La legge sul testamento biologico è un piede di porco usato dal Vaticano per scardinare la laicità della Repubblica italiana. Con la complicità di settori del Partito Democratico
Il papà di Eluana Englaro ha ragione: “La legge sul testamento biologico che ci vogliono imporre è una barbarie”. E bene ha fatto ciò che ancora resiste dei laici in Italia a organizzare almeno una manifestazione di protesta, quella in piazza Farnese a Roma, significativamente nelle stesse ore in cui il Partito Democratico portato al disastro dal buonismo parrocchiale di Valter Veltroni e dagli opportunismi dei Rutelli si occupa più di se stesso che del susseguirsi di cose di inaudita gravità in Italia. La tetra processione di sapore franchista attorno alle spoglie di Eluana Englaro è stata infatti uno scontro decisivo con il quale l’Italia si giocava la possibilità di restare nel novero dei Paesi realmente civili. Sepolta Eluana, il fronte clericale torna alla carica, e il Vaticano pur di incassare il risultato in Italia di una legge medioevale sul testamento biologico si è rimangiato velocissimamente le accuse al governo di “fine dello Stato di diritto” a causa delle cosiddette “ronde antistupro”.La prepotente volgarità del Vaticano e la leccaculeria dei nostri politici e amministratori si sono esibite anche con l’incredibile assunzione a Milano di 46 “educatrici scolastiche di religione”, scelte dal vescovado e pagate dal Comune, per prendere al laccio i bambini milanesi fin dalle elementari. La volgarità e il razzismo sono arrivati al punto che il vescovado milanese ha inviato una lettera a tutti gli studenti extracomunitari perché si sorbano le”educatrici”, cioè le catechiste pagate con i soldi di tutti noi, accampando la stramba motivazione che “con il cattolicesimo vi sarà più facile integravi socialmente”. Pazzesco! Ma vero. Chissà l’allegria degli ebrei, che di fronte a tanto scempio della decenza ne sono rimasti zitti perché la mossa comunal-vescovile è chiaramente mirata contro il “comune nemico”, cioè contro gli islamici. I quali, umiliati e trattati di fatto ancora una volta come bestie terroriste, hanno preferito inghiottire l’umiliazione in silenzio.
E’ sfuggito ai più che nelle scorse settimane oltre alla lunga serie di prediche e sermoni di prelati vari durante le varie messe per “evitare che uccidano Eluana” l’ultimo giorno sono venuti allo scoperto vari bei tipi che la dicono lunga sulla realtà della posta in gioco. Vittorio Feltri, Giuliano Ferrara e Paola Binetti, la famosa amante del cilicio, sono tra i nomi di spicco che mentre Eluana esalava gli ultimi respiri hanno firmato un appello urgente al presidente della Repubblica perché calpestasse le regole e la Costituzione, buttasse via se non in galera il padre di Eluana Englaro e si accodasse anche lui alla sagra nazionale vescovile per riportare indietro l’Italia di almeno due secoli. La cosa strana è che questo fronte degli ipocriti che accusano di omicidio e concorso in omicidio un po’ tutti, dal papà di Eluana fino al presidente della Repubblica, sono gli stessi che si sgolavano ad accusare di ogni ignominia a ogni passo i magistrati rei di indagare, processare e infine condannare Annamaria Franzoni, la madre di Cogne realmente assassina di un suo figlio. La “maggioranza” una volta “silenziosa” è diventata urlatrice: e agli Englaro preferisce le Franzoni. Come siamo ridotti…
Mi chiedo inorridito cosa sarebbe successo all’Italia se Eluana la sera di lunedì 9 non se ne fosse andata via per sempre: altro che guelfi e ghibellini o Camillo e don Peppone! Il simulacro rattrappito chiamato ancora Eluana sarebbe stato sequestrato d’autorità, trasferito a sirene spiegate chissà dove, costretto a una ripresa di alimentazione forzata con il sondino nasale, con l’Italia divisa in due fronti l’un contro l’altro armati in una rissa sempre più terrificante attorno a un corpo di fatto morto già 17 anni fa. Due fronti, sì, purtroppo però entrambi abbastanza necrofori, necrofili e necrofagi. Per fortuna questa guerra civile per ora simulata ci è stata evitata: pur ridotta come era ridotta, Eluana andandosene è stata capace di più dignità, più umanità, più pietas e più intelligenza di quasi tutti i nostri rappresentanti civili, politici e religiosi messi assieme.
Se per ora il colpo di mano è andato a vuoto, la presenza della Binetti nel coro degli urlatori più scalmanati ci permette di capire dove vogliono andare a parare i mestatori, di quale franchismo da sagrestia siano portatori e quanto sia inadeguato lo sdegno di quel che resta dei laici a piazza Farnese e la lenta e indecisa reazione del Partito Democratico. Partito nel quale la signora rappresenta una ben precisa anima, molto più papalina che cattolica, in degna compagnia di Francesco Rutelli, il “Cicciobello del potere” (titolo del libro della Kaos che ne racconta le gesta, o meglio la carriera), passato dall’amore per Marco Pannella a quello per il golf e i cardinali di curia di santa romana Chiesa.
Seguiamo dunque la pista Binetti.
In Italia agisce il gruppo di “scienziati”, le virgolette sono d’obbligo, raccolto nel Comitato Scienza e Vita, coordinato da Bruno Dallapiccola e Paola Binetti. Quest’ultima fa parte anche del Campus Biomedico di Roma, una istituzione universitaria (?) nella cui Carta delle Finalità è scritto a chiare lettere quanto segue:
– articolo 7 – L’Università intende operare in piena fedeltà al Magistero della Chiesa Cattolica [le maiuscole sono nell’originale, ndr];
– articolo 8 – La formazione dottrinale e l’assistenza spirituale sono affidate alla Prelatura dell’Opus Dei;
– articolo 10 – Docenti e studenti ritengono inaccettabile l’uso della diagnostica prenatale con fini della interruzione della gravidanza e ogni pratica, ricerca o sperimentazione che implichi la produzione, manipolazione o distruzione di embrioni;
– articolo 11 – I medesimi riconoscono che la procreazione umana dipende da leggi iscritte dal Creatore nell’essere stesso dell’uomo e della donna [prima l’uomo e poi la donna, anziché magari in ordine alfabetico, ndr]. Essi considerano, pertanto, inaccettabili interventi quali la sterilizzazione diretta e la fecondazione artificiale”.
A parte l’evidente disonestà del mettere sullo stesso piano la sterilizzazione e la fecondazione artificiale, cose tra loro diametralmente opposte, il grave è che questa strana istituzione di chiaro stampo franchista non solo gode dello statuto di Università, ma anche della considerazione da parte di istituzioni ufficialmente laiche e democratiche che l’hanno imprudentemente avallata. Nel 2003, in occasione del decennale della sua nascita, l’ha omaggiata di una visita ufficiale perfino l’allora presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi. E la famigerata legge 40 ha fatto proprie le pretese e le finalità del Comitato e della sua emanazione Campus Biomedico.
L’articolo 1.1 di questa disgraziata legge infatti “assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito”, equiparando così l’embrione fin dallo stato di ovulo appena fecondato a una persona adulta: vale a dire, equiparando i suoi diritti a quelli della madre! Un modo ipocrita, tortuoso e meschino, in tutto degno degli ayatollah, di rimettere la donna sotto il tallone clericale. L’articolo 4.1 limita il ricorso alla procreazione assistita ai soli casi di “infertilità o sterilità” e lo impedisce quindi a chi è sì fertile, ma rischia di generare figli mostruosi, gravemente malati o menomati fin dalla nascita. Così è assicurata la lunga vita alle istituzioni cattoliche o clericali come i Cottolengo, dove “vivono” gli esseri umani più vittime della impietosità della natura e della distrazione del Creatore.
Le follie di questa disgraziata legge sono tali e tante che Chiara Lalli ha scritto un libro, Libertà procreativa (edito nel 2004 da Liguori Editore), dove mostra anche come tale legge confligga quella sull’aborto, la 194, che privilegia invece i diritti della madre rispetto l’ovulo fecondato e il feto che si porta dentro.
Oltretevere perseguono una linea politica ben precisa: rintuzzare e limitare drasticamente le libertà degli italiani, fino alla revisione della Costituzione cui pare voglia acconciarsi e applicarsi con entusiasmo Silvio Berlusconi. Bisogna avere ben chiaro che non si tratta di trovate estemporanee, bensì di una ben precisa linea di azione varata da papa Wojtyla quando ormai era molto poco lucido e quindi più che mai alla mercé dei vari Tigellino e Richelieu che sempre circondano il papa di turno. Il 4 ottobre 2004 il cardinale Camillo Ruini ha ricevuto dal papa l’enunciazione scritta della linea “sociale” della Chiesa, vale a dire le direttive con le quali imbrigliare tramite i ricatti morali e “religiosi” i rappresentanti degli italiani:
“Se l’azione politica non si confronta con una superiore istanza etica, illuminata a sua volta da una visione integrale dell’uomo e della società, finisce con l’essere asservita a fini inadeguati, se non illeciti. La verità, invece, è il miglior antidoto contro i fanatismi ideologici, in ambito scientifico, politico o anche religioso. I cattolici sono perciò invitati a impegnarsi per rendere viva e dinamica la società civile, opponendosi a indebiti limiti e condizionamenti frapposti dal potere politico od economico. Non si può infatti dimenticare che sono proprie della vocazione del fedele laico la conoscenza e la messa in pratica della dottrina sociale della Chiesa”.
Potremmo tralasciare che le “dottrine sociali” della Chiesa sono sempre penosamente fallite a partire da S. Paolo, il grande padre della Chiesa che legittimava perfino lo schiavismo. Potremmo tralasciare anche il fatto che la concezione di cosa sia il feto e la definizione del momento in cui riceve l’anima da parte del Creatore siano variate in molti modi, vedasi per esempio l’anima “vegetale” di cui parlava S. Agostino. Ciò che invece non si può tralasciare è che la linea impartita a Ruini è identica a quella per esempio del fanatismo islamico: anche in Iran e in Arabia Saudita, i due regimi peggiori del Medio Oriente, vige infatti il principio che “se l’azione politica non si confronta con una superiore istanza etica, illuminata a sua volta da una visione integrale dell’uomo e della società, finisce con l’essere asservita a fini inadeguati, se non illeciti”. Anche in Iran e in Arabia saudita si parte dal presupposto che “La verità, invece, è il miglior antidoto contro i fanatismi ideologici, in ambito scientifico, politico o anche religioso”. E se alla parola “cattolici” sostituiamo la parola “musulmani” e alla parola “Chiesa” sostituiamo la parola Islam abbiamo esattamente ciò che in Iran e Arabia Saudita di fatto è già legge imposta a bastonate da Guardiani della Morale, Pasdaran e affini.
