Un Giorno della Memoria troppo incompleto. Le cifre israeliane sul totale della case di palestinesi demolite dal 1967 ad oggi

Sono francamente disgustato. In tutte le recenti commemorazioni del Giorno della Memoria, istituito per legge nel luglio del 2000, lo sterminio che i nazisti hanno fatto di oltre una decina di milioni esseri umani negli appositi campi allestiti durante la seconda guerra mondiale è stato ampiamente dimezzato. Ridotto al solo sterminio degli ebrei. E gli altri? Cancellati, cioè uccisi un’altra volta! Sempre più ridotto alla sola Shoà ebraica, lo sterminio non solo è stato dimezzato quantitativamente, dimezzandone di fatto la cifra totale delle vittime, ma è stato anche monopolizzato qualitativamente. Ben che vada, ci si ricorda anche dei deportati militari e politici italiani, ma solo di questi, e di coloro che si sono opposti al “progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati“. Nessun cenno quindi alle vittime che hanno subito senza potersi opporre. In questa opera di riduzione e falsificazione ora ci si è messo anche il ministero della Pubblica istruzione, con una circolare sorprendente: http://www.pubblica.istruzione.it/shoah/memoria/index08.shtml . Anche il programma preparato dal ministero per la visita guidata a Trieste al monumento nazionale noto come Risiera di S. Sabba ( http://www.pubblica.istruzione.it/shoah/eventi/eventi08/sansaba250108_3_2.pdf ) è sconcertante. E mi meraviglio che le comunità ebraiche non abbiano protestato, accontentandosi invece del fatto di figurare loro. Ma solo loro. Capisco che desiderino vengano ricordate, giustamente, le persecuzioni da loro subite, ma non capisco il tacere invece di quelle subite dagli altri, alcune delle quali pur sempre per mano italiana e comunque per mano di nostri alleati politico-militari. In particolare, in questa non disinteressata opera omertosa del nostro ministero non c’è nessuna traccia, tra l’altro, dei campi di concentramento italiani ai danni soprattutto degli slavi, campi che anche non lontano da Trieste erano svariate decine e dei quali venne pubblicato il lungo elenco nel mio blog su L’espresso. La conclusione che viene fornita bella che cotta e masticata agli ignari giovani studenti italiani è che noi italiani, grazie alla citazione dei “deportati militari e politici italiani”, siamo stati vittime dei nazisti come gli ebrei, o quasi. Cancellate tutte le altre vittime e cancellate tutte le nostre colpe, cancellato il fatto che noi dei nazisti eravamo alleati attivi, molto attivi, impegnati nei disastri e delitti di massa della seconda guerra mondiale. A me pare che più che ministero della Pubblica istruzione sia il caso di parlare di ministero della pubblica Distruzione. Distruzione della verità e della memoria. E meno male che almeno in varie località ci si ricorda nonostante tutto almeno degli zingari ( http://romanolil.splinder.com/ ,   http://www.operanomadimilano.org/eventi/eventi.htm , http://www.operanomadimilano.org/chi/chi.htm )

Il problema però è che il Giorno della Memoria è stato istituito già così confezionato, l’uso strumentale e la monopolizzazione successiva ne sono solo una conseguenza, ma la responsabilità non è delle comunità ebraiche, bensì di come il governo otaliano ha definito il Giorno della Memoria. Il 20 luglio 2000 infatti il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il capo del governo Giuliano Amato e il ministro della Giustizia Fassino non hanno istituito per il 27 gennaio di ogni anno la giornata del ricordo delle vittime dei campi di sterminio, nonostante la data scelta, il 27 gennaio, sia la data di abbattimento dei cancelli di Auschwitz, dove non si sterminavano certo persone di una sola appartenenza, ma hanno istituito qualcosa di più limitato. Come si legge nel link http://www.pubblica.istruzione.it/shoah/normativa/legge_20_07_00.shtml , l’articolo 1 delle legge, composta di soli due articoli, dice infatti: “La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. E l’articolo 2 precisa: “In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’Art. 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Messa così, è evidente che possano invece accadere di nuovo “simili eventi” ai danni di altra gente.E’ così accade che ci sia per esempio la caccia ai rom e spesso agli extracomunitari in genere che ormai fa parte del panorama italiano senza che nessuno si scandalizzi più di tanto. Di zingari, rom, sinti e camminanti neppure l’ombra nei due articoli del governo Amato, sono ormai lontani i tempi in cui la giunta di sinistra di Roma metteva una lapide in via degli Zingari, parallela di via Cavour nella capitale, per ricordare assieme alla locale comunità ebraica anche le loro deportazioni per mano dei nazifascisti. Ormai siamo al punto che il sindaco di Roma Alemanno, un neofascista, ha  promesso  di “cacciare 20 mila zingari”. E quando il censimento ha appurato che gli “zingari” a Roma e dintorni non sono 20 mila, ma solo 7 mila, ecco che il duro e puro Alemanno ha rincarato la dose: “Il censimento sarà affidato ai militari”. Gli fanno eco gli abitanti di Primavalle che proclamano ad alta voce, senza finire in galera e anzi corteggiati dai giornali, la loro volontà di risolvere il problema della presenza del locale accampamento di rom  “dandogli fuoco e ammazzandoli tutti”. Non scherzano neppure gli abitanti di Guidonia, che a causa di qualche stupro commesso non da loro, ma da romeni, minacciano la loro brava “pulizia etnica” manu militari. Il tutto, vergogna nella vergogna, proprio a ridosso del Giorno della Memoria e anzi anche nello stesso giorno! Del resto l’esempio lo ha dato la Lega a Milano, incendiando il campo dei rom a Opera e mandando in onda spesso e volentieri su Radio Padania le minacce anche di morte ululate dai padani duri e puri, vale a dire in puro stile Olindo&Rosa, la pia coppietta massacratrice di Erba.

Totalmente fatti sparire dalla Memoria in primo luogo gli “zingari”, dei quali non sappiamo neppure se ne sono stati mandati alle camere a gas “solo” 400.000 o 500.000 o addirittura 2 milioni di persone! Gli “zingari” hanno due differenti vocaboli per indicare il loro genocidio, Samudaripen e Porrajmos ( http://www.radioparole.it/porrajmos/porrajmos.html ), ma noi bellamente ce ne freghiamo: l’importante è parlarci addosso ormai ogni giorno su tutti i mass media con la Shoà, cioè con la Memoria a senso unico a uso e consumo degli smemorati: antinazisti a chiacchiere, anti antipalestinesi, antiarabi, anti islamici e anti extracomunitari nei fatti. Ieri si discriminavano gli ebrei, oggi discriminiamo quelli che di fatto sono i loro eredi, quelli ai quali anche se non sono ebrei abbiamo fatto prendere il loro posto, assegnandogli lo stesso ruolo: vittime. Le nostre vittime  sacrificali, per scongiurare le nostre paure. Da strumento per non dimenticare e amare anche gli “altri”, la Memoria è stata ridotta alla sola Shoà, e certo non per amore verso gli ebrei come dimostrano anche i contorcimenti della Chiesa, ma in modo da poterla usare, la Memoria, come strumento per dimenticare e continuare a odiare comunque gli “altri”, quelli cioè sui quali scaricare le nostre paure per il futuro addossando loro la “colpa” dei nostri guai. E sì che in Italia non mancarono neppure i campi di concentramento per zingari, rom, sinti e camminanti: erano ad Agnone (nel convento di San Berardino), a Berra, a Bojano (capannoni di un tabacchificio non più in uso) a Bolzano, a Ferramonti, Tossicìa, Vinchiaturo, Perdasdefogu e alle isole Tremiti, già usate anche per sterminare alcune migliaia di patrioti libici vittime del nostro colonialismo. Erano zingari italiani, ma anche di altre nazionalità; in particolare un gran numero era di slavi, fuggiti dalle persecuzioni in patria. Non pochi riuscirono a scappare per unirsi poi ai nostri partigiani.

Una falsificazione della Storia che va avanti sempre più spedita e sfacciata da ormai un bel pezzo, con il sempre più evidente scopo, ormai fin troppo scoperto, di cancellare totalmente le nostre responsabilità e – per esorcizzare le nostre code di paglia e sensi di colpa – supportare di fatto la politica di Israele facendo finta di essere equidistanti e “a favore della pace”. Ma la menzogna, e il blablablà ipocrita, non sono mai a favore della pace, servono semmai solo a preparare nuove guerre. E’ ben visibile e va denunciato senza tentennamenti il tentativo di spingerci dentro di esse già a priori, con la politica del fatto compiuto tipo Memoria smemorata, come fossimo – per obbligo neppure dichiarato – alleati attivi di una ben precisa parte in uno “scontro di civiltà” che qualcuno vuole assolutamente sia dato per scontato. Questo baratro che il conformismo, l’ignoranza e gli interessi connessi ci stanno scavando sotto i piedi va denunciata senza lasciarci intimidire dalle solite accuse, delle quali è stata ormai dimostrata – anche in questo blog – la ben precisa regia.

