L’Iran, antichissimo ombelico del mondo. Compreso il nostro. L’Iran, che quando le atomiche voleva farle davvero lo scià gli abbiamo venduto 12 centrali nucleari e il formidabile Dipartimento di Ingegneria Nucleare del MIT, mentre ora vogliamo impedire anche il solo nucleare civile! L’Iran, la cui gioventù soprattutto femminile è una pentola a pressione ormai inarrestabile
Quando varie settimane prima di Pasqua ho visto nella posta elettronica l’e-mail giratami da un collega che parlava di un viaggio in Iran organizzato dal Gruppo cronisti lombardi non credevo ai miei occhi: l’itinerario benché di soli 6 giorni pieni e due di fatto di solo viaggio aereo prevedeva visite a Persepolis, Pasargade, Naqsh-e-Rostam, all’Iran Bastan di Shiraz e a luoghi dello zoroastrismo. Tutte cose che da tempo sognavo di vedere e che mai avrei creduto di poter vedere dato che l’Iran viene costantemente dipinto come un postaccio dove impiccano la gente per strada, quando non la lapidano o non la mutilano col taglio della mano e altre simili prelibatezze, e dove le donne sono una specie di soprammobile alla mercé del capriccio maschile o peggio ancora clericale. Il programma di viaggio mi pareva irreale anche perché, oltre a condensare il meglio del meglio riguardo le origini delle umane civiltà, elencava una sfilza impressionante di visite alle più belle moschee del mondo islamico, cosa molto strana visto che ci viene raccontato da mane a sera che noi infedeli nelle moschee non ci possiamo mettere piede pena il linciaggio o qualcosa di simile. E anzi, come se il programma fosse stato scritto da un marziano del tutto all’oscuro della “realtà iraniana”, erano previsti perfino incontri con la comunità cristiana, ebraica e zoroastriana.
Peccato solo che non era prevista una visita anche a Susa, oggi Shush, nell’antico Elam, dove ben 6.000 anni fa è nata la scrittura, vale a dire il linguaggio scritto. Forse la scrittura era già nata nella vicina Mesopotamia, con il linguaggio detto di Uruk IV, ma è nell’iranica Susa che sono meglio documentati il suo esordio come segni di pura e semplice registrazione delle tasse dovute al Palazzo e al Tempio e il suo lungo cammino per diventare quel rivoluzionario e insostituibile mezzo di comunicazione che ancora oggi utilizziamo e continuamente miglioriamo. Se si è stati a Susa e si sono visti i primi vagiti del linguaggio scritto si può poi meglio capire in pieno anche il rivoluzionario passaggio dalle scritture con alfabeto sillabico a quelle con alfabeto consonantico. Passaggio rivoluzionario perché se le prime annotano il linguaggio dal punto di vista della parola ascoltata, cioè quasi una registrazione passiva dei nomi dell’esistente, le seconde – vale a dire i linguaggi espressi man mano con gli alfabeti fenicio, ebraico, aramaico, nabateo, arabo, antico persiano, dell’India e infine greco – hanno invece permesso il passaggio decisivo e dirompente alla annotazione scritta dei suoni dal punto di vista del soggetto parlante. Le prime avevano cioè al centro il mondo, la natura data, con i nomi “naturali” e quindi preesistenti delle cose, oppure – il che era in pratica più o meno la stessa cosa – i testi scritti delle leggi e delle dediche sacre, che bisognava solo saper leggere, ascoltare, con atteggiamento di fatto solo passivo. Le seconde hanno invece permesso di mettere al centro l’uomo, fornendogli la possibilità di creare ed esprimere i suoi pensieri: le parole sono così diventate gli stampi nei quali noi umani coliamo il nostro pensiero per poterlo rendere comprensibile a noi stessi e ai nostri interlocutori. Pensare, infatti, non significa altro che pensare parole: non possiamo pensare se non tramite le parole.
Se si è stati a Susa è poi più facile comprendere il misterioso e affascinante comparire – a un certo punto della Storia umana – delle vocali, vale a dire della “vocalizzazione” delle parole. La vocalizzazione è infatti affare che riguarda solo Dio, tant’è che solo gli ebrei masoreti qualche millennio dopo si sono azzardati a riscrivere l’intera bibbia notando in ogni parola anche tutte le vocali oltre alla consonanti, novità però rapidamente dimenticata…. Perché, appunto, la vocalizzazione è solo faccenda che riguarda Dio: che ha creato l’uomo “vocalizzandolo”, cioè alitandogli sul volto modellato con la creta. Inserire le vocali nelle parole prima fatte solo di consonanti equivale ad alitare in esse l’armonia della chiarezza e della impossibilità di equivoci nella loro interpretazione.
Ho così deciso di partecipare al viaggio, ma con una punta di allarme: probabilmente in Iran avrei avuto vari fastidi, dal momento che non sono il tipo che subisce in silenzio né che ama vedere per strada scene di violenza sia pure “giusta” e “legale”. I miei familiari erano decisamente contrari che io partissi: “Ma come? Proprio tu vai a fare il turista in un Paese dove impiccano e lapidano la gente in piazza!?”. D’altro canto le autorità iraniane hanno tirato molto per le lunghe la possibilità che il viaggio si facesse o no. Poiché gli organizzatori del Gruppo cronisti lombardi hanno deciso di chiedere il (più costoso) visto giornalistico anziché solo quello turistico, per evitare che se fossimo entrati come turisti potessero poi rimproverarci che in realtà eravamo entrati come giornalisti, nell’ambasciata iraniana a Roma sono rimasti comprensibilmente perplessi: che ci andavano a fare una ventina di giornalisti in Iran a poche settimane dalle elezioni presidenziali? Possibile che un intero gruppo di giornalisti volesse entrare solo per fare del turismo? E’ così che l’incertezza sulla concessione dei visti si è protratta in modo esasperante per oltre un mese, con man mano le richieste più strane: mentre in Marocco ero sulle dune al confine con l’Algeria sulla groppa di un cammello mi è arrivata l’ennesima telefonata che chiedeva anche la fotocopia della tessera di giornalista o il suo originale…..
A un certo punto, a pochissimi giorni dalla data della partenza, ci è stato detto che dovevamo chiedere anche il pass giornalistico, una tesserina che ci avrebbe permesso di poterci muovere come giornalisti per l’intera settimana del viaggio: altri 450 dollari a testa! Avevo finalmente la scusa per dire “No, adesso basta! Allora non parto”, quando il mio interlocutore ha aggiunto che date le proteste anche dell’agenzia turistica le autorità iraniane ci avrebbero fatto pagare solo 100 euro a testa anziché i normali 450 dollari.
E’ così che mi sono ritrovato all’aeroporto di Teheran con un gruppetto di colleghi e colleghe che prima non conoscevo, accolti da Reza, un iraniano calvo che parla in italiano. Le sorprese sono iniziate subito, già all’aeroporto. Tra gli enormi tabelloni luminosi pubblicitari ne spicca uno di una notissima “griffe” italiana di abbigliamento che nulla ha a che vedere con la tanto temuta severità islamica. Al controllo passaporti e alla dogana inoltre nessuno ci ha “filato”, siamo cioè passati senza intoppi né interrogatori. M’è venuto in mente che all’aeroporto di New York mi avevano anche infilato un dito su una macchinetta, credo per prendermi le impronte, e hanno chiesto insistentemente a mia figlia se io fossi davvero suo padre. Per non dire dell’aeroporto di Tel Aviv, dove la mia collega de L’espresso Barbara Schiavulli anche di recente è stata interrogata con pignoleria prima che si decidessero a farla passare, lei che a Gerusalemme ci ha anche vissuto, per non dire dell’ex arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, che è stato torchiato per ore con la minaccia di non lasciarlo entrare e rispedirlo invece in Italia, lui che a Gerusalemme ha scelto di andare a viverci anziché puntare ad andare in Vaticano come papa.
