Cosa unisce l’Italia e il Quirinale dei Napolitano a quella dei Berlusconi? Nulla. Ed è il nulla sul quale siamo pericolosamente sospesi

Cosa hanno in comune Giorgio Napolitano e Berlusconi? O meglio: cosa hanno in comune l’Italia rappresentata dall’attuale presidente della Repubblica e quello che aspira a diventare il prossimo? Assolutamente nulla, a quanto pare. La transizione appare quindi un azzardo, un doppio o triplo salto mortale sul vuoto, sull’abisso, sul vasto nulla che hanno in comune queste due Italie. La prima in consunzione, la seconda in ascensione. La prima Italia sintomaticamente rappresentata da un uomo più che anziano, anagraficamente vecchio, il cui mondo è franato col franare delle illusioni legate all’Urss e dintorni, comunismo molto mal realizzato compreso. Un mondo che però prima di crollare ha contribuito a formare la democrazia e il benessere di cui godiamo ancora oggi. Di cui ha goduto e gode anche Berlusconi. La seconda Italia altrettanto significativamente rappresentata da un finto giovane come Berlusconi, 70 anni alle spalle, la prostata asportata e il medico sempre appresso. Berlusconi, avvero un furbo di tre cotte che ha fatto fortuna  comprando e usando maniglie e protezioni nel mondo e nel sottobosco dei partiti oltre che nel mondo molto poco trasparente degli amici della peggiore massoneria, tipo P2, e degli amici degli amici.
Poiché tra queste due Italie in mezzo non c’è nulla, assolutamente nulla, i casi sono solo due: o l’Italia sta correndo verso il baratro o ci sta correndo Berlusconi.
Temo più la prima ipotesi che la seconda, il Cavaliere infatti pare cavalchi verso il Quirinale. Dal vecchio e consunto Napolitano al vecchio giovanilista al Viagra Berlusconi. Dal vecchio educato e sempre compunto con alle spalle un abbastanza fallimentare “bel tempo che fu”  al vecchio liftato e riciclato,  barzellettiere greve e di lungo corso, con alle spalle un sacco di quattrini e il pugno di mosche della realtà illusoria a base di lustrini televisivi e annesse corruttele e puttanumi di vario calibro.
Il 70enne giovanilista di Arcore, sempre celebrato come giovane e sempre “maschione” dai troppi lecchini (a pagamento) di cui si contorna, sta intanto non solo demolendo le conquiste e i diritti pubblici a favore dell’iniziativa privata – dalla scuola all’assistenza sanitaria, così che la mentalità di destra sarà un dato di fatto senza neppure il bisogno di predicarla con partiti politici – ma sta anche demolendo e privatizzando le istituzioni dello Stato. In attesa di privatizzare magari anche la Costituzione, che peraltro non è mai entrata pienamente in vigore, sua Emittenza il primo ministro ha privatizzato i partiti e il parlamento, eliminando le preferenze alle votazioni, cerca di sbarazzarsi del ruolo di garanzia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ora anche del ruolo dei gruppi parlamentari, puntando a far votare solo i capigruppo. Qualunque cosa si frapponga tra lui e “il popolo”, o meglio con il suo elettorato, viene trattata con fastidio e messa in riga. Se Berlusconi rischia di essere sanzionato in tribunale per dei reati, ecco che lui si fa fare leggi su misura, non prima di avere delegittimato la magistratura calunniando per anni e anni ora questo ora quello e sempre aizzandole contro l’opinione pubblica. Per giunta portando in parlamento i propri avvocati personali, magari per farli ministri come Cesare Previti, innocente per definizione anche se condannato in via definitiva , e nominando ministro della Giustizia un fedelissimo zelante come il servizievole Alfano, uomo che in fatto di berlusconismo merita trenta e lodo. Adesso arriva anche la doppia privatizzazione dell’ambiente: una a base di probabile nuova colata cementizia generale, l’altra a base di licenza di uccidere ciò che resta del mondo animale per leccare i voti della lobby dei cacciatori, dei fabbricanti di doppiette e annesso e indotto.
Il refrain di Berlusconi ormai è preoccupante: “Io ho tante belle idee, ma i partiti, l’opposizione, il capo dello Stato, le leggi e la Costituzione mi impediscono di realizzarle. Mi intralciano, sono solo pesi morti”. Questi discorsi li fanno i qualunquisti e li hanno già fatti i fascisti. I risultati sono noti a tutti. Come le grandi famiglie industriali italiane sono andate tutte in malore alla terza o al massimo alla quarta generazione, dagli Agnelli ai Falk, dai Mondadori agli Zanussi, così stanno andando in malora dopo tre generazioni le lezioni della guerra e le conquiste del dopoguerra. I fondatori degli imperi industriali, come Arnoldo Mondadori o il nonno dello scomparso Gianni Agnelli, iniziano con idee coraggiose e innovative,  proseguono con sacrifici e senso del dovere, formano severamente gli eredi per prepararli nel modo migliore a prendere in mano le redini dell’azienda. Ma quando arrivano al timone, gli eredi di solito si prendono troppo sul serio e comunque i loro figli li fanno già crescere un po’ troppo nel privilegio, sicché quando arriva il turno degli eredi di terza generazione questi sono piuttosto impreparati,  desiderosi più di godersi le fortune di famiglia, cioè di fare la bella vita scialando,  che di sacrificarsi per spingere ancora avanti l’azienda e il bene collettivo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’Italia non ha più un sistema industriale decente. Per non parlare del sistema finanziario…. Tutti a spendere e spandere, todos Berlsucones o almeno todos Lapo-Lapo, tutti splendidi, però sempre più in senso parassita, mungendo tutti, come sempre, le casse dello Stato per ripianare i buchi di bilancio della propria ingordigia e inettitudine. Ma tutti ben decisi a tenere le fette di prosciutto (pagato da noi) per non fare i conti con la realtà.
Lo stesso è avvenuto con le conquiste sociali e politiche. I padri fondatori della Repubblica hanno combattuto, sudato, spesso sofferto in carcere e anche versato il proprio sangue. I padri della Costituzione e della vita parlamentare repubblicana hanno avuto idee coraggiose e innovative, hanno tirato la cinghia e hanno lavorato per il bene comune, per il bene degli italiani che avevano conosciuto gli orrori della guerra e conoscevano la durezza della fatica in fabbrica e nei campi.  La generazione successiva era già diversa, aveva meno memoria storica e anelava anche ad altro. Ora siamo alla generazione che alla fatica della memoria preferisce la retorica trombona e a senso unico della Memoria. Siamo alla generazione che non ha memoria storica e ha invece la strana idea che il benessere e la democrazia, cioè la libertà, siano beni di consumo dovuto, presenti per sempre – e “a gratis” – sugli scaffali del supermarket Italia, anziché conquiste da accudire vigilando perché si possono anche perdere. E perdere magari malamente, come è già successo in passato in varie parti del mondo. Le nuove generazioni di cittadini e di politici non sanno che la fortuna dell’Italia, e dell’Europa, è stata di avere perso la seconda guerra mondiale e di essere stati quindi tirati su col cucchiaino dagli Stati Uniti. Che ci hanno imbottito di quattrini non perché lo meritassimo e fossimo bravi e capaci, ma solo per evitare finissimo nell’orbita sovietica.
Il rimbecillimento da televisione ha ormai convinto tutti che l’Italia oltre che il Belpaese è anche Bonanza, dove il benessere abbonda perché siamo più bravi, più furbi e più intelligenti degli altri. Al posto di Milano-Italia di Gad Lerner ora c’è Italia-Bonanza di Silvio Berlusconi&C, una sorta di reality televisivo dove non manca nulla, e anzi le regole e la buona educazione sono solo pastoie, meglio ruttare e parlare come si mangia anziché evitare di ruttare almeno in pubblico e mangiare come si parla, imparando prima anche a parlare. Si tratta solo di andare a votare ogni quattro anni per scegliere tra i vipponi da rotocalco e tv quali saranno anche i protagonisti del reality Italia-Bonanza. E se ci sono gli extracomunitari e gli “altri” che minacciano di guastarci lo spettacolo, ecco che il gregge berluscone, berluschino e lapo-lapo si ristringe di nuovo attorno al Capo: ieri il Cavaliere con l’orbace, oggi il Cavaliere in doppiopetto. E ieri come oggi e come sempre il “Santo Padre”. Cioè il papa e il suo clero sempre più annaspanti e fuori dalla realtà. Ma tutti sempre con la convinzione che i problemi si risolvono eliminando i “rossi” e gli ebrei di oggi. Vale a dire, i rom e i “marocchini” al posto degli ebrei veri, ormai troppo forti e quindi meglio tenerseli buoni pur continuando a detestarli nell’intimo.
Ci deve essere qualcosa di sballato nel nostro dna, per avere questa strana tendenza a ripetere gli stessi errori. Dicono che le tragedie si ripetono, ma la seconda volta solo come farsa. Mah. Lo spero. Ho però l’impressione che – nonostante le continue benedizioni e affidi dell’Italia a Dio o alla Madonna da parte del papa di turno e nonostante le annesse scenografiche benedizioni dal balcone del Campidoglio o dal sancta sanctorum del Parlamento – stiamo correndo per andare a sbattere di nuovo, e tragicamente, contro un muro. Noi italiani se non prendiamo una tramvata in faccia che ci tiri fuori da sotto le gonne della Memoria – ieri dell’Impero Romano, oggi di altre belle fole – e ci rinfreschi invece la memoria, non siamo contenti.
Non vorrei che ai tedeschi e ai francesi più che Berlusconi al Quirinale interessi cacciarci fuori dall’euro per la nostra incapacità cronica di raddrizzare il bilancio dello Stato e i vari altri chiodi storti. Non vorrei che alle regioni del Nord Italia più che Berlusconi al Quirinale interessi smettere di continuare a pagare la “solidarietà” al Sud. Non vorrei che al Sud più che Berlusconi al Quirinale interessi farsi gli affari propri ancor più che oggi, e senza più le lezioncine di moralità impartite dal Nord, che in quanto a immoralità non scherza neppure lui.
Insomma, non vorrei che nel giro di 5-10 anni l’Italia si spaccasse in due, con almeno un pezzo se non tutti e due sbattuti fuori dall’Europa. Con uno Stato come Israele al Sud, armato di bombe atomiche e magari pronto a usarle, e quindi ben più decisivo di noi nei “nuovi” (?) equilibri mediterranei e mediorientali, il nostro ruolo sarebbe simile a quello di una comparsa. In uno spettacolo planetario e globale che però non verrà prodotto dalle reti televisive di Sua Emittenza pur se assiso al Quirinale, bensì dalla realtà e dalle maggiori potenze del mondo.
Insomma, per dirla tutta: non vorrei che nel giro di 5-10 anni le barricate parigine degli anni Duemila e quelle nostrane degli anni Settanta finissero col parerci rose e fiori. Dubito però che a salvarci sarà un Franceschini, così come non poteva essere uno Uòlter o un Baffino. Men che meno ci potranno salvare il papa e i papalini di turno, dalle Binetti ai Casini e Rutelli, tutta bella gente che nella Storia ha sempre e solo aggravato, speculandoci su,  i nostri danni e le nostre tragedie.
Che pena vedere il mio Paese in queste condizioni. Che pena questo sfarinarsi di tutto, questo continuo degradarsi del pubblico e quindi troppo spesso anche del privato. E che pena ancora più forte guardare l’orizzonte dove tutti stiamo correndo come impazziti.
Voglio sperare che a tramontare sia la mia capacità di analisi e non la bella lunga stagione del mio Paese.

