Cosa unisce l’Italia e il Quirinale dei Napolitano a quella dei Berlusconi? Nulla. Ed è il nulla sul quale siamo pericolosamente sospesi
Cosa hanno in comune Giorgio Napolitano e Berlusconi? O meglio: cosa hanno in comune l’Italia rappresentata dall’attuale presidente della Repubblica e quello che aspira a diventare il prossimo? Assolutamente nulla, a quanto pare. La transizione appare quindi un azzardo, un doppio o triplo salto mortale sul vuoto, sull’abisso, sul vasto nulla che hanno in comune queste due Italie. La prima in consunzione, la seconda in ascensione. La prima Italia sintomaticamente rappresentata da un uomo più che anziano, anagraficamente vecchio, il cui mondo è franato col franare delle illusioni legate all’Urss e dintorni, comunismo molto mal realizzato compreso. Un mondo che però prima di crollare ha contribuito a formare la democrazia e il benessere di cui godiamo ancora oggi. Di cui ha goduto e gode anche Berlusconi. La seconda Italia altrettanto significativamente rappresentata da un finto giovane come Berlusconi, 70 anni alle spalle, la prostata asportata e il medico sempre appresso. Berlusconi, avvero un furbo di tre cotte che ha fatto fortuna comprando e usando maniglie e protezioni nel mondo e nel sottobosco dei partiti oltre che nel mondo molto poco trasparente degli amici della peggiore massoneria, tipo P2, e degli amici degli amici.
Poiché tra queste due Italie in mezzo non c’è nulla, assolutamente nulla, i casi sono solo due: o l’Italia sta correndo verso il baratro o ci sta correndo Berlusconi. Temo più la prima ipotesi che la seconda, il Cavaliere infatti pare cavalchi verso il Quirinale. Dal vecchio e consunto Napolitano al vecchio giovanilista al Viagra Berlusconi. Dal vecchio educato e sempre compunto con alle spalle un abbastanza fallimentare “bel tempo che fu” al vecchio liftato e riciclato, barzellettiere greve e di lungo corso, con alle spalle un sacco di quattrini e il pugno di mosche della realtà illusoria a base di lustrini televisivi e annesse corruttele e puttanumi di vario calibro.
Il 70enne giovanilista di Arcore, sempre celebrato come giovane e sempre “maschione” dai troppi lecchini (a pagamento) di cui si contorna, sta intanto non solo demolendo le conquiste e i diritti pubblici a favore dell’iniziativa privata – dalla scuola all’assistenza sanitaria, così che la mentalità di destra sarà un dato di fatto senza neppure il bisogno di predicarla con partiti politici – ma sta anche demolendo e privatizzando le istituzioni dello Stato. In attesa di privatizzare magari anche la Costituzione, che peraltro non è mai entrata pienamente in vigore, sua Emittenza il primo ministro ha privatizzato i partiti e il parlamento, eliminando le preferenze alle votazioni, cerca di sbarazzarsi del ruolo di garanzia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ora anche del ruolo dei gruppi parlamentari, puntando a far votare solo i capigruppo. Qualunque cosa si frapponga tra lui e “il popolo”, o meglio con il suo elettorato, viene trattata con fastidio e messa in riga. Se Berlusconi rischia di essere sanzionato in tribunale per dei reati, ecco che lui si fa fare leggi su misura, non prima di avere delegittimato la magistratura calunniando per anni e anni ora questo ora quello e sempre aizzandole contro l’opinione pubblica. Per giunta portando in parlamento i propri avvocati personali, magari per farli ministri come Cesare Previti, innocente per definizione anche se condannato in via definitiva , e nominando ministro della Giustizia un fedelissimo zelante come il servizievole Alfano, uomo che in fatto di berlusconismo merita trenta e lodo. Adesso arriva anche la doppia privatizzazione dell’ambiente: una a base di probabile nuova colata cementizia generale, l’altra a base di licenza di uccidere ciò che resta del mondo animale per leccare i voti della lobby dei cacciatori, dei fabbricanti di doppiette e annesso e indotto.
Il refrain di Berlusconi ormai è preoccupante: “Io ho tante belle idee, ma i partiti, l’opposizione, il capo dello Stato, le leggi e la Costituzione mi impediscono di realizzarle. Mi intralciano, sono solo pesi morti”. Questi discorsi li fanno i qualunquisti e li hanno già fatti i fascisti. I risultati sono noti a tutti. Come le grandi famiglie industriali italiane sono andate tutte in malore alla terza o al massimo alla quarta generazione, dagli Agnelli ai Falk, dai Mondadori agli Zanussi, così stanno andando in malora dopo tre generazioni le lezioni della guerra e le conquiste del dopoguerra. I fondatori degli imperi industriali, come Arnoldo Mondadori o il nonno dello scomparso Gianni Agnelli, iniziano con idee coraggiose e innovative, proseguono con sacrifici e senso del dovere, formano severamente gli eredi per prepararli nel modo migliore a prendere in mano le redini dell’azienda. Ma quando arrivano al timone, gli eredi di solito si prendono troppo sul serio e comunque i loro figli li fanno già crescere un po’ troppo nel privilegio, sicché quando arriva il turno degli eredi di terza generazione questi sono piuttosto impreparati, desiderosi più di godersi le fortune di famiglia, cioè di fare la bella vita scialando, che di sacrificarsi per spingere ancora avanti l’azienda e il bene collettivo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’Italia non ha più un sistema industriale decente. Per non parlare del sistema finanziario…. Tutti a spendere e spandere, todos Berlsucones o almeno todos Lapo-Lapo, tutti splendidi, però sempre più in senso parassita, mungendo tutti, come sempre, le casse dello Stato per ripianare i buchi di bilancio della propria ingordigia e inettitudine. Ma tutti ben decisi a tenere le fette di prosciutto (pagato da noi) per non fare i conti con la realtà.
Lo stesso è avvenuto con le conquiste sociali e politiche. I padri fondatori della Repubblica hanno combattuto, sudato, spesso sofferto in carcere e anche versato il proprio sangue. I padri della Costituzione e della vita parlamentare repubblicana hanno avuto idee coraggiose e innovative, hanno tirato la cinghia e hanno lavorato per il bene comune, per il bene degli italiani che avevano conosciuto gli orrori della guerra e conoscevano la durezza della fatica in fabbrica e nei campi. La generazione successiva era già diversa, aveva meno memoria storica e anelava anche ad altro. Ora siamo alla generazione che alla fatica della memoria preferisce la retorica trombona e a senso unico della Memoria. Siamo alla generazione che non ha memoria storica e ha invece la strana idea che il benessere e la democrazia, cioè la libertà, siano beni di consumo dovuto, presenti per sempre – e “a gratis” – sugli scaffali del supermarket Italia, anziché conquiste da accudire vigilando perché si possono anche perdere. E perdere magari malamente, come è già successo in passato in varie parti del mondo. Le nuove generazioni di cittadini e di politici non sanno che la fortuna dell’Italia, e dell’Europa, è stata di avere perso la seconda guerra mondiale e di essere stati quindi tirati su col cucchiaino dagli Stati Uniti. Che ci hanno imbottito di quattrini non perché lo meritassimo e fossimo bravi e capaci, ma solo per evitare finissimo nell’orbita sovietica.
