Dire che Ahmadinejad è “il nuovo Hitler” non è solo una grande idiozia. Dobbiamo reagire al conformismo e alla prepotenza che con scuse sempre più insostenibili ci vogliono trascinare a una nuova grande guerra
Paragonare Ahmadinejad a Hitler, anzi sostenere addirittura che lui è già il nuovo Hitler, può darsi che faccia fare bella figura e raccattare qualche voto tra gli oltranzisti, ma è una affermazione da perfetti imbecilli, per giunta in mala fede, perché totalmente campata per aria. Eppure, ecco quanto ha declamato il presidente del parlamento israeliano, Reuven Rivlin, dirigente del Likud, durante una cerimonia commemorativa della Shoà: “Il mondo ha visto ieri il ritorno di Adolf Hitler, che questa volta ha la barba e si esprime in Farsi” e ancora: “Le sue parole sono le stesse, le aspirazioni sono le stesse, la determinazione di dotarsi dei mezzi per realizzarle è la stessa determinazione minacciosa”. Rivlin ha anche biasimato la Svizzera per la accoglienza riservata ad Ahmadinejad “nel nome della neutralità”. Rivlin ha pronunciato le sue parole riferendosi alle dichiarazioni del capo del governo iraniano a Ginevra alla conferenza contro il razzismo chiamata Durban II perché la prima si tenne in Africa nella città di Durban, e vide anche allora non solo gli Usa strapparsi i capelli per le affermazioni di vari leader sul razzismo di Israele. Per parte sua il presidente Shimon Peres ha ringraziato i Paesi che hanno deciso di boicottare la conferenza: “Le camere a gas sono sparite, ma i veleni rimangono”. Tra i veleni, rimangono però anche e soprattutto le centinaia di bombe atomiche clandestine israeliane, delle quali peraltro proprio Peres è il papà. E che si tratti di veleni lo dimostra il fatto che l’armamento nucleare israeliano è vissuto – inevitabilmente – dai vari Paesi arabi e islamici come una minaccia, visto anche che per esempio in Italia in molti – da Vittorio Messori in su e in giù – danno apertamente per scontato che Israele prima o poi le userà, e anzi applaudono entusiasti a questa prospettiva. Paragonare il capo del governo iraniano a Hitler è sbagliato sotto vari profili. Il primo è lampante: Ahmadinejad non ha ammazzato nessuno, cosa che invece non si può dire non solo dell’esercito israeliano, ma anche dei vari ministri e capi di governo di Israele, che da Golda Meir in poi hanno preso la strana – e illegale – abitudine di commissionare ai loro servizi segreti omicidi “mirati” di palestinesi. Pratica abominevole condannata anche dall’Onu, oltre che da un mare di organizzazioni israeliane ed ebree non israeliane. E pratica che se fosse utilizzata dalla Cina o dall’Iran scatenerebbe le proteste di piazza di mezzo mondo, con in testa i nostri eroi “grandi firme”. Idem se fosse utilizzata dagli Usa, e infatti negli Usa vari giornali hanno messo sotto accusa il gentiluomo Rumsfeld proprio perché quando era intimo di Bush alla Casa Bianca ha ordinato qualche omicidio contro “terroristi”. E Dio solo sa se erano terroristi, visto che per esempio non lo era affatto l’egiziano che è stato rapito dalla Cia a Milano con il volenteroso concorso di cialtroni nostrani. In ogni caso anche i terroristi, come i mafiosi e i pluri killer della mafia, camorra, ecc., o a suo tempo i nostri terroristi altoatesini o sudtirolesi che dir si voglia, si processano e non si assassinano senza processo. Ahmadinejad inoltre fino ad oggi non ha scritto nessun “Mein Kampf” né nulla di simile, mentre invece l’attuale ministro degli Esteri di Israele, l’immigrato russo Avigdor Lieberman, ha assieme al proprio partito Israel Beitanu il programma di espellere da Israele tutti i non ebrei, cioè di deportare in massa oltre confine tutti i palestinesi e arabi, più o meno tre milioni di esseri umani. Il lato comico, o meglio tragico della faccenda è che le ricerche sul dna citate perfino da un rabbino di Venezia hanno dimostrato che gli ebrei alla Lieberman, piovuti dall’ex Urss, sono molto meno discendenti degli ebrei di 2-3.000 anni fa di quanto invece lo sono proprio i disgraziati che Lieberman vorrebbe così simpaticamente cacciare secondo il suo piccolo “Mein Kampf” politico che però in Europa e Usa NON suscita nessuno scandalo.
Ma paragonare il capo del governo iraniano a Hitler è sbagliato anche per un altro motivo. In Israele e tra gli ebrei non israeliani è ormai tutto un fiorire di inviti, articoli e libri a voltar pagina, a non restare sempre prigionieri della “Storia che non passa”, a lasciarla passare come tutti gli altri popoli e guardare finalmente avanti anziché sempre e solo indietro, sempre prigionieri della Shoà e di Hitler. “Sconfiggere Hitler” è il titolo di un bel libro di Avraham Burg ( http://www.ibs.it/code/9788854502727/burg-avrahm/sconfiggere-hitler-per.html ) scritto proprio per stimolare gli israeliani a non restare sempre prigionieri del passato e di conseguenza lividi di odio contro chiunque non vada loro a genio per i più disparati motivi, specie contro chi non applaude a tutte le efferatezze contro i palestinesi. Burg si rivolge ai suoi concittadini prigionieri del passato, sempre pronti a lanciare Urbi et Orbi la sempre più insostenibile accusa di antisemitismo tentando di imporre la sempre più disonesta e ormai frustra equazione ebreo=israeliano e israeliano=ebreo. Non a caso anche noi nel nostro piccolo del blog abbiamo conosciuto cialtroni di questo tipo, imbecilli di varia natura e calibro che lanciano l’accusa di antisemitismo prima e dopo i pasti, a mo’ di aperitivo e digestivo o riflesso condizionato tipo cane di Pavlov, gentaglia che da ormai oltre un anno sparge il proprio liquame in altri blog se solo non si applaude man mano sempre e comunque anche l’ultima strage e rappresaglia fatta dai militari israeliani compresi i piloti killer o i manovratori assasini armati di grandi bulldozer che, come Moshe Nissim premiato anziché chiuso in galera, si vantano di avere demolito case palestinesi senza aspettare che gli occupanti ne escano per mettersi in salvo. Burg è figlio di un fondatore di un partito religioso che è stato ministro per 40 anni, inoltre è stato presidente del parlamento israeliano, ma evidentemente di pasta diversa dal concionatore di bassa lega attuale. “Sconfiggere Hitler” – edito in Italia da neri Pozza – reca come sottotitolo “Per un nuovo universalismo e umanesimo ebraico” e il New Yorker così lo ha recensito: “Avraham Burg denuncia una parte sempre maggiore e più accesa della società israeliana che disprezza la politica democratica. Descrive un Paese militaristico e xenofobo, ossessionato dall’Olocausto, e vulnerabile, come la Germania degli anni Trenta, all’azione di una minoranza estremistica”. Ed ecco come l’editore lo presenta nel sistema IBS di vendita dei libri on line: “La memoria della Shoah ha reso Israele indifferente alle sofferenze altrui. Il paese nella sua instabilità è ormai simile alla Germania degli anni Trenta. Il sogno e l’ideologia sionista hanno fallito. È il momento di abbandonare l’antica mentalità del ghetto accerchiato e di rivalutare la figura universalistica dell’ebreo della diaspora. Sono tesi molto provocatorie, che hanno suscitato un enorme dibattito e innumerevoli polemiche a partire dalla pubblicazione di “Sconfiggere Hitler” in Israele, nel 2007. L’autore, notissima figura pubblica israeliana, ex presidente del Parlamento, figlio di un uomo politico di grande influenza, ha avviato una critica radicale ai fondamenti attuali dello Stato di Israele, alla sua identità collettiva definita, sessant’anni dopo Auschwitz, quasi esclusivamente in rapporto con l’Olocausto”.
Probabilmente Burg ignora che il rabbino capo di Roma, Di Segni, pur di dare addosso a suo tempo ai pacifisti dalle bandiere arcobaleno contrari alla guerra in Iraq è arrivato a definire gli iracheni “i babilonesi di oggi”, con un chiaro e ridicolo riferimento all’odio evidentemente ancora oggi vivo contro i “babilonesi” stile Nabuccodonosor, cioè di 25 e passa secoli fa! Colpevoli secondo la vulgata di “avere ridotto in schiavitù gli ebrei e di averli deportati a Babilonia”. Tralasciamo il fatto che gli ebrei non sono mai stati deportati come schiavi, né a Babilonia né in Egitto, come hanno dimostrato perfino archeologi e docenti israeliani ed ebrei: queste e molte altre storie della bibbia sono solo belle leggende letterarie e spesso frottole nate per bassi motivi politico e/o “religiosi”, cose di cui la bibbia abbonda come qualunque altro “libro sacro”, e anzi sotto questo profilo l’Egitto dovrebbe reclamare all’Onu e far causa a Israele per lo scarso amore verso gli egiziani che la pasqua ebraica evidentemente comporta dati i falsi storici anti egiziani piuttosto odiosi su cui è basata. Da quando Ben Gurion, primo presidente di Israele e iniziatore della pulizia etnica di massa contro i palestinesi, diede l’incarico al grande archeologo ebreo Yigael Yadin di cercare i “titoli legali” della legittimità di Israele sulle terre dei palestinesi, cioè le prove archeologiche di ciò che sostiene la bibbia, è stato tutto un fiorire di delusioni. Yadin lavorò “come un negro” – o un falashà? – setacciando tutto il Sinai e la terra di Canaan, e più di recente gli archeologi ebrei Israel Finkelstein, israeliano, e Neil Asher Silberman, belga, hanno definitivamente dimostrato che sono stupende frottole sia l’emigrazione di Abramo da Ur che la schiavitù in Egitto e il mirabolante vagare in massa per il Sinai per ben 40 anni in attesa delle tavole della legge date da Dio a Mosè, tavole il cui testo originale lascia sbigottiti anche per la sua disumanità. Il buon Dio infatti si è affannato – tra l’altro – ad avvertire che “le colpe dei padri ricadono sui figli, anche fino alla terza e alla quarta generazione”: più che Dio, un pastore barbaricino armato di coltello, violento, vendicativo chiuso nell’orizzonte delle sue capre sarde.
Da notare che Finkelstein è israeliano e di nome si chiama Israel! Ed è docente universitario di archeologia a Tel Aviv, non a Kabul. Ciononostante a causa delle sue scoperte, compreso il fatto che non c’è mai stata nessuna “Terra Promessa” da Dio per il semplice motivo che gli ebrei di quella terra erano semplici aborigeni, è odiatissimo da molti israeliani, specie se rabbini. Se l’ebreo Spinoza, uno dei massimi filosofi europei, già invitava a buttar via la bibbia, il nostro docente universitario Mario Liverani dimostra come sia il caso almeno di andare “Oltre la Bibbia”, titolo di un suo bel libro ( http://www.cartesio-episteme.net/ep8/ep8-liveran.htm ) che conferma in altri modi ciò che anche Finkelstein e Silberman hanno dimostrato. E la Storia dimostra che perfino la Diaspora è solo un mito: vari secoli prima che la conquistassero i romani, gli ebrei se l’erano già squagliata in massa dalla Palestina, quanto mai arida e inospitale a dispetto della nomea fasulla di “Terra Promessa” addirittura da Dio in persona, tant’è che avevano già dato vita ai ben noti quartieri ebraici di Alessandria e della stessa Roma, oltre che ad un nugolo di latri in tutto il mondo mediterraneo. Gli stessi romani, quando hanno schiacciato le ribellioni ebraiche e distrutto il tempio di Gerusalemme non hanno certo fatto come a Cartagine e soprattutto non hanno cacciato via né deportato le masse. Persa la guerra contro l’occupazione romana molti ebrei se ne sono andati così come molti tedeschi se ne sono andati dalla Polonia o molti italiani dall’Istria dopo la seconda guerra mondiale e moltissimi nostri meridionali sono emigrati dopo l’unità d’Italia fatta dai Savoia e ritagliata sugli interessi dl Nord Ovest, cioè del loro Piemonte e zone limitrofe.