Fuori dell’aeroporto ci prende in consegna un altro Reza, niente affatto calvo e piuttosto ciarliero, che parla italiano e sarà la nostra guida per tutta la durata del viaggio. Nella trentina di chilometri che ci separano dall’albergo il traffico caotico, al confronto del quale quello di Napoli e Palermo sono roba da educande, chiarisce subito che Teheran, un ammasso piuttosto informe di 70 chilometri per 50, capitale e maggior polo industriale del Paese, conta ben 17 milioni di abitanti ed è cresciuta troppo in fretta dall’iniziale villaggio di poche migliaia di abitanti sito su un altopiano ai piedi della catena montuosa Elburz, visibile sullo sfondo. Teheran significa “Andare verso il basso”, perché per raggiungerla dai monti circostanti si deve scendere fino ai suoi 1.600-1.700 metri sul livello del mare. I semafori hanno tutti un grande orologio che segna a ritroso quanto manca alla fine del colore in atto, rosso o verde o giallo che sia, in modo che gli automobilisti in colonna possono regolarsi, magari evitando di tenere inutilmente accesi i motori per troppo tempo. La durata media del rosso e del verde è infatti di 30 secondi, durante i quali c’è poco da “sgommare”.
Quello che lascia sbigottiti è che a quanto pare nessuno sa cosa sia la precedenza, la auto ti tagliano la strada sia da destra che da sinistra, gli stop sono virtuali, le frecce forse le usano solo per giocare agli indiani, ma certo non per segnalare lo spostarsi di corsia o il girare a destra o a sinistra. I cantieri della nuova enorme metropolitana sventrano quasi ovunque le strade, a volte sembrano lunghe ferite aperte e altre volte lunghe cicatrici già indurite ma ineliminabili, in ogni caso la nuova linea subway appare chiaramente come l’unica ancora di salvezza per disintasare le budella della metropoli intasate e ubriache di automezzi. Si spera sia un’ancora di salvezza anche contro l’inquinamento: dalla mia stanza d’albergo al 15esimo piano vedo un immenso brulicare di palazzi scalcinati, privi di qualunque fascino, quasi tutti con l’aria di eterna costruzione mai terminata, una sorta di calabrese Isola Capo Rizzuto moltiplicata per un milione, ma tutti immersi in qualcosa che mi ricorda la nebbia in val Padana ed è invece solo smog.
E’ il giorno dopo, al museo archeologico nazionale Iran Bastan, che vengo improvvisamente risucchiato indietro di millenni e comincio a capire che l’altipiano iranico è stato l’inizio di tutto, non solo della scrittura. E che la Via della Seta è stata per millenni il cordone ombelicale che ha nutrito di mercanzie, odori, sapori, delizie, di beni di prima necessità e di lusso vertiginoso, di religioni e di saperi di vario tipo quell’Occidente che sarebbe poi diventato Europa. Non ricordo il nome dello studioso, mi pare fosse russo, che ha appurato come TUTTE le varietà di frumento che ci hanno nutrito nel corso dei millenni siano nate nell’area proprio della Via della Seta. Da qui ci sono arrivati anche quelle delizie e meraviglie chiamate fichi e arance, quest’ultime provenienti dall’India dove l’hanno chiamate arance perché questa parola significa “frutti preferiti dall’elefante”. L’incanto si compie davanti a un bassorilievo di marmo nero portato via mi pare da Persepolis: si vedono distintamente il Gran Re assiso sul trono che riceve dei dignitari e questi in piedi davanti a lui che lo riveriscono. O meglio: che lo adorano. L’adorazione, come dice l’etimologia stessa della parola, che viene da “ad oras”, cioè “dalla bocca”, altro non era che un saluto fatto con la mano spostandola più volte dalla bocca in direzione del sovrano, che non poteva assolutamente essere avvicinato troppo e tanto meno toccato, insomma un modo simbolico di mandargli con la mano le parole del saluto. Un gesto simile al nostro lanciare baci con le mani quando per esempio si saluta una persona cara alla partenza del treno. E dietro il dignitario “adorante” si vedono distintamente altre due persone che recano ognuna una piccola sacca con un dono particolare, molto particolare, che verrà poi bruciato nei due piccoli bracieri bene in vista siti tra il dignitario in visita e il Gran Re. Il dono altro non è che incenso, da millenni misteriosa forma di grande riverenza verso la divinità, tanto che anche tra i romani era convinzione comune che le preghiere rivolte agli Dei sarebbero state sicuramente a loro più gradite e quindi da loro più facilmente esaudite se accompagnate dai fumi dell’incenso.
Il bassorilievo di marmo nero portato via da Persepolis mi rivela quindi di colpo che già esistevano da tempo immemore quei rituali che la Chiesa di Roma, dopo avere inutilmente tentato a lungo di sradicarli, ha finito col fare propri, quali l’adorazione e l’uso dell’incenso nel corso della messa e di altre cerimonie religiose. Sono cioè nate qui, in Iran o se preferite nell’antica Persia, usanze che ancora oggi fanno parte della nostra vita, anzi del nostro dna. Nell’Iran Bastan vedo che sono nati qui perfino gli orecchini, portati già dai dignitari, e perfino i baffi a punta, quelli stile Zorro per intenderci, che vedo sul viso incredibilmente moderno di un baldo principe partico dal sorriso fiero, sicuro di sé, sicuro di far colpo, un giovane che scoppia di salute e pur essendo un gigante di marmo pare stia proprio venendo verso di me, come verso qualunque altro visitatore che lo guardi. Effetto strabiliante. Anche per via del copricapo, da turista inglese che si ripara dal sole difendendo in particolare la nuca.
Ma chiarisce tutto molto meglio il trovarmi davanti ad antiche rappresentazioni dei simboli di Zoroastro, il famoso uccello con le due ali spiegate e tre ordini di penne nella coda che pare pilotato da un anziano con la barba che stringe tra le mani una specie di volante. Le due ali rappresentano il bene e il male, i tre ordini di penne della coda rappresentano i tre principi cardine della religione di Zoroastro: pensare bene, parlare bene, agire bene.
Come si vede, si tratta del condensato di qualunque altro monoteismo nato successivamente, dall’ebraismo all’islam passando per il cristianesimo. Quello che sembra un piccolo volante è invece l’anello della legittimità, consegnato dal sacerdote al Gran Re al momento della sua investitura: con la sua forma circolare l’anello simboleggia il fatto che per quanto ci si dia da fare torniamo sempre ciclicamente al punto di partenza, non esiste per nessuno, neppure per il Gran Re, un punto di fuga permanente, motivo per cui conviene essere onesti: conviene cioè “pensare bene, parlare bene, agire bene”. E l’anello lo usiamo ancora oggi anche nel matrimonio, con lo scambio delle fedi, cioè della fiducia e legittimità reciproca degli sposi.
Lo zoroastrismo sopravvive ancora in Iran, donde si dirama un po’ nel mondo, con qualche decina di migliaia di credenti che hanno diritto, come i cristiani e gli ebrei, a proprie scuole e a propri rappresentanti in parlamento. Ma lo zoroastrismo rimanda alla religione mitraica, vale a dire al culto solare del dio Mitra, arrivato dai Veda dell’India assieme al suo bellissimo libro “sacro” Avesta, culto talmente radicato anche a Roma che la Chiesa ne ha copiato quasi tutto: dal nome “messa” al copricapo chiamato ancora oggi “mitria”, dal pasto comune diventato il sacramento della comunione alla ricorrenza del Natale il 25 dicembre, da tempo immemorabile il “dies natalis solis invicti”: vale a dire, il giorno in cui, dopo i tre giorni di “morte” col solstizio d’inverno del 21 dicembre, il sole ogni anno riprende a salire, cioè rinasce, dal punto più basso della sua traiettoria celeste. I primi a portare il mitraismo a Roma furono i soldati di Pompeo reduci dalla campagna contro i pirati dell’Illiria, ma a portarlo in grande stile fu l’imperatore Settimio Severo, che sposò Giulia, nata dalla stirpe dei sacerdoti del dio Sole di Emesa, in Siria, odierna Homs. Poi l’imperatore Aureliano rese il mitraismo ancora più grande e diffuso: ispirandosi alla festa che si svolgeva nella città di Emesa e che cadeva il 25 dicembre, il 25 dicembre dell’anno 274 d. C. istituì addirittura il “Dies Natalis Solis Invicti”. Da Emesa proveniva anche l’imperatore Eliogabalo, noto anche come Marco Aurelio Antonino, che – sacerdote di quel culto – lo rafforzò sostituendo nel pantheon capitolino Giove con Mitra. Era di fede mitraica lo stesso Costantino, l’imperatore che “sdoganò” il cristianesimo e che non è certo sia mai stato battezzato. Quando Teodosio mise fuori legge tutte le religioni pagane passando alla Chiesa tutti i loro templi (molte chiese a Roma sorgono sui resti di basiliche mitraiche, compresa la stessa basilica di S. Pietro), la Chiesa con grande disinvoltura non farà altro che impadronirsi anche del già esistente Natale del 25 dicembre facendo finta che in quel giorno sia nato Gesù Cristo!