251 commenti
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  1. ségolene
    ségolene says:

    da repubblica:
    Coltivare un orto allunga la vita
    E’ boom in città, (e si risparmia)

    Coltivare un orto o prendersi cura di fiori e piante nei terrazzi o in giardino allunga la vita. E’ il risultato di uno studio dell’Università di Uppsala in Svezia, durato ben 35 anni ed ora pubblicato sul British Medical Journal di marzo. Secondo i ricercatori chi fa giardinaggio o un attività sportiva di modesta intensità guadagna circa un anno di vita rispetto chi rimane inattivo, ma chi raggiunge livelli di attività più intensa può guadagnare oltre due anni

    Si tratta di una buona notizia per i quasi quattro italiani su dieci che, secondo una analisi Coldiretti sui dati Istat, dedicano parte del tempo libero al giardinaggio e alla cura dell’orto e che proprio in questi giorni, con l’arrivo della primavera, stanno iniziando i lavori preparatori in giardino o su balconi e terrazzi. Una attività scelta da molti come misura antistress, per passione, per gratificazione personale, per garantirsi o la sicurezza del cibo che si porta in tavola o anche solo per risparmiare. Il risultato è che si assiste in molti Paesi al moltiplicazione degli orti fatti da te nelle case private o nei terreni pubblici.
    (…)
    E in Italia? Secondo lo studio della Coldiretti è un hobby che coinvolge più di uno su quattro con età compresa tra i 25 e i 34 anni e quasi la metà degli over 65. A livello territoriale il fenomeno è molto diffuso al nord (Veneto, Valle d’Aosta, e Friuli Venezia Giulia) dove interessa oltre il 50 per cento della popolazione e meno nel mezzogiorno dove si scende su valori inferiori al 25 per cento.
    ——————
    2 considerazioni:
    1) ma era necessario uno studio durato 35 anni (e costato chissà quanto) x giungere a queste (ovvie) conclusioni?
    2) questo ritrovato amore per il giardinaggio, soprattutto x gli orti, secondo me è dovuto alla paura di rimanere a pancia vuota.