Il Vaticano alza il prezzo per portare a casa come minimo una legge sul testamento biologico ritagliata su misura dal parlamento italiano sulle pretese oscurantiste della gerarchia ecclesiastica, e come massimo la fine della concezione “consumistica” e “materialistica” della vita che ancora si agita nella testa, negli usi e nelle aspettative future degli italiani. Italiani che bisogna riportare all’ovile dell’austerità, non più però quella predicata a suo tempo da Berlinguer: sempre spettatori televisivi passivi, però sempre più seduti… E a proposito di testamento biologico, nel PD da Veltroni alla Finocchiaro sono già partite profferte alla maggioranza di governo, dalla quale perfino un Gasparri risponde loro che se ne può discutere. Ovviamente calando le brache: quelle laiche. Cioè dello Stato di diritto fondato sulla Costituzione.
Caro CC,
Forse si e’ creato un malinteso.
Io alla sinistra rimprovero solo che non fa il lavoro di squadra, che ognuno va per conto suo e dice cose diverse dal compagno.
Per combattere la falange piduista-fascista-ipocrita cattolica,
bisogna essere uniti e fare “squadra”.
Franceschini mi sembra molto migliore di veltroni,…(il walter
aveva paura anche della sua ombra)…ma va solo,…gli altri dove sono?
Con uno come gasbarrotto,cicchetto,bocchino,..,il venduto pannellista,ci vuole la squadra con l’elmetto di ferro e applicare la legge del taglione,…occhio per occhio,…etc..
Come possono difendere l’interesse del popolo se hanno paura anche di gente che nella vita fanno il mestiere di ruffiani per campare?
I comunisti,una volta, stavano vicino al popolo e davano meta’ del loro stipendio al partito,e il partito funzionava,ogni paese
aveva la sua sezione.
Il primo maggio 1956 mi sono ritrovato in cella all’accademia
militare di Modena,(il motivo?,penso di aver risposto male ad un professore), e da dietro le sbarre del sottotetto mi son guardato la sfilata dei lavoratori comunisti,…tre ore,migliaia e migliaia di gente,…le ragazze con il fazzoletto rosso al collo le bandiere,…etc…altri tempi?,…non so!
Adesso che fanno?Marciano contro il loro stesso governo.
C’e’ una crisi in giro che fa paura,…una donna si da fuoco perche’
sfrattata,e che fanno?,…scrivono le regole se un essere umano deve morire o no con il sondino in bocca,..e non si accorgono che li stanno prendendo in giro,…mentre i furbi fanno contratti per milioni di euro per costruire centrali nucleari,…dove e con quali soldi?-I soldi che da 20 anni rabano nelle bollette per demolire le centrali del Craxi.
Quanti blog s ha la sinistra? Se io scrivo all’unita’ mi rispondono?.
Di Pietro mi ha risposto personalmente,…il gasbarri si e’beccato una denuncia,…di Di Pietro hanno paura,…della sx no.
Scusate lo sfogo,…ma ogni tanto ci vuole.
Un saluto,Ber
…
“il fascismo deve essere considerato un fenomeno caratterizzato dai seguenti elementi: il perseguimento di obiettivi antidemocratici (vedi legge porcata); l’esaltazione di personaggi, metodi e fatti propri del disciolto partito fascista (Storace e Gasparri); il compimento di manifestazioni esteriori di carattere fascista (come ad esempio il saluto romano – o l’esercito ed i manganellatori per le strade delle citta’).
In particolare, i partiti politici non possono avere la forma di associazioni segrete (ma se qualche membro ne ha fatto o ne fa ancora parte non vale), né presentare i caratteri di organizzazioni militari (art. 18, co. 2 Cost.).
Non possono, inoltre, essere iscritti ad un partito politico particolari categorie di cittadini, come i militari di carriera in servizio permanente effettivo, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, i magistrati e i rappresentanti diplomatici e consolari all’estero (questo e’ quanto scritto nella Costituzione ma le Stragi di Stato raccontano una storia diversa) .
[…]
Una questione particolarmente delicata nel panorama politico italiano, se consideriamo in particolare gli scandali causati dal fenomeno della corruzione che hanno sconvolto la vita politica del nostro Paese nel corso degli anni ‘90, è costituita dalla disciplina del finanziamento pubblico dei partiti politici [in parole povere loro si pigliano la torta ed I cittadini li pagano con le tasse – ed io non sono assolutamente contro le tasse ma perdio che si usino per bene!].
Ma caro pollice verde…
A parte questo io credo che l’amministrazione politica di una nazione debba basarsi soprattutto sulla spontaneita’ e l’assenza di lucro da parte dei rappresentanti politici.
Le potra’ sembrare irrealizzabile ma non irragionevole.
Sono decenni che ci ingozzano con la loro merda. Noi rispettiamo la legge e la costituzione (certo con qualche indulgenza veniale) mentre loro si abboffano.
Come diceva Orwell “gli animali sono tutti uguali ma alcuni sono piu’ uguali degli altri”
Per C/C
E’ vero che la destra avrebbe I soldi ma le politiche di una sinistra sociale vera, umana, potrebbero attrarre veramente le masse e non per una rivoluzione bolscevica.
I temi sui quali dovremmo sfidare la destra non vengono mai affrontati seriamente e parlo di giustizia, assistenza sociale (e chiamiamola col vero nome), sicurezza, energia, ambiente, legalita’…
saluti dall’esilio.
Caro ber ,
nessun problema , ho solo messo in luce un particolare non dapoco.., ma questo l’avevo già notato quando per un certo periodo ho fatto l’amministratore…quando parli di cose serie in privato ti danno ragione..a volte avevo anche il dubbio che lì per l’ , manco capissero cosa stavo dicendo..in pubblico o tacciono ..o ti sbertucciano per partito preso..tanto nessuno capisce niente..
Così è per il piano Pd in sei punti..se lo avessero fatto in trecento punti magari regione per regione..nessuno lo avrebbe capito..hanno fatto sei punti e non hanno parlato dei Problemi del Friuli..ma santa pazienza Sylvi a parte le tue osservazioni in merito sulla piccola industria che condivido solo in parte (..avrei qualcosina da dirti per esempio su come si sia formata anche dalle mie parti..ma è un altro discorso..)
In tutti i casi ho poche speranze..se non nel lavoro oscuro di tanti bravi…ma temo che questa è una partita talmemnte “grossa”che non so dove andrà a parare…
cara Sylvi ,soldi nel materasso e randa in spalla!!
cc
Su Facebook ho creato un gruppo: “benigni for president”.
Ho anche scritto sulla bacheca di Benigni per invitarlo a mettersi in politica. E’ da matti, lo so, ma a volte…
X M.T. 257
Sarò fuori tempo ma penso che la cosa migliore è che ognuno faccia il proprio mestiere.
Inoltre su quale struttura può fare riferimento?
Mi ricordo una canzone….non so più che santo pregare….
ma da buon laico non mi interessa.
L.
Ma quanto scrivete …. Per aggiornarmi c’ho messo un’ora.
Due no tre cosette tanto per restare in contatto.
Le centrali nucleari sono una tripla pazzia in generale al quadrato in Italia.
Avevamo due centrali e mezzo e dopo vent’anni siamo ancora li a sballottare un po’ di bidoni radioattivi da un posto all’altro senza trovar loro una collocazione sicura e definitiva.
Negli impianti industriali la sicurezza è sempre un dato relativo e dipende, al di la della corretta progettazione, dalla reale qualità dei materiali usati, dalla perizia con cui sono utilizzati, dalla periodicità e qualità della manutenzione, dalla preparazione professionale del personale che conduce gli impianti.
Se penso ad un impianto nucleare costruito oggi in Italia rabbrividisco, appalti al ribasso con sub appalti a catena dove ognuno sub appaltatore vuol tirar fuori la sua fetta e si finisce che a fare il lavoro sono i soliti immigrati pagati poco e addestrati meno. Lo stesso dicasi per la conduzione degli impianti e per la manutenzione.
Mettiamoci che qua e la ci scappa anche qualche tangente, ai politici o alla mafia, cosa che chiaramente abbassa ulteriormente qualità dei materiali e del lavoro e siamo già con le mani nei capelli.
Si parla del nucleare come se il “combustibile” fosse disponibile in ogni posto ed in quantità illimitata, mentre gli esperti ci dicono che la disponibilità di materiale radioattivo scarsa, se si estendesse la richiesta andrebbe ad esaurirsi ancor prima delle riserve di gas, petrolio e carbone, e che l’estrazione da minerali con percentuali sempre inferiori ne renderebbe incompatibili i costi economici ma anche quelli energetici.
Mettiamoci di giunta un problemino di sicurezza affatto trascurabile come la possibilità di attentati e già questo dovrebbe bastare ad accantonare questo folle progetto.
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Da non esperto d’arte giudico l’architettura fascista figlia legittima di quel regime, molta apparenza e poca sostanza, uno studente di architettura che faceva il servizio civile da noi mi spiegava che i palazzoni squadrati con la rifiniture a “bozze” danno l’impressione di costruzione solidissime fatte con blocchi di granito, ma e solo impressione, all’interno i muri sono di pietrame tenuto insieme da malta di mediocre qualità, proprio com i carri armati di latta e le scarpe di cartone degli alpini in Russia.
X Sylvi .
Come per tutto il resto delle umane cose anche la piccola e media industria non va demonizzata, ma non è neppure il caso di mitizzarla, ansi se guardo la realtà della mia zona (ne avevo già parlato e portato alcuni esempi concreti) se si escludono i piccoli artigiani con quattro o cinque dipendenti (ed anche li con distinguo ed eccezioni) quando si sale un poco la scala delle dimensioni specie nei settori manifatturieri ed a basso livello tecnico, non è affatto raro imbattersi in biechi sfruttatori ed anche in emeriti farabutti.