E’ stato del resto Ciro il Grande ad abolire per primo nella Storia del mondo la schiavitù, precorrendo i tempi di qualche millennio, e a permettere che se ne tornassero a casa quelle parti di popolazioni sottomesse che una 70ina di anni prima erano state spostate d’autorità per meglio amalgamare l’impero. Tra gli altri Ciro permise perciò il rimpatrio degli ebrei da Babilonia, e proprio questi esuli – come fa rilevare lo studioso Gianni Liverani – saranno gli unici a legarsela al dito, a fare di quei 70 anni una lamentazione che dura ancora oggi e, liberati da Ciro, a tornate a casa col dente talmente avvelenato con chi in patria durante quei 70 anni di loro assenza aveva accettato l’insediamento di “stranieri” da scrivere le parti più “dure e pure”, cioè meno accettabili, della bibbia, quelle a base di genocidi e simili orrori “ordinati da Dio” (!), strani concetti la cui influenza dura ancora oggi. Il profeta Daniele visse anche lui a Babilonia, pare come interprete dei sogni, e anche lui portò in patria le influenze dello zoroastrismo incorporate nel monoteismo biblico. Il cortocircuito tra la antichità “locale” di queste terre, la realtà odierna e anzi l’attualità più incalzante del nostro mondo esiste ancora, e con pericolo di altri incendi….
Ecco perché ritrovarsi davanti a certi antichissimi reperti e simboli in Iran significa ritrovarsi di colpo e inaspettatamente immersi nel liquido amniotico che ha partorito anche la nostra civiltà e la nostra stessa religione, cioè la nostra identità. Osservare da vicino certe cose significa osservare da vicino il nostro dna… L’effetto non può essere che stravolgente e di massimo incantamento. M’è piombata addosso una lunga serie di sorprese che non mi aspettavo: io, giornalista e maniaco della parola scritta, volevo solo vedere da vicino la nascita della scrittura! Mi trovo invece sommerso da una valanga di altre delizie.
Queste terre inoltre hanno fatto parte di quei regni ellenistici che, specie dopo le conquiste di Alessandro Magno, hanno visto lo spirito speculativo dei greci incontrare la enorme massa di nozioni pratiche di matematica, geometria, chimica, astronomia, ecc., esistente da millenni nell’area comprendente l’Egitto, la Mesopotamia, la Caldea, l’Iran, ecc., e dare così vita allo spirito scientifico e alle scienze, beni e conquiste da noi ereditate ma ignorate per 2.000 anni – ai romani che conquistarono quei regni le scienze non interessavano, tanto meno alla Chiesa che in seguito prese il posto dei romani – finché nella Spagna araba, dopo la cacciata dei musulmani, non furono scoperte le migliaia di libri salvati e tradotti tanto dai bizantini quanto dagli arabi nelle terre che erano state dei regni ellenistici. E’ stato il ritrovamento di quei libri che – oltre a farci scoprire Aristotele e perfino Omero – ha innescato le rivoluzioni dei vari Newton, Galilei, Copernico, Leonardo da Vinci, ecc. I greci, dispersi con una sorta di diaspora marina su centinaia e centinaia di isole e polis per conservare l’unità identitaria greca hanno affinato al massimo la capacità di estrarre dal particolare il tratto comune, universale: un modo per trarre dal particolare delle centinaia di isole e polis, spesso in lotta tra loro, il tratto comune e universale dell’identità greca. E’ stata questa capacità di estrazione, e quindi di astrazione, che una volta applicata alla enorme massa di conoscenze pratiche egizie, mesopotamiche, iraniche, ecc., ha permesso di creare le scienze, quelle che noi ancora oggi conosciamo e utilizziamo.
Se questi sono i pensieri che cominciano a darmi le vertigini, rendendomi per i primi giorni un compagno di viaggio piuttosto muto, quasi assente, in strada i pensieri sono ben altri. Non solo non vedo da nessuna parte impiccagioni né lapidazioni, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovare neppure una persona cui sia stata mozzata una mano o un piede. Se il taglio delle mani e dei piedi fosse praticato in Iran come si usa dire sui nostri mass media, in strada ci sarebbero e si vedrebbero dei mutilati, né più e né meno come per molti anni dopo la seconda guerra mondiale era cosa comune vedere in tutta Italia non solo i reduci tornati storpi e mutilati dal fronte, ma anche donne, vecchi e ragazzini mutilati da bombe e proiettili vari. E poi c’è sempre questa strana faccenda che siamo liberi di andare dove ci pare, parlare con chi ci pare e fare le domande che più ci aggradano a chi più ci pare e piace. Ma la cosa più strana di tutte è l’accorrere a frotte di gruppi di ragazze desiderose di parlare con noi, di farsi fotografare, sempre allegre, sorridenti e disponibili, a Shiraz addirittura un po’ sfacciate, cosa che alla mia età può creare qualche imbarazzo: “Scusate, ragazze, ma a parlare con noi occidentali non rischiate le frustare e la galera?”. Coro di risate, come se avessimo raccontato una barzelletta.
La vitalità e la modernità delle ragazze iraniane irrompe fino a ridicolizzare lo spolverino nero e il velo nero che, anche se può essere di qualunque colore o fantasia di colori, quasi tutte indossano, come un esercito di fantasmini o suorine animate da moto perpetuo a mo’ di argento vivo, gocce di mercurio allegre e imprendibili. Lo spolverino e il velo sono obbligatori per legge quando una donna esce di casa, ma ormai le giovani – che comunque indossano sempre i jeans, per giunta attillati, lo hanno reso una specie di variante dell’abbigliamento stile Liu Jo delle nostre liceali: spolverini attillati, avvolgenti, con cintura o fusciacca o lacciuoli strategici ad altezza “giusta”, il cui effetto di sex appeal è evidente anche a un cieco. In più, siccome il viso è l’unica parte del corpo che una donna può mostrare in pubblico, tutte lo esibiscono truccato alla perfezione, sorridente, luminoso e perfetto, con gli occhi e lo sguardo che dicono molto di più del nostro andare sbracate in giro con mezzo sedere e le falde del monte di Venere in bella vista. Non manca chi esibisce ciuffi di capelli ribelli e a volte colorati artificialmente che fuoriescono orgogliosamente dal velo come una sfida al mondo: ogni volta ci guardiamo attorno preoccupati, certi di vedere piombare i Guardiani della Morale armati di frusta… invece niente!
Le donne vestite di nero o comunque intabarrate per legge ci fanno istintivamente pena, però quando lo scià Reza Pahlevi per occidentalizzare l’Iran ne proibì l’uso furono pochissime quelle che obbedirono. E’ evidente che, per quanto ci possa parere incredibile, questa faccenda del velo deve avere a che vedere con l’identità nazionale. In definitiva le nostre nonne portavano spesso anch’esse il velo e fino al secondo dopoguerra anche la veletta: coprire anche il volto, lasciandolo intravedere sotto la rete della veletta, era considerato un elemento di seduzione, non certo di oppressione. E’ così anche in Iran? Sì e no? Sì perché è evidente che l’uso in realtà non impaccia nessuna e non impedisce niente. No perché quando le mie colleghe chiedono ad alcune ragazze di Teheran dove possono comprare un velo nero si sentono spesso dire: “Ma come!? Noi ce lo vogliamo togliere e voi invece ve lo volete mettere!?”.
Come che sia, quello che colpisce delle ragazze è che hanno tutte, oltre ai jeans all’ultima moda, le stesse scarpe sportive e la mania del telefonino delle nostre ragazze. L’unica differenza è che qui le scarpe, sportive o sportivissime, le portano – sia le ragazze che i ragazzi – allacciate anziché slacciate come si usa da noi. L’impressione è che la massa di ragazze, in un Paese dove le donne sono molte di più degli uomini e costituiscono il 70 per cento della popolazione studentesca, sia una sorta di pentola a pressione, di bomba a tempo che prima o poi farà crollare il regime clericale o lo costringerà a forti riforme e migliorie. “Siamo un Paese civile, colto, con una storia antichissima, non meritiamo questo regime”, affermano molti giovani e molte giovani. A giudicare da quel che si vede ovunque, il regime ha chiaramente rinunciato, posto che ci abbia mai pensato, a livellare la massa femminile in senso tristanzuolo. Le elezioni presidenziali vedranno quasi certamente il ballottaggio tra il conservatore Ahmadinejad e il riformista Moussavi, ma è probabile vinca il primo. Se vince, in molti danno per scontato che farà una serie di riforme liberalizzatrici, per quanto possa parere incredibile: una volta certo di avere il potere saldamente in mano, il clero riprenderà almeno parte del programma del progressista Katami, che non è stato rieletto perché battuto da Ahmadinejad grazie alla infelice decisione di George W. Bush di inventarsi l’Asse del Male, con l’Iran membro eminente, offendendo così ancora una volta l’orgoglio e la dignità dell’Iran (già colpite con il colpo di Stato della Cia che buttò giù il democraticamente eletto capo del governo Mossadeq e riportò dall’estero dove era fuggito e sul trono lo scià Reza Pahlevi, che diede inizio a una repressione selvaggia con centinaia di migliaia di vittime tramite la famigerata e torturatrice polizia segreta Savak).