Il rimbecillimento da televisione ha ormai convinto tutti che l’Italia oltre che il Belpaese è anche Bonanza, dove il benessere abbonda perché siamo più bravi, più furbi e più intelligenti degli altri. Al posto di Milano-Italia di Gad Lerner ora c’è Italia-Bonanza di Silvio Berlusconi&C, una sorta di reality televisivo dove non manca nulla, e anzi le regole e la buona educazione sono solo pastoie, meglio ruttare e parlare come si mangia anziché evitare di ruttare almeno in pubblico e mangiare come si parla, imparando prima anche a parlare. Si tratta solo di andare a votare ogni quattro anni per scegliere tra i vipponi da rotocalco e tv quali saranno anche i protagonisti del reality Italia-Bonanza. E se ci sono gli extracomunitari e gli “altri” che minacciano di guastarci lo spettacolo, ecco che il gregge berluscone, berluschino e lapo-lapo si ristringe di nuovo attorno al Capo: ieri il Cavaliere con l’orbace, oggi il Cavaliere in doppiopetto. E ieri come oggi e come sempre il “Santo Padre”. Cioè il papa e il suo clero sempre più annaspanti e fuori dalla realtà. Ma tutti sempre con la convinzione che i problemi si risolvono eliminando i “rossi” e gli ebrei di oggi. Vale a dire, i rom e i “marocchini” al posto degli ebrei veri, ormai troppo forti e quindi meglio tenerseli buoni pur continuando a detestarli nell’intimo.
Ci deve essere qualcosa di sballato nel nostro dna, per avere questa strana tendenza a ripetere gli stessi errori. Dicono che le tragedie si ripetono, ma la seconda volta solo come farsa. Mah. Lo spero. Ho però l’impressione che – nonostante le continue benedizioni e affidi dell’Italia a Dio o alla Madonna da parte del papa di turno e nonostante le annesse scenografiche benedizioni dal balcone del Campidoglio o dal sancta sanctorum del Parlamento – stiamo correndo per andare a sbattere di nuovo, e tragicamente, contro un muro. Noi italiani se non prendiamo una tramvata in faccia che ci tiri fuori da sotto le gonne della Memoria – ieri dell’Impero Romano, oggi di altre belle fole – e ci rinfreschi invece la memoria, non siamo contenti.
Non vorrei che ai tedeschi e ai francesi più che Berlusconi al Quirinale interessi cacciarci fuori dall’euro per la nostra incapacità cronica di raddrizzare il bilancio dello Stato e i vari altri chiodi storti. Non vorrei che alle regioni del Nord Italia più che Berlusconi al Quirinale interessi smettere di continuare a pagare la “solidarietà” al Sud. Non vorrei che al Sud più che Berlusconi al Quirinale interessi farsi gli affari propri ancor più che oggi, e senza più le lezioncine di moralità impartite dal Nord, che in quanto a immoralità non scherza neppure lui.
Insomma, non vorrei che nel giro di 5-10 anni l’Italia si spaccasse in due, con almeno un pezzo se non tutti e due sbattuti fuori dall’Europa. Con uno Stato come Israele al Sud, armato di bombe atomiche e magari pronto a usarle, e quindi ben più decisivo di noi nei “nuovi” (?) equilibri mediterranei e mediorientali, il nostro ruolo sarebbe simile a quello di una comparsa. In uno spettacolo planetario e globale che però non verrà prodotto dalle reti televisive di Sua Emittenza pur se assiso al Quirinale, bensì dalla realtà e dalle maggiori potenze del mondo.
Insomma, per dirla tutta: non vorrei che nel giro di 5-10 anni le barricate parigine degli anni Duemila e quelle nostrane degli anni Settanta finissero col parerci rose e fiori. Dubito però che a salvarci sarà un Franceschini, così come non poteva essere uno Uòlter o un Baffino. Men che meno ci potranno salvare il papa e i papalini di turno, dalle Binetti ai Casini e Rutelli, tutta bella gente che nella Storia ha sempre e solo aggravato, speculandoci su, i nostri danni e le nostre tragedie.
Che pena vedere il mio Paese in queste condizioni. Che pena questo sfarinarsi di tutto, questo continuo degradarsi del pubblico e quindi troppo spesso anche del privato. E che pena ancora più forte guardare l’orizzonte dove tutti stiamo correndo come impazziti.
Voglio sperare che a tramontare sia la mia capacità di analisi e non la bella lunga stagione del mio Paese.
xNicotri
caro Pino
se e’ in Germania che si gioca il destino dell’Europa…meglio giocarselo a dadi, allora.
Pero’ e’ vero che noi italiani viviamo nel passato. La battaglia di Teutoburgo! Anni fa lessi un articolo di storia sul Times (mi pare), in cui il giornalista dava sfogo ai suoi sentimenti antitedeschi. Ando’ a parare proprio a Teutoburgo, non ricordo piu’ come. I selvatici teutoni, che vivevano tribalmente nelle foreste, si opponevano ai romani portatori della civilta’ delle urbi, delle strade, acquedotti, etc etc. Mi sfugge (ma credo mi sfuggisse anche allora) cosa c’entrasse coi tedeschi e l’Europa di oggi. Se non che, in termini molto generali, l’Europa di oggi ha un’anima germanica (prevalente in tutti i sensi, anche linguistico, dato che anche l’inglese ha origini sassoni) ed una latina. Invasioni barbariche a parte (vi furono ovunque), non ho mai ben capito perche’ il tedesco di oggi non abbia nulla di ‘romanzo’ o neolatino. Dopotutto, parte della odierna Germania, ed anche l’Austria e la Svizzera, erano parte dell’impero romano. Le due ‘anime’ si sono incontrate senza realmente mescolarsi e compenetrarsi…
Peter
caro Marco,
io sarò lontana anni luce dalla realtà meridionale!!
Ma sono in buona compagnia!
L’analisi è stata fatta. Che si fa ora?
Ci si mette seduti e si beve il caffè?
Si va a fare la coda per la raccomandazione?
Noi stiamo lavorando per formare la macroregione, senza la Lombardia, perchè è una rete economica, non politica.
Si parla di Klagenfurt come capitale.
Marco, i Furbi meridionali dovrebbero capire che, appunto la festa è finita e lavare i piatti.
Se non lo fanno non troveranno altri disposti a farlo.
Ma io credo che in meridione, escluse rare eccezioni, non abbiano capito niente della crisi in atto, mi è bastato sentire Bassolino e la “sua barca che deve portare fuori dalla tempesta”.
Lo diceva vent’anni fa!!!
E sempre lui che la deve portare fuori dalla tempesta.
In barca con lui?
Nuoterei da un pezzo!
Si è un altro mondo!
Sylvi
xSylvi
una macroregione, con Klagenfurt come capitale, e state facendo ‘economia’ anziche’ politica?
Ma questi distinguo da chi li ha imparati, dai gesuiti? E crede che qui ce li beviamo? mah
Peter
Berlusconi si è già mosso per punire i Pubblici Ministeri che parlano con la stampa e per fermare l’uso generalizzato delle intercettazioni telefoniche, per far sì che i casi giudiziari non siano più divulgati sui media.
Berlusconi è già immune da tutto e tutti, è come un monarca dell’800.
Per potersi sottrarrre ad una possibile condanna per corruzione Silvio Berlusconi, capo del governo Italiano, ha messo mano, ancora una volta, al processo legislativo del suo paese, ch’è anche il nostro paese.
Una nuova legge imbavaglierà anche i magistrati, la stampa, e la chiusura di blog liberi come questo, minacciando l’arresto per magistrati e giornalisti.
E’ una cortina fumogena creata ad arte per un Governo predisposto al crimine; leggerissimo con i potenti e duro con chi non ubbidisce alle sue interessate Leggi e libertà assoluta di delinquere per quattro italiani.
Dietro alla cortina fumogena, Berlusconi sta raccogliendo i frutti delle sue malversazioni e del suo governo, ancora una volta.
E pensare che la nostra Italia una legge contro il conflitto di interessi, in realta’, ce l’aveva anche !
La Legge n.361 del 1957 all’articolo 10 afferma:
“Non sono eleggibili coloro che risultino vincolati con lo Stato per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”.
E’ una norma chiara, giusta, nata in tempi non sospetti, quando Berlusconi era ancora un giovane scapestrato cantante di canzonette francesi e napoletane e si esibiva sulle navi da crociera.
L’inizio di questa terribile epoca risale al tempo in cui al colle risiedeva Scalfaro.
Come Scalfaro s’impuntò allora e non concesse che Previti ( condannato poi per manifesta corruzione di giudici) fosse il guardasigilli di allora, doveva a maggior ragione pretendere e applicare la Legge n.361 del 1957.