    Ma il berlusca, sindaco di puffolandia (e non per motivi fisici!), queste cose le ignora.. lui ha da fare, deve già pensare al milan, poi alle veline, poi ai suoi processi, poi al parlamento che lo ostacola..

  2. carlino
    carlino says:

    A Napoli chiudono le case-famiglia Mancano i soldi, ragazzini per strada

    … «La colpa è nostra, non c’è dubbio ». Giulio Riccio, assessore alle Politiche sociali, è l’uomo chiamato a tappare la falla con un dito. «Napoli stanzia 20 milioni di euro solo per le comunità che accolgono i minori. Altre città del Sud non arrivano a 2». Il problema è che si tratta di soldi virtuali come quelli del Monopoli. «Non lo facciamo apposta. Ci mettiamo davvero 24 mesi a raccoglierli ». I motivi del ritardo? «Stato e Regione che mandano i soldi in ritardo, trasferimenti di risorse bloccati, tagli imposti al bilancio, 70 milioni di euro solo quest’anno. Colpa nostra, ma non prendiamoci in giro. Esistono diversi tipi di spese. In un’area socialmente disastrata come Napoli, quelle per i soggetti svantaggiati dovrebbero essere libere dai vincoli del patto di stabilità. Così non è, anzi. La crisi picchia forte soprattutto sui più deboli. Se ne ricordino tutti, quando ci sarà da commentare la prossima emergenza napoletana».

  3. carlino
    carlino says:

    A Napoli chiudono le case-famiglia Mancano i soldi, ragazzini per strada

    La misura del disastro è nelle cifre dell’Ufficio Studi di Mediobanca, che in una ricerca sulle società controllate dai maggiori comuni italiani ha scoperto che tra 2003 e 2007 le perdite accumulate da quelle napoletane raggiungono i 225 milioni. Nella voragine sono caduti per primi i più deboli.

  4. carlino
    carlino says:

    Zorro
    l’Unità, 15 marzo 2009

    Alla Procura di Roma, come pure nel Ros dei Carabinieri, lavorano anche magistrati e investigatori di prim’ordine. Ma ci vorrebbe la penna di un Camilleri per raccontare il tragicomico “caso Genchi”. Genchi, per le sue consulenze per le Procure di Catanzaro e di Marsala svolte a Palermo, è indagato e perquisito dalla Procura di Roma, che non ha competenza a occuparsi di eventuali reati commessi a Catanzaro, a Marsala e a Palermo. La perquisizione è affidata al Ros, noto a Palermo per non essere riuscito a perquisire (anzi per essere riuscito a non perquisire) il covo di Riina nel ‘93 e quello di Provenzano nel ‘96. Stavolta finalmente ci è riuscito: dipende dal nome dell’indagato. I pm romani sostengono di aver preso solo atti relativi a “Why Not”. Bugia: il Ros ha asportato l’intero server del consulente, con gli originali di indagini riservatissime di numerose Procure, anche su uomini del Ros. A denunciare Genchi, oltre ai magistrati di Catanzaro (indagati a Salerno grazie anche al lavoro di Genchi), è stato Alberto Di Pisa, neo procuratore di Marsala, dove Genchi lavorava sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Di Pisa era un nemico acerrimo di Falcone, sulla cui morte Genchi ha indagato a lungo. La Procura di Roma che indaga su Genchi è la stessa che ha usato e usa tuttora Genchi come consulente; e che tiene in carcere, con accuse che cambiano ogni mezz’ora, due rumeni arrestati per lo stupro che non han commesso alla Caffarella. Modesta proposta: nominare Genchi consulente per scoprire lo stupratore; oppure incriminare Genchi per lo stupro della Caffarella.

  5. controcorrente
    controcorrente says:

    I modelli matematici più ottimisti sembrano predire che i “ghiacci al Polo Nord si “scioglieranno entro il 2100.
    Per tale data è anche possibile che già si sia sciolto il “quintale di cerone ” sulla faccia del noto imbonitore….almeno così sperano i più ottimisti…

    buona notte

    cc

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x CC

    Ma i ghiacci del Polo Nord che si sciolgono fanno meno danni del cerone ancora in scena del Polo B.
    ‘Notte.
    pino

  7. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Come esiste dal Medioevo un «habeas corpus», esiste in molti codici l’«habeas vultus»: il diritto alla tua immagine anche se sei indagato.

    L’abuso in genere non avviene per gli italiani sospettati di violenza sessuale.

    Per i romeni è diventata norma»

    Barbara Spinelli, 15 marzo

  8. sylvi
    sylvi says:

    cari Pino e CC,

    ho visto Report, che quasi da solo può fregiarsi del titolo di “servizio pubblico” per cui pagare il canone!
    A forza di ceri e moccoli per S.Agata a Catania mi è rimasta la bocca spalancata per lo stupore, irrigidita!!!
    Assomigliavo Silvia con tanti capelli!!!

    Dunque: a Catania, quando arriva Silvio, si spalancano i cieli, una luce abbacinante illumina la città, salvo i quartieri popolari dove i rigagnoli trasportano, in mancanza di fogne, ogni miseria umana.

    Medioevo? No, non c’erano i pannolini e i pannoloni!!
    A Catania non ci sono più vigili perchè sono diventati tutti manager!
    A Catania, e non solo purtroppo, sindaco, vescovo, medico e farmacista lavorano per il bene spirituale e materiale di Silvio?
    In una cosca dove più nessuno ha il diritto di definirsi persona o cittadino?

    Anche con i miei soldi!!!!

    Mi risulta che la Sicilia sia una regione dove “tutto” il carico fiscale prodotto resti in loco!
    Più “la solidarietà concreta” di chi preferirebbe Sant’Ermacora o Sant’Ambrogio a Sant’Agata!!

    E non basta! Poi c’è la UE!!
    M.T. parlava di meridione come ” realtà compromessa dove devi nuotare in un’acqua infestata dai piranas”…
    Credo che lì siano tutti piranas e che l’unica cosa sia togliere del tutto l’acqua dove nuotano!!!