Spariti dalla Memoria anche gli omosessuali, gli handicappati, gli oppositori religiosi, massacrati in totale a decine se non a centinaia di migliaia. Spariti i prigionieri sovietici e in generale i partigiani e i prigionieri dell’Est Europa, in totale vari milioni di persone, ma dei quali non ci è mai fregato assolutamente nulla di sapere più o meno esattamente quanti: come fossero carcasse di animali. L’importante è ripetere in continuazione, come un mantra apotropaico e auto assolutorio, che sono stati sterminati 6 milioni di ebrei. E guai a dire “6 milioni meno una persona”! Scatta subito la volontà di incenerirti, motivo per cui ti sparano subito addosso la bomba multi testata al fosforo bianco dell’accusa di “negazionismo” “revisionismo”, “antisemitismo”, “antigiudaismo”, “filo nazismo” e via bombardando, magari pure l’accusa di “nazismo” vero e proprio. Ormai siamo al tabù, al dogma, all’imposizione ex cathedra della Verità, con il rogo pronto anche per i solo dubbiosi, tanto che non a caso Norman Filkenstein ( http://www.normanfinkelstein.com/ , http://www.memritv.org/clip/en/1676.htm , http://english.aljazeera.net/news/middleeast/2008/02/20085251914339786.html ), pur essendo ebreo figlio di ebrei scampati alla distruzione del ghetto di Varsavia e al campi di Auschwitz, parla esplicitamente di “Industria dell’Olocausto”, titolo di un suo molto amaro ma molto ben documentato libro bestia nera dei sionisti arabofobi ( http://www.americanradicalthefilm.com/ ). Bestia nera cioè di chi quell'”industria” cinicamente usa per i propri scopi di potere. Quando si tratta di potere e privilegi gli scopi e i mezzi sono sempre di fatto meschini, però strumentalizzare perfino 6 milioni di morti, e dei propri morti, mi pare più meschino del normale. A parte il fatto che a mio modesto avviso quando si tratta di tragedie, e di grandi tragedie, non si può parlare solo di “propri” morti, ma di morti e dolore che appartengono a tutto il genere umano se non altro perché ne segnano la Storia, anche il futuro quindi. In ogni caso ai tabù e ai dogmi ci si deve opporre, qualunque verità può e deve sempre essere sottoposta e magari risottoposta a critica, a nuove indagini, soprattutto le verità ufficiali, che di norma sono sempre emerite balle cui la gente è costretta a credere per forza  pena quanto meno il biasimo collettivo, sociale.

La verità ufficiale dice che Carlo Borromeo era un santo, quale è stato ufficialmente dichiarato, mentre invece era solo un sadico, un uomo di potere prepotente che per esercitare meglio il potere voleva mettere sotto controllo perfino le coscienze dei credenti della diocesi di Milano (a quell’epoca enorme) arrivando ad usare anche il sacramento della confessione per tutto sapere e denunciare all’Inquisizione tutto il denunciabile. Insomma, metodi di indagine peggio che kafkiana e metodi di controllo collettivo più capillari, subdoli e invasivi di quelli nazisti e stalinisti messi assieme. La verità ufficiale parla di milioni di vittime delle persecuzioni subite dai cristiani prima di Costantino, ma se si va a indagare si scopre che sono leggende, i casi documentati di uccisioni sono meno di una ventina, come ha documentato tra gli altri l’ex sacerdote cattolico Karlheinz Deschner con la sua monumentale storia in 10 volumi ( http://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/2001_2_art2.html ).  Anzi, è la Chiesa cristiana che è poi diventata persecutrice – per secoli e secoli – dei non cristiani, dei quali ha perseguito ovunque e con ogni mezzo l’esproprio e la confisca dei beni e lo sradicamento sociale e territoriale (idem) . Come si vede, delle verità ufficiali è sempre meglio diffidare. Del resto non si può pretendere che tutti si siano letti i lavori di Alessandra Chiappano, responsabile del settore didattico dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia e della Fondazione Memoria della Deportazione di Milano ( http://www.giuntina.it/dettautori.asp?AutoreId=288http://www.tecalibri.info/C/CHIAPPANO-A_lager.htm ) o almeno il piccolo ma efficacissimi libretto di appena una ottantina di pagine “Bibliografie ragionate – La Shoah”, con il suo bell’elenco di un centinaio di bibliografie che non lasciano adito a dubbi: dal lavoro di Leon Poliakov e passando per quello monumentale e decisivo di Raul Hilberg pubblicato nel ’61 negli Usa.

Si può essere negazionisti solo quando si nega la Nabka dei palestinesi, che non si vuole – assolutamente NON si vuole – venga paragonata o anche solo accostata alla Shoà. Si può essere revisionisti solo quando la Nabka la si vuole ridurre a poca cosa, ordinario “incidente” della Storia “che da che mondo è mondo è fatta di vincitori e vinti e perciò non possiamo farci niente”. Si può essere riduzionisti e si possono mettere in dubbio le cifre note e cercarne di più sicure solo quando si vogliono nascondere o ridurre il più possibile il numero delle vittime delle stragi compiute dagli israeliani ai danni dei palestinesi, da quella di Deir Yassin alla attuale gigantesca Masada palestinese anziché ebraica chiamata Gaza, riduzioni che si vogliono imporre con “ricostruzioni” spesso francamente indecenti. Si può dire “beh, non siete contenti se si dimostra che le vittime palestinesi degli israeliani sono meno di quelle che si credeva?”, ma non si può assolutamente dire l’analogo e simmetrico “beh, non siete contenti se si dimostra che gli ebrei vittime delle camere a gas sono meno di quanto si credeva?”: se solo lo si pensa sono guai, e se lo si profferisce ad alta voce sono dolori, si viene accusati di ahmadinejadismo. Si può essere antisemiti solo quando si calpestano i palestinesi e gli arabi, semiti anche loro esattamente quanto gli ebrei nonostante il tentativo di certi loro settori di monopolizzare il termine “semita”, perché allora l’antisemitismo diventa buono, ci serve per aizzare all’odio contro i musulmani: “tutti terroristi”!!! Poiché Hamas nel suo statuto porta scritta l’affermazione demenziale che vuole distruggere lo Stato di Israele, ecco che se ne approfitta per farne pagare la colpa anche ai neonati.

Gli adulti di Gaza hanno votato Hamas? Beh, ma allora è tutto chiaro! “E’ solo colpa loro se gli israeliani massacrano anche centinaia di bambini”, così ragionano i nostri democratici e “antifassisti”. Gli stessi “Amici della vita” tanto combattivi contro l’aborto e a favore dell’embrione, tanto sbraitanti a favore dell’infinito calvario di Eluana Englaro e contro la fine della sua sofferenza, ecco che contro la mattanza di Gaza invece non fiatano neppure di striscio. L’ipocrisia di questa gentaglia è disgustosa, a partire dalle dichiarazioni finto equidistanti dell’impagabile (si fa per dire….) governatore della Lombardia, l’ex votato alla castità (ma di che tipo?) Roberto Formigoni secondo il quale “la vita di Eluana è piena” e la testimonianza del padre riguardo certe scelte della figlia può essere vanificata da qualunque estranea purché “amica della vita”. Semmai, questi “Amici” del menga riapriranno bocca solo per protestare contro gli attentati palestinesi.

Ovviamente nessuno osa aprire bocca per dire che Israele invece non ha neppure bisogno di prendersi il fastidio di dirlo, di metterlo per iscritto che vuole distruggere lo Stato palestinese: da 61 anni evita accuratamente che nasca, punto e basta! Nel frattempo ruba la terra e le sue risorse ai palestinesi, infestandone i territori con centinaia di migliaia di coloni fanatici “religiosi” e di fatto peggio dei fascisti. Israele, a differenza perfino di Hamas, non ha una sua Costituzione, quindi non ha nessun bisogno di mettere per iscritto che lo Stato palestinese non lo vuole. La terra palestinese se la prende e basta. Lo Stato palestinese lo impedisce e basta, lo fa abortire di continuo anche a cannonate. Il tutto senza neppure dirlo e tanto meno metterlo per iscritto, continuando però a parlare di “trattative di pace”……

Con il buonismo ormai così tanto di moda e a buon mercato riusciamo a sentirci buoni anche quando in realtà siamo feroci. Ottusi e feroci. La condizione per questo untuso buonismo del cavolo è l’ignoranza, l’ignoranza dei fatti. Che è parente stretta della malafede. La stessa crassa ignoranza, parente stretta della malafede crassa, che permette alla Rai e ai giornali di continuare a mentire parlando di “rapimento” di Emanuela Orlandi e perfino di Mirella Gregori, con un doppio vantaggio: aumentare l’audience e le vendite di copie e tenere nascoste le clamorose responsabilità del Vaticano. Responsabilità più che documentate dai magistrati. Allo stesso modo si ignora per esempio la vastità del fenomeno della demolizione delle case dei palestinesi in Palestina, demolizioni perseguite e realizzate con le motivazioni più varie, tutte però a vantaggio dell’espansione israeliana.
Ecco le cifre delle demolizioni, non inventate da terroristi islamisti, bensì documentate da un gruppo israeliano, l’Icahd ( http://icahd.org/eng/links.asp?menu=10&submenu=1 ), vale a dire The Israeli Committee Against House Demolitions, l’associazione israeliana che si batte contro la abominevole pratica della distruzione delle case dei palestinesi. Pratica che, spiace dirlo, sa innegabilmente di fascismo. E ricorda proprio i metodi che il Giorno della Memoria vorrebbe invece scongiurare almeno in Italia. Purtroppo però solo a parole.

“Statistiche sulle demolizione di case (1967-2009)

L’Icahd stima che 23.535 abitazioni dei palestinesi sono state demolite nei territori occupati a partire dal 1967, sulla scorta di informazioni ottenute dal ministero degli Interni israeliano, dalla Municipalità di Gerusalemme, dall’amministrazione civile, dall’Ocha e da altre fonti delle Nazioni Unite, da gruppi che lottano per i diritti umani dei palestinesi, da Amnesty international da Human Right Watch e altre fonti.

1)      Demolizioni punitive: case demolite come punizione per la gente associata con le stesse case. Questa politica fu sospesa dall’Idf nel febbraio del 2005, dopo che giunse alla conclusione che piuttosto che un deterrente agli attacchi, le demolizioni infiammavano gli abitanti e li inducevano a compiere un maggior numero di attacchi. La pratica è stata ripresa il 19 gennaio 2009. Per quanto questa sia considerata dalla maggior parte del popolo palestinese la principale ragione per cui le loro case sono demolite, in realtà le demolizioni punitive rappresentano solo l’8,7% di tutte quelle effettuate.

2)      Demolizioni amministrative: case demolite per l’assenza di un permesso a costruire. Questo accade nell’area C e in Gerusalemme Est, sotto l’esclusiva autorità israeliana, benché prima dell’esistenza delle aree A, B e C ciò succedeva pure nelle altre aree. E’ importante sottolineare che nella quasi totalità dei casi i palestinesi non hanno altra possibilità che costruire illegalmente, in quanto i permessi sono negati. C’è anche l’evenienza che nell’area B, se un’abitazione è nelle immediate vicinanze di una base militare o di una strada utilizzata dai militari, o anche di coloni, si può incorrere lo stesso in una demolizione amministrativa. Questo tipo di demolizione raggiunge circa il 26,7% dei quelle effettuate.

