Dire che Ahmadinejad è “il nuovo Hitler” non è solo una grande idiozia. Dobbiamo reagire al conformismo e alla prepotenza che con scuse sempre più insostenibili ci vogliono trascinare a una nuova grande guerra
Paragonare Ahmadinejad a Hitler, anzi sostenere addirittura che lui è già il nuovo Hitler, può darsi che faccia fare bella figura e raccattare qualche voto tra gli oltranzisti, ma è una affermazione da perfetti imbecilli, per giunta in mala fede, perché totalmente campata per aria. Eppure, ecco quanto ha declamato il presidente del parlamento israeliano, Reuven Rivlin, dirigente del Likud, durante una cerimonia commemorativa della Shoà: “Il mondo ha visto ieri il ritorno di Adolf Hitler, che questa volta ha la barba e si esprime in Farsi” e ancora: “Le sue parole sono le stesse, le aspirazioni sono le stesse, la determinazione di dotarsi dei mezzi per realizzarle è la stessa determinazione minacciosa”. Rivlin ha anche biasimato la Svizzera per la accoglienza riservata ad Ahmadinejad “nel nome della neutralità”. Rivlin ha pronunciato le sue parole riferendosi alle dichiarazioni del capo del governo iraniano a Ginevra alla conferenza contro il razzismo chiamata Durban II perché la prima si tenne in Africa nella città di Durban, e vide anche allora non solo gli Usa strapparsi i capelli per le affermazioni di vari leader sul razzismo di Israele. Per parte sua il presidente Shimon Peres ha ringraziato i Paesi che hanno deciso di boicottare la conferenza: “Le camere a gas sono sparite, ma i veleni rimangono”. Tra i veleni, rimangono però anche e soprattutto le centinaia di bombe atomiche clandestine israeliane, delle quali peraltro proprio Peres è il papà. E che si tratti di veleni lo dimostra il fatto che l’armamento nucleare israeliano è vissuto – inevitabilmente – dai vari Paesi arabi e islamici come una minaccia, visto anche che per esempio in Italia in molti – da Vittorio Messori in su e in giù – danno apertamente per scontato che Israele prima o poi le userà, e anzi applaudono entusiasti a questa prospettiva. Paragonare il capo del governo iraniano a Hitler è sbagliato sotto vari profili. Il primo è lampante: Ahmadinejad non ha ammazzato nessuno, cosa che invece non si può dire non solo dell’esercito israeliano, ma anche dei vari ministri e capi di governo di Israele, che da Golda Meir in poi hanno preso la strana – e illegale – abitudine di commissionare ai loro servizi segreti omicidi “mirati” di palestinesi. Pratica abominevole condannata anche dall’Onu, oltre che da un mare di organizzazioni israeliane ed ebree non israeliane. E pratica che se fosse utilizzata dalla Cina o dall’Iran scatenerebbe le proteste di piazza di mezzo mondo, con in testa i nostri eroi “grandi firme”. Idem se fosse utilizzata dagli Usa, e infatti negli Usa vari giornali hanno messo sotto accusa il gentiluomo Rumsfeld proprio perché quando era intimo di Bush alla Casa Bianca ha ordinato qualche omicidio contro “terroristi”. E Dio solo sa se erano terroristi, visto che per esempio non lo era affatto l’egiziano che è stato rapito dalla Cia a Milano con il volenteroso concorso di cialtroni nostrani. In ogni caso anche i terroristi, come i mafiosi e i pluri killer della mafia, camorra, ecc., o a suo tempo i nostri terroristi altoatesini o sudtirolesi che dir si voglia, si processano e non si assassinano senza processo. Ahmadinejad inoltre fino ad oggi non ha scritto nessun “Mein Kampf” né nulla di simile, mentre invece l’attuale ministro degli Esteri di Israele, l’immigrato russo Avigdor Lieberman, ha assieme al proprio partito Israel Beitanu il programma di espellere da Israele tutti i non ebrei, cioè di deportare in massa oltre confine tutti i palestinesi e arabi, più o meno tre milioni di esseri umani. Il lato comico, o meglio tragico della faccenda è che le ricerche sul dna citate perfino da un rabbino di Venezia hanno dimostrato che gli ebrei alla Lieberman, piovuti dall’ex Urss, sono molto meno discendenti degli ebrei di 2-3.000 anni fa di quanto invece lo sono proprio i disgraziati che Lieberman vorrebbe così simpaticamente cacciare secondo il suo piccolo “Mein Kampf” politico che però in Europa e Usa NON suscita nessuno scandalo.
Ma paragonare il capo del governo iraniano a Hitler è sbagliato anche per un altro motivo. In Israele e tra gli ebrei non israeliani è ormai tutto un fiorire di inviti, articoli e libri a voltar pagina, a non restare sempre prigionieri della “Storia che non passa”, a lasciarla passare come tutti gli altri popoli e guardare finalmente avanti anziché sempre e solo indietro, sempre prigionieri della Shoà e di Hitler. “Sconfiggere Hitler” è il titolo di un bel libro di Avraham Burg ( http://www.ibs.it/code/9788854502727/burg-avrahm/sconfiggere-hitler-per.html ) scritto proprio per stimolare gli israeliani a non restare sempre prigionieri del passato e di conseguenza lividi di odio contro chiunque non vada loro a genio per i più disparati motivi, specie contro chi non applaude a tutte le efferatezze contro i palestinesi. Burg si rivolge ai suoi concittadini prigionieri del passato, sempre pronti a lanciare Urbi et Orbi la sempre più insostenibile accusa di antisemitismo tentando di imporre la sempre più disonesta e ormai frustra equazione ebreo=israeliano e israeliano=ebreo. Non a caso anche noi nel nostro piccolo del blog abbiamo conosciuto cialtroni di questo tipo, imbecilli di varia natura e calibro che lanciano l’accusa di antisemitismo prima e dopo i pasti, a mo’ di aperitivo e digestivo o riflesso condizionato tipo cane di Pavlov, gentaglia che da ormai oltre un anno sparge il proprio liquame in altri blog se solo non si applaude man mano sempre e comunque anche l’ultima strage e rappresaglia fatta dai militari israeliani compresi i piloti killer o i manovratori assasini armati di grandi bulldozer che, come Moshe Nissim premiato anziché chiuso in galera, si vantano di avere demolito case palestinesi senza aspettare che gli occupanti ne escano per mettersi in salvo. Burg è figlio di un fondatore di un partito religioso che è stato ministro per 40 anni, inoltre è stato presidente del parlamento israeliano, ma evidentemente di pasta diversa dal concionatore di bassa lega attuale. “Sconfiggere Hitler” – edito in Italia da neri Pozza – reca come sottotitolo “Per un nuovo universalismo e umanesimo ebraico” e il New Yorker così lo ha recensito: “Avraham Burg denuncia una parte sempre maggiore e più accesa della società israeliana che disprezza la politica democratica. Descrive un Paese militaristico e xenofobo, ossessionato dall’Olocausto, e vulnerabile, come la Germania degli anni Trenta, all’azione di una minoranza estremistica”. Ed ecco come l’editore lo presenta nel sistema IBS di vendita dei libri on line: “La memoria della Shoah ha reso Israele indifferente alle sofferenze altrui. Il paese nella sua instabilità è ormai simile alla Germania degli anni Trenta. Il sogno e l’ideologia sionista hanno fallito. È il momento di abbandonare l’antica mentalità del ghetto accerchiato e di rivalutare la figura universalistica dell’ebreo della diaspora. Sono tesi molto provocatorie, che hanno suscitato un enorme dibattito e innumerevoli polemiche a partire dalla pubblicazione di “Sconfiggere Hitler” in Israele, nel 2007. L’autore, notissima figura pubblica israeliana, ex presidente del Parlamento, figlio di un uomo politico di grande influenza, ha avviato una critica radicale ai fondamenti attuali dello Stato di Israele, alla sua identità collettiva definita, sessant’anni dopo Auschwitz, quasi esclusivamente in rapporto con l’Olocausto”.
Probabilmente Burg ignora che il rabbino capo di Roma, Di Segni, pur di dare addosso a suo tempo ai pacifisti dalle bandiere arcobaleno contrari alla guerra in Iraq è arrivato a definire gli iracheni “i babilonesi di oggi”, con un chiaro e ridicolo riferimento all’odio evidentemente ancora oggi vivo contro i “babilonesi” stile Nabuccodonosor, cioè di 25 e passa secoli fa! Colpevoli secondo la vulgata di “avere ridotto in schiavitù gli ebrei e di averli deportati a Babilonia”. Tralasciamo il fatto che gli ebrei non sono mai stati deportati come schiavi, né a Babilonia né in Egitto, come hanno dimostrato perfino archeologi e docenti israeliani ed ebrei: queste e molte altre storie della bibbia sono solo belle leggende letterarie e spesso frottole nate per bassi motivi politico e/o “religiosi”, cose di cui la bibbia abbonda come qualunque altro “libro sacro”, e anzi sotto questo profilo l’Egitto dovrebbe reclamare all’Onu e far causa a Israele per lo scarso amore verso gli egiziani che la pasqua ebraica evidentemente comporta dati i falsi storici anti egiziani piuttosto odiosi su cui è basata. Da quando Ben Gurion, primo presidente di Israele e iniziatore della pulizia etnica di massa contro i palestinesi, diede l’incarico al grande archeologo ebreo Yigael Yadin di cercare i “titoli legali” della legittimità di Israele sulle terre dei palestinesi, cioè le prove archeologiche di ciò che sostiene la bibbia, è stato tutto un fiorire di delusioni. Yadin lavorò “come un negro” – o un falashà? – setacciando tutto il Sinai e la terra di Canaan, e più di recente gli archeologi ebrei Israel Finkelstein, israeliano, e Neil Asher Silberman, belga, hanno definitivamente dimostrato che sono stupende frottole sia l’emigrazione di Abramo da Ur che la schiavitù in Egitto e il mirabolante vagare in massa per il Sinai per ben 40 anni in attesa delle tavole della legge date da Dio a Mosè, tavole il cui testo originale lascia sbigottiti anche per la sua disumanità. Il buon Dio infatti si è affannato – tra l’altro – ad avvertire che “le colpe dei padri ricadono sui figli, anche fino alla terza e alla quarta generazione”: più che Dio, un pastore barbaricino armato di coltello, violento, vendicativo chiuso nell’orizzonte delle sue capre sarde.
Da notare che Finkelstein è israeliano e di nome si chiama Israel! Ed è docente universitario di archeologia a Tel Aviv, non a Kabul. Ciononostante a causa delle sue scoperte, compreso il fatto che non c’è mai stata nessuna “Terra Promessa” da Dio per il semplice motivo che gli ebrei di quella terra erano semplici aborigeni, è odiatissimo da molti israeliani, specie se rabbini. Se l’ebreo Spinoza, uno dei massimi filosofi europei, già invitava a buttar via la bibbia, il nostro docente universitario Mario Liverani dimostra come sia il caso almeno di andare “Oltre la Bibbia”, titolo di un suo bel libro ( http://www.cartesio-episteme.net/ep8/ep8-liveran.htm ) che conferma in altri modi ciò che anche Finkelstein e Silberman hanno dimostrato. E la Storia dimostra che perfino la Diaspora è solo un mito: vari secoli prima che la conquistassero i romani, gli ebrei se l’erano già squagliata in massa dalla Palestina, quanto mai arida e inospitale a dispetto della nomea fasulla di “Terra Promessa” addirittura da Dio in persona, tant’è che avevano già dato vita ai ben noti quartieri ebraici di Alessandria e della stessa Roma, oltre che ad un nugolo di latri in tutto il mondo mediterraneo. Gli stessi romani, quando hanno schiacciato le ribellioni ebraiche e distrutto il tempio di Gerusalemme non hanno certo fatto come a Cartagine e soprattutto non hanno cacciato via né deportato le masse. Persa la guerra contro l’occupazione romana molti ebrei se ne sono andati così come molti tedeschi se ne sono andati dalla Polonia o molti italiani dall’Istria dopo la seconda guerra mondiale e moltissimi nostri meridionali sono emigrati dopo l’unità d’Italia fatta dai Savoia e ritagliata sugli interessi dl Nord Ovest, cioè del loro Piemonte e zone limitrofe.
