to have horrified Gore, who is at least a family man, and began a rift between the president and vice president that extended to and deepened during the 2000 presidential campaign. Trying to handle deftly the problem of associating himself with the good economic performance of the 1990s while disassociating himself from Clinton the man, Gore managed to alienate Clinton and his loyalists without fully blunting the issue of leadership and ethics. A last-minute barrage of negative press about George W. Bush stemming from revelations of a drunk-driving arrest decades before helped quash Republican turnout and push some wavering voters Gore’s way. The result was a narrow victory in the popular vote and a narrow loss in the Electoral College.
The already problematic Clinton-Gore relationship just kept deteriorating after that. Clintonistas blamed Gore for squandering the legacy and losing what they argued was an easy race. The Gore Corps blamed Clinton for squandering the legacy through personal misbehavior and causing Gore to lose what they argued should have been an easy race. Furthermore, it soon became evident that Hillary Rodham Clinton was planning an electoral career of her own, one that would likely begin to overshadow the newly idled Gore and set up a rival power within the Democratic Party for the future.”
Ciao, Anita
ELEZIONI, MA PER QUALE EUROPA ?
PARTE I
di Tito Pulsinelli
selvasorg.blogspot.com
…quella dei banchieri e dell’espatrio del sistema produttivo? quella minimalista ridotta a “mercato+moneta” e basta? quella delle elites che hanno demolito lo Stato-sociale ed ora sognano gli Stati Uniti Occidentali? o quella dei partiti mediatici avviluppati nelle nebbie del “grande mercato transatlantico”?
“Quando il nemico concentra le sue forze perde territorio”
V.N.Giap
Alla vigilia delle elezioni europee gli elettori non stanno mostrando interesse per un Parlamento dalle funzioni limitate e confuse. Sovrastato da una “commissione” che funge da governo autocratico, i cui inamovibili rappresentanti sono designati dai governi. Nessun elettore ha mai scelto Solana o Barroso, ma è reale il rischio che i loro incarichi da vitalizi diventino… ereditari.
Il disinteresse è altresì rafforzato dalla tragicomica vicenda della Costituzione europea, due volte bocciata nelle urne dagli elettori, ma il responso è stato olimpicamente ignorato. Sarà approvata dai deputati nazionali, con raggiri e manovre di corridoi molto stretti. L’unica cosa chiara nell’Unione Europea (UE) alle prese con le raffiche gelide di una crollo del 5% della produzione, è l’indiscussa e totale autorità della Banca Centrale Europea: si impone ai parlamenti nazionali, a quello di Strasburgo e a tutti gli elettorati.
Questo è il veridico governo del blocco europeo, ridotto all’essenza scarnificata dell’utopia ultraliberista: mercato e moneta. Null’altro. Non ha una politica sociale, tantomeno una linea internazionale coerente perchè é privo di una visione geo-politica nitida.
Senza una difesa autonoma propria perchè ha scelto la subalternità agli Stati Uniti, quando rafforzò la camicia di forza della NATO, all’indomani dell’implosione dell’Unione sovietica e della scomparsa del Patto di Varsavia.
L’intregrazione europea, da quando è passata dalle mani dei pochi statisti di rilievo che la fondarono a quelle dei tecnocrati della finanza, si è svilita a mera applicazione di “5 macro-dogmi liberisti”, facendo un ardito salto acrobatico da 6 a 27 Paesi. Grandi quantità, statistiche, PIL, trionfalismi immotivati e zero visione strategica. Proprio nel momento in cui sta tramontando l’unipolarismo e -con esso- la supremazia “occidentale”.
Il furore globalista ha imposto alle economie dell’est europeo, integralmente statalizzate, il passaggio a tappe forzate alla deregulation, de-nazionalizzazione, privatizzazioni a vantaggio delle multinazionali europee e nord-americane. Un elettroshoc dottrinario dal monopolismo statale a quello privato, senza preservativi ammortizzanti.
Oggi, l’area dell’est è una cavia per la re-ingegneria darwinista del FMI, che si appresta a mandarla in bancarotta irreversibile, con lo stesso modus operandi che affossò il Brasile, i piccoli e medi dragoni ecc. Ieri, il fulmineo e velleitario “allargamento” ad est aveva meritato gli applausi scalmanati dei falchi di Washington.
Ringalluzziti, brindavano alla “nuova Europa” con il piombo nelle ali, rimpolpata di vassalli con acute fobie antirusse e desiderosi di capitalizzare la loro vocazione di “cavalli di Troia”.
L’utopismo delle elites, della BCE e di Bruxelles ha così generato una entità informe, un meta-Stato con un processo decisionale contradditorio e paralizzante, soprattutto in questa fase di deglobalizzazione, dopo i crack della sbornia ultraliberista.
(continua)
ELEZIONI, MA PER QUALE EUROPA ?
PARTE II
L’Europa non ha materie prime e neppure l’energia. Per il petrolio dipende dai Paesi arabi e per il gas dalla Russia, ciononostante promuove una politica estera anti-araba ed aggressivamente anti-russa.