Le scoperte dei vari Yadin, Finkelstein e Silberman hanno portato una persona onesta come l’archeologo domenicano francese Roland de Vaux ad ammettere ad alta voce, sia pure con grande dolore data la sua fede cristiana e il saio di domenicano: “Se la fede storica di Israele non ha fondamento storico, questa fede è erronea, e di conseguenza la è anche la nostra fede”. Problema che a dire il vero si dovrebbe porre anche per l’Islam, ma per ora tralasciamo le faccende di fede religiosa che sono per definizione basate su miti e certo non su verità storiche per il semplice motivo che queste fanno comunque torto a qualcuno mentre invece quelle possono consolare tutti. Quel che conta è che i “titoli legali” di cui andava in cerca Ben Gurion e per i quali tanto sangue è versato da 60 anni semplicemente non esistono. La legittimità di Israele, specie a fronte della comunità internazionale e dei laici di tutto il mondo non accecati da fanatismi di sorta, è fondata non sulle fole bibliche, ma sul fatto che da 60 anni esiste e quindi ha diritto di continuare ad esistere esattamente come lo Stato palestinese avrebbe diritto di esistere anch’esso. Sotto questo profilo, qual è la differenza tra chi come Ahmadinejad non vuole che neppure Israele, come del resto nessun altro Stato civile anziché tribale, debba essere per forza governato da una sola etnia e chi come Lieberman e ormai di fatto l’intero governo israeliano non vuole, assolutamente non vuole che nasca lo Stato dei palestinesi?
Ciò che invece è bene non tralasciare è che Di Segni è prigioniero addirittura di Nabuccodonosor e dei babilonesi…. Di Segni è prigioniero cioè non solo della seconda guerra mondiale e di Hitler, cioè del secolo scorso, ma perfino di fatti di più o meno 2.500 anni fa. Chissà che torcicollo, poverino, a furia di guardare sempre così indietro. Non vorrei mancare di rispetto a nessuno, ma qui c’è da chiedersi se si deve ridere o piangere. Il lato comico, o meglio tragico è che Di Segni s’è accanito con dotte citazioni biblico-talmudiche contro il simbolo dell’arcobaleno bandiera di quei pacifisti, ma non ha mai detto nulla di simile, anzi non ha proprio fiatato e se n’è stato invece ben zitto quando alla nota rappresaglia militare israeliana contro Jenin, sfociata nel noto “piccolo” massacro, gli alti comandi diedero il nome proprio di Arcobaleno: “Operazione Arcobaleno” era infatti il nome di quella “piccola” mattanza che non può essere passata inosservata neppure ai molto attenti occhi di Di Segni a casa delle enormi polemiche cui diede vita, compreso l’intervento dell’Onu, inutile come sempre, e il suo tentativo di mandare propri uomini nella martoriata Jenin, proposta prontamente respinta da Israele come tutte le altre che prevedono lo schieramento di uomini dell’Onu in veste di osservatori o peacekeeping. Poi non ci si può sorprendere se – come è clamorosamente stato rivelato dai giornali israeliani – ci sono rabbini in Israele che hanno incitato i militari a non avere scrupoli nella mattanza a Gaza, come peraltro in mattanze precedenti. Non vorrei che a furia di torcersi il colo per guardare sempre e solo indietro anziché anche in avanti ci si trovasse prima o poi di fronte a “mesopotamici”, magari iracheni, che facendo altrettanto e (s)ragionando allo stesso modo pretenderanno il ritorno a Ur dei discendenti di Abramo, visto che da Ur se ne erano andati “appena” più o meno 3.000 anni fa… Accampando proprio i “titoli legali” garantiti dalla bibbia, un Ben Gurion mesopotamico di oggi potrebbe pretendere di comandare sui discendenti dei mesopotamici partiti con Abramo da Ur, noti in seguito come ebrei. Quando la logica e i “titoli legali” vengono usati a mo’ di elastico delle mutande, allargabile o restringibile a piacere, caratteristica tipica sia delle mutande che di tutti i cosiddetti libri “sacri”, non si può escludere nulla, neppure eventuali follie di questo genere.
Come si vede Burg, che non è certo di sinistra, ci va giù pesante, come ci vanno giù pesante molti altri israeliani, per esempio il giornalista Gideon Levi e le molte organizzazioni pacifiste israeliane di cui trovate il link sulla destra del nostro blog. Ci vanno con mano piuttosto pesante anche ebrei italiani come Moni Ovadia e Gad Lerner, dei quali dei quali riporto alcuni interventi alla fine di questo mio articolo. Tutti molto più pesanti dell’affermazione di Ahmadinejad a Ginevra sul razzismo di Israele. Le parole di Rivlin e di Peres, per non dire le esibizioni dei nostri opinionmaker, sono quindi speciose, e anche un po’ ridicole. Oltretutto, sono offensive anche verso le vittime della Shoà, usate a ogni piè sospinto per giustificare anche l’ingiustificabile e tappare la bocca ai critici: strumentalizzare così i vari milioni di vittime della Shoà, usandoli a mo’ di feticcio, gli stessi di cui fino a pochi decenni gli scampati e i sopravvissuti preferivano non parlare anche perché è difficile – e certo non solo per gli ebrei – spiegare come mai Hitler e i nazisti nella realizzazione dei genocidi non abbiano incontrato nessuna resistenza armata oltre quella del ghetto di Varsavia.
Israele non è razzista, certo, però gli stessi falashà, cioè gli ebrei portati via dall’Etiopia con un gigantesco ponte aereo israeliano, si sono lamentati per il trattamento un po’ razzista cui sono fatti segno. E c’è anzi un bel libro, “Vai e vivrai”, dal quale è stato tratto il bel film omonimo, centrato proprio sulla discriminazione cui sono fatti segno i falashà. Fatto incredibile e tribale, il libro e il film raccontano che il rabbinato israeliano li ha obbligati a “purificarsi” pungendo il pene dei maschi per versare una goccia di sangue secondo l’antichissima teologia riassunta da S. Paolo: “Senza versamento di sangue non c’è perdono”. Israele non è razzista, certo, però sono apertamente razzisti non solo i partiti ultrareligiosi, niente affatto solo folcloristici, ma soprattutto l’attuale ministro degli esteri Avigdor Lieberman, che con il suo partito Israel Beitanu non vede l’ora di poter “traferire”, cioè deportare, i palestinesi in blocco e gli arabi con cittadinanza israeliana, che evidentemente sono visti peggio dei falashà. Israele non è razzista, certo, ma i deliri e i progetti politici di Lieberman cosa hanno di diverso dalla nostre leggi razziali di infausta memoria? Israele non è razzista, certo, ma pretendere che i cittadini di etnia araba o palestinese per non essere un domani deportati oltre confine giurino fedeltà a Israele “Stato degli ebrei” cosa ha di diverso dal giuramento di fedeltà al fascismo preteso durante il nostro Ventennio nero?
Le persone oneste come Burg hanno capito che bisogna cambiare registro. Ridurre l’ebraismo al solo tifo per Israele sempre e comunque significa di fatto svuotare il ruolo che nel corso della Storia gli ebrei hanno sempre avuto di refrattarietà e antidoto ai totalitarismi. La politica sionista arabofoba su cui da decenni insistono i governi israeliani, ben diversa dal sionismo di un Judah Magnes, riduce sempre più Israele a un enorme ghetto in un’epoca in cui i ghetti non hanno più motivo di esistere perché la globalizzazione abbatte i confini anche se non sempre in modo equo. Fare di Israele un altro ghetto oltre che anti storico significa anche esportare in Medio Oriente incubi e colpe che sono dell’Europa, la vera responsabile del “Crimine dell’Occidente” , titolo di un bel libro di Viviane Forrester che ha un sottotitolo emblematico ed esplicativo: “Alle radici del conflitto arabo-israeliano” ( http://www.ibs.it/code/9788879287432/forrester-viviane/crimine-dell-occidente ). Lo Stato di Israele è nato per volontà dell’Onu, che però aveva deciso la parallela e gemella creazione ANCHE dello Stato palestinese, ucciso quando ancora era un feto, e di recente si è scoperto che Israele è nato soprattutto per le mire antiamericane di Stalin, così come è documentato che, poco simpatico agli Usa che pure hanno fatto molto per quel voto dell’Onu, dal ’67 in poi è invece diventato il cane da guardia della Casa Bianca in quella parte del mondo, cane che ha man mano imparato a far ballare al padrone la propria musica, come vorrebbe fare adesso anche con Obama.
Stando così le cose, la sceneggiata di alcuni Paesi europei, guidati dalla sempre più pavida e sempre più al rimorchio Italia, con un ministro degli Esteri tra i più scialbi e meno capaci che si siano mai visti su piazza, Paesi che da Ginevra sono scappati “per evitare accuse di razzismo a Israele” è stata solo una iniziativa penosamente servile. Oltre che politicamente irresponsabile. Perché si può criticare o accusare anche pesantemente di razzismo e anche peggio tutti, dagli Usa alla Cina, dalla Turchia all’Inghilterra fino al Vaticano, ma non Israele? Perché certe cose le possono dire Burg e infiniti altri, ma se le dice un capo di governo iraniano dobbiamo ingannare l’opinione pubblica facendo credere che è in preparazione un’altra Shoà? La libertà di critica, anche sballata, non è uno dei fondamenti della convivenza civile e della democrazia, oltre che del diritto internazionale? Si vuole assolutamente farci passare dalla “pura razza ariana” alla “pura razza israeliana”… Per giunta buttando a mare i Burg e i molti altri come lui. Che tristezza. E che vergogna. Che Israele faccia la sua politica, che ovviamente gronda “sangue e merda” come la politica di qualunque altro Stato, non mi scandalizza e non mi fa rabbrividire più di tanto. Quello che mi scandalizza e mi fa rabbrividire è la nostra ipocrisia. Particolarmente lurida perché va ad aggiungersi alle molte, troppe malefatte da noi compiute sia contro gli ebrei che contro gli arabi. I governi israeliani non è che cerchino di nascondere o negare le loro malefatte più di tanto, esibiscono i muscoli, i carri armati, i bombardamenti e gli omicidi più o meno “mirati” perché sanno di poter contare sui rapporti di forza a loro favore e quindi del resto se ne possono fregare, Onu e diritti internazionali compresi. Naturalmente si illudono – come tutti coloro che usano la violenza militare anche a sproposito – che i rapporti di forza resteranno in eterno a loro favore, ma questo è un altro discorso. Invece noi come sempre sentiamo anche il bisogno di spacciarci per brava gente, e quindi preferiamo voltarci dall’altra parte, usare Israele di fatto come ferro di lancia contro il mondo arabo, come cuneo che lo divida, e continuiamo a blaterare di “processo di pace” e di “Stato palestinese” sapendo bene che ormai sono solo frottole, truffe e miraggi, ce ne fottiamo in realtà anche delle vittime israeliane, e facciamo finta di non sapere che siamo ben felici di lasciar fare a Israele “il lavoro sporco” anche per noi, come mi ha fatto giustamente notare una italiana che vive a Sderot e ci tiene a far sapere che è ebrea. Se Israele fa mattanze come quelle di Gaza o assale il Libano con violenza militare spropositata è solo perché noi permettiamo lo faccia, glielo lasciamo e anzi glielo facciamo fare perché ci fa comodo. Porcamente comodo. Ovviamente ci illudiamo che sia solo Israele a pagare anche in futuro le conseguenze una politica sempre più in un vivolo cieco, ma di solito la Storia non fa di questi sconti: la Storia sa bene come si svolgono i fatti, e non si lascia incantare da film come “Italiani brava gente”…. La Storia sa bene che è ladro sia chi ruba che chi gli tiene il sacco.