Profittatori e farabutti non sono certo appannaggio dei soli imprenditori, ne circolano ovviamente in percentuali simili anche tra i dipendenti, con la differenza che se un dipendente sbaglia l’imprenditore lo licenzia mentre se sbaglia il padrone ad a perdere il lavoro è sempre il dipendente.
Antonio - – – antonio.zaimbri@tiscali.it
X A.Z. 259
“Da non esperto d’arte giudico l’architettura fascista figlia legittima di quel regime, molta apparenza e poca sostanza”
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Gia gia la solita “cultura” dell’effetto che ricopre il gia visto e fatto,neoclassicismo revisionato .
-Sulle centrali nucleari aggiungo solo che non so chi e come faccia queste “pensate” ma che almeno una volta siano a vantaggio e per davvero del Paese,sembra che lo facciano apposta ,per ripicca ,a rifilalarci tutto il negativo che c’e in giro e che i più RESPONSABILI rifiutano gia dall’idea in embrione!
Saluti
L.
Tanto per restar nel pratico..
Titto Boeri , oggi ci informa su Repubblica…
Tito Boeri è un bravo economista della Bocconi di Milano,fa il suo mestiere da sempre e non è mai sospetto di ideee particolarmente rivoluzionarie o perniciose al sistema capitalistico..
Me lo ricordo in un convegno al castello di Rivoli dove parlò con acutezza della esigenza di riformare il sistema degli “ammortizzatori sociali”,prendendo atto del fatto dell’incremento del precariato e delle nuove tipologie di lavoro…
Oggi ci informa di una piccola notiziola che rischiava di rimaner nel “nascosto” delle polemiche varie..
Il governo ,zitto,zitto,ha deciso di ridurre i controlli sui posti di lavoro…nonostante l’oggetiva maggior potenzialità di personale disponibile(ispettori del lavoro) che probabilmente..scalderanno sedie al ministero..alla faccia di un corretto esercizio e redditività del sistema burocratico
Riassumo il lungo articolo..
A)quindi oggettivamente si sceglie di favorire il lavoro nero
B)Può portare ad un ulteriore e forte peggioramento dei nostri conti pubblici
C) infatti i controlli sui posti di lavoro sono molto efficaci nel nel recuperare base imponibile. mediamente una ispezione su due porta al riscontro su frodi fiscali o contributive
D)Penalizza le imprese che possono portarci fuori dalla crisi(recessione)permettendo invece la sopravvivenza di quelle più inefficienti
E) lacsia a noi in eredità una illegalità più diffusa, di Stao debole e invadente nel contempo
F) dulcis in fundo quindi per i paladini dell’efficienza alla friulana,un sistema produttivo sostanzialmente più arretrato…
Quindi cara Syli, un consiglio per tuo marito ..licenzi i “suoi”..assuma in nero e abbassi il livello della qualità della produzione..infine che so dopo due o tre anni scappi in Austria con tutti i soldi…
cc
Ps- Dimenticavo un appunto del tutto personale ,è innegabile che “questo governo” debba per forza far “luccicare” specchietti per allodole ad ogni piè sospsinto…sotto sotto distrugge l’esistenza della base sociale e legale della nostra Costituzione,svuotandola di contenuti , ben prima di cambiarla..
AHH ,beata economia..cosa mai ci fai scoprire..!!
Le riforme di Alemanno…
(ovvero consigli per i cattolici..)
Roma, il Comune varia il menu del venerdì. E negli istituti
scatta la rivolta. “Solo pesce per accontentare i cattolici”
Scuole, è quaresima anche nel piatto
fino a Pasqua in mensa niente carne
Ma la Cei esenta gli under 14 a tavola. Nelle scuole romane oggi
e per sei venerdì fino al 3 aprile si servono solo pesce e uova
cc
PS- Dieta del Vaticano anticrisi,aumento del “pollame ” da batteria..!!
PS- cara Sylvi mi raccomando niente carne al venerdì , te ne eri già dimenticata..passo a controllare ..nehh!
de L’Espresso quando era un grande giornale?
Mi fa piacere ritrovarla qui:
http://www.giornalettismo.com/archives/19870/la-strana-storia-dellavvocato-mills-e-del-premier-berlusconi/
Ecco il titolo e l’inizio del pezzo firmato Malaspina:
“La strana storia dell’avvocato Mills e del premier Berlusconi
di Telesio Malaspina
Il processo più bello del mondo alla svolta: l’avvocato inglese è stato condannato. Ecco perché, ma soprattutto, ecco cosa accadrà all’imputato numero uno: il Premier.
(Telesio Malaspina è lo pseudonimo di una “prima firma” di una grande testata nazionale)
Speravo che dello scandaloso caso Berlusconi-Mills i giornali ne parlassero in modo più serio. In qualunque Paese civile dell’Occidente, ma anche dell’Oriente, un primo ministro colto sul fatto, grave, come il nostro Cavaliere, sarebbe stato costretto alle dimissioni. Un ministro giapponese è stato cacciato dal governo di Tokio solo per essersi mostrato un po’ sbronzo in pubblico. In Italia è appurato che l’azienda strategica di Silvio Berlusconi ha corrotto il proprio avvocato per mentire ai magistrati e fuggire alla galera, per sfuggire meglio alla quale si è anche fatto confezionare leggi su misura in parlamento. Se con l’avvocao meravigliao Cesare Previti il nostro capo del governo ha potuto farla franca, con Mills il trucco non può più essere usato”.
Il resto segue su: http://www.giornalettismo.com/archives/19870/la-strana-storia-dellavvocato-mills-e-del-premier-berlusconi/
Caro Linosse, insisto sul fatto che se ognuno facesse il proprio mestiere, il palazzinaro e affarista che ben conosciamo non sarebbe ora alla presidenza del consiglio; Reagan non sarebbe mai stato presidente degli USA e Schwarzenegger sarebbe restato ad Hollywood invece di diventare governatore della California. Se una persona ha idee chiare e la capacità di coinvolgere la gente sulle idee, anche se fa di mestiere lo spazzino, perchè no? Se teniamo conto della qualità della nostra classe politica, peggio di come stiamo non potremmo stare.
X M.T.
Gli esempi che proponi non sono certo confortanti,che facciamo insistiamo a farci del male!
L.
Emblematico…..precognizione…mah !!??
http://napoli.repubblica.it/multimedia/home/4927011?ref=rephp
Obiettivo del progetto italiano KiteGen è produrre quanto un generatore atomico
Con 200 aquiloni su un anello ruotante si avrebbe una potenza di mille megawatt
Una centrale elettrica ad aquiloni
l’ultima sfida all’energia nucleare
La Repubblica Giugno 2008
:::::::::::
Mais la France est toujours la France e Sarkozy….
L.
caro CC,
il punto F non è farina del sacco di Boeri, che stimo!
Ritorno da una mattinata spesa fra la Camera di Commercio e l’Agenzia dell’Entrate e il mio umore non è dei migliori!
Gli uffici pubblici italiani, e pare che qui non siano i peggiori, svegliano in me i peggiori istinti!!!!
Avrei un consiglio da dare a Brunetta: metta qualche computer in più, tolga metà personale e, non si può licenziare, lo sistemi in una stanza a fare tornei di briscola , tresette e scopone.
Finalmente avremmo una amministrazione a livello europeo, il cittadino non soffrirebbe di travasi di bile continui, e le Aziende, con i soldi risparmiati in tempo, benzina, parcheggi ecc potrebbe aumentare il salario ai dipendenti!
Sogni, neh?
A Berlino una cassiera è stata licenziata in tronco per aver trattenuto buoni acquisto per poco più di 1 euro!
Il giudice ha stabilito che era venuto meno il rapporto di fiducia!!! Al di là del valore del maltolto!!
Hai idea che cosa sarebbe successo in Italia?
La certezza della pena, anche nelle Aziende per titolari e dipendenti!!! Sogni, neh!
In Austria Finanza e commercialisti giocano a tennis insieme;
fuori del campo non si conoscono più!
Nessun imprenditore conosce impiegati statali; lì hanno inventato l’informatizzazione! Hai presente?
Mio marito potrebbe abbassare la qualità della produzione, ma in capo a sei mesi avrebbe chiuso!
E senza i soldi per fuggire nei Mari del Sud con una “giovincella ” di quelle “mature”, come ci spiega Marco!
In queste poche righe avrei dato più di un suggerimento a Franceschini e ai suoi, quando hanno finito di gridare contro Berlusconi che si fa le pippe di loro!
Se mi avverti quando vieni, ti preparo gli scampi, il boreto di rombo e canoce!
Noi mangiamo pesce tre volte la settimana!
mandi
Sylvi
x CC
potrebbero non potrebbe!
caro AZ,
tu sai meglio di me che , anche al di sotto dei 15 dipendenti, è praticamente impossibile licenziare, nemmeno se il dipendente aggredisce e minaccia verbalmente il titolare; tra sindacati e giudici del lavoro le rogne e le perdite di tempo sono tali da scoraggiare chiunque.
E le assunzioni si fanno con piedi di piombo!
Come dicevo sopra a CC, altrove sono seri, le regole le rispettano e i controlli si fanno.
Soprattutto il cittadino imprenditore e lavoratore sono SEMPRE INNOCENTI fino a prova contraria.
La fiducia fra cittadino e Stato è totale, appunto fino a prova contraria. Poi sono cavoli acidi per i furbi!