Le scoperte dei vari Yadin, Finkelstein e Silberman hanno portato una persona onesta come l’archeologo domenicano francese Roland de Vaux ad ammettere ad alta voce, sia pure con grande dolore data la sua fede cristiana e il saio di domenicano: “Se la fede storica di Israele non ha fondamento storico, questa fede è erronea, e di conseguenza la è anche la nostra fede”. Problema che a dire il vero si dovrebbe porre anche per l’Islam, ma per ora tralasciamo le faccende di fede religiosa che sono per definizione basate su miti e certo non su verità storiche per il semplice motivo che queste fanno comunque torto a qualcuno mentre invece quelle possono consolare tutti. Quel che conta è che i “titoli legali” di cui andava in cerca Ben Gurion e per i quali tanto sangue è versato da 60 anni semplicemente non esistono. La legittimità di Israele, specie a fronte della comunità internazionale e dei laici di tutto il mondo non accecati da fanatismi di sorta, è fondata non sulle fole bibliche, ma sul fatto che da 60 anni esiste e quindi ha diritto di continuare ad esistere esattamente come lo Stato palestinese avrebbe diritto di esistere anch’esso. Sotto questo profilo, qual è la differenza tra chi come Ahmadinejad non vuole che neppure Israele, come del resto nessun altro Stato civile anziché tribale, debba essere per forza governato da una sola etnia e chi come Lieberman e ormai di fatto l’intero governo israeliano non vuole, assolutamente non vuole che nasca lo Stato dei palestinesi?
Ciò che invece è bene non tralasciare è che Di Segni è prigioniero addirittura di Nabuccodonosor e dei babilonesi…. Di Segni è prigioniero cioè non solo della seconda guerra mondiale e di Hitler, cioè del secolo scorso, ma perfino di fatti di più o meno 2.500 anni fa. Chissà che torcicollo, poverino, a furia di guardare sempre così indietro. Non vorrei mancare di rispetto a nessuno, ma qui c’è da chiedersi se si deve ridere o piangere. Il lato comico, o meglio tragico è che Di Segni s’è accanito con dotte citazioni biblico-talmudiche contro il simbolo dell’arcobaleno bandiera di quei pacifisti, ma non ha mai detto nulla di simile, anzi non ha proprio fiatato e se n’è stato invece ben zitto quando alla nota rappresaglia militare israeliana contro Jenin, sfociata nel noto “piccolo” massacro, gli alti comandi diedero il nome proprio di Arcobaleno: “Operazione Arcobaleno” era infatti il nome di quella “piccola” mattanza che non può essere passata inosservata neppure ai molto attenti occhi di Di Segni a casa delle enormi polemiche cui diede vita, compreso l’intervento dell’Onu, inutile come sempre, e il suo tentativo di mandare propri uomini nella martoriata Jenin, proposta prontamente respinta da Israele come tutte le altre che prevedono lo schieramento di uomini dell’Onu in veste di osservatori o peacekeeping. Poi non ci si può sorprendere se – come è clamorosamente stato rivelato dai giornali israeliani – ci sono rabbini in Israele che hanno incitato i militari a non avere scrupoli nella mattanza a Gaza, come peraltro in mattanze precedenti. Non vorrei che a furia di torcersi il colo per guardare sempre e solo indietro anziché anche in avanti ci si trovasse prima o poi di fronte a “mesopotamici”, magari iracheni, che facendo altrettanto e (s)ragionando allo stesso modo pretenderanno il ritorno a Ur dei discendenti di Abramo, visto che da Ur se ne erano andati “appena” più o meno 3.000 anni fa… Accampando proprio i “titoli legali” garantiti dalla bibbia, un Ben Gurion mesopotamico di oggi potrebbe pretendere di comandare sui discendenti dei mesopotamici partiti con Abramo da Ur, noti in seguito come ebrei. Quando la logica e i “titoli legali” vengono usati a mo’ di elastico delle mutande, allargabile o restringibile a piacere, caratteristica tipica sia delle mutande che di tutti i cosiddetti libri “sacri”, non si può escludere nulla, neppure eventuali follie di questo genere.
Come si vede Burg, che non è certo di sinistra, ci va giù pesante, come ci vanno giù pesante molti altri israeliani, per esempio il giornalista Gideon Levi e le molte organizzazioni pacifiste israeliane di cui trovate il link sulla destra del nostro blog. Ci vanno con mano piuttosto pesante anche ebrei italiani come Moni Ovadia e Gad Lerner, dei quali dei quali riporto alcuni interventi alla fine di questo mio articolo. Tutti molto più pesanti dell’affermazione di Ahmadinejad a Ginevra sul razzismo di Israele. Le parole di Rivlin e di Peres, per non dire le esibizioni dei nostri opinionmaker, sono quindi speciose, e anche un po’ ridicole. Oltretutto, sono offensive anche verso le vittime della Shoà, usate a ogni piè sospinto per giustificare anche l’ingiustificabile e tappare la bocca ai critici: strumentalizzare così i vari milioni di vittime della Shoà, usandoli a mo’ di feticcio, gli stessi di cui fino a pochi decenni gli scampati e i sopravvissuti preferivano non parlare anche perché è difficile – e certo non solo per gli ebrei – spiegare come mai Hitler e i nazisti nella realizzazione dei genocidi non abbiano incontrato nessuna resistenza armata oltre quella del ghetto di Varsavia.
Israele non è razzista, certo, però gli stessi falashà, cioè gli ebrei portati via dall’Etiopia con un gigantesco ponte aereo israeliano, si sono lamentati per il trattamento un po’ razzista cui sono fatti segno. E c’è anzi un bel libro, “Vai e vivrai”, dal quale è stato tratto il bel film omonimo, centrato proprio sulla discriminazione cui sono fatti segno i falashà. Fatto incredibile e tribale, il libro e il film raccontano che il rabbinato israeliano li ha obbligati a “purificarsi” pungendo il pene dei maschi per versare una goccia di sangue secondo l’antichissima teologia riassunta da S. Paolo: “Senza versamento di sangue non c’è perdono”. Israele non è razzista, certo, però sono apertamente razzisti non solo i partiti ultrareligiosi, niente affatto solo folcloristici, ma soprattutto l’attuale ministro degli esteri Avigdor Lieberman, che con il suo partito Israel Beitanu non vede l’ora di poter “traferire”, cioè deportare, i palestinesi in blocco e gli arabi con cittadinanza israeliana, che evidentemente sono visti peggio dei falashà. Israele non è razzista, certo, ma i deliri e i progetti politici di Lieberman cosa hanno di diverso dalla nostre leggi razziali di infausta memoria? Israele non è razzista, certo, ma pretendere che i cittadini di etnia araba o palestinese per non essere un domani deportati oltre confine giurino fedeltà a Israele “Stato degli ebrei” cosa ha di diverso dal giuramento di fedeltà al fascismo preteso durante il nostro Ventennio nero?
Le persone oneste come Burg hanno capito che bisogna cambiare registro. Ridurre l’ebraismo al solo tifo per Israele sempre e comunque significa di fatto svuotare il ruolo che nel corso della Storia gli ebrei hanno sempre avuto di refrattarietà e antidoto ai totalitarismi. La politica sionista arabofoba su cui da decenni insistono i governi israeliani, ben diversa dal sionismo di un Judah Magnes, riduce sempre più Israele a un enorme ghetto in un’epoca in cui i ghetti non hanno più motivo di esistere perché la globalizzazione abbatte i confini anche se non sempre in modo equo. Fare di Israele un altro ghetto oltre che anti storico significa anche esportare in Medio Oriente incubi e colpe che sono dell’Europa, la vera responsabile del “Crimine dell’Occidente” , titolo di un bel libro di Viviane Forrester che ha un sottotitolo emblematico ed esplicativo: “Alle radici del conflitto arabo-israeliano” ( http://www.ibs.it/code/9788879287432/forrester-viviane/crimine-dell-occidente ). Lo Stato di Israele è nato per volontà dell’Onu, che però aveva deciso la parallela e gemella creazione ANCHE dello Stato palestinese, ucciso quando ancora era un feto, e di recente si è scoperto che Israele è nato soprattutto per le mire antiamericane di Stalin, così come è documentato che, poco simpatico agli Usa che pure hanno fatto molto per quel voto dell’Onu, dal ’67 in poi è invece diventato il cane da guardia della Casa Bianca in quella parte del mondo, cane che ha man mano imparato a far ballare al padrone la propria musica, come vorrebbe fare adesso anche con Obama.
Stando così le cose, la sceneggiata di alcuni Paesi europei, guidati dalla sempre più pavida e sempre più al rimorchio Italia, con un ministro degli Esteri tra i più scialbi e meno capaci che si siano mai visti su piazza, Paesi che da Ginevra sono scappati “per evitare accuse di razzismo a Israele” è stata solo una iniziativa penosamente servile. Oltre che politicamente irresponsabile. Perché si può criticare o accusare anche pesantemente di razzismo e anche peggio tutti, dagli Usa alla Cina, dalla Turchia all’Inghilterra fino al Vaticano, ma non Israele? Perché certe cose le possono dire Burg e infiniti altri, ma se le dice un capo di governo iraniano dobbiamo ingannare l’opinione pubblica facendo credere che è in preparazione un’altra Shoà? La libertà di critica, anche sballata, non è uno dei fondamenti della convivenza civile e della democrazia, oltre che del diritto internazionale? Si vuole assolutamente farci passare dalla “pura razza ariana” alla “pura razza israeliana”… Per giunta buttando a mare i Burg e i molti altri come lui. Che tristezza. E che vergogna. Che Israele faccia la sua politica, che ovviamente gronda “sangue e merda” come la politica di qualunque altro Stato, non mi scandalizza e non mi fa rabbrividire più di tanto. Quello che mi scandalizza e mi fa rabbrividire è la nostra ipocrisia. Particolarmente lurida perché va ad aggiungersi alle molte, troppe malefatte da noi compiute sia contro gli ebrei che contro gli arabi. I governi israeliani non è che cerchino di nascondere o negare le loro malefatte più di tanto, esibiscono i muscoli, i carri armati, i bombardamenti e gli omicidi più o meno “mirati” perché sanno di poter contare sui rapporti di forza a loro favore e quindi del resto se ne possono fregare, Onu e diritti internazionali compresi. Naturalmente si illudono – come tutti coloro che usano la violenza militare anche a sproposito – che i rapporti di forza resteranno in eterno a loro favore, ma questo è un altro discorso. Invece noi come sempre sentiamo anche il bisogno di spacciarci per brava gente, e quindi preferiamo voltarci dall’altra parte, usare Israele di fatto come ferro di lancia contro il mondo arabo, come cuneo che lo divida, e continuiamo a blaterare di “processo di pace” e di “Stato palestinese” sapendo bene che ormai sono solo frottole, truffe e miraggi, ce ne fottiamo in realtà anche delle vittime israeliane, e facciamo finta di non sapere che siamo ben felici di lasciar fare a Israele “il lavoro sporco” anche per noi, come mi ha fatto giustamente notare una italiana che vive a Sderot e ci tiene a far sapere che è ebrea. Se Israele fa mattanze come quelle di Gaza o assale il Libano con violenza militare spropositata è solo perché noi permettiamo lo faccia, glielo lasciamo e anzi glielo facciamo fare perché ci fa comodo. Porcamente comodo. Ovviamente ci illudiamo che sia solo Israele a pagare anche in futuro le conseguenze una politica sempre più in un vivolo cieco, ma di solito la Storia non fa di questi sconti: la Storia sa bene come si svolgono i fatti, e non si lascia incantare da film come “Italiani brava gente”…. La Storia sa bene che è ladro sia chi ruba che chi gli tiene il sacco.
