Un Giorno della Memoria troppo incompleto. Le cifre israeliane sul totale della case di palestinesi demolite dal 1967 ad oggi
Sono francamente disgustato. In tutte le recenti commemorazioni del Giorno della Memoria, istituito per legge nel luglio del 2000, lo sterminio che i nazisti hanno fatto di oltre una decina di milioni esseri umani negli appositi campi allestiti durante la seconda guerra mondiale è stato ampiamente dimezzato. Ridotto al solo sterminio degli ebrei. E gli altri? Cancellati, cioè uccisi un’altra volta! Sempre più ridotto alla sola Shoà ebraica, lo sterminio non solo è stato dimezzato quantitativamente, dimezzandone di fatto la cifra totale delle vittime, ma è stato anche monopolizzato qualitativamente. Ben che vada, ci si ricorda anche dei deportati militari e politici italiani, ma solo di questi, e di coloro che si sono opposti al “progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati“. Nessun cenno quindi alle vittime che hanno subito senza potersi opporre. In questa opera di riduzione e falsificazione ora ci si è messo anche il ministero della Pubblica istruzione, con una circolare sorprendente: http://www.pubblica.istruzione.it/shoah/memoria/index08.shtml . Anche il programma preparato dal ministero per la visita guidata a Trieste al monumento nazionale noto come Risiera di S. Sabba ( http://www.pubblica.istruzione.it/shoah/eventi/eventi08/sansaba250108_3_2.pdf ) è sconcertante. E mi meraviglio che le comunità ebraiche non abbiano protestato, accontentandosi invece del fatto di figurare loro. Ma solo loro. Capisco che desiderino vengano ricordate, giustamente, le persecuzioni da loro subite, ma non capisco il tacere invece di quelle subite dagli altri, alcune delle quali pur sempre per mano italiana e comunque per mano di nostri alleati politico-militari. In particolare, in questa non disinteressata opera omertosa del nostro ministero non c’è nessuna traccia, tra l’altro, dei campi di concentramento italiani ai danni soprattutto degli slavi, campi che anche non lontano da Trieste erano svariate decine e dei quali venne pubblicato il lungo elenco nel mio blog su L’espresso. La conclusione che viene fornita bella che cotta e masticata agli ignari giovani studenti italiani è che noi italiani, grazie alla citazione dei “deportati militari e politici italiani”, siamo stati vittime dei nazisti come gli ebrei, o quasi. Cancellate tutte le altre vittime e cancellate tutte le nostre colpe, cancellato il fatto che noi dei nazisti eravamo alleati attivi, molto attivi, impegnati nei disastri e delitti di massa della seconda guerra mondiale. A me pare che più che ministero della Pubblica istruzione sia il caso di parlare di ministero della pubblica Distruzione. Distruzione della verità e della memoria. E meno male che almeno in varie località ci si ricorda nonostante tutto almeno degli zingari ( http://romanolil.splinder.com/ , http://www.operanomadimilano.org/eventi/eventi.htm , http://www.operanomadimilano.org/chi/chi.htm )
Il problema però è che il Giorno della Memoria è stato istituito già così confezionato, l’uso strumentale e la monopolizzazione successiva ne sono solo una conseguenza, ma la responsabilità non è delle comunità ebraiche, bensì di come il governo otaliano ha definito il Giorno della Memoria. Il 20 luglio 2000 infatti il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il capo del governo Giuliano Amato e il ministro della Giustizia Fassino non hanno istituito per il 27 gennaio di ogni anno la giornata del ricordo delle vittime dei campi di sterminio, nonostante la data scelta, il 27 gennaio, sia la data di abbattimento dei cancelli di Auschwitz, dove non si sterminavano certo persone di una sola appartenenza, ma hanno istituito qualcosa di più limitato. Come si legge nel link http://www.pubblica.istruzione.it/shoah/normativa/legge_20_07_00.shtml , l’articolo 1 delle legge, composta di soli due articoli, dice infatti: “La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. E l’articolo 2 precisa: “In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’Art. 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
Messa così, è evidente che possano invece accadere di nuovo “simili eventi” ai danni di altra gente.E’ così accade che ci sia per esempio la caccia ai rom e spesso agli extracomunitari in genere che ormai fa parte del panorama italiano senza che nessuno si scandalizzi più di tanto. Di zingari, rom, sinti e camminanti neppure l’ombra nei due articoli del governo Amato, sono ormai lontani i tempi in cui la giunta di sinistra di Roma metteva una lapide in via degli Zingari, parallela di via Cavour nella capitale, per ricordare assieme alla locale comunità ebraica anche le loro deportazioni per mano dei nazifascisti. Ormai siamo al punto che il sindaco di Roma Alemanno, un neofascista, ha promesso di “cacciare 20 mila zingari”. E quando il censimento ha appurato che gli “zingari” a Roma e dintorni non sono 20 mila, ma solo 7 mila, ecco che il duro e puro Alemanno ha rincarato la dose: “Il censimento sarà affidato ai militari”. Gli fanno eco gli abitanti di Primavalle che proclamano ad alta voce, senza finire in galera e anzi corteggiati dai giornali, la loro volontà di risolvere il problema della presenza del locale accampamento di rom “dandogli fuoco e ammazzandoli tutti”. Non scherzano neppure gli abitanti di Guidonia, che a causa di qualche stupro commesso non da loro, ma da romeni, minacciano la loro brava “pulizia etnica” manu militari. Il tutto, vergogna nella vergogna, proprio a ridosso del Giorno della Memoria e anzi anche nello stesso giorno! Del resto l’esempio lo ha dato la Lega a Milano, incendiando il campo dei rom a Opera e mandando in onda spesso e volentieri su Radio Padania le minacce anche di morte ululate dai padani duri e puri, vale a dire in puro stile Olindo&Rosa, la pia coppietta massacratrice di Erba.
Totalmente fatti sparire dalla Memoria in primo luogo gli “zingari”, dei quali non sappiamo neppure se ne sono stati mandati alle camere a gas “solo” 400.000 o 500.000 o addirittura 2 milioni di persone! Gli “zingari” hanno due differenti vocaboli per indicare il loro genocidio, Samudaripen e Porrajmos ( http://www.radioparole.it/porrajmos/porrajmos.html ), ma noi bellamente ce ne freghiamo: l’importante è parlarci addosso ormai ogni giorno su tutti i mass media con la Shoà, cioè con la Memoria a senso unico a uso e consumo degli smemorati: antinazisti a chiacchiere, anti antipalestinesi, antiarabi, anti islamici e anti extracomunitari nei fatti. Ieri si discriminavano gli ebrei, oggi discriminiamo quelli che di fatto sono i loro eredi, quelli ai quali anche se non sono ebrei abbiamo fatto prendere il loro posto, assegnandogli lo stesso ruolo: vittime. Le nostre vittime sacrificali, per scongiurare le nostre paure. Da strumento per non dimenticare e amare anche gli “altri”, la Memoria è stata ridotta alla sola Shoà, e certo non per amore verso gli ebrei come dimostrano anche i contorcimenti della Chiesa, ma in modo da poterla usare, la Memoria, come strumento per dimenticare e continuare a odiare comunque gli “altri”, quelli cioè sui quali scaricare le nostre paure per il futuro addossando loro la “colpa” dei nostri guai. E sì che in Italia non mancarono neppure i campi di concentramento per zingari, rom, sinti e camminanti: erano ad Agnone (nel convento di San Berardino), a Berra, a Bojano (capannoni di un tabacchificio non più in uso) a Bolzano, a Ferramonti, Tossicìa, Vinchiaturo, Perdasdefogu e alle isole Tremiti, già usate anche per sterminare alcune migliaia di patrioti libici vittime del nostro colonialismo. Erano zingari italiani, ma anche di altre nazionalità; in particolare un gran numero era di slavi, fuggiti dalle persecuzioni in patria. Non pochi riuscirono a scappare per unirsi poi ai nostri partigiani.