La dipendenza energetica è un dato di fatto del blocco europeo, come pure la necessità della cooperazione con i russi per le forniture di gas. Come si spiega allora il velleitarismo di incorporare l’Ucraina e la Georgia nella NATO? Come si giustificano le provocatorie manovre della NATO in corso nel Caucaso?
E’ una contraddizione schizofrenica tra obiettivi e strumenti per ottenerli, tra proiezione geo-politica ed iniziativa militare che -ahinoi- non è sovrana nè autonoma. L’UE è ostaggio delle fobie anti-russe non solo dei polacchi e dei cechi, ma persino delle micro-repubbliche del Baltico. Per di più, la versione osé dell’atlantismo è immutata dal tempo dei Bush. E’ come se non fosse accaduto nulla. Non hanno assimilato che lo scacco degli Stati Uniti in Iraq ha comportato la perdita del feudo sudamericano. Che perderá l’Ue con la barcollante avventura atlantista in Afganistan? Con ogni probabilitá, il ritorno della questione sociale al centro del dibattito pubblico e la ripresa della lotta di classe.
La “Commissione” di Bruxelles è ondivaga e non riesce a coniugare gli interessi concreti dell’Europa con quelli di un traballante egemonismo assoluto che gli Stati Uniti cercano di resuscitare con la NATO. Gli Stati Uniti Occidentali o “grande mercato trans-atlantico” sono una chimera da incubo.
C’è un conflitto di interessi tra il blocco europeo e quello anglo-sassone, rafforzato da un anacronistico processo decisionale basato sulla rotazione semestrale. Basti pensare che l’attuale manovratore della UE –il ceco Vaclav Klaus- è convinto che il crack finanziario è stato generato dalle troppe limitazioni imposte dagli Stati (sic) e dal troppo interventismo pubblico (sic-sic). Ed è un fervente partigiano dell’istallazione di armamento strategico degli Stati Uniti nella Repubblica Ceca.
L’Europa è in stato confusionale, si compiace delle amputazioni inferte dalle elites al suo peculiare stato-sociale, la de-industrializzazione accelerata e l’espatrio del sistema produttivo. Le sovvenzioni statali alla banca e alla borsa responsabile del disastro è l’ultima arrogante risposta dei “banchieri centrali”.
Trincerati dietro la muraglia ideologica della loro “autonomia”, esercitano il potere di disporre a proprio piacimento degli erari e delle risorse delle nazioni. Al pari della “Commissione” non sono stati eletti da nessuno, e si arrogano il diritto di imporre unilateralmente le terapie per curare le malattie da loro stessi create.
Curiosamente, però, i Paesi meglio attrezzati a fronteggiare l’inevitabile de-globalizzazione sono quelli in cui la “autonomia” delle banche centrali e della finanza non è un dogma. Tra tutti, valga l’esempio della Cina.
xPino
siamo d’accordo, ovviamente. Intendevo dire che lo stupro di una minorenne (ancorche’ da provare) da parte di un primiaaa resterebbe un fatto grave persino per l’italiano (e l’italiana) medio, il quale transige su tantissime altre cose, e con lui il sistema giudiziario, politico, dell’informazione, etc. Perche’ l’italiano medio non se ne frega niente di corruzione, evasione fiscale, concussione, malagestione e monopoli mediatici e compagnia bella, ma crede nella ‘famigghia’, o no?
Speriamo. Anche se le opinioni in proposito di alcuni bloggers non lasciano sperare bene…
Peter
e poi, pensiamo alle guerre tra paesi del terzo mondo. Se avessero armamenti nucleari li avrebbero gia’ usati tra loro. Pensiamo ad Iran-Iraq qualche decennio fa. E la situazione india-Pakistan di oggi non e’ certo sicura
@ Peter (208)
Nella guerra tra Iran e Iraq c’era pero’ un piccolo dettaglio significativo: il convitato di pietra, ovvero il master-mind, ovvero gli Usraele. Ai tempi in cui Saddam era ancora un fantoccio degli Usa, la guerra con l’iran fu manovrata dai soliti noti, sempre per i soliti motivi. Potrebbe non esservi stata nessuna guerra, se i due paesi fossero stati liberi di portare avanti politiche libere e proprie.
E per quanto riguarda gli altri paesi del Medioriente e dell’Asia (per i quali la definizione di “terzo mondo” mi sembra alquanto dispregiativa e un concetto un po’ superato) direi che difficilmente si farebbero la guerra tra loro. Le uniche guerre in corso, infatti, sono quelle portate avanti in prima persona o fomentate dietro le quinte dagli Usa (come l’escalation dall’Afghanistan al Pakistan) o dal blocco usraele nel conflitto dello Sri Lanka.
