ISRAELE E IRAN: DUE MINE VAGANTI SULLA STRADA DI OBAMA IN MEDIO ORIENTE
Il mio amico Benito Li Vigni, ex collaboratore di Enrico Mattei e uno dei massimi esperti mondiali di petrolio, sta correggendo le bozze del suo libro “I predatori dell’oro nero”, del quale ho proposto la pubblicazione a Baldini-Castoldi-Dalai. Il libro uscirà a giugno e racconterà tutti i misfatti compiuti per accaparrarci il petrolio in tutto il mondo, comprese le truffe che portano a un prezzo spesso fuori controllo e fuori dalla realtà dei costi effettivi. Li Vigni è stato testimone anche della disponibilità dell’iraniano Katami di fornire petrolio a Israele pur di favorire la costruzione in territorio palestinese di due impianti per produrre fertilkizzanti che avrebbero dato un ottimo lavoro ad almeno 7 mila palestinesi e della volontà dell’israeliano Sharon di impedire, come in effetti è avvenuto, la costruzione di tali impianti così come qualunque possibilità di decollo economico palestinese. Data la sua vasta esperienza, ho chiesto a Li Vigni di dire la sua su quelli che ritiene i problemi cruciali del Medio Oriente. Ed ecco ciò che ha scritto per noi:
ISRAELE E IRAN: DUE MINE VAGANTI SULLA STRADA DI OBAMA IN MEDIO ORIENTE
di Benito Li Vigni
Nei giorni immediatamente successivi all’11 settembre Israele mise in atto una sorta di contingente scellerata vendetta massacrando molti palestinesi nella più totale impunità e con la tacita approvazione della Casa Bianca. L’Organizzazione delle Nazioni Unite non poté far nulla per fermare o circoscrivere la dura e «preventiva» repressione israeliana che porterà un sondaggio d’opinione europeo – comunque privo d’intenti antisemiti – ad accusare lo Stato ebraico di travalicare, con la sua aggressività, i limiti di una pur legittima lotta al terrorismo, così da rappresentare anch’esso una minaccia per la pace in quella martoriata parte del mondo. Il giornalista Paolo Barnard, autore di documentatissime inchieste sul terrorismo dei paesi che dicono di combatterlo, scrisse a proposito di Israele: «Eppure, rimane il fatto che in Occidente si fatica ad ammettere che Israele abbia praticato e pratica il terrorismo. Taluni rigettano questa nozione radicalmente, anche se la storia la dimostra in maniera incontrovertibile… Questo è potuto accadere perché l’Occidente ha intenzionalmente alterato la “narrativa” del conflitto israelo-palestinese, per tutelare i propri interessi nell’area. Lo dimostra lo stesso linguaggio mediatico internazionale: da anni, in televisione o sulle prime pagine dei giornali, gli attacchi palestinesi contro i civili israeliani sono sempre definiti (a ragione) “terroristici”, ma quelli altrettanti terrorizzanti delle Forze di difesa israeliane contro i civili palestinesi sono sovente chiamati “di autodifesa”; le azioni dei kamikaze di Hamas sono “massacri”, mentre le centinaia di omicidi extragiudiziali commessi dai servizi segreti israeliani vengono definiti “esecuzioni capitali mirate”, e così all’infinito. Tutto ciò ci ha lentamente resi incapaci di riconoscere l’esistenza del terrorismo di matrice israeliana, assieme alle atrocità che causa e che ha causato».
I massacri contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza da parte israeliana e messi in atto con estrema crudeltà nel gennaio 2009, alla vigilia dell’insediamento del nuovo presidente Usa Barack Obama, ha rappresentato un perentorio avviso, da parte delle lobby ebraiche alla nuova presidenza americana per un nuovo assetto geopolitico mediorientale in funzione israeliana e contro la “minaccia” iraniana. E’ logico il sospetto che Israele non avrebbe mai catturato Hamas poiché la sua «icona criminale» è servita per bombardare e uccidere popolazioni innocenti nel segno di quel «terrorismo di Stato» che di fatto mira ad evitare la nascita di una Palestina fortemente appoggiata dalla Repubblica islamica iraniana e dagli sciiti iracheni che, con la partenza delle truppe statunitensi, potrebbero guadagnare potere. Circa poi i massacri di Gaza, per quanto ogni nazione sappia – se ne ha i mezzi e la volontà – come proteggersi da terroristi della sorta di Hamas, la guerra non è un’opzione praticabile. Le guerre si fanno contro le nazioni, non contro bande, di terroristi. Gli si mette una taglia sulla testa e gli si dà la caccia. In anni recenti, l’Italia ha fatto la stessa cosa con la mafia siciliana, e a nessuno è ancora venuto in mente di bombardare Palermo.
Ma c’è il sospetto che la Striscia di Gaza, confinante con l’Egitto e soprattutto coi campi di petrolio e di gas della penisola del Sinai, possa contenere riserve di queste preziose fonti energetiche. Sul piano industriale e commerciale Israele non ha mai voluto che i palestinesi potessero attuare iniziative volte a creare una loro classe dirigente e imprenditoriale che riscattasse quelle popolazioni. Agli inizi degli anni ’90 l’Agip-Petroli – società del gruppo Eni – pensò di perfezionare un accordo tra Italia-Israele-Regione Autonoma palestinese, per la costituzione di una società a quote paritetiche che realizzasse sul territorio palestinese industrie energetiche. A tale scopo si avviarono trattative con la società petrolifera di Stato israeliana Derkoil e con i leader politici palestinesi e si pervenne ad una interessante ipotesi di accordo a cui mancava solo la ratifica del governo israeliano. Ma l’avvento del falco Sharon alla guida di Israele vanificò ogni cosa. Da lì a poco esplose il terrorismo, soprattutto quello israeliano.
* * * *
In Iran, gli italiani dell’Eni nel 1999, hanno firmato vari contratti col governo della Repubblica islamica per lo sfruttamento di importanti giacimenti petroliferi. L’Eni, in particolare, ha concluso, per la concessione dei giacimenti di Southpars, Darquin e Douroud, un accordo tipo By Back in base al quale la compagnia dichiara quanto intende investire (se investe di più lo fa a proprio rischio), usufruendo, a produzione avviata, di una parte per coprire i costi dichiarati più un guadagno inizialmente pattuito. Il sistema, contrariamente al production sharing agreement iracheno, consente alla compagnia estera di considerare propria riserva una piccola quota della produzione, cioè i barili che essa riserverà in pagamento dell’investimento e del profitto. Venuti a conoscenza della trattativa, gli Usa protestarono invocando il rispetto dell’«Iran-Libian Sanction Act» (I.L.S.A.). Madeleine Albright, allora ministro degli Esteri Usa, fece pressioni sulla Farnesina, ma l’accordo venne firmato ugualmente. D’altra parte gli Usa sostenevano che l’Eni aveva violato l’I.L.S.A. anche per l’accordo stipulato con la Libia per un grande progetto sul gas, nell’ambito del quale, si è realizzato il metanodotto sottomarino che, partendo dalla costa libica, approda a Gela, in Sicilia, passando ad ovest di Malta, per poi collegarsi a Enna con il metanodotto algerino. Le sanzioni alla Libia vennero imposte dall’Onu e dagli stati Uniti per la vicenda del Boeing 747 della Pan Am esploso sopra la Scozia nel 1988. Ma quando Tripoli ha risarcito le famiglie delle vittime, le compagnie petrolifere americane hanno chiesto con insistenza la cancellazione delle sanzioni, onde ritornare a sfruttare il petrolio libico.