Una falsificazione della Storia che va avanti sempre più spedita e sfacciata da ormai un bel pezzo, con il sempre più evidente scopo, ormai fin troppo scoperto, di cancellare totalmente le nostre responsabilità e – per esorcizzare le nostre code di paglia e sensi di colpa – supportare di fatto la politica di Israele facendo finta di essere equidistanti e “a favore della pace”. Ma la menzogna, e il blablablà ipocrita, non sono mai a favore della pace, servono semmai solo a preparare nuove guerre. E’ ben visibile e va denunciato senza tentennamenti il tentativo di spingerci dentro di esse già a priori, con la politica del fatto compiuto tipo Memoria smemorata, come fossimo – per obbligo neppure dichiarato – alleati attivi di una ben precisa parte in uno “scontro di civiltà” che qualcuno vuole assolutamente sia dato per scontato. Questo baratro che il conformismo, l’ignoranza e gli interessi connessi ci stanno scavando sotto i piedi va denunciata senza lasciarci intimidire dalle solite accuse, delle quali è stata ormai dimostrata – anche in questo blog – la ben precisa regia.
Spariti dalla Memoria anche gli omosessuali, gli handicappati, gli oppositori religiosi, massacrati in totale a decine se non a centinaia di migliaia. Spariti i prigionieri sovietici e in generale i partigiani e i prigionieri dell’Est Europa, in totale vari milioni di persone, ma dei quali non ci è mai fregato assolutamente nulla di sapere più o meno esattamente quanti: come fossero carcasse di animali. L’importante è ripetere in continuazione, come un mantra apotropaico e auto assolutorio, che sono stati sterminati 6 milioni di ebrei. E guai a dire “6 milioni meno una persona”! Scatta subito la volontà di incenerirti, motivo per cui ti sparano subito addosso la bomba multi testata al fosforo bianco dell’accusa di “negazionismo” “revisionismo”, “antisemitismo”, “antigiudaismo”, “filo nazismo” e via bombardando, magari pure l’accusa di “nazismo” vero e proprio. Ormai siamo al tabù, al dogma, all’imposizione ex cathedra della Verità, con il rogo pronto anche per i solo dubbiosi, tanto che non a caso Norman Filkenstein ( http://www.normanfinkelstein.com/ , http://www.memritv.org/clip/en/1676.htm , http://english.aljazeera.net/news/middleeast/2008/02/20085251914339786.html ), pur essendo ebreo figlio di ebrei scampati alla distruzione del ghetto di Varsavia e al campi di Auschwitz, parla esplicitamente di “Industria dell’Olocausto”, titolo di un suo molto amaro ma molto ben documentato libro bestia nera dei sionisti arabofobi ( http://www.americanradicalthefilm.com/ ). Bestia nera cioè di chi quell'”industria” cinicamente usa per i propri scopi di potere. Quando si tratta di potere e privilegi gli scopi e i mezzi sono sempre di fatto meschini, però strumentalizzare perfino 6 milioni di morti, e dei propri morti, mi pare più meschino del normale. A parte il fatto che a mio modesto avviso quando si tratta di tragedie, e di grandi tragedie, non si può parlare solo di “propri” morti, ma di morti e dolore che appartengono a tutto il genere umano se non altro perché ne segnano la Storia, anche il futuro quindi. In ogni caso ai tabù e ai dogmi ci si deve opporre, qualunque verità può e deve sempre essere sottoposta e magari risottoposta a critica, a nuove indagini, soprattutto le verità ufficiali, che di norma sono sempre emerite balle cui la gente è costretta a credere per forza pena quanto meno il biasimo collettivo, sociale.
La verità ufficiale dice che Carlo Borromeo era un santo, quale è stato ufficialmente dichiarato, mentre invece era solo un sadico, un uomo di potere prepotente che per esercitare meglio il potere voleva mettere sotto controllo perfino le coscienze dei credenti della diocesi di Milano (a quell’epoca enorme) arrivando ad usare anche il sacramento della confessione per tutto sapere e denunciare all’Inquisizione tutto il denunciabile. Insomma, metodi di indagine peggio che kafkiana e metodi di controllo collettivo più capillari, subdoli e invasivi di quelli nazisti e stalinisti messi assieme. La verità ufficiale parla di milioni di vittime delle persecuzioni subite dai cristiani prima di Costantino, ma se si va a indagare si scopre che sono leggende, i casi documentati di uccisioni sono meno di una ventina, come ha documentato tra gli altri l’ex sacerdote cattolico Karlheinz Deschner con la sua monumentale storia in 10 volumi ( http://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/2001_2_art2.html ). Anzi, è la Chiesa cristiana che è poi diventata persecutrice – per secoli e secoli – dei non cristiani, dei quali ha perseguito ovunque e con ogni mezzo l’esproprio e la confisca dei beni e lo sradicamento sociale e territoriale (idem) . Come si vede, delle verità ufficiali è sempre meglio diffidare. Del resto non si può pretendere che tutti si siano letti i lavori di Alessandra Chiappano, responsabile del settore didattico dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia e della Fondazione Memoria della Deportazione di Milano ( http://www.giuntina.it/dettautori.asp?AutoreId=288 e http://www.tecalibri.info/C/CHIAPPANO-A_lager.htm ) o almeno il piccolo ma efficacissimi libretto di appena una ottantina di pagine “Bibliografie ragionate – La Shoah”, con il suo bell’elenco di un centinaio di bibliografie che non lasciano adito a dubbi: dal lavoro di Leon Poliakov e passando per quello monumentale e decisivo di Raul Hilberg pubblicato nel ’61 negli Usa.
Si può essere negazionisti solo quando si nega la Nabka dei palestinesi, che non si vuole – assolutamente NON si vuole – venga paragonata o anche solo accostata alla Shoà. Si può essere revisionisti solo quando la Nabka la si vuole ridurre a poca cosa, ordinario “incidente” della Storia “che da che mondo è mondo è fatta di vincitori e vinti e perciò non possiamo farci niente”. Si può essere riduzionisti e si possono mettere in dubbio le cifre note e cercarne di più sicure solo quando si vogliono nascondere o ridurre il più possibile il numero delle vittime delle stragi compiute dagli israeliani ai danni dei palestinesi, da quella di Deir Yassin alla attuale gigantesca Masada palestinese anziché ebraica chiamata Gaza, riduzioni che si vogliono imporre con “ricostruzioni” spesso francamente indecenti. Si può dire “beh, non siete contenti se si dimostra che le vittime palestinesi degli israeliani sono meno di quelle che si credeva?”, ma non si può assolutamente dire l’analogo e simmetrico “beh, non siete contenti se si dimostra che gli ebrei vittime delle camere a gas sono meno di quanto si credeva?”: se solo lo si pensa sono guai, e se lo si profferisce ad alta voce sono dolori, si viene accusati di ahmadinejadismo. Si può essere antisemiti solo quando si calpestano i palestinesi e gli arabi, semiti anche loro esattamente quanto gli ebrei nonostante il tentativo di certi loro settori di monopolizzare il termine “semita”, perché allora l’antisemitismo diventa buono, ci serve per aizzare all’odio contro i musulmani: “tutti terroristi”!!! Poiché Hamas nel suo statuto porta scritta l’affermazione demenziale che vuole distruggere lo Stato di Israele, ecco che se ne approfitta per farne pagare la colpa anche ai neonati.