Oggi tutti noi, l’Italia intera, paga lo scotto di quella terribile indecisione ( lo hanno tutti sottovalutato) e credo che continueremo a pagarla fintantochè il grande imbroglione non si ritirerà dalla politica.
E questo signore (si fà per dire) aspira ad essere eletto Presidente della Repubblica Italiana, a capo del popolo italiano! terribile, terribile ed inquetante.
caro Peter,
anche Trieste non è d’accordo su Klagenfurt.
Ma sarebbe strategica fra Italia, Slovenia, Austria e Croazia, nel futuro la Baviera!
Kagenfurt è una cittadina senza attrattive, ma ottimi servizi burocratici e direzionali!
Noi beviamo tutti il caffè (Illy di solito), ma poi ci diamo da fare, nonostante certi italiani che vogliono “la solidarietà” ma ci mettono cento bastoni tra le ruote “per produrla “.
Chi impedisce agli altri di fare le macroregioni con i vicini?
I gesuiti?
E poi, che paura le fa una terra come questa, piccola, insignificante , arretrata, senza “grandi uomini” e abitata da montanari e contadini?
Sylvi
Il delirio pseudo-scientifico di Tremonti, ministro della fame che verrà;
La “nuova” politica americana, ostile a lobbies e poteri forti, ma prontissima a sovvenzionare l’industria privata con capitali pubblici che da soli solleverebbero il mondo dal fondo del barile ma non potrebbero mai coprire il buco finanziario degli ultimi 3 o 4 lustri;
L’ottimismo berlusconista per cui in Italia la crisi non è forte come negli altri paesi del mondo occidentale;
I grandi capitani d’impresa che col vessillo tricolore hanno nascosto la più grande truffa degli anni 2000, la trattativa Alitalia-CAI;
I licenziamenti fantasma dei lavoratori precari;
Migliaia di lavoratori in cassa integrazione, per mesi e mesi, e pronti al licenziamento: si parla di milioni di posti di lavoro in bilico in tutta Europa…
Per raccontare la crisi, anche solo dal punto di vista italiano, non basterebbe l’intera rete internet; non fosse altro per dare spazio alle smentite, ai confronti tra le dichiarazioni di pochi anni fa e quelle odierne, che sul tema economico si sono susseguite a cascata, dai frizzi e lazzi dell’espansione imperialistica occidentale alla tragedia di milioni di lavoratori lasciati senza lavoro, senza pensioni, senza niente e nemmeno un “cervello che basta alle mie mani”.
L’impresa, secondo la concezione comune del termine, è un atto eroico di sacrificio lavorativo, ingegno, scaltrezza e primato sociale; tale visione ideologica è stata spesso criticata da studiosi più o meno capaci di mostrare il vero dato della realtà: la subordinazione, infatti, non esiste tra lavoratori e datori di lavoro, tra braccia e capitale, ma più in generale tra profitto e dignità, tra danaro e libertà.
La consapevolezza del disvalore di condotte industriali-imprenditoriali scellerate ha tardato ad affermarsi in questo paese, incantato com’era dalla 500 e dalla televisione commerciale, sottoposto da sempre al potere di pochi eletti, untori incapaci di guardare alle prospettive sociali progressiste e ancorati a posizioni di supremazia incontestabili.
Nel dopoguerra, la dittatura delle democrazie occidentali ha mietuto milioni di vittime, dissipando i migliori anni della vita di ciascuno in ore e ore di lavoro senza prospettive, concentrando le energie del paese nella costruzione di veri e propri tesori che, dopo aver elemosinato qualche diritto e salari da fame per anni, non hanno esitato a levare le tende verso i paradisi fiscali di tutto il mondo.
Le stesse imprese più importanti, che in Italia trovavano la sola resistenza di qualche sindacalista e in generale di nessun politico “parlamentare”, sono scappate all’estero distribuendo altro “benessere” (mi viene da ridere…) nell’est post-comunista, corrotto e allo sbando come il nostro paese.
E lo Stato, dov’era? Mentre si consumava la tragedia di un’Italia dove i maiali sono più uguali degli altri animali, e lo scandalo si spostava dalla corruzione generalizzata (tangentopoli) alla prostituzione di costume (vallettopoli)?
A cosa servono le Costituzioni, se poi le leggi cantano la musica delle oligarchie?
E le Chiese? Davvero l’abominio dell’otto per mille è tanto convincente da zittire la parola di Dio?
Domande senza risposta, agli occhi dell’italiano; anzi, nessuna domanda per l’italiano medio, impegnato com’è nella sua missione di vita, ovvero nella ricerca della “felicità”, del successo personale.
L’Italia, il paese delle illegalità, è pronta a conformarsi al disegno anti-crisi mondiale: i quattro spicci che il governo sta preparando per il contrasto alla recessione, sono già a disposizione sotto forma di bonus, cioè di elemosine, per le famiglie più disagiate le quali certamente si rallegreranno alla notizia di un’iniezione “una tantum” di danaro nel loro portafogli, ma che per una questione tutta culturale non capiranno, una volta che l’incantesimo sarà spezzato, che forse sarebbe stato meglio investire nella concretizzazione dei diritti sociali, tra cui il “diritto al consumo” fortunatamente per tutti non trova spazio alcuno.
La verità, però, è conosciuta: le misure più importanti, nel mondo occidentale, saranno dedicate alle imprese, quindi proprio a quelle entità che assieme alle istituzioni politiche hanno la maggiore responsabilità per lo sfacelo del “mondo dei diritti” che è rimasto carta morta nei cassetti dell’ONU e dell’UE. Con la scusa di promuovere la crescita industriale.
la rivoluzione verrà eccome verrà.
provocatoriamente f.to Lenin
Qui in GB sono particolarmente matti, direi
@ Peter
A volte lo penso anch’io, specie quando leggo notiziole folli di questo tipo: a Liverpool un guidatore e’ stato fermato e multato, perche’ RIDEVA. (Parlava al hands free col cognato e rideva per una battuta, guidando).
In realta’, quel che appare come follia ed esagerazione, ha un senso e uno scopo precisi, che mirano a creare paura, a disumanizzar, a rendere gigantesca la statura delle autorita’. A cerare, cioe’, una societa’ orwelliana, omogenea, zombizzata e facilmente controllabile. Almeno, cosi’ la vedo io.
x Peter
Sono almeno vent’anni che Toulouse ha stretti rapporti economici e culturali con Barcellona!!!
Non credo che il Midì voglia staccarsi da Parigi per andare in Catalogna!
Sylvi
BERLUSCONI e LA MANIA DI GRANDEZZA
Il premier, denuncia Manuela Ghizzoni, chiede di trasferire quattro statue romane dal museo delle Terme di Diocleziano a palazzo Chigi
Pd: “Berlusconi come Napoleone
vuole statue per le sue stanze”
“Si tratta di statue, di alto valore artistico, attualmente non esposte al pubblico per una cronica carenza di fondi che, anche a seguito del taglio contenuto nell’ultima manovra finanziaria, non consente la riapertura degli spazi espositivi che ospitarono il primo museo nazionale di Roma, dopo l’Unità d’Italia”.
“Precludere al pubblico la fruizione di queste opere d’arte e usarle per il decoro degli spazi privati del presidente del Consiglio – conclude Ghizzoni – appare una scelta profondamente sbagliata, così come errata sarebbe la decisione di smembrare collezioni archeologiche pubbliche per di più per soddisfare richieste che ricordano vezzi napoleonici.
Via libera del Sovrintendente Bottini: “Non vedo lo scandalo, non potevamo esporle”
—————
Altro che crisi, per questo “signore” d’Arcore.
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/cronaca/berlusconi-statue/berlusconi-statue/berlusconi-statue.html
…il meridione depresso,il semidepresso,…e il mafioso.