    Unica nota dolente: quella giovane donna che piangeva perchè per l’ennesima volta le avevano “perso” i documenti per la graduatoria di alloggio popolare!
    La desolazione e la dignità mi hanno toccato il cuore.
    Ma, come dice Uroburo, in una guerra ci vanno sempre di mezzo innocenti, è normale, così è sempre stato!
    Giusto?
    Buona giornata.

    Sylvi

  9. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Sono rimasto di sale anch’io. Raitre devo ammettere che ha programmi notevoli, purtroppo è la sola rete (quasi) decente e comunque dovrebbero fare di più, ma non glielo permetterebbero.
    La faccenda delle “devozioni”, sotto forma di candele gigantesce, mi ha basito. Per carità, non voglio esprimere giudizi, in Italia ci sono processioni antichissime, sono tradizioni che risalgono ai tempi “pagani”, il santo dela paese non ha fatto altro che prendere il posto, spesso a bastonate, del dio locale o del genius loci. I candelieri sono portati in processione anche a Sassari, per esempio, sempre con riferimento alle corporazioni, e mi chiedo se hanno qualcosa a che vedere con il giorno “della candelora” (che “d’inverno semo fora, ma se piove o tira vento dell’inverno semo dentro”).
    Scapagnini mi ha fatto cadere diciamo le braccia a terra. Ma come si fa! Pazzesco.
    Però a mio avviso è stata sbagliata la colonna sonora. Al posto della solita musichetta paesana, che sa di folclore un po’ scontato e perciò di pregiudizio, ci voleva un accompagnamento a base di musica classica. O di grandi caznoni di musica moderna. Avrebbero espresso meglio il tragico della situzione. Che non è per nulla “di colore”, ma proprio tragica.
    Buona giornata e buona settimana anche a lei.
    pino

  10. controcorrente
    controcorrente says:

    Un fantasma si aggira per il mondo dall’epoca delle città stato-italiche…..

    E’ il fantasma del Capitale finanziario…
    Non ha ancora finito di far danni ,portando ricchezze effimere per alcuni anni e distruzioni immani ,quando la pentola dentro la quale bolle non riesce più a contenerlo..

    Il problema odierno è che ora il “contenitore è il Mondo intero…per cui in tutta buona fede ,preghiamo la scienza di consentire a breve i viaggi su Marte …mandiamolo là a portare ricchezza ai Marziani….poi dimentichiamoci di come si fanno i viaggi spaziali….

    Con un “pizzico di fantasia aggiunto”è la tesi sostanziale del Librone che sto leggendo..naturalmente il Finale di fantasia è mio…ma il pericolo invece è reale…

    Cc

    Un obsoleto povero diavolo del 1994, scrisse all’epoca …(vi ricordate…”due stati con i mc Donald non si faranno mai la guerra..è la fine della Storia..un mondo di prosperità e di pace è dietro l’angolo…allegria e ottimismo impazzavo…)
    Ebbene questo “pazzo” di nome Charles Mayer su Foreign Affairs…si chiedeva…

    Come interpretare il malessere che attanaglia oggi l’opinione pubblica europea,giapponese, nord-americana?
    Esso si manifesta emininentemente in una spaventosa volatilità elettorale,con l’abbandono dei partiti politici tradizionali afavore di nuove formazioni e nuovi leader…e un tessuto sociale che appare sempre più sfilacciato…I cittadini sono turbati dalla massiccia presenza di stranieri, si preoccupano per la tenuta del Welfare e per la grande disponibilità di manodopera immigrata,e percepiscono questi costumi,lingue e manifestazioni religiose d’importazione come una minaccia all’identità nazionale..Non c’è da meravigliarsi dunque se l’euforia generale che accolse la caduta del comunismo sia quasi del tutto svanita.E’ difficile oggi rivivere lo spirito che animava le folle di Lipsia o di piazza Wenceslaus…

    E noi ittalici …beh bisogna dire che in un modo o nell’altro sempre lasciamo un ‘impronta nel mondo..vuol dire che questa volta verremo ricordati per l’invezion genovana e venessiana del capital finnansiario….

  11. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    purtroppo non ho visto Report, ma sono preoccupato ugualmente, poichè qui da noi non è ancora così, ma girando per il mercato della cittadina in cui abito, e allungando come si dice “l’orecchio” temo che ci siano “buone speranze”..ho prenotato dei ceri che ho debitamente “stokkato”..li tirerò fuori al momento opportuno sperando ovviamente di decuplicare il capitale…

    cc

    buona settimana anche da parte mia..

  12. controcorrente
    controcorrente says:

    Ieri sera , ..prima di cadere tra le braccia di Morfeo…

    Già, già , ieri sera prima di addormertarmi riflettevo su cosa diavolo avevo fatto negli ultimi anni di lavoro…
    Sostanzialmente ho concluso che ho lavorato per tagliare il ramo su cui ero seduto..
    Cerco di spiegarvi il perché…per una di quegli insondabili scherzi del destino..ho finito la mia Sic,sic..carriera per fare l’analista del lavoro…ovvero il “razionalizzatore” sic,sic,..Analist così è più figo…

    Niente di trascendentale o di particolarmente difficile per carità…si trattava di mettere a disposizione di un cervellone elettronico, quel poco di esperienza mia e di altri colleghi, al fine di razionalizzarlo , ovvero permettere ad altri cervelli umani di creare nuovi “algoritmi”che perfezionavano il modo con cui assegnare il lavoro agli operatori sul campo….

    Credo che oggi a distanza di qualche tempo non vi sia rimasto quasi più nessun “razionalizzatore” ovvero c’è un cervello elettronico che “razionalizza “ il cervello che assegna i lavori…ovviamente ci sono anche sempre meno operatori…mediamente..

    Vado nell’orto appena possibile…a prepare il terreno per le patate…pare che i preziosi tuberi da semina siano aumentati di prezzo..evidentemente è aumentata la richiesta..

    Chissà perché….???EH,EH..

    cc

  13. el Guerrillero
    el Guerrillero says:

    Fuentes al potere in Salvador

    Dopo tre tentativi falliti nel corso degli ultimi anni, il Fronte Farabundo Martì per la liberazione nazionale (Fmln) è riuscito a vincere le presidenziali in Salvador: alle elezioni di ieri, il candidato dell’ex guerriglia marxista, il giornalista Mauricio Funes, ha infatti battuto Rodrigo Avila, l’uomo sul quale aveva scommesso il partito della destra Arena (Alleanza repubblicana nazionalista), da vent’anni al potere.