Gli adulti di Gaza hanno votato Hamas? Beh, ma allora è tutto chiaro! “E’ solo colpa loro se gli israeliani massacrano anche centinaia di bambini”, così ragionano i nostri democratici e “antifassisti”. Gli stessi “Amici della vita” tanto combattivi contro l’aborto e a favore dell’embrione, tanto sbraitanti a favore dell’infinito calvario di Eluana Englaro e contro la fine della sua sofferenza, ecco che contro la mattanza di Gaza invece non fiatano neppure di striscio. L’ipocrisia di questa gentaglia è disgustosa, a partire dalle dichiarazioni finto equidistanti dell’impagabile (si fa per dire….) governatore della Lombardia, l’ex votato alla castità (ma di che tipo?) Roberto Formigoni secondo il quale “la vita di Eluana è piena” e la testimonianza del padre riguardo certe scelte della figlia può essere vanificata da qualunque estranea purché “amica della vita”. Semmai, questi “Amici” del menga riapriranno bocca solo per protestare contro gli attentati palestinesi.
Ovviamente nessuno osa aprire bocca per dire che Israele invece non ha neppure bisogno di prendersi il fastidio di dirlo, di metterlo per iscritto che vuole distruggere lo Stato palestinese: da 61 anni evita accuratamente che nasca, punto e basta! Nel frattempo ruba la terra e le sue risorse ai palestinesi, infestandone i territori con centinaia di migliaia di coloni fanatici “religiosi” e di fatto peggio dei fascisti. Israele, a differenza perfino di Hamas, non ha una sua Costituzione, quindi non ha nessun bisogno di mettere per iscritto che lo Stato palestinese non lo vuole. La terra palestinese se la prende e basta. Lo Stato palestinese lo impedisce e basta, lo fa abortire di continuo anche a cannonate. Il tutto senza neppure dirlo e tanto meno metterlo per iscritto, continuando però a parlare di “trattative di pace”……
Con il buonismo ormai così tanto di moda e a buon mercato riusciamo a sentirci buoni anche quando in realtà siamo feroci. Ottusi e feroci. La condizione per questo untuso buonismo del cavolo è l’ignoranza, l’ignoranza dei fatti. Che è parente stretta della malafede. La stessa crassa ignoranza, parente stretta della malafede crassa, che permette alla Rai e ai giornali di continuare a mentire parlando di “rapimento” di Emanuela Orlandi e perfino di Mirella Gregori, con un doppio vantaggio: aumentare l’audience e le vendite di copie e tenere nascoste le clamorose responsabilità del Vaticano. Responsabilità più che documentate dai magistrati. Allo stesso modo si ignora per esempio la vastità del fenomeno della demolizione delle case dei palestinesi in Palestina, demolizioni perseguite e realizzate con le motivazioni più varie, tutte però a vantaggio dell’espansione israeliana.
Ecco le cifre delle demolizioni, non inventate da terroristi islamisti, bensì documentate da un gruppo israeliano, l’Icahd ( http://icahd.org/eng/links.asp?menu=10&submenu=1 ), vale a dire The Israeli Committee Against House Demolitions, l’associazione israeliana che si batte contro la abominevole pratica della distruzione delle case dei palestinesi. Pratica che, spiace dirlo, sa innegabilmente di fascismo. E ricorda proprio i metodi che il Giorno della Memoria vorrebbe invece scongiurare almeno in Italia. Purtroppo però solo a parole.
“Statistiche sulle demolizione di case (1967-2009)
L’Icahd stima che 23.535 abitazioni dei palestinesi sono state demolite nei territori occupati a partire dal 1967, sulla scorta di informazioni ottenute dal ministero degli Interni israeliano, dalla Municipalità di Gerusalemme, dall’amministrazione civile, dall’Ocha e da altre fonti delle Nazioni Unite, da gruppi che lottano per i diritti umani dei palestinesi, da Amnesty international da Human Right Watch e altre fonti.
1) Demolizioni punitive: case demolite come punizione per la gente associata con le stesse case. Questa politica fu sospesa dall’Idf nel febbraio del 2005, dopo che giunse alla conclusione che piuttosto che un deterrente agli attacchi, le demolizioni infiammavano gli abitanti e li inducevano a compiere un maggior numero di attacchi. La pratica è stata ripresa il 19 gennaio 2009. Per quanto questa sia considerata dalla maggior parte del popolo palestinese la principale ragione per cui le loro case sono demolite, in realtà le demolizioni punitive rappresentano solo l’8,7% di tutte quelle effettuate.
2) Demolizioni amministrative: case demolite per l’assenza di un permesso a costruire. Questo accade nell’area C e in Gerusalemme Est, sotto l’esclusiva autorità israeliana, benché prima dell’esistenza delle aree A, B e C ciò succedeva pure nelle altre aree. E’ importante sottolineare che nella quasi totalità dei casi i palestinesi non hanno altra possibilità che costruire illegalmente, in quanto i permessi sono negati. C’è anche l’evenienza che nell’area B, se un’abitazione è nelle immediate vicinanze di una base militare o di una strada utilizzata dai militari, o anche di coloni, si può incorrere lo stesso in una demolizione amministrativa. Questo tipo di demolizione raggiunge circa il 26,7% dei quelle effettuate.
3) Operazioni di sgombro/demolizioni militari: case demolite dall’Idf nel corso di operazioni militari, al fine di sgomberare un pezzo di territorio (per qualsivoglia ragione), conquistare un obiettivo militare, o uccidere persone ricercate nell’ambito della politica israeliana di esecuzioni extragiudiziali. Le demolizioni militari costituiscono circa il 64,5% di quelle realizzate.
4) Demolizioni indefinite: l’Icahd sta raccogliendo informazioni e investigando sullo status di molte demolizioni effettuate tra il 1967 e il 1982. I primi risultati indicano che esse includono demolizioni di tutte le sunnominate categorie, ma con una maggioranza di operazioni di sgombero militari e punitive”.
Ripeto: questo documento non è di Hamas o degli iraniani, ma israeliano. Le sue cifre comprendono le oltre 3.600 abitazioni che si stima siano state distrutte nel recente conflitto a Gaza, ma non le case dei circa 120.000 drusi e arabi cacciati dal Golan conquistato alla Siria nel 1967, con i loro 134 villaggi completamente demoliti. Calcolando una media di 6 persone per famiglia, abbiamo un totale di circa altre 20.000 case distrutte. In totale, quindi, gli israeliani hanno demolito con motivazioni varie oltre 43.000 case. Senza dimenticare gli oltre 500 villaggi palestinesi, comprese le attuali Sderot e Ashkelon, sottoposti a “pulizia etnica” già a partire dal 1947, cioè da prima che fosse anche solo dichiarata la nascita dello Stato di Israele.
x Peter
Quote:
Peter { 03.02.09 alle 15:22 } xAnita
“mi riallaccio ad un post del blog precedente. Tu parlavi di famiglie normali e non, ma non sarei d’accordo. Come definire una famiglia normale? e’ un’astrazione, ed anche inutile.