Questa mania di rimuovere le nostre colpe addossandole ad altri che non c’entrano assolutamente, per far pagare loro lo scotto che dovremmo invece pagare noi, prima o poi ci costerà cara. Hitler è stato un fenomeno europeo e cristiano, anzi cattolico, non arabo e musulmano, e nel mondo arabo o islamico nulla di simile potrebbe mai sorgere né mai se visto da che mondo è mondo. Hitler e il nazismo sono stati gli alleati dell’Italia e in una guerra tanto criminale quanto demenziale chiamata Seconda Guerra Mondiale. Gli ebrei li abbiamo perseguitati, e a volte sterminati, noi, noi mondo cristiano, Italia e Chiesa compresa, non gli iraniani (!) o gli arabi. Almeno a certe disonestà dovrebbe esservi un limite e anziché dire scemenze i vari Frattini, Fini e compagnia ragliante meglio farebbero a dare almeno una occhiata al libro “Genocidio, una passione europea” ( http://www.ibs.it/code/9788831796675/bensoussan-georges/genocidio-una-passione.html ). Poi – come ho già detto altre volte – c’è il libro “Olocausto americano” ( http://www.ibs.it/code/9788854502727/burg-avrahm/sconfiggere-hitler-per.html ), che più correttamente dovrebbe intitolarsi, al plurale, “Olocausti americani”, e ci sono vari bei libri che documentano le infinite mattanze, pulizie etniche e genocidi perpetrati da noi europei un po’ in tutto il mondo. Ovviamente brandendo la santa croce, i santi vangeli e la santissima bibbia, il vero bolo velenoso iniziale che giustamente Spinoza consiglia di buttare a mare, per impadronirci di terre altrui e ridurre in catene chi ci abitava. Sarebbe più saggio lasciare la Chiesa e i vari cleri fanatici alle loro responsabilità e quindi al loro destino anziché continuare a tenere la testa sotto la sabbia finché i vari fans dei vari Ben Gurion, Rivlin e Peres, fans sempre meno dissimili dai fans di Hamas, ci trascineranno in una nuova guerra. Ovviamente per esportate “valori e democrazia”, come ha imparato a balbettare anche Berlusconi, meglio se con le scarpe di cartone, la mantellina e armi “forgiate dalla Madre Patria”, ma utili solo per far fare quattrini ai loro costruttori e venditori.
Ma attenzione: tanta imbecillità, malafede e falsificazione dei dati reali non è fine a se stessa o necessariamente destinata alla sconfitta solo perché nega e stravolge la realtà, i fatti e la Storia. Anzi. E’ infatti funzionale ed alleata alla grande offensiva in atto contro la laicità, l’intelligenza critica e l’intelligenza scientifica, offensiva guidata in Italia dal Vaticano che sempre più sproloquia anche in fatto di scienza con un papa che attacca volentieri proprio la scienza e gli scienziati. Se il Vaticano tracima in tema di “religione”, cioè di fatto in tema di politica e interessi materiali camuffati da religione, i suoi lacchè e il nostro governo sono all’attacco contro la laicità, l’intelligenza critica e l’intelligenza scientifica indebolendo e demolendo man mano la scuola, l’Università, la ricerca e la stessa storia italiana, vedi i vergognosi balletti contro i partigiani e i continui tentativi di scardinare anche la Costituzione. (Caro Ignazio La Russa, ma allora i liberatori chi sono, solo gli americani contro i quali voi fascisti avete voluto fare la guerra alleandovi perfino con i nazisti? Si rende conto di cosa significa e comporta tutto ciò per i neofascisti come lei?) Del resto l’attacco alla laicità e all’intelligenza critica da parte del partito berluscone viene realizzato anche con la demolizione continua della decenza e la buona educazione tramite l’inondazione di volgarità, rutti, sbraco di tutti i tipi, “ammorbidimenti”, servilismi, conformismi e vere e proprie falsificazioni operate dalle tv tenute al guinzaglio da Arcore. Siamo diventati il paese dei “diritti del concepito” quando sono fin troppi i nati cui viene negato il diritto di andarsene con dignità, costretti all’alimentazione forzata per decenni anche contro la propria volontà pur di far incassare i quattrini di questo mostruoso “mantenimento in vita” alle greppie cui attinge il Vaticano. Per non parlare dei nati che diritti non ne hanno e dei nati uccisi per i motivi più futili, dal fumo all’alcol, dalla mascalzonaggine al volante a quella dei “datori di lavoro” che se ne fregano delle prevenzione, fino alle guerre “giuste” cui a volte partecipiamo di rincalzo.
Siamo rimasti l’unico Paese occidentale nelle cui scuole pubbliche si insegna conteporaneamente la scienza e la religione, ovviamente cattolica alla faccia della Costituzione e per giunta con insegnanti scelti dai vescovi, cioè da un altro Stato (= Vaticano). In Occidente siamo ormai l’unico Paese nei cui luoghi pubblici, tribunali e ospedali compresi, si deve essere afflitti dalla esposizione di crocifissi alla faccia della Costituzione e dei molti che cattolici non lo sono o non lo vogliono comunque più essere. Siamo diventati il Paese nemico delle ricerche sulle staminali. Siamo diventati il Paese della Memoria intesa come mancanza di memoria per tutto ciò che ci disturba e ci pesa sulla coscienza, perciò ricordiamo solo il genocidio contro gli ebrei, come avessero il monopolio della sofferenza, ma solo quello perpetrato dai nazisti, tacendo sul genocidio nazista dei rom e altri obbrobbri della nostra alleata Germania nazista, ma tacendo anche sulle persecuzioni e discriminazioni contro gli eberi operate dalla Chiesa e sorvolando allegramente su tutti gli altri genocidi compiuti dagli europei, italiani compresi, un po’ quà e un po’ là nel mondo per “esportare la civiltà”. Infine, furbizia geniale davvero italiana, definendo “nazisti” e “antisemiti” ora questi e ora quelli, ma tutti rigorosamente fuori dai confini europei come se i nazisti fossero (e fossero stati) solo e sempre gli “altri”, ci facciamo un gigantesco bidet della coscienza nazionale: una bella rimozione della Storia e delle nostre responsabilità, compreso l’antisemitismo che è pur sempre nel dna di troppi, antisemitismo doppio visto che sono semiti non solo gli ebrei ma anche gli arabi.
Lavata così a buon mercato la coscienza e nascosto lo sporco sotto il tappeto, siamo diventati il Paese che più applaude al Diritto al Ritorno degli ebrei, assenti dalla Palestina da anche più di 2.000 anni, e che più fischia contro il diritto al ritorno, peraltro sancito anche dall’Onu e dal diritto internazionale, dei palestinesi che in Palestina ci hanno abitato fino a ieri, per non dire del tifo che molti di noi fanno per il “diritto biblico” degli israeliani hanno di cacciare da casa e dalla terra loro anche gli arabi e i palestinesi non ancora fuggiti. Che strano: facciamo il tifo per il “ritorno” in Palestina di chi non c’è mai stato, ma per quanto ci riguarda, per quanto riguarda cioè il territorio italiano, lo neghiamo o lo concediamo col contagocce ai 100 milioni di italiani che ci vantiamo essere emigrati nel mondo dopo l’Unità d’Italia….
E’ evidente che tutto ciò significa gettare la logica e il raziocinio – oltre che la giustizia – alle ortiche, abbassare cioè il livello di intelligenza critica e di razionalità anche scientifica. Tutto ciò è il contorno e a volte il piatto forte del massiccio e spesso forsennato attacco in atto dall’Italia agli Usa contro il razionale e la continua esaltazione dell’irrazionale, spacciato spesso come “mistero” . Se non si può ancora impiccare in piazza Darwin e l’evoluzionismo vietandone lo studio a scuola si può però blaterare massicciamente di “disegno intelligente”, modo un po’ contorto per attribuire a Dio l’intelligenza affermando che per noi è incomprensibile come il suo disegno e quindi ci si deve affidare ai suoi intermediari chiamati Chiesa e clero…. Col gigantesco ricorso collaterale anche a maghi, fattucchiere, leggitori di tarocchi e della mano, dei fondi di caffè e del futuro, spesso ospiti in televisione, per non parlare del diluvio di telepredicatori negli Stati Uniti, dove ovviamente ognuno telepredica una cosa diversa da quella telepredicata dagli altri, esattamente come da secoli e secoli accade per le interpretazioni “autentiche” della bibbia, dei vangeli, che fanno a cazzotti tra loro anche dopo avrene definito “veri” solo quattro sulla marea di versioni che ne esistevano, e anche del corano nonostante abbia una origine molto più recente e almeno in apparenza meno controversa. Nonostante i troppi e sanguinosi fallimenti, è di nuovo in atto un gigantesco tentativo di imporci tabù e Verità preconfezionate, ovviamente a spese delle verità. Come è noto, ne risente anche il giornalismo: stando così le cose è purtroppo inevitabile.
Abbassare il livello di intelligenza critica di un Paese o di una intera civiltà serve per meglio “guidarne” le popolazioni a un qualche altro “scontro di civiltà”. I Romani quando conquistarono i regni ellenistici arrestarono e demolirono l’altissimo livello delle scienze già raggiunto allora, cosa ben rappresentata dalla loro uccisione di Archimede nella conquista di Siracusa, perché a loro la scienza non serviva: per produrre, o meglio per far produrre agli altri, e godere di agi e ricchezze preferivano l’abbondanza di manodopera gratuita ottenuta con la conquista di enormi masse di schiavi per mezzo delle guerre continue che amavano fare. I cristiani quando cominciarono a radicarsi e ad avere potere commisero tra i loro primi crimini l’incendio della gigantesca biblioteca di Alessandria, come dire di Internet oggi, e l’assassinio di Ipazia, donna colpevole di essere un genio della matematica. Oggi spira un brutto venti simile, ma su scala più vasta: da Washington al Vaticano, da Kabul a Roma, dall’Everest al Cairo, da Gerusalemme a Gaza è tutto un dare addosso alla laicità e all’intelligenza critica, è tutto un pretendere il bacio alla pantofola della “tradizione”, vale a dire sotto sotto alla pantofola del clero locale, e un pretendere che tutti si bevano e anzi si ingozzino delle relative fole, miti e balle varie. scambiare la letteratura per verità, e magari massacrare gli “altri” su una tale base, non è MAi stata una bella né felice cosa.
Quando è crollato il comunismo “realizzato”, cioè l’Unione Sovietica, dal Vaticano ai fondamentalisti americani passando per i soliti Casini e Pera è stato tutto un tripudio di cori per il “risveglio di Dio”. Bene. Anzi, male. Non s’è infatti svegliato solo il Dio di questi o di quelli, ma il Dio man mano diverso che ognuno invoca e pretende sia l’unico, il solo e il vero alla faccia del Dio altrui, a seconda dei casi e del marchio di fabbrica utile per cacciare i palestinesi o per odiare gli ebrei. Comunque sempre utile per calpestare le donne e vietare possano decidere di se stesse… Il papa si è fregato le mani un po’ troppo in fretta: anche le masse islamiche, “liberate” dal comunismo in Urss e dintorni, sono corse a prostrarsi davanti al loro Allah. Gli zelantissimi “studenti coranici, noti anche come Taliban, all’epoca ammiratissimi da tutte le nostre riviste femminili e portati poco meno che come esempio dai papalini d’Occidente, iniziavano anche la corsa verso le Torri Gemelle di New York…
Se per un Berlusconi signore delle tv, della pubblicità e del blablablà consumista sarebbe una vera pacchia avere come popolazione 60 milioni di consumatori piuttosto scarsi in capacità critiche e quindi ancor più creduloni, tutta questa belle gente, fanatici in malafede o illusi in buona fede, ci sta invece trascinando di nuovo verso il baratro. Questa bella gente è gente che non sa vivere senza scatenare i periodici massacri noti come guerre. Ed essendo gente moderna e di mondo non vedono l’ora che si usino anche le bombe atomiche, e non solo in modo sperimentale in qualche lontano atollo o sotterraneo del Nevada. Chi crede nella Fine del Mondo o Armageddon che dir si voglia, chi crede che farsi saltare per aria assieme ad innocenti sia la chiave del paradiso, tutti costoro non vedono l’ora di poter favorire la Fine con un bel botto nucleare. Le guerre hanno sì il pregio di massacrare un sacco di gente “infedele” o “selvaggia”, ma anche il difetto di non portare mai alla “redenzione” definitiva tramite Fine del Mondo. Una bella e sana guerra nucleare offre invece questa allettante possibilità. Un bel progresso, non c’è che dire.