Questa mania di rimuovere le nostre colpe addossandole ad altri che non c’entrano assolutamente, per far pagare loro lo scotto che dovremmo invece pagare noi, prima o poi ci costerà cara. Hitler è stato un fenomeno europeo e cristiano, anzi cattolico, non arabo e musulmano, e nel mondo arabo o islamico nulla di simile potrebbe mai sorgere né mai se visto da che mondo è mondo. Hitler e il nazismo sono stati gli alleati dell’Italia e in una guerra tanto criminale quanto demenziale chiamata Seconda Guerra Mondiale. Gli ebrei li abbiamo perseguitati, e a volte sterminati, noi, noi mondo cristiano, Italia e Chiesa compresa, non gli iraniani (!) o gli arabi. Almeno a certe disonestà dovrebbe esservi un limite e anziché dire scemenze i vari Frattini, Fini e compagnia ragliante meglio farebbero a dare almeno una occhiata al libro “Genocidio, una passione europea” ( http://www.ibs.it/code/9788831796675/bensoussan-georges/genocidio-una-passione.html ). Poi – come ho già detto altre volte – c’è il libro “Olocausto americano” ( http://www.ibs.it/code/9788854502727/burg-avrahm/sconfiggere-hitler-per.html ), che più correttamente dovrebbe intitolarsi, al plurale, “Olocausti americani”, e ci sono vari bei libri che documentano le infinite mattanze, pulizie etniche e genocidi perpetrati da noi europei un po’ in tutto il mondo. Ovviamente brandendo la santa croce, i santi vangeli e la santissima bibbia, il vero bolo velenoso iniziale che giustamente Spinoza consiglia di buttare a mare, per impadronirci di terre altrui e ridurre in catene chi ci abitava. Sarebbe più saggio lasciare la Chiesa e i vari cleri fanatici alle loro responsabilità e quindi al loro destino anziché continuare a tenere la testa sotto la sabbia finché i vari fans dei vari Ben Gurion, Rivlin e Peres, fans sempre meno dissimili dai fans di Hamas, ci trascineranno in una nuova guerra. Ovviamente per esportate “valori e democrazia”, come ha imparato a balbettare anche Berlusconi, meglio se con le scarpe di cartone, la mantellina e armi “forgiate dalla Madre Patria”, ma utili solo per far fare quattrini ai loro costruttori e venditori.
Ma attenzione: tanta imbecillità, malafede e falsificazione dei dati reali non è fine a se stessa o necessariamente destinata alla sconfitta solo perché nega e stravolge la realtà, i fatti e la Storia. Anzi. E’ infatti funzionale ed alleata alla grande offensiva in atto contro la laicità, l’intelligenza critica e l’intelligenza scientifica, offensiva guidata in Italia dal Vaticano che sempre più sproloquia anche in fatto di scienza con un papa che attacca volentieri proprio la scienza e gli scienziati. Se il Vaticano tracima in tema di “religione”, cioè di fatto in tema di politica e interessi materiali camuffati da religione, i suoi lacchè e il nostro governo sono all’attacco contro la laicità, l’intelligenza critica e l’intelligenza scientifica indebolendo e demolendo man mano la scuola, l’Università, la ricerca e la stessa storia italiana, vedi i vergognosi balletti contro i partigiani e i continui tentativi di scardinare anche la Costituzione. (Caro Ignazio La Russa, ma allora i liberatori chi sono, solo gli americani contro i quali voi fascisti avete voluto fare la guerra alleandovi perfino con i nazisti? Si rende conto di cosa significa e comporta tutto ciò per i neofascisti come lei?) Del resto l’attacco alla laicità e all’intelligenza critica da parte del partito berluscone viene realizzato anche con la demolizione continua della decenza e la buona educazione tramite l’inondazione di volgarità, rutti, sbraco di tutti i tipi, “ammorbidimenti”, servilismi, conformismi e vere e proprie falsificazioni operate dalle tv tenute al guinzaglio da Arcore. Siamo diventati il paese dei “diritti del concepito” quando sono fin troppi i nati cui viene negato il diritto di andarsene con dignità, costretti all’alimentazione forzata per decenni anche contro la propria volontà pur di far incassare i quattrini di questo mostruoso “mantenimento in vita” alle greppie cui attinge il Vaticano. Per non parlare dei nati che diritti non ne hanno e dei nati uccisi per i motivi più futili, dal fumo all’alcol, dalla mascalzonaggine al volante a quella dei “datori di lavoro” che se ne fregano delle prevenzione, fino alle guerre “giuste” cui a volte partecipiamo di rincalzo.
Siamo rimasti l’unico Paese occidentale nelle cui scuole pubbliche si insegna conteporaneamente la scienza e la religione, ovviamente cattolica alla faccia della Costituzione e per giunta con insegnanti scelti dai vescovi, cioè da un altro Stato (= Vaticano). In Occidente siamo ormai l’unico Paese nei cui luoghi pubblici, tribunali e ospedali compresi, si deve essere afflitti dalla esposizione di crocifissi alla faccia della Costituzione e dei molti che cattolici non lo sono o non lo vogliono comunque più essere. Siamo diventati il Paese nemico delle ricerche sulle staminali. Siamo diventati il Paese della Memoria intesa come mancanza di memoria per tutto ciò che ci disturba e ci pesa sulla coscienza, perciò ricordiamo solo il genocidio contro gli ebrei, come avessero il monopolio della sofferenza, ma solo quello perpetrato dai nazisti, tacendo sul genocidio nazista dei rom e altri obbrobbri della nostra alleata Germania nazista, ma tacendo anche sulle persecuzioni e discriminazioni contro gli eberi operate dalla Chiesa e sorvolando allegramente su tutti gli altri genocidi compiuti dagli europei, italiani compresi, un po’ quà e un po’ là nel mondo per “esportare la civiltà”. Infine, furbizia geniale davvero italiana, definendo “nazisti” e “antisemiti” ora questi e ora quelli, ma tutti rigorosamente fuori dai confini europei come se i nazisti fossero (e fossero stati) solo e sempre gli “altri”, ci facciamo un gigantesco bidet della coscienza nazionale: una bella rimozione della Storia e delle nostre responsabilità, compreso l’antisemitismo che è pur sempre nel dna di troppi, antisemitismo doppio visto che sono semiti non solo gli ebrei ma anche gli arabi.
Lavata così a buon mercato la coscienza e nascosto lo sporco sotto il tappeto, siamo diventati il Paese che più applaude al Diritto al Ritorno degli ebrei, assenti dalla Palestina da anche più di 2.000 anni, e che più fischia contro il diritto al ritorno, peraltro sancito anche dall’Onu e dal diritto internazionale, dei palestinesi che in Palestina ci hanno abitato fino a ieri, per non dire del tifo che molti di noi fanno per il “diritto biblico” degli israeliani hanno di cacciare da casa e dalla terra loro anche gli arabi e i palestinesi non ancora fuggiti. Che strano: facciamo il tifo per il “ritorno” in Palestina di chi non c’è mai stato, ma per quanto ci riguarda, per quanto riguarda cioè il territorio italiano, lo neghiamo o lo concediamo col contagocce ai 100 milioni di italiani che ci vantiamo essere emigrati nel mondo dopo l’Unità d’Italia….
E’ evidente che tutto ciò significa gettare la logica e il raziocinio – oltre che la giustizia – alle ortiche, abbassare cioè il livello di intelligenza critica e di razionalità anche scientifica. Tutto ciò è il contorno e a volte il piatto forte del massiccio e spesso forsennato attacco in atto dall’Italia agli Usa contro il razionale e la continua esaltazione dell’irrazionale, spacciato spesso come “mistero” . Se non si può ancora impiccare in piazza Darwin e l’evoluzionismo vietandone lo studio a scuola si può però blaterare massicciamente di “disegno intelligente”, modo un po’ contorto per attribuire a Dio l’intelligenza affermando che per noi è incomprensibile come il suo disegno e quindi ci si deve affidare ai suoi intermediari chiamati Chiesa e clero…. Col gigantesco ricorso collaterale anche a maghi, fattucchiere, leggitori di tarocchi e della mano, dei fondi di caffè e del futuro, spesso ospiti in televisione, per non parlare del diluvio di telepredicatori negli Stati Uniti, dove ovviamente ognuno telepredica una cosa diversa da quella telepredicata dagli altri, esattamente come da secoli e secoli accade per le interpretazioni “autentiche” della bibbia, dei vangeli, che fanno a cazzotti tra loro anche dopo avrene definito “veri” solo quattro sulla marea di versioni che ne esistevano, e anche del corano nonostante abbia una origine molto più recente e almeno in apparenza meno controversa. Nonostante i troppi e sanguinosi fallimenti, è di nuovo in atto un gigantesco tentativo di imporci tabù e Verità preconfezionate, ovviamente a spese delle verità. Come è noto, ne risente anche il giornalismo: stando così le cose è purtroppo inevitabile.
Abbassare il livello di intelligenza critica di un Paese o di una intera civiltà serve per meglio “guidarne” le popolazioni a un qualche altro “scontro di civiltà”. I Romani quando conquistarono i regni ellenistici arrestarono e demolirono l’altissimo livello delle scienze già raggiunto allora, cosa ben rappresentata dalla loro uccisione di Archimede nella conquista di Siracusa, perché a loro la scienza non serviva: per produrre, o meglio per far produrre agli altri, e godere di agi e ricchezze preferivano l’abbondanza di manodopera gratuita ottenuta con la conquista di enormi masse di schiavi per mezzo delle guerre continue che amavano fare. I cristiani quando cominciarono a radicarsi e ad avere potere commisero tra i loro primi crimini l’incendio della gigantesca biblioteca di Alessandria, come dire di Internet oggi, e l’assassinio di Ipazia, donna colpevole di essere un genio della matematica. Oggi spira un brutto venti simile, ma su scala più vasta: da Washington al Vaticano, da Kabul a Roma, dall’Everest al Cairo, da Gerusalemme a Gaza è tutto un dare addosso alla laicità e all’intelligenza critica, è tutto un pretendere il bacio alla pantofola della “tradizione”, vale a dire sotto sotto alla pantofola del clero locale, e un pretendere che tutti si bevano e anzi si ingozzino delle relative fole, miti e balle varie. scambiare la letteratura per verità, e magari massacrare gli “altri” su una tale base, non è MAi stata una bella né felice cosa.