La politica imperialistica degli Usa condotta in Iran, insieme allo storico alleato britannico nel segno del controllo delle risorse petrolifere e delle economie delle nazioni, con il rovesciamento del governo Mossadeq, un governo democraticamente eletto con il colpo di stato “sapientemente” orchestrato dalla Cia e con la imposizione di un regime sottoposto alle oligarchie finanziarie di Usa e Gran Bretagna sostenute dalla Banca Mondiale e dal Fondo monetario internazionale avrà, alla fine degli anni settanta, un esito drammatico con l’avvento dell’ayatollah Khomeini. Durante gli anni settanta gli americani erano convinti che l’Iran rappresentasse il loro più solido baluardo in Medio Oriente. Ma la società iraniana, alla fine del 1978, era precipitata nel caos, con lo scoppio di una vera e propria rivoluzione nata da proteste e scioperi di massa. Da un contesto di diffuso malcontento generato da una situazione economica disastrosa, nonostante i cospicui introiti petroliferi, emersero gravi lacerazioni interne. I fondamentalisti islamici infatti denunciarono il regime autocratico dello scià e attribuirono all’influenza americana la colpa dei suoi tentativi d’imporre riforme occidentali, estranee alla cultura del paese. Nella situazione esplosiva di quei giorni un prestigioso leader religioso, l’ayatollah Khomeini appunto, bollò gli Stati Uniti come il «grande satana» e incoraggiò i militari iraniani a disertare e a unirsi al popolo che chiedeva il suo ritorno dall’esilio. Perduto il controllo del paese, lo scià preferì fuggire. Era il 16 gennaio del 1979. Due settimane dopo, tre milioni di persone affollarono le strade di Teheran per acclamare Khomeini ritornato in patria dopo quindici anni di esilio. L’instaurazione di una repubblica islamica sotto la rigida guida di Khomeini, fu un duro colpo per la politica americana; la rivoluzione iraniana ebbe un carattere apertamente antiamericano, antioccidentale e rappresentò una evidente minaccia all’influenza occidentale in tutto il Medio Oriente.
L’inaspettata vittoria del sindaco di Teheran, l’arcifondamentalista Mahmud Ahmadinejad, ha portato a una situazione di stallo, apparentemente irrisolvibile, la trattativa nucleare con il cosiddetto trio europeo di Francia, Germania e Gran Bretagna più l’alto commissario dell’Unione europea Javier Solana, iniziata nell’ottobre 2003 con l’accordo di Teheran, e successivamente riproposta nel novembre 2004 con l’accordo di Parigi. Una nuova trattativa era stata interrotta nell’agosto 2005 per la decisione di Teheran di riprendere la conversione dell’uranio sfidando le pressioni internazionali. L’Iran, come firmatario del Trattato di non proliferazione (Tnp), rivendica il diritto a produrre autonomamente uranio arricchito per le proprie future centrali nucleari secondo una tecnologia dual use che può essere utilizzata per un programma nucleare militare clandestino. Una ipotesi questa fortemente avversata dalla comunità internazionale, in quanto preoccupata che la scarsa trasparenza del programma nucleare civile iraniano possa nascondere un piano clandestino mirante alla costruzione di ordigni nucleari. Alla luce delle inaccettabili dichiarazioni (ottobre 2005) con cui Ahmadinejad ha esortato a «cancellare Israele dalle carte geografiche», la situazione politica interna iraniana ha mostrato le sue profonde contraddizioni. Quelle frasi, in contrasto con la politica della Repubblica islamica perseguita in un recente passato da Hashemi Rafsanjani, miravano di fatto a rafforzare i sostenitori di una linea dura che non corrispondeva ad una maggioranza del paese.
Non bisogna dimenticare che le enormi risorse energetiche di cui l’Iran dispone possono diventare uno strumento di pressione geopolitica nei confronti dell’Occidente e del resto del mondo. Agli inizi del 2005 all’Iran venne tuttavia chiesto di smantellare tutte le strutture legate al ciclo dell’arricchimento dell’uranio e di accettare la definitiva rinuncia di quelle attività in cambio di concessioni economiche, tecnologiche e politiche. Grazie anche alla posizione strategica occupata nello scacchiere mediorientale ed asiatico e alle sue enormi opportunità geopolitiche, l’Iran chiamato a rispondere alle grandi sfide poste dai nuovi scenari globali potrebbe essere tentato di cogliere tutte le opportunità negoziali usando il «petrolio come arma». Sull’Iran, l’intellettuale americano Alan Wolfe, in prima fila contro i «neocon», si è così espresso nel corso di un’intervista: «In Iran c’è stato, e probabilmente c’è ancora, un movimento molto importante in favore della democrazia. Ma noi non lo abbiamo appoggiato. E quando ce ne accorgeremo sarà troppo tardi, sarà tutto preda del fondamentalismo. Invece di lasciare l’Iran arrivare ad affermare che Israele deve essere cancellato dalle carte geografiche, avremmo dovuto, prima di tutto, sistemare la situazione in Medio Oriente».
Il nuovo Presidente Usa Barack Obama, dichiarandosi pronto a dialogare con l’Iran ha dimostrato che la pace in Medio Oriente è strettamente legata alla soluzione di tutti i contenziosi esistenti con la Repubblica islamica, primo fra tutti quello nucleare. Anche per l’Iraq, dove gli equilibri tra Sunniti, Curdi e Sciiti sono ancora da consolidare politicamente e, soprattutto nella gestione delle enormi riserve energetiche, il coinvolgimento dell’Iran sciita risulterà indispensabile. L’eventuale nomina del moderato Katami, a premier alle prossime elezioni iraniane, darebbe di certo una svolta immediatamente positiva ai rapporti con l’Occidente e forse con Israele se Barack Obama convincerà il governo israeliano che la pace, nell’esplosiva regione mediorientale, è l’unica alternativa possibile.
http://www.effedieffe.com/content/view/6819/164/
Madoff «colpevole», e il Mossad?
Maurizio Blondet 20 marzo 2009
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Manda per E-mail
Testo
Il processo a Bernard Madoff, lo pseudo-finanziere che ha truffato 50 miliardi di dollari con uno «schema Ponzi», è durato un solo giorno. Lui solo risulta colpevole. Ma molte voci sul web notano che l’inchiesta sul truffatore ebreo somiglia fin troppo a quella ufficiale sull’11 settembre: indizi di una vasta associazione a delinquere (conspiracy) sono stati ignorati, ed insabbiati con il processo-lampo, immediatamente chiuso.
A cercare le diramazioni dello scandalo insabbiato è stato Wayne Madsen, un valoroso giornalista investigativo ed ex agente del National Security Agency (NSA) che ho avuto il piacere di conoscere, e che ho trovato sempre ben documentato.
In un articolo del 19 febbraio, «Chi c’è dietro Bernard Madoff?» (Who’s behind Madoff?) Wayne Madsen ha richiamato( L’articolo completo e’ disponibile solo per gli abbonati )
Scoperta la termite nelle Twin Towers
Bene. Questo conferma quel che ormai in tutto il mondo si sapeva ufficiosamente. Forse un giorno saletranno fuori anche i nomi degli ideatori. Che c’entri il Mossad sembra ormai fuori di dubbio.
discriminata, non perseguitata,
@ Anita
Se per questo, in Russia sono sempre stati i russi a fare il ruolo dei “negri”, non certo gli ebrei, i quali occupavano e tuttora occupano i posti migliori, da dirigenti e professionisti, in tutte le sfere, da quella politica a quella artistica, da quella scientifica a quella degli affari. Dove sarebbe allora questa fantomatica discriminazione?
Ripeto, se la sua vicina ha fatto quel tipo di dichiarazione al vostro ufficio immigrazione, che prende queste cose molto sul serio, e’ naturale che non dara’ mai a nessuno una versione diversa. Mica e’ matta, a darsi la zappa sui piedi.
x VOX
Lei e’ troppo insistente….
La sorella della mia amica si e’ rifugiata in Africa a Mali, dove lavora come cameriera in un hotel.
Erano di ottima famiglia, dopo la morte del padre che era un dottore medico di importanza, la famiglia non se la passo’ tanto bene.
Non le posso dire altro.
Byeeeeeeeeeeeeee……….. Anita
xVox
non ho elementi per commentare sul ruolo degli ebrei nella societa’ russa.
Da come parla lei, pero’, si direbbe che gli ebrei russi (o russi ebrei se preferisce) NON fossero o siano russi. Forse dovrebbe dire cristiani, o al limite non ebrei, non le pare?
Non direi che gli ebrei italiani non siano italiani, e via dicendo
Peter
Cara Sylvi,
se ho un gruzzolo nascosto è il minimo indispensabile per andare fuori da questo paese e non crepare di fame per almeno un mese.
Non dirlo a mia moglie, lei direbbe che sono tutte “balle”.
Ma come ben sai, anche il più “sano dei realisti”, tiene qualche piccolo scheletro di superstizione nascosto negli armadi.