Semmai ci sono famiglie felici, e non. E come ben diceva quel tale, le famiglie felici si somigliano tutte, mentre quelle infelici…….”
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Caro Peter,
e’ impossibile rialacciarti col post precedente…tutta la storia e’ iniziata dallo sproporzionato uso dei telefonini e foto prese dalla gioventù’ per sfizio e le conseguenze.
Il signor uroburo e’ entrato in discussione portando esempi che non c’entravano niente, come le ore lavorative di mio marito e di Popeye e anche i miei miliardi in cassaforte.
(magari)
Io non potrei parlare di una famiglia normale perche’ io non l’ho mai avuta.
Nemmeno mio marito o i miei nonni.
Ciao, Anita
O questi sono pazzi, o i missili li lanciano agenti israeliani in incognito (182)
@ MT
Non mi stupirei se fossero delle false flags (o anche accordi con traditori interni a Gaza, magari comprati). Il Mossad e’ ben noto per compiere operazioni di questo genere, alcune delle quali in grandissimo stile e talmente clamorose che, anche quando si parla del suo coinvolgimento, sembra che nessuno voglia indagare meglio in quella direzione.
Come in tutte le indagini, bisogna sempre partire dalla domanda: cui prodest? Chi ci guadagna (per i suoi scopi) dev’essere considerato il sospetto criminale. ora, e’ chiaro che Israele ha dovuto lasciare Gaza con l’incompiuta operazione Piombo Fuso per motivi politici (l’entrata in campo di Obama e le elezioni israeliane). Ma la cosa per loro non e’ finita, non hanno raggiunto i loro veri obiettivi, o almeno non tutti. Quindi hanno la necessita’, anche davanti a una comunita’ internazionale ormai apertamente ostile, di crearsi una scusa e un alibi per un secondo intervento. Il quale, probabilmente, non partira’ prima delle loro elezioni.
x Pino
Come riportare una foto sul forum.
La foto deve essere pubblica.
Semplicissimo:
Right click sulla foto.
Clicchi su Properties.
Si apre una finestra.
Highlight e Copi il url.
Clicchi OK
Trasferisca il URL dove vuole e voila’, il gioco e’ fatto.
Ecco il Groundhog di ieri.
http://img2.allvoices.com/thumbs/event/900/570/27941299-weather-prognosticating.jpg
Anita
x Vox:
a questo punto, se si tratta di provocazioni, Hamas dovrebbe saperlo. Perchè non si dissocia?
Ci sono troppi ‘perchè’ irrisolti, nella crisi di Gaza. Anch’io mi son chiesto ‘cui prodest’ e la risposta che mi sono dato è stata: prodest ad Hamas più di tutti, sia per acquisire visibilità nella contesa con Fatah, sia per scopi che qui ho già esposto e non sto a ripetere. Ma prodest anche ad Israele per altri versi, forse in misura non minore che ad Hamas. Perchè ora Hamas non disconosce i lanci dei grad? E, se i lanci sono suoi, a che scopo? Una nuova carneficina? Gli israeliani avrebbero il loro buon coltello dalla parte del manico anche stavolta, specie di fronte alla comunità internazionale: comproverebbero la volontà aggressiva di Hamas, nonostante tutto.
ATTENTI A FACEBOOK!
Facebook pronto a vendere i dati degli utenti per ricerche di mercato
Il social network potrebbe cedere alle aziende informazioni utili per ricerche specifiche
MILANO – Facebook ha in progetto un’idea per il mercato dei meta-dati prodotto dai suoi utenti. Il social network avrebbe intenzione di sfruttare l’enorme mole di dati in suo possesso attraverso la creazione di una serie di banche dati utili alle aziende per realizzare ricerche di mercato. A prima vista nulla di trascendentale, nulla di nuovo sotto il cielo. Le aziende – scrive il Guardian – potranno sottoporre ricerche specifiche per la creazione di nuovi prodotti e campagne pubblicitarie mirate. Ma stiamo parlando di Facebook. Al World Economic Forum di Davos, Randi Zuckerberg, sorella del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dimostrato come sia possibile ricevere feedback in tempo reale da tutti gli utenti iscritti. Un sistema di sondaggi molto più rapido che abbatte i costi delle ricerche tradizionali. L’azienda che ha già venduto ad alcune società questo nuovo sistema di sondaggi si aspetta un 2009 particolarmente intenso.
DATABASE – Facebook contiene copia di un enorme mole di dati personali che gli utenti ogni giorno immettono sulla piattaforma. Quindi di uno dei data base più interessanti in circolazione (celibe? sposato? gay?). Un insieme molto complesso di intime emozioni, idiosincrasie, legami in divenire…
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_febbraio_03/facebook_dati_personali_mercato_e75ffe9c-f1fb-11dd-9d2c-00144f02aabc.shtml
ATTENTI A FACEBOOK!
Oggi vende i dati per ricerche di mercato,
domani questi dati potrebbero essere in
mano a chi non si vorrebbe, per ben altri
scopi.
Circolano voci che Facebook sia nato da
un’idea partita dalla Compagnia della Zia
e, dato anche il nome del fondatore,
Mark Zuckerberg, mi sembra ci sia poco
da fidarsi.
Mah.
@ MT
Mi sembra che lei finisca sempre per darsi le risposte piu’ contorte e sbagliate. Crede davvero che sulla nostra stampa possano essere pubblicate eventuali dissociazioni o anche solo articoli di Hamas?
Non so se ha un collegamento SKY, se ce l’ha provi almeno qualche volta ad ascoltare l’altra campana su AlJazeera e altre TV alternative. Potrebbe scoprire molte cose nuove e diverse.
Berlusconi: “Errore liberare stupratori
in Italia serve certezza della pena”
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Detta da lui sembra una barzelletta.
Chissà le risate di Cesare Previti.
p. n.
Eluana, l’affondo del Vaticano
“Inconcepibile ucciderla così”
Monsignor Crociata ribadisce la posizione della Cei
“Al di là delle intenzioni si tratta di eutanasia”
ROMA – La Chiesa cattolica interviene ancora una volta sul caso di Eluana Englaro. E’ “inconcepibile pensare di uccidere una persona in questo modo – dice il presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, cardinal Javier Lozano Barragan – Quando sta accadendo è un atto di ‘antiumanesimo'”. Il ministro della sanità del Vaticano ha sempre definito il distacco del sondino di Eluana “un vero e proprio omicidio”.
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Anziché dire fesserie calunniatorie potrebbero invece dirci che fine ha fatto la loro Emanuela Orlandi. O no?
E meno male che c’è un monsignore che si chiama, giustamente, Crociata.
Cara Silvy,
come gesto di buona volontà ritiro la chiusa del mio messaggio n. 144 e vado a rileggermi con attenzione il suo 139.
Un saluto U.
