ISRAELE E IRAN: DUE MINE VAGANTI SULLA STRADA DI OBAMA IN MEDIO ORIENTE

Il mio amico Benito Li Vigni, ex collaboratore di Enrico Mattei e uno dei massimi esperti mondiali di petrolio, sta correggendo le bozze del suo libro “I predatori dell’oro nero”, del quale ho proposto la pubblicazione a Baldini-Castoldi-Dalai. Il libro uscirà a giugno e racconterà tutti i misfatti compiuti per accaparrarci il petrolio in tutto il mondo, comprese le truffe che portano a un prezzo spesso fuori controllo e fuori dalla realtà dei costi effettivi. Li Vigni è stato testimone anche della disponibilità dell’iraniano Katami  di fornire petrolio a Israele pur di favorire la costruzione in territorio palestinese di due impianti per produrre fertilkizzanti che avrebbero dato un ottimo lavoro ad almeno 7 mila palestinesi e della volontà dell’israeliano Sharon di impedire, come in effetti è avvenuto, la costruzione di tali impianti così come qualunque possibilità di decollo economico palestinese. Data la sua vasta esperienza, ho chiesto a Li Vigni di dire la sua su quelli che ritiene i problemi cruciali del Medio Oriente. Ed ecco ciò che ha scritto per noi:

ISRAELE E IRAN: DUE MINE VAGANTI SULLA STRADA DI OBAMA IN MEDIO ORIENTE

di Benito Li Vigni

Nei giorni immediatamente successivi all’11 settembre Israele mise in atto una sorta di contingente scellerata vendetta massacrando molti palestinesi nella più totale impunità e con la tacita approvazione della Casa Bianca. L’Organizzazione delle Nazioni Unite non poté far nulla per fermare o circoscrivere la dura e «preventiva» repressione israeliana che porterà un sondaggio d’opinione europeo – comunque privo d’intenti antisemiti – ad accusare lo Stato ebraico di travalicare, con la sua aggressività, i limiti di una pur legittima lotta al terrorismo, così da rappresentare anch’esso una minaccia per la pace in quella martoriata parte del mondo. Il giornalista Paolo Barnard, autore di documentatissime inchieste sul terrorismo dei paesi che dicono di combatterlo, scrisse a proposito di Israele: «Eppure, rimane il fatto che in Occidente si fatica ad ammettere che Israele abbia praticato e pratica il terrorismo. Taluni rigettano questa nozione radicalmente, anche se la storia la dimostra in maniera incontrovertibile… Questo è potuto accadere perché l’Occidente ha intenzionalmente alterato la “narrativa” del conflitto israelo-palestinese, per tutelare i propri interessi nell’area. Lo dimostra lo stesso linguaggio mediatico internazionale: da anni, in televisione o sulle prime pagine dei giornali, gli attacchi palestinesi contro i civili israeliani sono sempre definiti (a ragione) “terroristici”, ma quelli altrettanti terrorizzanti delle Forze di difesa israeliane contro i civili palestinesi sono sovente chiamati “di autodifesa”; le azioni dei kamikaze di Hamas sono “massacri”, mentre le centinaia di omicidi extragiudiziali commessi dai servizi segreti israeliani vengono definiti “esecuzioni capitali mirate”, e così all’infinito. Tutto ciò ci ha lentamente resi incapaci di riconoscere l’esistenza del terrorismo di matrice israeliana, assieme alle atrocità che causa e che ha causato».
I massacri contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza da parte israeliana e messi in atto con estrema crudeltà nel gennaio 2009, alla vigilia dell’insediamento del nuovo presidente Usa Barack Obama, ha rappresentato un perentorio avviso, da parte delle lobby ebraiche alla nuova presidenza americana per un nuovo assetto geopolitico mediorientale in funzione israeliana e contro la “minaccia” iraniana. E’ logico il sospetto che Israele non avrebbe mai catturato Hamas poiché la sua «icona criminale» è servita per bombardare e uccidere popolazioni innocenti nel segno di quel «terrorismo di Stato» che di fatto mira ad evitare la nascita di una Palestina fortemente appoggiata dalla Repubblica islamica iraniana e dagli sciiti iracheni che, con la partenza delle truppe statunitensi, potrebbero guadagnare potere. Circa poi i massacri di Gaza, per quanto ogni nazione sappia – se ne ha i mezzi e la volontà – come proteggersi da terroristi della sorta di Hamas, la guerra non è un’opzione praticabile. Le guerre si fanno contro le nazioni, non contro bande, di terroristi. Gli si mette una taglia sulla testa e gli si dà la caccia. In anni recenti, l’Italia ha fatto la stessa cosa con la mafia siciliana, e a nessuno è ancora venuto in mente di bombardare Palermo.
Ma c’è il sospetto che la Striscia di Gaza, confinante con l’Egitto e soprattutto coi campi di petrolio e di gas della penisola del Sinai, possa contenere riserve di queste preziose fonti energetiche. Sul piano industriale e commerciale Israele non ha mai voluto che i palestinesi potessero attuare iniziative volte a creare una loro classe dirigente e imprenditoriale che riscattasse quelle popolazioni. Agli inizi degli anni ’90 l’Agip-Petroli – società del gruppo Eni – pensò di perfezionare un accordo tra Italia-Israele-Regione Autonoma palestinese, per la costituzione di una società a quote paritetiche che realizzasse sul territorio palestinese industrie energetiche. A tale scopo si avviarono trattative con la società petrolifera di Stato israeliana Derkoil e con i leader politici palestinesi e si pervenne ad una interessante ipotesi di accordo a cui mancava solo la ratifica del governo israeliano. Ma l’avvento del falco Sharon alla guida di Israele vanificò ogni cosa. Da lì a poco esplose il terrorismo, soprattutto quello israeliano.