Il contrario di quello che succede nella Furba Italia!
mandi Sylvi
GODI, POPOLO! Ecco le intercettazioni telefoniche di alcune istruttive libertà del padrone della Casa della Libertà grazie ai servi di Casa:
http://espresso.repubblica.it/multimedia/2447253/1/1
http://espresso.repubblica.it/multimedia/2447253/1/2
http://espresso.repubblica.it/multimedia/2447253/1/3
http://espresso.repubblica.it/multimedia/2447253/1/4
http://espresso.repubblica.it/multimedia/2447253/1/5
http://espresso.repubblica.it/multimedia/2447253/1/6
http://espresso.repubblica.it/multimedia/2447253/1/7
Ricevo da Pietro Falco – che chissà perché non riesce a postarlo – e volentieri pubblico
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Vita, opere e miracoli di Deborah Bergamini, la giornalista che vorrebbe mandare i giornalisti in galera
di Francesco Specchia per Libero
Certo, ai tempi fatati non sarebbe mai successo. Quando di giorno era zarina della Rai e di notte, smessi tailleurino e tacchi da dominatrice, sul web, si mutava in Regina dei Celti (nicknane “Cartimandua” vergine di Keltia: la nobile ascendenza conta…); ecco, quando Deborah – con l’acca – Bergamini svettava – nel reale e nel virtuale – tra le donne più potenti d’Italia, mai e poi mai, ella si sarebbe sognata di mandare in galera i giornalisti.
Anche perché, in fondo, era stata brillante giornalista lei stessa: Bloomberg a Londra; Analyses et Aynthès a Parigi; e lo staff di Berlusconi, che lei ammaliò in una conferenza stampa, nel resto del mondo. Certo, i giornalisti – ammettiamolo – sono un eczema della democrazia. Ma il potere, come diceva il suo Tolkien nel Signore degli anelli, va esercitato con clemenza; e, per la Regina dei Celti, allora, la soppressione della stampa era quantomeno inelegante.
No. Ai bei tempi, nel fiabesco 2007, la vendetta non era in listino. Però, arriva adesso. «Da 1 a 3 anni di carcere per il giornalisti che pubblicheranno conversazioni (anche solo il contenuto) non rilevanti ai fini dell’indagine o quelle di cui sia stata ordinata la distruzione»: è con quest’emendamento alla legge sulle intercettazioni presentato il 17 febbraio scorso, che Deborah Bergamini oggi deputato (che nulla ha a che fare con la Commissione Giustizia), richiede il gabbio per gli ex colleghi. In galera devono andare.
Che non sarà un atto elegante. Ma, insomma, l’eleganza è andata a farsi fottere da quando, due anni fa il Fato rapace la strappò ai sogni; e da quando Deborah si vide pubblicate le intercettazioni (anche private) in cui, da capo del marketing strategico Rai inciuciava col nemico Mediaset sull’organizzazione comparata dei palinsesti; e da quando fu invitata a dimettersi dalla Rai; e da quando si dimise, e scrisse nel suo blog e al Corrierone d’essere squassata dal dolore per colpa dei pennivendoli di Repubblica che l’accusarono d’essere ingranaggio della conradiana “Struttura Delta”.
Ossia la loggia che governava da Cologno Monzese a Viale Mazzini, sull’anima stessa della nazione. Certo, Deborah era incazzatissima. Ma la galera, insomma, forse è un tantinello eccessiva. Oggi, per la cronaca, iniziato alla Camera il dibattito per la nuova legge, dopo qualche tentennamento dei colleghi del PdL ramo Forza Italia e un iniziale appoggio del ministro della Giustizia Alfano, l’intero Parlamento ha mollato l’ideale penitenziario della Bergamini.
Dal lato sinistro il Pd lo ritiene un «atto di oscurantismo totale» e Di Pietro «un ddl di alta valenza criminale», e via denunciando. Dal lato destro, per dire, l’avvocato Giulia Bongiorno, altra valkiria del centrodestra, si è espressa per il «diritto di cronaca incomprimibile»; e Paolo Bonaiuti, sottosegretario con delega all’Editoria intervenendo a Rainews24 si è detto «favorevole a una depenalizzazione della diffamazione da parte dei giornalisti, ricorrendo non più al carcere, ma a multe salate…».
Grazie. Considerando che l’intera stampa è scesa in campo, in una formidabile prova di forza con tutte le sigle dei giornalisti e degli editori tornati una volta tanto insieme; be’, si capisce che Deborah ha unificato politica e società civile contro sé stessa realizzando, suo malgrado, un’opera di rara democrazia.
Ora, in condizioni normali, se tutto il mondo, i nemici, gli amici, perfino il Moige e il telefono Azzurro, ti fanno notare che stai facendo una pirlata; insomma, ti dovresti, perlomeno, fermare a riflettere. Deborah, invece, in una nuova lettera al Corriere, avanza virilmente per la sua strada: «…miro a far rientrare nella tipologia dei reati delittuosi un’azione che oggi costituisce reato contravvenzionale».
E, oggi, in tanti sono a sussurrare che oramai Deborah, della sua uscita con ignominia dalle stanze del potere ne ha fatto un’ossessione personale. È una roba a metà fra Freud e il Conte di Montecristo. Appena vede un giornalista, in Deborah affiora un orgoglio regale e barbarico; le s’infiamma dentro una voglia insopprimibile di schiacciare il cronista con una linotype, o d’impalarlo in ripetitore televisivo. Non è colpa sua. E dire che, una volta, le sue impetuose uscite erano strategicamente indirizzate.
C’era un tempo, in cui Dagospia la chiamava “Deborina” dalle camicie candide e dalle bionde trecce “lavate in casa per fare prima” citando le manager rampanti della New York di Candace Bushnell, quella della “giungla di rossetti” di Sex and The City. Era, Deborah, una femmina- caterpillar. Cronista di nera e di finanziaria, poliglotta, anchorwoman tv fu chiamata ad Arcore per sviluppare il “carattere multimediale” della campagna elettorale di Berlusconi.
Divenne, di Silvio, la segretaria perfetta, la spalla su cui accasciarsi, l’angelo custode nei mesi difficili della riorganizzazione postprodiana, della “traversata nel deserto”. Deborah pianificava le riunioni supportata da colleghi maschi in eterna soggezione; e sovrintendeva la messa a punto del mitico “contratto con gli italiani” ideato dall’amico Luigi Crespi (finirà impigliata anche in un’intercettazione in cui lui ne richiedeva l’intervento presso il Cavaliere per un grosso debito);
e si piazzava in sala montaggio in un giorno festivo come il primo Maggio, per controllare la diretta del concerto, ché -si sa- ai comunisti qualche cazzatella scappa sempre. Deborah, la Zarina, era addirittura in grado di agire sua sponte sui palinsesti.
Sua fu, ad esempio, l’idea di mettere Riccardo Berti al posto di Enzo Biagi prima e di Pigi Battista poi a Raiuno: il monoscopio in terza serata faceva più ascolti. Suo pure il progetto di appaltare ottanta puntate (ottanta, neanche David Frost con Nixon ci riuscì) del programma “Il Tornasole” di Andrea Pezzi scavalcando del tutto il cda Rai -che riuscì a balbettare quieto dissenso solo per bocca di Malgieri.
Il programma -a cui chi scrive, partecipò- era costosetto, con basso share e non s’impresse, diciamo, nella storia della radiotelevisione. E Deborah, per aver aiutato quel giovane colmo d’entusiasmo e di speranze, si beccò anche le malignità del caso (in Rai la chiamavano “la bambola di Pezzi”). Però, insomma, superò tutto.
Deborah – lo si è scoperto dopo- nascondeva il segreto del self control e della sua incrollabile tenacia, nelle frequentazioni extralavorative. Un rapporto di solida amicizia con Patrizio Paoletti, napoletano di professione «esperto di counseling e motivatore, un po’ leader un po’ guru» (scrive Corriere Style); e il suo regno in Internet, per tornare a bomba.
Deborah, al calar delle tenebre indossava nel web l’identità di Cartimandua, «in onore della regina dei Celti che governò sulla tribù britannica dei briganti dal 43 al 69 d.C.». E, da regina, viveva in Keltia, un mondo popolato di poeti-cantori (Taliesin), e di fedeli condottieri che la proteggono (Odhran). Dove frequentava le “grotte di Catullo”, il “bosco di castagni” oppure la “piccola spiaggia sul lago Maestro”, vicino alle conifere di Burgundia.
E dove sfarfallava in una prosa luminosa: «ho una nuova cotta. Luce di luna, strepito di tuono e abbraccio di ferro sono serviti al fido amico Odhran per omaggiare la sua regina ». Oppure: « Il mio regno di prati verdi e impetuosi corsi d’acqua non ha conifere».
Il 21 ottobre 2007, colpita dal dramma chiosò: «…ora il mondo di Kaltia deve lasciare spazio al mondo reale, quello in cui ho deciso di combattere in prima persona». Il suo blog lo pubblicò Libero. L’avessero intercettata in quel momento, forse, più che una legge ci scappava una fiction.
2 – LA SCHEDA…
Da “Libero”
CHI È
Deborah Bergamini è nata a Viareggio il 24 ottobre 1967. Giornalista professionista dal 1999; nel 2003 viene nominata Consigliere di Amministrazione di Rai International e successivamente di Rai Trade. Nel 2004 diventa Direttore Marketing della Rai, ruolo che ha ricoperto fino al gennaio 2008. Nel marzo 2008 vengo candidata al Parlamento per il Popolo della Libertà e sono eletta nel collegio della Toscana nella XVI Legislatura della Repubblica Italiana.
L’EMENDAMENTO
Pur non facendo parte della Commissione Giustizia che ha discusso il ddl Alfano sulle intercettazioni, la Bergamini ha presentato un emendamento che prevede «il carcere dauno a tre anno per i giornalisti che pubblicheranno conversazioni (anche solo il contenuto) non rilevanti ai fini delle indagini o quelle di cui è stata già ordinata la distruzione».
Il nucleare è una tecnologia vecchia, superata, che tutti i Paesi d’Europa stanno smantellando. La Francia per rientrare dalle perdite in questo settore, finanziato dal governo per scopi militari prima che civili, sta tentando di vendere ad altri Paesi questa obsoleta tecnologia.
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Lo sostiene Di Pietro, unico oppositore delle strategie suicide (per l’Italia) del cavaliere.
Referendum fuori dall’election day, il diktat leghista costerà 400 milioni
Quorum a rischio col voto la domenica dopo le Europee
Segni: presi per i fondelli. Calderoli: ne uscirebbe un sistema per noi inaccettabile
Quattrocento milioni di euro: 112 volte la somma dell’8 per mille distribuita nel 2008 alle organizzazioni di assistenza umanitaria. Ecco quanto costerà, secondo gli economisti de lavoce.info, il rifiuto di inserire il referendum elettorale tra le varie consultazioni (europee, comunali, provinciali…) raggruppate nell’election-day del 6 e 7 giugno. Risultato: ci porteranno a votare molto probabilmente tre domeniche di fila.
