Quanta ipocrisia, falsità e retorica sullo Stato palestinese, che è ormai chiaro non potrà mai nascere

Tra le altre ipotesi che ho letto in questi giorni riguardo il vero motivo dell’invasione di Gaza e il futuro dell’ormai 60ennale dramma Israele/Palestina trovo che la seguente sia la più realistica: «Sconfitto e umiliato, Hamas resta al potere a Gaza. Forse è questo il vero scopo dell’operazione “Piombo fuso”. Le Palestine restano due, entrambe smilitarizzate, ma ancora senza essere uno Stato. Entro qualche mese il processo di pace iniziato l’anno scorso ad Annapolis, si rimetterà in moto. Israeliani e palestinesi dovranno accordarsi su questioni controverse come le frontiere, la spartizione di Gerusalemme, il diritto al ritorno dei profughi palestinesi e le colonie ebraiche. L’esistenza di due realtà palestinesi, una buona e l’altra che ancora non riconosce l’esistenza di Israele, sarà di grande aiuto ai negoziatori israeliani. Difficile creare uno Stato solo di due Palestine così opposte».
E comunque ormai è chiaro che lo Stato palestinese non nascerà mai.
E forse non ha più molto senso. Da una parte il territorio palestinese è diventato luogo di desolazione, divisione e odio tra gli stessi palestinesi, soprattutto a Gaza, con Hamas che spara volentieri anche agli uomini di Fatah e dell’Anp. Dall’altra parte la mania di chiudersi in un ghetto, in uno Stato comandato a tutti i costi da soli ebrei e possibilmente “ripulito” anche dei quasi due milioni di arabi con cittadinanza israeliana, come per esempio vuole non solo il partito Israel Beitanu ma buona parte del rabbinato, che come tutti i cleri spinge volentieri all’odio e allo scontro. E’ nell’interesse dei palestinesi vivere in un feudo di Hamas o comunque in una sorta di riserva indiana? Non è meglio, a questo punto, diventare cittadini israeliani a tutti gli effetti? Che era poi il sogno dei sionisti alla Judah Magnes e di tutti coloro che si erano accorti, sia pure in ritardo, che la “terra promessa” (?) era già abitata da “altri”.
Errore, quello degli israeliani che vogliono una nuova e definitiva “pulizia etnica”, molto grave e non solo perché tale “pulizia” ricade sotto la categoria dei Delitti contro l’Umanità, ma perché a ben vedere è l’unica vera assicurazione antiatomica di Israele, ammesso che sia vero e non solo strumentale il suo timore di essere “cancellata” a suon di (immaginarie) bombe atomiche islamiche. Anche ammesso ma non concesso che ci sia davvero chi vuole cancellare Israele con le atomiche, vulgata tra le più truffaldine perché tra le più irrealizzabili per mille e uno motivi più volte spiegati nei forum di  altre puntate del nostro blog, il modo più sicuro di scongiurarlo è avere nella popolazione due milioni di arabi, che inoltre aumenteranno di numero. Lanciare atomiche su Israele significherebbe infatti accoppare anche quei milioni di arabi, cioè di musulmani. Eventualità assolutamente impossibile. Anche dal punto di vista islamico, specie se “duro e puro”. Le soluzioni autodistruttive di massa come quella di Masada, che leggendo Gad Lerner ho scoperto essere addirittura atto fondativo dell’identità ebraica, non mi pare abbiano mai fatto parte della realtà islamica e non figurano neppure in nessun suo testo sacro.

Se invece Israele diventasse il solito ghetto, riservato solo e gelosamente agli ebrei e con scarsa simpatia per i “gojm”, cioè per i non ebrei, allora fargli fare la fine di quello di Varsavia sarebbe evidentemente molto più facile. Mi pare talmente evidente che dovrebbe capirlo anche un cretino. Strano non lo capiscano i governi israeliani. Senza contare che nell’era storica della globalizzazione e dei confini sempre più porosi per le migrazioni di massa può fare solo davvero pena qualunque discorso sulla “purezza” di qualunque singola etnia o religione che si mettesse in testa di governare da sola un territorio. Il mondo intero pare sia in festa – forse un po’ troppo affrettata – per l’elezione di un “abbronzato” come Obama addirittura alla presidenza degli Stati Uniti. Se è stato possibile per un uomo che solo 20 o 30 anni fa non sarebbe neppure stato bene accetto e servito in un ristorante diventare presidente della massima potenza mondiale, dove coesistono centinaia di lingue e gruppi etnici tra loro diversi e spesso in conflitto, è chiaro che non ha nessuna giustificazione, nessuna base accettabile la pretesa che un palestinese (o un arabo israeliano) non possa mai diventare ministro o capo di Stato di una Israele terra di pari diritti e doveri per tutti i suoi cittadini senza distinzione di “razza”, etnia, religione, sesso, numero e colore di scarpe. Forse che il pianeta gira in un senso mentre in Israele/Palestina deve continuare a girare in eterno in un altro senso, tutto e solo suo e color sangue?
Ma questo è un argomento su cui in futuro varrà la pena tornare. Per ora osserviamo per quali motivi parlare di Stato palestinese è un po’ come andare a caccia di farfalle sotto l’arco di Tito… Solo che qui non si tratta di farfalle, ma di esseri umani che crepano. E se facciamo i conti dal ’48, temo ci sia da svenire.
Le cartine, dunque. Guardandole da sinistra a destra, le quattro mappe indicano la distribuzione della terra tra arabi-palestinesi (in verde) ed ebrei (in bianco) sull’attuale territorio di Israele:
– la prima nel 1946;
– la seconda nel piano di spartizione dell’Onu nel 1947. Come si vede, l’Onu decise di assegnare alla minoranza ebraica la maggioranza del territorio. Ovvero, di dare alla maggioranza araba-palestinese la minoranza del territorio. Scelta di difficile comprensione, soprattutto – come fanno rilevare vari storici ebrei israeliani – per la maggioranza araba-palestinese. Ovviamente.
– La terza mostra come è cambiata, a vantaggio degli israeliani, cioè a svantaggio dei palestinesi, la situazione dal 1949 al 1967.
– La quarta mostra la miserabile situazione odierna. Come si vede, oltre alla Striscia di Gaza ridotta a meno di un francobollo, uno dei più se non il più densamente abitato al mondo, il territorio della Cisgiordania  è frazionato. I suoi singoli pezzi sono spesso separati tra loro dal famoso Muro.
Stando così le cose, davvero c’è qualcuno, oltre agli illusi, che pensa possa nascere il tanto blaterato Stato Palestinese? E anche ammesso che finalmente nasca, c’è qualcuno, oltre agli illusi, che pensa possa davvero essere considerato uno Stato anziché una barzelletta? Dubito assai che l’Italia sarebbe mai potuta nascere se Garibaldi e i Savoia avessero messo assieme solo qualche piccola toppa dello Stivale. E non credo nemmeno che gli stessi sionisti anti Magnes si sarebbero accontentati dei rimasugli di terra rimati oggi ai palestinesi, visto la piazza pulita che hanno fatto di più o meno 500 villaggi altrui. Per capire meglio come stanno le cose anziché bersi le interessate balle dilaganti sui mass media vale invece la pena leggersi l’ottimo ed esaustivo libro “Palestina: quale futuro? La fine della soluzione dei due Stati”, edito da Jaca Book e recante testi di 13 autori, palestinesi, ebrei e israeliani senza fette di prosciutto negli occhi e pietre al posto del cervello e del cuore. Vi posto un link che riassume brevemente questo libro: http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788816407862/palestina-quale-futuro-la-fine-della-soluzione-dei-due-stati.html .
Poi si può discutere all’infinito di colpe e responsabilità degli uni o degli altri. Ma la realtà storica e territoriale è quella che è. Chi vuole maggiori dettagli può consultare le carte dei link seguenti, con una avvertenza: poiché di norma lo Stato di Israele non è rappresentato per intero, ma solo la parte che contiene le zone palestinesi messe in evidenza, NON si riesce ad avere l’esatta proporzione, che è roba da far cascare le braccia, tra il totale oggi in mano a Israele e gli avanzi rimasti ai palestinesi. Avanzi che si può ulteriormente ridurre facendo in modo che la Striscia di Gaza all’Egitto. Non a caso le cartine di questi link fanno parte di una servizio – della rivista Limes – intitolato “La Palestina impossibile”.
Spero che d’ora in poi chi interverrà su questo tragico e penoso argomento lo faccia con maggiore cognizione di causa e meno cinismo.
http://temi.repubblica.it/limes/avanzi-di-palestina-nella-morsa-di-israele/
http://temi.repubblica.it/limes/il-muro-e-oltre/
http://temi.repubblica.it/limes/lespansione-di-gerusalemme/
http://temi.repubblica.it/limes/lhamastan-sotto-assedio/
http://temi.repubblica.it/limes/i-palestinesi-nella-terra-di-israele/
http://temi.repubblica.it/limes/la-nascita-di-israele/
http://temi.repubblica.it/limes/la-guerra-dei-sei-giorni-e-le-sue-conseguenze/
http://temi.repubblica.it/limes/il-piano-di-ginevra