Quando è crollato il comunismo “realizzato”, cioè l’Unione Sovietica, dal Vaticano ai fondamentalisti americani passando per i soliti Casini e Pera è stato tutto un tripudio di cori per il “risveglio di Dio”. Bene. Anzi, male. Non s’è infatti svegliato solo il Dio di questi o di quelli, ma il Dio man mano diverso che ognuno invoca e pretende sia l’unico, il solo e il vero alla faccia del Dio altrui, a seconda dei casi e del marchio di fabbrica utile per cacciare i palestinesi o per odiare gli ebrei. Comunque sempre utile per calpestare le donne e vietare possano decidere di se stesse… Il papa si è fregato le mani un po’ troppo in fretta: anche le masse islamiche, “liberate” dal comunismo in Urss e dintorni, sono corse a prostrarsi davanti al loro Allah. Gli zelantissimi “studenti coranici, noti anche come Taliban, all’epoca ammiratissimi da tutte le nostre riviste femminili e portati poco meno che come esempio dai papalini d’Occidente, iniziavano anche la corsa verso le Torri Gemelle di New York…
Se per un Berlusconi signore delle tv, della pubblicità e del blablablà consumista sarebbe una vera pacchia avere come popolazione 60 milioni di consumatori piuttosto scarsi in capacità critiche e quindi ancor più creduloni, tutta questa belle gente, fanatici in malafede o illusi in buona fede, ci sta invece trascinando di nuovo verso il baratro. Questa bella gente è gente che non sa vivere senza scatenare i periodici massacri noti come guerre. Ed essendo gente moderna e di mondo non vedono l’ora che si usino anche le bombe atomiche, e non solo in modo sperimentale in qualche lontano atollo o sotterraneo del Nevada. Chi crede nella Fine del Mondo o Armageddon che dir si voglia, chi crede che farsi saltare per aria assieme ad innocenti sia la chiave del paradiso, tutti costoro non vedono l’ora di poter favorire la Fine con un bel botto nucleare. Le guerre hanno sì il pregio di massacrare un sacco di gente “infedele” o “selvaggia”, ma anche il difetto di non portare mai alla “redenzione” definitiva tramite Fine del Mondo. Una bella e sana guerra nucleare offre invece questa allettante possibilità. Un bel progresso, non c’è che dire.
E’ per tutti questi motivi che ci si deve opporre al Nuovo Oscurantismo e rilanciare invece l’Illuminismo, pretendere che il Terzo Stato conti quanto giusto e non che contino come una volta solo il clero e i nobili, cioè oggi i ricchi, i potenti e i parassiti di vario calibro.
Ed ecco alcune delle cose cosa scritte da Moni Ovadia e Gad Lerner capaci di mandare in bestie un Rivlin o un Peres:
– http://www.libreidee.org/2009/01/moni-ovadia-perche-israele-ha-voluto-questa-guerra-miope/ – “La pace fra israeliani e palestinesi non è mai stata così lontana: le ultime elezioni consegnano Israele a una destra che in nessun modo potrebbe far digerire al paese un accordo coi palestinesi già rivelatosi “impossibile” per la leadership di centro-sinistra. «Ritengo che una simile eventualità non sia più un sogno, ma un mito», afferma Moni Ovadia su l’Unità il 13 febbraio. Il leader del Likud, Bibi Netanyahu, ha escluso ogni minima variazione dello status quo (occupazione permanente, nessuna restituzione dei territori), e «con l’inevitabile appoggio del partito razzista di Lieberman» avrà facile gioco nell’imporre come condizione non negoziabile il rifiuto di ogni concessione territoriale.
«L’opposizione, allo stato delle cose, è inesistente – accusa Ovadia – grazie al vergognoso comportamento di Ehud Barak e di tutti i dirigenti del Mapai che non hanno saputo trovare niente di meglio che misurarsi in una gara muscolare con il centro e la destra per contendersi con loro il palio del peggiore in campo, mettendo in vendita l’anima per un pugno di inutili voti».
Visto che non ci si può aspettare niente di buono dal nuovo governo di Israele, secondo Moni Ovadia non resta che interrogare gli attori della governance mondiale: Usa, Europa, Onu. «Sapranno rifiutare le aperte dichiarazioni di illegalità» giunte da Netanyahu e «condannarla senza mezzi termini come inaccettabile per una democrazia» o continueranno a «raggirare con atroce ipocrisia il sempre più abbandonato popolo palestinese?»”.
– http://www.libreidee.org/2009/03/lerner-scherza-col-fuoco-limpresentabile-governo-di-israele/
– http://www.libreidee.org/2009/04/moni-ovadia-fine-del-mito-democratico-di-israele/
Post scriptum: senza dimenticare che se in Iran c’è a capo del governo un Ahmadinejad anziché un molto più moderato Katami la responsabilità e di George W. Bush. Il suo essersi inventato di sana pianta “l’Asse del male” ha gelato la stagione delle riforme che a Teheran Katami aveva aperto, anche a favore delle donne, così come ha mandato in malora il lavoro di Bill Clinton per risolvere con la Corea del Nord tutti i problemi, missili e “atomiche” coreane comprese, con i relativi trattati pronti da firmare. L’estemporanea iniziativa di Bush ha ovviamente offeso gli iraniani, che al momento dl voto – democratico quanto quello nostro, degli Usao di Israele – hanno dato la preferenza ai loro Storace. Con i noti risultati non proprio esaltanti.
Gli iraniani, gente la cui civiltà risale a oltre 4 mila anni fa, non hanno certo dimenticato che gli Usa hanno stroncato la loro nascente democrazia quando venne eletto a capo del governo Mossadeq e Wahington, per impedire i suoi piani di nazionalizzazione dell’industria petrolifera, organizzò un colpo di Stato e corruppe con una forte somma lo scià Reza Pahlevi perché destituisse e arrestasse per alto tradimento Mossadeq. Processato e condannato, Mossadeq a differenza di Saddam non venne ucciso, ma “solo” condannato a vita agli arresti domiciliari. In compenso i comunisti e presunti tali condannati a morte furono migliaia. Tutto ciò è stata la premessa per il successivo arrivo di Khomeini al potere. Altro che le facili panzane tanto di moda!
Il sacrestano mette la svastica al braccio
Vigevano, incredulità tra i fedeli. Ma lui non si scompone: «Sono di destra, è libera espressione»
VIGEVANO (Pavia) — Non fosse per il luogo in cui lavora, una chiesa, forse ci sarebbe sta to chi non si sarebbe stupito più di tanto. Ma quando hanno visto il loro sacrestano acco glierli davanti al sagrato con una svastica al braccio, tra i fe deli della parrocchia di San Francesco, a due passi dalla Piazza Ducale di Vigevano (Pa via), è scoppiato un vero putife rio. «È una cosa vergognosa», è il coro unanime dei parroc chiani. Eppure Angelo Idi, 51 anni, sacrista da cinque, che pure ri schia una denuncia, proprio non capisce il motivo di tanto scompiglio: «È stata una mia libera espressione — replica con fare sorpreso il sacrista —. Sia mo ancora in un Paese libero, o no?». La sua libertà il sacresta no l’ha voluta esprimere così, indossando al braccio sinistro la fascia rossa con il simbolo nazista.
Il giorno era martedì, guarda a caso la giornata di commemorazione delle vitti me della Shoah. «Veramente non lo sapevo — si giustifica —, ma non mi pare comunque che in questi anni gli israeliani abbiano avuto la mano leggera con i palestinesi». Così, mentre in Israele si ri cordava l’Olocausto, Idi stazio nava sul sagrato della chiesa di San Francesco con il bracciale di Hitler in bella mostra e salu tava i fedeli che uscivano dalla messa. Capello cortissimo e oc chialini tondi dietro a due oc chi dall’espressione indecifrabi le, Angelo Idi non ha problemi a parlare delle sue idee politi che. «Sì, io sono di estrema de stra — ammette — e sono fiero di esserlo. Mi sento il portavo ce delle Brigate Nere, dei giova ni combattenti della Repubbli ca di Salò che non hanno sven duto il loro onore e la patria, co me invece hanno fatto coloro che, definendosi combattenti, hanno fomentato una guerra fratricida».
Lui che al periodico «La Le gione » ha pure scritto una lette ra per porgere le scuse dell’Ita lia alla famiglia Mussolini, non vede nessun conflitto tra politi ca e religione. «In chiesa lavoro col massimo dell’impegno — dice —. Del resto quanti buoni cattolici votano a sinistra e quanti si sono espressi a favore dell’aborto?» Il vescovo Baggini, fa sapere di non aver dichiarazioni da fa re in merito alla vicenda, men tre il telefono del parroco, mon signor Paolo Bonato, squilla a vuoto. Il capogruppo di Rifon dazione, Roberto Guarchi, chie de a gran voce l’allontanamen to del sacrestano: «È un fatto inammissibile — commenta — va rimosso dall’incarico».
Erika Camasso
24 aprile 2009
Fonte:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_aprile_24/sacrestano_vigevano_svastica_braccio_estrema_destra-1501253547340.shtml
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ITTAGLIANI BRAVA GGENTE, I PRETI E I PAPALINI BRAVISSIMI.
W I PARROCI
W IL PAPA
W BERLUSCONE
W L’ITTAGLIA E I SAVOJA CHE LA FECERO
Caro Pino,
talvolta gli alberi da frutta aspettano anni a fruttificare. Ricordo i miei kiwi: 12 anni!!!
Se la frutta cade siamo in presenza di “carenze alimentari”, concime, metalli (ferro, rame ecc.).
Le piante in vaso dovrebbero essere rinvasate ogni anno, al massimo ogni due, con buona terra di coltura.
Personalmente giudico gli ulivi a nord un autentico obbrobrio ma si sa che io sono un purista. Mi rifiuto perfino di bere il Sassicaia!
Invece fichi ed uva si adattano a quasi tutto.
E magari fare il sovescio con della buona erba tagliata in un prato della Bassa (libero per non beccarsi l’accusa di furto: ad esempio un argine)? Però parlo un po’ a ruota libera ….
Tanti auguri U.
PS. Tolga i frutti lasciando solo i più belli. Ne tolga due terzi.
Le piante moderne sono tutte “forzate” e danno una gran copia di frutti nei primi due anni. Poi si fermano e non fanno nulla per anni. Non so bene perchè ma potrebbero essere modificazioni genetiche o legate ad una alimentazione particolarmente forzata.
Tra l’altro, in generale vivono assai poco. U.
xPino
si’ Pino, anche qui ho messo un alberetto di ulivo che un mio collega in business mi aveva regalato (in realta’ credo volesse offrirmi una palma d’ulivo dato che litighiamo non poco). Lo piantai nel lato sud del giardino, dove i peri, gli albicocchi ed i susini si trovano a loro agio. Ebbene, l’ulivetto e’ tale e quale com’era un anno fa, anzi forse piu’ piccolo…
xSylvi
non parlavo di tagliare, ma qualcuno mi consigliava di staccare i fiori-frutti dai grappoli (orrore!!), e di lasciarne solo uno per ‘grappolo’
xUroburo
e’ sicuro di quel che dice sulle piante in vaso? mmmhhh, la cosa mi preoccupa. Ho circa 50 fragole in vaso, e non pensavo di rinvasarle. E poi due aranci, e tre fichi nella piccola ‘serra’, che prosperano benissimo. Ed alcune viti. Dovrei trapiantarli allora?