* * * *
In Iran, gli italiani dell’Eni nel 1999, hanno firmato vari contratti col governo della Repubblica islamica per lo sfruttamento di importanti giacimenti petroliferi. L’Eni, in particolare, ha concluso, per la concessione dei giacimenti di Southpars, Darquin e Douroud, un accordo tipo By Back in base al quale la compagnia dichiara quanto intende investire (se investe di più lo fa a proprio rischio), usufruendo, a produzione avviata, di una parte per coprire i costi dichiarati più un guadagno inizialmente pattuito. Il sistema, contrariamente al production sharing agreement iracheno, consente alla compagnia estera di considerare propria riserva una piccola quota della produzione, cioè i barili che essa riserverà in pagamento dell’investimento e del profitto. Venuti a conoscenza della trattativa, gli Usa protestarono invocando il rispetto dell’«Iran-Libian Sanction Act» (I.L.S.A.). Madeleine Albright, allora ministro degli Esteri Usa, fece pressioni sulla Farnesina, ma l’accordo venne firmato ugualmente. D’altra parte gli Usa sostenevano che l’Eni aveva violato l’I.L.S.A. anche per l’accordo stipulato con la Libia per un grande progetto sul gas, nell’ambito del quale, si è realizzato il metanodotto sottomarino che, partendo dalla costa libica, approda a Gela, in Sicilia, passando ad ovest di Malta, per poi collegarsi a Enna con il metanodotto algerino. Le sanzioni alla Libia vennero imposte dall’Onu e dagli stati Uniti per la vicenda del Boeing 747 della Pan Am esploso sopra la Scozia nel 1988. Ma quando Tripoli ha risarcito le famiglie delle vittime, le compagnie petrolifere americane hanno chiesto con insistenza la cancellazione delle sanzioni, onde ritornare a sfruttare il petrolio libico.
La politica imperialistica degli Usa condotta in Iran, insieme allo storico alleato britannico nel segno del controllo delle risorse petrolifere e delle economie delle nazioni, con il rovesciamento del governo Mossadeq, un governo democraticamente eletto con il colpo di stato “sapientemente” orchestrato dalla Cia e con la imposizione di un regime sottoposto alle oligarchie finanziarie di Usa e Gran Bretagna sostenute dalla Banca Mondiale e dal Fondo monetario internazionale avrà, alla fine degli anni settanta, un esito drammatico con l’avvento dell’ayatollah Khomeini. Durante gli anni settanta gli americani erano convinti che l’Iran rappresentasse il loro più solido baluardo in Medio Oriente. Ma la società iraniana, alla fine del 1978, era precipitata nel caos, con lo scoppio di una vera e propria rivoluzione nata da proteste e scioperi di massa. Da un contesto di diffuso malcontento generato da una situazione economica disastrosa, nonostante i cospicui introiti petroliferi, emersero gravi lacerazioni interne. I fondamentalisti islamici infatti denunciarono il regime autocratico dello scià e attribuirono all’influenza americana la colpa dei suoi tentativi d’imporre riforme occidentali, estranee alla cultura del paese. Nella situazione esplosiva di quei giorni un prestigioso leader religioso, l’ayatollah Khomeini appunto, bollò gli Stati Uniti come il «grande satana» e incoraggiò i militari iraniani a disertare e a unirsi al popolo che chiedeva il suo ritorno dall’esilio. Perduto il controllo del paese, lo scià preferì fuggire. Era il 16 gennaio del 1979. Due settimane dopo, tre milioni di persone affollarono le strade di Teheran per acclamare Khomeini ritornato in patria dopo quindici anni di esilio. L’instaurazione di una repubblica islamica sotto la rigida guida di Khomeini, fu un duro colpo per la politica americana; la rivoluzione iraniana ebbe un carattere apertamente antiamericano, antioccidentale e rappresentò una evidente minaccia all’influenza occidentale in tutto il Medio Oriente.
L’inaspettata vittoria del sindaco di Teheran, l’arcifondamentalista Mahmud Ahmadinejad, ha portato a una situazione di stallo, apparentemente irrisolvibile, la trattativa nucleare con il cosiddetto trio europeo di Francia, Germania e Gran Bretagna più l’alto commissario dell’Unione europea Javier Solana, iniziata nell’ottobre 2003 con l’accordo di Teheran, e successivamente riproposta nel novembre 2004 con l’accordo di Parigi. Una nuova trattativa era stata interrotta nell’agosto 2005 per la decisione di Teheran di riprendere la conversione dell’uranio sfidando le pressioni internazionali. L’Iran, come firmatario del Trattato di non proliferazione (Tnp), rivendica il diritto a produrre autonomamente uranio arricchito per le proprie future centrali nucleari secondo una tecnologia dual use che può essere utilizzata per un programma nucleare militare clandestino. Una ipotesi questa fortemente avversata dalla comunità internazionale, in quanto preoccupata che la scarsa trasparenza del programma nucleare civile iraniano possa nascondere un piano clandestino mirante alla costruzione di ordigni nucleari. Alla luce delle inaccettabili dichiarazioni (ottobre 2005) con cui Ahmadinejad ha esortato a «cancellare Israele dalle carte geografiche», la situazione politica interna iraniana ha mostrato le sue profonde contraddizioni. Quelle frasi, in contrasto con la politica della Repubblica islamica perseguita in un recente passato da Hashemi Rafsanjani, miravano di fatto a rafforzare i sostenitori di una linea dura che non corrispondeva ad una maggioranza del paese.
Non bisogna dimenticare che le enormi risorse energetiche di cui l’Iran dispone possono diventare uno strumento di pressione geopolitica nei confronti dell’Occidente e del resto del mondo. Agli inizi del 2005 all’Iran venne tuttavia chiesto di smantellare tutte le strutture legate al ciclo dell’arricchimento dell’uranio e di accettare la definitiva rinuncia di quelle attività in cambio di concessioni economiche, tecnologiche e politiche. Grazie anche alla posizione strategica occupata nello scacchiere mediorientale ed asiatico e alle sue enormi opportunità geopolitiche, l’Iran chiamato a rispondere alle grandi sfide poste dai nuovi scenari globali potrebbe essere tentato di cogliere tutte le opportunità negoziali usando il «petrolio come arma». Sull’Iran, l’intellettuale americano Alan Wolfe, in prima fila contro i «neocon», si è così espresso nel corso di un’intervista: «In Iran c’è stato, e probabilmente c’è ancora, un movimento molto importante in favore della democrazia. Ma noi non lo abbiamo appoggiato. E quando ce ne accorgeremo sarà troppo tardi, sarà tutto preda del fondamentalismo. Invece di lasciare l’Iran arrivare ad affermare che Israele deve essere cancellato dalle carte geografiche, avremmo dovuto, prima di tutto, sistemare la situazione in Medio Oriente».
Il nuovo Presidente Usa Barack Obama, dichiarandosi pronto a dialogare con l’Iran ha dimostrato che la pace in Medio Oriente è strettamente legata alla soluzione di tutti i contenziosi esistenti con la Repubblica islamica, primo fra tutti quello nucleare. Anche per l’Iraq, dove gli equilibri tra Sunniti, Curdi e Sciiti sono ancora da consolidare politicamente e, soprattutto nella gestione delle enormi riserve energetiche, il coinvolgimento dell’Iran sciita risulterà indispensabile. L’eventuale nomina del moderato Katami, a premier alle prossime elezioni iraniane, darebbe di certo una svolta immediatamente positiva ai rapporti con l’Occidente e forse con Israele se Barack Obama convincerà il governo israeliano che la pace, nell’esplosiva regione mediorientale, è l’unica alternativa possibile.

384 commenti
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  1. Anita
    Anita says:

    x Antonio

    Caro Antonio,
    ti racconto un caso che e’ successo nella prima vecchissima casa dove abitavo quando sono arrivata nelle terra promessa.
    La moglie di uno che lavorava per il fratello di mio marito era una donnona, di rado si faceva il bagno, le vasche erano di quelle su quattro piedi.
    Un bel giorno senti delle grida, di corsa salii al piano di sopra e trovai la signora incapace di uscire dalla vasca.
    Ogni sforzo fu inutile, venne il marito ed altri, niente da fare.
    Aveva creato un vacuum con la vasca.
    Arrivarono i pompieri, non so come ci riuscirono, ma ce la fecero…la povera signora era stremata….la barella era troppo piccola, la scala troppo stretta, la scesero in barella in piedi….
    Io avevo solo poco piu’ di 20 anni e presi tutto come una commedia.
    Durante tutto questo, nessuno penso’ di coprire la signora fino a quando la legarono in barella.

    Buona notte, Anita

    PS: Il marito era un mingherlino, magro come uno stecchino.

  2. Peter
    Peter says:

    xAZ

    grazie Antonio, seguiro’ il tuo consiglio. In effetti sembra che di pero si tratti, ho trovato l’etichetta che lo descrive in dettaglio come ‘bush tree’, e consiglia di potarlo (a luglio?!) se si vuole un albero piu’ compatto…il colore dei fiori pero’ non quadra, dovrebbero essere bianco-crema…invece sono gialli come la zuppa inglese….chiedo scusa ai bloggers per queste digressioni, ma ‘il faut cultiver notre jardin…’.
    I soggetti piu’ grossi e grassi che mi sia capitato di vedere (e ne ho visti…) pesavano sempre meno di 200 kg. Al di la’ di un certo peso gli organi interni (ed anche ossa ed articolazioni!) non ce la fanno per molto, a cominciare dal pancreas, infatti tutti i grandi obesi diventano presto diabetici. Segue poi una ‘multiorgan failure’ cardio-respiratoria, renale, etc

    un saluto

    Peter

  3. Peter
    Peter says:

    xAnita

    si’, muffe e tigne sono un serio problema. L’anno scorso ho usato solfato di rame su viti ed arbusti con scarsi risultati, forse era troppo tardi. Ora mi accingo ad usare il dithane come antifungino sugli arbusti, vedremo.
    E poi le lumache si mangiano insalata ed altri ortaggi…e non mi piace stare sempre a spargere veleni…
    Credo che i meli siano molto popolari qui perche’ sono gli alberi da frutto piu’ resistenti, sia al freddo che ai parassiti. Ma quelli che ho io producono mele molto acide, and I let them rot in the garden each year…to my eternal shame. They would be ideal for apple pies.