3)      Operazioni di sgombro/demolizioni militari: case demolite dall’Idf nel corso di operazioni militari, al fine di sgomberare un pezzo di territorio (per qualsivoglia ragione), conquistare un obiettivo militare, o uccidere persone ricercate nell’ambito della politica israeliana di esecuzioni extragiudiziali. Le demolizioni militari costituiscono circa il 64,5% di quelle realizzate.

4)      Demolizioni indefinite: l’Icahd sta raccogliendo informazioni e investigando sullo status di molte demolizioni effettuate tra il 1967 e il 1982. I primi risultati indicano che esse includono demolizioni di tutte  le sunnominate categorie, ma con una maggioranza di operazioni di sgombero militari e punitive”.

Ripeto: questo documento non è di Hamas o degli iraniani, ma israeliano. Le sue cifre comprendono le oltre 3.600 abitazioni che si stima siano state distrutte nel recente conflitto a Gaza, ma non le case dei circa 120.000 drusi e arabi cacciati dal Golan conquistato alla Siria nel 1967, con i loro 134 villaggi completamente demoliti. Calcolando una media di 6 persone per famiglia, abbiamo un totale di circa altre 20.000 case distrutte. In totale, quindi, gli israeliani hanno demolito con motivazioni varie oltre 43.000 case. Senza dimenticare gli oltre 500 villaggi palestinesi, comprese le attuali Sderot e Ashkelon, sottoposti a “pulizia etnica” già a partire dal 1947, cioè da prima che fosse anche solo dichiarata la nascita dello Stato di Israele.

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  1. AUTORE (ISRAELIANO ED EBREO) E TITOLO del libro sugli attentati di Ben Gurion contro gli ebrei iracheni
    AUTORE (ISRAELIANO ED EBREO) E TITOLO del libro sugli attentati di Ben Gurion contro gli ebrei iracheni says:

    Gli ebrei iracheni avevano conosciuto la modernità durante il periodo britannico e non si potevano smerciare tra loro le asinerie pseudo-messianiche che avevano funzionato così bene nello Yemen. Gli ebrei iracheni erano prosperi. A Baghdad formavano un quarto della popolazione. Il sionismo era molto marginale. Il potere era assolutamente devoto all’Occidente. Fu in questo contesto che scoppiarono alcune bombe nei luoghi frequentati dagli ebrei. Vi furono morti e feriti. Servizi speciali organizzati da Tel Aviv soffiarono sulle braci e riuscirono a creare il panico. Erano pronti alcuni aerei. Gli ebrei iracheni e dopo di loro una buona parte di quelli iraniani fuggirono come un gregge di montoni attaccato dai lupi. I lupi, ci se ne rese conto rapidamente, erano i servizi sionisti. Furono arrestate alcune persone, altre fuggirono, furono prodotte prove e si tenne un processo. Il dossier è chiaro: esso è stato riesumato di recente da un testimone dell’epoca, Naeim Giladi, in un libro intitolato Ben Gurion’s Scandal. How the Haganah and the Mossad Eliminated Jews. Per poter scrivere e pubblicare questo libro, alcuni estratti del quale si possono leggere più avanti, Giladi ha dovuto rinunciare alla sua cittadinanza israeliana, lasciare il paese e trovare rifugio a New York.

  2. NAEIM GILADI RACCONTA LA SUA STORIA E QUELLA DEL LIBRO
    NAEIM GILADI RACCONTA LA SUA STORIA E QUELLA DEL LIBRO says:

    http://www.bintjbeil.com/E/occupation/ameu_iraqjews.html

    THE JEWS OF IRAQ

    By Naeim Giladi

    Naeim Giladi
    naeim giladi

    write this article for the same reason I wrote my book: to tell the American people, and especially American Jews, that Jews from Islamic lands did not emigrate willingly to Israel; that, to force them to leave, Jews killed Jews; and that, to buy time to confiscate ever more Arab lands, Jews on numerous occasions rejected genuine peace initiatives from their Arab neighbors. I write about what the first prime minister of Israel called “cruel Zionism.” I write about it because I was part of it.

    My Story

    Of course I thought I knew it all back then. I was young, idealistic, and more than willing to put my life at risk for my convictions. It was 1947 and I wasn’t quite 18 when the Iraqi authorities caught me for smuggling young Iraqi Jews like myself out of Iraq, into Iran, and then on to the Promised Land of the soon-to-be established Israel.

    I was an Iraqi Jew in the Zionist underground. My Iraqi jailers did everything they could to extract the names of my co-conspirators. Fifty years later, pain still throbs in my right toe-a reminder of the day my captors used pliers to remove my toenails. On another occasion, they hauled me to the flat roof of the prison, stripped me bare on a frigid January day, then threw a bucket of cold water over me. I was left there, chained to the railing, for hours. But I never once considered giving them the information they wanted. I was a true believer.

    FOLLOW on http://www.bintjbeil.com/E/occupation/ameu_iraqjews.html

  3. sylvi
    sylvi says:

    x Uroburo

    Caro Uroburo,

    ho imparato che partendo da una esperienza, con lo studio e le testimonianze si può arrivare a un discorso generale.

    Ho frequentato i Balcani in lungo e in largo; ho sentito tante campane!
    Le ho confrontate con gli studi di Storici accreditati, ho frequentato corsi all’Università di Trieste!
    No, non credo di personalizzare-

    Io non mi sono lamentata, ho semplicemente raccontato i fatti.
    I profughi dalmati hanno avuto le precedenze, che io ho rifiutato ( come orfana di guerra) , ma quelli rimasti in Italia.
    La maggioranza sono andati emigranti!
    Completamente abbandonati!
    E non mi sono parenti.

    I fatti separati dalle opinioni, questa volta!

    Sylvi

  4. Pietro
    Pietro says:

    Caro Nicotri,
    mi riferisco alla prima parte del suo intervento, che ho avuto modo di leggere solo un paio di giorni fa. Ed aggiungo qualche mia riflessione, chiedendo poi a lei altre cose. Dunque, anch’io sono convinto che nel giorno della memoria occorra ricordare le sofferenze patite da tante persone che, per via della loro condizione sociale, etnia, religione, orientamento sessuale, subirono la persecuzione nazi-fascista. Ma non penso che dietro la riduzione di questa giornata al solo ricordo della Shoà ci sia il tentativo o l’intenzione di “dimenticare e continuare a odiare comunque gli “altri”, quelli cioè sui quali scaricare le nostre paure per il futuro addossando loro la “colpa” dei nostri guai”. Più semplicemente, penso due cose: la Shoà è stata presa come un simbolo, “il” simbolo di quella tragedia umana che si chiama persecuzione; sulle altre persecuzioni c’è molta ignoranza. Possiamo discutere – io, lei e gli altri – quanto vogliamo sull’unicità della Shoà, ma credo che questo sia stato il sentimento che abbia portato nel 2000 ad istituire quella giornata; sul resto, come detto, penso che ci sia più che altro superficialità dovuta al mancato approfondimento della storia. Credo che se provassimo a chiedere ai nostri politici se sanno qualcosa dell’olocausto di rom, omosessuali, testimoni di Geova, cadrebbero dalle nuvole… Ad ogni modo, rispondo alla sua indignazione con un’idea propositiva: sì, perché non basta – a mio modo di vedere – dire che non è giusto parlare sempre e comunque delle “solite cose” e dimenticare quant’altro è successo e sta succedendo nel mondo, compresa la nostra Italia. E allora cosa fare? Ecco: scoprire quante altre “memorie” ci sono in giro da onorare e celebrare…. E poi onorarle, celebrarle. E mi inserisco nel discorso che ha fatto, perché mi interessa da vicino. Lei ha parlato degli slavi internati in Italia ed ha parlato di un tentativo di cancellare le nostre responsabilità. Io penso, come dicevo prima, che si tenda ad ignorare tout court tutto questo. Però il tasto da lei toccato mi incuriosisce, perché io abito in una località dove fu creato negli anni ’40 uno di questi campi che è servito ad “accogliere” dalmati, sloveni e croati (all’epoca solo jugoslavi) chiamati allogeni perché italiani non puri. Lei dice di aver pubblicato tempo fa un elenco di questi campi, credo di conoscerlo, ma ha delle informazioni in più, contatti su queste storie??? Glielo chiedo perché insieme ad altre persone e ad alcuni storici stiamo cercando di ricostruire, faticosamente, la storia di tale campo, molto complessa e controversa. Una ricostruzione che vuol giungere alla creazione futura di un museo o di una struttura che ricordi ciò che è stato e che possa fungere da punto di partenza per un dibattito rinnovato sul significato della giornata della memoria. Negli anni scorsi, abbiamo già tenuto incontri di studio, abbiamo quindi già avviato, anche se in piccolo, un’idea diversa dalle solite in merito alla giornata della memoria. Grazie per tutto.

  5. Pietro
    Pietro says:

    Il post 306 è rivolto anche a Sylvi che, avendo esperienza dei territori slavi e giuliani, potrebbe risultare utile a queste ricerche che stiamo conducendo.
    Grazie per l’attenzione!
    Pietro

  6. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Poi si dovrà stabilire quali sono i bisogni minimi: un appartamento? una casa? una villa? 10 ville in Sardegna?
    ———————
    Io parlo di un fattore di moltiplicazione, applicabile a stipendi e ricchezze. Chi stabilisce il fattore? Certo non io. Devono farlo gli economisti, sarebbe il loro mestiere gestire le economie, anche se spesso mostrano di prendere cantonate.
    Un fattore di moltiplicazione 20 potrebbe essere accettabile, tra stipendio minimo e massimo. Chessò, se il minimo è 1000 euro, il massimo stipendio erogabile sarebbe 20.000 euro.
    Idem per la ricchezza, ponibile come un ulteriore fattore di moltiplicazione del massimo stipendio. Per cui una ricchezza chessò di 5 milioni di euro, potrebbe essere il massimo accumulabile dalla singola persona; ulteriori ricchezze dovrebbero avere una intestazione societaria, o andare in overflow, ovvero essere spostati in una fondazione o altra attività a carattere sociale. Una redistribuzione della ricchezza va a vantaggio anche del superricco, poichè estende la capacità di spesa della gente e quindi mantiene attiva la produzione e di conseguenza la persistenza dei guadagni.