Obiettivo, neppure tanto segreto: stufare gli elettori e far saltare il quorum. Così da conservare la legge attuale, definita dal suo stesso ideatore «una porcata». Peccato. Peccato perché la scelta del governo di rompere finalmente con l’andazzo che per decenni aveva sparpagliato le elezioni su una infinità di date diverse era stata apprezzata, sull’uno e l’altro fronte degli schieramenti, da tutti coloro che hanno chiari due punti. Il primo: lo Stato, specialmente in questi tempi di vacche magre, deve risparmiare più soldi possibile. Il secondo: lo stillicidio di continue scadenze elettorali ha troppo spesso frenato (a volte fino alla paralisi) chi stava al governo impedendogli di muoversi senza l’ossessione di essere punito al primo esame, volta per volta cavalcato dai vincitori di turno.
Erano anni che da più parti si invocava l’election day. E anni che, a seconda delle convenienze del momento, si mettevano di traverso questo o quel partito. Finché Roberto Maroni, qualche tempo fa, aveva spiegato: «Il Consiglio dei ministri ha approvato la mia proposta: si voterà insieme per le Europee, per oltre 4000 Comuni e per 73 Province. Per fare questo abbiamo anticipato al sabato la mezza giornata di votazioni che di solito è di lunedì, sia per le Amministrative sia per le Europee».
Alleluja. Ma il referendum? Ottocentoventimila persone, 320 mila più del necessario, avevano firmato ai banchetti in piazza di Mario Segni e Giovanni Guzzetta per cambiare il «porcellum», la legge elettorale che perfino il leghista Roberto Calderoli, suo promotore, aveva definito «una porcata». E intorno alle tre idee di base (premio di maggioranza alla lista più votata alla Camera, premio di maggioranza alla lista più votata al Senato e divieto delle candidature multiple, che consentivano ai leader eletti in più collegi di optare per l’uno o per l’altro scegliendo di fatto chi fare subentrare e chi no) si erano schierati in tanti. Di destra e di sinistra. Da Arturo Parisi a Gianfranco Fini, da Stefania Prestigiacomo ad Antonio Di Pietro.
Va da sé che Mario Segni, già scottato l’anno scorso dal rinvio della consultazione deciso per la caduta del governo Prodi, l’infarto della XV legislatura e le elezioni anticipate, vive la scelta del Viminale con rabbia e sconcerto: «L’election-day il 7 giugno col Referendum sarebbe stato un’ottima cosa, ma l’election day col Referendum una settimana dopo, stretto tra la prima tornata elettorale e il secondo turno delle Amministrative la domenica seguente, è una vera presa per i fondelli». Che alla Lega non piaccia il Referendum si sa: se passassero i «sì» ai quesiti studiati da Guzzetta il Carroccio rischierebbe di esser preso in mezzo. Calderoli, un mese fa, era stato chiarissimo: «Perché dovremmo accettare un sistema che forza tutti ad entrare in due soli listoni? Berlusconi ha già difficoltà a fare il Pdl, figuriamoci se ci obbliga a entrare in un unico cartello elettorale». Quindi, patti chiari amicizia lunga: «Se qualcuno dei nostri alleati volesse sostenere quei quesiti sappia che qualcuno nella maggioranza potrebbe anche votare contro il governo».
L’obiezione formale è nota: un referendum mischiato in mezzo ad elezioni europee, comunali e provinciali rischia di «confondere» gli elettori. Risposta dei referendari: ma non è forse la destra ad additare ogni giorno a modello gli Stati Uniti d’America? Bene: in trentasei degli States, in contemporanea con le ultime presidenziali che hanno visto il trionfo di Barack Obama, gli americani hanno votato su 153 referendum. Dal matrimonio gay (in California) all’assimilazione dell’aborto all’omicidio (Colorado), dall’abrogazione del diritto all’interruzione anticipata della gravidanza (South Dakota) all’uso medico della marijuana (Michigan) fino, nello stato di Washington, al suicidio assistito.
Lo stesso Roberto Maroni del resto, quando stava all’opposizione, la pensava in maniera diversa. Basti tornare all’aprile del 2001, otto anni fa, quando l’allora premier Giuliano Amato rifiutò di abbinare le elezioni in arrivo il 13 maggio, che avrebbero visto il trionfo del Cavaliere e della sua coalizione, con il referendum sulla famosa devolution lombarda indetto da Roberto Formigoni e caro alla Lega. «Una vendetta meschina », sibilò Ignazio La Russa. «Si voterà anche a costo di sistemare dei seggi in piazza», tuonò il futuro ministro dell’Interno, «se si inventasse un rinvio illegittimo per decreto, la Regione Lombardia è pronta ad installare altri seggi e altri scrutatori per i referendum regionali, vicini a quelli delle elezioni». Altri tempi, altri interessi. Formalmente legittimi, per carità. Purché sia chiaro: collocare il referendum elettorale nella domenica in mezzo tra le Europee e i ballottaggi delle Amministrative per puntare al fallimento del quorum costerà appunto agli italiani, stando ai calcoli di lavoce. info, circa 200 milioni di euro in più di spese dirette («quanto fin qui impegnato per la social card») più altri 200 di oneri indiretti. Totale: 400 milioni. Ottanta in più di quei 322 dati nel 2008 dall’Italia, il più tirchio dei Paesi occidentali, in aiuti al Terzo Mondo.
Gian Antonio Stella
Veronesi a Franceschini: “Gli emendamenti del Pd non sono una mediazione: sono una resa”
(Apcom) – Il sito di MicroMega (www.micromega.net) ha pubblicato una lettera aperta di Andrea Camilleri, Paolo Flores d`Arcais, Stefano Rodotà e Umberto Veronesi nella quale si afferma, in sostanza: gli emendamenti del Pd sulla legge “fine-vita” non sono una mediazione, sono una resa.
“Stimato onorevole Franceschini, appena eletto segretario del Partito democratico, lei ha fatto riferimento alla laicità come valore irrinunciabile del suo partito, in quanto valore irrinunciabile della carta costituzionale. Il banco di prova della coerenza pratica rispetto a questa affermazione è costituito dall`atteggiamento che il suo partito assumerà nella discussione sulla legge cosiddetta ‘fine-vita'”, si legge nella lettera aperta al leader del Pd.
olimpiadi torino umberto veronesi
Secondo Veronesi e gli altri firmatari della missiva “il disegno di legge Calabrò distrugge il diritto di decidere sulla propria vita”. Si sottolinea anche “il carattere anticostituzionale di tale legge, ma anche il suo carattere semplicemente disumano.
Purtroppo gli emendamenti proposti dal suo partito (primo firmatario Anna Finocchiaro) lasciano intatta la violenza” di tale legge, “non parliamo della cosiddetta ‘mediazione’ di Rutelli, praticamente indistinguibile dal disegno di legge della maggioranza, e che non a caso è stata benevolmente accolta dall`on. Quagliariello”.
Tremonti bond, interessi quasi feneratizi
Il Tesoro potrà ora sottoscrivere direttamente le obbligazioni emesse dalle banche
ROMA – Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha firmato il decreto che dà il via libera alla sottoscrizione, da parte del Tesoro, di obbligazioni emesse dalle banche italiane. L’annuncia è in un comunicato del Tesoro, che spiega che «l’obiettivo è accrescere le opportunità di finanziamento all’economia grazie alla maggiore patrimonializzazione delle banche. Lo strumento rispetta le regole stabilite in sede comunitaria sugli aiuti di Stato».
CEDOLA A CRESCERE – Le banche pagheranno una cedola annuale compresa tra il 7,5 e l’8,5 per cento per i primi anni. Cedola che poi andrà a crescere gradualmente. Nella nota si legge anche che le banche che aderiranno alla possibilità di vendere obbligazioni al Tesoro «si impegneranno a favorire il credito alle imprese, soprattutto piccole e medie, e alle famiglie».
IMPEGNI – Gli impegni che il Tesoro richiede agli istituti per sottoscrivere le obbligazioni sono: il contributo finanziario per rafforzare la dotazione del fondo di garanzia per le pmi; l’aumento delle risorse da mettere a disposizione per il credito alle piccole e medie imprese; per i lavoratori in cassa integrazione o percettori di sussidio di disoccupazione, la sospensione del pagamento della rata di mutuo per almeno 12 mesi; la promozione di accordi per anticipare le risorse necessarie alle imprese per il pagamento della cassa integrazione. Questi impegni, conclude il comunicato di via XX settembre, «ed il più generale andamento del credito all’economia, saranno oggetto di attento monitoraggio operato sul modello applicato in Francia con successo».
Deborah Secondini
L’on. Deborah Bergamini, già assistente di Berlusconi e poi dirigente Rai, ha tenuto una dotta lezione di diritto e privacy sul Corriere, per giustificare il suo emendamento che peggiora, se possibile, la legge-bavaglio di Angelino Al Fano, infliggendo fino a 3 anni di galera ai cronisti che pubblichino intercettazioni penalmente irrilevanti. Tipo quelle sul crac Hdc, in cui il sondaggista berlusconiano Luigi Crespi trattava con lei nel 2005 per un credito con Mediaset.
Piccolo problema: all’epoca la signora Deborah non lavorava più per Berlusconi, ma per la Rai, semprechè le due attività presentino ancora qualche differenza. In veste di capo del Marketing Rai, “Debbi” si consultava col premier Berlusconi e coi capi delle tv Mediaset per concordare la “gestione” della morte di papa Woytjla per “dare alla gente un senso di normalità ed evitare un forte astensionismo alle elezioni”.
Presa col sorcio in bocca a fare “uso criminoso della tv pubblica pagata coi soldi di tutti”, come disse il suo Capo a proposito di Biagi, Luttazzi e Santoro, Deborah è ora una vestale del “diritto di ogni cittadino alla privacy” contro “i giornalisti che violano i diritti costituzionali diffondendo notizie sulla sfera privata”.