E’ per tutti questi motivi che ci si deve opporre al Nuovo Oscurantismo e rilanciare invece l’Illuminismo, pretendere che il Terzo Stato conti quanto giusto e non che contino come una volta solo il clero e i nobili, cioè oggi i ricchi, i potenti e i parassiti di vario calibro.
Ed ecco alcune delle cose cosa scritte da Moni Ovadia e Gad Lerner capaci di mandare in bestie un Rivlin o un Peres:
– http://www.libreidee.org/2009/01/moni-ovadia-perche-israele-ha-voluto-questa-guerra-miope/ – “La pace fra israeliani e palestinesi non è mai stata così lontana: le ultime elezioni consegnano Israele a una destra che in nessun modo potrebbe far digerire al paese un accordo coi palestinesi già rivelatosi “impossibile” per la leadership di centro-sinistra. «Ritengo che una simile eventualità non sia più un sogno, ma un mito», afferma Moni Ovadia su l’Unità il 13 febbraio. Il leader del Likud, Bibi Netanyahu, ha escluso ogni minima variazione dello status quo (occupazione permanente, nessuna restituzione dei territori), e «con l’inevitabile appoggio del partito razzista di Lieberman» avrà facile gioco nell’imporre come condizione non negoziabile il rifiuto di ogni concessione territoriale.
«L’opposizione, allo stato delle cose, è inesistente – accusa Ovadia – grazie al vergognoso comportamento di Ehud Barak e di tutti i dirigenti del Mapai che non hanno saputo trovare niente di meglio che misurarsi in una gara muscolare con il centro e la destra per contendersi con loro il palio del peggiore in campo, mettendo in vendita l’anima per un pugno di inutili voti».
Visto che non ci si può aspettare niente di buono dal nuovo governo di Israele, secondo Moni Ovadia non resta che interrogare gli attori della governance mondiale: Usa, Europa, Onu. «Sapranno rifiutare le aperte dichiarazioni di illegalità» giunte da Netanyahu e «condannarla senza mezzi termini come inaccettabile per una democrazia» o continueranno a «raggirare con atroce ipocrisia il sempre più abbandonato popolo palestinese?»”.
– http://www.libreidee.org/2009/03/lerner-scherza-col-fuoco-limpresentabile-governo-di-israele/
– http://www.libreidee.org/2009/04/moni-ovadia-fine-del-mito-democratico-di-israele/
Post scriptum: senza dimenticare che se in Iran c’è a capo del governo un Ahmadinejad anziché un molto più moderato Katami la responsabilità e di George W. Bush. Il suo essersi inventato di sana pianta “l’Asse del male” ha gelato la stagione delle riforme che a Teheran Katami aveva aperto, anche a favore delle donne, così come ha mandato in malora il lavoro di Bill Clinton per risolvere con la Corea del Nord tutti i problemi, missili e “atomiche” coreane comprese, con i relativi trattati pronti da firmare. L’estemporanea iniziativa di Bush ha ovviamente offeso gli iraniani, che al momento dl voto – democratico quanto quello nostro, degli Usao di Israele – hanno dato la preferenza ai loro Storace. Con i noti risultati non proprio esaltanti.
Gli iraniani, gente la cui civiltà risale a oltre 4 mila anni fa, non hanno certo dimenticato che gli Usa hanno stroncato la loro nascente democrazia quando venne eletto a capo del governo Mossadeq e Wahington, per impedire i suoi piani di nazionalizzazione dell’industria petrolifera, organizzò un colpo di Stato e corruppe con una forte somma lo scià Reza Pahlevi perché destituisse e arrestasse per alto tradimento Mossadeq. Processato e condannato, Mossadeq a differenza di Saddam non venne ucciso, ma “solo” condannato a vita agli arresti domiciliari. In compenso i comunisti e presunti tali condannati a morte furono migliaia. Tutto ciò è stata la premessa per il successivo arrivo di Khomeini al potere. Altro che le facili panzane tanto di moda!
x Anita
Le avevo inviato un post nella puntata precedente.
Un saluto.
pino
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/papa-kefiah/1.html
Breve siparietto per papa Benedetto XVI che, ieri mattina, mentre salutava i pellegrini convenuti in piazza San Pietro al termine dell’udienza generale, ha indossato per qualche secondo una kefiah che gli era stata offerta da due ragazzi. Il pontefice ha prima stretto la mano ad un ragazzo, probabilmente medio-orientale, che indossava una kefiah, quindi si e’ messo sul collo un’altra kefiah, dai colori bianco e nero, che una ragazza gli ha offerto. Dopo qualche secondo il segretario personale del papa, Georg Gaenswein, ha preso il dono e lo ha messo insieme agli altri che il Papa riceve dai fedeli.
……………………….
Chissà adesso gli sproloqui del rabbini di Roma e Tela Viv, oltre a Pacifici. E Pera? Si suiciderà? E Ferrara? Feltri? Fa Rina? Gli verrà un colpo….
Ratzy a Maryssymy
(Israele e Iran …)
Cara Silvy,
scusi ma lei fa delle domande esilaranti.
“che cosa ci faceva in Friuli il IX corpus”?
Il IX corpo d’armata dell’Esercito di liberazione iugoslavo in Friuli faceva esattamente la stessa cosa che facevano americani, inglesi, francesi, russi, polacchi, australiani, neozelandesi ecc. ecc. ecc. in tutte le zone nelle quali si trovavano e per le quali sarebbero passati. Facevano la guerra contro i tedeschi, e la facevano senza rispettare le frontiere visto che i crucchi non le avevano rispettate. Per di più loro facevano anche la guerra alla Repubblichetta e quindi erano doppiamente legittimati.
Il problema non era quindi militare ma politico. Ma questi sono problemi ostici da capire per lei.
Quanto al 25 aprile, la mia non è mai stata una festa di odio ma di gioia per l’avvenuta liberazione dalla barbarie nazi-fascista e per la fine della guerra. E’ anche una festa di distinzione tra chi ha e chi non ha certi valori. Non vedo proprio che cosa dovrei avere in comune con i fascisti, i mafiosi, i clericali.
Un saluto U.
Cara Marta,
a me l’articolo di Caracciolo sembra un invito alla guerra ed un TOTALE appoggio all’aggressione israeliana più o meno prossima e ventura. La chiusa poi mi sembra veramente inequivocabile.
Un saluto U.
Dalla puntata precedente: caro faust, a me non interessa cosa stia succedendo in Colombia o in Venezuela, al momento.
Mi interessa cosa sta succedendo in Italia.
Cosa sta succedendo adesso, non fra cinquant’anni o fra cento.
In questo momento in Italia i comunisti non esistono o, se esistono, lo sanno solo loro. In questo momento esiste il cavaliere e nessuno che lo combatta efficacemente, se vogliamo escludere Di Pietro.
La comunicazione non è fatta solo di televisione, ma in che mondo vivete?
Non li vedete i manifesti per strada? Sono un mezzo di comunicazione efficace, se ben gestiti. E le radio private? E la comunicazione capillare città per città tramite le sedi di partito? E il passaparola? E Internet?
Di Pietro usa molto Internet e, pur non avendo nessuna televisione e pur essendo osteggiato da tutti, è passato in pochissimo tempo dal 4% al 10% di gradimento, a dimostrazione di come le televisioni siano bypassabili, se solo si ha qualcosa di valido da dire e gente valida da proporre.
Ovvio che se un partito non ha niente di valido da dire, si attacca alla manfrina della mancanza di televisioni.
Ma li hai visti, proprio a Milano, i manifesti del PD? Quattro facce che dicono: se votate noi ce la faremo a uscire dalla crisi.
Ma si può?
Caro Pino,
l’ho letto.
Quando sara’ il caso ci racconti del Marocco e delle sue avventure.
Di zie ne avevo solo una, o almeno l’unica che abitava a Milano, la zia “borbottona”.
Pensi che la rivisti quando avevo 38 anni, dopo 26 anni di assenza, la prima cosa che mi disse fu:
“Ah, sei venuta a trovare la zia borbottona”.
Mi disse anche che di tutti i nipoti e pro nipoti, io ero l’unica di cui era orgogliosa, ero riuscita bene.
Con tutta la sua acidita’, mi insegno’ moltissimo. Apprezzamento delle arti, della cultura, maniere impeccabili che da bambina io risentivo e non poco.
Anita
caro Uroburo,
stamattina avevo fretta e ho tirato via.
Chiarisco:
mai stata il 4 novembre a Redipuglia o in qualsiasi altro cimitero di guerra.
Ci vado durante l’anno, andando o tornando da Trieste; così come sono andata a Caporetto a vedere il museo della 1° GM: un museo di pietà per tutti: italiani, slavi, austriaci!
Lei saprà di storia: nazioni contendenti, strategie, luoghi e date di battaglie, motivazioni dichiarate e occulte, conclusioni e spartizioni dei territori.
Ma lei trascura quelli, che con sommo disprezzo, chiama “i peli nel naso” che poi sarebbero gli uomini e le donne che fanno e subiscono la guerra;
Lei trascura gli eroismi e le vigliaccherie, i tradimenti dei fratelli,
le sofferenze dei deboli e la vita umana ridotta a nessun valore, e gli affetti spezzati…
Lei gioca a soldatini e a generali e politici offuscati da delirio di onnipotenza.
Il IX corpus era alleato dei garibaldini friulani per portare i confini al Tagliamento.
Gliel’hanno impedito gli alleati, altro che Trieste.
Ma non serve nemmeno sotterrarla sotto i documenti perchè ci creda.
Sa qual’era il motto? – Ovunque c’è uno slavo, là è Yugoslavia!
E di slavi in tutto il Friuli ce n’erano parecchi, fino al Livenza, perchè l’Austria li mandava a ripopolare territori.
Molti paesi aggiungevano al primo nome “schiavonesco”.
Forse aveva ragione Tito!
E forse ce n’erano anche in Lombardia quando era Lombardo-Veneto!!!
Ha ragione, capire i disegni scellerati politici e militari per scatenare guerre, capire l’adrenalina e gli sconvolgimenti ormonali dei maschi accecati da onnipotenza e che fanno le guerre è argomento troppo ostico per me. Non c’arrivo!!!
Ma se lo stesso impegno fosse messo per rendere più degna la vita di tutti, senza rivoluzioni che penalizzano sempre la povera gente,forse capirei…….
Leggendo qualche libro di antropologia mi sono imbattuta spesso in popoli che usavano distruggere tutto ciò che possedevano per misurare la forza e la potenza di colui che avrebbe preso il comando: colui che aveva distrutto di più!!!
Le sottolineo una sua contraddizione:
lei festeggia il 25 aprile x l’avvenuta liberazione dalla barbarie nazi-fascista e la fine della guerra,e fin qui chi potrebbe essere in disaccordo? ma porta odio e risentimento per tutti i clerico-mafio-fascisti, come li definisce lei, cioè tutti gli altri che non la pensano come lei. Me e Marco compresi!!!