  7. sylvi
    sylvi says:

    caro Vox,

    nel Guandong migliaia di aziende chiudono, soprattutto del tessile e calzaturiero.
    In Cina ci sono 20 milioni di disoccupati, rispediti a casa , a 3/4mila km di distanza.
    Mantenevano la famiglia con i 150/200euro mensili,cominciavano a sognare la lavatrice, la TV…
    La Cina ha brutalmente stretto le proteste, usa cioè i suoi soliti metodi: teme un’altra Tiananmen.

    Mao è storia, questa è cronaca. Chi ha sbagliato? Me lo sa dire lei?

    In Russia, non sono andata solo a vedere i monumenti di Mosca o S. Pietroburgo. Sono andata nei villaggi dove permettono di andare, con guide che, pagate personalmente, raccontavano.
    I più vecchi, professori che arrotondano, rimpiangevano il passato che alcune sicurezze le dava.
    I più giovani, proiettati verso l’Europa, parlavano di libertà.
    Mi ha impressionato, in tutti, la loro cultura.

    Se approvassi il sistema occidentale, pensa che avrei scritto in questo blog?
    C’è Libero, il Giornale e numerosi altri…

    I miei ragionamenti li chiami pure ricami, o superficialità.
    Se lei ha la bacchetta per “fare” qualcosa di nuovo o positivo, sono la prima a esserne felice.
    Fare, però!

    Vede, io non vivo sulla luna, e ho figli e “futuri nipoti” , sono interessata quanto lei a…ciò che bolle in pentola.

    Sylvi senza se e senza mah!

  8. sylvi
    sylvi says:

    x Pietro

    Si rivolga al Prof. Fulvio Salimbeni
    del Dip. di Scienze Storiche e Documentarie
    Universita degli Studi di Udine.

    E’ un giuliano, ha insegnato anche all’Università di Trieste.
    Troverà risposta alle sue domande.

    Sylvi

  9. Anche il Sud Africa e gli Usa con gli schiavi erano Stati democratici
    Anche il Sud Africa e gli Usa con gli schiavi erano Stati democratici says:

    Ci rompono non poco le tasche con un’asineria divenuta classica: che Israele sarebbe l’unica democrazia del Medio Oriente. Il pretesto è che vi si svolgerebbero elezioni. Anche l’Africa del Sud durante l’apartheid era una «democrazia». Per i bianchi. Gli Stati Uniti, nell’epoca ancora recente della «segregazione», erano ¬ più di ogni altro Stato ¬ una democrazia. Per i bianchi. E si potrebbe parlare degli altri regimi che sono, nell’insieme, di fatto, delle oligarchie. In Israele le cose hanno preso un andamento particolare: l’assenza di legittimità, la profonda insicurezza e il crimine originale si sono coniugati dando vita a una società diretta dai militari o da ex militari e da vecchie spie. Le carriere militari sono folgoranti e la pensione viene raggiunta rapidamente.

  10. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    come nel caso di uroburo,bidello semplice, di piano.,.mai assurto agli onori di bidello capo,anche il sottoscritto dopo aver contato cartoline e vaglia..frequentavo le scuole serali…

    Ora la battuta su Popper era decisamente provocatoria..e conteneva una punta di cattiveria (che Popper non merita)..ma coloro che hanno assunto la critica allo Storicismo ed ad Marxismo, contenute in “miseria dello storicismo ed in” la società aperta e i suoi nemici” come la nuova pietra miliare su cui costruire farneticanti teorie sul più e sul bello et migliore ed inarrestabile processo di progresso mondiale ,basato sul Libero mercato et poi “sul fatevi i cazzi vostri”..hanno decisamente fatto una caricatura del pensiero del filosofo della storia…succede un pò a tutti ..pure a Marx.è successo..!!

    Ora il punto centrale rimane lo stesso ed quello della libertà si in quale “contesto” e per che cosa..
    L’associazione era chiara capitalismo = libertà=progresso sociale, (per tutti ovviamente).

    Io invece che non ho fatto le scuole alte , rimango ancorato ad una vecchia idea e cioè che l’attuale sistema (trionfante) è assolutamente anarchico e sbagliato e se qualcuno volesse essere così gentile da spiegarmi dove diavolo porti un sistema anarchico…dovrebbe quantomeno dimostrami che non è così..
    Sia dal punto di vista del progresso (quale progresso poi ..il telefonino di massa ..anche alle scimmie..che guardano la televisione..), sia dal punto di vista della libertà (quale libertà dicevo appunto l’altro giorno ..quella di andare tutti a schiantarsi con gli zainetti razzo..al sabato sera..)e via dicendo.
    Quindi, poi, sempre restando il fatto del contingente ovvero che qualcuno ,qui ed oggi, è chiamato a sacrificarsi..(guarda un pò anche in Urss qualcuno si dovette sacrificare per creare l’accumulazione primaria),… mi riesce difficile ..oggi trovare qualcuno “santone et Guru che confutino la natura “anarchica” di questa crisi, ovvero in realtà perfettamente congeniale al sistema anarchico e non un deficit di Etica…
    Ma per favore è mai possibile che si tiri sempre e solo fuori l’etica ,quando fa comodo e poi la si ficchi “nel cesso”o la si guardi come “lacciuolo”in altri momenti ,roba da aule universitarie..

    Si mia cara Sylvi credo che alla lunga ,,si possa pensare che il pianeta tirerà un sospiro di sollievo..come dice Vox

    cc

    ps- ..notarella economica …ai salariati ..dicevano i primi economisti spettava quella parte del sovrappiù prodotto, che doveva servire per il loro ..la loro sussistenza ..e poi bontà loro dicevano , almeno i classici…che guarda un pò”questo”, non poteva considerarsi statico nel corso del tempo , ma dinamico , ovvero si posizionava nel processo storico su livelli ..ovvero a partire dalla mera sussistenza andava oltre…
    Maledetti storicisti..che non avevano capito un cacchio…!
    Poi sai sono venuti i marginalisti, ectect..e per ultimi i monetaristi e gli ultra ultra liberisti con i loro grafici ecte completamente “oggettivi” (sic),perchè in fondo astorici ,..dall’eta della pietra ai giorni nostri..
    Saranno decisamente loro che ci tireranno fuori dai guai..

  11. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Non capisco questa corsa ad arrogarsi il titolo di ‘democratici’ a tutti i costi.
    A mio avviso la democrazia non è il miglior sistema di governo possibile, di questi tempi. Per un semplicissimo motivo: il popolo è assolutamente impreparato sulla politica, vota quasi sempre con scarsissima cognizione di causa, ovvero per simpatia verso il candidato, per interesse privato, per intasamento cerebrale mediatico, per fedeltà partitica e chi più ne ha più ne metta. Vogliamo chiamarla ‘democrazia’? Bene, non c’è problema. Resta sempre un sistema fasullo.

  12. Vox
    Vox says:

    Ma si, Marco, basta con queste democrazie, basta con questi fastidi delle elezioni (e le spese per farle!). Eliminiamo tutto, che il popolo bue si merita una bella dittatura come Dio comanda.
    Buttiamo, anche in questo caso, il bambino assieme all’acqua sporca ecchissenefrega! Jamme-jamme!

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    caro Vox, perchè voler a tutti i costi fare l’estremista?
    O c’è la democrazia o c’è la dittatura?
    Non è vero.
    Esistono altri sistemi di governo che non sono estremi e che potrebbero sostituire la democrazia in maniera molto migliore. Come per l’economia, bisogna ripensare il sistema in modo da utilizzare dei filtri consecutivi a maglie sempre più strette, come una serie di crivelli per far filtrare il voto depurandolo dal ‘voto di massa’ che, non dimentichiamolo, ci ha portato il Cavaliere. Se questi sono i risultati della democrazia…grazie, ne faccio volentieri a meno.

  14. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    Popper, mi pare, era quello che diceva che non si può fare “un piano quinquennale” anche delle conoscenze dell’uomo!
    Quelle proprio vanno per conto loro!
    Nascono due ubbidienti e tre controcorrente ed ecco che il piano è fallito.

    Vedi, so che fa arrabbiare Uroburo, anche se non ho capito il perchè, ma io preferisco, dopo che lui mi ha presentato il gatto, contargli i peli nel naso; è una conoscenza che mi permette di paragonarlo ad altri gatti, ai cani e anche a mio marito!
    Sapessi quante ipotesi….

    Il telefonino alle scimmie e le salsicce che ci siamo mangiati, e che rumeni e ukraini non trovano appese, temo ci faranno passare un brutto quarto d’ora.
    Potremmo passarlo…nel modo che ognuno preferisce!!

    Mi piacerebbe che mi spiegassi, non scherzo, la differenza pratica fra la nostra CIG e la decisione delle Aziende tedesche, che abbassano del 18% i salari, abbassando proporzionalmente l’orario di lavoro.

    Sylvi

  15. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Vox, hai detto bene …
    il tema della libertà e quello della democrazia e quello della economia…
    Ogni volta affrontati ,mai nel loro complesso ,ma sempre semplicemente nelle loro implicazioni a seconda da che “visuale” li si voglia guardare….
    Soprattutto i primi due…!!
    Innegabile è il fatto e sfido chiunque a dimostrami il contrario che per esempio il tema della democrazia, intesa come sistema in cui “tuuti” sono chiamati a esprimersi per stabilre il Governo” della nazione è sempre stato un Work in progress e cioè passibile anche di bruschi ritorni indietro….
    Ovvero si è giunti al sistema democratico occidentale a tappe …i padri di tutte le costituzioni democratiche più antiche ,fin dal 600 inglese con il cacchio che pensavano al suffragio universale…censo e tasse..era il loro motto..chi era servo col cacchio poteva dire la sua…faceva parte della famiglia votava il possidente per tutti…solo in epoca più recenti ,quando ovviamente sia l’economia e la guerra ,richiedevano volente o nolente il Consenso di ampie masse, allora….si sono dovuti arrendere….non senza naturalmente prendere le contromisure di controllo sociale necessarie e comunque ..direi sempre reversibile…non appena esiste il pericolo del cosiddetto”sovvertimento sociale”….
    la libertà è invece un concetto più antico, molto più ,filosofico et personale…sul quale val la pena di riprendere il discorso…

    cc

  16. Controcorrente
    Controcorrente says:

    x Sylvi

    Della nostra cig,penso di aver parlato in passato,mica tanto tempo fa..è banale, si basa sui versamenti che lavoratori e industrie fanno in percentuale diversa ..da una parte si direbbe salario sottratto sempre (meno consumi)..dall’altra meno profitto (meno investimenti o meno speculazioni)..