Eh,eh,eh !!
cc
Siamo alle solite, i politici europei sono veramente dei gran buffoni. Hanno fatto un gran baccano dopo le dichiarazioni di Ahmadinejad, ridicolo, fosse una novità!!Cosa si aspettavano, che distribuisse confetti? E`piu`furbo di tutti loro messi insieme….intanto si è fatto una bella propaganda per le elezioni di giugno scaldando gli animi dei suo popolo…. contro quei “poveri” israeliani che devono sempre difenedersi perchè continuamente attaccati, che hanno appena rieletto uno che di razzismo ha da sempre impregnato la sua politica. Una conferenza, anzi un inizio, che peggio di cosi`non poteva andare, gente profumatamente pagata che invece di discutere i problemi della terra lascia la conferenza per l’ospite non gradito. Prima lo si invita poi lo si boicotta……senza palle gli europei, e non solo.
Poi c’è stata la polemica contro la Svizzera per l’incontro avuto con Ahmadinejad, che come ha spiegato ieri sera ai media svizzeri ed europei il Presidente della Confederazione è stato voluto, esclusivamente, perchè la Svizzera cura gli interessi americani in Iran, aggiungendo che, sia l’amministrazione americana che il governo israeliano ne erano al corrente da tempo, inviando il loro benestare. Il nostro corrispondente da Gerusalemme ha poi aggiunto che il governo israeliano,ritirando l’ ambasciatore da Berna per consultazioni ha voluto inviare una velata minaccia agli americani e non al nostro paese, come a dire ” volete stare con gli iraniani? Ricordatevi che noi continueremo da soli la nostra lotta”.
Devo anche dire che ascoltando per caso il tg2 di ieri sera il giornalista di turno parlando del ritiro dell’ambasciatore ha parlato di una Svizzera lassista….da che pulpito viene la predica mi vien da dire. Notizie buttate li cosi` buttano solo discredito.
Saluti atutti Marta
Cara Sylvi,
non ho ancora capito bene “il perchè”, ma sostanzialmente ,queste “cose”, mi fanno incazzare…
http://ilpiccolo.gelocal.it/multimedia/home/5616350
cc
Grazie Marta,
bel “reportage” dalla Svizzera,a noi ovviamente sarebbe sfuggito!
Ma utilissimo per capire!
cc
Caccia, arriva la legge-deregulation
Ambientalisti in rivolta: “Specie a rischio”
La nuova normativa prevede una stagione più lunga e meno limiti per i migratori. E l’Italia finsice sotto accusa perché permette di sparare a specie che la Ue protegge
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Ecco una news, degna di nota..non è ancora ben chiaro se la UE ha deciso di inserire tra le “specie” protette anche I Comunisti italiani,a qualsiasi sottospecie essi possano appartenere..in tutti i presumo che i medesimi sappiano approntare in tempo le debite contromisure al solo scopo della “salvagurdia” della diversità biologica nel più puro spirito della salvaguardia dei principi “sacri” della liberal-democrazia.
cc
caro CC,
non penserai mica che io fossi tra i “paganti”?
E poi sai che il risotto “politico” mi va di traverso!
Però, però, risottini e sopresse, bene o male, hanno sempre portato nuove tecnologie agli Ospedali “affamati” del territorio!
Vorrei aggiungerti che Tondo e Galan si sono aggregati ad Illy
“obtorto collo” perchè il potere ce l’ha lui!
Avrebbe continuato a fare da solo, come sempre.
Antipatico alla sx nazionale e alla dx.
Penseranno alla maxi-regione e al relativo potere i due furboni.
Ma è Illy che parla tedesco e sloveno!!!
Tondo lo balbetta, come me! Galan, el parla veneto!
Ps: Prova a dare un’occhiata alla politica imprenditoriale della Illy.
Relativamente piccola, massima tecnologia, innovazione e massima qualità del prodotto. Non riproducibile da nessun cinese!
Infatti va a gonfie vele, altro che crisi!
Sylvi
Cara Sylvi,
ECONOMIA
Il Fondo Monetario Internazionale invita pertanto i governi “a ulteriori azioni forti
per riportare fiducia e allentare le incertezze che minano le prospettive di una ripresa”
Fmi, rivisto al rialzo costo crisi
“Svalutazioni per 4.000 miliardi $”
In Italia si aggrava il debito pubblico: salirà al 121% del Pil nel 2011
Non ti preoccupare il “gruzzoletto” nascosto da Tremonti ci salverà..
Per intanto ho sentito le Dichiarazioni di Tal Capezzone ex Liberal Democratico non so se ex Radical-Chic o meno..che dice al PD come essere un partito a “vocazione ” moderna..
Consiglio di inserire anche Lui tra le “specie” protette..quelle degli Ex Liberal Democratici che ultimanente sembrano avere avuto un incremento dopo che si era temuto per la loro scomparsa..
cc
Erano di ottima famiglia, dopo la morte del padre che era un dottore medico di importanza, la famiglia non se la passo’ tanto bene.
@ Anita
Medico di importanza…E menomale che erano discriminati…
Guardi che, in Russia, dopo l’arrivo del capitalismo super-liberista, non se l’e’ passata bene nessuno, tranne quelli che hanno arraffato bene e al momento giusto (massino un 15% della popolazione).
caro CC,
quando insegnavo a Tarvisio abitavo presso il presidente della associazione dei cacciatori del tarvisiano, un austriaco tarvisiano.
Andavo d’inverno, sci a spazzaneve, rachette alla bisogna, con la gerla del fieno sulle spalle , a riempire le greppie in alto per caprioli, camosci, e quant’altro.
Venivano abbattuti, con oculato programma, assieme alle volpi .
L’amore per il territorio di questi uomini erano, e sono, la miglior garanzia dell’equilibrio ambientale.
Ho imparato tutto, anche ad andare a rane di notte sui laghi di Fusine, rispettando l’ambiente.
Qui i comunisti sono trattati così: curati e abbattuti nel contesto di un equilibrio ecologico ambientale!!!
mandi Sylvi
…mio figlio, ad Hannover, sta visitando l’enorme stand dedicato alle enerie rinnovabili.
Dice che è molto interessante!
Ti saprò dire se tu vivi sulla luna… (Sylvi)
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Beh, basta farsi un giro su Internet…
La Fiera di Hannover darà risposte a molte domande.
La tecnologia esiste già, ma non si può fare uno sgarbo all’Enel e ai petrolieri…devono venderci i loro prodotti in regime di monopolio, no? Le energie rinnovabili possono aspettare.
Tuo marito è per caso nel settore? sarebbe interessante…!
E quando i fondi ce li hanno in mano gli industriali, i mafiosi e i furbetti, mi sembra poco probabile che li mettano a disposizione di giovani comunisti desiderosi di fondare un partito, la cui idea base e’ quella di dare una pedata nel basso-fondo ai suddetti sponsor.
——
Beh, esisterà qualcuno, non necessariamente comunista ( anzi, auguriamoci che non sia comunista) che possa riuscire a coagulare una quantità di gente per fondare un partito al di fuori delle solite logiche. Se esiste, auguriamoci che afferri il coraggio a due mani e si metta in moto, magari partendo dagli ambienti universitari e della ricerca scientifica. Non necessariamente il nuovo partito deve essere per forza messo in moto da morti di fame, con quello che c’è da fare. Ci vuole gente lungimirante, di larghe vedute e senza pregiudizi ideologici ( ecco perchè non voglio tra le balle i comunisti). Non so chi avesse alle spalle Pannella, ma credo che nei primi tempi abbia fatto tutto lui, col suo carisma.
….dimenticandosi (di gia’) a quale categoria appartengono coloro che gli hanno costruito case di sabbia…. (Vox)
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Non vorrei sbagliarmi, ma mi sa che le case di sabbia sono state costruite con un’amministrazione di sinistra.
caro Marco,
sarà soprattutto interessante sapere che cosa faranno gli altri, perchè gli italiani contano come il due di coppe.
Tutto ciò che è innovazione interessa mio marito.
Ma se vorrà lavorare dovrà rivolgere gli occhi oltre confine!
Sylvi
x Sylvi e Vox
Gli ebrei hanno subito nella russia zarista, cioè sotto l’influenza del clero cristiano ortodosso, non poche persecuzioni. Quando Lenin formò il partito la gran parte dei quadri rivoluzionari erano ebrei (come del resto lo stesso Marx ) e questo era uno dei motivi per il quale (non solo) Hitler odiava a morte gli ebrei, oltre ai comunisti, e la Chiesa di Roma odiava pure a morte i comunisti, altre as usual gli ebrei.