Al meridione semidepresso:
Abruzzo,Molise,Puglia,Sardegna…si impone il proprio governatore e
si rastrellano i pochi soldi rimasti,…sia quello delle tasse che
quello stanziato dai governi precedenti,…
I depressi mezzi,… camorristi:
Campania e Calabria,…si tengono in equilibrio instabile,…
Rimane la Sicilia,…regione autonoma,…catania ha gia’ preso 140
milioni prelevato dalla 488 dell’abruzzo,…e 400 ne prendera’
per il risparmio del raddoppio della pe-ro,…insomma,la mafia deve avere il suo referente e l’ha trovato,…speriamo solo che il rampollo dei ciancimino ci spieghi questo mistero.
Ciao a tutti,Ber
PS,il canada presta soldi all’1%,l’inghilterra allo 0,5%,gli usa
fanno altrettanto,…e i bond treconti?
Il tesoro da i soldi alle banche all’8%,le banche ci mettono un
ricarico del 4%,…totale 12%,…ma non avevano fatto una legge
sull’usura che non potevano superare il 12%,…e gia’,le leggi
sono fatte solo per gli imbecilli…dinfatti non supera il12%,…
xVox
bentornata. Guardi pero’ che io parlavo degli omeopati, non intendevo generalizzare: lei ha colto la palla al balzo!
Non so dove trovi tutte quelle notizie sul tema ricorrente di infrazioni stradali, o disturbi arrecati ai vicini. Ci sara’ una base di verita’, ma qui non le sento mai. In generale, ho detto e ripetuto che la polizia stradale qui non mi ha mai dato fastidi. So che in altri paesi (in primis l’Italia) si viene fermati e controllati solo perche’ la polizia ha voglia di farlo: non deve dare giustificazioni. A me e’ successo spesso. E chi non ha addosso patente o ID puo’ essere portato in questura! Qui tutto cio’ non e’ ancora legale, per fermare una persona per strada (a piedi o in macchina) la polizia deve dare un motivo valido, non puo’ dire ‘ordinaria amministrazione’ o rischia denunce.
La societa’ britannica e’ piu’ omogenea della italica nel senso che i servizi funzionano piuttosto bene quasi ovunque. Non direi affatto orwelliana, zombizzata e facilmente controllabile: qui un PM come quello italico, col relativo stuolo di parlamentari indagati o in odore di mafia, non li accetterebbe nessuno, e tantomeno sarebbero votati. Il potere dei media in Italia e’ molto, molto superiore che qui. E se i servizi non funzionano la gente protesta, e si fa sentire. Ci sara’ conformismo, ma Orwell e gli zombi sono sue fantasie.
Una nota sulla aristocrazia britannica (che io non conosco affatto di persona, sia chiaro). E’ interessante che spesso i custodi delle liberta’ civili in UK siano stati proprio loro. I Lords decretarono l’arresto di Pinochet anni fa. L’omeopatia (una pratica rispettabile) e’ sopravvissuta in GB solo grazie a loro (in USA ha avuto vita molto piu’ difficile). Un dibattito sulla nuova legge sulla ‘pornografia’ non c’e’ stato affatto ai Commons, mentre e’ in corso alla Camera dei Lords…davvero interessante, secondo me
Peter
xVox
scusi, volevo dire bentornato, un lapsus. Welcome back, insomma
A Lampedusa le condizioni di vita all’interno del Centro continuano a essere terribili, ma il tentativo di Maroni di creare una piccola Guantanamo è fallito perché gli abitanti non intendono assecondare questo progetto.
Rosa Villecco Calipari e Jean Leonard Touadi, deputati Pd, 12 marzo
Caro Nicotri,
venga a Berlino, non cambi idea. Come si fa a dire che non ne vale la pena? Piaccia o non piaccia, qui si trovano i luoghi della storia del XX secolo. Mi piacerebbe invitarla a cena (alla tedesca, o come vuole). Ma come posso inviarle il mio numero di telefono privatamente? Non sono esperto di blog.
Bella l´idea di visitare i luoghi della battaglia di Teutoburg. Non si è ancora d´accordo: presso Detmold o vicino a Osnabrück, a un´ottantina di km. più a nord? Comunque questa è una zona interessante da visitare, e fuori dai consueti itinerari turistici: Potrà andare a Hameln, il paese del pifferaio magico, o a Münster, dove venne firmta la pace di Westfalia, che disegnò la carta d´Europa fino al Congresso di Vienna.
x Peter
La battaglia di Teutoburgo ha posto fine all’ampliamento continuo dell’impero romano in Europa, così come quella mi pare di Adrianopoli porrà fine al contenimento della spinta dei “barbari” più a Sud. Di fatto, sono i due eventi militari (e quindi anche politici) che hanno “fermato il mondo” (dato) iniziando a far “muovere il mondo” (nuovo).
Quando in Puglia passo da Canne, mi fermo sempre: cerco sempre di rivedere la dislocazione di quella giornata, con Annibale che manovra in modo da mettere i romani con il sole davanti agli occhi soprattutto verso il tramonto….
Strano considerare che quelle terre davanti agli occhi, con vigne, ulivi e grano, cioè con olio, vino e pane, basi alimentari e per certi versi religiose della nostra civiltà, sono state irrorate di così tanto sangue umano… La stranezza della sensazione aumenta se ci si ferma a mangiare al tramonto pane e olio bevendo un bicchiere di vino locale. A me capita di sentirmi una parte del tutto, una radice e un frutto della terra, quindi sempre a mio agio e sempre a disagio in qualunque parte del globo. Sempre in pace con me stesso e sempre irrequieto anche con me stesso.
Riguardo Teutoburgo, quello che mi incuriosisce è che ho letto due libri con due ricostruzioni completamente diverse: una descrive il tutto come una faccenda svolta e conslusa rapidamente. L’altra invece come una faccenda durata giorni. Qual è la verità? La verità è che comunque anche quelle terre oggi coltivate sono state irrorate di sangue di esseri umani. E che ci scorre vicino una strada asfaltata, con la gente che beatamente ignara va oltre. Che strano: oggi sono questi nastri d’asfalto le arterie nelle quale scorre il sangue della madre terra; allora erano i sentieri come quelli, morfologicamente non più esistenti, tuttalpiù intuibili.
Non sono neanche da lontano un appassionato di “teatro di battaglie”. Però quando ero ragazzo e abitavo a Villafranca Veronese mi hanno colpito un paio di cose, una delle quali mi pare di averla già raccontata tempo fa qui o su L’espresso. La prima è stato leggere su una lapide che la vigna dove spesso andavo a fare l’amore con una mia amica era il posto dove morì in battaglia il famoso “tamburino sardo”. Tutto attorno vigne, campagna, qualche osteria dove facevo bisboccia in compagnia. La seconda è stata accorgermi che il muretto dove mi ero seduto per ammirare dai grandi giardini Sigurtà, nei pressi del Mincio tra Villafranca e Peschiera, il panorama digradante della campagna era lo steso dal quale non ricordo chi – un re? Un generalone? – aveva osservato dall’alto lo svolgersi della battaglia del suo esercito contro non ricordo quale nemico. Mentre il sole si avviava a fine giornata quel tizio seduto lì prima di me a un certo punto capì che aveva perso. Ma non si scompose più di tanto, ora non ricordo se firmò una pace, un trattato e fece altro, ma NON diede di matto. Beh, trovavo terribile che quel panorama davanti ai miei occhi e il pezzetto di terra e muro dove poggiavo i piedi e il sedere fossero stati il teatro di una tale rappresentazione della commedia umana, spesso tragedia. Mi ha sempre colpito la “normalità” di certi drammi e tragedie di massa. I libri di storia ne prendono tranquillamente nota e….. la vita continua. Ho capito subito che il tamburino sardo e le varie truppe avrebbero fatto molto meglio a prendere a calci in culo, con annesso tamburo, i propri ufficiali e signoroni per passare la giornata scopazzando e gozzovigliando allegramente anziché uccidendo e morendo in modo sempre così tragicamente banale e inutile. La guerra è il modo più idiota di concimare il terreno. L’amore invece è il modo migliore per metterlo a frutto.