    I dati elettorali (scrutinato il 90,4% dei voti, Funes ha ottenuto il 51,3%, Avila il 48,7%) hanno confermato i sondaggi delle ultime settimane, che hanno visto Funes sempre in testa davanti ad Avila (43 anni, ingegnere ed ex capo della polizia ed ex parlamentare), anche se negli ultimi giorni il sostegno a favore di Funes era diminuito.

    Pur con uno scarto inferiore alle aspettative degli ex guerriglieri, ieri l’Fmln è quindi riuscito a fare il bis dopo la netta vittoria ottenuta lo scorso 18 gennaio, sempre nei confronti dell’Arena, alle elezioni legislative e municipali.

    È stato quindi un non guerrigliero – Funes (49 anni) è ex corrispondente della Cnn – a riuscire a portare al potere gli uomini dell’Fmln, che nel passato avevano provato la corsa alla presidenza da quando nel 1992 – dopo la fine di una devastante e lunga guerra civili che ha fatto 75mila morti – i ribelli del Frente deposero le armi diventando uno dei protagonisti della politica nel piccolo paese

  14. sylvi
    sylvi says:

    Caro CC,

    in val Degano, Carnia, ( sì, ma forse anche in Val di Susa o altre tue vallate) c’è una azienda tessile che produce tovaglie, asciugamani, lenzuola ecc. di ottima qualità.
    I motivi ricorrenti, nel lino e nel cotone, sono: stelle alpine, cardi montani, genzianelle,… anche grappoli d’uva. Bellissimi.

    I tessuti sono fatti con telaio Jacquard, sai quello “automatico”, con scheda perforata che mandò in bestia gli operai del XIX secolo che temevano, con questa nuova diavoleria , di perdere il lavoro.

    Ne è corsa di acqua nel Degano!
    Ora vorrebbero, ripresa permettendo, e spose che riprendono a sposarsi, un’ulteriore automatizzazione dei movimenti meccanici e la compiuterizzazione completa degli schemi.

    La creatività del disegno individuale resta, perchè li fanno sempre un po’ diversi, le donne che controllano anche, quelle che “preparano” i tessuti pure e poi i programmatori.
    Insomma se si publicizzano un po’ meglio potrebbero ingrandirsi.

    Noi italiani, in ogni settore,ma ormai solo pubblico, stiamo morendo soffocati dalla scartoffie, dal fai “a mano” pasticciato, non artistico, dalle carte perse o manipolate e tu temi a cambiare?

    Io non preparo l’orto perchè ho fatto quattro calcoli: l’ometto che prepara il terreno, il concime del contadino, le sementi e le piante del vivaio, l’erba da strappare, l’acqua per irrigare…i parassiti da controllare…
    Faccio un po’ di strada in macchina e compro da contadini fidati.
    Mi costa meno.
    Curo solo le aiuole di erbe aromatiche, che mi rallegrano fiorite in primavera, e, esclusi basilico e erba cipollina, le ritrovo quasi tutto l’anno!

    mandi
    Sylvi

  15. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    guai se togliessero le feste tradizionali in tutta Italia.
    Saremmo davvero senza identità e anche senza un potente mezzo di socializzazione.
    Saremmo davvero senza memoria e senza storia.
    Personalmente avrei perso metà di quel che sono.

    Non so se ha mai sentito parlare del lancio de lis cidulis, in Carnia, e sicuramente, da soldato, avrà visto i pignarui dell’ Epifania.
    Feste del fuoco, da iscrizioni ritrovate, dedicate al dio Beleno, celtico.
    Lis cidulis sono dischi di abete o faggio arroventati che ancora oggi vengono lanciati dalle colline.
    I ragazzi annunciano, cantando, un nuovo amore o una nuova coppia e ne spiano il futuro dal tragitto de lis cidulis.
    Il cristianesimo che se n’è appropriato, benedice!

    Non ho visto niente di così innocente a Catania, e nemmeno nessun Sindaco sarebbe tanto matto da stanziare 500.000euro di un Comune in bancarotta, senza fogne, con le scuole che cadono a pezzi sulla testa dei bambini, ecc. ecc.

    L’unica cosa seria è tagliare i fondi.
    Recuperare certo mezzogiorno è impossibile!
    Non è questione di colore politico, lì sono tutti in pastetta.

    Sylvi

  16. alessandro
    alessandro says:

    Per Sylvi:::::::::::::::::::::::::::::::::.:
    Ci sono certe feste tradizionali che ormai non hanno piu’ senso
    perche’ hanno perso cio’ che realmente le caratterizzava:il mito:
    e,quindi, il sacro,la terra,la primavera.
    Oggi, al posto della primavera c’e’ la luce artificiale del neon plubblicitario,
    e invece del sacro abbiamo la razionalizzazione del mondo.

    Altre feste avevano il compito di “Liberare l’animale”…….
    un modo per sprigionare l’istinto ed equilibrarlo nel gruppo……….
    ma,oggi, abbiamo invece il tifo da calcio e la discoteca………..
    o lo stupro.

  17. Peter
    Peter says:

    purtroppo questa volta Sylvi mi trova d’accordo. L’autonomia della Regione Sicilia e’ una follia (piu’ di quella di una regione o provincia come l’Alto Adige). Se vogliono l’autonomia, e soprattutto se la vogliono gestire come fanno, che se la facciano a spese loro. L’andazzo si ridimensionerebbe molto presto. O forse no: ma chi e’ causa del suo mal…

    Peter

  18. alessandro
    alessandro says:

    Il presupposto del topic
    ovvero il nulla che separerebbe Napolitano da Berlusconi
    e’ retorico…………………….
    retorico per tanti motivi
    se non altro, filosoficamente, perche’ il nulla non esiste.
    Esiste ,invece, e con piu’ probabilita’, uno stato di continuita’
    e che non puo’ essere,pero’, capito se si sceglie Napolitano e Berlusconi.
    Non puo’ essere capito perche’ la politica italina non e’ libera e autonoma ma dipende da forze che non possono essere spiegate
    attraverso la retorica della scelta semplice di due( o piu’) nomi.
    Non credo quindi che la retorica del riduzionismo possa dire ancora qualcosa di nuovo.
    le cose sono molto piu’ complicate, molto.