Luciano Canfora elogia Stalin per avere creato in Urss uno Stato per gli ebrei, del quale non ricordo il nome, che non era un ghetto ma uno Stato – o una regione speciale – dell’Urss amministrato dagli ebrei che avessero voluto trasferircisi. Inoltre l’Urss di Stalin fu tra i membri dell’Onu favorevoli alla nascita di Israele e della Palestina, ma come sappiamo la seconda è stata uccisa già in gestazione.
Al tempo della morte di Stalin ricordo che ci furono accuse per la “congiura dei medici”, contro i quali si lanciava il sospetto che essendo ebrei avessero voluto far crepare Baffone. Ma NON ci fu nessun progrom contro ebrei, salvo le solite efferatezze contro tutti un po’ tipiche di quei tempi bui in Urss.
Poiché però si ciancia e si delira tanto, è il caso che vi leggiate i libri sull’antisemitismo Usa, del quale Ford, l’inventore del fordismo e dell’auto su scala industriale, era un eminente e convinto assertore. I coniugi Rosemberg furono condannati alla sedie elettrica senza uno straccio di prova solo perché erano ebrei. E gli scienziati di Los Alamos perseguitati da Hoover erano in gran parte ebrei, a partire da Einstein – e mi pare anche Oppenheimer – che gli Usa hanno tentato di cacciare per un bel pezzo dopo averne usato le applicazioni con la bomba atomica. Storie vergognose, lurida, coperte dal luccichio delle stelle e strisce e dal nostro servilismo verso lo zio Sam, che peraltro assieme alla immensa quantità di soldati sovietici uccisi in guerra ci hanno salvato dal fascismo, dall’arretratezza e dalla miseria del dopoguerra.
Vorrei infine ricordare che è ormai dimostrato che Hitler per le sue teorie, e per le sue successive carneficine di ebrei, rom, slavi, handicappati, ecc., si è ispirato direttamente al razzismo del Movimento eugenetico americano, che dettava legge in vari Stati degli Usa mi pare fino agli anni ’50. E’ stata pubblicata, anche in una vecchia puntata del mio blog, la lettera che Hitler scrisse dal carcere a un eminente dirigente del Movimento eugenetico per ringraziarlo di averlo ispirato. E non vorrei si dimenbticasse che la “soluzione finale” di hitleriana memoria è avvenuta perché l’ex imbianchino austriaco aveva imparato la lezione dagli stermini di nativi americani perpetrati ovunque nelle Americhe, ma specialmente nell’America del Nord.
Oggi gli ebrei russi fanno parte spesso della società di neo ricchi, con annesse volgarità e prepotenze, tipiche di chiunque abbia molti quattrini e certo non solo degli ebrei, che sono esattamente come tutti gli altri esseri umani. Il fatto che un razzista deportatore come il nuovo ministro degli esteri di Israele, l’ineffabile Lieberman, venga dalla Russia, come molti altri della sua risma, la dice lunga. Se non ricordo male un rabbino di Venezia ha fatto rilevare che le ricerche su dna dimostrano in modo inconfutabile che gli “ebrei” venuti dalla Russia, che speso non sono ebrei neppure con le cannonate, e gli ashkenaziti sono molto meno discendenti degli antichi ebrei della Siria-Palestina, come la chiamavano i romani, che i martoriati palestiensi di oggi. Secondo vari rabbini demenziali di Israele i palestiensi sono gli amaleciti di cui parla la bibbia, con annesso “ordine di Dio” di spazzarli via tutti all’altro mondo. Questo spiega in parte la ferocia e le incitazioni di qualche rabbino di cui s’è letto a proposito della mattanza della moderna Masada chiamata Gaza. Per fortuna ci sono molti rabbini che invece lottano per i diritti dei palestinesi, compresi gli oltre mille rabbino Usa che tempo fa hanno scritto una lettera ad Obama pubblicata anche sul nostro blog, così come ci sono moltissimi ebrei niente affatto innamorati della politica di Israele e, anzi, in lotta per la pace.
Un caro saluto.
pino
caro Pino,
non parlo mai di ebrei e palestinesi perchè non conosco approfonditamente la loro storia.
So che Stalin aveva assegnato un territorio fra il Volga e il Don agli ebrei, ma fra Odessa e Kerson, e in altre parti dell’Ukraina furono cacciati e perseguitati; ma forse, i russi dicono, perchè Stalin non andava per il sottile con nessuna etnia.
Ho visitato ghetti ebrei ma , mi diceva la guida, di ebrei nemmeno l’ombra.
Ho riletto da poco Ebrei erranti di Joseph Roth, ebreo che narra della diaspora degli ebrei orientali.
Il suo presupposto è ” la folle speranza che esistano ancora lettori davanti ai quali non sia necessario difendere gli ebrei orientali”.
Il libro è del 1927!
Quando ci sarà una speranza che non sia necessario difendere nè loro nè i palestinesi di Palestina?
Ritengo che gli ebrei abbiano il diritto ad abitare in Israele e che i palestinesi abbiano la loro Patria.
Ma non ci sono amici e alleati che spingano per una pace giusta per entrambi i popoli.
Sono tutti ostaggi di politiche giocate al di sopra e al di fuori di loro.
mandi Sylvi
Cara Sylvi, io sono sempre affascinato dalla tecnologia. Ho visto un’immagine del prototipo del generatore eolico Maglev (a levitazione magnetica) presentato in una fiera cinese due anni fa e sfruttante l’assenza di attrito data da magneti permanenti.
Non so però se ci siano stati dei progressi nel frattempo. Pare abbia un’efficienza mille volte superiore alle pale tradizionali, con una manutenzione minima e costi di gestione molto bassi.
Altro che centrale nucleare!
Ma senza andare ai grandi impianti, un maglev casereccio che generi i Kilowatt necessari per un appartamento o per un condominio, dovrebbe in proporzione occupare pochi metri quadri su un terrazzo . Tenendo conto che lavora con un vento da 1.5 fino a 140 km/h e non ha bisogno di meccanismi di orientamento essendo a pale verticali, potrebbe essere prodotto in grandi quantità e venduto al dettaglio come un qualsiasi impianto alla portata di qualsiasi condominio o appartamento. Il problema è il collegamento alla rete Enel, che è il vero cappio. L’Enel non ha nessun interesse ad incentivare l’eolico casereccio, perchè deve venderci le sue centrali nucleari obsolete che nessuno vuole più. Realizzare un prototipo all’italiana, potrebbe comunque già essere un passo avanti, specie se ben pubblicizzato e spinto politicamente da partiti tipo l’IDV che, pur di andare in quel posto al Cavaliere, farebbe proprio di tutto.
Non vorrei sbagliarmi, ma mi sa che le case di sabbia sono state costruite con un’amministrazione di sinistra.
@ MT
Ma Marco, dai! Che c’entra chi c’era al governo? Quando mai gli imprenditori edili in Italia hanno costruito meglio o peggio, a seconda di chi tirasse, dx o sx?
Mica sono i governi che manovrano le ruspe e impastano il cemento, sono le aziende edilizie che “vincono” gli appalti (vincono all’italiana, ovviamente) e sono sempre quelle, da anni, con tutti i governi.
Inoltre, chiediti un attimo perche’ lo psiconano continua a dire “guardiamo innanzi, niente critiche, le investigazioni sono d’intralcio”, eccetera… Magari sta tentando di mettere le mani avanti per difendere proprio i compagni di categoria (infatti ha cominciato il suo impero proprio come palazzinaro-furbetto-del-quartierino), o addirittura qualche societa’ di costruzioni in Abruzzo e’ imparentata con le sue.
Luciano Canfora elogia Stalin per avere creato in Urss uno Stato per gli ebrei, del quale non ricordo il nome…
@ Pino
Si chiamava Bessarabia.
Ma loro hanno preferito andare a spodestare i Palestinesi, evidentemente per disegni e motivi di carattere politico-strategico, i cui effetti sono evidenti al giorno d’oggi.
Il partito di Hitler, agli inizi degli anni 30, aveva ricevuto grandi somme proprio dai grandi banchieri ebrei, primo fra tutti Rothschild, che era anche uno dei padri della Federal Reserve.
x VOX #313
Forse non parliamo la stessa lingua.
Ho scritto:
“….dopo la morte del padre che era un dottore medico di importanza, la famiglia non se la passo’ tanto bene”.