    Peter

  4. Peter
    Peter says:

    xAnita

    e fanno 14 giorni. Ho ricevuto la posta, niente convocazione!
    Se mi arriva la prossima settimana, declinero’ amabilmente l’invito a presentarmi per decorrenza dei termini di notifica…(expiry of terms of notice). Cosa dici, suona bene? eh eh eh

    ciao, Peter

  5. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Un vignettista che non dà noia a nessuno che vignettista è?

    Il provvedimento contro Vauro è allarmante.

    Non vorrei fosse il pretesto per chiudere la bocca a chi dice cosa più indigeste di quella vignetta.

    Emilio Giannelli,

    16 aprile 2009

  6. Faust x Correzione
    Faust x Correzione says:

    … mia cugina, otto figli, 280kg… è morta un paio danni fa. F.

    .. dopo aver letto il post di Peter, ho chiesto a mia madre il peso di mia cugina e mi ha detto che pesava piu di 120kg. ed aveva il diabete, e che fu mio cugino a dire 280kg… scherzando… esagerando volutamente…
    Faust

  7. ALTRO CHE IL GIRO IN ELICOTTERO E LE ALTRE BALLE DI BERLUSCONI E DEI SUOI MOLTI LECCACULO
    ALTRO CHE IL GIRO IN ELICOTTERO E LE ALTRE BALLE DI BERLUSCONI E DEI SUOI MOLTI LECCACULO says:

    Il presidente della Provincia: “Si doveva intervenire senza aspettare la tragedia”
    Il sindaco chiese aiuto prima del sisma
    “Aiutateci, qui è già emergenza”
    di GIUSEPPE CAPORALE

    Il sindaco chiese aiuto prima del sisma “Aiutateci, qui è già emergenza”

    L’AQUILA – Una richiesta d’aiuto. Cinque giorni prima della tragedia. Contenuta in un telegramma urgente. Una richiesta rimasta inascoltata. Mittente, il Comune dell’Aquila. Destinatari, la presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento della Protezione civile), il governatore della Regione Gianni Chiodi, l’assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati e la Prefettura dell’Aquila. Oggetto: una istanza per la dichiarazione dello “stato d’emergenza” per la città dell’Aquila, assieme alla segnalazione dello sciame sismico in corso, e di gravi lesioni ad edifici pubblici e privati. Per colpa del terremoto.

    Già, perché all’Aquila il terremoto c’era già, da mesi, con una frequenza sismica ormai quotidiana. La scossa del 30 marzo scorso (con un quarto grado di magnitudo) aveva poi scatenato il panico in città con l’evacuazione di diversi uffici pubblici, oltre a lesioni gravi per migliaia di palazzi. Con una stima dei danni pari a 15 milioni di euro.

    Era stata, fino a quel momento, la scossa più forte registrata all’Aquila dal 1967. E anche questo aveva spinto il sindaco Massimo Cialente a spedire un telegramma a Palazzo Chigi. Ma quella missiva (recuperata solo ora tra le macerie degli uffici comunali) cadde nel vuoto.

    Del resto, proprio per la presenza dello sciame sismico e la paura diffusa nella provincia aquilana – appena il giorno prima – su richiesta del capo della protezione civile Guido Bertolaso, si era riunita all’Aquila la Commissione Nazionale Grandi Rischi. Una riunione che però non aveva – evidentemente – tranquillizzato Cialente. Che il giorno dopo decise di scrivere il telegramma.

    Questo il testo: “In relazione ai gravi e perduranti episodi di eventi sismici il cui inizio risale al 16 gennaio scorso, sotto forma di quotidiano sciame sismico di complessive 200 scosse e oltre, culminato con scossa di quarto grado il 30 marzo scorso, chiedesi urgente e congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonché dichiarazione stato emergenza ai fini dell’effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati. Inoltre, si segnalano in particolare gravissimi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti cinquecento alunni”.

    Per il sindaco, oggi, questo telegramma ha il sapore di una drammatica beffa. “Ho fatto tutto il possibile… Adesso dobbiamo solo ricostruire ciò che abbiamo tragicamente perso. Piangere il nostro dolore e andare avanti”. Più dura la posizione della presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane: “La settimana tra il 30 marzo e il 5 aprile, è stata fatale per il nostro territorio. Lanciavamo continui appelli, la gente fuggiva in strada per paura delle scosse. Ci era stato detto che la nostra era una psicosi, che avremmo dovuto avere un atteggiamento diverso, di serenità. Invece..”. E prosegue: “Possibile che le due scosse avvenute la notte del 5 aprile, poche ore prima della tragedia, non abbiamo fatto suonare un benché minimo campanello d’allarme? Molti di quelli che si sono salvati, quella notte hanno dormito in macchina”.

  8. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Non si preoccupi: anche questo blog è un giardino dove ogni tanto compare qualche pianta strana, dai fiori che non quadrano e magari intossicano. Vederci chiaro e se necessario potare è sempre bene.
    Spero nascano pere saporite.
    Un saluto.
    pino

  9. LA GRANDE ABBOFFATA A MAMMA RAI (PAGA  PANTALONE). MA PERCHE' NON SI RIUNISCONO AL BAR O DIRETTAMENTE AL CESSO?
    LA GRANDE ABBOFFATA A MAMMA RAI (PAGA PANTALONE). MA PERCHE' NON SI RIUNISCONO AL BAR O DIRETTAMENTE AL CESSO? says:

    L’organigramma di viale mazzini nel vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli
    Berlusconi ha fretta. Il Pd attacca: indecente, con noi nessun contatto
    Rai, nomine a casa del premier
    tornano Mimun e Vigorelli
    di GOFFREDO DE MARCHIS

    ROMA – Clemente Mimun dal Tg5 al Tg1. Mauro Mazza dal Tg2 a Raiuno. “Su questi nomi non ci piove”, racconta uno dei partecipanti al megavertice di Palazzo Grazioli, la residenza privata di Silvio Berlusconi. Dunque, si è parlato di nomine, eccome, nella lunghissima riunione di ieri pomeriggio. Cioè, della nuova Rai targata Cavaliere che già mercoledì, giorno della prossima riunione del Cda, vorrebbe imprimere il suo marchio sull’azienda varando un pacchetto-monstre di promozioni.

    L’anomalia di una discussione sulla tv pubblica svolta nell’abitazione del premier ha scatenato le opposizioni: “Ennesima ferita della democrazia, un’indecente conferma del conflitto d’interessi”.

    C’erano veramente tutti gli attori della partita Rai a Via del Plebiscito ieri. I leghisti Maroni e Calderoli, i capigruppo e i vice di Camera e Senato Cicchitto, Bocchino, Gasparri e Quagliariello, il ministro Andrea Ronchi per conto di An anche se è nato il Pdl, il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani, il “mediatore” del Nord Aldo Brancher. È stata esaminata una griglia completa di nomi, casella per casella, con le eventuali alternative. Mancava, nell’elenco, la rete Tre, fortilizio residuale dell’opposizione. Ma per il resto è quasi tutto pronto.