  19. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    invece non sono d’accordo con lei sulle feste tradizionali. Credo che abolirle sarebbe meglio. Sono essenzialmente ispirate da ataviche superstizioni, e quel che e’ peggio, sono una fonte volgare di reddito per la chiesa che le ha prese sotto la sua ala e controllo. E ci specula sopra in modo francamente ‘giudaico’ (senza offesa per i giudei, e’ una citazione marxiana). Persino in un paesino deprivato come quello da cui provengo, correva voce che dopo la ‘festa’, il prete avesse depositato 18.000 euro di ‘offerte’ nel suo CC personale…Senza contare i fondi stanziati dai comuni per i ‘restauri’ di vecchi santuari, in posti dove spesso mancano servizi comunitari fondamentali. Soluzione: andate ad accendere un cero in santuario…
    Si veda anche ‘il Padrino’ di F. Coppola, che presenta bene assurde processioni e riti anacronistici degli immigrati nel cuore della societa’ moderna USA. Immagini che ‘speak volumes’ sull’origine della mentalita’ tribale e mafiosa degli immigrati italiani.
    Se fossi un semplice turista nel Mediterraneo (come lo era una cara ragazza tedesca che vi portai molti anni fa), le ‘fieste’ e sagre estive locali certo mi attirerebbero. Confesso che avevano un certo fascino in posti relativamente ‘innocenti’ come la Spagna e la Grecia

    Peter

  20. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    temo di aver capito “nulla” nè per la manualità o non manualità, nè nè per l’orto.
    L’orto lo faccioperchè lavorandolo ci guadagno, in gusto e in soldi.

    cc

  21. sylvi
    sylvi says:

    caro Alessandro,

    le feste tradizionali mantengono tutte il loro “senso” , anzi è attraverso il loro sentito e genuino recupero che qualcosa può cambiare nei rapporti sociali.
    Sono “la partecipazione”!

    Il tifo da calcio, la discoteca e… lo stupro sprigionano l’istinto che non è stato , in età infantile, ricondotto con la cura e l’amore alle emozioni e ai sentimenti.
    E’ mancato questo passaggio dai tre ai sei anni, come dicono la psicoanalisi e le neuro scienze.
    Bambini riempiti di cose, ma non “ascoltati”,non seguiti nelle loro scoperte, non amati;
    bambini privi di autentica “attenzione”, prima in famiglia e poi nella scuola.
    Perchè è questo ambiente “caldo” che è mancato.

    In discoteca e allo stadio e in gruppo è l’istinto che domina, non l’emozione e l’amore.
    Spento l’istinto c’è il nulla.
    La solitudine emozionale ed affettiva.
    L”‘animale” ritorna a dormire, magari con alcool e pastiglie se non peggio!

    Le feste tradizionali presuppongono una conoscenza,una memoria, un progetto, un’esecuzione “intelligente” ed empatica sociale.
    La partecipazione di tutte le età della vita.

    Presuppongono il sentimento!

    Ovvio che non è l’unico modo per esprimerlo, ma è uno, molto importante, è la nostra storia da partecipare ad altri.

    Sylvi

  22. sylvi
    sylvi says:

    caro Peter,

    le posso garantire che ci sono molte feste , pagane sì, anche panteiste e che il prete benedice, ad ogni buon conto!

    A certe processioni del Venerdì Santo ci guadagnano più gli osti e i ristoratori che i preti!
    A Gemona del Friuli c’è la Messa del Tallero, all’Epifania, dove il Sindaco consegna un tallero all’Arciprete, in segno di sottomissione.
    Lo stesso giorno, a Cividale, la Messa dello Spadone che ricorda l’investitura del Patriarca von Randek a capo del potere temporale.

    Rievocazioni storiche, medioevali, molto spettacolari ma che sono organizzate da associazioni della Pro Loco!
    Il prete si tiene il tallero!

    Sylvi

  23. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    volevo solo dire che spero che mio figlio mi programmi un multiasse- ortolano con spaventapasseri incorporato, dato che non avrei aiuti di nessun altro tipo!

    Sylvi

  24. alessandro
    alessandro says:

    Cara Sylvi:
    sono d’accordo con la festa come Partecipazione………ma io parlavo di come oggi viene vissuta la festa tradizionale.
    Certe feste esprimevano quella che lei chiama partecipazione
    e che io chiamo armonia tra uomini
    e tra uomini e la natura…………….nonche’ nella non paura della morte che viene perfettamente integrata nel ciclo della Vita.
    Ma la festa vissuta secondi i canoni della partecipazione rituale
    non esiste quasi piu’, soprattutto nei paesi occidentali.
    Io parlavo ,quindi, della festa tradizionale cosi’ come viene percepita oggi::::::::::::::::::::::e non e’ piu’ sentita col suo valore
    mitico, religioso o naturale.
    la festa tradizionale e’ oggi SUBITA:non e’ trasformazione di se’,non e’ nuovo rapporto con gli altri:e’ potere e’ consumo.
    Una volta capite queste due cose(valore antropologico della festa____impossibilita’ nell’attuale societa’ di vivere di quel valore)si capisce pure che sarebbe meglio abolirle
    col tentativo di abolire l’attuale significato della festa.
    In una societa’ dove il sacro e’ abolito
    dove tutto e’ razionalizzato
    dove cio’ che conta e’ l’utile
    quale significato potrebbe avere la festa tradizionale ormai ridotta a specchio consumistico della societa’???????????
    Resta chiaro che io sono per un recupero del sacro
    e del simbolico…………..ognuno vivra’ personalmente la festa tradizionale……………….oppure fare di ogni giorno la festa della vita.E via il calendario!

  25. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita ,

    bellissimo! Come festeggiano San Patrizio lì da te?

    E il 19 è San Giuseppe falegname, padre putativo di Gesù.

    Sarebbe anche la festa “cioccolataia” di tutti i papà.

    Sylvi

  26. Vox
    Vox says:

    ITALIA & EUROPA IN MANO AI SIONISTI
    ONU SOTTO RICATTO

    Come si puo’ sperare di punire Israele per i crimini contro l’umanita’ compiuti a Gaza (e in generale, da 60 anni a questa parte contro i palestinesi), quando l’Unione Europea e’ saldamente in mano ai sionisti, perfino italiani? Far parte di un’Europa del genere fa venire il voltastomaco.

    http://www.corriere.it/esteri/09_marzo_16/durban_unione_europea_posizione_anti_razzismo_fa3ca570-1248-11de-b45f-00144f02aabc.shtml

    …[L’Italia] aveva deciso di abbandonare i lavori preparatori della conferenza per alcune frasi «antisemite» contenute nella bozza. In particolare, NON ERANO PIACIUTI i riferimenti a Israele e alla politica che Gerusalemme conduce nei territori palestinesi, definita nel testo originario «una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l’umanità e una forma contemporanea di apartheid».