633 commenti
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  1. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    per Marco Tempesta

    Il Muro dell’apartheid

    Intervista a Paola Canarutto, internista, Ospedale San Giovanni Bosco di Torino,
    coordinatrice di Rete Ebrei contro l’Occupazione.(http://rete-eco.it/) Pubblicato su Va’ Pensiero n° 374 (http://www.pensiero.it/vapensiero/archivio/numero.asp?issue=374)

    Abbiamo letto su The Lancet la sua testimonianza sulle gravi condizioni sanitarie nei territori occupati.
    – Sì… Ero già stata in Cisgiordania diverse volte, ma questa volta ci sono andata come medico, e ho avuto la possibilità di analizzare bene le condizioni sanitarie. Ho preso parte al tour di ICAHD-UK, il gruppo britannico che sostiene lo Israeli Committee Against House Demolitions, l’organizzazione israeliana che si oppone alla demolizione di case palestinesi. Eravamo una ventina di operatori sanitari: tutti inglesi, tranne la sottoscritta.

    Qual è la situazione a Gaza?
    – Non posso raccontarlo per esperienza diretta, perché nella Striscia di Gaza gli israeliani non ci hanno permesso di entrare… Quello che si sa – e parlo di come era la Striscia prima dell’aggressione israeliana di alcune settimane fa, perché ora va molto peggio – è che gli ospedali erano in condizioni disastrose, e che dalla Striscia non era e non è possibile uscire. Nemmeno i malati: i permessi erano e sono centellinati. In realtà – come ha denunciato l’associazione israeliana Physicians for Human Rights – erano negati, fino a quando il malato e i parenti non collaboravano con i servizi segreti israeliani. Malati che volevano oltrepassare il confine per poter essere curati in Israele (a spese dell’Amministrazione palestinese) erano sottoposti ad interrogatorio: i servizi segreti accordavano il permesso solo a quelli che accettavano di spiare nel vicinato.

    In Cisgiordania invece?
    -In Cisgiordania la situazione è certo meno grave che nella Striscia di Gaza, perché a capo della Cisgiordania c’è un partito alleato di Israele. Nel 2006, a vincere le elezioni palestinesi era stato Hamas. Quindi Israele aveva trattenuto gli introiti doganali e dell’IVA palestinesi, mentre la cosiddetta “comunità internazionale” aveva sospeso gli aiuti allo sviluppo. Di conseguenza, scuole ed ospedali avevano chiuso: i dipendenti non erano pagati. In ospedale ricoveravano solo i casi urgenti, come per un parto distocico; negli altri casi, si partoriva a casa.
    Ora che al “governo” (le virgolette sono d’obbligo, perché il potere reale è gestito da Israele) della Cisgiordania c’è Abu Mazen, Israele e la “comunità internazionale” hanno sbloccato i fondi, ma la situazione resta drammatica. Ci sono più di seicento ostacoli al transito, fra blocchi stradali e posti di blocco. Questo, tra l’altro, ostacola ogni sviluppo economico. In un’economia che, in tutto il mondo, è del just in time, chi produce, ad esempio, le suole delle scarpe deve far sì che queste raggiungano la fabbrica in cui queste sono unite ai lacci, ma i posti di blocco rendono tutto lentissimo e imprevedibile.
    In più, Israele si appropria di gran parte dell’acqua delle falde idriche cisgiordane. La carenza di acqua ostacola l’agricoltura, ma non basta: moltissimi olivi sono stati divelti per far posto alla “barriera di separazione” – che non è costruita sulla linea armistiziale, la Linea Verde, ma in Cisgiordania, confiscando così altra terra. In più, verdura e frutta fermate al posto di blocco marciscono al sole.

    Questa situazione paralizza anche l’assistenza sanitaria?
    -A causa degli ostacoli al transito, per il personale sanitario è difficile arrivare al lavoro e per chi sta male è difficile raggiungere un ospedale. In diversi ambulatori, i medici si sono organizzati per garantire un minimo di assistenza, ad esempio per i parti: considerati i tempi eterni ed imprevedibili di attesa ai posti di blocco, la partoriente che cerca di raggiungere un reparto di Ostetricia rischia – come è già avvenuto – di partorire in strada.

    Gli ospedali funzionano bene?
    -Quelli palestinesi sono molto scadenti, se si usa come termine di paragone la sanità italiana. Ma in Cisgiordania vivono due popolazioni diverse: i coloni, solo ebrei e cittadini israeliani, che, come usufruiscono di acqua in quantità almeno cinque volte superiore a quella concessa ai palestinesi, come percorrono autostrade sulle quali ai palestinesi è vietato il transito (questi possono transitare per stradine tortuose e piene di buchi), così utilizzano le ottime strutture sanitarie israeliane. Poi ci sono i palestinesi; per loro le strutture sanitarie, invece, sono fatiscenti: questo si può solo definire apartheid.
    Gli ospedali palestinesi più attrezzati sono a Gerusalemme Est. Ma per entrare nella città i palestinesi che non vi risiedono devono avere un permesso: Israele l’ha proclamata sua capitale, “unita e indivisibile”. I permessi sono centellinati, e gli ospedali di Gerusalemme Est sono quindi difficilmente accessibili.

    E gli altri ospedali cisgiordani?
    -Quelli che ho visto – l’ospedale di Betlemme e quello di Nablus – sono, per i nostri criteri, disastrati. Israele era responsabile della Sanità fino agli anni ’90, fino cioè a quando è stata creata l’Autorità palestinese. Ma di fatto l’Autorità palestinese non ha mai potuto gestire un’economia autonoma e quindi sostenere il proprio sistema sanitario, e Israele ha distrutto tutto quel che poteva durante l’ultima intifada. Le strutture sono fatiscenti, con segni di scarsa manutenzione, e mancano attrezzature per noi di routine, come l’apparecchio per la TAC e il broncoscopio. Per poterne usufruire occorre andare a Gerusalemme; ma, se non si ha il permesso, occorre fare a meno della TAC e della broncoscopia. Le condizioni igieniche sono così scadenti che, a Betlemme, i pazienti stessi preferiscono farsi curare altrove. A questo si aggiunge il problema dei farmaci. Le strutture sanitarie palestinesi hanno una tale carenza di fondi da non poter acquistare buona parte di ciò che servirebbe. I pazienti che possono permetterselo li acquistano di tasca propria; gli altri… ne fanno a meno. Per dare un indicatore di massima, la mortalità infantile palestinese è cinque volte superiore di quella israeliana.
    Le Nazioni Unite stanno facendo abbastanza per garantire gli aiuti umanitari?
    Il problema è politico: le Nazioni Unite, come la cosiddetta “comunità internazionale”, sostengono le politiche israeliane. La guerra fa male alla salute…
    La comunità internazionale sostiene di volere “due popoli, due stati”. Ma dello “stato” palestinese i palestinesi non avrebbero il controllo dei confini, delle risorse idriche, della politica non dico estera, ma nemmeno interna ed economica. In sostanza, li si vogliono chiudere in bantustan, denominandoli “stato palestinese”.
    A Nablus abbiamo parlato con un alto funzionario del Ministero della salute palestinese: è palese lo sforzo di costruire uno “stato” passando anche dalla sanità. Quindi si è stilato, ad esempio, un lunghissimo elenco di farmaci “necessari”, senza occuparsi dei problemi di fondo: chiedere a Israele di restituire le falde idriche di cui si è appropriata, in modo che le comunità che d’estate ricevono acqua anche meno di una volta ogni 20 giorni siano meglio rifornite; rimuovere gli ostacoli al transito e costruire una sanità di base.