Per me significa che il padre aveva “clout”, cioe’ una persona di influenza.
(non con il virus dell’influenza)
Essendo medico governativo era ben appoggiato.
Io non faccio domande, accetto quello che mi dicono e non vado oltre.
Penso che se vogliono dire oltre, me lo dicono senza che io chieda….
Rispetto l’amicizia e rispetto la loro privacy.
Byeeeeeeeeeeeeeeeeee again.
Anita
SPECIALMENTE DEDICATO ALLA SIGNORA SILVY
Il ministro La Russa: I partigiani rossi non vanno celebrati come portatori di libertà.
ma mi sa che le case di sabbia sono state costruite con un’amministrazione di sinistra. mt
—————————————–
Caro Marco,
la sinistra è responsabile anche del terremoto di Messina….. Oltre che di tutto il resto, naturalmente. U.
PS. Ci sarebbe una cosa negativa, non dico tanto me ne basta una, della storia d’Ittaglia che NON sia colpa della sinistra?
caro Uroburo,
la ringrazio per la segnalazione, mi sarebbe assolutamente sfuggita!
Dovrei avviarmi verso la pace dei sensi, e La Russa con tutto quel pelo nero mi facilita il compito!
Ma a lei, per l’ennesima volta, rivolgo la domanda:
– ma perchè non capisce che la Resistenza in Friuli è stato altro da quella in Piemonte e Lombardia?
Perchè non accetta, come io ho accettato, che la geografia va sempre a stretto contatto con la storia?
Se l’hanno capito i miei allievi lo può meglio capire lei che fa il bidello!!!
Lasciando che La Russa continui a dare aria alla bocca!
Sylvi
Caro Uroburo,
se la tua 326 fosse stata una domanda , anzichè un’affermazione ,la si potrebbe definire senza dubbio di sorta, una domanda “pleonastica”.
Ma anche (eh,eh Veltronismo acuto)la 325 contiene elementi “pleonastici” di indubbia valenza e pregnanza.
Se non vado errato furono circa 80.000 i partigiani combattenti di cui ahimè sembra che molti furono “rossi”.
300.000 quelli che molto più comodamente accorse tra le file del glorioso esercito di Salò con tanto di stipendio ,rispetto sociale,camerate calde e due buoni pasto al giorno , in questo del tutto in linea con il “genere” ittalico che tu ben sai.
Non avevano bisogno di “rubare”, in quanto pagati da solerti “stampate” di denaro cartaceo ,che in fondo poi tutti noi si pagò a cose finite.
Se questi “rompicoglioni” di rossi con al seguito quella banda di “utili idioti” cosi si definiscono mi pare quelli che non sono “anticomunisti”, L’Ittaglia Fascita, avrebbe potuto combattere fino in fondo la sua brava guerra al fianco della Germania, cosicchè magari “la madunina” sarebbe stata dissepolta sotto un mare di macerie e gli Agnelli avrebbero comperato “ruspe”per fare un campo di calcio al posto di quello che era rimasto a Torino.
Resto dell’idea che forse sarebbe stato meglio.
tanti saluti
cc
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/nani-coperti/1.html
Hanno allegramente animato il giardino di una signora inglese per ben quindici anni prima di venire censurati dalla polizia locale su richiesta di un vicino, evidentemente molto pudico. E’ accaduto ai tre gnomi da giardino della signora Sandra Smith, una 64enne di West Midlands, che per anni hanno mostrato le loro nudità ai passanti ma che, in seguito alle lamentele dei vicini e all’ordinanza del giudice, sono stati coperti con delle magliette di cotone. Foto dal sito Express & Star
x329
questa e’ una societa’ in cui parecchie cose sono lecite, finche’ qualcuno non protesta. Ed in fatto di pudore, si sa che le leggi sono aperte ad interpretazioni molto diverse, persino opposte.
Per esempio, credo che andare in giro nudi (anche i maschi) qui non sia di per se’ vietato, a meno che non provochi ‘disordine o disturbo alla quiete pubblica’…
A me preoccupa di piu’ il fatto che tra poco sara’ quasi impossibile andare in giro in macchina. Stasera nell’arco di 20 miglia ho visto 4 macchine della polizia in azione, alle prese con malcapitati automobilisti. Leggo che ci sono nuove misure in arrivo, grazie al governo. I limiti di velocita’ verrano abbassati ulteriormente, sia su strade ‘statali’ che in zone residenziali. Vogliono installare piu’ telecamere (una serie di imprecazioni) e dare piu’ poteri alla polizia. La polizia potra’ fare test dell’alcool a sua discrezione, senza motivazioni di sorta. Gli automobilisti non potranno chiedere un’analisi del sangue, che finora e’ un loro diritto. Punti sulla patente e multe potranno essere dati a chi passa troppo vicino ad un ciclista (troppo a giudizio di chi?! e come misurarlo?!), etc etc. I tests di guida diverranno molto piu’ difficili di quanto gia’ non siano (ci vorra’ un anno di scuola guida).
L’idea di piantare tutto ed andare in Australia (per esempio) diventa sempre piu’ allettante
Peter
xNicotri
caro Pino
leggo sulla Wikipaedia che la Bessarabia si trovava al confine tra Romania e Russia. La percentuale di ebrei aumento’ notevolmente tra l’800 ed il 900, ben prima dell’annessione sovietica che avvenne sembra nel 1940. Che Stalin volesse uno stato per gli ebrei russi mi pare molto sospetto, dato che gli intenti di quel perfido individuo non furono mai ne’ umanitari ne’ filantropici. Aveva come un debole per gli spostamenti in massa di popolazioni (tipo i Gulags siberiani), come tutti ben sappiamo.
Peraltro, la Bessarabia non era terra russa, ne’ per storia ne’ per lingua, per cui ghetto o no mandare gli ebrei li’ significava di fatto cacciarli. E dargli quello stato ‘ in gestione’ significava sopraffare come al solito i diritti del resto della popolazione (che non era affatto tutta ebrea)
E dargli quello stato ‘ in gestione’ significava sopraffare come al solito i diritti del resto della popolazione (che non era affatto tutta ebrea)
—————————————————————
cvd
x Peter
Qui le regole non sono tanto strette….
Per i giovani richiedono “driving school”, non so’ come e’ adesso, ma di certo non e’ un anno.
I giovani prendono la patente di guida a 16 anni, la maggioranza di incidenti letali e’ tra’ i 16 ed i 24 anni.
Generalmente piu’ maschi che donne.
Quello a cui io e moltissimi sono contrari e’ il fatto che se vieni fermato dalla polizia per infrazioni stradali e’ proibito chiedere lo stato di cittadinanza.
Le licenze false sono abbondanti.
Per le biciclette non ci sono problemi, sono rare, sono rare anche in suburbia.
Certo che per ogni incidente sale l’assicurazione.
Ma solo da una parte, se l’incidente e’ contributorio, allora la responsabilita’ viene divisa.
Io pago $ 2’250 l’anno per due auto e sale ogni anno.
Questo con tutte le % che sottraggono per varie cose, la zona dove abiti, l’allarme, garages, safe driver record, e ho tutte le assicurazioni con una compagnia.
Sono assicurata per tutto e contro tutto, fino ad ora non ho mai avuto un “claim”.
Varia di Stato in Stato.
Diana, la signora che mi aiuta in casa, ha un fratello in Australia, a Sydney.
E’ andata in visita due volte, ne e’ innamorata, se non fosse tanto lontano ci ritornerebbe ogni anno.
Un conto e’ essere turisti, un conto e’ abitarci, pero’ sento sempre pareri favorevoli.
Ciao, Anita
Augias: un libro rivela come Stalin creò Israele
Scritto il 16/4/09 • nella Categoria: Recensioni
Il titolo è un po’ enfatico, però rende bene l’idea di ciò che allora avvenne e che oggi sembra quasi incredibile. Sto parlando di “Perché Stalin creò Israele” di Leonid Mlecin, appena pubblicato dall’editore Sandro Teti, con una presentazione di Enrico Mentana. L’autore è un giornalista russo che ha potuto consultare documenti degli archivi sovietici da poco desecretati. Scrive con buon ritmo narrativo pur tenendosi accosto alla realtà storica di quella lontana stagione. Parliamo degli anni immediatamente successivi alla fine della guerra, quando il mondo stava lentamente scoprendo l’orrore di quanto era avvenuto a opera dei nazisti e la creazione di uno Stato ebraico s’impose all’attenzione generale.