Peter
caro peter,
non capisco “la sottile esigenza” nel voler sottolineare che quando una persona dice una cosa “corretta”,se Ebreo ,bisogna necessariamente, non omettere il fatto, quasi che per qualche ragione che “mi riesce” oscura, la cosa in sè dovesse avere valore aggiunto.
Tanto per non volere spaccare il “capello” in quattro!!
In merito al suo alberello, faccia come dice la Sylvi, ed eviti che diventi un “roveto ardente”.
cc
-ps-le mie affermazioni sono volutamente indirizzate ad evidenziare il fatto che il giorno che si smetterà di “parlare” usando l’allocuzione ebreo come se essa nascondesse “qualcosa ” o di trascendente o di oscuro, forse solo allora, si avvierà a soluzione la cosiddetta “questione ebraica”.
Nè santi, nè martiri , ne eletti nè negletti, ma solo un popolo come tutti gli altri , nè peggiore , nè migliore.
Quindi niente di personale.
x Controcorrente
Per il “roveto ardente” ci vorrebbero le bacche allucinogene che uno studioso israeliano sostiene crescessero dove Mosè ebbe la sua (fanta)visione e fossero anche da questi mangiate. Ovviamente lo studioso è stato sommerso di urla e improperi, quasi quanto Toaff figlio. Tutto ciò si chiama infatti tolleranza, democrazia e rispeto per la cultura e la libertà di ricerca. O no?
Pur trattandosi di belle – od orride? Mah – leggende, mi ha colpito che Mosè si sia coperto gli occhi quando il roseto gli ha parlato. Come dire che per capire non basta leggere, e neppure la Tavole della Legge…. E’ per questo che gli ebrei non vocalizzavano le parole scritte, furono infatti solo i masoreti a introdurre le vocali nelle parole scritte. Peccato che gran parte di certa cultura, con “valore aggiunto” per definizione, non sia più in grado di capire certe sottiglieze, presa com’è dalla propaganda più dozzinale.
pino
@ CC
Non credo sia questione di voler sottilizzare.
E’ solo che, non potendo attaccarsi ad altro (essendo io il suo bersaglio favorito di questo blog), il caro Peter ha trovato da ridire su queste piccolezze. Beh, contento lui, contenti tutti.
Speriamo che almeno le pere gli crescano bene.
x Uroburo
Non oso dirlo a mia moglie….
pino
caro Uroburo
>>personalmente giudico gli ulivi a nord un autentico obbrobrio>>
Non sono io polemica, è il Museo di Aquileia che non ne vuol sapere di essere d’accordo con lei!
Questi benedetti romani del ?45 a.c. che lasciano i bassorilievi con gli uliveti e i frantoi. (pianterreno, prima sala a sinistra).
E la signora Perusini della sua Abbazia di Corno di Rosazzo che parla degli ulivi suoi e del castello Formentini di S.Floriano del Collio.
Piccole quantità, ma eccelse!
Le racconterò i vent’anni di mia figlia!
Li abbiamo festeggiati nel Castello Formentini.
Serata medioevale con paggi e paggetti; tavole essenziali, senza posate, cucchiaione e coltello per tutti.
Mani ,” se se ciucia i dei”, e ossi per terra.
Musici e giocolieri medioevali!
Per lei è stato meglio di un gioiello!
Condivano con olio di oliva come i romani e con salse che non ho osato assaggiare!
Sylvi
Caro Pino,
se esistesse “razionalità” nel valutare le cose del mondo , allora (forse)le cose potrebbe magari andar meglio.
Ma la razionalità che viene capita dai detentori del potere , viene “volutamente” distorta entro categorie ambigue , quali razza,nazione, patria , orticello…e via dicendo e questo da secoli..
A queste operazioni , si sono “prostrati” fior di menti chi in buona e chi in cattiva fede, poichè è più che evidente che per far apparire “razionale” , l’irrazionale, occorrono “grandi doti” e sottili e quanto mai acute disquisizioni, che via via affinandosi diventano sempre più simili a dei corpi dottrinari “saldi” e ragionevoli, tali da sembrare perfino corretti e NATURALI, sommersi come sono dalle polvere dei secoli.
cc
Ps – esiste poi il caso che a furia di dir “menzogne” si finisce pure per crederci..è un processo altamente utile basta avere la forza della “reiterazione”…
Infine ogni tanto ,per voler esser troppo sottili ,ed avere la presunzione della “ragione” , qualche volta “i processi” sfuggono di mano ai loro autori e allora sono grandi guai per tutti…
Per la serie .., ma io non pensavo che…
Cara Sylvi,
ho partecipato a Cene Medioevali, con tanto di menestrelli a cantar ed osannar le delizie del cibo servite su piatti di pane.
Indubbiamente nel mondo “abbiamo ” fatto un grande salto di qualità, quando più che le posate , abbiamo inventato il “tovagliolo”.
Come disse quel tale..un piccolo passo per l’uomo..un grande passo in avanti per l’umanità..
cc
Non sono io polemica, è il Museo di Aquileia che non ne vuol sapere di essere d’accordo con lei! Sily
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Cara Silvy,
ne ho il cuore spiezzato!!!
Certo intorno ai laghi esistono/esistevano limitatissime zone di cultura dell’ulivo, però in Val Padana non se n’era visto fino a qualche anno fa e da alora per ragioni del tutto speculative (leggi operazioni dela criminalità organizzata).
Certo ai tempi dei romani…… c’era un altro clima, molto più caldo di quello attuale. tant’è che erano agibili passi ora sepolti sotto a metri di ghiaccio.
Comunque non si preoccupi, che lei non sia d’accordo con me mi è di conforto. E credo anche a lei …. U.
caro CC,
è mio marito che non l’ha capito!
Si sbrodola regolarmente con gli scampi in busara.
Quando verrai a casa mia te li preparerò e ti darò il “bavariol grando”, come si conviene a un ospite!
mandi Sylvi
Caro Peter,
io vedevo fare, ogni anno o due, un’operazione che consiste nel togliere la pianta dal vaso, togliere tutta la terra che si può togliere dale radici e rimetterla nel vaso con nuova terra di coltura (quella del giardino, per intenderci). In più concime e metalli.
Lo si faceva anche con i vasi di fiori. Però non so cosa si dovrebbe fare con le fragole, anche se penso che sia come per i fiori.
So anche che un modo per non impoverire i terreni è quello di fare il sovescio con l’erba tagliata dal terreno stesso.
Relata refero perchè il mio pollice verde latita….
caro Uroburo,
laghi e Val Padana?
Per quel che ci riguarda lei ha sbagliato carta geografica
Il Friuli è un pochino più a est e ha il mare!
Lo avevano scoperto anche i romani!
Sylvi
PS. Non ho mai visto togliere i fiori ma solo i frutti totalmente sviluppati. U.
Sì signora, ha ragione. U.
EPPUR SI MUOVE…
DOPO LA SPAGNA, ANCHE UN GRUPPO DI AVVOCATI NORVEGESI DEPOSITA ACCUSE CONTRO ISRAELIANI PER CRIMINI DI GUERRA A GAZA
By Associated Press
April 22, 2009
OSLO (AP) — A group of Norwegian lawyers filed a complaint Wednesday accusing 10 Israelis of war crimes in Gaza under the country’s new universal jurisdiction law, officials said.
Former Israeli Prime Minister Ehud Olmert, Defense Minister Ehud Barak and opposition leader Tzipi Livni were among those named in the complaint, the lawyers said.
Chief prosecutor Siri Frigaard told The Associated Press that she will now determine if there are grounds for charges or a police investigation. It was not clear how long the process would take.
The Israeli Embassy did not immediately respond to a request for comment.
One of the attorneys who filed the complaint, Bent Endresen, said a Norwegian law that went into effect last year allows foreigners to face charges in Norway for war crimes, genocide and crimes against humanity committed anywhere in the world.
[…]The lawyers’ statement said the complaint also covered killing civilians, destruction of property, use of banned weapons and attacks on such protected institutions as hospitals.
The lawyers also claimed that Israeli leaders “knew about, ordered or approved the actions in Gaza and that they had considered the consequences.”
Norway’s Foreign Ministry said the complaint was a matter for the legal system and not the government.
http://www.courant.com/news/nationworld/sns-ap-eu-norway-israel-gaza-complaint,0,3819943.story
INTANTO, GLI OLANDESI…
… Chiedono che gli Usa aboliscano lo ‘Hague Invasion Act’, il decreto americano che legitimizza l’uso della forza per liberare i cittadini americani eventualmente finiti nelle mani della Corte Criminale Internazionale dell’Aia.
http://www.informationclearinghouse.info/
Piccoli, piccolissimi segnali che dovrebbero ..cominciare a far riflettere…
Tragedia al classico di Ferentino. Autore del gesto un ragazzino di 15 anni
Aveva appena finito il compito di greco. L’insegnante colto da malore
Si uccide davanti al prof e ai compagni
suicidio-shock in un liceo del frusinate
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A memoria mia , poi potrei anche sbagliarmi..non ricordo casi di questo genere nel passato..
Non sono nessuno e questo potrebbe essere un caso “del tutto anomalo” che si può spiegare inserendolo nel grande “ciclo” del calcolo delle probabilità..ma …
Ma , ho la presunzione di pensare che così non sia..ed allora val la pena di cominciare a riflettere…
cc
xCC e Vox
la ragione per la precisazione era chiaramente spiegata…Vox dice che io sarei ‘picky’ per il gusto di esserlo, e non e’ vero. Le mie osservazioni sono sempre argomentate e (di solito) pacate.
E’ che certi bloggers non amano, anzi odiano, essere criticati, punto.
Vox ha spesso detto che un certo popolo o etnia sono tutti un ‘old boys network’ nei vari paesi del mondo (mi sbaglio, forse?), una cosa che mi farebbe non poco incazzare se io fossi uno di loro
Peter
caro Pino,
ci tenevo a partecipare alla sua esperienza in Marocco.
L’ho fatto sette anni fa :
Marrakech-Ouarzazate-Zagora-Merzouga-Erford per le vie delle Kasbe.
Io studio e mi preparo a casa per un viaggio, sulla storia antica e attuale dei Paesi che voglio visitare, poi parto armata solo di carte geografiche e topografiche, delle quali ho una passione, perchè non mi fanno perdere di vista il “contesto”!
Condivido tutto quello che ha scritto; aggiungo solo dei particolari.
A Merzouga col ragazzino che voleva convincermi a salire sul dromedario , niente Heineken, solo tè, cominciammo a parlare.
Gli chiesi dove andasse a scuola. Mi rispose che era analfabeta, che le scuole erano troppo lontane e poi c’erano le maestre- femmine.
Gli obbiettai che avevo visto, nel deserto di sassi, i Ksour con piccole scuolette dove, avevo controllato, c’era un maestro maschio “aiutato” da una femmina!
Mi rispose che era troppo grande, per ascoltare una femmina e che poi lui doveva lavorare !
Montai sul dromedario e gli comprai pure le pietre del deserto!