    Comunque si basa sui saldi attivi e passivi ovvero oggi si utilizzano i saldi attivi degli scorsi anni che a quanto mi risulta sono stati notevoli…!!
    Almeno così è ..a meno e lo verificheremo che non vengano fatti sporchi giochi con starne contabilità..(siamo maestri noi)
    Quindi se la pagano i produttori…a qualsiasi titolo essi appartengano…!!

    Sui tedeschi,non sono espertissimo,ma credo che il tutto si basi però su accordi tra sindacati e aziende…ma lì il discrso è diverso esiste un altro sistema di Welfare,diverso dal nostro con una storia diversa e poi onestamente per tutta una serie di fattori il livello retributivo tedesco a parità di produttività e decisamente migliore del nostro …difficile fare dei paragoni..
    da noi pesa e su questo non ci sono dubbi l’inefficienza della burocrazia e il non aver voluto pagare certi prezzi in passato…ma attenzione a dare la colpa di tuuto questo ai sindacati come certa “publicistica vuol far credere oggi, unita alla pelandronaggine…dal 45 ad oggi ,dimmi,come si è esercitato il controllo sociale in Italy?
    Prova a pensarci …
    E il meridione..

    cc

  17. Vox
    Vox says:

    I più vecchi, professori che arrotondano, rimpiangevano il passato che alcune sicurezze le dava.
    I più giovani, proiettati verso l’Europa, parlavano di libertà.
    Mi ha impressionato, in tutti, la loro cultura.

    @ Sylvi

    Eppure, ho la sensazione che lei non abbia riflettuto a fondo su quanto lei stessa ha – giustamente – appena osservato.

    La cultura che l’ha impressionata tanto (e non solo lei) come faceva a essere il frutto di quel che un’oretta fa lei ha definito ‘fallimento’? Soprattutto se si considera che nel 1917 i russi erano un popolo tenuto nell’ analfabetismo all’ 82%? I grandi romanzi che oggi tutti ammiriamo, da Pushkin a Dostojevskij, da Gogol a Tolstoj, erano prodotti e letti all’interno di una percentuale irrisoria, meno del 18% di abitanti.

    Ma gia’ negli anni 30 l’istruzione generale aveva raggiunto oltre il 90% della popolazione, con una larghissima fetta di laureati, tra i quali spiccavano scienziati, matematici e inventori, artisti, musicisti e sportivi di prima grandezza.

    Nel 1917 la Russia era un paese arretratissimo, pochi decenni dopo era all’avanguardia in molti campi, al punto che sono stati i primi a mandare l’uomo nello spazio. Se questo e’ un fallimento…

    Secondo lei, perche’ la gente meno giovane, che e’ nata e vissuta in quel sistema, e con cui lei ha parlato, rimpiange il passato? Ci pensi.

    Noi ormai abbiamo il cervello talmente lavato, che come dici Urss o socialismo, vengono in mente solo i gulag (che poi erano prigioni, ne’ migliori ne’ peggiori di quelle ancora oggi esistenti nei paesi cosi detti campioni della libbbberta’). Ma naturalmente, ci si guarda bene dal parlare degli altri aspetti, dei risultati che, pur con tanti limiti e difficolta’, erano stati raggiunti.

    Io credo che, se l’esperimento avesse potuto continuare, senza l’intervento distruttivo del liberismo, dei vari Friedman, Sachs, ChicagoBoys, Rotschild, Soros et similia, famelici di nuovi mercati e nuove ricchezze, il socialismo avrebbe corretto il tiro e, conservando le conquiste, avrebbe lavorato sulle cose sbagliate per migliorarle o cambiarle.

    Malgrado il ristagno economico al quale erano giunti negli anni 80 (anche perche’ – questo non ce lo dobbiamo dimenticare – il blocco sovietico era mantenuto in una specie di embargo economico, come in una bolla, e tenuto sotto pressione con una continua, dissanguante corsa agli armamenti) c’erano tutte le premesse, le strutture e le infrastrutture, la cultura, le risorse umane e materiali.
    All’epoca, era questo cio’ di cui parlava Gorbaciov, io me lo ricordo bene (era il 1985 – 86). Solo che non era questo che l’Occidente voleva. Le sue critiche non erano dirette al miglioramento della vita nell’Est europeo, ma alla sua distruzione pura e semplice.

    Il risultato e’ che, da allora, le sinistre hanno cominciato a farsi harakiri, rinnegando tutto in blocco e quindi restando spiazzate, senza terreno e senza punti di riferimento, mentre i lavoratori di tutto il mondo hanno perduto in brevissimo tempo tutto quello per cui avevano duramente lottato negli ultimi 50 anni.
    Inoltre, si e’ creato questo mondo unipolare, sbilanciato, martoriato da guerre unilaterali e criminali, per finire nella grande crisi che stiamo oggi subendo.

    Crisi, noti bene, non certo creata dai poveri cinesi, dai russi o da Chavez, che hanno almeno rimesso in piedi la propria economia, ma dagli Usa, quelli che volevano insegnare a tutti come si fa.
    Allora, dove sta veramente il fallimento?

    Peraltro, non credo che questo sia stato l’ultimo esperimento di socialismo. E nemmeno l’ultimo a fallire, forse, perche’ le difficolta’ sono enormi, e anche per la strenua opposizione alle idee del socialismo (da parte di chi vuole essere piu’ uguale degli altri), e per i limiti della natura umana di cui si e’ parlato prima. Ci si provera’ ancora, finche’ non si trovera’ la strada ottimale, chissa’ quando. La storia cammina lentamente.
    Guardo con molto interesse e curiosita’ all’America Latina.

  18. Controcorrente
    Controcorrente says:

    x Sylvi

    Ah ,dimenticavo, una variante astuta del controllo sociale oggi è stata introdotta di recente con il famoso ..”più pilu per tuuti”” ovvero anche c’è chi ..nel guardare ed usando pure la sx et la dx ..gode…SRC al riguardo in tutti questi anni non mi sembra che abbia sbraitato più di tanto..i peccatori “guardoni” tanto versavano L’8 per mille e credo ciò bastasse a perdonare..!!
    Ovviamente scherzavo!!

    cc

  19. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Caso Eluana: l’Italia come l’Iran?

    “La clinica ‘La Quiete’ di Udine dove è stata trasferita Eluana non possiede le condizioni per attuare il decreto della Corte di appello di Milano. Non è possibile che consegni a terzi la paziente e inoltre non può offrire cure per cui non è attrezzata”. C’è una sentenza definitiva del Tribunale, ove non bastassero le prese di posizione dei medici che provano da tempo a far capire che “Eluana è morta 17 anni fa”. Ma per il Vaticano, evidentemente, la verità di fede conta ancora assai più della scienza e dei dati empirici. Così, poco fa, il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella – editorialista di Avvenire e voce ufficiale della Conferenza episcopale all’interno del governo – ha voluto fornire l’ennesima testimonianza della protervia con al quale la Chiesa di Roma prova ad imporre, non solo ai familiari della ragazza, ma ad un’intera nazione, il rispetto delle proprie convinzioni. Esattamente come il 22 luglio 1633 impose a Galileo l’abiura delle proprie teorie astronomiche, per un’altra “verità di fede” che non si voleva fosse messa in discussione: la terra al centro dell’universo.
    “Se la vicenda di Eluana Englaro arriverà alla sua conclusione vuol dire che l’Italia sta scivolando verso una deriva eutanasia”, dichiara oggi il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco.
    A noi pare, invece, esattamente il contrario: se la volontà della Chiesa dovesse prevalere ancora una volta contro l’evidenza della scienza medica e contro il rispetto delle leggi, non potremmo più dirci cittadini di uno Stato laico.
    Perché un Paese in cui è la religione ad imporre i principi, a dettare le regole, è assai più di uno Stato confessionale. E’ uno Stato teocratico. Non troppo dissimile, per intendersi, dall’Iran degli ayatollah, “Guide Supreme” della Rivoluzione Islamica.
    Già, perché in un Stato laico non è accettabile che a fronte di una sentenza definitiva la cui attuazione è già stata avviata, il ministro del Welfare, il “socialista” Sacconi, continui ad usare l’intimidazione e faccia sapere che “il caso Englaro non è chiuso”, in quanto “il governo sta valutando l’idononeità della clinica “La Quiete” di Udine” (quella in cui Eluana è stata portata per effettuare il distacco del sondino, ndr) e le modalità del ricovero. “Abbiamo chiesto alla Regione Friuli informazioni circa il grado di abilitazione di questa casa di riposo – ha detto il ministro al Gr1 Rai – perché lo stesso ricovero sembra sia stato realizzato con un fine di accudimento. Mio dovere è quello di non girarmi dall’altra parte di fronte a un tema così grande e, nel dubbio, insisto nel prendere la posizione che ho già preso, anche a nome del governo”.
    Il dubbio, allora, è che l’Italia stia cominciando davvero ad assomigliare troppo alla repubblica degli ayatollah. Perché è chiaro che se per la preminenza di dogmi di fede la sentenza della Corte d’appello di Milano non dovesse essere eseguita con qualche escamotage dell’ultimo istante, torneremmo ad essere una società teocratica, con un salto indietro di diversi secoli direttamente nel medioevo. E di fatto il papa finirebbe per stare a Berlusconi, come in Iran l’ayatollah Khamenei sta ad Ahmadinejad.
    Altro che “libera Chiesa nel libero Stato”. Persino nel vangelo c’è scritto: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. E il paradosso è che l’imbonitore di Arcore continua a professarsi liberale: addirittura, ha fondato un partito che si chiama “Popolo delle libertà”.

  20. Vox
    Vox says:

    Se questi sono i risultati della democrazia…grazie, ne faccio volentieri a meno.