    Il suo prossimo progetto?
    -Continuerò a lavorare contro la disinformazione. In Italia, c’è una sola fonte informativa onesta sulle questioni israeliano-palestinesi, ed è Il Manifesto. In tutti gli altri casi, i media seguono la vulgata israeliana e forniscono informazioni assai di parte.
    Noi di Rete-ECO abbiamo un sito internet,(http://rete-eco.it/)
    in cui pubblichiamo le notizie che passano sulla nostra mailing list: riteniamo fondamentale, in primis, proprio informare.
    21 gennaio 2009

    Paola Canarutto lavora all’Ospedale San Giovanni in Bosco di Torino. Coordina in Italia la Rete Ebrei contro l’occupazione, gruppo italiano che fa parte di European Jews for a Just Peace.

    La lettera sul Lancet
    Worth D, Metcalfe S, Boyd J, Worrall A, Canarutto P. Health and human rights in the Palestinian West Bank and Gaza. The Lancet 2009.

  2. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Ricreazione

    Un commento a mio avviso simpaticissimo, che dice cose serei in tono scherzoso: è di God, storico frequentatore del Bds, che – credo non a caso – “nella sua riflessione a voce alta” ci tiene a sottolineare la sua origine ebraica…

    Gaza dolce Gaza
    Non so se avete notato, ma c’è un grosso casino attorno alla striscia di Gaza. È un fatto più unico che raro, dato che solitamente quella zona, come tutti sappiamo, è considerata una specie di “buen retiro” più tranquillo di una pensione sulla costa californiana, e infatti è principalmente abitata da ricchissimi anziani tedeschi e svizzeri, che vengono lì per godersi un meritato riposo, all’ombra degli ulivi e col bel mare davanti. E poi il clima è assolutamente ideale. Ora questo piccolo paradiso è sotto una tempesta di merda.
    (Fossi in te continuerei a leggere. O almeno dai un’occhiata, che c’è pure una foto di Eva Grimaldi.)

    Dal 2001 si ripete lo stesso scenario di azione-reazione, che alla fine stufa i telespettatori, sarebbe ora di chiedere agli sceneggiatori un guizzo di originalità. Dev’essere l’effetto F4, detto anche “basito in automatico” ben descritto nella serie “Boris”. A un attacco di potenza 1 si risponde con un attacco di potenza 10. Siccome una banda di stronzi dementi abbatte due torri, io ti cancello due Paesi dalla cartina geografica. Magari mi dimentico di cancellarli dalla realtà (vedi dopo), ma insomma comunque faccio un casotto madornale. Non dico che quel che gli israeliani si beccano in testa quotidianamente siano petardi e tric-trac. Ma insomma non se li beccano quasi mai in testa, perché quando vedono che arriva un razzo generalmente si scansano. Poi a volte uno se lo becca in testa e muore. Allora gli altri si incazzano e fanno fuori cento palestinesi, con un missile solo. Questi cento morti sono equamente divisi in a) terroristi; b) vecchi; c) donne; d) bambini; e) uomini disoccupati; f) lavoratori precari; g) pecorella (al singolare, perché ogni missile israeliano è programmato per uccidere una sola pecorella). Il programma del missile è basato su logaritmi molto complicati che solo Chiappalupi potrebbe spiegare, e non perché Chiappalupi ce lo sa, ma perché ce lo ha descritto con tanto di grafici e disegnini Altamante Fruzzetti. Ma alla fine è solo un programma, e perché il programma funzioni è necessaria la partecipazione di tutti, in primis dei palestinesi. Mica basta pigiare il tasto F4. Se il missile fa i suoi cento morti previsti ed equamente divisi nelle categorie suddette (e ho omesso le sottocategorie, ma Chiappalupi o meglio Fruzzetti assicurano che ci sono), il motivo è semplice: i palestinesi, contrariamente agli israeliani, non si scansano. Mai.

    I palestinesi sono un po’ scemi.
    Però anche loro hanno delle qualità. Ad esempio.
    La striscia di Gaza ha smesso di essere il luogo ultrasicuro e tranquillo dove tutti sogniamo di andare a vivere in pensione perché i palestinesi se lo sono meritato. È una cosa che dicono gli esperti, non dico esperti quanto Altamante Fruzzetti, ma comunque esperti, di certo più di Chiappalupi, per intenderci.
    I palestinesi se lo sono meritato. Ed è giusto che sia così, secondo me. È una regola che vale per tutte le cose. Non è che vuoi una cosa e subito ce l’hai, questo lo credono i bambini. Poi diventi grande e allora impari che se vuoi una cosa, qualsiasi cosa, te la devi meritare. Lo vuoi un gelato al pistacchio? Te lo devi meritare. Lo vuoi un avanzamento di carriera? Te lo devi meritare. Ti piacerebbe ritrovarti con il tetto sfasciato da un missile che finisce direttamente nella stanza dove dorme tuo figlio dimodoché devi rifare il tetto e un altro figlio perché quello di prima non andava bene? Telodevimeritare. (E secondo me, un po’ se lo deve meritare anche il figlio, perché in famiglia ciascuno deve fare la sua parte.) Cioè, non è che le cose piovono dal cielo. I missili sì, ma qui mi si lingua la impasta e non so più a che metafa appendermi.
    Comunque sapevatelo: gli italiani hanno parecchio da imparare dai palestinesi, in materia di meritocrazia. Infatti Brunetta ha già previsto un viaggio di studi, con full immersion (e le malelingue già si scatenano, su questa immersione; fortuna che Veltroni apre subito il dialogo e pacifica gli animi dicendo che “Brunetta fa le immersioni nella realtà palestinese ma anche nel mare blu, e noi ci batteremo per ottenere risultati su ambedue i fronti, sempre con il pensiero rivolto agli italiani che faticano a tornare all’inizio del mese”).

    Quindi i palestinesi se lo sono meritato. Io questo l’ho letto, giuro che l’ho letto. La cosa è opinabile, ma a me sembra soprattutto espressa in modo maldestro. È un’opinione, e le opinioni sono sacrosante, mentre il ragionare è blasfemo, lo ha detto pure il Papa l’altra sera al bar Settimiano. Però secondo me l’opinione sarebbe stata più convincente (l’opinione ha sostituito gli argomenti, non so se celosapevate, comunque sapevatelo, ora si convince a colpi di opinione) se fosse stata formulata nel modo seguente: “Hamas se lo è meritato”. Però sono quisquilie, perché in fin dei conti Hamas è stato votato dai palestinesi, e quindi quel che si merita Hamas se lo meritano pure i palestinesi, che infatti pare siano felicissimi di meritarsi tutto questo ben di Dio. La democrazia, lo dice da sempre il nostro Presidente del Consiglio Berlusconi, comincia e finisce il giorno in cui vai a votare. Se voti, è democrazia. Poi se voti Berlusconi è pure meglio della democrazia, ma non complichiamo. Democrazia=elezioni e basta, sapevatelo, razza di asini ignoranti. Perché poi i palestinesi della striscia di Gaza abbiano votato Hamas, questo non ci interessa, siamo reduci dall’indimenticabile omelia del Papa al bar Settimiano, il sapere è blasfemo, e quindi credo quia absurdum est, che in italiano vuol dire una mela al giorno leva il medico di torno e vai pure in discoteca con Eva Grimaldi. E comunque con Hamas non si parla, anche perché nessuno capisce la loro lingua del cazzo, e non si può passare il tempo a fare full immersion di qua e di là, non c’è mica solo la striscia di Gaza da visitare, ci sono anche Capri, Acapulco e Bangkok, in tempi di crisi solo l’industria del turismo potrà salvarci, altro che God e God. E poi quelli di Hamas sono antipatici. Pare che ci vogliono ammazzare tutti. E lo dicono pure.