La demenziale trovata di Bush ha scatenato per reazione l’orgoglio nazionale e fatto vincere le elezioni alla destra, cioè ad Ahmadinejad, buttando al macero il programma riformista di Katami, che nel luglio del 2006 aveva vinto le elezioni presidenziali con oltre il 70 per cento delle preferenze in una votazione che ha visto andare al voto quasi l’80 per cento dell’intero elettorato. Katami era stato ministro della Cultura, ma aveva dovuto dimettersi perché aveva dato troppa libertà agli editori, ai giornalisti, ai pittori e agli autori cinematografici, con il cinema iraniano avviato a una sorta di rinascita, i giornali passati da 100 testate a 501 e i titoli dei libri pubblicati cresciuti da 500.000 a quasi 900.000. Il programma elettorale con il quale Katami vinse le elezioni presidenziali si basava su temi coma la società civile, le libertà individuali, i diritti delle donne, il pluralismo politico e il “dialogo tra civiltà”. Katami sosteneva la “distinzione tra religione e tradizioni ammantate di religione”, affermava che si dovevano adottare le idee del nostro Illuminismo e più in generale apprezzare gli aspetti vantaggiosi dell’Occidente. Inoltre non si stancava di ammonire la destra affermando che migliore garanzia contro un altro colpo di Stato Usa o una invasione militare era una società apertamente democratica, capace quindi di difendersi senza indugio e decisa a farlo per conservare le proprie libertà.
Questo programma, che era quanto di meglio ci si potesse aspettare, è stato duramente osteggiato e ridotto dal Consiglio dei Guardiani, i quali hanno il potere decisamente non democratico di vagliare e bocciare le leggi approvate dal parlamento e i candidati alle varie elezioni, ma Katami era ben deciso ad andare avanti anche con una legge che riducesse drasticamente il potere dei Guardiani. A far fuori il programma di Katami è stato però George Bush, con la demenziale trovata dell’Asse del Male con annesso Iran. Poi è cominciato anche il tormentone sul “programma nucleare militare iraniano”, che semplicemente non esiste, ma è una scusa buona per tenere l’intero Iran, cioè un Paese di 70 milioni di abitanti, sotto l’eterna minaccia di una invasione o “almeno” di bombardamenti israeliani. L’ipocrisia e la memoria corta di cui sempre siamo i primatisti ci ha fatto dimenticare che il programma nucleare è iniziato negli anni ’70, quando lo scià burattino degli Usa sosteneva che l’Iran aveva bisogno di fonti di energia alternative in vista del fatto che prima o poi il petrolio sarebbe finito. Abbiamo dimenticato che Usa, Germania e Francia firmarono contratti per costruire allo scià ben 12 centrali nucleari fregandosene bellamente del fatto che lo scià della repressione di massa dichiarava alla stampa estera: “Senza dubbio, e prima di quanto pensiate, avremo armi nucleari”.
Tant’è che il delinquenziale e corrottisimo Pahlavi aveva stipulato con il prestigioso Massachusset’s Institute of Technology, noto anche come MIT, un accordo per acquistare il suo formidabile Dipartimento di ingegneria nucleare. La maggior parte dei docenti era favorevole alla vendita, che saltò solo per la feroce opposizione della massa studentesca. E a far fuori le 12 centrali è stata la rivoluzione komeinista prima e la guerra con l’Iraq dopo. Ora che le centrali nucleari servono davvero e nessuno in Iran intende costruire bombe atomiche, anche perché non ne possiede e non ne può possedere la tecnologia, suoniamo una musica ben diversa dalle serenate che ci piaceva suonare allo scià. Il ridicolo e il tragico di questa nostra nuova farsa è che il minerale d’uranio per il quale vogliamo bombardare l’Iran è sempre e quasi solo solo quello acquistato e immagazzinato a suo tempo dallo scià! Come si vede, c’è più di un motivo valido perché gli iraniani ne abbiano le palle piene delle interferenze Usa e dell’annessa ipocrisia europea ormai al guinzaglio delle inammissibili pretese di monopolio nucleare, bombe atomiche comprese, dell’un po’ troppo aggressivo Stato di Israele. Che finalmente pare avere trovato a Washington un inquilini della Casa Bianca meno disposto del solito a ballare al suono del governo israeliano, che ha vinto le elezioni promettendo la fine “con ogni mezzo” del programma nucleare iraniano e rifiutando ormai apertamente anche solo l’ipotesi di uno Stato palestinese, peraltro ormai impossibile per mille e uno motivi basilari.
Dopo una giornata passata tra musei da capogiro e la marea di gente che affolla Teheran a tutte le ore, la sera partiamo in aereo per Shiraz, nome che significa “Città dei misteri”, compresi i misteri della poesia dei suoi grandi poeti, tra i quali Hafez e Saadi, e dei sorrisi delle sue vivacissime donne, che godono fama di essere le più aperte e curiose dell’intero Iran. Da Shiraz risaliremo verso Teheran in pullman, con Reza Sahya come guida, l’imperturbabile Magid come autista infaticabile e bravissimo e Alì assistente tuttofare di Reza. Un itinerario di 1.500 chilometri, su un altopiano di 1.600 metri di altezza media, che allinea deserti e città splendide, sempre circondato da catene di monti, in un Paese che ha oltre 240 mila siti archeologici aperti, uno più importante dell’altro, e le più belle moschee del mondo. Un viaggio fin troppo denso, talmente pieno di bellezze e di sorprese che vorrei ripeterlo con più calma, impiegandoci magari un mese. E andando a vedere finalmente Susa!
La prossima e ultima puntata tra qualche giorno.
PS:
You look sexy in your more casual way……
Anita
Sig. Peter, guardi che non stiamo parlando ne di promiscuita od ammucchiate, ( ha ragione lei, basta un preservativo e fra maggiorenni consenzienti, no problem.) qui cè la pedofilia eletta con la mignottocrazia anticomunista, a modello di vita, quella che piace al biscegliese, invidioso del Maestro, individualista anarchico, come lui.
Beato lui. Se fossi al suo posto farei volentieri il satrapo anch’io.
Un applauso, please!! a questo fine prensatore e frullantrofo trappista, autore fra laltro del libro scoop ” Il Vero Berlusconi, sono Io” e laltro bestseller” Il vero fidanzato di Noemi, Sono Io” copiato dal noir, ancora inedito di Giorgio Faletti ” Io sono Dio” con una introduzione scritta da Benedetto Letizia a 2 mani con Galliani e dedica dei due “a marco con invidia”.
marco tempesta { 25.05.09 alle 11:47 }, dopo aver letto questo post, si mormora che sara il futuro Ministro degli Esteri al posto di Fra Tini, detto anche il pesce moscione, ed Presidente del Coniglio ha deciso (dopo aver visto il book) di invitarlo a Villa Certosa in agosto.
Apofrigo
Prima che me lo dimentichi, vorrei chiarire una cosa una volta per tutte, in riferimento al penultimo blog
@Peter
Lei scrive “immagino che quel post fosse rivolto a me”. Non e’ la prima volta che lei immagina, benche’ immagini senza alcun fondamento.
Quando mi rivolgo a qualcuno, metto sempre il nome del desinatario. Forse a lei piace agire cosi’, non so, ma personalmente non ho l’abitudine di fare sottintesi, ricorrere a sotterfugi, schermaglie, giri di frase “perche’ suocera intenda”, eccetera eccetera, poiche’ non potrebbe esserci nulla di piu’ alieno al mio carattere. Se voglio che qualcuno indenda, glielo dico direttamente e senza possibilita’ di equivoco.