    @ Caro Marco,
    avrebbe dovuto dirlo a suo tempo a quelli dell’Europa Est…
    Invece, gli facevamo intravedere solo le ‘salsicce appese’ aggratis, come dice Faust, convincendoli che i loro paesi facevano schifo e non avevano libbberta’…

    Mah. Per me la vera democrazia puo’ arrivare solo quando tutti i cittadini si trovano in una situazione di equilibrio e di parita’, sia nel potenziale di svilupparsi nel campo che gli e’ piu’ congeniale, sia dal punto di vista economico, sia di quello civile (doveri-diritti-responsabilita’). Ma, come ha giustamente osservato Controcorrente, e’ un processo lungo, graduale, con sbalzi all’indietro, come quello attuale.
    Bisogna resistere.
    E insistere.

  21. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Sacconi ha già pronto il decreto

    Da Italia Oggi (di domani)

    Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha pronto il testo di un nuovo decreto ministeriale per impedire alla residenza sanitaria La Quiete della città di Udine di privare dell’alimentazione e dell’idratazione Eluana Englaro. La firma sarà posta in calce oggi o domani solo se lo stesso obiettivo non sarà raggiunto dall’Assessorato alla Sanità della Regione Friuli Venezia Giulia, che ha già contestato per le vie brevi alla direzione sanitaria della clinica la violazione della convenzione con il servizio sanitario pubblico per avere accettato il protocollo di medici volontari per mettere fine all’esistenza di Eluana. Il caso, oltre a dividere l’opinione pubblica, sta provocando un terremoto nella maggioranza di governo e nel Pdl nazionale e friulano. L’ultima atto della vicenda Englaro è infatti stata organizzato in silenzio da uno dei leader della vecchia Forza Italia friulana, ora senatore del Pdl, Giuseppe Ferruccio Saro, in accordo con il presidente della Regione a statuto speciale, Renzo Tondo. Una scelta che ha spaccato Pdl e perfino la maggioranza regionale (di cui è parte necessaria anche l’Udc), e che a livello nazionale sta provocando ferite profonde anche all’interno del governo, creando più di una preoccupazione allo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Sia Gianfranco Fini che Umberto Bossi sono infatti contrari a un intervento diretto dell’esecutivo, ma molti ministri personalmente sono a fianco della scelta di Maurizio Sacconi e pronti a seguire il consiglio di Francesco Cossiga di sfidare Giorgio Napolitano con un decreto legge salva-Eluana. Si è perfino fatta l’ipotesi di presentare un emendamento al decreto legge mille-proroghe per congelare gli effetti delle sentenze fino all’approvazione della nuova legge sul testamento biologico. Ma alla fine la strada che meno ferite politiche aprirebbe è proprio quella di un nuovo decreto ministeriale con la sola firma di Sacconi per provare a fermare la clinica La Quiete di Udine. In molti parlamentari ci si rende conto di come l’eventuale applicazione del dispositivo giudiziario e la conseguente morte di Eluana possano compromettere il percorso della legge e costituire il precedente giuridico per una legge sull’eutanasia. Un tema politico cui si accompagna l’emozione di chi o per via diretta o per via indiretta ha conosciuto le reali condizioni di Eluana, che non ha macchine a tenerla in vita, muove gli occhi, deglutisce la saliva, per alcuni reagisce perfino a stimoli psicologici. Chi l’ha vista ha avuto davanti una persona viva. E non solo vegeta…
    Franco Bechis

  22. ségolene
    ségolene says:

    x sylvi e vox

    Soviet, colcos, metodo cinese, abbiamo visto che non ha funzionato
    —————————————
    E come mai lei non scrive altrettanto semplicisticamente che non ha funzionato il sistema Occidentale (cosa peraltro evidente senza lenti di ingrandimento)?
    ———————————–

    parafrasando una famosa battuta di massimo troisi, secondo me la cosa migliore è posizionarsi nel mezzo. Applicare, cioè, i metodo usati da più di mezzo secolo nei paesi scandinavi (welfare state totali, praticamente un eufemismo per indicare il soc..ismo democratico…eufemismo introdotto in un periodo in cui la parola soc.ismo era una bestemmia) e che hanno permesso a quei popoli di ottenere una qualità della vita altissima.
    Qui invece le tasse vengono usate solo per pagare i privilegi dei membri delle varie caste

  23. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Pietro

    De Felice stima in circa 400 i luoghi di confino e di concentramento di civili nell’Italia fascista: Questo è un buon link di partenza, anche per la bibliografia che offre oltre che per l’elenco dettagliato dei campi:
    http://www.kisanji.org/?modulo=wikipedia&arg=Lista_dei_campi_per_l%27internamento_civile_nell%27Italia_Fascista#Lista_dei_lager_nel_territorio_italiano_e_nei_territori_annessi

    L’Opera nomadi di Milano http://www.operanomadimilano.org/ le può essere utile. Consulti anche questo link:
    http://www.ariberti.it/scuola/irc/porrajmos.htm+porrajmos&hl=it&ct=clnk&cd=3&gl=it&lr=lang_it

    Sessi Frediano ha raccolto dati sull’argomento, lo può reperire cliccando sulla parola “Filiarmonici” in altro a destra nella home page di questo sito:
    http://isole.ecn.org/filiarmonici/lager-italia.html

    Costantino Di Sante è un altro studioso che ha compilato elenchi dei campi italiani, nel suo libro “L’Internamento civile nell’Ascolano e il campo di Campo di concentramento di Servigliano oggiconcentramento di Servigliano (1940-1944)” mi pare ci sia un elenco dettagliato dei campi e anche delle testimonianze di superstiti.
    ———————————————–

    Tutto ciò premesso, è evidente che l’eventuale tentativo di utilizzare generosamente la Shoah come simbolo di tutti gli altri “Olocausti” perpetrati nel mondo è fallito. E per capirlo non c’è bisogno di leggere il libro di Norman Filkenstein “L’industria dell’Olocausto”, basta guardarsi attorno e leggere i giornali. Alla fine la Shoah è diventata la coperta sotto la quale nascondere tute le sue sorele gemelle e il bastone da dare sulla bocca di chiunque critichi la politica di Israele. Del resto a leggere i due articoli della legge istitutiva del Giorno della Memoria c’è di che trasalire: degli “zingari”, insieme di vari gruppi a volte anche stanziali e ben radicati in Italia da molto tempo, neppure l’ombra. Neppure l’ombra cioè di uno sterminio che si stima annoveri tra le 400 mila e i due milioni di vittime. L’insistenza sulla unicità della Shoah ha assunto aspetti che preferisco non commentare, e del resto basta vedere le volgarità con le quali si cerca di sabotare questo e altri siti altrettanto critici e privi di paraocchi, oltre alla lunga campagna contro il blog che avevo a L’espresso. Preferisco invece far notare che se i nazifascisti avessero vinto la guerra l’unico popolo che davvero sarebbe stato cancellato dalla faccia della terra erano proprio loro, gli zingari, perché a parte quelli emigrati negli Usa non mi pare avessero altre comunità fuori dall’Europa e dai territori che sarebbero caduto sotto il dominio nazifascista e perciò “riupuliti” dalla presenza di genti di quel popolo.
    Perfino i vangeli sono stati stravolti, fino a diventare la base e il pretesto di un potere, quello della Chiesa, che di evangelico nei suoi aspetti concreti e nella sua gestione politica non ha mai avuto nulla. Non mi meraviglio perciò più di nulla.
    Un saluto. E molti auguri di buon lavoro.
    pino nicotri

  24. sylvi
    sylvi says:

    Per Pietro Falco,

    c’è un lato etico, (questa volta non uso la parola religioso, perchè ne sono schifata); vengono da fuori Udine per fare le sceneggiate davanti alla Quiete.

    Io girerò lontano da quella via.
    C’è un lato tecnico: avevano previsto tutto questo.
    Il papà, porterà fino in fondo questa crociata. Ha tanti amici competenti. Soprattutto Umani!

    Il resto è spazzatura!
    Buonanotte Sylvi

  25. Uroburo
    Uroburo says:

    marco tempesta { 04.02.09 alle 19:09 } Il problema che ho già posto è il seguente: la dirigenza di Hamas sta facendo VOLONTARIAMENTE E COSCIENTEMENTE il gioco di Israele, o no?
    ——————————————
    Caro marco tempesta
    ma lei è veramente un fenomeno! Siccome lei non capisce una cosa se la cava bellamente dicendo che la cosa non esiste. Mica male, perdincibacco!
    La tregua Israele-Resistenza di Gaza si basava sul seguente scambio: cessazione del lancio di razzi contro cessazione degli omicidi mirati e del blocco di Gaza. La Resistenza ha rispettato l’accordo, Israele MAI. Di conseguenza la Resistenza ha ripreso il lancio di razzi. Gli israeliani, che non trattano mai ma al massimo impongono, hanno pianificato l’attacco a Gaza con lo scopo di distruggere i depositi militari della Resistenza, disarticolare le sue forze, provocare il massimo di distruzioni possibili.
    L’attacco militare israeliano, condotto con grande spiegamento di forze contro un nemico armato solo di armi leggere, non è mai entrato nelle zone abitate di Gaza mentre le zone libere sono state abbandonate dai palestinesi senza opporre resistenza, per di più il lancio di razzi è continuato durante tutte le operazioni militari israeliane, fino a quando Israele non ha dichiarato una tregua unilaterale. La cosa è da inquadrare in due diversi aspetti: come sempre gli israeliani non trattano; gli obiettivi strategici israeliani non sono stati raggiunti. In c0mpesno la durezza e la spietatezze delle operazioni militari israeliane, con il loro abituale coinvolgimento di civili, hanno fatto perdere molti sostegni ad Israele soprattutto in Europa, terreno assai importante per gli israeliani.
    In conclusione parrebbe che l’offensiva militare israeliana sia strategicamente fallita, tant’è che il lancio di razzi, che ha come scopo principale quello di mantenere la pressione su Israele, continua.
    Le operazioni militari obbediscono a logiche un po’ diverse da quelle civili, i morti civili non intaccano il potenziale bellico di Hamas ed invece rendono sempre più criticabile la politica di Israele. Il lancio di razzi, ora come ora, è un vantaggio strategico per i palestinesi ed uno svantaggio per gli israeliani. Quindi io ritengo che continuerà.
    Tutto questo dimostra anche che le perdite militari di Hamas non possono essere state quelle dichiarate dagli israeliani. U.