Tutto qui.
Un caro saluto.
pino
P.S. Temo che i destini dell’Europa, Germania compresa, non si giochino poi per davvero più in Germania, né in Francia. Il Danubio, sia dalle parti di Teutoburgo che di Adrianopoli, le Alpi e il Rubicone ormai non sono più nulla. Incombe su tutti noi il vasto mondo. Un mondo ben più vasto di ieri.
x Peter,
già, riprendendo Roberto Arbugi, quali criteri ha lei per decidere se un luogo vale la pena di essere visitato o no?
La mia è semplice curiosità!
I miei, l’ho già detto, sono i luoghi che mi permettono di capire ,oltre le grandi Storie, le conseguenze sui senza storia!
Pino lo ha scritto!
Sylvi
xNicotri
una cosa che mi piace degli inglesi e’ che sanno la storia. E la presentano in sordina, senza pompa ed orpelli. In modo semplice e pragmatico.
Persino al corso di omeopatia (che mi costa un sacco di soldi, per inciso), alla quarta sessione, cioe’ verso la fine, un coltissimo collega ci ha fatto una lezione di storia di due ore. Cominciando da Roma e Cartagine (258 AC). All’epoca, l’impero romano non comprendeva (il perfido…) Nord dell’Italia o altro, solo una larga parte della penisola, e le tre isole maggiori (un corso molto grafico). Quello cartaginese buona parte della Spagna, e quasi tutta la costa del Nord-Africa. Chi ha mai piu’ sentito parlare di Cartagine? diceva lui. Eppure i romani vincitori (per un pelo, o per l’indolenza-decadenza di Annibale) presero dai cartaginesi molte cose, in primo luogo le tecniche agricole, che vennero poi diffuse con profitto al resto d’Europa. Il paragone era tra medicina ‘convenzionale’ ed omeopatica…
Non sono uno storico, di Teutoburgo so solo che la sconfitta fu dovuta alla incompetenza di un console romano (Varo). Sei anni dopo i romani si rifecero con Germanico, che aveva un nome piu’ adatto al compito. Sospetto che rinunciarono all’espansione verso Nord per motivi pratici: il Nord era semidesertico, paludoso, freddo, e soggetto ad inondazioni. Cosa sarebbero i Paesi Bassi e la Bassa Sassonia senza le dighe, oggi?
In Britannia, i romani presero una decisione simile riguardo alla Scozia: i caledoni potevano tenersela. Anzi, vi edificarono un bel muro al confine (il muro di Adriano, recente esposizione al British Museum) per essere sicuri che i caledoni vi restassero al di la’ (uno dei motivi per cui gli inglesi ricordano i romani con simpatia).
Quando i romani sconfissero Annibale a Canne, lo avevano gia’ ‘on the run’. La sconfitta era in atto nelle cose, prima che sul campo. Annibale si ritirava in Puglia per imbarcarsi a Brindisi e tornare in Africa: Scipione aveva pensato bene di attaccare Cartagine mentre Annibale se la menava, inconcludente, in Italia…
un saluto
Peter
xSylvi
dipende: se uno va in pellegrinaggio nei posti ‘senza storia’, sono affari suoi. Ho smesso di fare pellegrinaggi da molto tempo, per mia fortuna. Vi sono dei posti interessanti in Germania: Brema mi piacque parecchio, e si trova a Nord. Non ha caso il sig. Arbugi ha nominato diversi posti nel Nord, tra cui Munster (enclave cattolica e forse ben conservata), che non ho mai visto.
Insisto che Berlino non merita affatto una visita di per se’, specie ora che la Guerra Fredda e’ finita da un pezzo. ‘La spia che venne dal freddo?’. ‘Funerale a Berlino’? roba del passato. Il resto si puo’ trovare ovunque. Quello che mi ha colpito e’ il grigiore e l’anonimita’. Lo trovai anche a Rotterdam, un porto ancora importantissimo, senza storia perche’ la citta’ venne rasa al suolo.
Lo stesso potrei dire di Southampton in GB: di storico non e’ rimasto quasi nulla, eppure e’ un porto di grande importanza.
Peter
Cara Sylvi,
io non sono per niente suscettibile…diciamo che ho un senso ironico della Storia….in questo momento “mi scappa da ridere”
affetuosamente tuo
cc
caro CC,
non ho capito il motivo del tuo ridacchiare!!!
E’ il pensiero che se avessero vinto i fazzoletti rossi ti accoglierei a casa mia con un sorridente :
– Dobrodosli; kako ste?
Mah, mah e mah!!!
Sylvi
A parte Berlino, vedo che con Peter ci sono gusti in comune. Mi piace la citazione di “Funerale a Berlino”, e non dimeticherei “A Dandy in Aspic”, purtroppo non conosco il titolo in italiano del film. Il romanzo era intitolato “Un dandy in trappola”.
E´ vero, preferisco le città del Nord, da Amburgo a Kiel a Lubecca. Monaco invasa dagli italiani per l´Oktoberfest (che poi comincia a settembre) mi attira di meno. Già forse troppo italiana.
Per tornare a Berlino, i luoghi della storia bisogna sentirli anche se non sempre si vedono. A Vienna, ad esempio, c´è poco da vedere, e molti rimagono delusi. A me emoziona (un poco) sapere che al mio tavolino in quel caffè si sedeva Kraus o Freud. Forse sono un feticista della storia.
I berlinesi hanno i loro torti. Continuano a distruggere quel che resta. Il “muro”è quasi introvabile, hanno abbattuto il Palast der Republik, come simolo della DDR comunista, e volevano abbattere lo Stadio Olimpico, quello di Hitler, perchè simbolo del nazismo.
Non è una bella città, non è una metropoli, ma un insieme di tanti quartieri, un tempo indipendenti. E´una città di vuoti, da sempre, anche prima della guerra.
Ma ha un suo fascino, magari un “fascino repellente”, se così si può dire.
Anche nella foresta dove varo perse le sue legioni c´è poco da vedere. Oppure molto. Comunque si uccisero tra loro: di romani veraci nelle legioni dell´allora estremo nord combattevano in pochi.
x Peter
Caro Peter,
homeopathy e’ una pratica ben accetta negli US.
Dipende dai diversi rami.
Ci sono ospedali omeopatici e diversi medici hanno ambedue le lauree e la licenza di praticare.
Varia di Stato in Stato, nel RI per ottenere una licenza di omeopatia occorrevano almeno tre anni di medicina.
Adesso non so’.
Io penso che l’abbinamento di medicina e di omeopatia sia una buona cosa.
Good going…
Anita
@ Peter
Quello che dice sul rispetto delle regole e sui servizi migliori in UK e’ senz’altro vero, lo condivido (d’altro canto superare l’Italia in questo non e’ difficile, visto come stiamo messi). Una volta, anche io avevo molta ammirazione per gli inglesi, ma studiando piu’ approfonditamente la storia dell’impero britannico, da Elisabetta I in poi, ho cominciatosempre piu’ a detestarli (storicamente parlando, of course), perche’ molti dei mali che affliggono il mondo di oggi sono stati portati e propagati proprio da loro, dalle suddivisioni a tavolino dei territori africani, alle colonizzazioni dell’America del Nord, dell’Australia e della Nuova Zelanda, gli affarucci in Egitto e Medioriente, la colonizzazione e l’oppressione dell’Irlanda (la prima del novero), dell’India, dell’Afghanistan, della Cina, su su fino alla creazione di Israele laddove esistevano altre popolazioni. Dall’apartheid sudafricano alla partecipazione nelle ultime guerre-menzogna in Iraq, e’ tutto un guerreggiare, sottomettere, sfruttare, incasinare. Beninteso, per mantenere il British life style e quell’aristocrazia che lei oggi elogia tanto e che invece io trovo piuttosto deprecabile, inbred e ridicola con la sua parlata posh. Oltretutto, trovo tutte le “aristocrazie” anacronistiche. Di nobilta’, per me, c’e’ solo quella dell’animo.