Nel deserto di sassi parlai con una bambina che frequentava “saltuariamente” la scuola, quando era vicina al Ksour con la tenda dei genitori.
Costruiva con stracci raffazzonati delle bambole a cui dipingeva gli occhi e la bocca: splendenti e solari!
Gliene comprai quattro che regalai a ragazzine “nostrane” raccontando e sperando che capissero.
Nella valle del Dadès ci fermammo in un piccolo centro che aveva una fornace per costruire utensili e oggetti in ceramica.
La fornace pareva un inferno e le poche immagini che mio marito strappò, le fece di nascosto. Guai se l’avessero scoperto.
Ci lavoravano molti bambini in un inferno dantesco che ho ancora negli occhi!
Non potevo far altro che comprare le loro ceramiche!
Avevano però una madrassa con biblioteca ; libri bellissimi dove ammiravo e capivo soltanto i fiori e i disegni geometrici.
Le strutture turistiche mi sono sembrate molto buone:
ricordo un bagno in albergo cosparso di petali di rose.
In una casa dove siamo andati a pranzo per il cous cous, il “gabinetto” era provvisto di secchiello colmo d’acqua, e la riserva fuori dalla porta!
Racconto solo una piccola parte delle mie esperienze, ma ho avuto l’impressione di una Nazione che volesse progredire,sia culturalmente che umanamente.
Avevano grandi speranze nel loro Re e nella loro Regina.
Ovunque però trovavamo marocchini in ferie, era capodanno, dall’Italia, Germania e Francia soprattutto.
Nessuno pensava di tornare in Marocco. Mi parve triste!
Aggiungo che ieri sera guardavo le foto che mio marito ha scattato alla Fiera di Hannover, nel Padiglione didattico.
Ragazzini dai dieci ai 18anni, al seguito delle proprie scuole, muniti di pc, programmavano pinguini che volano, pupazzetti che salutano ed applaudono, partite di calcio …e non via radio!
Chi colmerà il baratro?
mandi Sylvi
xUroburo
si’, d’accordo, ma…se si toglie tutta la zolla dalle radici queste si possono danneggiare, il che favorisce l’ingresso di microbi e funghi, mi dicono. Ho perso diverse piante (anche viti) all’atto del trapianto per quel motivo. Il termine che uso io e’ ‘zolla madre’. Ma forse vale solo per le piante molto giovani
Peter
@ Peter
Difatti loro si incazzano parecchio, ma io, come moltissimi altri, non faccio altro che constatare un fatto.
E comunque, la precisazione sul giornalista ebreo non l’ho certo fatta io. A lei piace molto attaccar briga con e senza alcun vero motivo (forse per deviare l’argomento? Sara’ mica un troll pure lei?)
Mah. E dire che il giardinaggio dovrebbe rilassare.
xVox
in confidenza, ne ho le tasche piene di essere chiamato ‘troll’ o attaccabrighe ogni volta che a Lei salta la mosca al naso.
Per la precisione, la ‘precisazione’ infatti l’avevo fatta io, a meno che non si riferisca a CC. Al quale vorrei dire che io non esigo certo che si dica l’etnia o nazionalita’ di chicchessia ‘di rito’.
La mia era un’osservazione, direi proprio personale, rivolta a Vox per le ragioni suddette
Peter
Caro peter,
per quanto mi riguarda , mi sembra di essere stato sufficientemte chiaro sia nella domanda che nell’affermazione .
La mia era un cogliere la “palla al balzo”rispetto ad una certa affermazione e questo indipendentemente da qualsiasi altra considerazione.
Dico soltanto questo : “è ora di smetterla su certi argomenti “di “cattive coscienze” o cattive interpretazioni..,.mi sembra che la questione ebraica per altri versi assomigli sempre più alla questione italica ..sulla ormai “impossibilità da parte di chiunque di poter a torto o ragione “criticare” il principe…non sta diventando una più una questione di “argomenti”, ma bensì ormai si comincia a discettare sulla possibilità di poter anche solo avanzare la critica..
Non so se sono stato chiaro..!
cc
xCC
si’ caro, sei chiaro. Ma non puoi prescindere da ‘ogni altra considerazione’, perche’ io ti ho risposto che non ci tengo affatto che si dica il gruppo di appartenenza di chicchessia, qualunque cosa dicano…visto pero’ che il tale giornalista criticava l’ambasciatore per ragioni molto particolari…
Per dirla chiara, sarei pronto a scommettere che Vox non sapesse chi fosse Jeremy, senno’ nonl’avrebbe nemmeno riportato…e’ un’illazione che ritengo di potermi concedere, senno’ che attaccabrighe sarei, neh?
Peter
Spegnere “le coscienze”fin da subito, nella melma indistinta dell’opinabile..e dell’indistinto..ECCO IL NUOVO CHE AVANZA..
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Non è il nuovo che avanza, è il vecchio che si reitera…è diverso!
A proposito di “odio”, il rapporto personale è una cosa, lo scambio aggressivo di opinioni sul blog, un’altra.
Per quel che l’ho conosciuto, U. è una persona amabilissima che ha, giustamente, le opinioni maturate dalle sue esperienze, dai suoi studi, dai suoi confronti con le vicende della vita.
Così come tutti noi.
Poichè ognuno di noi ha non solo un’indole, ma anche aspettative e convinzioni differenti, lo scontro verbale è inevitabile anche se trovo che l’aggressività può essere manifestata in diversi modi ma deve educatamente restare entro i limiti della buona creanza ( sarò all’antica, ma per me è così).
Quindi l’esperienza di AZ nella realtà del comunismo toscano, come quella di CC in Piemonte, si scontra con la mia esperienza di comunismo qui dalle nostre parti, che è del tutto diversa ed altrettanto potrà magari dire Sylvi, che ha visto il comunismo yugoslavo meglio di tutti noi.
Vale anche per la politica, dove ognuno guarda in direzioni diverse, chi nell’immediato, chi nel futuro prossimo, chi nel passato e chi nel futuro remoto ( il sol dell’avvenir e il regno dei cieli, per intenderci). Ovvio che si arrivi allo scontro.
Le persone di questo blog che ho incontrato e con le quali ho avuto il piacere di parlare, mi sono tutte sembrate persone equilibrate e mature, ognuno con la sua spiccata personalità, ma tutto sommato persone con le quali è un piacere conversare.
Nessun astio nè men che mai ‘odio’, solo differenze di vedute e di opinioni, espresse in maniera energica, come si conviene a personalità forti. Nessun problema.
> Chi colmerà il baratro?
Ah, cara Sylvi….
As usual, e purtroppo lo sappiamo bene. Non oso pensarci.
pino
Caro marco,
le tue considerazioni , mi sembrano più che sensate.
cc
Caro peter,
E’ l’esperienza ,anche di questo Blog a farmi intervenire in una materia che a bella “posta” si tende a farla diventare ambigua.
Mi spiego meglio, la costanza con cui “ogni affermazione contra-israele è volutamente tesa ad essere “a priori” scambiata per antisemitismo”mi ha messo in sospetto da tempo.
Ovvero , mettiamo le cose in chiaro..se non ci fosse stata la Shoah,presumo che il dibattito su quando accade in quelle terre assumerebbe ben altri contorni, se fossero usati i soli parametri del diritto internazionale, benchè anche in questo caso è ampiamente dimostrato che anche quest’ultimo è legato a dei rapporti di forza (vorrei anche che qualc’uno mi spiegasse quale diritto nazionale od internazionale non lo sia in qualche misura)
Si dice L’etica ed infatti sembra che l’emacipazione dei sistemi di governo debba portare ad una formulazione Etica del diritto.
Ed anche in questo caso si rischia di entrare nel circolo vizioso ..”ma l’etica di chi?..la nostra ?la mia ? la tua?
Ovvero se l’unico parametro in gioco è quello della Shoah direi che la storia di Israele si basa su un equilibrio molto instabile , ovvero la Storia ha dimostrato che da vicende di questo genere se ne esce solo con l’annientamento dell’altro. (vd.le guerre indiane et similia).
Non è una bella prospettiva per il futuro , dati i rapporti di forza ..attenzione alla lunga…
Il problema è quello che solleva Pino…alla lunga in che misura noi verremo coinvolti in una prospettiva di questo genere?
Non ti pare che “manchi qualche parametro alla soluzione dell’equazione”…?
cc
X Peter
Hai gia’ frutta sui tuoi alberelli, io sto ancora aspettando i fiori.
Oggi e’ il primo taglio del prato, veramente solo una piccola parte ne aveva di bisogno, ma sono in contratto settimanale e vengono lo stesso.
Finalmente questo weekend la temperatura dovrebbe essere “estiva”, stiamo passando da 30-40*F a 80*F.
Ci credo poco, abbiamo mosso gli oleandri fuori all’aperto in un posto riparato per ora, non vorrei bruciarli col sole estivo tutto ad un tratto
Io non trapianto tanto spesso, le mie piante di casa stanno nei loro vasi per anni, ne avevo una giungla ma mi sono stancata e a poco a poco le ho date via.
I miei “Christmas cactus sono negli stessi vasi da piu’ di 20 anni, idem per le schiffelera, Ficus benjamina, philodendron ed altre.
Lo sai che non si butta via niente?
Tutti i succhi di frutta, il vino, birra, soda con zucchero, il te’, latte, vitamine scadute, sono eccellenti per alberi, cespugli ed anche per piante nei vasi.
Buon giardinaggio,
Anita
PS: Non credo che Jeremy Paxman sia ebreo, e’ di origine scozzese.
Una bomba può essere disinnescata, non deve per forza esplodere. In questo caso, la polvere da sparo è il petrolio.
Riducendone radicalmente l’importanza strategica, si ricreeranno nuovi equilibri internazionali più stabili.
La soluzione al problema quindi esiste.
Quella che non esiste è la volontà di attuare la soluzione a livello mondiale.
Pensate per un momento ad un deserto africano ricoperto di centrali eliotermiche di tipo “Rubbia”, che fornisca energia non solo all’Africa ma a mezzo mondo.
Teoricamente fattibile ( sono già stati fatti i calcoli del rendimento, li ho letti da qualche parte), ma praticamente osteggiato dalle nazioni petrolifere in primis.
Le attuali tecnologie, messe in moto come si dovrebbe, risolverebbero non pochi problemi in tutto il pianeta, nel brevissimo giro di qualche anno.
Chi lo impedisce? I soliti poteri forti, che sulle miserie ci speculano e si arricchiscono in maniera oscena.
Non esiste neanche un movimento di opinione sufficientemente forte da spingere non dico alla risoluzione piena ma almeno al 50%, della povertà planetaria. Esistono solo teorie sociologiche fumose, la cui realizzazione è spostata molto lontana nel tempo.
Quindi, accettiamo il fatto incontrovertibile di una debolezza cronica di volontà proveniente proprio da quei ceti che dovrebbero ribellarsi allo strapotere economico. Attendiamo le loro elemosine, di cui ci accontentiamo. Chiudere un contratto con 100 euro in più in busta-paga è considerato un buon obiettivo da raggiungere. E’ considerato un buon obiettivo anche il mantenere coi denti il proprio posto di lavoro. L’idea che una spinta forte alle energie alternative possa creare lavoro e maggior ricchezza a tutti, specialmente ai reietti della Terra, non sfiora neanche di striscio i nostri intellettuali, persi nei fumi di teorie obsolete di profeti falliti (senza fare nomi).