    Tanto che Berlusconi ha concluso così il vertice: “Adesso andate da Franceschini e fatevi dare i loro candidati”. Il segretario del Pd però ha smentito la voce di una telefonata ricevuta già ieri sera da Gianni Letta proprio per chiudere il cerchio.

    Cambia poco. Il centrodestra si avvia a definire la sua “squadra” per Viale Mazzini. Con diramazioni nell’azienda concorrente. Al posto di Mimun, al Tg5 ammiraglia Mediaset, dovrebbe andare Maurizio Belpietro, oggi direttore di Panorama, che è in corsa anche per il Tg2, lasciato da Mazza. Ma per il telegiornale della rete Due lo sprint è piuttosto affollato. In pole position resta Mario Orfeo, numero uno del Mattino, dietro di lui Augusto Minzolini, editorialista della Stampa, e spunta anche l’ipotesi Roberto Napoletano, oggi direttore del Messaggero.

    Per Minzolini, in alternativa, si aprirebbero le porte di Panorama. Verso Raidue corrono Susanna Petruni alla direzione e come condirettore Ida Colucci, inviate rispettivamente del Tg1 e del Tg2 al seguito del premier. Ma Berlusconi ha in mente una “sorpresa”, ha detto ieri, un capostruttura che conosce bene la macchina: Massimo Liofredi che ora gestisce Domenica In su Raiuno.

    Petruni e Colucci sarebbero comunque promosse vice dei rispettivi tg. Al Giornaleradio Antonio Preziosi, vicino al portavoce di Palazzo Chigi Paolo Bonaiuti, contende il posto a Andrea Buonocore, vicino a Letta. Quasi scontato il ritorno di Piero Vigorelli ai Tg regionali dove la Lega strapperebbe una vicedirezione vicaria per Simonetta Faverio. Bruno Socillo va a fare il capo della reti radiofoniche.

    La Rai è zeppa di casella da riempire, molte forse verranno rinviate alla settimana successiva. Ma già mercoledì si delineeranno le vicedirezioni generali, a cominciare dal leghista Antonio Marano deciso da tempo. Gli altri vice di Mauro Masi saranno Lorenza Lei (con delega alle risorse artistiche), Gianfranco Comanducci (commerciale) e Giancarlo Leone (new media). La delega più importante va a Marano: offerta e prodotto. Probabile l’ascesa di Guido Paglia alla direzione Risorse umane. Il capo dello staff di Masi sarà il dirigente Rai Sassano.

    A Raitre praticamente certa la conferma di Paolo Ruffini e probabile quella di Antonio Di Bella al Tg3, insidiato da Antonio Caprarica e Bianca Berlinguer. Ma ieri il Pd, più che delle “sue” nomine, ha parlato del vertice tenuto a Palazzo Grazioli per condannare metodo, stile e scelte su nomine che spettano al cda della Rai e al direttore generale. “È un’indecente esibizione del conflitto di interessi”, attacca Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione dei democratici. “Masi intervenga a difesa dell’autonomia”, dice il consigliere Nino Rizzo Nervo. L’udc Roberto Rao osserva: “Ora il Cda, dopo il vertice di ieri, sulle nomine si gioca la sua credibilità”. Di Pietro parla di “ennesima ferita alla democrazia. Il Pd deve svegliarsi”. Per Italo Bocchino non c’è alcuno scandalo: “Ma quale Rai, abbiamo parlato dell’Abruzzo”.

  10. E SU CUBA I NOSTRI EROI BERLUSCOSI E VELTROSI RESTERANNO IN BRACHE DI TELA, SUPERATI ANCHE DALLO ZIO SAM. NON GLI RESTERA' CHE CORRERE AD ARRUOLARSI IN ISRAELE
    E SU CUBA I NOSTRI EROI BERLUSCOSI E VELTROSI RESTERANNO IN BRACHE DI TELA, SUPERATI ANCHE DALLO ZIO SAM. NON GLI RESTERA' CHE CORRERE AD ARRUOLARSI IN ISRAELE says:

    Oggi il vertice delle Americhe. Hillary: la nostra una politica fallimentare
    I rapporti tra gli Stati Uniti e lo storico avversario saranno al centro del summit
    Raul tende la mano a Obama
    “Cuba pronta a trattare su tutto”
    dal nostro inviato ALBERTO FLORES D’ARCAIS

    Raul tende la mano a Obama “Cuba pronta a trattare su tutto”

    NEW YORK – Raul Castro apre all’America – “Siamo disposti a parlare su tutto, anche sui diritti umani” – e la Casa Bianca risponde positivamente: “Prendiamo molto sul serio le sue parole”.

    Poche ore prima dell’arrivo di Barack Obama a Port of Spain, la capitale di Trinidad & Tobago dove si svolge il vertice delle Americhe, il leader cubano – che al summit è il grande assente – è riuscito a mettere Cuba al primo posto dell’agenda. Lo ha fatto da Cumana, cittadina costiera del Venezuela, il Paese dell’amico Chavez, che si trova a poche decine di miglia da Trinidad e dove si è recato in concomitanza del vertice proprio per fare sentire il fiato sul collo ai capi di Stato latino-americani. “Abbiamo mandato a dire al governo nordamericano, in privato e in pubblico, che quando loro vorranno potremo discutere tutto: diritti umani, libertà di stampa, prigionieri politici, qualunque cosa, qualunque cosa di cui vogliano parlare”.

    Una risposta alle dichiarazioni che Obama aveva fatto giovedì in Messico (“Prima di prendere nuove misure vediamo se anche Cuba è pronta a cambiare”) manifestando qualche dubbio sulla possibilità che ciò possa avvenire in tempi stretti: “Non ci aspettiamo da parte loro che cambino dall’oggi al domani, non sarebbe realistico”.

    Colta di sorpresa dal colpo di scena di Raul, la Casa Bianca ha affidato una pronta (e positiva) risposta al Segretario di Stato. Da Santo Domingo (anche per lei tappa di avvicinamento al vertice) Hillary Clinton ha “accolto positivamente” le parole del “sub lider maximo” ricodando come “il dialogo sia strumento per la pace, la prosperità e il progresso. Abbiamo visto i commenti del presidente Raul Castro e salutiamo le sue dichiarazioni e l’apertura che rappresentano. Stiamo studiando molto seriamente quella che sarà la nostra risposta”.

    Non sarà facile. I fratelli Castro (Fidel ha una sorta di tutela “ideologica” nei confronti di Raul) sanno che Obama alla Casa Bianca può rappresentare lo sdoganamento di Cuba con il “comunismo caraibico” ancora in vita, un risultato che sarebbe propagandato (in questo caso con una certa ragione) come una vittoria del David latino-americano contro il Golia imperialista dopo cinquant’anni di guerra fredda e di embargo. In cambio, però, devono cedere sul terreno delle libertà fondamentali (diritti umani, stampa, prigionieri politici) dando una sterzata che potrebbe compromettere l’esistenza stessa dell’attuale regime.
    Sarà, almeno inizialmente, un dialogo di piccoli passi, ma il fatto stesso che Raul Castro abbia nominato i “prigionieri politici” (Cuba non ha mai ammesso di averne) è un segnale più che incoraggiante.

    Al centro del dialogo resta aperta la questione decisiva per i cubani, quella dell’embargo. Hillary Clinton ha ripetuto ieri – come aveva fatto anche Obama – le parole pronunciate ad inizio anno dal senatore repubblicano Richard Lugar (“Dopo cinquanta anni possiamo dire che l’embargo è stato un fallimento”) e ha detto che “continuiamo a cercare strade più produttive da seguire perché per il presidente Obama, per me e per la nostra amministrazione l’attuale politica su Cuba è fallimentare”.