    Un altro antipatico, ma molto, è Ahmadinejad. Infatti a me Ahmadinejad non piace. È pure brutto, tra l’altro. Ogni volta che mi telefona e dice: “Ti va un grappino dopocena al Settimiano?”, io ci rispondo: “No, grazie, per stasera passo, perché devo ancora smaltire la sbornia di ieri sera col gaffeur e il Papa”. Dico così perché non mi piace offendere nessuno, ma in realtà è proprio che non mi va, sarà che sono ebreo e Ahmadinejad dice che vuole ammazzare tutti gli ebrei, è chiaro che non gli piacciono, ciascuno ha le sue idiosincrasie, io ad esempio non sopporto le persone a cui puzza l’alito, e li vorrei non dico ammazzare ma almeno obbligare a fare i gargarismi quotidiani col botot o ad andare dal dentista o a mangiare meno aglio o insomma comunque a occuparsi della questione molare, come direbbe quell’imbecille del fratello gemello di Fruzzetti. Comunque e quand’anche, Ahmadinejad non è proprio l’ideale, come amicone, infatti preferisco il Papa, anche se quando beve troppi grappini si mette a parlare in tedesco e io non parlo il tedesco, scusami pardòn.
    Ahmadinejad è come Hamas: nun ce se pò parla’. E quindi giù bombe, secondo lo scenario descritto sopra. Si cancella tutto: Irak, Afghanistan, Libano, striscia di Gaza. Poi come dicevo non si cancella niente ma si fa solo un gran casino, e in tutto ‘sto casino finisce che gli arabi si annoiano, perché è sempre la stessa storia, e a furia di meritarsi tutte queste belle cose, finiscono per dirsi che gli piacerebbe meritarsi pure altro, magari più bello. Non sono mai contenti, gli arabi: gli dai una mano, e si prendono tutto il braccio. Dev’essere la frenesia dei consumi. Dev’essere che nei Paesi che dentro ci sono questi arabi non c’è la crisi. Infatti Tremonti ha già previsto una full immersion con triplo salto mortale e piroetta “a bomba” nel Golfo Persico per sondare le acque e il polso della situazione con Rolex incorporato nel succitato polso.
    Allora le cose vanno così: noi (perché pare che quelli che lanciano i missili sono “noi”, che decidiamo chi se li merita e chi no, perché un metro deve pur esserci, e siccome abbiamo grossi missili che vanno molto lontano, noi abbiamo il kilometro di giudizio, come il dente, per restare in alitudine), noi, dicevo, sparacchiamo migliaia di missili, facciamo bum bububum bububum e ammazziamo un sacco di gente che se l’è meritato, diciamo che su uno che ci ammazzano loro (noi ci meritiamo poco, siamo una civiltà in crisi), gliene ammazziamo cento. E gli chiediamo di non scansarsi, perché non vale. Sennò che gioco è?
    Quel gioco si chiama guerra. Ne abbiamo fatte quattro, negli ultimi anni: Afghanistan, Irak, Libano, Georgia. Le abbiamo perse tutte. Vabbe’, l’importante è partecipare, però le abbiamo perse tutte comunque. Roba da serie C, da Paulinho Cotechiño. Certo, la cosa fa incazzare. Come se per sette anni di seguito il Brasile di Pelé perdesse dieci partite consecutive contro l’ A.S. Pizzighettone under 18. Mo’ pare che i bookmaker inglesi diano perdente pure Israele, in questa partita in corso. Ma secondo me i bookmaker non c’imbroccano mai. E comunque se Israele perde, è tutta colpa dell’arbitro cornuto. Con Collina certe cose non sarebbero mai successe. Voglio vedere il replay.
    Ora, ogni volta che perdiamo una guerra, la vince Ahmadinejad. Nel senso che Ahmadinejad ci mette tutto il suo stipendio, in tasca ai bookmaker. E ora è ricco sfondato e gira in SUV, bastardo del cazzo. Secondo me qui c’è di mezzo la mafia. Hanno truccato tutte le partite. Altro che Sky.
    Ricapitolando. Irak, 1 a 0 per Ahmadinejad. Afghanistan, 1 a 0 per Ahmadinejad, Libano, 1 a 0 per Ahmadinejad. Fanno 3 a 0. Se gli allibratori (che non sono i coccodrilli, anche se li confondo sempre quando mi si bagnano gli occhi di lacrime, come direbbe il caimano) azzeccano pure l’ultimo pronostico, “noi” perdono pure il derby contro Gaza. 4 a 0.

    Di solito, quando uno fa una guerra a un altro quattro volte di seguito, sbagliando sempre allo stesso modo, sarà meglio cambiare strategia o chiedere consigli a Trapattoni. Di solito, quando uno fa una guerra a un altro e la perde, gli tocca parlare con chi ha vinto. Forse quando ne hai perse quattro è quattro volte più vero, ma forse no, forse, come diceva uno coi baffi grossi così “quel che non ti uccide ti rende più forte”, e quindi dai e dai, capace che a furia di perdere tutte le guerre possibili immaginabili siamo diventati invincibili, come Batman. Io non lo so, bisognerebbe chiedere l’opinione convincente degli strateghi. (No, Scroto: il baffone non è Stalin, non mi rompere e famme fini’ de parla’. No, nun me lo ricordo chi era, magari John Lennon.)
    E invece no. Son tutte regole nuove, perché se di tanto in tanto non cambi le regole sono i telespettatori che cambiano canale perché gli viene la biocca, e i telespettatori devono guardare Rai o Mediaset, Al-Jazeera non datur. Quindi, nell’attesa che ci si decida una buona volta a sostituire l’arbitro cornuto con il replay, abbiamo cambiato la guerra. Ora, sapevatelo: quando facciamo la guerra e perdiamo, siamo noi che dettiamo le nostre condizioni al vincitore. La guerra è un gioco per bambini, alla fine è solo un passatempo: “Devi capire Israele, fra poco ci sono le elezioni, e il Governo era obbligato ad agire perché sennò vince Netanyahu”. Cioè, la guerra non è più l’ultima ratio, che in italiano vuol dire meglio un uovo oggi che una gallina domani. No, è una non stop televisiva, come il calcio d’estate. Ci sono le elezioni fra un mese, quindi guerra totale. Per coprire il palinsesto. La guerra è un gioco per bambini, poi si passa alla roba seria, che si chiama politica internazionale.