Il post in questione NON era affatto rivolto a lei, ma a tutti e a nessuno in particolare e se lei vuole fare un commento a un mio post lei e’ sempre libero di farlo, come chiunque. Non vedo la necessita’ di preamboli, “immaginazioni” di riferimento ac similia. Quanto ai suoi sberleffi, caratterizzano molto meglio la sua personalita’ di quanto offendano la mia.
Have a good day.
Vox
@ Anita
Spiacente di contraddirla, ma questo signor David Graeber, autore di un articolo che avevo postato qualche giorno fa, non solo non e’ un mio “nuovo paladino”, ma non l’ho mai sentito nominare prima e, prima che CC ne scrivesse due righe tratte da Google, non sapevo nemmeno chi fosse.
Ho postato un articolo per il suo contenuto, anzi, per alcuni punti che mi sembravano meritevoli di un dibattito. Non certo per accendere una sterile diatriba su chi fosse l’autore e su cosa significhi anarchia.
Perche’, se non ha commenti da fare sui contenuti, lei cerca sempre di spostare il discorso su questioni laterali di scarsa importanza e con poca attinenza ai fatti salienti? E’ una cosa che le riesce naturale, o lo fa a ragion veduta?
x Peter
Caro Peter,
thank for your concern,
I am aware of the symptoms of a concussion, I am also aware that it may take a few days to clear up.
If I call my doctor he is going to send for an MRI…and then what?
They’ll send me home and tell me to keep quiet and not to exert myself.
If I should develop any unusual symptoms, I’ll seek medical care.
My problem is combined with a pinched nerve at the base of my skull that I aggravated by lifting heavy bags of potting soil.
An old car injury.
Bye, Anita
X il guerrafondaio apofrigo.
Perchè invece non spieghi cosa non ti và del post Nr.12 e perchè. Ti nascondi e farfugli i tuoi deliri invece di intavolare una discussione, cosa che presunibilmente non sei capace di fare.
DF forces patrolling near Gush Etzion arrested a Palestinian man Monday, after a routine search of his car came up with three Molotov cocktails.
The man was turned over to security forces for further interrogation.
per il post 52:
invidia eh?
Io con le ragazze ci ho sempre lavorato e continuo a lavorarci, utilizzando il range 20-28 anni più di frequente. Sul lavoro, prima con la moda, ora con i nudi per le mostre, ho sempre lavorato non solo con maggiorenni, ma assolutamente con ragazze di carattere forte. La ragazza di carattere forte ha ben chiaro ciò che sta facendo quando posa nuda e quindi so di non dover temere ripensamenti a posteriori.
Conosco però delle ragazze minorenni che nella loro vita privata se la godono alla grande. Io sono ormai fuori tempo massimo per loro. Il chè mi dispiace, in ogni caso.
Può dire a chiare lettere che riconosce Israele ma vuole uno stato palestinese indipendente, e farebbe più bella figura, oltre che smussare le unghie a chi gli è ostile. (post n.12)
—
Il soggetto è Ahmadinejad, lo davo per scontato, ma mi rendo conto che sono possibili fraintendimenti. Comunque il soggetto non poteva essere Pino, al quale dò del tu, non del lei.
E meno male!
x VOX
Per mia abitudine ricerco la biografia della persona in questione.
Inutile scrivere o commentare senza sapere chi e’ l’autore di un libro o di un articolo.
David Graeber e’ un associate professor anarchico antropologo, se il suo contratto non e’ stato rinnovato da Yale, finito qui
Associate Prof. Graeber was informed that his teaching contract at Yale would not be extended. However, it was not Graeber’s scholarship that was ever in question; rather it was his political philosophies that “may” have played a heavy hand in the administration’s decision.
Anita
Nessuno vuole distruggere fisicamente Israele, vogliono solo eliminare l’attuale struttura di potere gestita a tutti i costi solo e sempre dall’etnia ebraica islamofoba, eliminare cioè il monopolio sionista del potere. (Pino)
—
Siamo d’accordo, ma qui dobbiamo fare i conti con due elementi politici , il governo israeliano e quello Usa, che cercano il pelo nell’uovo per poter attaccar briga. Diplomazia vorrebbe che in situazioni del genere si evitasse ogni possibilità di equivoco.
E’ necessario spuntare le armi all’avversario, in qualsiasi modo. Un errore anche presentarsi all’Occidente come impiccatori di gay, lapidatori di adultere e roba del genere, se si vuole accattivarsi la simpatia o anche solo l’alleanza della compagine occidentale, in funzione antiisraeliana ( s’intende sempre questo attuale governo). Se proprio vogliono, condannino ufficialmente ma poi pospongano l’esecuzione della condanna ed infine la declassino a pene più accettabili. La pena di morte è sì applicata anche da altre nazioni, ma per motivi ben più gravi che essere gay o mettere le corna.
Specifico solo che il termine ‘zoccola’ nell’accezione moderna indica unicamente una ragazza che si gode la vita; non è un termine con intenti spregiativi. Fa parte del linguaggio popolare corrente. Non si tratta della solita ‘ragazza sbandata di facili costumi’, ma di una che la vita se la gode scientemente e con gran padronanza di sè.
..rispolverare Mao..addirittura..che è successo marco..vendetta postuma su qualche piccolo lenin che ti zittì in un qualche assemblea e che non era rimasto prigioniero..(CC)
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Sarei il primo a brindare, se Berlusconi si togliesse dalla politica, benchè a succederlo andrebbe un altro che sopporto poco.
Volevo solo ricordare ai vari ‘rossi’ di qui, che il presidente Mao si circondava di adolescenti ancora più del papi. In quanto alle assemblee, hai la facilità di informarti di persona, conoscendo il mio compagno di scuola di S. Giorgio Canavese, su cosa faceva il Marco Tempesta detto ‘Pincus’, durante il ’68!
x Anita
Thanks!!!
Kisses.
pino
x Peter:
attenzione, esiste una differenza sostanziale tra i comportamenti delle ragazze trent’anni fa o più, e quelli delle ragazze di ora. Prima, le ragazze andavano coi ragazzi di nascosto e spesso con sensi di colpa, giustificandosi in qualche modo per un atto che a loro sembrava non si dovesse compiere da parte di una brava ragazza. Oggi, le ragazze ESIGONO che si rispettino i loro desideri sessuali e mandano a quel paese chiunque si permetta di dir loro di non essere promiscue. Ero a una festa di compleanno di una venticinquenne, Sabato scorso: cinque o sei adulti e una quarantina di giovani. C’erano ragazze che si strusciavano pesantemente e ballavano con i ragazzi in una maniera che quelli della nostra generazione definirebbero ‘oscena’. Beh, nessuno ci trovava niente di strano a vedere queste ragazze che passavano tranquillamente dall’uno all’altro, comportandosi come se ognuno dei ragazzi col quale ballavano al momento, fosse il proprio fidanzato. Ragazze colte, della buona borghesia, in presenza di adulti sessantenni o poco meno. Nè dagli adulti sono partiti commenti di disapprovazione. No, caro Peter, queste nuove generazioni non sono copie conformi delle nostre. Sono decisamente, ma proprio decisamente MEGLIO! Sanno farsi rispettare e non permettono a nessuno di dir loro cosa debbono o non debbono fare coi loro ragazzi, dove per ‘loro ragazzi’ si intendono quelli della loro comitiva, non i fidanzati!
x Anita
E poi gli uomini sono sempre noiosi, troppo seri. Le ragazze e le donne in genere sono invece, come i bambini, la freschezza e il pane, l’odore, il sapore, il colore, il fascino del vivere, l’allegria, le risate, il richiamo irresistibile, la spinta a vivere, a continuare a vivere.
pino
P.S. Da quel che scrive Peter non ti sei fatta visitare dopo avere battuto la testa. Ne sono arrabbiato anch’io come lui.
Ho postato un articolo per il suo contenuto, anzi, per alcuni punti che mi sembravano meritevoli di un dibattito. (VOX)
—
Ok, Vox, mettiamoli ad uno ad uno sul tavolo, questi punti, e discutiamoli nel dettaglio. Uno alla volta, così il dibattito è più chiaro.
Le ragazze e le donne in genere sono invece, come i bambini, la freschezza e il pane, l’odore, il sapore, il colore, il fascino del vivere, l’allegria, le risate, il richiamo irresistibile, la spinta a vivere, a continuare a vivere. ( Pino)
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Concordo più che pienamente!
