Sprofondiamo nel coma dell’intelligenza critica e dell’odio verso “gli altri”. Ecco perché hanno buon gioco i Berlusconi, i Maroni, gli Sgreccia, i Lapo, gli ultra sionisti affamati di altre pulizie etniche. Il tutto mentre i nostri mass media e politici vanno a caccia di veline e mutande sotto l’arco di Tito….
Avrei voluto scrivere oggi la seconda punta del mio viaggo in Iran con alcuni colleghi del Gruppo cronisti lombardi, ma l’incalzare della cronaca con fatti gravi e gravissimi non solo in campo politico mi costringe a farla slittare a domani o dopodomani.
E’ francamente raggelante il balletto se l’avvocato inglese Mills abbia ricevuto i famosi 600 mila dollari di non disinteressato regalo da Berlusconi in persona o no, come se l’eventuale non averli ricevuti da lui significhi automaticamente che Berlusconi è innocente. Il fatto è che da chiunque abbia ricevuto quei soldi Mills è arci dimostrato, dai documenti dell’inchiesta giudiziaria, che l’azienda miniera d’oro del nostro capo di governo, cioè la Fininvest, ha commesso varie grandi illegalità per trarne grandi vantaggi illegali. Si dà il caso che la Fininvest è proprietà privata dei Berlusconi. O no? Quindi in ogni caso buona parte della sua ricchezza ha origini non lecite. Per non parlare del fatto che Mills si occupava anche di creare una serie di “scatole cinesi” onde rifornire di quattrini (almeno) di non chiara origine e di chiara frode verso il fisco due figli di Berlusconi, Marina e Piersilvio, che oltretutto dirigono la stessa Finivest.
Insomma, ce n’è più a sufficienza per cacciare Berlusconi e fargli avere grosse noie giudiziarie, qualora fossimo un Paese civile. Per non parlare delle ribalderie per le quali è riuscito a beffare la giustizia solo grazie a leggi fatte fare su misura dai circo Barnum dei suoi nani, ballerine compiacenti e avvocati ancor più compiacenti. In un Paese civile basterebbe il continuo ringhiare contro la magistratura e la stampa, due cardini della democrazia, per mandare a casa – e con somma vergogna – un capo di governo come Berlusconi, che nella sua volgarità e minacciosità ha ormai superato anche il Caimano di Nanni Moretti: quando ho visto il film mi sono detto che Moretti aveva esagerato. Ora non lo disco più. Viene il voltastomaco a leggere i “ragionamenti” dell’avvocato e parlamentare Nicolò Ghedini, che con il miglior stile azzeccagarbugliesco – riccamente pagato dal grande capo di Arcore – cerca di far fessi i giornalisti e i lettori. Il dramma è che ci riesce, perché per quasi tutti i miei colleghi il problema si riduce – inspiegabilmente – a chi ha dato i soldi a Mills, il Cavaliere o un suo stalliere. Continua a leggere →