    A Port of Spain Obama non incontrerà Chavez, ma altri leader latino-americani si faranno carico di portare sul tavolo il dossier su Cuba. Alcuni paesi del gruppo Alba (Alternativa Bolivariana para America Latina y el Caribe), Venezuela, Nicaragua, Bolivia e Honduras hanno già fatto sapere che intendono bloccare la dichiarazione finale del vertice di Trinidad & Tobago (“non dà risposte alla crisi globale ed esclude Cuba”, ha detto Chavez) ed anche il presidente brasiliano Lula, pur con toni molto diversi, ha fatto sapere alla Casa Bianca che intende cogliere l’occasione offerta dal vertice delle Americhe per chiedere la fine dell’embargo.

  11. Faust x emmetti
    Faust x emmetti says:

    che sono contro il Berlusca e che accuso i comunisti di favorirne l’ascesa col loro insulso comportamento, e tutte le volte Faust mi dice che sono a favore di Berlusconi. Tipico esempio di ‘interpretazione’, utilizzando il proprio ‘filtro’ e non la lingua italiana come tale.

    andiamo avvedere comè…. dunque tu interpreti, io no… !! lo sapevamo, tu no, io ignorante xcche non so interpretare… evvabbe!!!

    che sono contro il Berlusca e

    … se ti pagasse… saresti ufficialmente pro-suo-tuo, ora cche non ti paga, lo ammiri e lo scrivi, gonfiandoci la prostata in continuazione.. capisco cche… non si sa mai… e ti capisco … meglio due scarpe in un piede, cche due piedi in una scarpa sola… sono le tue logiche cche piacciono tanto a Uroburo…

    “” che accuso i comunisti di favorirne l’ascesa col loro insulso comportamento, e tutte le volte Faust mi dice che sono a favore di Berlusconi.””

    … atte il comunismo non piace e labbiamo capito, ma non disgiungi il tuo modo ignorante di pensare al comunismo, alla stregua di offesa ed in questo sei uguale al nano P2ista… A tte non piacciono i comunisti, xcche non sai che sono socialisti ( il socialismo nel mondo, ha una base marxista, pur differenziandosi su realtalocali diverse) moltissimi paesi nel mondo ed in particolare in Latinoamerica, dove si sta realizzando con successo, il piu recente dei socialismi, il Socialismo Bolivariano del XXI Siglo… e ttu non lo sai ne ne hai unidea di come si realizza e si sviluppa il socialismo bolivariano… ( cche in bocca tua o di Anita, sono comunisti..) in questi paesi… dove leader socialisti bolivariani prendono DEMOCRATICAMENTE piu del 60% dei voti… eApparte questa tua ignoranza usi sputando sulla parola comunista, non come ideologia, ma come offesa… E DICHIARANDOTI DI SINISTRA… dimenticando le Tv, 7su7.. causa dell attuale male della sinistra italiana e non come tu dici x i frequenti litigi fra sinistri, copiando le trombe di regime… litigi deformati ed alimentati ed amplificati dal concorrente in conflitto dinteresse, che ti ricordo che è un crimine sociale del tuo nano contumace e prescritto…. senza Tv, sarebbe un capomastro costruttore… un gradino ppiu in alto di un muratore… ennienteppiu
    Non ccè dubbio che tu odi i comunisti italiani e labbiamo capito, ma ignorando che il PCI è ancora oggi un Faro nei paesi socialisti nel mondo cche sono tanti e diciamo tutti hanno un grande rispetto x il PARTITO COMUNISTA ITALIANO ed in Latinamerica è socialismo bolivariano COSTITUZIONALE E DEMOCRATICO… caro il mio bel marcolino ssempre in ppiedi… Altro che la pubblicita dei pannoloni..
    Faust

  12. Linosse
    Linosse says:

    Ultime su informazione in Ailati x 156

    “Alla fine il reato più grave diventa quello di chi racconta certe cose, anzichè chi le fa. La colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti.”
    (Enzo Biagi)

    L.

  13. sylvi
    sylvi says:

    caro Peter,

    per le limacce spero, non lumache e chiocciole,(son così buone alla bourguignonne o anche in volgare sughetto!!), dicevo per le limacce circondi l’area con sale grosso.

    Non è uno scherzo e spero che l’area non sia di un ettaro!

    E anche Pino dovrebbe fare altrettanto!!!
    Sto leggendo “Sale- una biografia”- di Mark Kurlansky.

    Spero non lo venga a sapere Uroburo che trova sempre da ridire sulle mie letture!

    Sylvi

  14. Faust x quelli cche il cervello celhanno in cantina...
    Faust x quelli cche il cervello celhanno in cantina... says:

    A Port of Spain Obama non incontrerà Chavez,

    … invece si sono incontrati e innammorati… almeno conoscendo il Cnte Chavez, era contentissimo ed i sorrisi di Obama sono verso una persona amica… forse è sbocciato un amore, da parte di Chavez, sicuramente si!

    … in molti resteranno col culo x terra e non solo i bersculoni e i veltroni, ma sono molliche di pane nella pagnotta, cchi restera con il culo x terra sono i fondamentalisti anticubani di Miami ed i narcocubani di Miami … emmagari, come in molti dicono cche Obama sara ucciso, starei ben attento cche siano i narcocubani di Miami, vicinissimi al potere, quindi con ppi facile accesso e vicinanza al President of United States.. occhio!!
    Faust

  15. Faust x lhavevo detto... e sta succedendo... manca x iniziare il bombardamento.. un attentato di straziante strage...
    Faust x lhavevo detto... e sta succedendo... manca x iniziare il bombardamento.. un attentato di straziante strage... says:

    … eppoi iniziano i bombardamenti…

    ‘Times': Israele è pronta a bombardare i siti nucleari iraniani
    Impianto nucleare iraniano

    Israele e’ pronta a lanciare a breve un massiccio attacco militare contro i siti nucleari iraniani una volta ottenuto il via libera del nuovo governo di Benjamin Netanyahu.

    Lo ha riferito al ‘Times’ un alto funzionario della Difesa israeliana: “Israele vuol far sapere che se le sue forze armate dovessero ricevere la luce verde, potrebbero colpire l’Iran in una manciata di giorni, se non ore”, ha affermato la fonte, “per questa eventualita’, si stanno facendo preparativi a tutti i livelli”. “Il messaggio all’Iran”, ha aggiunto, “e’ che la minaccia” israeliana “non e’ fatta solo di parole”.

    … prove dorchestra!!! aqquando La Prima???
    Faust

  16. MA CHI SE NE FREGA? E POI NON E' NE' SANTO NE' PADRE.
    MA CHI SE NE FREGA? E POI NON E' NE' SANTO NE' PADRE. says:

    Il Papa va in Abruzzo
    Il 28 aprile a L’Aquila e Onna
    “Il prossimo martedì 28 aprile il Santo Padre Benedetto XVI si recherà in Abruzzo per incontrare le popolazioni vittime del terremoto, secondo il proposito da lui da tempo manifestato”. E’ quanto ha affermato il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi.