    Quindi, riassumendo. In guerra c’è chi vince e chi perde. E vabbe': c’est la vie, come dice sempre un mio amico. Poi si passa alla politica (nelle nuove regole l’ordine è questo, la politica è l’ultima ratio, che in italiano si pronuncia razio, ma non è il Papa ubriaco e neppure il missile che forse, magari, chissà, un giorno finiremmo col meritarci pure noi, se proprio ce la mettiamo tutta e uniamo le risorse e affrontiamo coraggiosamente il futuro senza guardare in faccia a nessuno). E quando si passa alla politica chi ha vinto la guerra non conta un cazzo. Chi detta le condizioni è il più simpatico. Noi abbiamo perso (almeno) tre guerre contro Ahmadinejad in sei anni, ma con Ahmadinejad non parliamo perché è antipatico. (E poi è brutto, diciamoci la verità.)
    Tutto chiaro?
    Ahmadinejad pare dica che non è proprio così chiaro. Ma se continua a non capire glielo spieghiamo meglio. Però se la deve meritare, la nostra spiegazione. E siccome siamo stati così chiari in Afghanistan, Irak, Libano e striscia di Gaza, e siccome al confronto l’Iran è una piccola dittatura sudamericana tipo Panama sotto Noriega, dovrebbe andarci ancora meglio di prima, commettendo esattamente gli stessi giustissimi errori.
    Poi c’è chi dice che l’Iran è una nazione, tipo di quelle toste, che persino i dissidenti più agguerriti e magari in esilio, se sapessero che laggiù gli iraniani si stanno meritando le stesse belle cose che si sono meritati i palestinesi, magari persino loro nel loro piccolo s’incazzano, mentre dovrebbero ringraziarci, perché noi tutte queste fatiche le facciamo tutte per loro, che gli vogliamo bene e gli vogliamo regalare la democrazia, che è quella cosa che un giorno uno vota per meritarsi altre bellissime cose nuove. Ma pare che siano dicerie, roba blasfema da intelligence, che in inglese significa malelingue. Sono gli stessi che dicono che in Iran si vota già, non proprio come da noi che ci meritiamo Berlusconi, loro sono un Paese di sfigati mica possono avere tutto subito, ma comunque dicono che si vota, laggiù.
    Però io mica ci credo.

  3. alex
    alex says:

    @ Emmettì (44)
    Occhio, è riduttivo ricondurre tutto ad una mera disputa in merito all’estensione dei confini, anche se un’occhiata seppure distratta alle differenze tra le cartine Stage 1 e Stage 2, in termini di assegnazione del territorio, un piccolo indirizzo alle riflessioni dovrebbe darlo.

    Oltre a criticare l’estensione dei confini assegnati allo stato d’Israele, i palestinesi hanno da sempre denunciato che nella partizione a favore d’Israele rientravano la parte essenziale delle terre costiere coltivabili (un terzo della costa mediterranea che comprendeva quasi del tutto le zone di produzione degli agrumi) e l’80% dei terreni cerealicoli; inoltre il tracciato di frontiera previsto portava ad inglobare la gran parte dei villaggi ebraici all’interno dello Stato ebraico, mentre ciò non si sarebbe verificato per quanto riguardava la maggior parte dei villaggi arabi (e da qui arrivano le risposte attinenti alla questione profughi, soltanto palestinesi e mai israeliani ed alle campagne di “annessione” da parte dei coloni israeliani).

    Un’altra delle critiche riguardava il fatto che lo Stato palestinese non avrebbe avuto sbocchi sul Mar Rosso (il da Lei sottovalutato deserto del Nègev) e sul Mar di Galilea o lago di Tiberiade (quest’ultimo la principale risorsa idrica della zona).

    Peraltro gli stati arabi promossero un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia, sostenendo la non competenza dell’assemblea delle Nazioni Unite nel decidere la ripartizione di un territorio andando contro la volontà della maggioranza (araba) dei suoi residenti, ma il ricorso fu respinto.
    – – – – – – – –
    p.s.: “…allora io parlo al vento…”.
    Caro Tempesta, come ha scritto qualcuno, nomen omen! :o)

  4. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    @ Lisander

    da un po': ma è un vero mortorio… God e Astolfo sono gli unici che ancora un po’ la animano…

    tra l’altro, il post arriva direttamente dal blog di God, che lo ha linkato in Barberia nel corso di una baruffa con Astolfo, che -come Magdi Allam – quando si parla di Israele è più realista del re…

  5. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,

    prendo atto come sempre della “realistica” coscienza dei “produttori ” friulani (tutti e a diverso titolo), della minaccia incombente a parti del corpo particolarmente sfruttate ultimamente !
    Nel medesimo istante , mi rende particolarmente “felice” riprendere la conversazione in Italy,dopo una breve “divagazione”.

    Perciò ti voglio raccontare di un” fatterello” a me successo , pochi giorni fa.
    L’altro giorno “riordinando” la mia piccola biblioteca, su uno scaffale in alto, “dimenticato da Dio e dagli Uomini”, ma non dalla polvere è scivolato sulla mia “fronte”(poco spaziosa), un libro dal titolo “altisonante” : La concezione materialistica e dialettica della storia”.
    Oltre al bernoccolo, curato con un “borsa del Ghiaccio” di quelle rompi e usi(con allegato gridolino di Karate) ,frutto di avanzata tecnologia impostasi ormai da tempo, come Paolo, (fulminato sulla via di Damasco),ho deciso di rileggerlo, ed avendo negli anni dalla prima lettura , maturato studi che hanno svariato in tutte “direzioni”,mi accingo ora per sfizio a tentare di confutarlo “fino alle radici”.
    Credo ,che tra un paio di generazioni, forse riuscirò a raggiungere l’agognata meta.
    Purtroppo nel frattempo ho scoperto che ultimante “insospettati ed insospettabili” estimatori si sono accinti a diventarne “estimatori”,come il buon Tremonti ed altri, soprattutto per le considerazioni economiche “contenute ” in nuce,ovviamento non certo per le conseguenze politiche.
    Io comunque non tremo, davanti a questo compitino,e imperterrito andrò avanti..nel frattempo sicuro che “menti” certamente più “acute” delle mie “spiegheranno” le racidi della “crisi” odierna preannunciando quando finalmente finirà e le sue dimensioni “globali”.
    Non mi farò distrarre da sirene di alcun tipo in quest’opera di confutazione indefessa ,poichè ho “fede” e la mia fede si basa su un’unica certezza che i primi due fattori” tempi della crisi “e “dimensioni”,sono in corso di accertamento, ma di sicuro la decisione su chi la pagherà è già stata presa e questo è per il momento l’unico dato certo.(uno su tre ,fa comunque ben sperare).

    Nel frattempo ,impegnato sono impegnato, come “non mai ” a spiegare al “salumaio” sotto casa che non ha nulla temere…
    L’uomo è convinto che questa “marea” di cassi integrati li dovrà pagare lui con le tasse.
    Io, invece a spiegargli ,che negli ultimi anni ,ci sono stati colossali attivi tra il versato (imprese e lavoratori)all?Inps dell’ordinedi anno in anno di qualche miliardo di Euro.
    Il tapino ,..usa infatti il SOLE 24 ore per incartarci il salame.
    Di sicuro, questi “avanzi di cassa” ,sono ben custoditi e serviranno all’uopo.

    Poi, ancora, gli ho spiegato per esempio di non temere ,che se la Siderurgia ” è ferma ,in una logica del tutto banale ,riprenderà, e se non faremo più auto,magari useremo l’acciaio per fare “case antismische”,perchè esiste appunto una logica in questa società …(sembra essersi tranquillizato).

    Nel frattempo sono sicuro che la discussione tra Veltroni e la Binetti sul colore del cilicio da indossare e l’interessante diatriba tra Ferrero e Vendola , sul fatto che bisogna avviare un processo per trarre delle conclusioni o se invece non sia invece il caso di partire da alcune conclusioni per avviare un processo, continuerà ad attrarre “milioni di Italiani”.

    Ti saluto quindi, dalle dentate e scintillanti vette da dove i camosci stanno scendendo a valle alla ricerca del cibo.
    Per fortuna sono pochi,quasi come gli Indiani”nelle riserve e non danno un gran fastidio.
    E poi che dire,…. un pò di selezione non guasta.