    (Vedi un po’, non erano piaciuti! La verita’ fa male, quindi bisogna farla cancellare: che i palestinesi si vadano a far friggere)

    L’AUT AUT DELLA UE – La posizione espressa dall’Italia è stata condivisa anche da altri Paesi [Usa e Germania, ovviamente, Rep. Ceca, Canada], al punto che Karel Schwarzenberg, il ministro degli esteri della Repubblica Ceca che detiene la presidenza di turno della Ue, ha spiegato che se la prima bozza non verrà ritirata «l’Unione europea si ritirerà». (= ricatto)

    «Daremo dei SUGGERIMENTI per modificare il documento di preparazione di Durban – ha aggiunto Schwarzenberg – ma se esso non sarà modificato ci sarà un forte appello per ritirarsi dalla conferenza. Oggi in consiglio in molti hanno espresso profondo scetticismo sulla direzione che ha preso la preparazione della conferenza».

    ***
    I “suggerimenti” saranno di cassare completamente le critiche a Israele che ne uscira’, ancora una volta, impunita e libera di continuare il macello.

    Bisognerebbe protestare con Frattini (almeno raccogliere delle firme?) e continuare il boicottaggio con ancora piu’ forza.

  27. Pasquino
    Pasquino says:

    Ricambio di cuor gli auguri di Anita e quì di getto. immantinente lancio questa breve dicitura.

    Incantato, sulla sabbia argentata,
    della spiaggia argentina immacolata,
    scorgo Anita, splendida, selvaggiamente
    abbronzata.

    Nell’aria densa e salmastra, io d’incato,
    colgo maestoso il dolce odore dell’amicizia,
    che ancora una volta fiorisce
    e si ammanta di generose delicatezze.

  28. Vox
    Vox says:

    NON SOLO A GAZA, MA ANCHE NELLA WEST BANK
    L’AVANZATA CONTINUA IMPERTERRITA
    (anche grazie a quelli come Frattini)

    Migliaia di agricoltori palestinesi della West Bank devono combattere quotidianamente contro le truppe israeliane e i coloni che continuano la campagna di distruzione e di furto degli uliveti.
    Gli alberi d’olivo, alcuni centenari, vengono estirpati dalle ruspe per essere ripiantati nel vicino kibbuz o nella piu’ prossima colonia israeliana.

    I coltivatori palestinesi sono costretti ad assistere impotenti a questi furti compiuti alla luce del giorno. Dice uno di loro: “Potete immaginare il dolore che proviamo, quando vediamo il lavoro di una vita ridotto a zero nello spazio di pochi minuti”…

    http://desertpeace.wordpress.com/2009/03/16/israeli-war-on-palestinian-olive/

  29. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    San Patrizio e’ un giorno come gli altri.
    Gli Irlandesi celebrano con festicciole, alcuni si tingono i capelli e le barbe in verde.
    I negozi sono decorati con quadrifogli e ghirlande verdi, birra in abbondanza anche verde.
    Si cucina “corned beef” con verza, patate, rape…che poi usano per sandwiches nei giorni successivi.
    Irlandesi e non celebrano assieme.

    San Giuseppe e’ il 19 di Marzo, niente di speciale, i negozi sono pieni di pasticceria Italiana.
    Le zeppole di San Giuseppe sono zeppolone grandi come un piattino da te’. ripieni di crema gialla e con una ciliegia di sopra.

    Il nostro municipio mostra ambedue le bandiere, Irlandese e Italiana, il sindaco fa un piccolo discorso seguito da un piccolo ricevimento.

    Io mando solo auguri ad amici, se esco mi metto una spilla con un quadrifoglio.

    Alexander, come avrai visto nell’augurio, porta la bandana verde a quadretti.

    Ciao, Anita

  30. Vox
    Vox says:

    E MENTRE NEGLI USA LA CRISI DILAGA…

    … mentre nelle citta’ sorgono le tendopoli di coloro che hanno perduto tutto e le fabbriche sfornano sempre piu’ disoccupati, Obama rassicura Israele che gli aiuti promessi (30 miliardi di dollari) non saranno tagliati.

    E’ proprio vero: Israele, la coda che dimena il cane…
    (A meno che il cane non stia diventando quel che prima era la coda).

  31. Vox
    Vox says:

    Parlamentare della Gran Bretagna critica le lobby israeliane in GB ed Europa:

    “The constant accusation of Anti-Semitism to silence Israels critics is vindictive” (la continua accusa di anti-semitismo per ridurre al silenzio i critici di israele e’ una forma di vendetta)

    Video:

    http://www.youtube.com/watch?v=JTEFUIZ4FcI

  32. Vox
    Vox says:

    http://atheonews.blogspot.com/2009/03/israel-to-raze-1700-palestinian-homes.html

    ISRAELE PIANIFICA LA DEMOLIZIONE DI 1700 ABITAZIONI PALESTINESI A GERUSALEMME EST

    I l Movimento Islamico Palestinese rivela i piani israreliani di evacuare e demolire almeno 1700 case di proprieta’ di arabi ad al-Quds, Gerusalemme Est, lasciando senza tetto oltre 17mila persone. La maggior parte di quelle case era stata costruita prima del 1967, anno in cui Israele occupo’ il territorio illegalmente.

  33. Cosa aspettarsi da Frattini?
    Cosa aspettarsi da Frattini? says:

    Al massimo leccate di sederino al papa, al Cavaliere e ai re di quattrini. Perciò anche ai padroni di Israele. La strada per la prossima grande guerra è sempre più spianata.
    Shalom

  34. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Vox e x Shalom

    Il solito ricatto: ebreo=israeliano=sionista=sionista arabofobo. Chi critica questi, spesso vere belve, viene lapidato con l’accusa di voler sterminare quelli. Un ricatto talmente idiota che mi chiedo come fanno a pensare possa durare. Mica sono tutti scemi. Nè in Italia né in Europa tanto meno nel vasto mondo.
    Netanyahu è venuto allo scoperto, ha potuto dichiarare senza nessuna critica del “mondol ibero” che lui lo Stato palestinese non lo vuole, e imbarcare nel governo un fascista razzista come Liebermann, teorico del “trasferimento”, cioè della deportazione, di tutti gli arabi e i palestinesi fuori da Israele. Che Israele non voglio uno Stato palestinese è chiaro da 60 anni, anzi anche da prima. Basta guardare la progressione del colonialismo israeliano a spese dei palestinesi perché se ne accorga anche u ncieco. Purché non disonesto. Ora ai fatti si aggiungono anche le parole, chiare, nette e inequivocabili.
    Amen.
    pino nicotri