Proprio stamattina, parlando col mio amore romano, le dicevo che ascoltare la sua voce morbida e brillante mi aiuta a sentirmi giovane!
Ciò che dice Peter nel post 42, l’ho detto nel capitolo ‘la fedeltà coniugale’, del mio Fuck the system, pari pari. Quindi, concordo sulla spiegazione della promiscuità fatta da Peter, benchè lui abbia preso in considerazione solo uno dei numerosi parametri, quello biologico appunto.
Insomma puttanelle, si può dire o no?
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No, perchè la danno gratis e per loro precisa scelta e intenzione. Non come quelle che, per dartela, pretendono che le sposi, quelle si vere donne di dubbi costumi, che concedono l’accesso al loro corpo dietro il pagamento di un impegno.
x RETTIFICHE del post 50
Vedo che lei ha ripreso il suo ruolo di disinformatia e propaganda. Nel 2002 le spese milutari dell’Iran NON raggiungevano neppure il 2%, contro il 17% dell’era dello Scià tanto caro agli Usa. Oggi non so a quanto ammontano, ma comune non esiste nessuna corsa iraniana agli armamenti. Fermo restando che ne avrebbe tutto il diritto, bombe atomiche comprese, visto che confina con un Paese problematico come l’Afganistan ed è vicino di casa di due potenze nucleari come l’India e il Pakistan, quest’ultimo piuttosto instabile perché a influenza talebana crescente e con forze armate che non si sa mai bene a che gioco giocano.
Riguardo le notizie come quella del post n. 57 NON abbiamo nessun bisogno che ce le dia lei, anche perché omette – tanto per cambiare – quelle di ben altro segno. Nell’elenco del link segnalati nella colonna di destra del mio blog c’è una lunga lista di giornali e siti israeliani, dove ognuno può tenersi al corrente degli avvenimenti senza le “mediazioni” tossiche che sono la specialità non solo sua.
Marco Tempesta ha fatto l’errore di risponderle, essendo lui una persona fin troppo civile. Ma le ricordo che Racham&C NON è persona gradita: non faccia finta di non avere capito e non si illuda che io lasci correre. Preferirei che lei si comportasse da persona civile, anche se capisco che le deve essere molto difficile, evitandomi la noia di doverla bannare.
nicotri
Alba rossa, più che rossa …rosica.
Perchè gli sto sputtanando il PD e il suo idolo comunista con lo yacht ( di proprietà del popolo, per carità: lui lo usa soltanto!).
Riguardo le notizie come quella del post n. 57 NON abbiamo nessun bisogno che ce le dia lei, anche perché omette – tanto per cambiare – quelle di ben altro segno.
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E il ruolo di Vox in questo blog qual’è stato , quello di fare quello che faccio io all’incontrario.
In quel caso non ha niente da dire? Perche mai?
E’ prevenuto?
Cara Anita,
ho letto l’articolo sulla bbc e trovo abbastanza strano che ci siano
tutti questi passaggi,…prima che,….i pochissimi soldi,(dei tanti versati), arrivano nelle mani dei banditi eritrei.
Mi ricordono un po’ i rapimenti all’italiana,…e quando qualche magistrato ha incominciato a bloccare i beni del sequestrato e’
cominciata il boicottaggio allo stesso,…accampando la salvezza dell’ostaggio.
Oramai e’ un mese che 9 marinai italiani sono in eritrea come prigionieri e il frattini si gratta,…mentre la la ns nave militare salva altri equipaggi.
Forse l’Onu farebbe bene ad intervenire,…altrimenti che ci sta a fare?
Un caro saluto,Ber
x RETTIFICHE 72 e 75
Ci eviti anche la volgarità del suo eloquio, certi epiteti li riservi per il suo privato. Passo a svuotarle i due post, perché qui non siamo in un postribolo e neppure in un bar di scaricatori di porto.
p.s. Vox non fa propaganda, riporta interi articoli citando le fonti e spesso anche traducendoli. Inoltre, a differenza di lei, NON è mai stato messo alla porta dal blog né ha sparso insulti a piene mani altrove contro il mio blog, sul blogger e sui forumisti. Anche Anita cita link e interi articoli a volte, che magari a me non piacciono neanche un po’, ma non lo fa certo per partito preso o per fare propaganda, esprime semplicemente il suo punto di vista e le sue idee esposte sempre in modo accettabile. Anita non ha MAI insultato nessuno e si è ampiamente guadagnata il diritto di dire ciò che più le aggrada, oltre che la mia personale stima, amicizia e affetto, sentimenti che nutro per molti forumisti. Tutti in buona fede.
Caro CC, a proposito di sindaci, il mio amico sindaco comunista, da me votato tutte e tre le volte che si è presentato, ha governato Bisceglie come un raìs mediorientale, a colpi di atti monocratici, tanto da subire più volte dei richiami dall’allora Presidente della Repubblica.
Non un sindaco: un re! Anzi, un vero dittatore.
Ora lo rimpiangono e sai perchè?
Perchè mentre lui decideva da solo e le cose le faceva, giuste o sbagliate che fossero ( ha fatto diverse fesserie, tra tante cose buone), questo di adesso tergiversa. Eppure di cose buone questo di adesso ne sta facendo, ne ha fatte; ma niente di eclatante, niente da esibire.
Sono convinto che alle prossime comunali, se l’ex sindaco si ricandiderà, sarà facilmente rieletto.
La gente preferisce i decisionisti, coloro che realizzano roba VISIBILE.
Quando al PD lo capiranno, sarà sempre troppo tardi.
Cara Anita,
…anch’io mi unisco al coro dei rimproveri,…fatti fare un buon checkup e tienici infomati,…se poi hai bisogno di qualche badante,chiedi pure, siamo tutti a tua disposizione.
Ciao,Ber
Ho un amico che è comandante di una nave da carico, che mi ha parlato di questo fenomeno della pirateria. Il problema della pirateria è molto sentito, dalle compagnie. Infatti le navi cercano di evitare il passaggio da Suez, proprio per non dover doppiare il Corno d’Africa e l’isola di Socotra. Preferiscono fare il periplo dell’Africa.
Dalla parte della Nigeria invece, le navi usano la tattica di passare molto al largo, oltre le 100 miglia e di non mettersi mai alla deriva ( operazione che si fa quando si attende un ingaggio).
Non si preoccupi , tolgo di nuovo il disturbo.
Le ultime battute hanno solo svelato la sua vera indole e cioè l’ipocrisia e la vigliaccheria.
Cancellerà anche questo post lo so. Ma l’importante è che lo legga lei. L’importante è, che lei sappia che se un giorno avrò la possibilità di incontrarla le sputerò in viso e vedrà che le piacerà, cosi come quel famoso Thè bevuto da lei in un bicchiere pulito con uno straccio imbevuto di saliva. Mi stia bene.
“La Capitale mi piace così com’è ma è sporca. Suggerirei più cura del verde”
Berlusconi: “Roma sporca, sembra l’Africa”
—
Che Roma sia sporca, lo dice anche il mio amore romano. Lei abita in una zona posta entro un’ansa dell’Aniene, con tanto verde. Si lamenta perchè il posto sarebbe molto bello, se non fosse così sporco.
@ Pino
Ho finito solo ora di leggere i due articoli nuovi e di dare una rapida scorsa ai post precedenti.
La II parte del tuo racconto di viaggio e’ anche migliore della I, per cui attendo con molta curiosita’ la III.
Trovare una realta’ diversa (in meglio o in peggio) rispetto a quella che ci si e’ immaginati a causa della solita propaganda di cui e’ imbevuta ogni frase, ogni parola e ogni virgola di certe fazioni (che sono purtroppo oggi prevalenti) e’ un fenomeno piu’ diffuso di quanto si pensi.
Il viaggiatore occidentale, anche quello piu’ illuminato e aperto, spesso si trova a partire con la valigia carica di preconcetti, dubbi e diffidenza. E la scoperta di una realta’ molto piu’ ricca, profonda e complessa aggiunge piacere alla scoperta dei luoghi e della storia.
La cosa migliore sarebbe partire senza “valigia”, col solo desiderio di conoscere e di comprendere quanto piu’ possibile. Un breve viaggio sara’ sempre, per necessita’ di cose, insufficiente e forse anche superficiale. Per conoscere davvero un paese, come una persona, bisogna frequentarlo per anni, parlarne la lingua, conoscerne la cultura, le tradizioni, la psicologia, la burocrazia, la vita quotidiana in tutti i suoi aspetti. Tuttavia, anche un soggiorno breve, se vissuto con genuinita’, con apertura mentale e spirituale, e’ sufficiente per cogliere l’atmosfera generale e intuire quel che si agita nelle profondita’.