    Tuo bernoccolato in via di guarigione

    cc

  6. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Una buona notizia

    Eluana, sì al ricorso anti -Lombardia
    Annullato provvedimento con cui la Regione negò al personale sanitario di interrompere l’alimentazione

    MILANO – Su Eluana i giudici danno ancora una volta ragione a Beppino Englaro. Il Tar lombardo ha accolto il ricorso del padre della ragazza in coma irreversibile da 17 anni e ha annullato il provvedimento con il quale la Regione Lombardia, il 3 settembre scorso, ha negato la possibilità a tutto il personale sanitario di interrompere l’alimentazione e l’idratazione artificiali a Eluana. La Regione, ha commenta il legale di Beppino Englaro, Vittorio Angiolini «dovrà indicare una struttura sanitaria idonea, dove eseguire il decreto che dispone l’interruzione dell’idratazione e alimentazione forzata per Eluana Englaro. Lo stabilisce la sentenza del Tar, che ha accolto in pieno le nostre richieste», ha detto Angiolini.

    «RIFIUTARE LE CURE È UN DIRITTO ASSOLUTO» – « Il diritto costituzionale di rifiutare le cure – scrive il Tar della Lombardia nella sentenza che ha accolto il ricorso di Beppino Englaro -, come descritto dalla Suprema Corte, è un diritto di libertà assoluto, il cui dovere di rispetto si impone erga omnes, nei confronti di chiunque intrattenga con l’ammalato il rapporto di cura, non importa se operante all’interno di una struttura sanitaria pubblica o privata». «Conformandosi alla presente sentenza – si legge ancora – l’Amministrazione Sanitaria, in ossequio ai principi di legalità, buon andamento, imparzialità e correttezza, dovrà indicare la struttura sanitaria dotata di requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi tali da renderla “confacente” agli interventi e alle prestazioni strumentali all’esercizio della libertà costituzionale di rifiutare le cure, onde evitare all’ammalata (ovvero al tutore e curatore di lei) di indagare in prima persona quale struttura sanitaria sia meglio equipaggiata al riguardo».

    L’ITER – Il provvedimento della Lombardia è stato impugnato da Beppino Englaro con riserva di chiedere la sospensiva (sospensiva chiesta infatti lo scorso 31 dicembre). Giovedì scorso, davanti alla terza sezione del Tar, si è tenuta l’udienza camerale che inizialmente doveva appunto riguardare le richiesta di sospensiva. Ma su richiesta del professor Vittorio Angiolini, legale di Englaro, e dell’avvocato Franca Alessio, curatrice speciale di Eluana, i giudici hanno deciso di entrare nel merito della vicenda e, con giudizio breve, emettere una sentenza, relativa alla richiesta di annullamento dell’atto amministrativo della direzione generale dell’assessorato alla sanità.

    «SODDISFATTO» – «Non posso che essere soddisfatto» è stato il commento del padre di Eluana sulla sentenza del Tar. Beppino Englaro non ha voluto aggiungere altro. L’autorizzazione alla sospensione del trattamento vitale era stata data lo scorso 9 luglio con un decreto dei giudici della Corte d’Appello di Milano.

    26 gennaio 2009

  7. alessandro
    alessandro says:

    per tutti:
    credo che per capire veramente alcuni problemi di oggi
    non si debba ragionare secondo categorie stabilite che si riducono
    poi soltanto a delle prese di posizioni piu’ o meno radicali.
    Poiche’ noi viviamo nell’ eta’ della tecnica l’ uomo non e’ piu’ abituato a Pensare che secondo l’etica del dominio.
    Ora, chi condanna l’etica del dominio lo fa utilizzando
    categorie che il dominio stesso gli fornisce.
    Cosi’ l’uomo veramente morale si troverebbe costretto a usare
    comunque quelli che sono i principi base della cultura occidentale
    (prima eta’ della religione,poi della psicologia, ora della tecnica)
    che poi sono il principio di causalita’ e di non contraddizione.
    Ci si trova,quindi, nell’ ottica di dover sempre giudicare qualcuno o qualcosa secondo quei principi;ovvero a dire cosa
    e’ buono e cosa non buono
    cosa e’ verita’ e cosa e’ menzogna.ecc.ecc.
    I nostri meccanismi mentali sono sempre gli stessi.
    Quando trionfava l’eta’ della religione c’era il bene(dio)
    e il male(il diavolo o l’uomo che peccava);
    con certa filosofia e psicologia e’ iniziata una nuova eta’ ma la categoria di base era sempre la stessa(il bene uguale a essere normale, il male a essere malato;oggi , con l’eta’ della tecnica lo stesso(il bene e’ l’essere funzionale,il male e’ non esserlo).
    Chi condanna queste distinzioni lo fa mantenendo altre distinzioni:ad ogni modo , ha una visione dualistica delle cose
    che non potra’ realmente cambiare le cose.
    Forse bisognerebbe capire che la Ragione che pone il dualismo
    e’ sempre sbagliata perche’ scegliendo categoricamente
    ignora l’Apertura,il Sacro, il Simbolico.
    Perche’ ho fatto questo discorso?
    Cosa ho voluto VERAMENTE dirvi?

  8. alessandro
    alessandro says:

    Per Controcorrente:
    Credo che quel libro(interessantissimo) sia stato gia’ confutato
    da un certo tipo di pensiero filosofico che ,pur ritenendo importante la storia, vi ha inglobato quella che qualcuno ha chimato “funzione trascendente”.
    O no?

  9. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,
    dimenticavo…..oggi il quotidiano..,permessomi dalle mie finanze è stata L’Unità….ieri la Stampa, l’altro ieri ieri la repubblica a rotazione…
    Oggi il “flosofo” Staino in una vignetta fa dire al figlioletto…Berlusconi invita a NON leggere l’unità il Padre ovviamente con due borse della spesa risponde Meno male!Se invitava a leggerla avermo chiuso..”

    sarà perchè il filosofo prende magari una quota di paghetta,sarà perchè magari a berluscoz(Iil parente..ti ricordi..)sta sulle palle il Soru,…ma magari chessò una piccola luce nelle tenebre…poichè di una cosa sono sicuro che funziona ormai ,…gioco di rimessa , ovvero quando mi dicono di fare una cosa io faccio l’opposto ….guarda mi è quasi sempre andata bene…pensa se buttavo la liquidazione in “derivati”…

    ciao ,neh !!!
    cc

  10. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Alessandro,
    ed infatti di trascendenza in trascendenza io spero di confutarlo definitivamente in un paio di generazioni ,come già detto, quando il mio spirito riuscirà finalmente a vedere la Storia delle IDEE nella sua più totale completezza, ovvero quando finalmente Libero dalle mie costrizioni materiali , riuscirò finalmente a comprendere tutti i pensieri espressi da tutta l’umanità in toto…
    Non temere pechè sarà mia cura fare un “suntino” del tutto e comunicarlo…….

    cc

  11. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ma che dici….? Secondo te uno fa la guerra e conquista i territorio del vicino???? Che siamo nel 1800??? P.F.
    ————-
    Perchè, quando si fanno le guerre, le si fanno solo per conquistare la coppa? O per cos’altro?
    In ogni caso, i giochi sono ora aperti sull’utilizzazione dei soldi della ricostruzione. Staremo a vedere quale altro casino ne verrà fuori.

  12. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Svelato il segreto…della Ingrid…

    L’uomo è indiscutibilmente Giovanni Pautasso,,l’ho riconosciuto..!!

    cc

    Come faccia non lo so, l’altro giorno era nel riflesso degli specchi quando B16 ,ha pronunciato l’ultima Omelia…trovate l’immagine e gurdate il negativo..troverete due “aure” quantomeno…!!

    cc

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Parliamo di figa, che è meglio, così facciamo contento Uroburo.
    A parte il taglio degli occhi un po’ ‘polacco’, la Carla Bruni è una ‘Marianna’ perfetta.
    Un mio amico, top model internazionale negli anni ’80, ci ha lavorato insieme diverse volte e non ne ha una buona opinione. Sarà, ma ieri è stata l’unica volta che ho invidiato Sarkozy.