Tutte queste guerre sono indispensabili sia per i progetti e gli interessi delle “potenze” in quelle aree, sia per soddisfare il bisogno di un inestinguibile mercato delle multinazionali che fabbricano armi, che offrono mercenari o servizi di ricostruzione. Tolto questo convitato di pietra dall’equazione, il mondo sarebbe un luogo molto piu’ sereno e prospero.
x VOX
Non si dimentichi che tutte le nazioni occidentali fabbricano armi, offrono mercenari e servizi di ricostruzione.
L’Italia inclusa.
Le “third world countries” sono di piu’ di quelle sviluppate.
Buona notte,
Anita
Caro Pino,
…anch’io sono arrivato alle tue stesse conclusioni,…ci siamo talmente rimbecilliti che,…mentre il paese affonda nella m….,
parliamo del colore dei calzini del lattaio.
Se la Sig.ra Sylvi ci vuol far conoscere suo marito e progettare
una emigrazione di massa in British Columbia,…forse sarebbe una buona idea,…altrimenti facciamo karakiri.
Un saluto con stima,Ber
xVox
mi spiace, ma in quel contesto l’espressione paesi del terzo mondo va benissimo. Infatti io non ce l’ho con questa o quella area geografica, dico solo che lasciargli in mano armi nucleari sarebbe una follia. Si tratta di paesi con poca o nulla democrazia (quella reale, non delle elezioni di facciata come in Iran), standards di vita molto bassi e soprattutto con enormi sperequazioni interne che creano continua tensione e risentimento (manipolati contro ‘nemici’ esterni dalle oligarchie clerico-mafiose che li governano). E si trovano anche in aree caratterizzate da secolari divisioni etniche e religiose tra paesi diversi ed all’interno dei singoli paesi, il che e’ una continua fonte di tensioni e guerre. Infatti la facilita’ a farsi guerra tra loro e’ un’altra caratteristica dei paesi meno sviluppati (mentre non succede, per esempio, in America Latina, dove pure il colonialismo USA e’ stato rampante). E last but not least, sono paesi in cui l’opinione pubblica, e le vite individuali, contano pochissimo, ed hanno ben scarso modo di esprimersi (senno’ sono esecuzioni capitali e galera). Non sara’ colpa loro, ma la situazione cui mi riferivo era quella (e per nulla superata). Se a Lei va bene che i vari Mugabe e tanti altri regimi affini si ‘difendano’ con arsenali nucleari, a me l’idea da’ i brividi. E cosi’ per paesi come l’Iran, il Pakistan e l’India (alcuni dei quali ce le hanno gia’, che allegria…).
E’ di questi giorni la tensione crescente tra le due Coree, che ha portato gia’ ad esplicite minacce di guerra. E quella del Nord ha gia’ detto che potrebbe usare il suo arsenale nucleare, o no?
E non credo che sia una vuota minaccia, basterebbe che il suo regime si sentisse minacciato di scomparire per metterla in pratica.
Pensi anche all’ ONU che a volte tenta di applicare sanzioni contro questo o quello, per via di genocidi e roba simile. La risposta potrebbe essere: l’embargo comprometterebbe la manutenzione del nostro arsenale atomico, di cui allora non potremmo rispondere…
un saluto
Peter
caro Ber,
la Camera di Commercio della Regione si sta dando una mossa e accompagna, a rate, in giro per il mondo gli imprenditori per settore di attività.
La sedia, la falegnameria e il tessile e molti altri sono già stati, gli ultimi perchè i meno pestati dalla crisi sono quelli del settore elettronico e affini.
In Canadà si appoggiano ai Fogolars Furlans che sono piuttosto potenti.
Comunque muoversi, mentre il nostro governante si trastulla!!
I nostri vicini, Slovenia compresa, si danno da fare!
A Pirano c’è il sig. Fonda, pescatore e allevatore di branzini e orate nello specchio d’acqua antistante Portorose, propaganda il suo nuovo servizio, tramite radio e giornali locali.
Telefonando o mandando un fax con la richiesta di una cassetta del suo pesce, te lo spedisce a casa il giorno successivo, senza spese. Il costo al kg è come quello italiano!
Facendo grossa concorrenza agli allevatori nostrani anche in considerazione del fatto che le loro acque sono molto pulite e l’alimentazione controllata!
Possono permetterselo, pagano metà delle nostre tasse e ci sono più Ferrari, Jaguar , Bmw a Ljubliana che a Milano!
Coraggio, tenteremo di star aggrappati al carro europeo, al solito!
Mandi Sylvi
Cara Sylvi,
ti ringrazio della segnalazione,..forse potrei accodarmi con quelli
delle costruzioni ecologiche con i pannelli in polistirolo,…se la regione non fa problemi ed accoglie tutti.
Comunque adesso devo uscire,al ritorno apriro’ il sito della camera di commercio della regione Veneta e vedro’ cosa si puo’ fare per rimanere attaccati all’europa.
Un caro saluto,Ber
xSylvi e Ber
mi pare che anche la perfida Slovenia sia attaccata all’Europa, da ormai 5 anni…
Potete ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo.
Abraham Lincoln