Per quanto riguarda l’omeopatia, e’ rispettata e largamente usata non solo in UK, ma in moltissimi altri paesi. L’ho sperimentata anche io, una volta, con successo, quando le cure tradizionali non portavano a nulla. E’ un ottimo rimedio, penso, soprattutto in casi di malattie croniche, tipo infiammazioni.
@ Errearbugi (71)
“A Dandy in Aspic”, purtroppo non conosco il titolo in italiano del film
——–
“Sull’orlo della paura” di A. Mann, anche regista di (per chi li ricorda) “El Cid”, “Lo sperone nudo”, “Gli eroi di Telemark”, “La caduta dell’Impero Romano (a proposito!), “Cimarron”, “L’uomo di Laramie”.
Cara Sylvi,
vedi , oggi in Spagna si sta costruendo un grande “ossario”per ricordare le “fosse comuni” in cui interrarono molto “fazzoletti rossi”dimenticati e che solo il tempo sta riportando alla luce….
Si parla di circa “trentamila vittime”….per il momento…
Noi Italici portatori di “pace e civiltà” contribuimmo in modo egregio…ed apportammo un notevole contributo di volontari con e senza cartolina precetto a questo “garnde passo in avanti dell’umanità”…
In questo ha perfettamente ragione il buon Uroburo…ci distinguiamo sempre per “cominiare” e siamo dei terribili “piagnoni” quando tocca a noi…
cara, oltre che ai due pesi e due misure esiste un altro proverbio..che parla di due “sacchi” uno per darle e uno per “prenderle”…
Come sempre la visuale del Mondo dalla “beata friula”, ha un angolo di visuale talmente ristretto in partenza ..che per poter capir qualcosa mia cara,..dal tuo punto vista la prima visuale seria cominci a vederla su Alpha Centauri…
Lontanicchia ed inutile…
Ecco perchè mi scappa da ridere…adesso vado a far “pipì”, speriamo non sia prostata.
Sempre affetuosanente tuo
cc
Per Alex,
grazie.
Ricordo che furono girati due finali, e stranamente e giustamente fu scelto quello senza happy end, una magnifica sequenza all´aeroporto di Tempelhof, chiuso da poche settimane. I berlinesi volevano distruggere anche l´aeroporto. Forse lo salveranno, magari trasformato in centro commerciale. Un altro luogo storico, anche da vedere.
caro CC,
spero che il tuo psa sia normale, e non farla fuori dal vaso!!!
Ho solo detto che preferisco, quando verrai in questa “beata friula”, dirti – benvenuto benvignùt- e che sono contenta che sia così!
E se preferisco il verde al rosso è solo perchè dona al mio incarnato!
Sei tu che capisci rava per fava , sei tu che martelli sempre dove il dente duole!!A te!
Sono un po’ tonta e non capisco cosa vogliate, tu e Uroburo, che io faccia per rimediare alle malefatte degli italiani in guerra.
Faccio già abbastanza fatica a sentirmi italiana, a volte!
Se parlo di macroregione mi bacchetta Peter- voglio la secessione!
Se nomino i titini mi bacchetti tu con i due sacchi…
Se nomino i partigiani….Dio scampi…
Il 4 aprile vengo in Piemonte per quattro giorni.
Cercherò di capire che aria tira da quelle parti, sicuramente frizzante; montagne alte, lontani dal mare, puzzetta sabauda sotto il naso…eppure ho parenti e amici da visitare, e una signora Mostra sugli Egizi, dove farmi due piedi come due racchette!!!
mandi mandi
Sylvi
Le città ed i luoghi in genere sono più o meno interessanti a seconda di chi li visita e per cosa li visita, quello che per alcuni non ha alcun valore può averne e molto per altri, per la stessa persona un luogo può dare sensazioni diversissime, in momenti e condizioni diverse o per le diverse motivazioni che hanno condotto in quel posto.
Alcuni amici podisti sono tornati da Berlino entusiasti, avevano corso la maratona su un percorso scorrevole dove tutti avevano fatto il loro miglior tempo personale, ed ovviamente almeno in quel giorno, non era ne grigia ne anonima.
Parigi è universalmente apprezzata bellissima specie in primavera, ma la mia personale visione di Parigi è una giornata invernale passata in un salone fumoso pieno di operai incazzati a Boulogne Billancourt (Renault), fuori poche centinaia di metri per arrivare al lungo Senna Stalingrado da dove in mezzo alla nebbia ho intravisto l’isola Seguin, punti di vista e situazioni.
Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.it
Ps.
“Ilproverbio..che parla di due “sacchi” uno per darle e uno per “prenderle”… Mia nonna lo ricordava ogni volta che qualcuno diceva ” … io a quello lo spacco …. gli faccio due ochi così …”
x Roberto Arbugi
Le ho inviato una mail al recapito indicato nei suoi post.
Un saluto.
pino nicotri
x Peter
Oltre all’insulsaggine di Varo, ciò che conta – ben di più – è che i germani si erano stufati del dominio romano, oltretutto ingiustificato. E Arminio ci ha saputo fare, sotto vari profili.
Uno dei delitti peggiori contro Cartagine è stata la distruzione della biblioteca. Mi pare che i romani si portarono via solo i libri che trattavano di agricoltura, e vedo che lei in qualche modo conferma la cosa. Anzi, se mi potesse indicare una fonte su questa faccenda dell’agricoltura copiata mi farebbe felice. E’ interessante notare come invece NON hanno copiato le altre scienze, dalla matematica alla meccanica, che nei regni ellenistici conquistati dai romani erano a livelli elevatissimi. E’ solo grazie ai bizantini ma soprattutti agli arabi se almeno parte di quel sapere è arrivato fino a noi, innescando quello che si chiama Rinascimento.
Sotto il profilo del sapere scientifico, l’impero romano prima e il cristianesimo dopo sono stati una iattura. Che ha provocato una paralisi delle scienze durata quasi 2000 anni!!! I romani oltre ad avere per esempio accoppato (anche) Archimede, hanno espresso come massimo uno come Plinio, la cui scientificità fa ridere i polli. Molti secoli prima di lui nell’oriente ellenistico avevano già rilevato che le celle delle api hanno un numero di lati ottimale per il volume da contenere, mentre Plinio diceva che hanno quel nunero di lati perché…. eguale al numero delle zampe delle api! Una castroneria che fa il paio con quella del sant’uomo – ora non ne ricordo il nome – che sostenava “scientificamente” che i vangeli sono 4 perché 4 sono i….. punti cardinali! A parte la versione che parla invece di colombe (= spirito santo) posatesi solo su 4 versioni tra le varie decine accatastate dai padri conciliari o di scossa sismica che le ha fatte cadere tutte eccetto le quelle 4, le sinottiche.
Una delle meraviglie di Cartagine erano il porto interno, dove stivavano le navi, e le mura, di fatto un continuum di alloggi di militari, di cavalleria e di elefanti. Tutto distrutto dai romani, la cui inciviltà è arrivata a distruggere perfino le mura e quasi tutta la biblioteca di Corinto! Con Pompeo che ne ha poi scopiazzato il teatro quando ne ha fatto costruire uno simile a Roma, città parassitaria come nessun’altra al mondo: al porto di Ostia arrivavano in continuazione navi cariche di ogni ben di Dio dall’Oriente, ma NON partiva mai nulla, a parte le flotte militari. Discendiamo da una civilità molto celebrata, ma di fatto terribile e terribilmente ignorante nonostante “Grecia capta ferum vincitorem cepit”. Il gigantesco parassitismo di Roma ha fatto gettare nella spazzatura l’intera scienza del periodo ellenistico, per poi travasarsi nel papato.