  14. alessandro
    alessandro says:

    Per Controcorrente:::::::::::::::
    L’ironia ha forse una funzione di “rallentamento”:serve per non
    far esplodere il non senso:tutto sommato e’ una forma di cautela e serve per vivere(per vivere come?).
    Comunque……..il desiderio di vedere la Storia delle idee nella piu’
    totale completezza(ecc, ecc,) e’ solo un desiderio
    perche’ l’ Assoluto delle cose non c’e’
    e se ci fosse non potrebbe nemmeno essere comunicato.
    Dietro alla Storia c’e’ il Simbolo che e’ un’immagine incomunicabile.

  15. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Finalmente un poò di saggezza in questo Blog…..
    Marco tempesta…torna alle origini…e come fazio “con le bave alle bocca” incantato dagli occhi celestiali e penetranti della Carlà,si lacsia commuovere e pensa materialisticamente ad altre parti !!!

    Un “pochito” di ironica non guasta mai !

    cc

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Alex:
    “Un’altra delle critiche riguardava il fatto che lo Stato palestinese non avrebbe avuto sbocchi sul Mar Rosso (il da Lei sottovalutato deserto del Nègev) e sul Mar di Galilea o lago di Tiberiade (quest’ultimo la principale risorsa idrica della zona).”
    ——–
    La parte occupata dai palestinesi prima della situazione attuale, AFFACCIA bene sul lago di Tiberiade. Per quel che riguarda l’accesso al Mar Rosso, il diritto di accesso sarebbe stato più logico che fosse ceduto ai palestinesi dalla Transgiordania, di regola abitata da palestinesi e non da giordani. Sta di fatto che il deserto del Negev era terra del tutto abbandonata, prima dell’arrivo dei coloni israeliani.
    In quanto all’acqua, è un problema oggi perfettamente risolvibile con i dissalatori, come hanno fatto altri stati arabi. Si tratta di fare accordi con la Giordania per l’accesso al Mar Rosso, se proprio non si vuole creare una contiguità territoriale con la costa mediterranea.
    Piuttosto, mentre nella primissima spartizione c’era una certa contiguità nei territori, ora la contiguità bisognerebbe ricrearla e sarà certo uno dei problemi più grossi da affrontare.

  17. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro alessandro,
    tu scherzi,ma essendo io,un collezionista di libri ,ho la fortuna di avere una delle poche edizioni scritte di suo pugno da Karl marx in persona del testo originale….
    Essendo il medesimo edito in appena poche centinaia di copie, almeno posso dire con certezza che essendo il medesimo edito nel 1848 ,già marx aveva chiaro intesta prima dell’analisi il “percorso”.
    E? questa è la base storica da cui parte la mia confutazione…

    Se volete potete scrivermi per “consultare de visu il manoscritto quasi originale….
    Sono disposto ad ospitarvi…
    E? un’occasione unica….!!
    cc

  18. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Ps- non temere Alessandro, per la mia salute, io vivo, come vive il mio salumaio la sylvi , uroburo,nicotri e marco tempesta e …perbacco forse coem vivi anche tu..fino a prova contraria…!!

    cc

  19. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Errata corrige:La parte occupata dai palestinesi prima della situazione attuale, AFFACCIA bene sul lago di Tiberiade.
    ——–
    No, è giusto, la parte a nord era stata assegnata ad Israele. Mi ha ingannato una linea di separazione.

  20. Sylvi
    Sylvi says:

    x Pietro Falco

    x la completezza dell’informazione.

    Giorni fa associazioni di fondamentalisti cattolici avevano “ingiunto” all’Arcivescovo di Udine di “stigmatizzare” la Casa di Cura La Quiete perchè disponibile ad accogliere Eluana; e di “punire”esemplarmente quei preti che a Natale avevano sottoscritto un documento,” del vivere e del morire” dove, fra l’altro (a memoria), affermavano che l’uomo ha diritto di disporre della sua vita quando questa fosse diventata intollerabile.

    Il Prelato ha risposto seccamente che lui non intende scomunicare nessuno. Crede nel dialogo e nel confronto.

    Speriamo sia giunta l’ora del silenzio!
    Sylvi

  21. Il  Compagno
    Il Compagno says:

    Ancora una volta, in campagna elettorale berlusconi (lo è da 15 anni,con conseguente sfascio del Paese senza governo) usa la calunnia e la diffamazione contro i suoi avversari.

    Fà uso della mostruosa macchina di diffamazione che sono le sue TV e i suoi giornali per creare campagne diffamatorie: lo ha fatto con Prodi, con Fassino, contro giornalisti e giudici. Ora lo fà contro Soru.

    Soru l’ha querelato, ma berlusconi è protetto dal Lodo Alfano: può oltraggiare, infamare, compiere qualsiai crimine: è impunito.

    Soru è disarmato davanti alla propaganda mostruosa dei media padronali e alle leggi capestro ad personam. Ma ha dalla sua la forza dell’onestà, della determinazione, del coraggio.

    Che vincano per il futuro dell’Italia, per uscire dal tunnel sottorraneo senza uscita che è l’Italia berlusconiana.

  22. alessandro
    alessandro says:

    Per Controcorrente:
    Fortunatamente tu non hai letto il mio post 59………quindi non mi hai capito………o non hai voluto……….
    Non so gli altri ma io non vivo come te…….ecc.ecc, semplicemente
    perche’ “Io e’ un Altro”.

    P.S.
    Io non scherzo.

  23. ber
    ber says:

    Ciao CC,
    Le case non le possiamo fare in acciaio,troppo costose,le facciamo in polistirolo,con una rete metallica per tenere l’intonaco da ambo le parti,…sisparmiamo e ricicliamo l’imballaggio.
    Circa l’inps hanno gia’ mangiato tutto,…il tuo salumaio e’ preoccupato a ragione…quello che c’e’ e’ per le categorie protette,…il resto social card fasulle.

    Ti ricordi la rete che avevano messo per i lavori sul mare,
    di fronte al tuo albergo,…la rete e’ stata tolta e i lavori finiti,…
    il vice con la giunta va avanti,…a giugno vedremo per le elezioni.

    Riparto per Roma,ho in corso a Tor Vergata una discussione
    con un professore di fisica che mi ha deto testualmente:
    La fisica la conosciamo solo in tre,io,Einstein e Dio,…e boccia tutti,…vedi dove vanno a finire le pensioni,…diviso tra pazzi,mafiosi on etc…
    Un caro saluto,Ber

  24. Sylvi
    Sylvi says:

    caro cc,

    quando si tratta di libri, anche “comunisti”, sono sempre disposta al confronto!!! E’ il mio callo dolens!

    Un po’ di voli pindarici!
    Ricordi che tempo fa avevo affermato che : c’è chi vede lontano, progetta,programma il futuro; c’è chi invece non programma ma quando “grandina”combatte strenuamente.

    A Villaco, sulle rive della Drava sorge un complesso edilizio molto carino. Inserito nell’ambiente, anzi quasi mimetizzato tra il verde.
    E’ stato costruito dal Comune con fondi della regione Carinzia.
    Sono centri direzionali, uffici e strutture che vengono messi a disposizione di chiunque intenda formare società operative in Carinzia.
    Sono dotati di tutto, ADSL compresa.
    Ogni società paga affitti veramente allettanti.
    Le tasse sono il25% poi Stop. Scali “tutte” le spese, se vai in rosso non paghi tasse ma ti arriva la Finanza.
    Le pratiche burocratiche sono nell’ordine di giorni!

    Unica condizione: gli assunti devono essere austriaci!
    Insomma sono sulla linea di partenza con motori rombanti!