In realtà nelle sue telefonate non c’era nulla di privato, semprechè la Rai non sia stata privatizzata a nostra insaputa. Dunque chi le ha pubblicate ha esercitato il diritto costituzionale di informare. Strano che un’iscritta all’Ordine dei Giornalisti lo ignori. Forse è il caso che s’iscriva all’Ordine dei Censori, levandoci dall’imbarazzo di doverla pure chiamare “collega”.
Travaglio
L’Unita’
@vox
chissà che prima o poi il tuo legittimo auspicio non venga accolto… a lume di naso una che pretende di mandare in galera con motivazioni assurde e censorie i suoi “colleghi”, credo sia paleemente incompatibile con l’ordine di appartenenza…
ciao a tutti, saluti da Berlino.
Ho appena cominciato, ma l’impressione e’ un po’ deludente finora. Non mi pare pulsante e piena di vita, come lo sono Londra, Parigi, a modo suo Roma, e diverse citta’ spagnole. Mi pare statica e molto convenzionale . Pero’ la gente e’ cordiale e gentile. Nessuno si formalizza se non parlo tedesco. I loro modi sono piuttosto britannici.
Oggi ho fatto un breve giro panoramico. Il settore Est porta ancora le cicatrici del vecchio dominio; meno bello e vario di quello Ovest, com’e’ ovvio. La parola che la guida ha ripetuto 50 volte (in tedesco ed inglese) e’ stata ricostruzione. Tutto e’ nuovo di zecca, e piuttosto grigio. Dei vecchi edifici storici non e’ rimasto quasi nulla. Tranne il Reichstag e pochi altri. Bellissimi nel loro stile ipermoderno la stazione centrale e il nuovo palazzo della Cancelleria.
Ho visto il famoso ‘checkpoint Charlie’, ora un museo, ed i resti del Muro. Orrenda la vecchia ambasciata sovietica (quella nuova, russa, si presenta meglio). Tra le ambasciate, la piu’ bella e’ quella italiana! ricostruita sul modello anni 30, grande, maestosa ed in rosa e bianco. E proprio di fianco a quella del Giappone…mah.
Ora esploro la vita notturna
ciao ragazzi
Peter
x Peter
Buona movida! Non vorrei dovermi sentire in colpaper eventuali delusioni.
Un salutone.
pino.
di Boaventura de Sousa Santos
In Palestina, si sta assistendo all’ultimo e più brutale massacro del popolo palestinese commesso dalle forze di occupazione israeliane appoggiate dall’Occidente, il quale manifesta una complicità fatta di silenzi, ipocrisia, manipolazione grottesca dell’informazione, che banalizza l’orrore e la sofferenza ingiusta e trasforma gli occupanti in occupati, gli aggressori in vittime, l’assalto offensivo in legittima difesa.
Le ragioni immanenti, nonostante siano state omesse dai mezzi di comunicazione occidentali, sono conosciute. Lo scorso novembre l’aviazione israeliana bombardò la Striscia di Gaza in violazione degli accordi di tregua, Hamas propose una rinegoziazione del controllo degli accessi alla striscia, Israele rifiutò e tutto ebbe inizio. Questa provocazione, sicuramente premeditata, rispondeva ad obiettivi di politica interna e internazionale ben definiti: la rimonta elettorale di una coalizione a rischio; un esercito desideroso di vendicare la sconfitta subita in Libano; il vuoto causato dalla transizione politica negli USA e la necessità di portare a termine un’azione prima dell’insediamento del presidente Obama alla Casa Bianca. Tutto questo è ovvio, ma non ci permette comunque di comprendere l’intelligibile: la sofferenza di una popolazione innocente causata dai crimini di guerra e contro l’umanità commessi con certezza di impunità.
È necessario andare indietro nel tempo. Non al tempo lontano della bibbia ebraica, il più violento e sanguinolento libro mai scritto. È sufficiente ritornare a sessanta anni fa, nel 1948, anno in cui è stato creato lo Stato di Israele. Nelle condizioni in cui è stato creato e poi appoggiato dall’Occidente, la sua formazione è uno dei più recenti (anche se di certo non l’ultimo) atti coloniali dell’Europa. Da un giorno all’altro, 750.000 palestinesi sono stati espulsi dalle loro terre ancestrali e condannati ad una occupazione razzista in modo che l’Europa espiasse il crimine dell’Olocausto commesso contro il popolo ebraico.
Da un’attenta lettura dei testi dei sionisti fondatori dello Stato di Israele si evince tutto quello che, ancora oggi, l’Occidente ipocritamente finge di non conoscere: la creazione di Israele è stato un atto di occupazione e come tale dovrà per sempre affrontare la resistenza degli occupati; non avrà mai pace, qualsiasi riconciliazione sarà solo apparente, una trappola da scoprire (dal momento che, dopo la stipula di ogni trattato di pace, segue una violazione che lo smentisce); per rendere stabile l’occupazione, il popolo ebraico deve affermarsi come popolo superiore destinato a vivere circondato da popoli di razza inferiori, nonostante questo contraddica la certezza che arabi ed ebrei siano entrambi popoli semiti; con razze inferiori è possibile instaurare solo una relazione di tipo coloniale, per la quale la soluzione della creazione di due Stati è impensabile; al posto di questa soluzione, l’alternativa è quella dell’apartheid, tanto nella regione, come all’interno di Israele (da ciò derivano le colonie e il trattamento degli arabi-israeliani come cittadini di seconda classe); la guerra è infinita e la soluzione finale potrà implicare lo sterminio di una delle due parti, con la certezza che si tratterà di quella più debole.
Quello che è successo negli ultimi sessant’anni conferma tutto questo, ma va ben al di là. Nelle ultime due decadi, Israele ha dettato, con successo, la politica nordamericana nella regione, servendosi della lobby ebraica, dei neoconservatori e, come sempre, della corruzione dei leader politici arabi, ostaggi del petrolio e dell’aiuto finanziario statunitense. La guerra in Iraq è stata un’anticipazione di Gaza: la logica è la stessa, le operazioni sono le stesse, la sproporzione della violenza è la stessa; perfino le immagini sono identiche e possiamo quindi prevedere che il risultato sarà lo stesso. E non si è andati molto oltre perché Bush, nel frattempo, si è indebolito. Gli israeliani chiederanno l’autorizzazione agli Usa per bombardare le installazioni nucleari dell’Iran?
É oggi evidente come il vero obiettivo di Israele, la soluzione finale, sia lo sterminio del popolo palestinese. Gli israeliani avranno la percezione che la shoah, di cui il loro vice-ministro della difesa ha minacciato i palestinesi, potrà a loro volta trasformarli in vittime? Non avranno timore che molti di quelli che hanno difeso la creazione dello Stato israeliano oggi si domandino se in queste condizioni – e ripeto, in queste condizioni – lo Stato di Israele abbia il diritto di esistere?
chomsky.info, January 19, 2009
On Saturday December 27, the latest US-Israeli attack on helpless Palestinians was launched. The attack had been meticulously planned, for over 6 months according to the Israeli press. The planning had two components: military and propaganda. It was based on the lessons of Israel’s 2006 invasion of Lebanon, which was considered to be poorly planned and badly advertised. We may, therefore, be fairly confident that most of what has been done and said was pre-planned and intended.
That surely includes the timing of the assault: shortly before noon, when children were returning from school and crowds were milling in the streets of densely populated Gaza City. It took only a few minutes to kill over 225 people and wound 700, an auspicious opening to the mass slaughter of defenseless civilians trapped in a tiny cage with nowhere to flee.
In his retrospective “Parsing Gains of Gaza War,” New York Times correspondent Ethan Bronner cited this achievement as one of the most significant of the gains. Israel calculated that it would be advantageous to appear to “go crazy,” causing vastly disproportionate terror, a doctrine that traces back to the 1950s. “The Palestinians in Gaza got the message on the first day,” Bronner wrote, “when Israeli warplanes struck numerous targets simultaneously in the middle of a Saturday morning. Some 200 were killed instantly, shocking Hamas and indeed all of Gaza.” The tactic of “going crazy” appears to have been successful, Bronner concluded: there are “limited indications that the people of Gaza felt such pain from this war that they will seek to rein in Hamas,” the elected government. That is another long-standing doctrine of state terror. I don’t, incidentally, recall the Times retrospective “Parsing Gains of Chechnya War,” though the gains were great.
Follows: http://www.chomsky.info/articles/20090119.htm
Ogni tanto leggo articoli e mi vengono in mente le discussioni fatte su questo forum e non solo.
In riguardo alla sanita’, dove io ho sempre detto che nessuno puo’ essere rifiutato:
(Providence, RI) — The latest statistics from the Rhode Island Department of Health Center for Health Data & Analysis says the state’s 13 private hospitals provided nearly 50-million dollars in charity care in 2007. That’s a 38-percent increase over 2006 numbers. Bad debt also rose about eight-percent year-over-year, costing the hospitals two-point-84-percent of their patient revenue for the year, up two-point-four-percent from 2006. The state requires all private hospitals, which are all nonprofits, to provide “medically necessary care” to all patients, regardless of whether or not they are able to pay.
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Traduzione Google:
(Providence, RI) – Le ultime statistiche del Rhode Island Dipartimento della Salute del Centro per la Salute e analisi dei dati, spiega lo stato del 13 ospedali privati previsti quasi 50 milioni di dollari in beneficenza cura nel 2007. Si tratta di una 38-percento aumento rispetto al 2006 i numeri. Bad debito è salito anche su otto per cento anno su anno, il costo di due ospedali-punto-84-paziente per cento del loro reddito per l’anno, fino a due punti-quattro per cento a partire dal 2006. La situazione impone a tutti gli ospedali privati, che sono tutte nonprofits, a fornire “cure medicalmente necessarie” a tutti i pazienti, indipendentemente dal fatto che siano o meno in grado di pagare.
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Buona notte,
Anita
Cari tutti (compreso Peter),
sono un po’ assente. Data la logorrea dei blogger faccio fatica a seguirvi tutti. Però leggo qualche intervento anche se non faccio in tempo a scrivere.
Comunque un caro saluto a tutti (e tanti auguri al berliner) U.
Ciao Peter,
in germania le donne sopra 40-50 parlano bene l’inglese,
penso che dopo la guerra era obbligatorio nelle scuole.