Oppure ci tratta da mentecatti!
Non è atteggiamento clerico- fascista?
Ave, Sylvi
x Pino
sull’Atlante?
Sylvi
Leggendo qualche libro di antropologia mi sono imbattuta spesso in popoli che usavano distruggere tutto ciò che possedevano per misurare la forza e la potenza di colui che avrebbe preso il comando: colui che aveva distrutto di più!!!
——
Il più imbecille di tutti, quindi.
Beh, cosa c’è di diverso ora?
Cara Sylvi, il 25 Aprile è per me una data particolare, perchè segna il compleanno di uno dei miei grandi amori, nonchè il mio onomastico ( che non celebro, non credendo ai santi).
Al di là di quello, è un giorno come gli altri. Lascio ai nostalgici il desiderio di festeggiare un evento lontano, uno dei tanti che hanno avuto conseguenze epocali nella storia italiana del ‘900.
Mi sarebbe piaciuto festeggiare il distacco della Stato italiano dalle dipendenze vaticane, ma mi sa che quell’evento lo festeggeranno i miei nipoti, se mai ci sarà.
Per il resto, fascisti, comunisti, resistenza, Salò…tutta roba vecchia, lasciamola al museo delle cere.
Cerchiamo di pensare a qualcosa di nuovo, invece di star lì a sbrodolare sempre sugli stessi argomenti.
Una maniera nuova di intendere la politica, il sociale, i rapporti internazionali.
Devo constatare che il termine ‘nuovo’ suona strano alle orecchie dei più.
Non hanno ancora digerito il ‘vecchio’, se lo ruminano in tutti i modi, in continuazione. Devono capire…cosa, lo sanno solo loro.
Non va bene. Non va bene per niente!
Dobbiamo proiettarci in avanti, se veramente vogliamo renderci utili alle generazioni che abbiamo messo al mondo. Aiutare loro a proiettarsi in avanti, piuttosto che guardarsi ossessivamente indietro.
Ma che ve lo dico a fare?
x Anita
Ma no, nessuna avventutura. Un normale viaggio a tappe su fuoristrada locale, in totale meno di duemila chilometri, con a bordo 5 persone e altre quattro su un altro fuoristrada locale. Da Marrakesh alle dune di Merzouga, vicino al confine con l’Algeria, e ritorno su un’altro itinerario. A Merzouga ormai i turisti vanno sulle dune con i cammelli come fossero su una gondola a Venezia o su una carrozzella con cavalli a Roma se non sul metrò di Milano, insomma roba da Fracchia dei film di Villaggio. Non manca neppure un “campo tendato” nei paraggi con enormi quanto assurde bandiere della Heineken, quella della birra, e con i suoi occupanti che due giorni la settimana violentano l’intera notte e per vari chilometri i turisti sistemati altrove con ore e ore di assurda musicaccia di discoteca. Non capisco perché quegli assurdi rompicoglioni non vengano cacciate a calci nel sedere debitamente legati con le bandiere della Heineken….
Il Paese è affascinante, ha una storia antica e interessante, la gente è curiosa, vivace e tollerante, anche se i fanatici con la barba non mancano neppure lì (“chi non ha la barba non è un buon musulmano e perciò non andrà in paradiso”. Ridere o piangere? Mah).
Mi hanno detto che il reddito medio di un marocchino è di appena un euro al giorno e ho visto gente vivere nei posti più impensabili e dimenticati da Dio (a proposito: tuareg significa più o meno “dimenticato da Dio”…). Eppure non ho mai visto sguardi così luminosi, spesso gioiosi, specie nelle ragazze. Ho parlato con gente che vive in grotte (tre grotte per due famiglie) in un deserto di pietre, con un nugolo di bambini, qualche capra e un pozzo per l’acqua. Mi sono vergognato perché ho avuto la tentazione di rifiutare il loro tè alla menta per il timore che l’acqua contenesse qualche germe. Ma l’ho bevuto volentieri, anche perché 20 anni fa in Algeria in un baracchino ai bordi del Sahara io e un mio amico, Mario, abbiamo bevuto un tè in bicchieri di vetro che il titolare lavava con uno straccio sul quale per risparmiare acqua sputava… Io e Mario, allibiti, ci siamo fatti due risate e ci siamo bevuti due tè a testa, ottimi, però abbiamo preferito che le ragazze non lo bevessero. Quella sì che fu una avventura: due camper partiti da Roma, dormivamo in posti isolatissimi, durante la cena di Capodanno in una piccola oasi al momento del brindisi di mezzanotte ci siamo trovati una ventina di braccia che dai finestrini porgevano un bicchiere perchè anche i locali, sbucati dal nulla, volevano bere un po’ dello champagne che ci eravamo portati per salutare l’anno nuovo. Una sera mi sono arrampicato su una palma, ho segato via un enorme casco di datteri maturi e poi ho fatto molta fatica a scendere, la palma era molto alta, e al mattino ci siamo accorti che lo strano muro a ridosso del quale avevamo parcheggiato era quello di un casale il cui padrone ci venne a dare il buongiorno portandoci in dono un… casco di datteri. Non mi sono mai vergognato tanto. Un’altra volta in un paesino abbiamo adocchiato un cortile stranamente ricco di grandi rubinetti e ci siamo tuffati a lavarvi pentole e piatti. Stavamo per lavarci anche i piedi e le ascelle quando è arrivato un signore piuttosto sbalordito e contrariato che ci ha spiegato che quello era l’ingresso di una moschea…. Ci siamo sentiti, mi scusi il termine, delle merde. Nelle vicinanze di un altro paesino c’era una tempesta di sabbia, il vento non è forte ma è implacabile e ti infila la sabbia ovunque, come fosse cartavetrata, se solo ti azzardi a uscire dal camper senza essere bardato come un palombaro, perciò non sapevamo più dove “farla”, calarsi le brache all’aperto era impossibile. Ci siamo spinti in paese, ma i cessi, pardòn le toilette dei locali pubblici erano assolutamente inavvicinabili, non ho visto nulla di simile neppure in caserma durante il servizio militare. Disperati, io e Mario ci siamo infilati in un albergo (con piscina: acqua putrescente!) e facendo finta di nulla siamo saliti ai piani delle camere. Mario continuava a far finta di cercare ad alta voce “Marianne” (?) e ci siamo infilati in una mezza dozzina di camere libere sperando di trovare toilette diverse da un pozzo nero. Niente da fare! Alla fine ci siamo arresi. In una stanza con valige ancora aperte, che mi è parso fossero di una coppietta, ci siamo dati il cambio: mentre uno liberava l’intestino ormai allo stremo l’altro stava fuori dalla porta a fare il palo, per vedere se arrivava qualcuno. Ovviamente Mario ha preteso di essere il primo ad “accomodarsi” e non si è messo troppa fretta. Su quella tazza del cesso non ho osato né sedermi, anche perché non c’era né la carta né il tempo per foderarla a dovere come sempre faccio fuori casa, né salirci con la scarpe. Le risparmio i particolari, che fanno parte dell’ingegno aguzzato nelle situazioni più incredibili. [Una volta in Kenia sono riuscito a “farla” dentro, letteralmente dentro, un grande cespuglio senza che nessuno dei compagni di viaggio, fermi in gruppo a soli 5-10 metri, si rendessero conto di nulla: dopo 60 secondi ero già di ritorno, fresco e sorridente, oltre che pulito (NON rinuncio MAI al lavaggio, neppure in pieno Sahara quando la razione della toilette mattutina – faccia, denti, barba, ascelle e bidet – era di una bottiglia d’acqua al giorno)]
In quell’albergo algerino mi chiedevo, ma me lo sono chiesto anche dopo, cosa sarebbe successo se ci avessero colto sul fatto: o meglio, sulla “fatta”. E ho provato molta pena per quella coppia le cui effusioni amorose e la cui intimità e conseguente grazia celestiale erano accompagnate, e secondo me umiliate, da servizi igienici e abitudini al loro uso così pazzesche.
Quella volta arrivammo quasi al centro del Sahara algerino, e al ritorno visitammo anche Gardaia, davvero bella, dove non puoi entrare nella parte antica se non ti lasci accompagnare da una delle guide che stazionano alla porta di ingresso. A noi capitò uno studente della Sorbona. Quella del viaggio in Algeria sì che fu una avventura. A iniziare dall’ingresso dal confine tunisino, una lunga fila di gente che ogni tanto il personale in divisa bastonava per impedire la calca. Mi ha fatto una strana impressione vedermi roteare il bastone sotto il naso mentre lo davano addosso a un anziano senza che potessimo fare assolutamente nulla se non finta di niente. Avventura fino all’alba del rientro in Tunisia da un confine molto più a nord: un tizio in divisa che continuava a bere birra aveva messo gli occhi sulla figlia di Mario, 14-15 anni, e pretendeva che scendesse dal camper “solo per un saluto”. Piuttosto ci saremmo fatti scannare. Il tizio era sempre più brillo e venne a fare le sue avance una decina di volte, durante tutta l’intera notte che passammo asserragliati nei camper facendo finta di niente, ma del timbro sui passaporti mai nessuna traccia. Per fortuna all’alba arrivò una ispezione improvvisa di un paio di alti ufficiali e così ci restituirono finalmente i passaporti e ci cacciarono via in fretta e furia.
No, in Marocco non è stata una avventura, sono ormai lontani anche i miei viaggi con la Safariland in giro in gruppetti per il mondo con una ventina di Panda Fiat, dormendo nella piccola tenda sopra la stessa Panda anche in mezzo a una famiglia di sette leoni in un angolo del parco nazionale del Serengeti nel corso di una notte anche di paura davvero indimenticabile….
Però in Marocco ho rivisto una cosa che avevo già notato in Algeria, in Africa e in India e che 50 anni fa vedevo anche nel nostro sud: lo sguardo scintillante dei giovani, in specie delle donne, anche dei più poveri. Talmente luminoso che ho imparato a non guardarlo perché non capisco come si faccia a non innamorarsi a razzo di una donna con uno sguardo così e come si faccia a non portarsi via tutti i bambini poveri e spesso orfani che si incontrano con occhi così pieni di vita, curiosità e intelligenza. Mi ha colpito in particolare lo sguardo sorridente, molto luminoso e felice di una nomade che viaggiava a piedi con un neonato in una sacca sulle spalle, un asino e altre cinque persone, immagino il resto della famiglia. Ho fatto fatica a non fermare l’auto per guardare meglio tanta scintillante e umanissima grazia.
Poi, tornato in Italia, la conferma che da noi quel tipo di sguardo non esiste più, neppure al sud. E’ come se ne fosse stata spenta la luce. Mi verrebbe da dire che è stata accesa la televisione, ma spenta la luce degli occhi, “quella” luce. E’ una luce che ormai hanno solo – a volte – gli innamorati nel periodo fatato. Forse in Europa e in Occidente non siamo più innamorati della vita. In Marocco ho avuto una nuova conferma che c’è invece ancora una larga fetta di umanità che nonostante tutto ne è molto innamorata. Forse è per questo che ho visto una marea di bambini anziché la marea di cani con la quale ci isoliamo qui. E forse è per questo che i vecchi non vengono né nascosti né spediti all’ospizio e neppure mollati alle badanti. Si direbbe che, come da noi una volta, facciano parte della vita.
Un abbraccio.
pino
P.S. Sono contento che la sua zia abbia saputo apprezzarla.
x Sylvi
Mi pare fosse l’Antiatlante, o qualcosa di simile. Dico “mi pare” perché quando mi prende l’incantamento da viaggio non ascolto ciò che mi si dice: vado, guardo, osservo, gironzolo, in silenzio, mi fuma il cervello meglio di qualunque droga. Mia moglie ama leggere la guida, cosa che io detesto: lei parla, parla, parla, legge le “cose interessanti” della guida, ma io non ascolto, proprio non ci riesco, è come legermi il menù di un risorante o parlarmi della bellezza di una donna: preferisco sbrogliarmela diversamente.