La questione, per la verità, era vecchia di alcuni decenni. Già nel 1917 il ministro degli Esteri Lord Balfour aveva garantito a Lord Rothschild, presidente della federazione sionista in Gran Bretagna, che, dopo il crollo, ormai imminente, dell’impero ottomano, sarebbe stato creato un “focolare nazionale per il popolo ebraico” (A Jewish homeland). Nell’autunno del 1947 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite votò a maggioranza la creazione di quello Stato in Palestina. Come lo votò? Qui è il cuore del racconto che Luciano Canfora così sintetizza nella prefazione: «Si ebbero trentatré voti a favore, tredici contro, dieci astensioni. Con l’Urss votarono Ucraina, Bielorussia, Polonia e Cecoslovacchia. Se questi cinque voti fossero passati nel campo dei contrari o degli astenuti, ci sarebbe stato un risultato di parità: ventotto a ventotto».
Che cosa spinse l’Urss a votare a favore? Stalin era forse mosso da un senso di solidarietà per i patimenti degli ebrei? (Così ingenuamente credette Golda Meir). Il dittatore sovietico in realtà voleva solo favorire la nascita di uno Stato potenzialmente socialista che infastidisse la Gran Bretagna in quell’area. La freddezza degli Usa, che pure votarono a favore, e che poi sarebbero diventati alleati e protettori d’Israele, venne invece dal timore di mettere a repentaglio i rifornimenti di petrolio dai grandi Paesi arabi. Ognuno insomma badò ai suoi interessi. Resta il fatto, nota l’autore, che se non ci fosse stata l’Urss di Stalin, lo Stato d’Israele non sarebbe mai nato. Così invece Ben Gurion poté annunciarne la fondazione il 14 maggio 1948.
(Recensione di Corrado Augias, apparsa su “Il Venerdì di Repubblica”, 13 marzo 2009, sotto il titolo “Quel voto dell’Urss all’Onu che creò lo Stato di Israele”).
STALIN L’ISRAELIANO – L´URSS ESSENZIALE PER LA NASCITA DELLO STATO EBRAICO – BAFFONE APPOGGIÒ UN “ISRAELE SOCIALISTA”, POI CAMBIÒ IDEA –FU INCAPACE DI AMMETTERE UN POLICENTRISMO DELL’AREA COMUNISTA (CAUSA DEL CROLLO STESSO DELL’URSS)…
Da “la Repubblica”
Anticipiamo parte della prefazione di Luciano Canfora a “Perché Stalin creò Israele” di Leonid Mlecin (Sandro Teti editore, pagg. 352, euro 17)
Il Bund, movimento socialdemocratico ebraico, il Posdr, partito operaio socialdemocratico russo di Plechanov e Lenin, e il movimento sionista nacquero quasi contemporaneamente, nel biennio 1897-98. Le relazioni tra Bund e movimento sionista furono, dal principio, molto tese e non meno lo furono quelle tra Bund e socialdemocrazia russa e, più in generale tra Bund e l´Internazionale.
Il movimento socialista, Lenin non meno degli altri leader, faceva propria la posizione “assimilazionista” che era stata già messa in atto dalla Rivoluzione francese e trovava contraddittoria, rispetto all´obiettivo del socialismo internazionalista, la scelta “nazionale” dei socialisti del Bund. Ad alcuni però, pur tra le asprezze polemiche, non sfuggiva la peculiarità della situazione degli ebrei e, in particolare, degli operai ebrei. (…)
Queste sono le premesse remote di una vicenda che non si è per nulla esaurita. (…) Essa però ha il suo momento culminante nella scelta sovietica, nel biennio 1944-46, di impegnarsi a fondo per la nascita dello Stato di Israele. (…)
Nonostante sia usuale l´accusa di strumentalismo e di Realpolitik nei confronti della politica estera sovietica, sta di fatto che la scelta culminata nel voto sovietico a favore della Risoluzione 181 dell´Assemblea generale dell´Onu, il 26 novembre 1947, che stabiliva la divisione in due della Palestina e la creazione dello Stato di Israele, rappresenta un esito del tutto coerente con le premesse poste quasi tre anni prima alla conferenza sindacale mondiale di Londra, nel febbraio 1945.
Qui la delegazione sovietica approvò una risoluzione molto impegnativa e dal contenuto inequivocabile che sollecitava in due direzioni: proteggere gli ebrei contro l´oppressione e la discriminazione in qualunque paese; dare al popolo ebraico la possibilità di costituire un “focolare nazionale” in Palestina (promessa di Balfour dopo il primo conflitto mondiale rimasta disattesa).
La doppiezza c´era in quel momento da parte sovietica. Essa penalizzava gli arabi e in particolare i partiti comunisti dell´area (quello palestinese in particolare) ai quali veniva fatto intendere – per esempio dal console sovietico a Beirut, Ruben Agronov – che il governo sovietico non intendeva, con ciò, esprimersi a favore della creazione di uno Stato ebraico in Palestina.
I contraccolpi di tale doppiezza furono ben presto percepiti sul versante del prestigio sovietico nel mondo arabo. Non va dimenticato che nel 1954, quando salirono al potere in Egitto i colonnelli e si affermò il “nasserismo”, comunque il partito comunista egiziano fu decimato e messo fuori legge.
Pur mentre la lotta tra potenze portava l´Egitto a un riavvicinamento con l´Urss, l´ostilità araba verso Mosca per la scelta del novembre ´47 perdurava immutata, poiché sarebbe stata decisiva per la nascita di Israele. Si ebbero, all´Assemblea generale dell´Onu, trentatré voti a favore, tredici contro e dieci astensioni. Con l´Urss votarono Ucraina, Bielorussia, Polonia e Cecoslovacchia.
Se questi cinque voti fossero passati nel campo dei contrari o degli astenuti, ci sarebbe stato un risultato di parità: ventotto contro ventotto. E la risoluzione per la nascita di Israele sarebbe stata respinta. Si può aggiungere che la Jugoslavia già in rotta di collisione (non ancora palese) con Stalin, si collocò tra gli astenuti.
Appena tre giorni dopo il voto alle Nazioni Unite, esplosero gli scontri in Palestina miranti a impedire l´applicazione della risoluzione relativa alla spartizione della regione. Gli Stati arabi inoltre, sostenuti vigorosamente dall´Inghilterra, opposero un rifiuto netto all´attuazione della Risoluzione 181 e diedero di fatto inizio alle ostilità.
Gli Usa furono per non breve tempo in una situazione di paralisi e di incertezza. È fuor di dubbio che proprio le reticenze e incertezze statunitensi di quei mesi diedero ai sovietici la possibilità di inserire un forte elemento di contraddizione tra il movimento sionista e l´alleato “naturale”, gli Usa.
Esiste un allarmato rapporto del gennaio 1948 di George Kennan, il teorico della dottrina del “containment” nei confronti dell´Urss, rivolto a spiegare a Truman il rischio della situazione. «Se il piano di spartizione dovrà essere applicato con la forza – spiega Kennan al presidente – l´Urss avrà tutto da guadagnare perché troverà, in tale situazione il pretesto per poter partecipare al “mantenimento dell´ordine” in Palestina.
E se le truppe sovietiche entreranno in Palestina per consentire l´attuazione della spartizione, gli agenti comunisti troveranno una base eccellente per estendere le loro attività sovversive, svolgere la loro propaganda, tentare di abbattere gli attuali governi arabi e di installare anche lì delle “democrazie popolari”. Forze sovietiche in Palestina sarebbero una minaccia diretta per le nostre posizioni in Grecia, Turchia, Iran, una minaccia a lungo termine per tutto il Mediterraneo».
Kennan prosegue denunciando che l´Urss sta già fornendo armi agli ebrei ma anche ad alcuni tra gli arabi. Nei primi mesi del ´48 gli Usa fanno marcia indietro. Addirittura il 19 marzo Warren Austin, delegato all´Onu, propone di sospendere l´applicazione della Risoluzione 181. (…)
Il 23 marzo Gromyko, al Consiglio di sicurezza, denuncia le manovre dilatorie degli Usa miranti a creare una “tutela Onu” sulla Palestina. Ed è la fermezza sovietica all´Onu che porta alla formazione dello Stato ebraico. Nella seduta del 14 maggio ´48 al Consiglio di sicurezza Gromyko respinge tutte le proposte alternative o dilatorie. Scriverà Abba Eban nella sua autobiografia: «L´Urss era la sola potenza mondiale che sostenesse la nostra causa».