Ricondo un episodio un po’ grottesco capitato al giardino botanico di Amburgo,…nel reparto serra tropicale c’e’ molto caldo e umido,…una persona anziana boccheggiante,si rivolge a me concitatamente,per sapere dove era l’uscita,…io gli dico che parlavo solo inglese e la moglie interviene
dicendo che lei capisce l’inglese,..gli spiego l’uscita ed escono subito fuori di corsa.
Buone vacanze,Ber
x Peter,
pardon, la citta’ era Francoforte,…un lapsus di vecchiaia….
Ciao,Ber
DO YOU REMENBER……………….
Superata la crisi Matteotti,ilfascismo non perde tempo: Mussolini si attrubuisce quale capo del governo poteri tali nel settore esecutivo e legislativo,che finiscono per dare il colpo di grazia al vecchio regime costituzionale -parlamentare: ANCHE LE ATTRIBUZIONI AI PREFETTI vengono accresciute mentre, per logica autoritaria è abolita l’elettività delle amministarzioni locali.Soppressione di tuttti i giornali antifascisti; scioglimento dei partiti,associazioni e organizzazioni contrarie al regime; istituzione del confino di polizia e SERVIZI DI INVESTIGAZIONE POLITICA presso i comandi di legione della MILIZIA fascista;
BASTA UNA SOLA SEDUTA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, il 5 Novembre 1926 a varare tutto questo complesso di provvedimenti.
LA CAMERA NON E’ DA MENO : quattro giorni dopo,dichiara la decadenza del mandato parlamentare dei centoventi parlamentari dell’Aventino (dai liberali ai comunisti)
LO STESSO GIORNO,SENZA ALCUNA DISCUSSIONE, approva il DISEGNO DI LEGGE per LA DIFESA DELLO STATO, che istituisce la pena di morte ed IL TRIBUNALE SPECIALE..
Ora tranquilli, …però l’istituzione delle RONDE (MILIZIE) affidate ai PREFETTI, CON DISEGNO LEGGE..dovrebbe far rifletter anzi far nuovamente riflettere,riflettere , riflettere..sulla VIOLENZA DI STATO…
cc
x Peter
Un augurio per i pochi giorni di vacanza che ti rimangono.
Ti manchiamo?
Tu ci manchi.
Ciao, Anita
Cara Anita,
vedi il problema è che sia ben “definito” quel cure” medicalmente necessarie”.
In parole “povere” per esempio l’acido acetil-salinicilico credo vada bene dai “tumori” al mal di testa.
cc
Caro faust,
in un modo o nell’altro è sempre colpa tua e del “povero diavolo”…nomi e cognomi ,no mai..come le intecettazioni sarebbe violare la “privacy” divina..
Ecchee…!!
__________CITTA’ DEL VATICANO – “Il crollo delle grandi banche americane mostra quello che è l’errore di fondo: l’avarizia e l’idolatria che oscurano il vero Dio, ed è sempre la falsificazione di Dio in Mammona che ritorna”. Lo ha detto Benedetto XVI rispondendo a braccio ad una domanda sulla crisi economica mondiale, nel corso del tradizionale appuntamento di inizio Quaresima in Vaticano con parroci e i sacerdoti della diocesi di Roma.
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cc
Abbiamo proprio perso la bussola,…hanno gia’ dimenticato
mons marcinkus e il 14% sulle lire portate all’estero dalla banca vaticana?
La crisi viene da lontano e loro ne sono uno dei pilastri portanti.
Un “EVA ” antichissima..perbacco….!!
Sylvi ,..lo sapevi…!!
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Così il sesso nella preistoria
la prima volta milioni di anni fa
Un team internazionale ha analizzato la conformazione di un fossile di Placoderma. Portava in grembo un feto di 5 centimetri. E’ il primo esempio di biologia riproduttiva
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cc
x CC,
c’e’ un articolo sulla repubblica per la legge 488,…e io non faccio che ringraziare chi mi ha estacolato,..per non essere finito in quel
pantano.
Non sono nemmeno commercialista,…come tre monti,…
come pagherebbe la mia azienda in crisi i suoi bond all’8%.
Che fortuna sfacciata ho avuto….
Ciao,Ber
Cara Sylvi,
sono stato contattato per dare indicazioni su un “sito” opportuno per una della 4 centrali nucleari di nuova generazione alla Sarcozy,ho segnalato Il Friuli come area eco-compatibile..sei d’accordo…
cc
Controcorrente { 26.02.09 alle 16:30 }
Caro faust,
in un modo o nell’altro è sempre colpa tua e del “povero diavolo”…
non ho capito questo tuo post… accosa alludi?¿ sai sono un ppo tardo…
Faust
caro Ber,
la legge 488 non serviva agli imprenditori seri e capaci ma era,è, la solita pastetta, un prolungamento della Cassa del Mezzogiorno da elargire agli amici degli amici del cognato!
Al Sud le banche sono caimani, sempre, i fondi statali finiscono in Aziende fantasma…
Purtroppo è così; d’altra parte con i tempi della burocrazia …pare facciano apposta a “scremare” gli onesti e i capaci!
Fai bene a non aver rimpianti…ma a me dispiace “un mancato sviluppo”.
Noi abbiamo chiesto sempre finanziamenti alle banche, con tassi umani.
Ma mio marito non ha mai rischiato sperando in finanziamenti pubblici. Sarebbe stato come impiccarsi!!!
Purtroppo non si può mai parlar bene dell’Italia, chiunque governi!
mandi Sylvi
Le centrali si fanno nei luoghi che sono industrializzati,…
(quindi rassegnatevi,…voi delle zone ricche),chi si rebella manganello e olio di…
frittura,quello di fegato di merluzzo, costa troppo.
Il suo pupillo della sardegna ha gia’ detto di no,…e ci credo,
ci sono le ville dei magnati internazionali e poi,…dove sono le
industrie?,…se riaprono le miniere per mettere le scorie…
Vediamo che dice il lombardoformichino in proposito,…la sua e’ la piu’ industrializzata e quella che paga le tasse per tutti,…forse proporra’ di rimetterle a caorso e riattivare quelle del craxi,…dato che le spese sono gia’ sulla bolletta enel.
Ma sinceramente,…voi credete che questo fara’ le centrali atomiche o e’ la solita pagliacciata?
Ciao a tutti,Ber
La “lupa feroce” e la corruzione a Miami.
La rappresentante federale per la Florida Ileana Ross-Lethinen è stata coinvolta nello scandalo che unisce truffa e corruzione del magnate Robert Allen Stanford.
In realtà, l’avaro comportamento della Ross-Lethinen è ricorrente, se prendiamo il considerazione il suo curriculum di usufruttuaria della lucrativa industria della controrivoluzione cubana.
La Ross-Lethinen appare tra i vari congressisti beneficiati nelle loro campagne elettorali con “donazioni” che ammontano a circa due milioni di dollari, provenienti da enti ed agenti riconducibili al multimilionario Allen Stanford, da poco localizzato dagli agenti dell’FBI statunitense.
Il Centro per la Politica Responsabili (CPR), che definisce gli interessi dei contribuenti nordamericani, ha precisato gli obiettivi di chi fa arrivare soldi ed altre prebende a funzionari e politici per comprare voti ed influenze.
Questo è un settore di mercenari dal colletto bianco, protetto da un’apparente rispettabilità per accrescere i loro patrimoni in cambio di favorire progetti legislativi che non hanno nulla a vedere con le necessità degli elettori, ma sì con i guadagni di chi paga per questi “favori”.
Alles Stanford, la società d’investimenti e la banca che portano il suo cognome, sono stati oggetto di richieste di risarcimenti per la vendita di certificati bancari per 8mila milioni di dollari, che è stata definita come una “truffa di mass in corso”.
Secondo la rivista specializzata Forbes, Stanford occupa la posizione 605 tra le persone più ricche del mondo.
Il quotidiano Diario Las Americas, di Miami, ha rivelato i benefici monetari ricevuti da dette relazioni dalla signora Ross, mentre i giornalisti locali cercano di minimizzarli, spiegando che “erano solo 2mila dollari”, in relazione all’alto potenziale destinato all’acquisto di conoscenze politiche.
In realtà, il traffico di influenze, a cui tradizionalmente si presta la rappresentante dal suo scranno del Congresso, le risulta molto più lucrativo, come ai suoi colleghi, i fratelli Lincoln e Mario Díaz-Balart, con i quali forma il trio più attivo nella difesa del fondamentalismo anticubano negli Stati Uniti.
A Miami si parla dei 10mila dollari che l’ex leader repubblicano della Camera Bassa, Tom De Lay, ha dato a Mario per l’illegale finanziamento della campagna elettorale.
De Lay ha dovuto rinunciare alla leadership del suo partito dopo lo scandalo per corruzione, che ha incluso l’accettazione di fondi con numerosi zeri, provenienti da corporazioni farmaceutiche, a cambio di leggi che le favorivano.
La coincidenza di opinioni politiche all’ora di votare tra De Lay ed il trio dei Diaz Balart più la Ross-Lethinen, sempre al di sopra del 90%, evidenza che la solidarietà in parlamento non è stata gratis.
Sebbene i congressisti anticubani sono stati rieletti alla scorsa tornata, la forte opposizione che hanno affrontato da parte di rivali dallo scarso patrimonio e visibilità – fattori chiave nel sistema elettorale nordamericano – ha dimostrato che la loro influenza sulla vita della Florida è in franca decadenza.
Anche la cosiddetta “lupa feroce” ha guidato piani aggressivi contro Cuba, ha diretto la campagna per mantenere a Miami il bambino Elian Gonzalez e si è sempre espressa a favore di terroristi dello stampo di Luis Posada Carriles e Orlando Bosch Avila, autori del sabotaggio di un aereo della Cubana de Aviacion nel 1976.
Il più recente scandalo che ha visto coinvolta la signora Ross-Lethinen non è stato l’unico, ma l’ennesimo tra i molti che rivelano la natura del suo comportamento delittuoso.
Immigrazione, medici e associazioni cattoliche
contro il governo.
«Le ronde sono pericolose e inefficaci: c’è il grosso rischio che si tratti di una forma di giustizia “fai da te”.