  26. Anita
    Anita says:

    Premetto che avevo letta questa notizia un paio di giorni fa’
    Ma ho atteso per sentirne la conferma.
    Conferma trasmessa dalle nostre TV.
    Inoltre sono del parere che notizie falsificate non fanno altre che inacerbare i conflitti.

    mercoledì 4 febbraio 2009

    FALSE LE ACCUSE A ISRAELE DI AVERE BOMBARDATO UNA SCUOLA DELL’UNRWA
    Ricordate i 43 morti che secondo l’Onu Israele avrebbe deliberatamente causato bombardando una scuola dell’Unrwa a Gaza? Bene, non sono morti nella scuola dell’Unrwa. Ma nella strada che sta fuori e che porta a essa. Una strada completamente infestata dal tiro dei mortai di hamas e dai cecchini appostati a ogni angolo della strada. Gente che se ne fregava altamente di qualunque passante. L’esercito e l’aviazione avevano sparato tre proiettili di numero per mettere a tacere le bocche di fuoco e involontariamente avevano causato 43 morti tra la popolazione che Hamas usa come scudo umano. Però i 43 non erano dentro la scuola e oramai anche l’Unrwa lo ammette negando falsamente di avere mai sostenuto il contrario.
    Le bugie di hamas e degli interessati propalatori della propaganda anti israeliana vengono facilmente smascherate dato che hanno le gambe e la memoria corta. Peccato che l’emozione anti israeliana del momento ormai fosse stata già utilizzata “da chi di dovere”, negli stati arabi e nell’Iran, per incoraggiare il nuovo anti semitismo che poi abbiamo visto tutti esplodere in varie forme nella manifestazioni a favore dei poveri bambini di Gaza in tutta Europa.

    http://politicazione.blogspot.com/2009/02/false-le-accuse-israele-di-avere.html

    Anita

  27. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    @Anita

    era da ieri su Haaretz: l’ho pubblicata stanotte…

    non le sorge il sospetto che la repentina marcia indietro dell’Unrwa e dell’Onu esattamente un mese dopo i fatti possa nascondere “qualcosa”….?

    Per usare una metafora di casa nostra, una crostata non esattamente alla marmellata, organizzata dagli Usa per salvare Israele da una vergognosa condanna per crimini di guerra che sarebbe rimasto come un marchio imperituro, strappando in cambio qualche minuscola concessione concessione (come ad esempio l’apertura parziale dei valichi di Gaza di cui si discute) ….?????

    Certo poi si potrebbe discutre su chi o cosa abbia attribuito ad Israele il diritto di chiudere quei valichi, ma questo è un altro discorso…

    Pietro Falco { 04.02.09 alle 2:53 } L’Onu rinuncia al reclamo per il bombardamento della scuola di Gaza

    L’Onu ha cambiato la sua posizione su uno dei più sanguinosi episodi del recente massacro di Gaza, asserendo che i colpi di mortaio israeliani che uccisero 43 persone non si abbatterono su una scuola dell’Unrwa (United Nations Relief and Works Agency). Sembrerebbe che le Nazioni Unite siano state sotto pressione per fornire una versione diversa dopo i dubbi sollevati sulla circostanza che la scuola fosse stata effettivamente segnalata. Maxwell Gaylord, coordinatore umanitario dell’Onu a Gerusalemme, ha affermato lunedì scorso che i colpi di mortaio si sono abbattuti in una strada vicina all’area cinta dalle mura, e non all’interno della stessa. In particolare Gaylord ha detto che l’Onu desidera chiarire che i colpi sono caduti fuori e non dentro la scuola. E martedì (ieri) l’Unrwa ha confermato che le vittime si trovavano fuori dalla scuola e che l’equivoco si era originato con una diversa sezione dell’Onu…

    ps
    praticamente alla fine diranno che si sono suicidati in massa, tutti i 1400 morti, bambini compresi…

    VERGOGNA!!!!!!

    UN backtracks on claim that deadly IDF strike hit Gaza school

    http://www.haaretz.com/hasen/spages/1061189.html

    The United Nations has reversed its stance on one of the most contentious and bloody incidents of the recent Israel Defense Forces operation in Gaza, saying that an IDF mortar strike that killed 43 people on January 6 did not hit one of the United Nations Relief and Works Agency schools after all.

    It seems that the UN has been under pressure to put the record straight after doubts arose that the school had actually been targeted. Maxwell Gaylord, the UN humanitarian coordinator in Jerusalem, said Monday that the IDF mortar shells fell in the street near the compound, and not on the compound itself.

    Gaylord said that the UN “would like to clarify that the shelling and all of the fatalities took place outside and not inside the school.”

    UNRWA, an agency whose sole purpose is to work with Palestinian refugees, said in response Tuesday that it had maintained from the day of attack that the wounded were outside of the school compound. UNRWA said that the source of the mistake in recent weeks had originated with a separate branch of the United Nations.

    Senior IDF officials had previously expressed skepticism that the school had been struck, saying that two mortar shells could not kill 43 people and wound dozens more.

    Questions about the veracity of the claims that the school had been hit by the IDF were also raised last week by the Canadian newspaper The Globe and Mail. The newspaper said that a teacher in the UNRWA compound at the time of the strike “was adamant” that no people had been killed inside the compound.

    The newspaper quoted the teacher as saying that, “I could see some of the people had been injured… But when I got outside, it was crazy hell. There were bodies everywhere, people dead, injured, flesh everywhere.”

    The newspaper said that the teacher had been told by the UN not to speak to the media. “Three of my students were killed,” he said. “But they were all outside.”

  28. Anita
    Anita says:

    x Pietro Falco

    Non leggo tra le righe o possibili motivi.
    In questi ultimi anni non leggo altro che contraddizioni, esagerazioni, falsificazioni, fabbrificazioni, ritrazioni, etc….

    Forse e’ sempre stato cosi’, si immagini quanti raggiri ci sono stati nella storia, quando le notizie arrivavano a distanza di mesi e di anni.

    Buona notte.
    Anita

  29. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Io non mi preoccupo certo se una”bieca capitalista e per giunta cattolica,( almeno un po’)’”si trova d’accordo con me su alcune cose, ansi più sono le cose su cui siamo in accordo e meno restano quelle su cui discutere confrontandosi e magari scontrandosi.

    Allo stesso modo non mi preoccupo se pur avendo io una visione più critica di VOX sul regime della ex Unione Sovietica, ed anche della Cina di Mao, condivido buona parte di quanto va dicendo su quelle realtà, e sul disastro umano che si è prodotto all’uscita formale da quei regimi mantenendo però la stessa compressione delle libertà individuali senza neppure il compensativo di un minimo di sicurezza sociale.
    Però quando si parla di fallimento del socialismo/comunismo, bisognerebbe prima definire cosa si intende per socialismo/comunismo, in Russia, in Cina abbiamo visto dei tentativi rozzi e quanto mai imperfetti di socialismo/comunismo applicato, che però come diceva VOX nonostante tutto hanno portato ed in poco tempo a dei risultati molto brillanti. Noi ridevamo cella Cina di Mao delle loro giacche a collo alto e tutte uguali, senza renderci conto di cosa voleva dire dare ad un miliardo di persone una giacca, una coperta, una bicicletta, scuole, strade, ferrovie …. , in un immenso paese che partiva da una struttura sociale medioevale, tecnologia zero, con una enorme percentuale di popolazione inebetita dall’oppio imposto dalle potenze europee.
    Ma dal socialismo/comunismo si pretende tutto e subito altrimenti il principio stesso è un fallimento, il sistema della democrazia mercantile e capitalistica è partito in Italia di Liberi Comuni e dalle Repubbliche Marinare e dopo sette o otto secoli è ancora li a correggere senza mai riuscirci i suoi errori, e quando ne risolve uno ne nascono due ancor più macroscopici.
    Se si parla di fallimenti riferiti ai sistemi Russia, Cina e dintorni è un conto, ma se da questo si vuol far discendere il fallimento di un’idea, di un ideale di giustizia e di eguaglianza, allora andiamoci piano.
    Anche la nobiltà delle monarchie assolutiste sognavano di aver definitivamente sconfitto l’idea dei Liberi Comuni, poi un giorno le teste imparruccate cominciarono a girare per Parigi issate sui forconi e a rotolavano nei cesti della ghigliottina e per loro fu un amaro risveglio, per il resto delle umane genti un discreto passo in avanti.

    Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.i

  30. Peter
    Peter says:

    xAnita

    l’articolo da te riportato e’ molto interessante. Presenta bene le tensioni xenofobiche in atto in Italia al momento. Dice anche che delle forze importanti nel paese si oppongono al razzismo anti-immigrati, o quantomeno tentano di smorzarne le proposte piu’ radicali (dei razzisti o xenofobi).
    Non sapevo che in Italia vi fosse almeno un parlamentare nero, lo apprendo adesso.
    Viene giustamente osservato che l’Italia presenta spesso gli immigrati come potenziali criminali e malfattori, trascurando che 3 o 4 regioni sono in mano alla criminalita’ organizzata (italiana…). Nessuno sforzo viene mai fatto per rilevare la discriminazione socio-economica e politica degli immigrati, che porta alcuni di loro a delinquere per necessita’ o reazione. E per loro non ci sono di solito arresti domiciliari…
    Si teme anche l’inizio di rivolte organizzate di immigrati anche in Italia, come gia’ in Francia in anni recenti (ed in UK molti anni fa, aggiungo io).
    Un articolo molto equilibrato

    Peter

  31. Pietro
    Pietro says:

    x Nicotri

    Grazie per tutte le sue informazioni. A titolo informativo, le dico che a Roma è stato ricordato lo sterminio degli zingari nei campi di concentramento, grazie alla testimonianza di due sorelle sinti di nazionalità tedesca che furono deportate. La testimonianza è stata resa durante la presentazione del libro “Gli stermini dimenticati”.