La vicenda successiva, quella che Rucker definisce del “secondo stalinismo” vede raffreddarsi progressivamente il rapporto Urss-Israele, sebbene vada pure ricordato che solo l´invio massiccio di armi cecoslovacche, voluto da Stalin, consentì al neonato Stato di Israele di sconfiggere l´attacco concentrico di Egitto e Giordania (armati dagli inglesi) nella prima guerra arabo-israeliana, quella appunto del 1948.
Le cause del progressivo capovolgimento di posizione furono molteplici: la rottura con Tito e l´ossessione staliniana di vedersi affermare posizioni analoghe, di autonomia rispetto all´Urss, nei vertici delle altre democrazie popolari: vertici che, specie in Cecoslovacchia erano in larga parte rappresentati da comunisti di origine ebraica; il forte antisemitismo residuale tuttora allignante sia in Russia che in Ucraina e Polonia; la convinzione che a lungo andare la politica di emigrazione dall´Est Europa in Israele (inizialmente favorita molto intensamente da Stalin) portasse a un danno per gli Stati socialisti “europei”.
Le tappe della crescente ostilità antiebraica nell´ultimo periodo staliniano sono ben note: dalla vicenda dello “Stato ebraico in Crimea” al mostruoso processo ai medici accusati di aver assassinato Zdanov. (…)
Al di là delle oscillazioni tattiche (…), una considerazione si può formulare di fronte al fenomeno più rilevante: quello dell´appoggio netto dell´Urss staliniana alla nascita di Israele-Paese “socialista” nel bel mezzo di monarchie feudali – e del successivo distacco. Anche con altri paesi socialisti affermatisi fuori della stretta azione politico-militare sovietica l´Urss entrò in collisione: Jugoslavia prima, Cina poi.
È dunque, forse, l´incapacità della dirigenza staliniana (ma anche kruscioviana e poi brezneviana) ad ammettere la possibilità stessa di un policentrismo dell´area socialista la causa principale di questa vicenda e, alla fine, del crollo stesso dell´Urss.
Cara signora,
io mi occupo di storia d’Italia ed il Friuli ne è una parte. Il suo giudizio sui partigiani kommunisti ha sempre riguardato l’Italia intera e quindi io rispondo di conseguenza.
Il che non toglie che in Friuli, esattamente come in Piemonte ed in qualunque altra zona d’Italia, i partigiani non possano aver commesso errori più o meno gravi. Errori che però non inficiano, per un democratico, l’importanza politica e storica complessiva del movimento partigiano. Che è sempre stato a stragrande maggioranza “rosso”.
La Russa non dà aria alla bocca ma dice qualcosa di profondamente radicato nella cultura di destra. Io constato, per l’ennesima volta, che tra lei e la destra c’è una grande vicinanza di temi. Detto come semplice constatazione di fatto. U.
PS. Conosco bene la storia, e forse anche meglio la geografia ma quel che lei dice mi sembra regolarmente assai diverso da quel che ho detto io.
caro Uroburo,
>>errori che non inficiano, per un democratico, l’importanza politica e storica del movimento partigiano>>>
Ieri avevo letto Pansa sul Riformista, ho ascoltato Fassino su Ballarò e stamattina letto Bocca su Repubblica.
Fra i famigliari stretti non ho avuto partigiani: nel ’43 erano già tutti o morti in guerra o riparati all’estero da prima della guerra e ospiti di qualche” campo di concentramento” straniero!
Pansa dice e pensa cose che la mandano in bestia, ma un buon storico non va in bestia per nessun fatto, controlla solo che sia vero o falso!
Fassino ha fatto il panegirico di suo padre e che altro avrebbe potuto fare?
Bocca ripete , seppur con qualche dubbio, bontà sua, che Togliatti, politico non fazioso e da visioni lungimiranti, non avrebbe consegnato l’Italia all’influenza russa;… forse anche perchè in Italia c’erano già gli inglesi e gli americani!!!!
L’Italia no, ma il Friuli sì.
Qui i garibaldini hanno assassinato i loro compagni dell’Osoppo perchè questi ultimi volevano impedire a loro e all’alleato IX corpus titino di occupare queste terre e sottometterle a Tito!
Non accenniamo alle foibe, quelle sono giustizia fatta!
Peccato che di mezzo ci eravamo solo noi e non voi!
La giri e la volti come vuole, ma le cose sono andate così.
Piccoli errori? Forse si, visti dalla Lombardia!!!!!!
Figurarsi visti da Roma!
Ma per me quel che è peggio è che durante oltre 60anni i partigiani garibaldini mentirono, coprirono i colpevoli, insultarono gli innocenti e infine protessero la fuga degli assassini, sempre festeggiando da “vincitori” il 25 aprile e sputando sui vinti soprattutto morti!
Vede, non ho parlato di fascisti e di fascismo!
Lei non vuol capire che qui non si trattava ,come racconta CC, di
dissotterrare il biel çistiel di Udin dalle macerie, qui si è trattato che, se non fossero intervenuti gli alleati, i partigiani di Togliatti ci avrebbero consegnato a Tito, il quale ci avrebbe presentato il conto delle malefatte dei fascisti anche lombardi toscani e anche piemontesi e romani, fino ai siciliani.
Le è chiaro il mio pensiero sulla geografia?
Lei ripete: gli italiani non hanno pagato in solido le malefatte dei fascisti.
Lei non ha pagato, CC, Vox, Marco, Pasquino e AZ …non avete pagato. Noi SI! E gli esuli istriani ancor di più.
Concludo: ogni 25 aprile è la stessa storia!
Questa data andrebbe commemorata a lutto perchè è lo specchio di un popolo fazioso che scava su ciò che divide e non su ciò che unisce, scrivendo infine la storia che è solo assettica, non partigiana. E che permetterebbe ai partigiani di fregiarsi dei loro reali meriti.
Lei parla di partigiani a stragrande maggioranza rossi: così toglie valore alla lotta a e all’assassinio di quelli verdi che qui erano numerosi.
Caro Uroburo anche su questo blog si è parlato della raccolta di firme contro le onorificenze agli ex combattenti!
Personalmente, se qualcuno si presentasse a darmi una medaglia, la rifiuterei; non darei nessuna importanza a un riconoscimento di faziosi e litigiosi che potrebbe solo offendere non onorare!
Dobro Jutro
Sylvi
PS. Ci sarebbe una cosa negativa, non dico tanto me ne basta una, della storia d’Ittaglia che NON sia colpa della sinistra?
————-
caro U.,
se il ladro ruba mentre il guardiano, invece di guardare dorme o è d’accordo, è più colpevole il ladro o il guardiano?
x Vox post 322.
Mi sembrava di aver colto un’accusa di corresponsabilità col cavaliere, per le case di sabbia abruzzesi.
Ritengo che un’amministrazione abbia, tramite il suo ufficio tecnico, il dovere di controllare cosa combinano i costruttori in una zona sismica.
Ritengo che un’amministrazione abbia, tramite il suo ufficio tecnico, il dovere di controllare cosa combinano i costruttori in una zona sismica.
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Caro marco a volte sei disarmante , assolutorio e alla fine “connivente” con quanto denunci, dimostri di non conoscere a fondo gli italici.
Il concetto di “bene comune” nel nostro caso di italioti normalmente viene accettato solo quando coincide con il proprio.
Per la mia “poca esperienza amministrativa” ti posso tranquillamente dire che solo in determinati periodi storici in Itally si sono potuti realizzare “piani regolatori” degni di questo nome.
Nessuna amministrazione “osa” più fare le fogne e fare opere “sotterranee ” che non si vedono..perde le elezioni “sistematicamente”…
Abbiamo una mentalità di “costruttori”..di casette , villini,villette ,villone con propensione a scaricar “liquami” nel terreno pubblico..salvo lamentarci quando sentiamo puzza…
amen
cc
caro U.,
se il ladro ruba mentre il guardiano, invece di guardare dorme o è d’accordo, è più colpevole il ladro o il guardiano? MT
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Caro Marco,
la tua domanda si commenta da sè, anche perchè il codice penale dice esattamente chi sarebbe il colpevole e di che cosa, per ognuna delle circostanze che tu elenchi.