“In tutte le democrazie moderne è lo Stato, e non gruppi di cittadini con la voglia di menare le mani, che si fa garante della sicurezza»
Vito D’Ambrosio, sostituto procuratore generale della Cassazione
Faust, tranquillo al soltito vizio …che quando qualcosa va male e ci sono delle precise responsabilità di sistemi ed uomini, con nomi et cognomi..è facile dare la colpa al diavolo..così hanno tuuti la coscienza pulita..!!
cc
CHIESA PADRONA
Michele Ainis – Garzanti libri
Axteismo consiglia la lettura dell’ottimo saggio “Chiesa padrona – Un falso giuridico dai Patti Lateranensi a oggi” del costituzionalista Michele Ainis. «Il Vaticano, nei confronti della Repubblica italiana, non sta certo con le mani in mano. Le usa entrambe: una per chiedere quattrini, l’altra per suonar ceffoni in faccia alla politica. Questo doppio registro si consuma all’ombra del diritto, anzi: l’alibi perfetto è la legge più alta, quella scolpita sulle tavole della Costituzione. Conviene allora dirlo con chiarezza: tutta questa ricostruzione è un falso giuridico… Non è vero che le ingerenze vaticane siano protette dalla libertà di parola o dalla libertà di religione; non è vero che il Concordato sia protetto dalla Costituzione.»
La Chiesa cattolica attinge abbondantemente alle risorse pubbliche dello Stato italiano: ogni anno milioni di euro vengono dirottati dal governo centrale e dagli enti locali, che si sono fatti di recente ancor più solerti. Questo tuttavia non impedisce al Vaticano pesanti incursioni nella vita pubblica del nostro paese: è pressoché impossibile che un provvedimento legislativo venga approvato senza il suo benestare; e quando accade, le resistenze della Chiesa cercano di impedirne l’applicazione. È una situazione abnorme, che trova il suo fondamento nel Concordato siglato l’11 febbraio 1929 da Pio IX con Benito Mussolini, che lo stesso pontefice aveva definito «l’uomo della Provvidenza». Quel patto venne accolto dalla Costituzione repubblicana attraverso l’articolo 7. Infine nel 1984 il Concordato fu rinnovato dall’accordo tra Craxi e Giovanni Paolo II. Oggi il trattamento privilegiato di cui gode il Vaticano non ha più alcun fondamento giuridico, argomenta Michele Ainis: l’articolo 7 era una norma provvisoria, e oggi è un farmaco scaduto. Oltretutto quelle dei vertici della Chiesa si configurano come vere e proprie ingerenze di uno stato straniero nei nostri affari interni. Infine, in una società sempre più complessa, i privilegi concordatari creano inevitabilmente una disparità di trattamento rispetto a cittadini italiani che seguono altre fedi (e soprattutto a quelli che non si sentono affiliati ad alcuna chiesa). Attento alla logica giuridica e alla storia, Chiesa padrona propone un nuovo fondamento al patto tra lo Stato italiano e il Vaticano. Un rapporto più limpido e corretto tutelerà in maniera più efficace la libertà e la dignità dei cittadini italiani; e aiuterà chi vuole davvero occuparsi della cura delle anime a farlo senza impastoiarsi nelle polemiche politiche.
Michele Ainis insegna Istituzioni di diritto pubblico all’università di Roma Tre. Collabora alle principali riviste giuridiche italiane ed è editorialista della «Stampa». Fra i suoi libri, La legge oscura (Laterza, 1997); Se 50.000 leggi vi sembran poche (con i disegni di Vincino, Mondadori, 1999); Le libertà negate (Rizzoli, 2004); Vita e morte di una Costituzione (Laterza, 2006). Con Garzanti ha pubblicato anche Stato matto (2007).
Interviste, presentazioni, conferenze e altro tel. 3393188116
http://www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=2383
Diffusione: Axteismo Press l’Agenzia degli Axtei, Atei e Laici
http://nochiesa.blogspot.com
«La prova inconfutabile dell’inesistenza di dio
è l’esistenza della Chiesa cattolica.»
Luigi Tosti, magistrato
REQUIEM PER ISRAELE?
di Boaventura de Sousa Santos
In Palestina, si sta assistendo all’ultimo e più brutale massacro del popolo palestinese commesso dalle forze di occupazione israeliane appoggiate dall’Occidente, il quale manifesta una complicità fatta di silenzi, ipocrisia, manipolazione grottesca dell’informazione, che banalizza l’orrore e la sofferenza ingiusta e trasforma gli occupanti in occupati, gli aggressori in vittime, l’assalto offensivo in legittima difesa.
Le ragioni immanenti, nonostante siano state omesse dai mezzi di comunicazione occidentali, sono conosciute. Lo scorso novembre l’aviazione israeliana bombardò la Striscia di Gaza in violazione degli accordi di tregua, Hamas propose una rinegoziazione del controllo degli accessi alla striscia, Israele rifiutò e tutto ebbe inizio. Questa provocazione, sicuramente premeditata, rispondeva ad obiettivi di politica interna e internazionale ben definiti: la rimonta elettorale di una coalizione a rischio; un esercito desideroso di vendicare la sconfitta subita in Libano; il vuoto causato dalla transizione politica negli USA e la necessità di portare a termine un’azione prima dell’insediamento del presidente Obama alla Casa Bianca. Tutto questo è ovvio, ma non ci permette comunque di comprendere l’intelligibile: la sofferenza di una popolazione innocente causata dai crimini di guerra e contro l’umanità commessi con certezza di impunità.
È necessario andare indietro nel tempo. Non al tempo lontano della bibbia ebraica, il più violento e sanguinolento libro mai scritto. È sufficiente ritornare a sessanta anni fa, nel 1948, anno in cui è stato creato lo Stato di Israele. Nelle condizioni in cui è stato creato e poi appoggiato dall’Occidente, la sua formazione è uno dei più recenti (anche se di certo non l’ultimo) atti coloniali dell’Europa. Da un giorno all’altro, 750.000 palestinesi sono stati espulsi dalle loro terre ancestrali e condannati ad una occupazione razzista in modo che l’Europa espiasse il crimine dell’Olocausto commesso contro il popolo ebraico.
Da un’attenta lettura dei testi dei sionisti fondatori dello Stato di Israele si evince tutto quello che, ancora oggi, l’Occidente ipocritamente finge di non conoscere: la creazione di Israele è stato un atto di occupazione e come tale dovrà per sempre affrontare la resistenza degli occupati; non avrà mai pace, qualsiasi riconciliazione sarà solo apparente, una trappola da scoprire (dal momento che, dopo la stipula di ogni trattato di pace, segue una violazione che lo smentisce); per rendere stabile l’occupazione, il popolo ebraico deve affermarsi come popolo superiore destinato a vivere circondato da popoli di razza inferiori, nonostante questo contraddica la certezza che arabi ed ebrei siano entrambi popoli semiti; con razze inferiori è possibile instaurare solo una relazione di tipo coloniale, per la quale la soluzione della creazione di due Stati è impensabile; al posto di questa soluzione, l’alternativa è quella dell’apartheid, tanto nella regione, come all’interno di Israele (da ciò derivano le colonie e il trattamento degli arabi-israeliani come cittadini di seconda classe); la guerra è infinita e la soluzione finale potrà implicare lo sterminio di una delle due parti, con la certezza che si tratterà di quella più debole.
Quello che è successo negli ultimi sessant’anni conferma tutto questo, ma va ben al di là. Nelle ultime due decadi, Israele ha dettato, con successo, la politica nordamericana nella regione, servendosi della lobby ebraica, dei neoconservatori e, come sempre, della corruzione dei leader politici arabi, ostaggi del petrolio e dell’aiuto finanziario statunitense. La guerra in Iraq è stata un’anticipazione di Gaza: la logica è la stessa, le operazioni sono le stesse, la sproporzione della violenza è la stessa; perfino le immagini sono identiche e possiamo quindi prevedere che il risultato sarà lo stesso. E non si è andati molto oltre perché Bush, nel frattempo, si è indebolito. Gli israeliani chiederanno l’autorizzazione agli Usa per bombardare le installazioni nucleari dell’Iran?
É oggi evidente come il vero obiettivo di Israele, la soluzione finale, sia lo sterminio del popolo palestinese. Gli israeliani avranno la percezione che la shoah, di cui il loro vice-ministro della difesa ha minacciato i palestinesi, potrà a loro volta trasformarli in vittime? Non avranno timore che molti di quelli che hanno difeso la creazione dello Stato israeliano oggi si domandino se in queste condizioni – e ripeto, in queste condizioni – lo Stato di Israele abbia il diritto di esistere?
http://www.chomsky.info/articles/20090119.htm
December 27, the latest US-Israeli attack on helpless Palestinians was launched. The attack had been meticulously planned, for over 6 months according to the Israeli press. The planning had two components: military and propaganda. It was based on the lessons of Israel’s 2006 invasion of Lebanon, which was considered to be poorly planned and badly advertised. We may, therefore, be fairly confident that most of what has been done and said was pre-planned and intended.
That surely includes the timing of the assault: shortly before noon, when children were returning from school and crowds were milling in the streets of densely populated Gaza City. It took only a few minutes to kill over 225 people and wound 700, an auspicious opening to the mass slaughter of defenseless civilians trapped in a tiny cage with nowhere to flee.
In his retrospective “Parsing Gains of Gaza War,” New York Times correspondent Ethan Bronner cited this achievement as one of the most significant of the gains. Israel calculated that it would be advantageous to appear to “go crazy,” causing vastly disproportionate terror, a doctrine that traces back to the 1950s. “The Palestinians in Gaza got the message on the first day,” Bronner wrote, “when Israeli warplanes struck numerous targets simultaneously in the middle of a Saturday morning. Some 200 were killed instantly, shocking Hamas and indeed all of Gaza.” The tactic of “going crazy” appears to have been successful, Bronner concluded: there are “limited indications that the people of Gaza felt such pain from this war that they will seek to rein in Hamas,” the elected government. That is another long-standing doctrine of state terror. I don’t, incidentally, recall the Times retrospective “Parsing Gains of Chechnya War,” though the gains were great.
Follows: http://www.chomsky.info/articles/20090119.htm