Cara Silvy,
gli slavi ci hanno buttato fuori a fucilate (per dire in malo modo): si intende noi italiani. Naturalmente non tutti gli italiani ma coloro che hanno avuto la sventura di vivere nelle zone che gli slavi si sono prese.
Anche i tedeschi della Prussia Orientale, della Slesia, della Pomerania Orientale e dei Sudeti hanno dovuto far fagotto, ed in mezzo a sofferenze rispetto alle quali i 25-30.000 ammazzati delle foibe (dati fascisti, quelli reali sono forse 7.000) sono nulla. Ma i crucchi a differenza degl’ittagliani non hanno fatto le vittime e non fanno le tragedie greche che facciamo noi: Sono un popolo fiero e non dei camerieri.
Se la Iugoslavia avesse preteso il pagamento dei debiti di guerra probabilmente avremmo (noi italiani tutti) pagato molto di più dei beni incamerati in Venezia Giulia e Dalmazia.
Io non pontifico un bel nulla, mi limito a constatare che ogni tanto nella vita succede che qualcuno ti presenti il conto, e qualche volta perfino in Ittaglia tocca pagarlo. Francamente questo uso tutto ittagliano di mangiare e bere come maiali e poi mandare il conto a pagare da papà, che per lo più non paga, mi infastidisce un tantino. Io pago quel che rompo.
Gli iugoslavi si sono accontentati di prendersi Venezia Giulia e Dalmazia, in parte terre da sempre abitate da loro, e ci hanno buttati fuori (e qualcuno anche sotto, come accade sempre in queste circostanze). Comunque i nostri uccisi sono stati molto meno di quelli che avevamo ucciso noi.
Pare proprio che a lei sfugga il principio che chi rompe paga e non ha neppure il diritto di lamentarsi. Io questo lo ritengo un comportamento da donnetta frignona ma magari sbaglio io.
Il governo italiano non ha mai pagato a nessuno dei suoi propri cittadini i danni di guerra o quando l’ha fatto ha liquidato somme miserabili. Non ci sono stati risarcimenti per le case distrutte dai bombardamenti, ad esempio. E quelli non ci sono stati in Friuli ma a Milano-Torino-Genova. E forse colpa mia? E’ colpa degli iugoslavi? E allora perchè parla in questo modo, colpendo alla cieca?
Non mi interessa il trattato di Osimo per la ragione banale che si tratta di un aggiustamento diplomatico (che, tra l’altro, era tutto nostro interesse ratificare, ma anche qui lei è rimasta rancorosamente ferma al 1945. Epperfortuna che sono io il vetero(kommunista)!
Se lei non è d’accordo ce lo spieghi perché le sue battute a me non dicono nulla.
Eco, con tutta la buona volontà ed al di fuori di ogni polemica, direi che il mio punto di vista è questo. Naturalmente lei ne ha uno diverso, coem mi sembra giusto. A ciascuno il suo.
Un saluto U.
Caro marco tempesta, epperfortuna che sono io a leggere solo tre righe!!!
Io ho detto che sarebbe meglio vederci a mezzogiorno perchè c’è gente che si fa 150 chilometri per venire. Cheffa? Non capisce? Ekkekkaxxo! U.
Ad AZ
E allora, quando si potrebbe venire tutti a Cecina a mangiare il tuo favoloso caciucco? C’è qualche festività che meriti? Parla o oracolo delfico!…. U.
PS per marco tempesta
E’ l’acqua, a Milano schifosa, e l’aria , ancora peggio, a rendere cattivi i dolcetti di Bisceglie.
x Uro:
può essere l’acqua, certo. O il tipo di farina usato. O anche il tipo di forno. Sta di fatto che un pasticciere biscegliese che a Bisceglie faceva i ‘sospiri’ per mestiere, qui non è riuscito a farli. Ci proverà Giulia e, conoscendola, credo che alla fine ci riuscirà.
Stamattina sono stati al mercato del pesce, ma non hanno trovato tutto ciò che cercavano, quindi questa settimana il menù non sarà esteso come al solito. Pesce freschissimo e di eccellente qualità, ma non in tutte le tipologie che cercavano, causa mare grosso.
Io direi di attendere la settimana prossima per il meeting, anche a pranzo, eventualmente, se è più comodo per alcuni.
Oltretutto, così avrò modo di allestire anche le nuove foto che ho portato ed elaborare quelle che ho scattato oggi ai pesci. Il pesce non è il mio soggetto fotografico preferito, ma Giulia mi ha fatto una richiesta specifica, che non posso disattendere.
Caro Vox, leggo abitualmente bbc news, più un giornale svizzero ed uno francese, che fanno capo entrambi a reuters e agence france presse, proprio per evitare la penosa stampa italiana. Leggo Reuters ed Ansa in italiano. Credo che un po’ di obiettività da tutte queste fonti ci uscirà pure. O no?
Quando si tratta di medio oriente, specie se sono israeliani e palestinesi, bisogna mettere in pratica la massima andreottiana secondo la quale a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzeccca.
I missili se li lancia il Mossad, una sua sezione speciale. La stessa che organizzava gli attentati agli ebrei nei paesi arabi su ordine di Ben Gurion per spingerli a emigrare in Israele. In un argomento precedente di questo blog ho postato un video di Youtube che parla appunto del fatto che i grad spesso li lancia il Mossad. Con i mezzi di ricognizione aerea che hanno gli israeliani – e io qui ho postato anche i link delle aziende militari israeliane che li fabbricano – è ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE che i palestinesi da Gaza possano dispiegare qualcosa per più di 5-10 minuti. Attorno e sopra Gaza che è piuttosto piccola volano IN CONTINUAZIONE i mezzi in grado di colpire subito qualsiasi minaccia.
A. da U.
sempre per Vox:
ovvio che programmi come facebook e myspace sono fatti sia per supportare la pubblicità generica, sia per vendere i dati per la pubblicità mirata.
Tutto questo, deve essere dato per scontato.
In quanto al resto, gestire milioni di dati personali quasi sempre molto vaghi e cazzeggianti, non ha senso se non in uno specifico regime dittatoriale che, in ogni caso, ha mezzi più efficaci e diretti per controllare la gente, come la delazione, il controllo delle telefonate, delle e-mail, delle frequentazioni, delle iscrizioni a società o partiti o consorterie varie, eccetera. Non sarà certo facebook o myspace la chiave di volta del controllo globale, in un regime come il nostro.
per il post 217:
non mi si venga a dire che Hamas non sia in grado di dissociarsi pubblicament dai lanci di missili, sapendo di non esserne responsabile e quindi sapendo perfettamente che si tratta di una provocazione israeliana.
Non mi si dica che Hamas non abbia alcun mezzo per far uscire dei comunicati stampa, perchè non ci credo: ci sono esponenti di Hamas anche in Siria, liberi di comunicare col resto del mondo.
Eluana
Vi ripeto il commento di Fini che oggi sembra l’unico laico in Parlamento (chissà che fine hanno fatto Uolter e Max)
“Ho solo dubbi e uno su tutti: qual è il confine tra un essere vivente e un vegetale?”
Un Australien a été interpellé à l’aéroport de Melbourne avec deux pigeons vivants cachés dans son pantalon, ont indiqué les services douaniers.
—————–
Ce ne vuole!