Con Cartagine i romani alla fine si sono comportati come gli israeliani di oggi con i palestinesi: per “fare la pace” (?) hanno preteso condizioni man mano sempre più umilianti e ricattatorie, fino alla consegna di tutte le armature presenti in città, in modo da poter poi sferrare la mazzata finale. Infamia supplementare, il modo col quale è stato poi fatto uccidere Annibale.
Sic transit gloria mundi.
Un abbraccio.
pino
p.s. Ha ricevuto la mail con l’articolo inviato da Anita?
cara Sylvi,
quando faccio la Pipi, mi siedo come voi femminucce,ovunque ovviamente ciò sia possibile.
Non per questo, mai in vita mia, mi sono sentito “minimamente” intaccato in qualche mia “prerogativa di genere”.
Diversamente invece, noto con disappunto che “metaforicamente parlando” a farla fuori dal vasetto sono le balde femminucce…
Non ti crucciare..non so Uro..ma il sottoscritto non vule proprio niente…diciamo che tu dici e io dico..
Presidio come il buon Cerutti Gino ….
cc
Cara Sylvi, i delinquenti e malfattori non hanno solo cognomi meridionali. Il cavaliere non è meridionale e tanti altri bei figuri non lo sono.
Il marcio è a Roma, sempre. E’ in chi ha in mano le redini del potere, che fa in modo da condizionare l’elettorato a delle scelte che sembrano libere ma in realtà non lo sono. Vale per tutti gli attuali schieramenti politici.
Criminalizzare il meridione vuol dire non aver colto l’essenza del problema, che è nella struttura dell’amministrazione ancor prima che nei suoi componenti. E’ nei controlli che vengono fatti dai controllati, ad esempio; è nei legami affaristici sotterranei, che vanno sempre a scapito dell’onestà.
x CC
I maschietti hanno un vantaggio, specialmente quando in viaggio…
Ti mando un Power Point un po’ irriverente.
Anita
Due vecchi fanno a gara a chi piscia più lungo.
“Francè, mi sono pisciato sulla punta delle scarpe!” dice l’uno, demoralizzato.
“Giovà, hai vinto tu.”…
The Swiss government said in a statement that any exchange of banking information with other countries would be done on a “case by case” basis.
Switzerland was “maintaining banking secrecy and resolutely refused all automatic transmission of information”, it said.
“The private sphere of clients is still protected from unjustified watching from abroad,” it added.
————————
Gli svizzeri come al solito si parano il sedere. L’alleggerimento del segreto bancario lo intendono condizionato a reali esigenze di indagine, da esaminare caso per caso. Ciò significa che le informazioni saranno date a loro esclusiva discrezione, secondo criteri di comodo.
Grazie Anita,
molto carino,in più avrai notato che manca il modello Made in Italy.
Mi hai fatto venire alcune “idee”.
A)disegnare il modello e brevettarlo
B)Commentare “filosoficamente ” ogni prodotto
Appena ho l’illuminazione ,non mancherò di farti conoscere le pensate in escusiva.
Ciao
cc
x CC
Francamente non l’avevo notato.
Ce n’e’ uno del Vaticano…non di buon gusto.
Te ne ho appena inviato uno molto ingegnoso…Uno dei miei preferiti.
Ahime’, no ho a centinaia…..Mi arrivano di continuo, in diverse lingue.
Anita
Dopo Sanremo la conduttrice offre il gemellaggio tra format rivali
Collegamento fra “Amici” su Canale 5 e “X-Factor” su RaiDue
di CARLO MORETTI
De Filippi chiede spazio alla Rai Il no di Marano: nessun patto
ROMA – Mentre impazza la guerra dei palinsesti tra Rai e Mediaset, con il recente spostamento al martedì, uno contro l’altro, dei talent show “Amici” di Canale 5 e “X Factor” di RaiDue, Maria De Filippi lancia una proposta clamorosa alla concorrenza che certo non servirà a stemperare la tensione con i dirigenti del Biscione.
In una telefonata a Giorgio Gori, suo amico ed ex direttore di rete a Mediaset, nonché attuale patron della Magnolia produttrice di “X Factor”, la conduttrice di “Amici” ha fatto balenare l’idea di un collegamento speciale tra Canale 5 e RaiDue da realizzare martedì sera nel mezzo della prima sfida diretta tra i due show. Un ponte sorprendente, un deciso passo più in là rispetto alla partecipazione della De Filippi alla serata finale del Festival di Sanremo, quasi l’architrave nella costruzione dell’ancora immaginaria “RaiSet”.
“I mezzi sono il fine: intendiamo ripristinare le necessità fondamentali e una coscienza globale sull’ambiente tramite la comprensione dei più recenti risultati riguardo chi e cosa veramente siamo, uniti a come la scienza, la natura e la tecnologia (piuttosto che religione, politica e denaro) tengono le chiavi della nostra crescita personale, non solo come individui della razza umana, ma come civiltà, sia strutturalmente sia spiritualmente.”
http://video.google.it/videoplay?docid=-922737582620416065
Buona visione.
http://www.radio.rai.it/grparlamento/podcast/podcast.cfm
Vale la pena di ascoltarla! Forse si sgretola almeno un pochino il muro di gomma costruito dal Vaticano – con la complicità del servilismo della stampa e della tv – per coprire le responsabilità in alto loco sull’atroce fine della bella ragazzina sedicenne.
Ieri a pagina 40 di Repubblica, nella sezione Almanacco dei libri, c’era un bella recensione di Filippo Ceccarelli e un paio di settimane fa Corrado Augias ha avuto il coraggio di mandare in onda sul suo programma “Le storie” una intera puntata di intervista a Nicotri, che è stato molto efficace. Sobrio ed efficace.
Prima o poi si scoprirà che non solo il re, ma anche il papa è nudo. E che non è un bello spettacolo….
Shalom
xNicotri
vedro’ cosa posso fare per le fonti che mi chiedeva. Sa, quando mi trovo ad un corso ed uno mostra grafici, foto e vecchi testi con aria saputa e competente queste cose non mi vengono in mente. Ho avuto pero’ il mio daffare, dopo la ‘lezione’, per obiettare che la medicina convenzionale era si’ una cosa penosa nel XVIII-XIX secolo, quando venne fondata quella omeopatica, ma dopo le cose cambiarono per il meglio.
Ho ricevuto l’email di Anita, grazie. Me la devo leggere con calma, non saprei ‘the point she wants to make…’.
Ora mi devo avviare, passeggiata in campagna di 10 miglia oggi, col solito gruppo nell’Hampshire. Ne ho bisogno, tutti dicono che sto ingrassando!!
Peter
Gli sforzi compiuti da Berlusconi per cambiare il sistema giudiziario sono circondati da molti dubbi:
lo sta facendo per migliorare i bassi standard della giustizia italiana o sta solo tentando di proteggere i suoi interessi?
The Economist, 12 marzo
Domanda retorica! Gli inglesi si sa ce l’hanno con noi……
Il Berluscone si sacrifica per il bene dell’Ittaglia, Come lo si puote sospettare che faccia il proprio interesse anzichè quello della PATRIA?
Shalom
Liberi dall’analfabetismo nel 2010
Lo saranno i paesi dell’ ALBA
I Ministri d’Educazione dei paesi dell’Alternativa Bolivariana per i popoli di Nuestra America – ALBA – hanno stabilito che nel prossimo anno tutti i paesi membri raggiungeranno il tragurdo della liberazione dall’analfabetismo.
L’applicazione del programma cubano, badate, paese comunista “Io sì che posso”, è stata essenziale nell’impegno per l’eliminazione del flagello.
Queste dichiarazioni fanno parte del documento finale del primo incontro dei ministri dell’Educazione che si sono riuniti per tre giorni a Margarita, in Nueva Esparta, con l’assistenza di rappresentanti di Cuba, Nicaragua, Honduras, Bolivia, Dominica e Venezuela.
Il testo approvato riconosce l’importanza dell’insegnamento come elemento trasformatore della società, per migliorare la qualità dei popoli della regione.