I petrolieri ringraziano, i ladri ringraziano, come anche i commercianti d’armi. Tutti contenti!
xAnita
una cosa non esclude l’altra…vi erano ebrei nelle isole britanniche gia’ dal Medio Evo.
Comunque, l’ho sentito spesso di lui, molta gente pensa che lo sia. Ho dato un’occhiata al web anch’io, sembra che riceva molta ‘hate mail’ antisemitica, anche se alcuni dicano che non sia ebreo… In ogni caso, I stand to be corrected. Una volta lo vidi anche indossare in TV il copricapo ebraico (mi pare fosse in visita a Gerusalemme anni fa), ma forse era un atto di cortesia.
David Irving (storico in odore di antisemitismo) gli chiese ad una intervista in TV molti anni fa ‘Lei e’ forse ebreo?’, Paxman rispose ‘che importanza avrebbe?’ ‘Perche’ Lei ha detto noi, parlando di ebrei’. Paxman non rispose
Peter
xAnita
parlando di cose piu’ serie, beh…ancora non e’ frutta, solo fiori che si trasformano. I miei amici sono stupiti dell’albicocco (ne ho due, ma il secondo e’ giovanissimo), che e’ cresciuto moltissimo mentre tutti i pochi albicocchi della zona sono ahiloro periti l’inverno appena passato…peccato che non sia fiorito, quindi niente frutti. Dovro’ forse innestarlo a pesco.
Anche qui il tempo e’ molto mutevole. Oggi temperatura bassa, fino a ieri faceva caldo…
Quanto al giardiniere che mi aiuta ogni tanto, se l’erba non e’ cresciuta lo mando via. Anzi lui lo sa, quindi non ci prova nemmeno…Ho ‘ereditato’ il suo servizio dalla vecchia proprietaria di questa casa
ciao, Peter
x Peter
Se avessi ancora avuta la mia taglia erba a mano, “the push-mobile” l’avrei fatto io.
Erano solo due strisce dai lati di una porzione del driveway.
Quando mi arrivano in 5 uomini con tutto l’equipaggiamento non li posso mandare via.
Il prezzo e’ ragionevole in paragone ad altri, ed usano diverse macchine secondo la foltezza dell’erba, ho diverse zone ombrose e le radici non sono profonde.
Ogni tanto chiudo un occhio…o due.
Anita
Caro marco,
il riportare la questione “israelo-palestinese” sul terreno economico, “sgombrando il campo”parzialmente dalle fisime sovente “fuorvianti” delle manipolazioni di altra natura, se da un lato ci porta ad una “razionalizzazione ” del problema ,dall’altro non ci esime da un’analisi del problema che del tutto risolva la questione in modo pacifico e sereno come parrebbe dalla tua impostazione.
Sono cose dibattute più volte su questo Blog,ma quasi mai in modo si fa per dire sereno.
Auguriamoci che questa sia la volta buona.
Detto ciò la” questione energetica” globale e la sua ricaduta sulla politica , meglio sulle “politiche mondiali”,non presume a mio avviso facili soluzioni.
In un sol botto e scusa se te lo dico con una rivoluzione proveniente dal basso tu risolvi due problemi
1) quello del compito della Sx per il futuro
2)quello più generale della “sopravvivenza del pianeta.
3) Con questi semplici mosse in pratica , mi sembra di capire ,si metterebbero fuori gioco in un colpo solo (pur dando tempo al tempo)i potenti interessi in gioco sia su scala nazionale che su scala planetaria.
Se mi permmetti tale impostazione del problema per certi versi mi pare altrettanto utopica di quanti “leggendo male ” e interpretando ancor peggio Marx, pensavano che bastasse
!)fare una rivoluzione
2)abolire le classi per “legge dello Stato
3)abolire infine lo Stato
e tutti vivranno felici e contenti, in tutto che so ..in un paio di annetti.
Dico questo poichè una semplice e banale considerazione , porta per esempio a questa domanda…in questo caso solo per restare sul piano nazionale.
Se improvvisamente per qualche ragione ancora non ben chiara, anche solo un terzo consistente degli Italici decidesse di passare al 2solare” e se per disgrazia il costo dei pannelli prodotti in Cina fosse di molto minore che in Italy, quale sarebbe in termini costi benefici il costo globale di tale operazione rispetto al costo del gas ?
Questo ovviamente solo semplicemente per porre il problema dell’interconnessione dei problemi di economia globalizzata come quella che “ormai ” si va imponendo.
Rimarrebbe la diminuzione dell’inquinamento, ma non penso sufficiente in termini di economia a compensare l’eventuale disavanzo occupazionale che si determinerebbe ..!
Ovviamente in ottica che vede “indissolubilmente ” legati il pricipio del ritorno dell’investimento in un’economia che può piacere o meno , ma è quella che è..poichè evidentemente che servano investimenti è alquanto naturale..
Mi fermo qui per il momento..ma sono sicuro che ritorneremo sull’argomento..
cc
. Non ti balena per caso che alla fonte di tanti problemi non ricompaiano qualche piccolo problema di natura politica, che apparentemente si voleva scacciare dalla porta?
xCC
infatti credo che, etica a parte, e per quello che vale dirlo, la creazione dello stato d’Israele fu una grande str… per gli stessi ebrei in primo luogo. E si mantiene solo per gli interessi occidentali nel Medio Oriente. Finita la II GM, riconosciuta la Shoa, fatta Norimberga, non capisco (oggi, col senno di poi) che importanza avesse la creazione di uno stato ‘ghetto’, che rifletteva appunto la mentalita’ ghettizzante dell’Ottocento e prima meta’ del Novecento in Europa, e che ha poi portato alla ghettizzazione e discriminazione degli arabi al suo interno.
Invece il successo storico degli ebrei, e di tanti altri gruppi ‘diasporici’, tra i quali per altre ragioni anche noi italiani, e’ sempre stato dovuto alla capacita’ d’inserirsi in seno ad altre societa’ ed altri stati, al cui sviluppo e prosperita’ hanno sempre contribuito in grande misura, pur conservando la propria identita’ di gruppo
Peter
x Controcorrente
Senza contare che di Shoà non c’è solo quella degli ebrei, ma molte di più. Con certi criteri, che dovremmo dire dei neri? E delle donne!!!!!! Ancora oggi sfruttate, tenute sotto il tallone, prostituite, spesso eliminate già da bambine (vedi in India) , mai alla pari in un mondo e in culture e in religioni, compresa quella ebraica, biecamente maschiliste.
Io ero filoisraeliano. Per Israele mi sarei fatto forse anche uccidere. L’ottusità e la volgarità dei vari monomaniaci transitati anche da noi mi hanno aperto gli occhi, peraltro già socchiusi davanti a certi comportamenti di medi editori televisivi di cui eviterei di fare il nome, ma che mi hanno deluso e anche venduto (davanti a più di 30 danari ciellini) gettando a mare una amicizia ultradecenale e una conoscenza quasi quarantennale. Eh, la misreia umana è un mistero assai profondo.
Oggi non sono né filoisraeliano né filopalestinese, e anzi ritengo che essere filopalestinese sia essere fuori dalla Storia, come essere filo apache o filo mohicani: sono per la giustizia e, come sempre, per i più deboli e sfortunati. Non vorrei più esserci quando ci verrà presentato il conto. Sono però preoccupato per i nostri figli e nipoti, che ci saranno e temo verranno travolti. Tutto per alcuni miti storicamente fasulli e per giganteschi interessi tanti pocriti quanto molto sporchi di sangue. Ci ha fatto caso che la benzina ha un leggero colore rossastro? Anche molte banconote di grosso taglio…
Un saluto.
pino
x Sylvi
In Marocco m’è venuto spesso in mente il nostro usare l’aggettivo “marocchino” come spregiativo. C’è un dvd della Lega che mostra l’onorevole (!) Borghezio, che neppure è un fanatico come un Kalderoli, gridare “Marocchini di merda!” da un palco durante un comizio elettorale. Di merda saranno gli Sporkezi della Lega e non solo quelli. Come ho già raccontato in vecchie puntate del blog, quel dvd l’ho visto a Telelombardia nel corso di una puntata di un programma del quale ero ospite. Sono rimasto allibito e mi sono permesso di dire “Se avesse detto “ebrei di merda!” sarebbe venuto giustamente giù di tutto, a partire dal Corriere della Sera, invece trattandosi di extracomunitari non s’è scomodato neppure un magistrato”. Ho ripetuto questo concetto due o tre volte, assieme a una critica contro l’invasione angloamericana dell’Iraq basata su evidenti frottole. Beh, non mi hanno più invitato. Eppure il conduttore era un giovane mio amico da una decina di anni, spesso ospite a cena a casa mia o assieme a me in trattoria per fare due chiacchiere e qualche risata, e il proprietario una mia conoscenza da una trentina d’anni. Se io le dicessi il cognome, lei capirebbe al volo. Ma credo abbia già capito anche senza fare cognomi.
Un saluto.
pino
P. S. Guarda caso, non mi ha più invitato neppure il consolato israeliano a Milano per le sue celebrazioni di solito presso un hotel di via Washington. Gli inviti erano iniziati di punto in bianco, e non credo su segnalazione dello Spirito Santo.
x Peter
Lei è riuscito a dire con poche e semplici parole tutto quello che c’è da dire su un argomento tanto spinoso quanso scivoloso. Sono d’accordo con lei. E la ringrazio per ciò che ha detto, perché ci vuole comunque coraggio dato l’andazzo che va per la maggiore.
Un caro saluto.
pino
Si scava meno oro nero.
La Smith, una fabbrica di Saline di Volterra che produce lefrese per trivellazione chiede la cassa integrazione per un calo della produzione dl 60%.
E pensare che a dicembre la ditta aveva anticipatamente concesso ai lavoratori i 117 euro della richiesta sindacale, solo poche settimane fa aveva fatto un accordo per istituire il terzo turno assumendo 35 lavoratori.
http://www.assind.li.it/rasstampa/Tirreno/Il%20Tirreno_21_3_2009_3.htm
palese dimostrazione di quanto la crisi sia stata non prevista non calcolata e di come tutte le ciance sulla ripresa dietro l’angolo poggino presumibilmente sulla sabbia, ansi sulle sabbie mobili.
Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.it
PS x Peter.
