Se Bolla è gay in Francia, in Italia bullismo e violenza omofoba trionfano.
In Italia, al di là dei problemi finanziari, dei posti di lavoro a rischio, del problema di far quadrare i conti familiari a fine mese, da oggi abbiamo un enigma di ardua soluzione; ancora una volta la Francia ci ha messo in serie difficoltà sul rebus sessuale di una grande star internazionale del balletto classico: Roberto Bolle.
Qualche mese fa, l’étoile scaligera piemontese, ha rilasciato una intervista a Numéro Homme, toccando con il giornalista il tema dell’omosessualità. Parte dell’intervista è oggi su tutti i quotidiani, blog e siti internet, là dove Bolle avrebbe confessato di essere gay ma che in Italia l’ammissione piena non potrebbe accadere per via del cattolicesimo ancora largamente diffuso e praticato. Insomma, il potere della Chiesa necessita riservatezza anche sulle scelte sessuali di un ballerino della potenza e bellezza di Roberto Bolle.
Il fatto è che proprio ieri, la più rappresentativa associazione omosessuale italiana, Arcigay, ha dettato alle agenzie di stampa il proprio plauso al ballerino di Trino Vercellese, invitandolo alla futura manifestazione del “Crossing Kisses”. Da Losanna, dove si trova, Bolle ha replicato, dicendo di provare «rispetto e simpatia» per gli omosessuali, ma che quanto è stato detto è stato «travisato e decontestualizzato», probabilmente a causa del suo zoppicante francese.
Davvero serve sapere e capire se Roberto Bolle ama persone del suo stesso sesso o come lui afferma: «sono questioni mie»? Il fatto è che in Italia, un Paese oramai rimasto all’angolo europeo sui diritti civili verso le minoranze omosessuali, un personaggio pubblico e magari amato, che dichiara la propria omosessualità, fa scandalo e rischia la liquefazione della propria popolarità, come fossimo ancora negli anni oscurantisti dove omosessualità era uguale a devianza e malattia. Meglio la delinquenza a un figlio frocio! Così, nessuno capisce che una dichiarazione di libertà sessuale da parte di un personaggio conosciuto e amato, potrebbe significare coraggio per altri ragazzi e ragazze che vivono nella paura la loro condizione e forse anche una certa, nuova mentalità per i bulli nostrani.
Un tredicenne di Belluno, tempo fa aveva dovuto cambiare scuola a causa degli attacchi feroci da parte dei suoi compagni di scuola e di classe. L’adolescente era stato oggetto dai parte dei suoi compagni, di ripetute offese per una sua presunta omosessualità. Alcuni giorni fa è andato ad una manifestazione sportiva di basket e in pullman, insieme a lui, viaggiavano anche i ragazzi della sua ex scuola. Per tutto il tragitto è stato bersagliato di invettive e contumelie. Non sazi, negli spogliatoi, i ragazzi hanno inzuppato d’acqua lo zaino e gli oggetti del tredicenne che non ha potuto neppure avvisare i genitori, visto che il cellulare era stato reso inservibile.
A Roma, proprio oggi, l’Arcigay ha denunciato l’aggressione di un ragazzo da parte di alcuni componenti della security di un locale nei pressi di Piramide. L’episodio sarebbe accaduto nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. L’uomo, un funzionario pubblico, sarebbe stato fatto oggetto di frasi omofobe e successivamente, 8in una parte riservata del locale, percosso con calci e pugni procurandogli la frattura di un braccio, la rottura di un dente, contusione di alcune costole, tagli sulla testa e sul labbro. L’uomo, lasciato sul marciapiede è stato poi aiutato da alcuni amici che hanno chiamato un’ambulanza e una pattuglia della polizia.
Ora, vien voglia di capire se una estensione della legge Mancino anche per i reati di odio verso le persone omosessuali, potrebbe calmare gli animi delinquenziali di tanti. Io credo di sì!