I ministri hanno segnalato la necessità d’ampliare e dare priorità al progetto GraNazionale ALBA, Educazione per la Trasformazione Integrale dell’ Educazione iniziale, di base, media e superiore negli Stati membri.
Le autorità del Nicaragua hanno informato che dichiareranno 14 municipi “territori liberi dall’analfabetismo” tra il 21 e il 31 marzo, in saluto al XXX Anniversario della Rivoluzione Popolare Sandinista.
Reynaldo Mairena, direttore Generale d’Alfabetizzazione e d’ Educazione di Giovani e Adulti del Ministero dell’Educazione, ha detto che la cifra è di 56 municipi che hanno eliminato il flagello.
Come parte dell’appoggio dei membri dell’ALBA, sono giunti nella nazione brigatisti del Venezuela, con l’obiettivo di dare un impulso all’applicazione del metodo cubano “Io sì che posso”.
Venezuela spinge per la creazione di comuni socialiste
Il Venezuela ha messo in moto un programma domiciliare che coniuga case con opportunità produttive, denominate comuni socialiste, e che sono parte degli sforzi per combattere il deficit di abitazioni e la disoccupazione che colpisce oggi il paese.
Questa settimana il presidente, Hugo Chavez, ha conseganto i primi 440 appartamenti dello sviluppo urbanistico “Cacique Tiuna”, a Caracas, per un totale di 1.600 che serviranno alle famiglie con scarse risorse.
Il progetto include degli edifici piccoli con un piano destinato a piccole imprese, una scuola di giardinaggio, riscatto di aree rurali, installazioni universitarie ed imprese di falegnameria.
“È parte della Rivoluzione che deve ottenere la nuova distribuzione dello spazio, delle risorse, dei mezzi di sussistenza ed ottenere in questo modo la giustizia sociale, cioè il Socialismo”, ha affermato Chavez alla consegna delle prime case.
La messa a fuoco è fomentare la proprietà comunale, una proposta che conta sull’appoggio del nuovo Ministero per i Comuni e si iscrive nelle trasformazioni intraprese dal governo di Chavez negli ultimi anni.
La proposta cerca di garantire le case, le fonti di impiego e le condizioni di vita. Si tenta di dare la soluzione in funzione delle necessità del popolo, se non facciamo così queste persone finiscono per vendere le case, ha spiegato il presidente.
La proposta cerca di dare maggiori prerogative di amministrazione alla popolazione, mediante un processo di bonifico del potere, che permetta alle comunità la gestione sull’economia della loro area.
Le comuni si propongono, ugualmente,di affrontare il problema della disoccupazione che, secondo l’ultima notizia ufficiale, colpisce il 9,5% delle persone in età lavorativa del Venezuela, la cui popolazione totale si stima sia circa 28 milioni di abitanti.
Le bugie, ossia le finte verità del Venditore di fumo.
Ci sa fare, non c’è che dire. Berlusconi è “il venditore di fumo” per eccellenza e non si smentisce mai.
Qui di seguito potrete leggere alcune “riforme” varate dal governo dell’imbonitore brianzolo.
Naturalmente le “magagne” non sono riportate, la verità è edulcorata e gli effetti reali di questi provvedimenti sono ben diversi.
Nel dettaglio dovreste infatti sapere che:
Abolizione totale ICI: Il governo Prodi aveva previsto dal 2008 l’aumento delle detrazioni per l’ICI tali da annullare l’imposta per i redditi medio-bassi. Berlusconi l’ha soltanto tagliata anche per i ceti medio-alti, favorendo quindi i piu abbienti.
Detassazione Straordinari: intanto la norma è a “tempo” (sperimentazione di sei mesi) e poi vengono detassati sia per i lavoratori sia per le imprese, il beneficio sarà di una quindicina di euro mensili massimo, fermo restando che il lavoratore, per usufruirne, dovrà effettuare ore di straordinario. Allungare l’orario di lavoro è allettante, soprattutto in periodi di crisi.
Ma la sicurezza? Il Governo dimentica che ci sono settori ad alto rischio di incidenti in cui un sovraccarico di lavoro potrebbe produrre stanchezza e distrazioni fatali.
Rinegoziazione dei mutui (per riportarli ai livelli 2006). Peccato che il governo si è dimenticato di aggiungere che tale rinegoziazione non porta vantaggi reali, allunga solamente i tempi di estinzione del debito facendone aumentare il costo e costerà oltre 7mila euro in piu a famiglia. Fonte CGIL:
La Cgil ha fatto un ipotesi di una famiglia residente a Roma con un mutuo di 100mila euro per 20 anni acceso nel 2003 (abitazione A/3 di 80 mq in zona semiperiferica). Cosa succede, si legge nel documento, a questa famiglia alla scadenza del contratto? Calcolando i diversi elementi in gioco, la famiglia tipo si trova a fine mutuo a dover pagare 7.626 euro in più, se rinegozia il proprio contratto.
In base ai calcoli della Cgil infatti l costo complessivo del mutuo prima della riforma sarebbe di 171.840; mentre il costo complessivo del mutuo dopo la riforma sarebbe di 179.466 euro, con una differenza complessiva a fine mutuo per l’accordo ‘Tremonti’ di 7.626 euro in più che pesano sul budget familiare.
Piano Casa per le giovani coppie e ceti a basso reddito. Piano annunciato, con l’apertura di un fondo per svariati milioni di euro da destinare ad alcuni ceti sociali. Tanto fumo, ben poco arrosto.
Carta prepagata per i pensionati. Una card di 400 euro annuali, cioè circa 30 euro mensili, cioè nulla. Aveva dato di piu il Governo Prodi nel 2006 con l’una tantum ai pensionati. Ma nessuno se lo ricorda.
-Robin Hood Tax. Tassare petrolieri e banchieri per avere circa 300 milioni di euro da redistribuire, una ideona. Peccato che la maggioranza del danaro rimarrà allo stato e già oggi si prospettano aumenti di carburanti alla pompa per recuperare l’esborso della nuova tassa (basta l’aumento di 1 centesimo a litro per farci “pagare” la “tassa per i poveri”di tremonti)
-3000 militari in pattuglia nelle città. Invece di potenziare le forze di polizia, carabinieri, guardia di finanza e di mettere mano alla giustizia per eliminare i privilegi, gli sconti di pena ingiusti, la lentezza dei processi… si risolve il problema mettendo qualche soldato in piu nelle strade. Nelle zone di Mafia naturalmente non si manda l’esercito, quando mai!
Pene pesanti per i reati dei clandestini. Peccato che il governo si dimentica di dire che nella norma Salva-processi ideata dal centrodestra, verranno bloccati proprio i processi per i clandestini. (assieme a quelli per stupro, rapimento senza fini di lucro, furto etc)
Nuove norme contro la violenza sulle donne. Anche qui si dimentica di dire che proprio questo governo ha tagliato i fondi anti violenza e nel pacchetto blocca-processi si prevede anche la sospensione dei processi per stupro.
Spero di avervi aperto un pò gli occhi sulle finte verità che Berlusconi propina agli elettori.
Tanto la gente capirà quando sbatterà il viso contro il muro di bugie dell’incallito venditore di fumo.
x Peter
Caro Peter,
my only point was to show you that the catastrophe started well before even 1999, it precipitated in 1999.
That’s way the housing prices went up, actually ballooned, then we had a housing glut and the bubble bursted.
Simple enough…
Have a nice walk……
Anita
x Peter
error, why not way…….. A.
Al peggio non c’e’ mai fine…
“c’è libertà di coscienza sul testamento biologico, ma bisogna stare attenti perché la caduta del Muro di Berlino ha ammazzato il comunismo ma ne ha tenuto in vita la mentalità «costruttivistica», per la quale le persone pensano di poter decidere anche del proprio corpo. ”
«la legge sul testaamento biologico l’abbiamo dovuta intraprendere perché sul caso Englaro sono intervenuti i magistrati, e quello è l’ultimo frutto di Tangentopoli».
Gaetano Quagliariello, Deputato FI – 15 marzo 2009