Non contare troppo su di me, sono un agricoltore della domenica, con le verdure ho accumulato un poco di esperienza ma per la frutta e piante è troppo complicato in genere mi affido a ad alcuni amici (quelli non mi mancano mai) veramente esperti . Le fragole le coltivo sia in aiuola che in vaschette, ogni anno le tolgo da terra, ad ogni piantina lascio solo uno o due “buttoni” e le rimetto a dimora. Se metti dei vasi con terriccio vicino le fragole vanno a “colonizzarli” li raggiungono con dei lunghi tralci e vi mettono le radici, tagli il collegamento ed hai una nuova pianta.
x marco tempesta
Caro Marco,
oggi c’è l’oro nero, il petrolio, ma prima c’è stata una infinità di altre cose: la forza lavoro da importare sotto forma di schiavi, l’oro e l’argento da arraffare da qualche parte perché ne siamo sempre stati privi, il grano derubato a man salva al Nord Africa, dal Marocco all’Egitto, così come dalla Sicilia e dalla Puglia fin dal tempo dei romani con la scusa dell’impero e dell’Urbe. Poi le spezie, senza le quali non solo non avrebbero avuto gusto né si sarebbero potuti conservare i cibi, ma non sarebbero neppure esistite molte industrie, da quella farmaceutica a quella della tintura dei tessuti. Poi l’oro bianco, cioè a dire lo zucchero, una delle cose che spinse un ingordo spietato e schiavista come Colombo a cercare una strada per arrivare nelle Indie senza dover doppiare l’Africa e senza doversela vedere con gli arabi che sbarravano la millenaria Via della Seta. Senza la Via della Seta e senza la navigazione monsonica dall’India all’Egitto e viceversa sarebbe morta di inedia Roma prima e l’intera Europa dopo. Poi è stato il turno del caffè e del tè, che hanno fatto la fortuna non solo della Compagnia delle Indie e del colonialismo europeo. Un po’ prima c’è stato un altro tipo di oro nero, di tipo però bipede e umano: gli schiavi portati via a fiumane dall’Africa, da quando un papa – come ho già scritto facendone anche il nome – emise una bolla che autorizzava i portoghesi a ridurre in schiavitù gli africani. Il lato comico è che dobbiamo la rivoluzione industriale allo schiavismo nero, perché provocò una tale sovrabbondanza di cotone di provenienza Usa da indurre gli inglesi a darsi da fare con i telai meccanici per produrre vestiario più decente e a prezzi accessibili per le masse proletarie europee. L’altro lato diciamo comico, assolutamente sconosciuto, è che TUTTO ciò che di meccanico permise la rivoluzione industriale era già stato inventato 2.000 anni prima, cioè in epoca ellenista, ma buttato a mare dai romani prima e dalla Chiesa dopo: le invenzioni elleniste spaziavano infatti dalle viti ai pistoni, dall’uso del vapore ai giunti cardanici (nome abusato, perché Cardano ha solo copiato), dai demoltiplicatori alle pulegge, dalle ruote dentate alla pneumatica. Né più e né meno come hanno copiato tra gli altri Galilei (che in parte lo ammette) e Newton (che lo ammette esplicitamente: “Siamo nani sulle spalle di giganti, è per questo che possiamo vedere lontano”). E ripeto per la millesima volta: non ci fossero stati gli arabi, e in parte anche i tanto vituperati bizantini , TUTTA la produzione letteraria e scientifica, cioè TUTTA la cultura mesopotamica, greca, ellenista e pure romana, sarebbe andata persa PER SEMPRE. E noi staremmo ancora a leccare i piedi al clero simoniaco scatenato e a baciare in bocca le pecore e le capre. Dico “vituperati bizantini perché per esempio usiamo il sostantivo “bizantinismo” in senso spregiativo. Ma i germani, che ci conoscevano bene, usavano l’aggettivo e il sostantivo “romano” come sinonimo di sleale, infingardo e prepotente.
Scusa la divagazione. Prima e dopo il tè e il caffè è arrivato il turno delle pietre preziose, diamanti, rubini, zaffiri, poi del caucciù, del petrolio, del rame, dell’uranio…. Abbiamo rubato di tutto, derubando un enorme numero di popoli della loro libertà, spesso dei loro territori e non di rado anche delle loro vite. E avevamo sempre la scusa buona di qualcosa di importantissimo da esportare (sempre a fil di spada): la civiltà romana (che di fronte a quella greca, egizia e mesopotamica faceva ridere i polli), la vera religione, la civiltà in senso lato, il liberalismo, cioè la libertà (per noi) dei commerci internazionali, motivo per il quale gli Usa sono andati a obbligare i giapponesi a uscire dal loro secolare isolamento e gli europei si sono dati la zappa sui piedi facendo la stessa cosa con l’antichissimo colosso cinese (e con il formicaio indiano). Ora è il turno di esportare a cannonate la democrazia, ovviamente – as usual – per importare a basso prezzo le materie prime che ci servono o che ci piacciono. Questa dell’esportazione della democrazia è la cosa più ipocrita e più ridicola: a parte il fatto che spesso l’abbiamo soffocata noi (vedi Mossadeq in Iran e Allende in Cile, ecc.), sta di fatto che per qualche secolo i “grandi navigatori”, e spesso gradi delinquenti pirati squartatori, esportavano invece la…. monarchia! Quella europea, naturalmente, in nome della quale prendevano possesso di qualunque territorio sul quale sbarcavano: dal Sud America all’Africa, dall’Asia all’Oceania e Australia. Perfino un bravo storico americano, Victor Hanson, non propriamente di sinistra, ha fatto rilevare l’assurdità, e la ferocia, del prendere possesso di territori immensi in nome per esempio del lontanissimo sovrano d’Inghilterra leggendo ai malcapitati indigeni ovviamente la solita da molti comprensbilmente stramaledetta bibbia, per giunta in una lingua che i disgraziati capitati sotto le sgrinfie del nostro colonialismo neppure capivano!
E’ impossibile sotterrare tutto ciò e dimenticarlo o almeno superarlo facendo finalmente la pace vera con tutti gli altri se nel frattempo impazza l’Occidente sionista arabofobo che insiste a voler fondare i suoi diritti di oggi e di domani su vicende di 2-3.000 anni fa. Non trovi? Perché mai gli altri devono dimenticare i torti dell’Occidente mentre invece il sionismo occidentale vuole assolutamente ricordare e rinfacciare i torti degli “altri” fino a quelli di 3.000 anni fa? Ecco perché in giro per il mondo ci odiano o non ci amano molto. Ed ecco perché quando ci verrà presentato il conto spero proprio di non esserci più.
Un abbraccio.
pino
caro AZ.
i titolari di ditte di oleodinamica e pneumatica italiani con i quali mio marito ha parlato ad Hannover, sono sotto mediamente del 50%, e senza prospettive a breve.
I tedeschi sono attorno al 35-40% però da oltre un mese la discesa è bloccata.
Hanno puntato tutto sulla elettronica e meccatronica, che è quello che , sperano, li farà respirare e risalire.
La Merkel ha visitato tutto puntigliosamente.
I cinesi e gli indiani, numerosissimi, e con i loro microstand di prodotti tradizionali e tutti copiati, paiono ancora lontani da una tecnologia avvanzata.
Diversificazione, è la parola d’ordine.
La tormentina è già una grossa speranza!
Sylvi
x Controcorrente
Caro cc, non ti illudere. Se gli interessi dei padroni del vapore (= petrolio o quel che l’è o sarà) dovessero davvero venire minacciati da nostra scelte di mercato, comprando ad esempio dalla Cina quel che tu dici, succederebbe quello che è sempre successo: qualcosa, magari una guerra, che impedisca lo sviluppo troppo minaccioso del mercato alternativo. Bada che alla Cina siamo arrivati ad imporre un orrore come quello della Guerra dell’Oppio per obbligare i cinesi a continuare a rovinarsi con l’oppio quando l’imperatore s’era deciso e metterlo fuori legge proprio per eviatare la rovina anche della salute dellintera poplazione. Insomma, un caso Mossadeq moltiplicato cento. O mille.
Certo, la Cina di oggi non è il gigante di stracci di ieri, perciò certi metodi non funzionano più. Ma se ci hai fatto caso, Bush ha iniziato l’accerchiamento energetico e militare proprio della Cina, perché la strategia è quella di metterla in ginocchio impedendole i rifornimenti energetici dal momento che non ha né gas né petrolio, così come l’Urss è stata messa in ginocchio provocandone la bancarotta con l’atroce giochino di un continuo super armamento nucleare e missilistico dai costi sempre più immensi oltre che totalmente inutile (e criminale): gli Usa infatti sono arrivati a produrrre qualche decina di migliaia di bombe A (atomiche ), H (all’idrogeno) ed N (a neutroni), obbligando l’Urss a fare altrettanto in modo da svenarla. Come infatti è successo, con grande felicità del dilagare della miseria anziché dello sviluppo. La stessa spirale perversa che s’è innescata in Medio Oriente grazia all’infelice idea della dirigenza israeliana di darsi alla produzione di bombe atomiche. Come se non le bastasse “l’ombrello” Usa!
Insomma: occhio, che cercano sempre di fregarci.
‘Notte.
pino
… da Las venas abiertas de America Latina di Eduardo Galeano
Nuestra derrota estuvo siempre implícita en la victoria ajena; nuestra riqueza ha generado siempre nuestra pobreza para alimentar la prosperidad de otros: los imperios y sus caporales nativos. En la alquimia colonial y neo-colonial, el oro se transfigura en chatarra, y los alimentos se con vierten en veneno.
La nostra sconfitta era implicita nella vittoria degli altri; la nostra ricchezza ha generato sempre la nostra poverta per alimentare la prosperita di altri: gli imperi e i lacchè nativi. Nella alchimia coloniale e neo-coloniale, l oro si trasforma in rottame e gli alimenti in veleno.
La lluvia que irriga a los centros del poder imperialista ahoga los vastos suburbios del sistema. Del mismo modo, y simétricamente, el bienestar de nuestras clases dominantes -dominantes hacia dentro, dominadas desde fuera- es la maldición de nuestras multitudes condenadas a una vida de bestias de carga.
La pioggia que irriga i centri del potere imperialista affoga la vasta periferia del sistema. Con lo stesso modo, e simmetricamente, il benessere de la nostra classe dominante-dominante al nostro interno, comandata da fuori- è la maledizione delle nostre popolazioni condannati ad una vita da bestie da soma.
Faust
Buon 25 aprile a tutti.
A Marco buon S.Marco!
Sylvi
Ciao Peter,
Israele e’ stato creato perche’ l’Europa sperava di lavarsi la cattiva coscienza dei campi di sterminio,…ma purtroppo ha creato un mostro che sta divorando il medio oriente e la stessa coscienza d’Europa,…o almeno quel poco che ne e’ rimasta.
Pino spera di non esserci,…ma i ns nipoti ci saranno,…la storia
non perdonera’ i grandi errori.
Speriamo bene…
Un saluto,Ber
Caro Ber,
scusa sai, ma la dichiarazione di lord Balfour sul diritto ad un “focolare ebraico” in Palestina è del 1918-19, vent’anni prima dei campi di sterminio!…
Gli inglesi dovevano rendere dei favori alle banche dei Rotschild che li avevano foraggiati durante la guerra ed il prezzo è stato quello.
Per altro la creazione di uno stato occidentale in Palestina corrispondeva esattamente all’obiettivo aglo-francese di dividere gli arabi impedendo loro una unificazione che, allora, poteva anche essere possibile. Cosa che avrebbe avuto degli effetti interessanti sul controllo di paesi produttori di petrolio (allora Irak ed Iran).
Dopo la guerra nessuno avrebbe potuto impedire la creazione di uno stato (sionista) in Palestina, poi sono intervenuti gli Usaegetta.
La cattiva coscienza dell’Occidente serve solo per le opinioni pubbliche, chi conta sa che si tratta solo di denaro.
Un saluto U.
Caro Peter,
della zolla radicale bisogna togliere solo la terra non fissata dalle radici, quindi solo lo strato più esterno che si stacca semplicemnte passandoci sopra le mani e grattando piano con le dita..
Quella fissata dalle radici non deve essere toccata.
Può darsi che ricordi male i tempi e che invece di uno-due anni fossero tre-quattro ma iul principio resta valido. Almeno io ho sempre visto fare così. U.