Un uccello nei pantaloni è normale per un uomo, ma due…
a tal punto la fogna che mi porto dentro trabocca liquami, che gli escrementi finiscono a pioggia anche la’ dove erano stati eliminati con l’autospurgo.
Sono un povero avanzo di cloaca.
(IP: 212.74.233.43 , 212.74.233.43)
Whois : http://ws.arin.net/cgi-bin/whois.pl?queryinput=212.74.233.43
Continua incessante un’opera di Falsificazione di nick e parole su altri Blog,direi che bisogna prestare massima attenzione..!!
Occhio ai taroccamenti!!
E infatti Hamas a volte smentisce, come con il video che le ho indicato. Ma le merde dei mass media soprattutto italiani fanno finta di niente. Lei per esempio in che conto ha tenuto la smenita veicolata da quel video? Zero! Siete fissati, finti ingenui e veri in malafede.
A da U.
x AZ
Mah… Guarda cosa ho trovato
nowyouscream
IP 212.74.233.43
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caro Uroburo ,
le tendo anch’io la mano!
A proposito di morti, intendevo messi sotto senza neppure il colpo di grazia!
Io ho sempre parlato di Stato italiano; ormai quello che è rimasto di là è fuori discussione.
Lei dice che nessun italiano è stato risarcito, per danni di guerra, dallo Stato.
Ma un paio di maniche è la casa che si può ricostruire, un altro è restare senza nemmeno i vestiti addosso e non poter ricominciare se non all’estero.
Ho dei buoni amici, dalmati, in Svezia e a Brema.
Loro sono partiti, i loro vecchi, rimasti a Lussino e a Pola hanno subito angherie incredibili.
Lei dirà che è normale; si, ma queste persone accusano l’Italia di non averli nemmeno aiutati nelle pratiche burocratiche; non esistevano più.
La famiglia di mio marito ha perso tutto: fabbrica, casa, terreni; ebbene, dopo il ’75, a oltre ventanni dall’esodo, lo Stato ha offerto risarcimenti che, fatti i conti delle spese di carte, bolli e notai, divisione fra gli eredi …hanno rinunciato. Una presa solenne per i fondelli!
Non è colpa sua, ma non pretenderà un grande spirito civico da questa gente.
Io penso di avere uno spirito civico, un senso dei diritti e dei doveri nell’ambito della comunità, ma a volte mi chiedo che cos’è questa comunità, e se c’è.
Non sono accecata da nessun odio, non posso odiare uno Stato che non c’è, e sul quale so di non dover fare mai nessun affidamento!
Spero che le nostre incomprensioni siano chiarite.
Sylvi
Leggendo qui e la’……
La cattura di Osama fallisce per colpa di Guido Olimpio…
http://forum.diodati.org/messaggi.asp?f=1&id=13803
Originalmente dal Corriere.
Anita
x224
non ho visto nessun video, anche perchè il computer che uso abitualmente, non è abilitato per visionare i video.
Possibile che le smentite non siano mai riportate neanche dalla stampa internazionale? Sono tutti succubi di Israele?
In ogni caso, vi sembra normale che nella posizione in cui si ritrova, Hamas si metta a dire che vuol distruggere Israele?
Vi sembra un comportamento intelligente?
Se proprio vuole distruggerla per davvero, stia zitto e la distrugga. Altrimenti, non fa altro che fornire giustificazioni per gli attacchi di Israele contro la popolazione.
Che Hamas sia al soldo di Israele?
Continuo a non capire.
caro Faust,
ho fatto un giro sui blog dell’Espresso.
Il mio parere è : ignorare, ignorare. ignorare!
Protestando dai “argomenti” alle “alate ” dissertazioni di chi si diverte così.
Ciao Sylvi
Mi è capitata nelle mani la copia dell’Espresso di Venerdi scorso. Francamente l’ho trovato un giornale che non è neanche l’ombra di quello che era un tempo. Non che in giro ci sia di meglio, in ogni caso, come settimanali. Se c’è qualcosa di meno peggio, me lo si suggerisca. Proverò a comprarlo.
x Sylvi
A proposito di risarcimenti dal Governo Italiano, la famiglia di mio marito era stabilita in Africa, in Cirenaica.
Hanno perso tutto, un azienda, un negozio e due case.
Il risarcimento dopo molti anni era cosi’ irrisorio che l’abbiamo girato ad una carita’ italiana.
In compenso, dopo solo 50 anni dalla fine della guerra, WWII, mio marito fu ricompensato di $75’000.
Una belle sommetta…pero’ lo stesso governo Italiano trattenne un terzo per tasse, il governo Americano trattenne un terzo per tasse, alla fine la ricompensa per otto anni di vita fu di $ 25’000, meno le spese sostenute durante due anni di scartoffie e di mancette agli interessati nei vari uffici.
Pero’ ha anche ricevuto un bel certificato…
Ciao, Anita
cara Anita,
beata te!
Vuoi mettere …un bel certificato da incorniciare e appendere nella living room?
Come ti invidio!!!!
Ps Infatti , i parenti di mio marito hanno rinunciato perchè se ci pagavano le tasse avrebbero dovuto…fare il mutuo!
ciao Sylvi
xUroburo
si e’ dimenticato gli zingari. Quel tale tedesco (lei sa chi) diceva che gli italiani sono un popolo di zingari e di camerieri…
scusi, ma quando ci vuole ci vuole…
buonanooootte
Peter
La proposta di Israele: beni in cambio di Shalit
Una fonte ufficiale di Hamas ha detto che Israele ha offerto di lasciare entrare nella Striscia di Gaza il 75% dei beni oggi proibiti, in cambio della liberazione di Gilad Shalit. Il rimanente 25% sarebbe costituito, secondo Israele da beni che potrebbero essere utilizzati per fabbricare armi.
Salah al-Bardawil, un membro di punta di Hamas nel Parlamento palestinese ha rivelato all’agenzia Ma’an che il suo movimento sarebbe pronto ad uno scambio di prigionieri con Israele a partire da giovedì prossimo. Ha aggiunto che Hamas non è contraria al cessate il fuoco e al rilascio di Shalit in cambio della riapertura dei valichi di frontiera. “Ma – ha sottolineato – vogliamo spiegazioni sulla natura dei materiali che Israele non vuole lasciare entrare”.
Hamas: Israel offered to let in 75% of Gaza aid in exchange for Shalit
http://www.haaretz.com/hasen/spages/1061288.html
A Hamas official said Tuesday that Israel has offered to allow in 75 percent of the goods it currently bans from entering the Gaza Strip in exchange for the release of abducted Israel Defense Forces soldier Gilad Shalit, according to the Palestinian Ma’an News Agency.
The remaining 25 percent are goods Israel says could be used to make weapons.
Salah al-Bardawil, a leading Hamas member in the Palestinian parliament, told the Palestinian Ma’an News Agency that his movement would be ready for a prisoner exchange with Israel starting Thursday.
He added that Hamas would, as part of a cease-fire, agree to stop firing projectiles into Israel, and said Hamas had asked for Egypt’s help in convincing other factions to show restraint.
“We have no objection to a cease-fire in exchange for lifting the siege and opening crossing points,” Ma’an quoted Bardawil as saying. “We don’t oppose addressing the Shalit case in tandem with cease-fire negotiations, but we asked for explanations about the nature of the material Israel won’t let in.”