In questi viaggi, osservo molto, mi ingozzo di immagini, ma sto molto attento a non guardare negli occhi le donne, specie se giovani, per il motivo che ho appena spiegato ad Anita. Eppure, capita sempre che si venga afferrati alla gola da emozioni forti, che restano chiuse a chiave dentro di me anziché essere vissute. Purtroppo.
Il mondo è un posto incantevole. Un paradiso. Anche delle urì… Che troppi mascalzoni si industriano sempre per trasformarlo in un inferno. Purtroppo ci riescono spesso.
Un abbraccio.
pino
caro Marco,
a te gli auguri di buon onomastico li farò lostesso perchè S. Marco a Venezia e in provincia è, era forse, una festa grande e speciale.
Quando ero piccola, per S.Marco, si faceva una grande festa, una festa delle donne e dei bambini che, quel giorno, lasciavano a casa gli uomini ad arrangiarsi e andavano o in laguna o per i prati a fare il picnic.
Ricordo ancora le tovaglie stese, le torte e le frittate e i salami, tenuti nascosti agli uomini perchè non se li mangiassero!
E le chiacchere e i pettegolezzi piccanti, e i nostri giochi.
Le nonne ci raccontavano, per l’ennesima volta, la storia di S.Marco che peregrinava per queste terre.
E di quando i cristiani, per riportare le reliquie di S.Marco a Venezia, lo avvolsero in carne di maiale perchè i mussulmani ne fossero schifati e non lo toccassero!
E di quando, durante la costruzione della Basilica a Venezia, per salvaguardare le reliquie del Santo dai ladri, le nascosero in una colonna e poi si dimenticarono quale fosse e non lo trovavano più…
Insomma un Santo piuttosto avventuroso che ha accompagnato tutta la mia infanzia!
Poi c’era un Marco d’Aviano, altrettanto avventuroso e viaggiatore a Est…
Insomma porti un nome importante!!!
mandi Sylvi
Si, la luce negli occhi di quei bambini l’ho notata anch’io nelle immagini che stampavo, scattate dai miei amici grandi viaggiatori.
Mi è rimasta impressa una immagine bellissima di un sikh dal viso austero, che portava a cavalluccio una bambina di circa 3 anni, aggrappata al turbante! I bambini indiani, ancor più di queli africani, avevano uno sguardo di una luminosità impressionante. Uno sguardo che vedo in parte anche nei ragazzi dello Sri lanka che a Milano lavorano al mercato del pesce o vendono fiori. Non tutti, certo, esistono anche sguardi torvi o spenti. Ma quando possiedono quella luce…ti chiedi se sono terrestri o cos’altro.
Terribile vedere in quali tristi condizioni a volte sono costretti a vivere, in zone dove c’è la guerra perenne o la fame perenne.
Terribile sapere che in qualsiasi momento possono subire violente terrificanti di ogni genere, possono essere venduti, schiavizzati, uccisi, martirizzati…
Ti chiedi il perchè e la risposta risiede nella cattiveria, nell’estremo egoismo, nella brutalità bestiale di quelle persone che hanno forma umana, ma di umano hanno solo quello.
Terribile, perchè alcuni di quelli sono spesso tra noi, riveriti come persone importanti, pronti a qualsiasi nefandezza pur di riempire il portafoglio o di appagare le loro aberrazioni mentali.
Cara Sylvi, mi chiamo Marco ma avrei dovuto chiamarmi Savino, stando alle tradizioni di queste parti, dove il primogenito porta il nome del nonno paterno.
Mia madre mi raccontava di come l’aver infranto la tradizione le avesse causato l’ostracismo da parte dei familiari di mio padre. Nessuno dei miei fratelli ha un nome derivante dal parentado. Mia madre e le mie zie materne invece, seguivano l’usanza della provincia cagliaritana, dove al neonato si imponeva il nome del santo del giorno. A mia madre è capitato Sebastiana, a una mia zia, Veneranda. paese che vai, usanze che trovi.
Mia madre mi raccontava che san Marco era un santo avventuroso e fuori di ogni regola. Beh, un po’ gli assomiglio e poi dovrebbero per davvero farmi santo, per il mio compito di consolatore di ragazze amareggiate, ma non so se possa essere motivo di santità, in una religione che ha orrore di certe cose…
Cara Silvy,
dove stia l’odio nei suoi confronti mi piacerebbe proprio saperlo. Nei confronti di Marco poi ….
Però non sono per nulla d’accordo d’accordo con quel che dite e, nel suo caso specifico, ho dei valori di fondo che sono opposti ai suoi. Io, ad esempio, riconosco pochissimo o nessun valore al nazionalismo.
Dall’altra parte trovo che alcune vostre affermazioni sono del tutto peregrine e fuori dalla realtà. Nel suo caso poi trovo che lei, spessissimo, argomenta in modo del tutto illogico.
Sono cose che abbiamo visto tante volte.
Che poi lei ami trasformare in odio, parola grossa e decisamente troppo faticosa, quella che è una grossa differenze di opinioni ed un giudizio negativo delle sue capacità di ragionamento, questo è proprio un altro par di maniche.
Un saluto U.
Protest against evictions and demolitions in Nigeria and Palestine
Host:
The Israeli Committee Against House Demolitions (ICAHD)
Type:
Causes – Protest
Network:
Global
Date:
Sunday, April 26, 2009
Time:
6:00pm – 8:00pm
Location:
Embassy of Nigeria שגרירות ניגריה
Street:
Gordon Street רחוב גורדון 34
City/Town:
Tel Aviv-Yafo, Israel
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Phone:
0545683419
Email:
info@icahd.org
Description
In Nigeria, Palestine, Israel and the rest of the world, all people have the right for a roof above their head – a right that is taken by governments
The Nigerian government has, since June 2008 carried out the forced eviction of over a million people in Port Harcourt in Rivers State for the “Silverbird” project. The city has become a further victim of the wide-spread and unjust urban globalization efforts, for the purpose of “beautification” and mass-scale private investment plans, without taking any consideration of the existing inhabitants. Please see the Zero Eviction Nigeria Campaign* for more information about the situation, as well as the open letter** calling on the President of the Federal Republic of Nigeria.
The actions of the Nigerian government are familiar and in a way mimic the actions the Israeli government which continues to displace the Palestinian people, both inside the ’49 Armistice Lines and inside the Occupied Palestine. We reject all government and military’s actions of evictions and demolitions that are in violations of numerous international covenants and of basic morality and demand they recognize the right of every man and women for a home!
On Sunday 26 April, 2009 at 18:00 (6pm) we will demonstrate outside the Nigerian Embassy: 34 Gordon St. Tel Aviv, demanding an end to the policies of demolition and evictions. We will stand in solidarity with the people of Port Harcourt in Nigeria and the National Union of Tenants of Nigeria who are suffering from such attacks, and call to stop the land theft and eviction carried out against Palestinians. Join us expressing our opposition to the evictions and demolitions that are part of an international trend to use an abuse those who do not have the power to fight it. Help us resisting united against all types of oppression and theft of land or housing.
Stop evictions and demolitions in Nigeria, Palestine
and Israel!
בניגריה כמו גם בפלסטין, בישראל ובשאר העולם, לכל אדם יש את הזכות לדיור, זכות ששוב ושוב
בלקחת על ידי השלטונות.
מאז יוני 2008 גירשה ממשלת ניגריה יותר ממיליון תושבים בעיר פורט הארקורט שבמדינת ריברס, לטובת פרויקט הנדל”ן “סילברבירד”. העיר הפכה בכך לעוד קורבן של מאמצי הגלובליזציה הנרחבים והבלתי-צודקים, המיועדים ל”שיפור חזות העיר” ולקידום תוכניות השקעה פרטית בקנה-מידה נרחב, בלי כל התחשבות בתושבי המקום. לפרטים על המצב אנא ראו באתר “אפס גירוש – ניגריה”* וכן במכתב הגלוי** לנשיא ניגריה.
פעולות ממשלת ניגריה מוכרות, ובאופן מסויים מחקות את פעילות הממשלה שלנו שממשיכה לגרש פלסטינים, גם בתוך קווי שביתת הנשק של 1949 וגם בשטחים הכבושים. אנו שוללים כל פעולה של כל הממשלה וצבא המפנים והורסים בתים של אזרחים, בהיותן הפרות של אמנות בינלאומיות רבות, וכן של עקרונות מוסריים בסיסיים, ודורשים ולהפסיק את מדיניות הגירוש והגזל.
ביום ראשון 26 באפריל תתקיים הפגנה מול שגרירות ניגריה, רח’ גורדון 34 תל-אביב, בה נביע הזדהות עם תושבי פורט הארקורט בניגריה ואיגוד הדיירים הלאומי של ניגריה, הסובלים מפינויים וגזילת אדמות, ונקרא בסולידריות לשים קץ גם למדיניות ההריסות, גזל האדמות והגירוש המופנים כלפי הפלסטינים, מתוך הבנה שמדובר במגמה בינלאומית המדכאת את כל מי שאינו יכול להתנגד לה ושההתנגדות לה צריכה לבוא בצורת סולידריות בין כל מי שדוכא ושנלקחה ממנו זכותו הטבעית לדיור.
די למעשי הגירוש וההריסה בניגריה, פלסטין וישראל!
קראו עוד בנספח!
* http://eng.habitants.org/zero_evictions_campaign/zero_evictions_in_nigeria
** http://www.hlrn.org/img/cases/NIG-OL-120109.pdf
caro Pino,
ho fatto quel viaggio fino a Merzouga sette anni fa.
Domani aggiungerò qualcosa, dal mio punto di vista, su bambini e scuola!
Buonanotte
Sylvi
E’ morto Paride Batini il leader dei portuali di Genova!
Lo voglio ricordare, anche se Lui era un” vecchio”..
Oggi bisogna essere ..”nuovi”…
Paride Batini non ha fatto La Resistenza ,
ma a 16 anni Lui era a Genova contro i Miliziani di Tambroni,insieme a tanti altri durante quegli inizi degli anni 60..
per contrastare il nuovo che avanzava…
Oggi si dice che bisogna essere nuovi , mah!
De che?
cc
x Controcorrente
Bisogna essere nuovi, sì: nuovi Paride Batini. E nuovamente sempre resistenti.
‘Notte.
pino
Arriveranno!! arriveranno!! i nuovi Paride arriveranno, le crisi come le guerre generano miseria fame umigliazioni e conseguente inevitabile ribellione e le ribellioni esprimono sempre “capi popoli” più o meno carismatici, credo proprio che arriveranno presto, noi “vecchi” stenteremo a riconosceli perché saranno diversi da quelli della nostra generazione come noi lo eravamo di quella passata, mediamente più colti, viaggeranno sul web, magari qualcuno avrà la pelle scura qualche altro gli occhi a mandorla, ma arriveranno.
Antonio- – – antonio.zaimbri@tiscali.it
GENOVA
” Ci accusavano di essere l’aristocrazia operaria ed in effetti era vero,anche se la nostra” forza “era una garanzia per tutti.Adesso siamo diventati dei cottimisti che prendono 1200 euro al mese quando va bene,facendo turni 365 giorni l’anno,24 ore su 24 ore.
Paride Batini
(manager dei portuali genovesi,duemila euro al mese in busta paga,dopo 53 anni di contributi versati)
IVREA
Da La “sentinella del canavese”(riassunto)
Gruppo di studenti del Liceo Gramsci di Ivrea chiede alla preside di esporre striscione di Solidarietà a Pino Masciari(tra l’altro cittadino onorario di Ivrea)uomo che si è opposto ai ricatti e ai soprusi mafiosi.
La Preside e il Consiglio di istituto si “oppongono”.