    Chissà quanti bei miracoli farà! Di sicuro moltiplicherà se non i pani e i pesci almeno le scarpette rosse.
    Ratzy a Mary

  17. Faust x Ratzy aMary
    Faust x Ratzy aMary says:

    Chissà quanti bei miracoli farà! Di sicuro moltiplicherà se non i pani e i pesci almeno le scarpette rosse.
    Ratzy a Mary

    … attento che ti fanno…. come con Vauro…. i pretini-pedofilini… sono molto ppiu potenti del nanoasfaltato… ( x le male lingue… cche non vogliono ammettere cche Padre George è molto bello a P16… piace molto il suo bel segretario..) Ti Epurano dal mappa del mondo… come Ahmadinejad vuol fare con isdraele… da noi cancellano Vauro…
    Faust

  18. Faust x E POI NON E' NE' SANTO NE' PADRE. { 18.04.09 alle 12:32 }
    Faust x E POI NON E' NE' SANTO NE' PADRE. { 18.04.09 alle 12:32 } says:

    …. ma diciamo… come dire… è una bella mamminassanta con le scarpine da pedofatina… cche bbello cche è padre George… chiedero ammio cugino CocoLoco se lo conosce…. magari ha detto le preghiere con llui!!! CocoLoco è specializzato in infiltrazioni Sante, lui entra ed esce dal paradiso dei povery christy, manco fosse casa sua…. si intufola dappertutto sempre… conosce sempre, ovunque vada qualche mamminasanta cche glielo prende in mano… lavora bene con i pretini adulti rimasti bimbi, come P16… e M. Jakson…
    Faust

  19. Anita
    Anita says:

    x Peter

    HOW TO PRUNE BUSH PEAR TREES
    http://www.gardenaction.co.uk/fruit_veg_diary/pear_tree_4.asp

    Ci sono diversi links anche a sinistra.

    Il mio vecchio melo e’ stato tagliato un paio di mesi fa’.
    Anche quello cresciuto da solo, era tra la mia proprieta’ e quella del vicino.
    Ogni anno cadevano bushels di mele piccole e gialle, attiravano topi, api, ed insetti…
    Il vicino mi ha chiesto il permesso di eliminarlo, gli e’ costato un patrimonio.

    Le lumache, qui ci sono quelle senza guscio, si pappano tutto, si arrampicano anche sui vasi.
    Raccomandano di mettere un piatto con la birra, l’ho provato diverse volte ma le lumache non ci vanno.
    Io esco di sera e le spruzzo con windex, si liquefano.
    Negli anni che c’e’ un invasione, uso una polvere e faccio una riga o un circolo al perimetro delle aiuole e della terrazza.
    Si deve rifare dopo la pioggia…io ho l’irrigazione sotterranea cosi’ la polvere o granule mi aiutano poco.
    Dicono anche di spargere la cenere del camino.

    Buona giornata inoltrata.
    Anita

  20. Peter
    Peter says:

    xAnita

    vedo che sai bene di cosa parlo…si’, io uso veleno in granuli, ha l’aria molto tossica, in effetti fa una strage di lumache e chiocciole (e limacce, come dice Sylvi). L’anno scorso mi resi conto che piantare cavoli era una perdita di tempo…ed anche insalata, ma con quest’ultima ci sto riprovando. Ora sono le fave (broadbeens) sotto assedio, ne ho solo poche piante su cui le lumache banchettavano. Ah, la dolce natura….tra piccioni, merli, gazze, passeri, pettirossi, lumache, chiocciole, tigne e batteri….mi rendo conto che gestire un giardino e’ piu’ difficile che, storicamente, difendere Otranto dai turchi….

    ciao, Peter

  21. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    ma dico cara, le pare che mi metterei a spargere il sale sulla (mia) terra?! proprio ora che ho appena finito di pagare il mutuo! (eh si’, ce l’ho fatta, molto prematuramente….alleluhia! da buon italiano, odio debiti, ipoteche e mutui).
    Comunque ha ragione, intendevo limacce, ma anche le chiocciole: mi fanno tutte egualmente schifo. Solo i molluschi marini rientrano nel mio ristretto menu. Pero’ da piccolo assaggiavo il sughetto fatto con piccole chiocciole dal guscio marrone (monacelli, nel mio dialetto). Ci sono da voi?

    un saluto

    Peter

  22. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Mio figlio Alan, il piu’ giovane, mi chiamava “the great white hunter” perche’ ero sempre alla caccia di insetti, lumache-slugs, insetti del green turf, etc….

    Anita ;-)

  23. sylvi
    sylvi says:

    caro Peter,

    vede che abbiamo qualcosa in comune?
    L’antipatia per i debiti ecc. ecc.

    Per non usare veleni ci sono due soluzioni, entrambe attive:
    – raccogliere una per una le limacce e seppellirle nel compost
    – studiare i sentieri di percorso, sono abitudinarie, e fare come Pollicino un percorso di sale grosso!
    Ma lei aveva pensato a Cartago delenda est, peggio che Uroburo?

    Sì, so che voi le chiamate monacelli, ho un libro di ricette che le chiama così.
    Sono erbivori e hanno sapore distinguibile a seconda di dove vivono e dei vegetali che mangiano.
    Quelle croate sanno di mare e macchia mediterranea, le nostre di terra grassa e montana.
    Comunque, come mio marito, vi perdete un boccone di re, la miseria passata non c’entra!

    Sylvi

  24. Anita
    Anita says:

    x Silvy e Peter

    L’antipatia per i debiti ce l’ho sempre avuta.
    Non ho mai avuto debiti eccetto per il mutuo della casa.

    Non mi sono mai prestata soldi, se avessi tutti i soldi che ho prestato e mai rivisto…uscirei oggi e mi comprerei una Lexus o una BMW….per dire.

    Anita

  25. Anita
    Anita says:

    x Faust

    Sono affari tuoi….
    Di natura io sono orgogliosa, indipendente e…. faso tuto me.

    Anita

  26. POVERACCI!
    POVERACCI! says:

    Governo Usa e sindacati nel capitale, ma le banche frenano
    Annuncio di Nardelli. Il titolo del Lingotto vola in Borsa. Gm: fallimento vicino
    “A Detroit comanderà la Fiat”
    stretta sulle nozze con Chrysler
    di ARTURO ZAMPAGLIONE
    “A Detroit comanderà la Fiat” stretta sulle nozze con Chrysler

    NEW YORK – Due ostacoli appaiono ormai superati nel complesso negoziato Fiat-Chrysler: la metodologia per la scelta del chief executive, che sarà fatta dal nuovo board composto in maggioranza da consiglieri indipendenti previo “consenso” di Torino; e la probabile rinuncia da parte del Uaw, il sindacato americano dell’auto presieduto da Ron Gettelfinger, del fondo sanitario previsto dai contratti in cambio di una partecipazione importante – si parla del 20%, cioè della stessa quota iniziale della Fiat – nel capitale della neonata Chrysler.
    ——————-
    Allora so’ proprio
    Ratzy a Maryssymy

  27. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    gia’, sara’ la comune cultura contadina. Comunque i monacelli, se ben ricordo, si fanno prima schiudere dal guscio sugellato da una materia bianca solida. Poi si tengono un giorno ed una notte nella farina (di grano), che loro si mangiano. Cosi’ si depurano di quegli aromi marini o mediterranei che lei diceva…sa, non e’ detto che a noi facciano sempre bene…le chiocciole digeriscono delle piante che forse per noi sarebbero poco igieniche

    un saluto

    Peter

  28. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    brava…faso tuto mi!
    Libertà e indipendenza…mi parve per un attimo di sentire mia madre che è stata l’esempio per i miei figli.
    Io ci ho aggiunto la…disobbedienza, per essere più sicura!

    Capisco Faust, ma, sia chiaro, lui appartiene ai poveri diavoli, io ai poveri cristi e non sempre le vie dei poveri diavoli e dei poveri cristi fanno “pappa e ciccia”!