  32. marco tempsta
    marco tempsta says:

    Il Giappone era una nazione di pescatori terremotati che usciva da una guerra persa.
    E’ diventata la seconda potenza economica.
    Senza comunismo.
    Ora è in crisi come tutto il resto del mondo, ma ha dimostrato che anche uscendo da una situazione tragica ci si può rialzare fino a raggiungere i vertici.

  33. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Sono convinto che la Cina ora sarebbe molto più avanti, se non ci fosse stato Mao. Il progresso porta ad evolversi anche le società più medioevali, quando c’è l’intelligenza. Il comunismo non è intelligente. Non sono intelligenti gli integralismi di nessun genere, religiosi o politici che siano. Tra Bengasi e Dubai c’è qualche differenza, eppure islamici sono gli uni e islamici gli altri, petrolio hanno gli uni e petrolio hanno gli altri. Dov’è la discriminante?

  34. marco tempsta
    marco tempsta says:

    Caro Uro, non avendo altri recapiti uso il blog: quando organizziamo?
    A me va bene qualsiasi giorno (tranne il lunedi, ristorante chiuso) compresa la Domenica, che probabilmente è proprio il giorno migliore. Forse oggi viene a trovarmi Faust. Attendo anche Pino oggi o domani. Ho curiosità e piacere di incontrarvi, in regime di tregua, naturalmente…
    La mia e-mail è nel mio sito, eventualmente. Il numnero di cell. anche. Alla voce ‘contatti’. A presto.

  35. marco tempesta
    marco tempesta says:

    parafrasando una famosa battuta di massimo troisi, secondo me la cosa migliore è posizionarsi nel mezzo.
    ——–
    Cara Segolene, prima di Troisi l’ha detto Buddha: tutto il buddismo è incentrato sulla ‘via di mezzo’. ma la gente preferisce schierarsi agli estremi. La vita viene vissuta stando in uno schieramento, da una parte o dall’altra, come in una tifoseria calcistica. Chi sta in mezzo (e ci va di mezzo) è l’arbitro, cornuto per antonomasia.

  36. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Antonio:
    l’ideale di giustizia e di eguaglianza è la colonna portante del cristianesimo. Gesù Cristo non c’è riuscito e meno male che era il figlio del Principale…
    Io però ci proverei. Nel mio piccolo già lo faccio. Diversi di noi nel loro piccolo lo fanno. Se la gente capisse che giustizia ed eguaglianza (negli ‘intervalli’ già precedentemente discussi, che escludono il comunismo) sono economicamente vincenti, forse l’idea potrebbe diffondersi più rapidamente. Non sarà la Fede a salvarci, sarà la Tecnologia. Fatti non foste per viver come bruti…

  37. Uroburo
    Uroburo says:

    BREAK!!! OTTTTTTTTT
    Cara Silvy, è arrivato!!!!!
    Intendo il vino bianco secco ordinato in Friuli qualche settimana fa.
    Pinot Grigio dei Colli orientali del Friuli conosciuto e bevuto ormai da 4 anni: un grande vino, uno dei migliori vini bianchi d’Italia.
    Ed in più un cartone di un vino che mi era del tutto sconosciuto fino ad un paio di mesi fa: la Ribolla Gialla.
    Sono arrivati stamani alle 10.00 per corriere, senza spese aggiuntive.
    Siccome il vino era stato nel camion, quindi temperatura ambiente (credo che siamo intorno ai 5-6°) l’ho messo fuori dalla finestra e l’ho aperto adesso: vino giallo paglierino chiarissimo, piuttosto acidulo, molto armonico. Non vale il Pinot grigio ma molto simpatico.
    Le faccio un brindisi in segno di pace. Ben inteso continuo a non essere d’accordo con quasi nulla di quel che lei scrive. U.

  38. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    L’arcivescovo emerito di Foggia: “Lasciamola morire come Wojtyla”

    Una voce diversa si leva anche nella Chiesa. E’ quella dell’anziano arcivescono emerito di Foggia, Giuseppe Casale. In un’intervista a La Stampa, il prelato spiega di sentirsi “vicinissimo” al padre della ragazza e chiede di non proseguire “questo stucchevole can can”, perchè l’alimentazione e l’idratazione sono assimilabili a trattamenti medici e se una cura non porta alcun beneficio può essere legittimamente interrotta”.

    L’invito è quello di “lasciare che Eluana termini i suoi giorni senza stare a infierire – ha detto Casale – alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili”. “Come cattolici – prosegue Casale – dovremmo interrompere tutto questo clamore ed essere più sereni” e invece di fare campagne, “bisognerebbe accostarsi con pietà cristiana alla decisione di un padre”.

  39. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta,
    per me va bene domenica però (ripeto) meglio a mezzogiorno se vogliamo imbarcare anche Controcorrente che viene da lontano e che sarebbe lieto di partecipare.
    I giorni potabili per me sono mercoledì, anche venerdì ma arrivo alle 13.00, sabato e domenica.
    Pino, Faustus e Controcorrente possono vedere se va bene anche per loro. Naturalmente anche gli altri sono invitati.
    Segolène avrà in omaggio una (castissima) rosa bianca ……
    Un saluto a tutti U.

  40. marco tempesta
    marco tempesta says:

    ok per me. Io sono sempre qui, tranne che per dormire. Credo che una domenica vada bene a pranzo, io resto fino almeno al 20, forse più.

  41. Faust x marco tempesta
    Faust x marco tempesta says:

    Il comunismo non è intelligente. Non sono intelligenti gli integralismi di nessun genere,

    … ma quando la finisci di pensare accazzo rivoltato… dove lhai visto scritto che il comunismo (¿¿quale, dove?¿? quando¿¿) è integralista… forse colpa del grignolino… ti meriti il trattamento che ti riserva il caro Uro… eccheccaxxo.. ora ho fretta, penso che Az, Vox e altri (anche se te lhanno gia spiegato, in particolare Vox, che il comunismo è ancora da mettere in pratica… finora sono state “prove di funzionamento, con modifiche” addoccojjoccojjo, adulterate da realta locali… la base è Marx, ppoi ccè lapplicazione in loco, personalizzata… Ci vediamo stasera. vado a fare il turno del pomeriggio… se non vengo ti chiamo… ciao, bbellltomo!!
    Faust

  42. controcorrente
    controcorrente says:

    caro Peter,
    non so cosa sia bbc4,scusa l’igoranza ,ma dì pure a molti lì in England che devono avere dei problemi…

    L’emittente radiofonica britannica BBC4 ha promosso sul suo sito internet un sondaggio cui hanno partecipato circa 30 mila persone: si chiedeva di indicare qual era il filosofo ritenuto maggiormente importante.

    Il giudizio a favore di Marx è stato netto: 27,9% delle preferenze; secondo lo scozzese David Hume, teorico dell’empirismo, arrivato solo al 12,6%. Ancora più distaccati gli altri: 6,8% all’austriaco Ludwig Wittgenstein, 6,49% a Friederich Nietzsche, 5,6% a Platone. Completano l’elenco dei primi dieci Kant, Tommaso d’Aquino, Socrate, Aristotele e Popper.
    Il sondaggio via internet era stato lanciato nei mesi scorsi dal programma radiofonico della BBC4 “In our time”. Il 6 giugno l’emittente aveva chiuso la prima fase del sondaggio indicando la classifica dei primi venti; la rosa ristretta fra i quali gli ascoltatori e i navigatori avevano tempo fino al 7 luglio per scegliere il vincitore. Le posizioni della classifica al termine della prima fase dovevano rimanere segrete ma il direttore del programma decideva di renderle note: Marx era in testa.
    Imbarazzo e contrarietà in molti ambienti, tanto che l’Economist, dopo aver sparato il titolo “Uno spettro si aggira per la Bbc”, ha dato il via a una martellante campagna a favore dell’allora terzo classificato David Hume, facendogli raggiungere il secondo posto.
    The Guardian si schierava per Kant, l’Indipendent per Wittgenstein. La reazione alla paventata vittoria di Marx superava anche i confini inglesi tanto che il Secolo d’Italia (30.06.05) s’inseriva nella contesa e dava indicazione di voto per Nietzsche.
    L’Unità (14.07.05) pubblica un commento dello storico inglese Eric Hobsbawn, il quale definisce Marx e Freud “le due grandi menti che hanno influenzato il ventesimo secolo”, e sostiene che la vittoria di Marx è dovuta “paradossalmente alla fine del comunismo”: la figura di Marx sarebbe cresciuta di credibilità come filosofo, dopo il crollo dell’URSS, cioè una volta “sganciata” dall’immagine burocratica e autoritaria del cosiddetto socialismo reale.
    Già nel 1999 un analogo sondaggio in Gran Bretagna aveva indicato Marx come il maggior pensatore del millennio e nel 2004 , in Germania, al concorso promosso dalla televisione pubblica Zdf su “chi sono i più grandi tedeschi”, Marx era risultato al primo posto nella categoria attualità e al terzo in assoluto. Aveva primeggiato nella categoria economia anche nel sondaggio promosso in Italia dall’Istituto e Museo della storia della scienza di Firenze.

    cc

  43. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    salùt, salve, prosit, zivelj….

    Se ha un buon olio di oliva, e la moglie con la mano “santa”, provi la ribolla con un “fritolil lesiero” di scampetti, moscardini e anche ” de fritura”, la Ribolla fresca, come antipasto!
    Va bene anche con “spaghetti in busara” di primo e con branzini e orate, ma di quelli veri, quelli liberi.
    Sa com’è la libertà!

    Poichè è innamorato e
    ” torrei le donne giovani e leggiadre. e vecchie e laide lasserei altrui”
    ( gli altri della congrega sono avvertiti!!!)
    si suppone che guardi alla vita con occhi incantati!
    Per incantamento maggiore provi anche la “malvasia”, ci son ottimi produttori sul
    Collio.
    Ma non esageri altrimenti rischia, a mezzanotte, di perdere “la scarpina”!
    Ahhhh, tutta invidia “della vecchia laida”!!!
    Vede come sono brava a porgere le mie numerose guance?!?!?

    Sylvi

  44. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta, Urobur e gli altri candidati per “Giulia”

    Per me domenica a pranzo va bene. In linea di massima, se non sono fuori Milano mi va bene qualunque data, purché me la si faccia sapere con 2-3 giorni di anticipo.
    Faciteme sapè, faciteme.
    pino

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