Comunque rimane assodato che:
1) la sinistra è responsabile di tutto (si intende il negativo)
2) la destra passava per caso
3) in caso di ulteriori variabili si passa immediatamente al punto uno.
Ciao caro, stammi bene e. ogni tanto, prova un po” a renderti conto che la realtà è quella che è e tu ne sei complessivamente fuori. Ma che sei bravissimo a raccontartela …. U.
Cara signora,
cosa avrebbe fatto Togliatti non lo sa nessuno; quel che ha fatto è noto da mezzo secolo. Tra gli altri suoi meriti quello di avere evitato una guerra civile oppure un regime dittatoriale (come nella Grecia del dopoguerra per intenderci); ed almeno un’operazione culturale di grandissima importanza: la conoscenza di Gramsci.
Come detto, ridetto e stradetto, io ho sempre tranquillamente ammesso gli errori di valutazione dei comunisti e dei partigiani. Le sue critiche a me, fanno ridere, o sono fuori dal mondo; come quasi tutte le sue, per altro.
Il prezzo che l’Italia ha pagato è stato complessivamente piccolo, molto meno delle sue reali responsabilità; come sempre pagano alcuni e non altri: se ci avessero invaso i francesi avrebbe pagato Controcorrente. La geografia la conosco ma non l’ho creata io (e neanche Togliatti, se è solo per quello).
Il 25 aprile è la festa della vittoria sul nazifascismo. Per tutti ma non per La Russa & Co. Festeggiare il 25 aprile è faziosità solo per i fascisti alla La Russa; per tutti gli altri è una festa fondamentale, l’unica vera festa civile della storia d’Ittaglia (anche se quelli come lei preferiscono il 4 novembre). Comunque non si preoccupi, presto l’aboliranno, così finalmente il suo odio avrà requie. Anche se quest’ultima mi sembra un’ipotesi fantasiosa.
Sui vinti in Ittaglia non ha proprio sputato nessuno, questi sono i suoi soliti deliri.
Che i partigiani fossero a stragrande maggioranza (circa i 2/3) rossi lo dicono i numeri. QUINDI la Resistenza è un fenomeno criminale (tranne che per i verdi dell’Osoppo).
Io non potrei mai “unirmi” ad una come lei: lei festeggia i caduti di una guerra atroce per insipienza ed inutilità (la I GM). Io la ritengo la prima delle grandi tragedie nazionali. Come vede ci separa proprio tutto.
Comunque credo che questo vada benissimo ad ambedue. Un saluto U.
PS. Io non conosco nessuna lingua slava e la sua frase finale mi sembra fuori luogo. La sua è un’ironia che nessuno capisce, ma contenta lei ….. Se non è ironia rimane una cosa che nessuno capisce.
Per tutti quelli, ( nessuno dice Uroburo!)
che non hanno capito il mio saluto che mi pareva in sintonia con l’argomento trattato!
In croato:
Zdravo-salve
Dobro jutro-buona mattina
Dobar dan -buona giornata
Dobra vecer- buona serata
Laku noc- buonanotte
Hvala- grazie
Lui qualcosa, però, deve aver intuito, tanto che gli risponderò
a tono.
Dobar dan a tutti Sylvi
Sarebbe grave se Alemanno partecipasse da ex fascista alle celebrazioni del 25 Aprile per equiparare le vittime e i carnefici.
Deve decidere: fascismo o antifascismo.
E credo che antifascista non lo diventerà mai.
Piero Terracina, sopravvissuto ai campi di sterminio, 21 aprile
25 APRILE, onore e gloria a tutti i partigiani comunisti e non, che lottarono ad armi impari, sacrificando la loro giovane vita per gli ideali democratici che i soliti ex fascisti non vorrebbero fossero riconosciuti.
Oggi tutti quei partigiani comunisti caduti in battaglia, nelle carceri fasciste, idealmente gridano vendetta contro quei sciagurati e sciagurate che oggi disconoscono i loro grandi meriti nell’edificazione della democrazia italiana. Il 90% del sangue versato allora in battaglia era comunista!!!
Le destre d’altro canto in questo paese sono quel che sono.
Si sono perfino fatte per legge la loro ricorrenza, il “giorno del ricordo”, che vuol cercare di dire, dal basso del suo fiato corto, che tutti fossero uguali, vittime e carnefici, fascisti e antifascisti.
Offendono così i morti delle foibe per rivendicare l’analfabeta, falsa, intollerabile pretesa che comunisti e fascisti fossero uguali.
E per negare che in Italia i comunisti siano stati la spina dorsale della democrazia di tutti, con il loro sangue partigiano prima e poi nelle piazze, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle istituzioni.
Si è arrivati dunque al paradosso di avere tre giornate che ricordano la seconda guerra mondiale. Il “giorno della memoria”, degnissima e importante ricorrenza internazionale, ma che non può sostituire come “festa patria” il 25 aprile, non si può pensare di sintetizzare il fascismo nelle leggi razziali.
Poi c’è il “giorno del ricordo” che è il giorno degli ademocratici (quelli che per ignoranza o malafede snaturano e cancellano la storia) che non vogliono sentirsi dire che per la democrazia può essere necessario lottare armi in pugno fino a morire e che non è lo stesso morire cantando “Giovinezza” che cantando “Bella Ciao”.
Quella “Bella Ciao” che -visto che “Giovinezza” è impresentabile- qualcuno, invece di farla propria, vorrebbe addirittura impedirci di cantare.
E infine c’è il 25 aprile, odiato per alcuni, imbarazzante per altri, identitario ed escludente per altri ancora.
E’ un corto circuito dal quale -anche se non sarà facile- è necessario uscire per restituire al 25 aprile il proprio senso profondo di memoria di un popolo che cancella armi in pugno il fascismo dalla storia per costruire una democrazia che o è di tutti o non è di nessuno.
E in questo senso il 25 aprile è insostituibile e non può essere edulcorato né dal giorno della memoria, né dal 2 giugno
x Rosso Rossi
sono assolutamente d’accordo con la penultima sequenza del suo discorso.
Sylvi
Caro U., la destra erano 4 gatti spelacchiati senza futuro. Esistevano la DC, il PCI e il PSI.
Il primo e l’ultimo sono stati distrutti dalla tendenza a rubare (operazione Mani Pulite, per intenderci), l’intermedio si è distrutto da sè.
Comunisti e socialisti insieme, superavano i voti della DC.
Come è finita? Nel cumulo di macerie, dopo il terremoto di Mani Pulite, si sono inseriti gli sciacalli per approfittare del vuoto creatosi. Chi ha votato gli sciacalli? Tutti quelli che dei precedenti partiti non ne potevano più. Ora, sono consapevoli di essere finiti nella padella. Temono, tornando a votare a sinistra, di finire nella brace. Non a torto, purtroppo.
Non conta cosa E’ STATO un tempo il PCI. Conta cosa è adesso la galassia dei partitucoli di sinistra. Conta quale affidamento si può dare a un PD allo sbando. La gente è in cerca di sicurezza. La pubblicità del cavaliere dà sicurezza. La gente vota il cavaliere.
Questi sono i fatti, al momento.
Cara signora,
scusi sa, ma che qualcuno qui dentro parli una qualunque lingua slava mi sembra cosa abbastanza poco probabile. Io comunque non ne parlo nessuna.
In tema di eccidi commessi dagli slavi ai danni dei poveri ittagliani (come sempre innocenti) il suo saluto mi sembra vagamente derisorio. Se invece non lo è, è comunque fuori luogo.
A meno che lei non parli da sola, cosa che, per essere proprio preciso, sospetto da molto tempo.
Con i miei saluti U.
Caro Marco sei ossessionante con il cavaliere qui il cav. là, oramai sei perso dentro le pieghe dei suoi vestiti…..sembri il suo portavoce!!!Sai perchè mi incavolo? Perchè quando parli della snistra, quella di oggi intendo, per quella di Berlinguer ogni tanto fai qualche distinguo, sembra proprio che tutti i mali del belpaese per mezza Italia te compreso, siano da attribuire a questa famigerata sinistra……silvio t’ha proprio incantato!!
cari saluti M.
Ma diammine, cosa c’e’ di male salutare con una lingua forestiera.
Lo hanno fatto molti in diverse lingue.
Polacco, Latino, Spagnolo, Inglese, Russo, Francese, dialetti e lingue ignote….
Nessuno si e’ mai lamentato.
I wish a great day to all,
Anita