    Mandi Sylvi

  29. Faust xDionano...
    Faust xDionano... says:

    “Gentile Signor Beppe Grillo,
    chi le scrive lo fa da una parte dell’Abruzzo che, grazie a Dio non ha subito danni, (paura a parte) visto che vive sulla costa.
    Non posso darle torto quando sottolinea il fatto che, visto che da mesi l’Aquila era soggetta a forti scosse, si poteva fare di più.
    E le segnalo un fatto che lo conferma.
    Ho molti parenti e conoscenti che sono appartenenti ai testimoni di Geova. Questa comunità è molto unita pronta a soccorrersi a vicenda e, in occasione del terremoto, le comunità vicine si sono subito mobilitate per soccorrere i confratelli che ne avevano bisogno.
    Su richiesta di mio figlio, membro attivo di questa religione, e anche perché desiderosa di rendermi utile, ho reso disponibile la mia casa e mi sono preparata per ospitare una famiglia, (una coppia con due ragazzi) e mi sono preoccupata di quello che poteva servire con urgenza loro, immaginando non avessero più nulla.
    Immagini la mia meraviglia nel vederli arrivare con i bagagli al seguito!
    Così mi hanno spiegato che già settimane prima, in tutte le comunità de l’Aquila interessate da fenomeni sismici, alle loro riunioni settimanali, era stato suggerito loro come prepararsi ed essere pronti ad un eventuale cataclisma. Era stato trattato con cura l’argomento ed erano state date delle vere e proprio direttive pratiche: preparare valigie con l’occorrente per le prime necessità, non solo abiti ma anche coperte, scorte di viveri e bottiglie d’acqua. Tenere sempre le macchine pronte e cariche ma evitare di parcheggiarle nei garage ma parcheggiare al sicuro, in spazi aperti. Tenere sempre i telefonini a portata di mano.
    Tutto questo tratto da un articolo del giornalino “Svegliatevi” che era stato stampato l’anno scorso e che trattava proprio di questo.
    Infatti, dei più di 200 testimoni di Geova cittadini dell’Aquila nessuno è rimasto vittima del sisma. E so di sicuro che molti altri, parenti e vicini di casa devono almeno la vita a queste informazioni.
    Tutto questo mi ha lasciato a bocca aperta!
    Incredibilmente, seguendo pochi ed utili accorgimenti una piccola comunità religiosa ha salvato molte vite! Ma allora mi chiedo: cosa sarebbe successo se l’intera città avesse avuto le stesse pratiche informazioni?
    Ora lascio a lei trarre le opportune conclusioni.
    Un grosso GRAZIE dal profondo del cuore per le sue battaglie!” M. B.

  30. sylvi
    sylvi says:

    caro Peter,

    quando i monacelli o chiocciole hanno ancora l’opercolo (materia bianca e solida) sono già depurati perchè escono dal letargo.
    La farina serve a togliere quell’antipatico resto di bava che ci fa schifo!!!
    Che le chiocciole digeriscano” piante per noi poco igieniche” mi lascia perplessa perchè i francesi, a quest’ora, dovrebbero essere dimezzati!!!

    Questo è il classico esempio di “razzismo” gasteropodo!

    Sylvi

  31. Anita
    Anita says:

    x Silvy

    Cara Silvy,
    mia nonna diceva: “chi non sa fare, non sa comandare”.
    Parole sante, io non sapevo fare niente, eccetto pittura e ricami.

    In America mi sono dovuta tirare su le maniche, ho imparato, fatto e insegnato.

    Anche quando non avevo niente non mi sono mai sentita o considerata povera, non ho mai pensato che la vita mi dovesse qualche cosa, tanto meno il governo.

    Ciao, Anita

    PS: Ho scritto “me” l’ inglese per “mi”. Si pronuncia “mi”.

  32. Vox
    Vox says:

    @ Anita
    Ho visto un programma su Sky, “The Fattest people of the Planet” (una delle rare volte che ho guardato trash TV). Non ricordo piu’ bene i dettagli, sara’ stato piu’ di un anno fa, ma hanno mostrato almeno 5 individui (tutti negli Usa) il cui peso era arrivato o si avvicinava a 500 Kg. Naturalmente, non camminavano piu’ da anni, erano come enormi palloni con una piccola testa in cima. Per due di loro (un uomo e una donna) avevano dovuto costruire letti e pedane speciali, per portarli da casa in ospedale avevano dovuto demolire il muro attorno alla porta… Quattro sono morti, la quarta, una donna, era ancora in via di cura. Tra loro c’era un giovane (sui 30) americano bianco, un messicano, due nere.
    In ogni caso, la gente supergrassa che ho visto in quantita’ industriali a Washington, e che si spostava ondeggiando come gelatina, sara’ stata sui 100 Kg, poco meno, poco piu’, a occhio e croce. Non li ho certo pesati.
    In Europa gente cosi’ praticamente non se ne vede. E’ chiaro che si tratta di scompensi molto seri. Potrebbero essere di natura ormonale, come alimentare, ma sospetto che siano in qualche modo legati a cibi non naturali.

    A New York e a Los Angeles di gente cosi’ ne ho vista di meno.
    In giro per il mondo, quando incroci un gruppetto formato elefante, coi pantaloni al ginocchio e il cappelletto da baseball, puoi star certo che sono nordamericani. Chissa’ se gli capita mai di vedersi allo specchio con senso critico.

  33. Vox
    Vox says:

    Comunque, il mio punto di partenza erano i cibi geneticamente modificati.
    Il resto e’ small talk.

  34. Vox
    Vox says:

    SEGNALI DELLA NUOVA LOTTA DI CLASSE IN EUROPA

    […]Quando i sistemi tradizionali e legali di lotta per la difesa del posto di lavoro e dei propri diritti non funzionano più o sembrano armi spuntate, si può e si deve ricorrere a nuove forme, se non si vuole accettare passivamente un destino tracciato da altri.

    Questo è quanto sta accadendo in Francia – ed anche in Belgio, paese in cui sono presenti concessionarie FIAT[1] – con il moltiplicarsi dei “rapimenti” di esponenti del middle management, i quali operano nell’impunità più assoluta ristrutturando le unità produttive e licenziando per conto terzi.

    Marzo e aprile sembrano essere stati mesi abbastanza caldi, al di là della meteorologia, con i dipendenti di almeno tre aziende, come Sony France, 3M e Caterpillar che hanno preso in ostaggio i manager, chiudendoli nei loro uffici[…]

    La libertà per i manager tenuti sotto sequestro in cambio del mantenimento del posto di lavoro, in fondo, è una richiesta minima, tenuto conto che se il sequestrato è, ad esempio, debole di cuore, viene subito rilasciato [è accaduto anche questo] e che il tasso di violenza, in tali sequestri, è molto basso se non inesistente.

    Del resto, privare per qualche ora della libertà personale individui [definibili lacchè dei poteri forti?] che distruggono le altrui esistenze, in cambio di benefit e cospicui incentivi economici, sembra più un atto di giustizia che una violenza, un crimine.

    Siamo già un passo oltre lo sciopero e le consuete, rituali manifestazioni di piazza.

    I francesi, sulla base di recenti sondaggi, sembrano dividersi in due schieramenti di pari consistenza nell’approvare o rigettare queste forme di lotta.

    Nel prossimo futuro, le tensioni generate dalle questioni sociali che attraversano l’Europa, in conseguenza della crisi, potrebbero sovrapporsi alle fiammate di rivolta dei marginali, delle così dette sotto-classi urbane in un cocktail micidiale, minando progressivamente la stabilità dei governi liberaldemocratici e delle istituzioni e mettendone a nudo, oltre che un’intrinseca fragilità, anche la sostanziale irriformabilità[…]

    Dalle dichiarazioni pubbliche di Sarkozy si comprende che “diplomazia forte”, “alleati forti e sicuri” e il riferimento a “serrare le fila” assieme alle altre democrazie occidentali, nascondono non tanto o non soltanto l’intenzione di aderire ad una sorta di ideologia atlantista, ma quanto di creare le condizioni per poter affrontare, con speranza di successo e unitamente agli alleati liberaldemocratici, i possibili disordini interni futuri.