Io sono ormai fuori tempo massimo per loro. Il chè mi dispiace, in ogni caso.
per il post 52:
invidia eh?
Invidia di come la pensa lei, di come vive il suo Mito o lei?? nel caso vuol dire come vive il delinquente nano, ha capito male, non ammiro malati di mente x di più delinquenti che frequentano delle minorenni.
Veda, lei si sbaglia nel pettinarsi al mattino, forse anche lei ha la moquette in testa, ma cè chi non ha bisogno dei capelli di un altro e non invidia le moquette dei nani corruttori, lei è la conferma, nel caso fosse calvo, vuole i capelli di un altro,lei in un caso di necessita è invidioso, anche lei è malato, si consulti con uno bravo, che non sia scapagnini il droghiere del re.
L invidia non esiste in natura, si coltiva in laboratorio, come lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, malattia molto diffusa nelle società capitaliste e prevaricatrici, che se non curata, cancrenizza il pensiero e porta a credere di assomigliare ad altri, solo perchè ci si veste come loro, ma non si incarna mai a quello desiderato, come nel suo caso. L’ invidia è malattia fideista, da pretini castrati, per meglio dire colpisce chi è stato plagiato al dualismo del bene e del male, il virus dell’avere quel che non mi appartiene, non mi tocca, la malattia della prevaricazione motivata con prepotenza, non vive o si sviluppa con facilità in una società umanista o collettivista. Checche lei ne dica. chi va con lo zoppo, non piglia pesci e li ruba allo zoppo, le si addice, nel senso metaforico virtuale, nevvero!! Non si affaccendi a scrivere il suo curriculum, elencando le innumerevoli sue amiche magiche, nun ce po frega de meno, è sufficente leggere “come la pensa lei” e dai suoi scritti poco corsari e tanto fuffa sviolinata, non si fatica molto a capire chi è marco tempesta, lo sprezzo e il disprezzo x ragazze minorenni, che lei ha chiamato zoccole (e non io, sig. Nicotri) salta alla vista, INVIDIANDO un 72 enne, malato di mente che frequenta minorenni e le assoggetta al suo potere canceroso. Lei lo indivia e ne è contento al punto di mitizzarlo ed essendo il Papinano un delinquente corruttore che frequenta minorenni, come i pedofili, se tanto mi da tanto non ho rispetto neanche per lei, non per quel che fa, ma per quel che scrive. Lei, lo si evince dai suoi scritti è complice di un modello di affarista corruttore e dei suoi simpatizzanti corrotti ed ignoranti, stolti e plagiati dalla Tv. Che lei invidia un delinquente è un problema suo, ma non puo pretendere di DARLA A BERE AD ALTRI come fosse NATURALE essere dei pedofili, in questa societa, gia disastrata proprio da chi la pensa come lei, andare con minorenni è ancora reato. Io non la invidio e non difendo un pedofilo, corruttore di giudici ed avvocati, con soci mafiosi al fianco, questione di educazione sociale, che lei non pratica e non conosce ed oramai ha ragione lei, non ha più l’età per capire la differenza fra una mente malata ed una sana, fra un delinquente ed un Leader che rappresenta un Popolo.
Apofrigo
nel caso fosse calvo, vuole i capelli di un altro…
——–
facciamoci una risata…
Comunque il termine pedofilo indica chi va coi bambini.
Se Naomi è una bambina, altrettanto pedofilo sarebbe il suo fidanzato, più grande di lei, che certo avrà approfittato delle sue grazie ben ancor prima del papi, come il lupo con Cappuccetto Rosso.
Se Noemi non è bambina, ok, va bene per il papi e per il fidanzato. Se invece è una bambina, chiamata di correo anche per il fidanzato. Non mi sembra invece che il fidanzato sia stato accusato di aver fatto la bua alla bambina!
non ha più l’età per capire la differenza fra una mente malata ed una sana, fra un delinquente ed un Leader che rappresenta un Popolo.
—
Non sono io che devo capirlo, io l’ho capito benissimo.
Dovete invece spiegarlo, ed essere molto convincenti, a quegli elettori che preferiscono un delinquente, a un cretino!
Perchè invece non spieghi cosa non ti và del post Nr.12 e perchè.
e tu perchè, dopo innumerevoli richiami a toglierti dai coglioni, rimani qui?? perchè??
tu sei il tipico esempio di uno malato di invidia, come il biscegliese, tuo amico, tutti e due credete in un dio che usa da criminale i suoi poteri.
Luna rossa
non si fatica molto a capire chi è marco tempesta, lo sprezzo e il disprezzo x ragazze minorenni, che lei ha chiamato zoccole (e non io, sig. Nicotri)
–
Sprezzo e disprezzo? ma qui stiamo rivoltando la frittata! Io adoro le ragazze, le apprezzo pienamente, da quanto si evince da tutti i miei post. Il termine di cui mi si accusa l’ho spiegato nella sua accezione corrente, che non è per niente dispregiativa. Evidentemente chi mi accusa non frequenta i giovani, non ne conosce il linguaggio, o forse è intriso della morale talebana di quella componente del PD che fa capo alla Binetti!
A proposito di berlusconi, mi viene di pensare che, se per qualche miracolo dovesse lasciare la poltrona prima delle elezioni, ci ritroveremmo Fini a capo del governo. E qui si aprirebbe un’intero ventaglio di congetture e speculazioni.
In primo luogo, la parabola sarebbe completa: da Mussolini a Fini (e fa anche rima) in pochi decenni. Cosa che darebbe ragione a coloro che ritengono l’Italia un paese col vizietto, un popolo sostanzialmente e tendenzialmente fascista.
In secondo luogo, Fini e’ una persona che non mi riesce di collocare con precisione. Un attore sopraffino che si finge democratico, aspettando l’ora X? Un autentico liberale? Un mediocre destinato a starsene sempre in secondo piano? Un furbone di tre cotte? Altro?
Dalla sua vera personalita’ dipenderebbe moltissimo l’era post-cavaliere.
In terzo e ultimo luogo, non riesco a dimenticare le sole parole (secondo me) veramente significative della signora Veronica Lario e cioe’ che, mentre Berlusconi e’ un simil-Napoleone, dopo di lui potrebbe arrivare il fascismo.
Questa considerazione politica si e’ completamente disciolta nel mare mediatico intorno alla reale o presunta “debolezza” del premier per le minorenni. Invece, credo che meriti qualche riflessione. La signora potrebbe essere al corrente non solo delle abitudini private del consorte, ma anche di risvolti piu’ importanti per il paese.
Luna rossa ha fuso. Fuori uno!
Concordo pienamente col post di VOX n. 90!
Mi terrorizza l’idea di un inciucio simil-compromesso storico tra PD e PDL, a guida magari alternata FINI- Qualcun altro del PD
E’ uno dei motivi per cui mi auguro che il PD se ne vada all’aceto il più presto possibile, al fine di permettere un vero rinnovamento tra le forze sane della politica.
calvo Marco?
Che dica “cose strane” a proposito delle donne in generale e delle minorenni in particolare, SI; invidiare i quattro peli del nostro caro presidente NO.!
Caro Marco,
tu conoscerai molte donne, ma hai il diffetto di imprestare a loro la
mentalità mascolina.
Soprattutto non distingui fra ragazze “televizzate” desiderose di apparire, di essere moderne, in linea con la massa e perciò immature (non importa l’età), dalle ragazze “acculturate” sicure del loro valore, che non hanno niente da dimostrare ai maschi, nemmeno che sono liberate.
Il sesso è una parte, il piacere non è unicamente lì.
Poi la donna ha altri impulsi, altri obbiettivi, altre strategie.
Meno male che le manager, ancora poche purtroppo, hanno buttato alle ortiche quegli orrendi vestiti mascolini che scimmiottavano i loro colleghi ben più potenti.
Tu tratti da puttane le donne che vogliono farsi sposare prima di fare sesso.
Hai mai immaginato che, magari senza lavoro, è l’unico capitale che hanno? E l’istinto alla maternità nella donna è più forte di molto altro.
E in fondo, non è un do ut des?
Se fosse così facile capire l’altra metà del cielo, che avrebbero scritto a fare milioni di scrittori nei secoli?