Dicono gli studenti, ::”la Preside ci ha comunicato di pensare a studiare …ritengo che i simboli,prima di tutto si debbano portare nel cuore..dice …
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Già ,già ..mi sembra giusto ..pensate a studiare ,Credere ,Obbedire ,Combattere..perchè poi se si mette uno striscione per UNO lo si devere mettere per tutti ..che so anche per La Paradiso che sviene in diretta da Chiambretti…ognuno infatti porta nel cuore i propri i simboli..e che so magari chi “deve” assumersi delle Responsabilità,ha altro a cui pensare..(Report docet)
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Tuuto è infatti “opinabile” ..ormai “…
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Spegnere “le coscienze”fin da subito, nella melma indistinta dell’opinabile..e dell’indistinto..ECCO IL NUOVO CHE AVANZA..
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cc
Paganini non ripete… Faust invece si, e riposto….
Faust x Ahmadinejad::: Ha detto La Verità… O, no!! { 20.04.09 alle 20:46 }
… non capisco!!?? Ma xcchè è scandaloso dire La Verità… da quando dire la verita è un eresia???? cche isdraele è uno stato genocida e razzista e abbia ggia tentato e realizzato a Gaza… ammoo di esempio, sul proseguo del genocidio totale… dei palestinesi… (atomico???) Tutti i mammalucchi bianchi approtestare x le verita, dettegli in faccia, da Ahmadinejad…. e Nessuno dice ppiu gniente del genocidio dei palestinesi… Un Popolo che NON HANNO PIÙ NIENTE… se non i morti da seppellire… fino aqquando???
Usa condannano, ma non chiudono il dialogo. Gli Stati Uniti desiderano ancora «avere un dialogo» con l’Iran nonostante le dichiarazioni dell’Iran. L’incaricato d’affari americano all’Onu Alejandro Wolff ha definito oggi «vergognoso, vile e odioso» il contenuto del discorso del presidente iraniano, molto violento nei confronti di Israele. Ma il portavoce del dipartimento di stato Robert Wood, pur condannando a sua volta il contenuto del discorso di Ahmadinejad, ha lasciato la porta aperta al dialogo tra Washington e Teheran.
Vaticano: libertà d’espressione vale anche per l’Iran. La libertà d’espressione vale per tutti, anche per il Presidente dell’Iran, il quale ha fatto un discorso aggressivo verso Israele ma non ha negato l’Olocausto, né si è espresso in favore della distruzione dello Stato d’Israele; del resto è nella natura delle Nazioni Unite dare spazio a tutte le voci, anche a quelle estremiste con le quali spesso non si è affatto d’accordo. È quanto ha detto ai microfoni della Radio Vaticana l’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, mons. Silvano Tomasi, spiegando la scelta di non lasciare l’aula del dibattito quando è intervenuto Ahmadinejad. «Egli ha usato delle espressioni estremiste – ha detto Tomasi in riferimento alle parole del leader iraniano – con le quali non si può essere d’accordo in alcun modo; ma allo stesso tempo, nel dibattito che si svolge nel contesto della comunità internazionale che s’incontra alle Nazioni Unite ci sono delle opinioni qualche vota radicali che non possono essere condivise ma che è necessario ascoltare perchè è questo l’ambiente e la natura delle Nazioni Unite: essere il forum nel quale tutte le nazioni si esprimono»
Pronto a incatenarmi se Berlusconi non manterrà le promesse.
Confermo a ciascuno di voi che il mio impegno e la mia volontà saranno spesi per fare della Sardegna la nostra terra che torna a sorridere.
Ugo Cappellacci, presidente della Regione Sardegna
Il capocomico che ci governa non smette di sbalordire il mondo.
Il G8 a l’Aquila, quel che il premier non ha detto
Già buttati 320 milioni. «La Sardegna è ferita»
Berlusconi tira fuori un’altra delle sue: «Il vertice del G8, previsto dall’8 al 10 luglio a La Maddalena, sarà trasferito a L’Aquila», come «segno di vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto».
Il governatore sardo Cappellacci a denti stretti: «La decisione creerà problemi tecnici».
Il sindaco de La Maddalena è sconcertato: «Cosa dirà ora la Corte dei Conti?
I lavori rimarranno a metà?». Stefania Pezzopane al sindaco di Olbia: «È vero, vi abbiamo scippato il G8».
Da Obama un prudente “vedremo” mentre Angela Merkel: «Il G8 e le misure di sicurezza non si improvvisano».
A La Maddalena, tutto da rifare.
I cantieri in Sardegna, ormai inutilizzati
Il grande buffone italiano non si smentisce mai!!!
G8 spostato a l’Aquila
Quel che il premier non ha detto:
Già buttati 320 milioni in Sardegna
Mi chiedo se la gente nelle zone terremotate ha davvero bisogno di quest’altro tipo di terremoto. Inoltre non capisco l’affermazione dello psiconano, che i No Global non verranno all’Aquila. Cosa glielo impedirebbe?
L’unica cosa che mi diverte e’ l’idea della strizza che verra’ ai vari capi di stato, i quali forse temeranno di rifiutarsi per non fare la figura dei vigliacchi.
Chissa’ che quando saranno tutti riuniti sopra la faglia, un bel terremotino solo sotto i loro bottoms, con la scritta ” Special for you”…
Caro Vox,
c’è sempre del “positivo” in tutte le assurdità.
A questo punto ,altro non ci resta da fare che pregare che tutto avvenga secondo quanto da te “scherzosamente” pronosticato.
L’unico inconveniente che mi impedisce di Aderire a tale pronostico è che Il terremoto Aihmè non colpisce in modo selettivo e mirato.
Per il resto , non c’è che da rimanere “allibiti”.
Siamo alla “pazzia” più totale..credo che il Capo abbia ormai perso il sensso della “ragione” e con esso quei milioni di elettori che a dispetto dei “santi” lo voteranno comunque.
Quindi non ci resta che “pregare” per noi stessi.
E “sperare” nella divina provvidenza che sempre “puntuale ” arriva a spianare e livellare , un pò come la Morte.
cc
ps- comunque non c’è da temere per i grandi della terra,..è stata solo una proposta,che se si dimostrerà non applicabile, servirà al Ducetto per dimostrare ancora una volta la buona volontà ..nei confronti dei poveri e afflitti terremotati abruzzesi..
Si vive anche di speranze in fondo..E? il NUOVO CHE AVANZA
e comunque alla fine sarà sempre colpa DELLA SINISTRA.
L’ INUTILE G-20
(e altrettanto inutile sara’ il G-8: i soldi sarebbero meglio spenderli per aiutare la gente)
di Damien Millet & Éric Toussaint
Réseau Voltaire
Coloro che dal G20 si aspettavano misure concrete per risolvere la crisi economica mondiale possono stare freschi. Non si è trattato, in effetti, che di parlare di finanza e di stabilire quali nuovi mezzi fornire al FMI (Fondo Monetario internazionale) e alla Banca Mondiale perché possano portare avanti la loro politica di SFRUTTAMENTO del terzo mondo [e non solo di quello].
Rompendo tutte le possibili resistenze, la crisi offre un’occasione insperata ai padroni del capitalismo per accellerare la globalizzazione del sistema.
[…]il summit G20 non è stato organizzato per trovare soluzioni reali, è stato convocato in fretta e furia una prima volta il novembre scorso per tirar fuori dai guai i potenti e colmare le crepe di un capitalismo in piena crisi.
[…]Va da sé quanto sia necessario abolire i paradisi fiscali. Sarebbe facile deciderlo. Basterebbe vietare alle aziende e ai residenti di avere attività o di intrattenere relazioni con partners situati in paradisi fiscali, di fatto facilmente identificabili. I paesi dell’Unione Europea che funzionano da paradisi fiscali (Austria, Belgio, Gran Bretagna, Lussemburgo…) e la Svizzera, firmataria dell’accordo di Schengen, devono togliere il segreto bancario e mettere fine una volta per tutte alle loro pratiche scandalose.
Purtroppo il G20 non si è mosso in questa direzione: sono stati sanzionati pochi casi emblematici, misure irrilevanti sono state imposte ai paesi coinvolti e una lista nera, accuratamente epurata, dei territori “non-cooperativi” (la City di Londra, il Lussemburgo e l’Austria hanno ottenuto l’esonero) è stata redatta.
D’altro canto, le remunerazioni dei dirigenti delle grandi aziende, inclusi paracaduti dorati e i bonus più vari, sono meramente scandalose…Il G20 “controlla” queste remunerazioni per una durata limitata (fino alla fine del 2010 in Francia). La logica stessa non è assolutamente messa in causa, ne vengono solamente smussati gli aspetti più insostenibili per farla durare più a lungo.
Al di là della questione dei paradisi fiscali e dei super-bonus dei padroni, per i quali nessuna eventuale sanzione è stata mai specificata, i paesi del G20 cercano continuamente di risollevare le banche…Il libero mercato e la deregulation forsennata hanno condotto a un fiasco clamoroso e il G20 ne trae conclusioni che i popoli non possono accettare: l’obiettivo è cercare di salvaguardare costi quel che costi il libero mercato, prerogativa esclusiva dei potenti che non intendono lasciare nulla del loro dominio ai più deboli.
Poco importa al G20 se il FMI è stato un attore protagonista nell’imporre tutte le politiche di aggiustamento strutturale sin dagli anni ’80; al contrario il G20 lo ringrazia di essere stato il grande coordinatore delle privatizzazioni a oltranza, della liberalizzazione dell’economia, dell’apertura dei mercati e della riduzione drastica dei budgets sociali. Il FMI, seppur discreditato e delegittimato a livello mondiale, è stato rimesso al centro del gioco politico-economico grazie a un nuovo apporto di fondi da qui al 2010.
Una bella mano di vernice su un mondo in rovina, ecco cosa è stato il G20.
[…]Coloro che avevano annunciato la fine del movimento no-global han preso un granchio e quest’ultimo ha invece dimostrato di essere in grado di sollevare grandi mobilitazioni. In Francia, il 29 gennaio e il 19 marzo scorsi, i lavoratori dipendenti, i disoccupati e i giovani hanno affermato con forza di volere altre soluzioni alla crisi, che non consistano nel salvare i banchieri, costringendo i poveretti che stanno sotto a stringere la cinghia.
[…]Il G20 ha pensato a vegliare sulla preservazione della logica neoliberista, determinato a ristabilire la sacrosanta crescita, sul cui significato intrinseco è meglio non indagare, e a resistere al demone del protezionismo. I principi erronei sono affermati ancora una volta: il G20 si riconferma radicato a “un’economia mondiale aperta basata sui principi del mercato”, dunque il suo sostegno al dio mercato non è discutibile. Il resto non è che un’illusione.
http://www.voltairenet.org/article159642.html
A questo punto ,altro non ci resta da fare che pregare che tutto avvenga secondo quanto da te “scherzosamente” pronosticato.
@ CC
E chi scherzava?
: -)
@ CC
Comunque, hai ragione sul fatto che sia una mossa pubblicitaria (come, del resto, tutto quello che fa: l’uomo e’ uno spot ambulante)
Ho un buon margine di certezza che, in realta’, la cosa non si fara’, perche sara’ dichiarata non fattibile, tutti tireranno un sospiro di sollievo e lo psiconano incamerera’ piu’ voti. Avvoltoio pronto a nutrirsi anche dei cadaveri e delle rovine lasciate dal terremoto, pur di raggiungere i suoi scopi.
caro CC,
vorrei farti notare che il presidente del consiglio di Istituto è un genitore! Che il consiglio è composto da metà docenti e metà genitori e studenti.
Che la Preside conta meno del presidente, nel caso!
Che alla preside, genitori e studenti avrebbero dovuto far notare la solidarietà a un cittadino onorario e che sarebbe stato giusto, oltre a “studiare” fare una analisi approfondita sulla mafia, la sua storia e la sua geografia con una serie di Unità Didattiche documentate!
