Musica che stimola lo stomaco e la testa: fuori i nomi
L’altro giorno leggo una recensione che attira la mia attenzione, anche perchè non conosco l’oggetto di cotanta attenzione: Jackie Leven. Ma ormai non mi fido più di chi scirve di musica per mestiere e così contatto il fido Michele B. Non sempre siamo d’accordo (vedi PJ Harvey, che io adoro, anche se ammetto che le ultime cose al pianoforte se le poteva risparmiare), ma vale sempre la pena di seguire i suoi consigli. E allora vi giro, pari pari, la sua risposta. Contiene un sacco di notizie utili e qualche dritta che voglio condividere con chi ama la Musica come me.
“Cara Caterina, avevo otto anni quando mia madre mi regalò i miei primi due dischi. Due 45: Get Back dei Beatles e Guajira dei Santana. Quasi quarant’anni dopo, il mio palato s’è fatto ancora più fine e adesso uso un semplicissimo metro per misurare la musica che mi entra in casa. C’è quella bella, quella brutta, quella irritante e fastidiosa e quella completamente inutile… almeno per le mie orecchie. Ecco, Jackie Leven l’ho sempre trovato inutile. In questi anni, sedotto da alcune recensioni, gli ho fatto il piacere di acquistargli un paio di dischi che però non hanno mai retto la prova di un mese sul mio stereo. La sua è una musica banalotta, che sembra suonata apposta per arrivare alla radio. Non mi ha mai toccato alcuna corda particolare. Neppure la sua voce. So che in UK ha un certo seguito, ma credo soprattutto per i suoi testi. Quindi se vuoi un consiglio, lascialo perdere. Non ti cambierebbe la vita.
Se invece sei alla ricerca di qualcosa che ti stimoli lo stomaco e la testa segnati questi nomi (se già non li conosci):
KAREN DALTON “It’s so hard to tell….”. Lei è morta da poco e visto che di recente l’hanno riscoperta gente come nick cave e devendra banhart hanno pensato bene di ristampare i pochi dischi che s’è lasciata dietro. Se sei fortunata di trovarlo ancora in giro ti consiglio il primo cd con il dvd in regalo. La Dalton era stata scoperta da Fred Neil e Dino Valenti e Dylan, nelle sue memorie se la ricorda così: “era la mia preferita. una cantante di blues bianca, alta terragna scheletrica e focosa. Aveva una voce come billie holiday, suonava la chitarra come jimmy reed e ci metteva l’anima”. Grande voce e grande musica davvero.
RICHARD HAWLEY (del quale ti consiglio caldamente il primo e il terzo cd) s’è scoperto cantante solo da qualche anno, dopo aver prestato la sua chitarra agli oasis, ai pulp e a gran parte dell’ultimo rock britannico. Voce particolare, ottimi arrangiamenti e belli i testi delle sue canzoni. L’hanno paragonato a roy orbison in qualche modo gli si avvicina. Se riesci ancora ad innamorarti, questa è la tua giusta colonna sonora. Level avrebbe molto da imparare da lui.
Prima ti dicevo della musica irritante e fastidiosa che a volte mi tocca sentire. La tua pj harvey appartiene a questa schiera e guarda che a giorni esce il suo nuovo disco con JOHN PARISH che invece è uno dei miei musicisti preferiti. E di PARISH, se non ce l’hai già, ti consiglio HOW ANIMALS MOVE. Musica per palati fini e per chi ama le sonorità cinematografiche e i suoni di Howe Gelb che poi in questo cd ci suona pure dentro. Al fianco della stessa Harvey che qui canta una bellissima Airplane Blues.
STEVEN BERNSTEIN “Diaspora Soul” Bernstein presta la sua tromba al rock del giro di antony e di banhart, ma lui è soprattutto un jazzista e a volte lavora pure per hollywood. Della serie DIASPORA, composta di quattro capitoli, ti consiglio il SOUL, ottimo miscuglio di jazz, colonne sonore e musica yiddish. Lo senti una volta e te lo scarichi subito sull’ipod.
MARK HOLLIS “MARK HOLLIS” lui è il leader dei celebri talk talk. Te li ricordi? Bene, qualche anno fa s’è ritirato dalle scene, stanco della musica e di ciò che le gira attorno e nessuno sa neanche più che fine abbia fatto. ma prima di sparire ci ha lasciato questo piccolo gioiello, musica sussurrata e notturna. capace di farti sanguinare il cuore. SPLENDIDO!
DINO VALENTI “DINO VALENTE”. Valente con la E perchè dando alle stampe l’album l’ufficio stampa della casa discografica non sapeva neanche come si chiamava il loro artista. Lui è il fondatore dei quicksilver messenger service solo che non potè gustarsi il successo perchè, mentre il gruppo veniva lanciato, lui veniva arrestato per droga e finiva dentro per qualche tempo. Alla sua uscita, un vecchio contratto lo legava ancora alla sua casa discografica e così gli fecero incidere il suo unico disco solista prodotto da Bob Johnston, il fido collaboratoe di dylan. ma non asopettarti una copia di dylan. questa è musica altra. Psichedelia, ballate, jazz e chi più ne ha più ne metta. il disco ha 40 anni e sembra inciso oggi.
Questi sono alcuni dei venti cd che stazionano sul mio comodino in camera da letto. Se già non ce l’hai ti consiglio pure tool box dei calexico”