    In questo clima sta avendo una certa diffusione, in Francia, un pamphlet che risale al 2007 dal titolo vocativo di L’insurrection qui vient, edito da La fabrique di Eric Hazan e attribuito al poco più che trentenne Julien Coupat […]
    Sous quelque angle qu’on le prenne, le présent est sans issue.

    Sono le semplici parole, che non hanno bisogno di traduzione, con cui inizia il pamphlet incriminato e ben rivelano la situazione di disorientamento, di sconcerto, di assenza di prospettive e di assoluta mancanza di fiducia “nelle istituzioni” comune a molti giovani, non soltanto francesi.

    Se il presente non offre scampo, non ha via d’uscita, Il futuro non ha più avvenire, sembra essere il motto di un epoca oscura, in cui non ci sarà una soluzione sociale alla presente situazione. Il vago aggregato chiamato «società» è senza consistenza e l’impasse del presente è dovunque percettibile.

    La sphère de la représentation politique se clôt. Da destra a sinistra è il medesimo nulla[…]

    Perché questo pamphlet mette a disagio il potere francese e il suo presunto autore è in carcere – seppure per la poco chiara vicenda degli attentati alle linee ferroviarie – e gli sono stati negati anche gli arresti domiciliari?
    I tempi stanno diventando maturi e la storia si è rimessa definitivamente in marcia?
    Eugenio Orsi

    http://anchesetuttinoino.splinder.com/post/20340116

  35. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Le posso dare una spiegazione su Washington DC.
    La popolazione della citta’ e’ di circa poco piu’ di mezzo milione.
    In transito, il numero si raddoppia giornalmente, sorpassa il milione.
    I bianchi di Washington DC sono una minoranza, circa il 32%, circa 56% neri, ed una percentuale Latina, e minima di asiatici.

    Io vedo una differenza se vado al supermercato locale o a volte, secondo dove mi trovo, vado ad un supermercato in una vicina cittadina, dove una nazionalita’ e’ molto prevalente.

    So long for now.
    Anita

  36. SU IN MONTAGNA COL MITRA IN SPALLA, SE NECESSARIO
    SU IN MONTAGNA COL MITRA IN SPALLA, SE NECESSARIO says:

    IL MOTIVO PER CUI SONO UN PO’ SPARITO E’ che mi trovo in Spagna a Valencia dove partecipo come membro della delegazione parlamentare presso la Nato alla sessione annuale dell’Alleanza Atlantica.E’ per me la prima volta.

    E’ un lavoro in parte burocratico di commissioni e sottocommissioni, ma è il luogo in cui discutiamo di come far capire alla Russia e agli amici del Cremlino che la loro arroganza e furbizia sarà battuta, che donne e uomini forti e liberi non si faranno infinocchiare dai reggicoda di Putin.

    Fuori le truppe neosovietiche dalla Georgia.

    Fuori la nuova unione sovietica dalle rampe missilistiche che minacciano la Polonia, fuori dalle palle coloro che ci vogliono inserire a supposta in un mondo ubriaco di soldi e di petrolio, corruzione e omicidi, per regalarci finalmente l’Unione Europea delle Repubbliche Socialiste Sovietiche Miliardarie.

    Noi vogliamo lo scudo spaziale per proteggerci dalla nuova unione sovietica e dai suoi affaristi armati e corruttori.

    Noi vogliamo l’FBI e non l’FSB. Noi vogliamo film americani, noi vogliamo una lingua e un comportamento che ci renda distinti e distanti dai nuovi padroni di Mosca.

    Noi siamo pronti a salire in montagna col mitra in spalla, piuttosto che consegnarci oggi alla Russia. Noi siamo già nella nuova Resistenza all’aggressione della nostra piccola isola di libertà. Fuori la Russia dall’Unione Europea, fuori le truppe Russe dall’europea Georgia, vogliamo la Georgia e l’Ucraina nella Nato, subito.

    Vogliamo che i satrapi del Cremlino e i loro reggicoda siano sconfitti. Vogliamo un’Europa legata al Regno Unito e agli Usa. Vogliamo la democrazia. Putin si sta facendo una legge per governare come un dittatore per altri 19 anni. La Nato è piena di agenti russi e persone che reggono la coda alla Russia. Ma una forte delegazione americana ha deciso di scendere in campo e contare chi è pronto a lottare di nuovo per la libertà e l’indipendenza dell’Europa e chi la vorrebbe grassa come un tacchino servita con le patate arrosti sul tavolo del Cremlino.

    Viva la libertà, viva l’Europa libera, viva l’Italia libera, viva il mondo Occidentale, viva le rivoluzioni inglese, americana e francese (prima parte), viva le rivoluzioni di velluto della repubblica ceca, viva le rivoluzioni colorate e gentili e forti contro il tallone russo. Viva la rivoluzione degli uomini liberi. E’ già tardi per schierarsi. E’ già tardi per far sentire la propria voce.

    Ancora una volta si levi la voce di chi, odiando la violenza, odiando la guerra, è pronto anche a morire per la libertà di chi verrà dopo di noi, per i giovani che hanno diritto a vivere liberi, studiare, viaggiare, appartenere al mondo delle idee libere e della democrazia. Io sono qui a Valencia, facendio un lavoro noioso e burocratico, ma i temi son aperti e in discussione. Il delegato georgiano è già venuto a riscuotere il nostro applauso. Viva la Rivoluzione Italiana.

  37. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Mentre ci sei vai a farti una “paella valenciana”….in montagna fa freddo e rischi il congelamento ..
    Stai al calduccio e riguardati..

    cc

  38. SU IN MONTAGNA COL MITRA IN SPALLA, SE NECESSARIO
    SU IN MONTAGNA COL MITRA IN SPALLA, SE NECESSARIO says:

    @controcorrente
    Tu invece vai a hahare se ne sei capace.

  39. UCCI UCCI, SENTO PUZZA  DI.....
    UCCI UCCI, SENTO PUZZA DI..... says:

    ….Popeyucci. Che vanno in montagna a farsi inchiappettare anche dalla cagna. Parlando di Putin ma vanno a Putan.
    Capra Sarda

  40. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Beh, qualche esempio di comicità da parte di uno OO7 di Vaglio fa sempre bene…devono aver “sgorgato” il cesso , per cui lo stronzo immancabilmente torna sempre a galla!!

    notte
    cc

  41. Vox
    Vox says:

    Sempre i soliti provocatori che, al momento opportuno arrivano a parlare di liberta’ e a puntare il dito verso la solita cortina di fumo, per farci guardare nella direzione sbagliata, come i prestigiatori e gli illusionisti. Cosi’, mentre noi siamo distratti, loro ci mettono le mani in tasca e il guinzaglio al collo.

    Rivoluzioni vellutate? Quelle che dopo un anno la gente del posto non ne vuol piu’ sapere e invade di nuovo le strade, per cambiare i portatori di colori? Quelli che puppettari manovrano dagli USraelis per allargare la Nato verso la Russia che, naturalmente, deve gradire?
    Proprio quegli USraelis (e questa Europa!) da cui dovremmo aspettarci la libbberta’ di farci inchiappettare dai banchieroni di Wall Street & Co. ?
    Uhm….

  42. Faust x la parola bloccata in moderazione..
    Faust x la parola bloccata in moderazione.. says:

    …gniente, non apre…. cerca un blog sull Unita di oggi di Cesare Buquicchio..
    Faust

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