  35. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Mah, dopo avere visto anche la processione di Catania, mi viene il sospetto che abbia ragione chi dice che l’Unità d’Italia non dura altri 10 anni.
    Della mia infanzia ricordo i falò nelle campagne, che illuminavano il buio, scaldavano i visi e affascinavano con le faville e i tizzoni incandescenti. I fuochi d’artificio. Le processioni di S. Nicola a Bari, che però mi impressionavano per la presenza dei fanatici con le corone di spine in testa. Sin da allora ho sospettato, per poi raggiungere la certezza, che chi si infligge il dolore convinto di far piacere a Dio in realtà lo fa per essere poi capace di infliggere il dolore agli altri. Non vedo molta differenza tra quei patiti della corona di spine e gli sciiti che si fustigano a sangue nelle procesioni iraniane. E tutto sommato neppure con un padre Pio che da bambino per “amore di Gesù” usava come cuscino una pietra onde trarne dolore.
    In Abruzzo ci sono processioni commoventi. E in genere lo sono tutte quelle per la ricorrenza dei morti, che in molte credenze popolari e processioni tornano per un giorno a vivere con i propri cari.
    Ho visto i filmati per la processione della Madonna di non ricordo quale giorno d’agosto (il 15?) a Matera. A un certo punto la folla si scatena e fa a gara a ridurre in pezzettini la statua della Madonna, che è di un materiale simile al cartone, per portarsene a casa almeno uno e garantirsi così un anno fortunato. Secondo alcuni, è una allegoria nata come transfert della voglia di ribellarsi al clero locale che era padrone di tutto, specie delle terre, e lasciava ai poveri cristi lavoratori solo le briciole. Mah, credo avrebbero fatto meglio a prendere a calci nel sedere gli sfruttatori, clero o non clero, ma forse non potevano farlo perché magari finivano al rogo. E poi all’inferno….
    Un slauto.
    pino

  36. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Lo sa che quel S. Patrizio è stesso del “pozzo di S. Patrizio”?
    Buona festa!
    pino

  37. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    mi sa che dopo quello che ho letto del tuo “preside ” di Pordenone vogliono che il vostro della sQUOLA NON SIA più un primatoo..eh,eh,eh la Gelmini è gelosa e vi ridurrà come a Reggio..eh,eh,eh

    cc
    Richiamate la Moratti, così almeno fate un favore ai Migalù,,

  38. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Ma io credo che “il Pozzo di San Patrizio” sia solo un detto per alludere a ricchezze infinite.
    Niente a che vedere con l’antico pozzo che mi sembra sia in Umbria.

    Anita

  39. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Mi par di ricordare che Patrizio, il santo irlandese, usava frequentare una località (un’isola?) dove c’era anche una voragine, diventata in seguito meta di pellegrinaggio, che si credeva comunicasse con il purgatorio e portasse a ricchezze infinite. Che sono forse una metafora del paradiso dopo il purgatorio. Mi pare di avere letto da qualche parte che proprio il purgatorio è stata una invenzione di S. Patrizio, ma forse ricordo male. Su quell’abisso S. Patrizio usava meditare profondamente, evidente allusione alla profondità dell’abisso in questione. Iil pozzo di Orvieto, chiamato anch’esso pozzo di S. Patrizio, è stato fatto – per decisione di non ricordo quale papa – sul modello di quello irlandese.
    Bacioni.
    pino

  40. sylvi
    sylvi says:

    mio caro CC,

    non ho la più pallida idea di che cosa succede a Pordenone, anche se vado abbastanza spesso in quei paraggi!
    E poi, Reggio…Emilia o Calabria?
    Le Ansa che ho letto oggi non mi illuminano, anche perchè ero altrove.
    Suggeriscimi tu!

    notte
    Sylvi

  41. Peter
    Peter says:

    xAnita

    si’ lo sapevo, il 17 marzo. Qui ovviamente non si festeggia, ma gli inglesi lo sanno. Un mio conoscente barman , l’unico che sa fare un caffe’ espresso degno di questo nome nella citta’ in cui vivo, e’ andato a Boston la settimana scorsa. Vuole trovarsi li’ per la festa. Sospetto che abbia imparato a fare l’espresso proprio a Boston, anche se lui ovviamente lo nega.

  42. Peter
    Peter says:

    xAnita

    festicciole? puo’ darsi. Ma gli irlandesi festeggiano con mooooolta birra. Si beve Guinness da voi?
    Pensa che i randomised controlled trials vennero ideati da un quality controller che voleva assicurarsi che la Guinness fosse della stessa qualita’ ovunque…
    Troppo amara per me, ma una volta mi piaceva. Ha il colore del Loch Ness (torba) in Scozia, devo dire

    Peter

  43. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Si, c’e’ la Guinness beer.
    Ci sono Guinness Beer Gardens in estate.
    Pour Your Own Pint, dove ti insegnano come si fa a versare la birra nel bicchiere dalle botti o kegs.
    Devi piegare il bicchiere ad un angolo di 45 gradi fino a che il bicchiere e’ tre’ quarti pieno.
    Poi si lascia riposare, etc….

    Non e’ una birra comune, amara e pesante.
    Vedo gli advertisements e ho vista la storia in TV di recente.
    Nelle grandi citta’ ci sono parate, nelle piccole, qualche piccola parata, secondo i diversi clubs o circoli Irlandesi.
    Non vedo piu’ l’entusiasmo di una volta.
    Ci sono gruppi che ballano the Irish Jig, piacevole ed allegro.

    Quando avevo famiglia anch’io cucinavo il tradizionale Corn beef and cabage.

    Anita

  44. el Guerrillero
    el Guerrillero says:

    Il presidente venezuelano Hugo Chávez ha ratificato il suo impegno con il socialismo ed ha affermato che: “È il solo sistema che ci permetterà d’avere giustizia sociale ed un’esistenza umana”, ha reso noto l’agenzia EFE.

    Durante il suo programma domenicale di radio e televisione Aló Presidente, dallo Stato Sucre, Chávez ha indicato che la trasformazione sociale che lui guida accentuerà la sua radicalizzazione alla ricerca più intensa di radici rivoluzionarie e bolivariane ed ha precisato che questa radicalizzazione esclude qualsiasi negoziato con l’oligarchia nazionale.

    Il presidente Chávez ha ordinato il controllo dei porti di Cabello e Maracaibo: “Che devono essere controllati dal popolo e non dalle mafie”, ha detto.

    Prensa Latina ha informato che in questo modo si combatteranno il narcotraffico e il contrabbando e che si tratta di temi di sicurezza nazionale, per cui il governo svilupperà un piano integrale per il recupero di queste installazioni.

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