Difficile combattere contro una squola dequalificata e formata da impiegati, non docenti, ma non è impossibile!
Sarebbe opportuno che genitori e studenti mettessero per iscritto richieste motivate e pretendessero risposte motivate, regolarmente protocollate!!!
Funziona, credimi!
Vo a fa el risot!
Sylvi
x CC
dimenticavo: il tutto da passare alla Sentinella del Canavese!
Salutami il Canavese!
Sylvi
Si puo’ ignorare il presidente iraniano quanto si vuole,
ma i fatti restano:
ISRAELI TORTURE IS SYSTEMATIC AND “LEGAL”
Le torture israeliane inflitte ai palestinesi sono sistematiche e sancite per “legge”. Inoltre, si sospetta un coinvolgimento israeliano nelle torture dispensate a Guantanamo (con tecniche ed esecutori mercenari).
Tutto l’articolo su:
http://www.middleeast.org/archives/1999_01_13.htm
Torture Usa/Israele
The Israeli Torture Template
http://www.counterpunch.org/madsen05102004.html
Stando a fonti offerte dall’amministrazione Bush e dall’intelligence americana, nella prigione di Abu Ghraib erano stati impiegati anche operatori israeliani che parlavano arabo e che hanno assistito gli americani sia nel condurre gli interrogatori, sia nello sviluppare il cosidetto “R2I” (Resistance to Interrogation) ovvero le Tecniche per la Resistenza agli Interrogatori.
Molti dei metodi di tortura applicati in Iraq erano stati creati in Israele, nel corso di molti anni, per gli interrogatori dei prigionieri arabi, sia nei territori occupati, che in Israele [che poi’ e’ tutta un territorio occupato].
Lo scandalo piu’ recente:
La Rice implicata nel dare il via al waterboarding
(e Rumsfeld?!…)
http://rawstory.com/news/2008/Rice_gave_early_waterboarding_green_light_0423.html
Da ieri anche sui quotidiani italiani
RIVOLTE PALESTINESI
Bethlehem – Ma’an/Agencies – Centinaia di palestinesi hanno opposto resistenza alle forze militari israeliane che erano arrivate nel villaggio Kfar Qassem con l’intenzione di demolire delle serre, proprieta’ di paelstinesi, cittadini israeliani.
La rivolta delvillaggio del West Bank, nei pressi della citta’ di Tulkarem, dal lato israeliano del muro, ha impedito la demolizione dell’edificio, attualmente in costruzione.
Fonti israeliane riportano che 5 ufficiali israeliani sono rimasti feriti dalle pietre lanciate dagli abitanti del villaggio, quattro dei quali sono stati arrestati.
http://www.maannews.net/en/index.php?opr=ShowDetails&ID=37313
Nobel Laureate Accuses Israel of ‘Ethnic Cleansing’
Il Premio Nobel per la pace, Mairead Maguire (irlandese), ha accusato Israele di compiere la pulizia etnica nei territori occupati di Gerusalemme-Est, dove si progetta la demolizione di oltre 90 case abitate da arabi.
“I believe the Israeli government is carrying out a policy of ethnic cleansing against Palestinians here in east Jerusalem,” said Maguire, who won the 1976 Nobel prize for her efforts at reaching a peaceful solution to the violence in Northern Ireland.
“I believe the Israeli government policies are against international law, against human rights, against the dignity of the Palestinian people,” she said at a news conference.
http://www.commondreams.org/headline/2009/04/22-1
WATERBOARDING VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=4LPubUCJv58
Christopher Hitchens si sottopone volontariamente al waterboarding e descrive l’esperienza.
Per sicurezza, gli vengono messi in mano dei clappers metallici (perche’ possa comunicare ai “torturatori” che non ne puo’ piu’), clappers che naturalmente non vengono forniti ai torturati veri. Inoltre, gli viene detto che se grida la parola “RED”, i torturatori si fermeranno (ma anche questo non viene fatto con “pazienti” veri).
Hitchens riesce a resistere appena pochi secondi e racconta del panico che lo assale, quando, oltre all’acqua, prova anche il senso di soffocamento inflitto dall’asciugamano che gli ostruisce naso e bocca. Quindi, annegamento e soffocamento al tempo stesso. Inoltre, non e’ in grado di urlare “RED!”, solo di rilasciare i clappers. E’ stata un’esperienza terribile.
Intanto, pero’, a essere “Hitler” e’ Ahmadinejad, il presidente di un paese che per oltre 200 anni non ha fatto la guerra contro nessuno, non ha minacciato militarmente, ne’ invaso altri stati sovrani.
Se Ahmadinejad e’ Hitler, allora i presidenti e i ministri israeliani, da 60 anni a questa parte, cosa sono? Satana elevato alla quinta potenza?
Il MOSSAD HA ALLENATO LA POLIZIA EQUADOREGNA
IN TECNICHE DI TORTURA TRA IL 1986 E IL 1994
http://www.voltairenet.org/article131470.html
ISRAELE RICATTA OBAMA PER L’ IRAN
Israel Blackmails Obama
Israel seeks price for peace in Palestine
By Howard Schneider and Glenn Kessler,
Los Angeles Times-Washington Post
April 22, 2009, 23:05
Occupied Jerusalem: Israel will not move ahead on the core issues of peace talks with the Palestinians until it sees progress in US efforts to stop Iran’s SUSPECTED pursuit of a nuclear weapon and TO LIMIT TEHERAN’S RISING INFLUENCE IN THE REGION, a top government officials familiar with Prime Minister Benjamin Netanyahu’s still-nascent policy on the issue said.
http://www.gulfnews.com/region/Middle_East/10306809.html
Israele non portera’ avanti i negoziati di pace con la Palestina, se gli Usa non si sforzeranno di fermare l’Iran, SOSPETTATO di voler costruire armi nucleari, e se gli Usa NON LIMITERANNO LA CRESCENTE INFLUENZA DELL’IRAN nel Medioriente
[credo che quest’ultimo sia il motivo vero e fondamentale di Israele].
“Israele non portera’ avanti i negoziati di pace con la Palestina, se…..”
Cara Vox, ma Israele porta avanti solo i carri armati e i bombardamenti, oltre alla solita ipocrisia del far finta di volere i negoziati di pace.
Davide
SIONISMO NON E’ RAZZISMO ?
Un giornalista frigge sulla griglia l’ambasciatore britannico, il quale tenta di spiegarci che il sionismo e il razzismo sono due cose differenti e che “loro” hanno lottato duro alle Nazioni Unite per mantenere questo distinguo [si vede che ce n’era motivo e che non sono stati convincenti]
VIDEO
http://palestinethinktank.com/2009/04/23/incredible-grilling-of-uk-diplomat/
[Journalist]Jeremy Paxman: What is the difference between Zionism and racism?
[UK Ambassador]Peter Gooderham: Well we see the two as being quite distinct…
Jeremy Paxman: Yeah what’s the difference?
Peter Gooderham: Well Zionism is a political movement related to the establishment of a homeland…
Jeremy Paxman [quietly]: So are some forms of racism.
Peter Gooderham:…a Jewish homeland, in the er…in what is now Israel and racism is something else. I mean racism is, I think we all know it when we see it and it’s not, it’s not that, and we have fought long and hard at the United Nations to keep that, to maintain that distinction…
@ Davide
Obviously.
cara Sylvi,
consiglio accolto e girato a chi di dovere.
Vodka ottima, per i Bianchi, attendo occasioni migliori.
Ciel coperto in Canavese oggi.
ciao
cc
xVox
visto che lo apprezza tanto, potrebbe pero’ avere la correttezza di dire ai bloggers che il vecchio Jeremy (l’ho visto spesso in TV) Paxman e’ ebreo, o no? Dati tutti i commenti a mio avviso poco gentili che lei spesso fa sugli ebrei nel mondo, in Russia, etc
Peter
ps
non se l’abbia a male, ma le cose o si friggono o si grigliano…persino un pessimo cuoco come me lo sa…
x i bloggers giardinieri
vi prego miei prodi, datemi ora un consiglio sull’altro alberetto di pero (quello legittimo), che e’ stracarico di ‘pere’ (in realta’ sono poco piu’ che fiori). E gia’ che ci siete, anche sui susini stracarichi di ‘susine’. Gli alberetti hanno appena un anno ciascuno…mi chiedo se devo lasciare i frutti ‘in nuce’ cosi’ come sono, o se converrebbe rimuoverne una gran parte per alleggerire il carico (anche se mi si spezzerebbe il cuore a farlo).
La richiesta e’ rivolta particolarmente ad AZ, il quale mi pare colui che ne capisce di piu’
grazie
Peter
Varese, arrestati per omicidio di un 17enne
“Da quei ragazzi una ferocia inaudita”
VARESE – Due ragazzi di 19 e 20 anni in manette a Varese per l’omicidio del 17enne Dean Catic, italiano di origine croata, assassinato con “inaudita ferocia” nella città lombarda lunedì scorso. Gli agenti della squadra mobile della questura hanno arrestato il 20enne Jacopo Merani e il 19enne Andrea Bacchetta, accusati di essere i responsabili dell’omicidio.
I primi dettagli che emergono sono agghiaccianti. Alla questura di Varese, spiegano che l’omicidio è maturato dopo una serie di screzi tra la vittima e gli arrestati. Lunedì scorso al termine di una discussione con i due iniziata in un bar, Catic è stato accoltellato a bordo di un’auto, dopo essere riuscito a scappare è stato raggiunto e colpito con una decina di fendenti.
Il 17enne non è crollato, ha cercato di risalire sull’auto ma è stato colpito ancora da una coltellata alla schiena. Gravemente ferito, ma ancora vivo anche se incapace di reagire, è stato caricato in auto e portano nel giardino della casa di Jacopo Merani. Il ragazzo rantola e i due, con un piccone, gli danno il colpo di grazia. Poi il corpo è stato avvolto nel cellophane e seppellito sotto un metro di terra.
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NON E’ POSSIBBOLI! I ASSASSINNI DEBBONO ESSE STATI ALBANESI O MAROCCHINI O RUMMENI.
W L’ITTAGLIA E LE SUE GLORIOSE GGENTI
W IL PAPA
W IL BUSH (DER KUL)
x PETER
Crepo di invidia. Degli alberelli da frutta della mia terrazza mi danno soddisfazione solo i fichi e un po’ d’uva (3-4 chili) le due “vigne” (!). Qualche rara pesca, l’arancio, il mandarino, i cachi, l’albicocco e il ciliegio, ho dovuto darli via. E sono rimasto di sale quando ho visto che a pianterreno, nel micro cortile del portinaio, quelli dati a lui danno invece non pochi frutti.
Ho anche due melograni, piccoli: fanno molti fiori, che iniziano a trasformarsi in frutti, però immancabilmente cascano tutti a terra prima di diventarlo per davvero. L’anno scorso finalmente ne sono arrivati sani e salvi a maturazione due: bruttini e immangiabili.
Ho anche un piccolo ulivo, messo nell’angolo più esterno della terrazza: mi dà sempre l’impressione che guardi sconsolato la Val Padana chiedendosi che cavolo c’entra lui (e io? Mah).
pino
caro Peter,
non si può avere la moglie piena e l’amante ubriaca!!!!!(a lei piacciono!!!)
Sono incinte entrambe …e bisognava prevenire!
La stagione è inoltrata perciò si tenga quello che c’è!
Se taglia adesso fa soffrire entrambe.
Aspetti l’Autunno, il riposo, e poi dia una bella sforbiciata!
La prossima primavera troverà i fiori giusti e in estate i frutti …
selezionati!
S.M.C. mi scomunicherà per istigazione all’aborto!
Vado a dire Tre Pater-Ave-Gloria!
Ps: AZ le darà le risposte serie!
mandi Sylvi