Per quanto riguarda le minorenni, non posso accettare le tue argomentazioni, nè il tuo proverbio pugliese.
OGNI uomo che va con una minorenne è un pedofilo, un delinquente che viola istinti fisici non equilibrati con quelli psichici.
E’ la stessa cosa che andare con un mentalmente handicappato.
PUNTO e GALERA.
Sylvi
72 a 15-17, come tuo solito, mischi le carte e adesso il pedofilo è un ragazzo di 20 anni, prima dai della zoccola alla ragazza ed invidi il maiale ( pedofilo=maiale malato, si puo dare del maiale ad un pedofilo?? o devo chiamarlo pretino che poi è la stessa cosa), invece che dare del maiale al pedofilo, abbiamo capito chi è il cretino, lo hai letto nei tarocchi?? e abbiamo capito anche che non rispondi, ma svii e straparli di te e delle tue donne magiche, come la gallina in la via, che ripete il suo verso, non ti invidio!! ma smettila di girare intorno al lampione che fa girare il coglione: Se non è un pedofilo un 72 enne con una di 15-17, chi è un pedofilo?? Ma va la, lascia stare Wikypeinvidia.
Apofrigo
cara Sylvi, cerchiamo di puntualizzare; tu scrivi:
“Tu tratti da puttane le donne che vogliono farsi sposare prima di fare sesso.
Hai mai immaginato che, magari senza lavoro, è l’unico capitale che hanno? E l’istinto alla maternità nella donna è più forte di molto altro.
E in fondo, non è un do ut des?
—
Prostituta è colei che fa sesso dietro compenso. Siamo d’accordo con questa definizione?
Non considero infatti prostituta chi fa sesso per suo piacere.
Il compenso però, non necessariamente è il denaro può essere un compenso di tipo simil-affettivo, del tipo ‘vengo con te se mi garantisci di volermi bene’, o un compenso di tipo ‘servizi': vengo con te, se lavori e mi mantieni.
Per me, qualsiasi donna che faccia sesso dietro qualsiasi forma di compenso, rientra nella definizione ‘prostituta’.
La maternità. Punto dolente. Sono dell’idea che, visto il gran numero di separate, divorziate e ragazze madri, se una donna che ha figli lavora, la presenza dell’uomo è superflua nel ruolo del sostenitore della maternità. Certo, due stipendi in casa sono meglio di uno, ma quanta sofferenza costa spesso alla donna, il latore di quello stipendio aggiuntivo?
La pedofilia. Il termine ‘bambino’ allegato ad una ragazza minorenne, è assolutamente fuori della realtà. L’età anagrafica molto spesso non coincide con l’età mentale e con la maturità. Avere 18 anni e un giorno, non è diverso che averne 18 meno un giorno, ma per la Legge lo è.
Posso assicurarti di non aver mai approfittato in vita mia di una donna debole, qualsiasi età questa potesse avere. Altrettanto posso assicurarti di aver conosciuto nella mia vita ragazze molto mature a 15 anni o del tutto infantili a 40. Chi la protegge, una donna infantile di 40 anni? O di 30? o di 20? Sai quante ce ne sono? Andare con loro è molto più da pedofili ( aggiungerei, da vigliacchi) che non andare con una quindicenne scafata. Di ragazze che hanno cominciato a fare sesso a 15 anni o addirittura a 12, ne ho conosciute. Ora sono adulte, hanno figli, sono donne perfettamente realizzate, non certo delle traumatizzate e sbandate. Mi tocca invece spesso fare da padre alle altre, alle quarantenni che ancora non hanno risolto i loro problemi. Ragazze che hanno avuto magari un solo fidanzato, poi sposato; o ragazze che hanno cominciato a d avere rapporti intorno ai 30 anni perchè aspettavano ‘quello giusto’ che regolarmente non hano trovato…
Non hai idea di quanta fragilità ci sia in queste finte adulte!
Perciò, andiamoci piano quando utilizziamo come metro l’età anagrafica! Andiamoci molto piano!!!
Trovo abbastanza divertenti le polemiche sul destino del capitalismo e sulle caratteristiche del sistema economico italiano.
Per quanto riguarda i massimi sistemi nessuno al mondo è in gradi di prevedere cosa ci sarà non dico tra qualche secolo ma banalmente tra vent’anni. Al massimo potremmo spingerci ad ipotizzare per i prossimi dieci, e sarebbe già un’impresa rischiosa. Comunque si potrebbe benissimo instaurare un sistema ad economia fortemente controllata (cioè un sistema socialista), che sarebbe l’evoluzione più logica in una fase di scarsezza di risorse. La mia personale opinione è che sarà il socialismo di Wall Street, che ci toserà ancora più di quanto ha fatto.
Per quanto riguarda poi il sistema ittagliano, il discorso di fondo è che le difficoltà economiche del paese sono, naturalmente, della sinistra e del sindacato (sinistra che ha governato 6 anni su 148 di storia patria). In tal modo ignorando il fatto che gli imprenditori italioti prima ancora che degli sfruttatori del denaro pubblico sono generalmente degli incapaci: male organizzati, tecnicamente arretrati, finanziariamente vecchi ecc. La crisi attuale è tutta e solo il prodotto dei centri vitali del capitalismo, quello usaegetta per la precisione, che sono vissuti,lussuosamente, a credito del mondo intero per quasi trent’anni. Con l’appoggio o la copertura dei sistemi finanziari dell’intero mondo occidentale. Le sinistre ed i sindacati non c’entrano assolutamente nulla.
Il sistema italiano ha delle sue caratteristiche (corruzione, delinquenza organizzata, inefficienza, incapacità tecniche e professionali, scarsissimo livello culturale specifico e generale) che riguardano il paese intero prima ancora dei suoi governi. Comunque avendo le sinistre governato per 1/25 della nostra storia, logica vorrebbe che fossero responsabbbbele di non più di tanto. Scopriamo invece che la responsabbbbbeletà è tutta e solo nostra. Eccezionale …. veramente!…..
Si tratta del solito sistema apparentemente astuto degli ittagliani che non sono mai responsabbbbele di nulla perché la colpa è sempre degli altri. Ecchiommegliommmai delle sinistre per adempiere al ruolo di capro espiatorio???
Il paese naturalmente plaude e gli incazzosi della sinistra italica, che per altro hanno abitualmente idee di destra, vagheggiano una politica radicale che non c’è e non ci può essere.
Sono d’accordo con Pino: il Banana ha vinto e durerà. Nel 1996 prevedevo tre legislature, c’è stata la piccola parentesi del Prodi II ma direi che siamo in media. Avrà una quindicina d’anni di tempo per rivoltare il paese come un calzino, con il plauso del paese intero, compreso molti frequentatori di questo blog. Alla fine ci troveremo con il culo nella bagna perché i governi del Banana saranno l’equivalente di una guerra perduta. Il paese raccoglierà quel che ha seminato. U.
PS. La ditta di un tizio che conosco ha cambiato gestione; orario di lavoro nella prima settimana di nuova gestione: 67 ore la settimana: La signor Anita sprofonda in deliquio per la gioia …. Ed anche il signor Popeye si sente finalmente a casa sua.
Il termine di cui mi si accusa l’ho spiegato nella sua accezione corrente, che non è per niente dispregiativa
Si marco, lei ha ragione, li chiedo scusa!! Porta i miei saluti alla piu zoccola, fra le tante del tuo harem!!
Il termine di cui mi si accusa l’ho spiegato nella sua accezione corrente, che non è per niente dispregiativa
salutami la piu zoccola, mi raccomando!!!
Lunarossa
Vediamo se continua a ciurlare nel manico. Grande fans dell azzeccagarbugli Ghedini
Apogrifo. Eccone un altro che ha fuso. E sono due.
mi auguro che il PD se ne vada all’aceto il più presto possibile, al fine di permettere un vero rinnovamento tra le forze sane della politica.
@ MT
Il PD?! E perche’ non il PDL invece, che e’ una voragine di corrotti, indagati, avanzi di galera, furbastri, ipocriti e amorali?
Non sostengo il PD (che continuo a considerare un partito-chimera troppo di centro per i miei gusti), tuttavia dire che ci si augura il crollo del PD mi sembra a dir poco strano e contraddittorio. Non credera’ mica che le “forze sane della politica” stiano tra Casa delle Liberta’ (dello psiconano), AN e Lega? O magari l’UDC, quella col PR dell’erede al nulla dalla faccia di babbeo?…