Shalit has been in Palestinian captivity since he was abducted by Gaza militants in a cross-border raid in June 2006.
Bardawil told Ma’an that talks with Egypt over a cease-fire with Israel in the Gaza Strip were progressing ‘positively.’
“Hamas addressed the Egyptian proposal for a cease-fire with Israel positively. However, Hamas asked for explanations of some Israeli proposals, especially the objection to allowing certain materials to the Gaza Strip that Israel claims are used to make weapons,” Bardawil said.
With regard to Israel’s demand that Hamas stop smuggling through tunnels under the Gaza-Egypt border, he said Hamas’ response is that Hamas is not a state and would need the cooperation of states to clamp down on smuggling. However, he said, “Hamas won’t agree to stop smuggling weapons into Gaza because that would mean the end of resistance.”
Meanwhile, a Hamas spokesman said Tuesday that Egypt is considering opening its border crossing with the Gaza Strip to allow in reconstruction materials blocked by Israel after its 22-day offensive, Hamas said on Tuesday following a round of talks in Cairo.
Egypt is trying to broker a longer-term truce in the Gaza Strip under which both Israel and Hamas would hold their fire.
Hamas has demanded that Israel lift its blockade of the enclave, but the Jewish state so far has balked at letting in materials like glass, steel and cement needed for reconstruction.
Israeli officials assert that these materials could be used by Hamas to build rockets, bunkers and smuggling tunnels. Israel has conditioned fully lifting its blockade on the release of a soldier captured by Gaza militants in a 2006 cross-border raid.
Hamas spokesman Fawzi Barhoum said the Islamist group and Egyptian officials were discussing the possibility that Cairo would open the Rafah crossing on Gaza’s southern border to allow in reconstruction materials and vehicles, as well as shelters for those made homeless by the Israeli bombardment.
Barhoum said another round of talks over the ceasefire would convene later on Tuesday night.
In addition to trying to extend the shaky ceasefire, Egypt hoped to broker a reconciliation deal between Hamas Islamists in the Gaza Strip and the secular Fatah faction of Palestinian President Mahmoud Abbas, whose Western-backed government is based in the West Bank.
Cairo has proposed a meeting of the factions on Feb. 22. But Barhoum said Hamas was demanding that a committee be set up first to free “political prisoners” held by the rival groups to prepare the ground for reconciliation talks.
X Uroburo
E allora, quando si potrebbe venire tutti a Cecina a mangiare il tuo favoloso caciucco? C’è qualche festività che meriti?
La festa che meriti è esattamente quando arrivano un po’ di amici a fare bisboccia.
Il periodo migliore però è la primavera, pesce fresco di ogni tipo e cominciano a funzionare, senza essere troppo affollati, dei bei ristorantini sul mare dove, se è bel tempo, di mangia all’aperto con i piedi nella sabbia.
Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.i
X Anita { 03.02.09 alle 21:41 }
Non ci ho capito niente !!!!!!
Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.i
L’Onu rinuncia al reclamo per il bombardamento della scuola di Gaza
L’Onu ha cambiato la sua posizione su uno dei più sanguinosi episodi del recente massacro di Gaza, asserendo che i colpi di mortaio israeliani che uccisero 43 persone non si abbatterono su una scuola dell’Unrwa (United Nations Relief and Works Agency). Sembrerebbe che le Nazioni Unite siano state sotto pressione per fornire una versione diversa dopo i dubbi sollevati sulla circostanza che la scuola fosse stata effettivamente segnalata. Maxwell Gaylord, coordinatore umanitario dell’Onu a Gerusalemme, ha affermato lunedì scorso che i colpi di mortaio si sono abbattuti in una strada vicina all’area cinta dalle mura, e non all’interno della stessa. In particolare Gaylord ha detto che l’Onu desidera chiarire che i colpi sono caduti fuori e non dentro la scuola. E martedì (ieri) l’Unrwa ha confermato che le vittime si trovavano fuori dalla scuola e che l’equivoco si era originato con una diversa sezione dell’Onu…
ps
praticamente alla fine diranno che si sono suicidati in massa, tutti i 1400 morti, bambini compresi…
VERGOGNA!!!!!!
UN backtracks on claim that deadly IDF strike hit Gaza school
http://www.haaretz.com/hasen/spages/1061189.html
The United Nations has reversed its stance on one of the most contentious and bloody incidents of the recent Israel Defense Forces operation in Gaza, saying that an IDF mortar strike that killed 43 people on January 6 did not hit one of the United Nations Relief and Works Agency schools after all.
It seems that the UN has been under pressure to put the record straight after doubts arose that the school had actually been targeted. Maxwell Gaylord, the UN humanitarian coordinator in Jerusalem, said Monday that the IDF mortar shells fell in the street near the compound, and not on the compound itself.
Gaylord said that the UN “would like to clarify that the shelling and all of the fatalities took place outside and not inside the school.”
UNRWA, an agency whose sole purpose is to work with Palestinian refugees, said in response Tuesday that it had maintained from the day of attack that the wounded were outside of the school compound. UNRWA said that the source of the mistake in recent weeks had originated with a separate branch of the United Nations.
Senior IDF officials had previously expressed skepticism that the school had been struck, saying that two mortar shells could not kill 43 people and wound dozens more.
Questions about the veracity of the claims that the school had been hit by the IDF were also raised last week by the Canadian newspaper The Globe and Mail. The newspaper said that a teacher in the UNRWA compound at the time of the strike “was adamant” that no people had been killed inside the compound.
The newspaper quoted the teacher as saying that, “I could see some of the people had been injured… But when I got outside, it was crazy hell. There were bodies everywhere, people dead, injured, flesh everywhere.”
The newspaper said that the teacher had been told by the UN not to speak to the media. “Three of my students were killed,” he said. “But they were all outside.”
Ringrazio tutti x la vicinanza e laffetto dimostratami dagli amici del blog di Pino Nicotri, sia x la persecuzione da reato penale grave, da parte di un maniaco malato di mente che da tempo mi perseguita calunniandomi, che ho gia denunciato alla polizia postale, lavvocato si sta muovendo x formulare la denuncia e pubblicamente non scrivero piu su questa disgrazia aggratis che mi sta spossando. Sono molto impegnato e saro assente dal blog x non so quanto tempo, ieri ho ricoverato al Niguarda mia madre, dopo una ennesima caduta che gli ha fratturato una vertebra e una frattura all anca-bacino… problemi miei cari amici, ma tirumm innanz questa è la vita..
X marco, ti chiamero appena possibile, una di queste sere, alluscita dallospedale, vengo a trovarti da Giulia…. ciao caro e ciaotutti…. appresto!!!
nicola metta
x Nicola Metta
Auguri, caro Nicola, anche di guarigione per tua madre.
Per il resto, i mascalzoni avranno – tutti – quello che si meritano.
Un forte abbraccio.
pino
Auguri per tua madre, Nico
Caro Nico forza e coraggio ed auguri per mamma.
Per i mentecatti che continuano a falsificare mentire, offendere e calunniare credendosi protetti dall’anonimato, devono sapere che usare un nick di altri è una scorrettezza ma usare nomi e cognomi ed indirizzi e mail di altri è sicuramente un reato, di cui dovranno rendere conto, continuino pure nelle loro nefandezze, reiterare un reato costituisce un’aggravante.
Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.i
@ Pietro Falco (238)
Quello che non cambiera’, pero’, e’ la posizione di moltissima gente su queste cose. Israele, Usa, Onu e Co. finiranno solo per perdere qualsiasi credibilita’ (per me l’hanno gia’ perduta da tempo) e aumentare il disprezzo.
@Carissimo Nico,
Un grande augurio a tua madre.
Pazienza e coraggio.
Caro Nicolino, sai che mi farebbe immenso piacere incontrarti: abbiamo molto in comune, a parte la regione di nascita.
Mi spiace per tua mamma, spero riesca a risolvere bene il suo problema, benchè siano cose che richiedono tempo e pazienza.
Ti aspetto!
Credo che un po’ di obiettività da tutte queste fonti ci uscirà pure. O no?
@ MARCO T.
Difficilmente, visto che la dirigenza della BBC e’ ormai da anni composta di filo-israeliani. Pensi, per esempio, al recentissimo caso del rifiuto della BBC di mettere in rete un appello per gli aiuti umanitari a Gaza (sic!), scatenando un mare di proteste a Londra e altrove. Il rifiuto della BBC aveva in un primo momento causato il rifiuto automatico di tutte le altre reti. Per fortuna, dopo le proteste, due canali (Channel 4 e non ricordo quale altro) hanno mandato in onda l’appello. E in piu’, grazie al passa parola e all’indignazione generale, invece di 1 milione per gli aiuti ne sono stati raccolti due, della serie tie’!
Se vuole ascoltare veramente l’altra campana, visiti siti come Al Jazeera (anche TV news), Counterpunch, Gloibalresearch, Uruknet, Comedonchisciotte, Wakeupfromyourslumber.org, Informationclearinghouse.info, Whatreallyhappened, ecc.
Globalresearch (err.corr.)
ANCHE A EST I RISULTATI DELL’ IPERLIBERISMO E DELLA FALSA DEMOCRAZIA CHE LO SOSTIENE
Per la prima volta dal 1989 grandi cortei di protesta hanno invaso il centro di diverse capitali dell’ Est europeo. In particolare in Lituania, Lettonia, Estonia e Bulgaria. Ma primi fermenti si registrano anche in Polonia, Repubblica Ceca, Ucraina.
Le manifestazioni sono state non solo fortemente partecipate, ma anche molto determinate, avendo dato luogo in alcuni casi a veri e propri assedi ai palazzi governativi. Ed altrettanto dura è stata la risposta dei vari regimi, che hanno mandato contro i dimostranti le forze speciali della polizia armate fino ai denti, che sono intervenute con estrema violenza contro i dimostranti, provocando decine di feriti. Altro che democrazia! Al primo impatto con la protesta popolare i nuovi governanti del dopo ’89 hanno disvelato il loro vero volto…
Ma cosa sta avvenendo in quei paesi? Avviene semplicemente che la crisi economica sta porgendo il conto ai vari governi iperliberisti di quei paesi di un finto, quanto evanescente, sviluppo basato su privatizzazioni, abbattimento del welfare e prestiti internazionali ( per lo più da parte dell’ Fmi) con conseguente vertiginoso aumento del debito pubblico. Le classi dirigenti (politiche ed economiche) di quei paese, agendo come veri e propri sudditi corrotti delle oligarchie economiche occidentali e interne, hanno consentito la svendita alle multinazionali di tutto il patrimonio economico statale. Interi comparti produttivi svenduti per pochi dollari e poi fatti chiudere dai nuovi proprietari, in modo da provocare la dipendenza estera di quei paesi nel fabbisogno primario. Distruzione totale dell’agricoltura e affossamento dell’industria manifatturiera…
In compenso, grazie a una politica di contenimento salariale e una politica fiscale fortemente iniqua e contraria a ogni principio perequativo…e alle spropositate agevolazioni tariffarie concesse agli investitori esteri, hanno attirato un forte flusso di investimenti dall’estero, che hanno portato ad una vertiginosa, quanto effimera, crescita del Pil; tanto che i paesi baltici venivano definiti “le tigri dell’est europeo”, avendo punte di crescita annua fino all’ 8-10%.
Ma la cuccagna è finita presto. Un grande bluff, un castello di sabbia che ha cominciato a sgretolarsi già qualche anno fa, quando gli investitori esteri hanno cominciato a dislocare ancora più a est le loro aziende, laddove il costo della manodopera era ancora più basso e dove nel frattempo erano state costruite nuove infrastrutture. Ma il colpo di grazia lo ha inferto l’odierna crisi economica mondiale. L’estrema dipendenza estera di questi paesi ha, come prevedibile, moltiplicato esponenzialmente gli effetti negativi della crisi. Le prime aziende che le grandi fabbriche occidentali hanno cominciato a chiudere sono state proprio quelle impiantate nell’ Est europeo, come hanno fatto, e stanno continuando a fare, la Wolksvagen in Repubblica Ceca e la Fiat in Polonia.
Per non parlare del fatto che la crisi finanziaria ha messo a repentaglio tutto l’impianto privatistico su cui sono state improntate la previdenza pubblica ( in particolare le pensioni), la sanità (basta essenzialmente sulle assicurazioni private) e l’ istruzione (largamente dipendente, soprattutto ai livelli universali, dalle sponsorizzazioni private).
Le manifestazioni di protesta sono scoppiate nel momento in cui i vari governi liberisti (sia di centrodestra che di centrosinistra) hanno approvato misure anticrisi che, tanto per cambiare, vanno ancora una volta a colpire i salari e le pensioni. Il primo ministro lituano, Andrius Kubilius, ha addirittura varato un decreto che diminuisce del 15% i già miseri stipendi dei lavoratori del settore pubblico, aumentando per giunta anche il prelievo fiscale dalle loro bustepaga.
Nel frattempo, cresce l’indebitamento estero.
di Claudio Buttazzo
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=22743#22743
Chissa’ come sono contenti da quelle parti, adesso,
di aver buttato a mare il bambino con l’acqua sporca.
In un certo senso, ben gli sta.
Intanto, il liberismo ha dimostrato ancora una volta,
semmai ce ne fosse stato bisogno, tutta la sua inconsistenza
e la sua erroneita’.
caro Pino,
mi permetta di scrivere due righe a Rodolfo.
Caro Rodolfo,
hai “preso cappello” con me per il post a Faust.
Sei collerico e pretendi che gli altri debbano accettare tuoi atteggiamenti che sono intollerabili, aggressivi e violenti.
Ci sono regole di buona creanza che non sempre, anzi, sono presenti nei blog. Fin dove è possibile, penso, che i blogmaster facciano bene a lasciarli, sono una misura anche quelli!
Quando hai cominciato a scrivere su questo blog, come me del resto, ti sarai fatto un’idea di “dove” chiedevi ospitalità;
nessuno ti obbligava a scrivervi,ma eri obbligato alla correttezza del linguaggio, pur dissentendo!
Certi tuoi post sono stati inqualificabili.
Non ho più trovato il tuo post su Contaminazioni ma ricordo il finale:
-und dass ist gut so-
-mir ist es auch gut so-.
con il mio infelice tedesco!
Sarò sempre lieta di scambiare con te parole civili e corrette.
ciao Sylvi
caro Faust,
spero che la tua mamma torni prestissimo a pregare per tutti noi!
Ti abbraccio
Sylvi