    In Friuli.
    La Crisi si misura anche dai vucumprà che sono aumentati notevolmente di numero, anche tre -quattro al giorno.
    L’offerta di badanti è di gran lunga superiore alla domanda!
    Non c’è difficoltà a trovare signore disponibili a fare qualche ora in nero di stiro o pulizie.
    E’ notevolmente aumentato il numero di curricoli che arrivano!
    Si vive alla giornata.
    Secondo te se comincierà a grandinare, lo stellone italico si darà una mossa?

    mandi Sylvi

  25. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    @Silvy

    temo, ahimé, che prima o poi – con l’aria che tira – sarà quell’arcivescovo così illuminato a finire scomunicato da paparazzinger…

    Tra poco si tornerà a dir messa in latino, e spalle al volgo…

  26. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,

    tu mi metti veramente in difficoltà tanto da non saper più rispondere se per prima a te o ad Alessandro.
    Ma visto che nella “genesi” voi siete delle tentatricied io cedo al peccato,non mi resta che darti la precedenza!
    Si ,lo so ,lo so che poi dovrò fare i Conti,ma almeno passi questo peccato veniale “demoniaco”.

    vedi da “demonio” qual io sono e fui altro, non mi resta da dirti che per il momento i “baldi” carinziani,hanno la fortuna di avere il Kulo parato da una grande nazione come l’ittaly,(maledetto sia Settembrini, quello della Montagna),il giorno che noi andiamo del Kulo, anche loro ci seguiranno in breve periodo…
    Se ti può essere di consolazione..consolati con l’UOMO SENZA QUALITA’ed inizia un’azione parallera e restauriamo di comune accordo l’impero Asburgico, che poverino avrà avuto avuto tanti difetti..ma almeno una nemesi “storica” lo sta vendicando..!
    maledetto sia (tra virgolette )Cesare Battisti carlà o non carlà..

    Che voi è mica colpa “mia” se noi siamo uno stivale proteso da due sponde…!!

    cc

  27. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Ricreazione 3

    Nostalgia (solo di Gaber)

    Uh? No, non è vero, io non ho niente da rimproverarmi. Voglio dire… non mi sembra di aver fatto delle cose gravi.
    La mia vita? Una vita normale. Non ho mai rubato, neanche in casa da piccolo, non ho ammazzato nessuno, figuriamoci!… Qualche atto impuro ma è normale no?
    Lavoro, ho una famiglia, pago le tasse. Non mi sembra di avere delle colpe… non vado neanche a caccia!
    Uh? Ah, voi parlavate di prima! Ah… ma prima… ma prima mi sono comportato come tutti.
    Come mi vestivo? Mi vestivo, mi vestivo come ora… beh non proprio come ora, un po’ più… sì, jeans, maglione, l’eskimo. Perché? Non va bene? Era comodo.
    Cosa cantavo? Questa poi, volete sapere cosa cantavo. Ma sì certo, anche canzoni popolari, sì… “Ciao bella ciao”. Devo parlar più forte? Sì, “Ciao bella ciao” l’ho cantata, d’accordo, e anche l’“Internazionale”, però in coro eh!
    Sì, quello sì, lo ammetto, sì, ci sono andato, sì, li ho visti anch’io gli Inti Illimani… però non ho pianto!
    Come? Se in camera ho delle foto? Che discorsi, certo, le foto dei miei genitori, mia moglie, mia…
    Manifesti? Non mi pare… Forse uno, piccolo proprio… Che Ghevara. Ma che cos’è, un processo questo qui?
    No, no, no, io quello no, io il pugno non l’ho mai fatto, il pugno no, mai. Beh insomma, una volta ma… un pugnettino, rapido proprio…
    Come? Se ero comunista? Eh. Mi piacciono le domande dirette! Volete sapere se ero comunista? No, no finalmente perché adesso non ne parla più nessuno, tutti fanno finta di niente e invece è giusto chiarirle queste cose, una volta per tutte, ohhh!
    Se ero comunista. Mah! In che senso? No, voglio dire…
    Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
    Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà… la mamma no.
    Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il Paradiso Terrestre.
    Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
    Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica.
    Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche… lo esigevano tutti.
    Qualcuno era comunista perché “La Storia è dalla nostra parte!”.
    Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
    Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
    Qualcuno era comunista perché prima era fascista.
    Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano ma lontano.
    Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
    Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
    Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
    Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
    Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
    Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
    Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
    Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
    Qualcuno era comunista perché la borghesia il proletariato la lotta di classe. Facile no?
    Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente…
    Qualcuno era comunista perché “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse-Tung”.
    Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
    Qualcuno era comunista perché guardava sempre Rai Tre.
    Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
    Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
    Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
    Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il “materialismo dialettico” per il “Vangelo secondo Lenin”.
    Qualcuno era comunista perché era convinto d’avere dietro di sé la classe operaia.
    Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
    Qualcuno era comunista perché c’era il grande Partito Comunista.
    Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il grande Partito Comunista.
    Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
    Qualcuno era comunista perché abbiamo il peggiore Partito Socialista d’Europa.
    Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi solo l’Uganda.
    Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi viscidi e ruffiani.
    Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera.
    Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
    Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
    Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
    Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
    Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
    Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
    Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
    No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
    E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
    Due miserie in un corpo solo.

  28. marco tempesta
    marco tempesta says:

    VILLEFRANCHE-SUR-SAONE – Poursuivis devant le tribunal correctionnel de Villefranche-sur-Saône, plusieurs dizaines de viticulteurs du Beaujolais ont expliqué lundi comment ils avaient ajouté illégalement du sucre dans le vin afin d’en augmenter le degré d’alcool. (l’express.fr)
    ———————
    Non c’è più religione! Sofisticano anche il Beaujolais!!! Eccheccavolo!

  29. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Ricreazione 4

    Era berlusconiana

    Tutti noi ce la prendiamo con la storia
    Ma io dico che la colpa è nostra,
    è evidente che la gente è poco seria
    Quando parla di sinistra o destra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…
    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    Fare il bagno nella vasca è di destra
    Far la doccia invece è di sinistra,
    Un pacchetto di Marlboro è di destra
    Di contrabbando è di sinistra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    Una bella minestrina è di destra
    Il minestrone è sempre di sinistra,
    Quasi tutte le canzoni son di destra
    Se annoiano son di sinistra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    Le scarpette da ginnastica o da tennis
    Hanno ancora un gusto un po’ di destra,
    Ma portarle tutte sporche e un po’ slacciate
    è da scemi più che di sinistra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    I blue-jeans che sono un segno di sinistra
    Con la giacca vanno verso destra,
    Il concerto dello stadio è di sinistra
    Mentre i prezzi sono un po’ di destra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    La patata per natura è di sinistra
    Spappolata nel purè è di destra,
    La corsia del sorpasso è a sinistra
    Ma durante le elezioni è a destra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    La piscina bella azzurra e trasparente
    è evidente che sia un po’ di destra,
    Mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
    Son di merda più che sinistra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    L’ideologia, l’ideologia
    Malgrado tutto credo ancora che ci sia,
    è la passione, l’ossessione della tua diversità
    Che al momento dove è andata non si sa
    Dove non si sa
    Dove non si sa.

    Io direi che il culatello è di destra
    La mortadella è di sinistra,
    Quasi sempre il mal di testa è di destra
    La colite invece è di sinistra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    La tangente per natura è di destra
    Col permesso di chi sta a sinistra,
    Non si sa se la fortuna sia di destra
    Ma la sfiga è sempre di sinistra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    Il saluto vigoroso a pugno chiuso
    è un antico gesto di sinistra,
    Quello un po’ degli anni ’20, un po’ romano
    è da stronzi oltre che di destra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    L’ideologia, l’ideologia
    Non so se è un mito del passato o un’isteria,
    è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché
    Con la scusa di un contrasto che non c’è
    Se c’è chissà dov’è
    Se c’è chissà dov’è.

    Canticchiar con la chitarra è di sinistra
    Con il karaoke è di destra,
    I collant sono quasi sempre di sinistra
    Il reggicalze è più che mai di destra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    La risposta delle masse è di sinistra
    Col destino di spostarsi a destra,
    Son sicuro che il bastardo è di sinistra
    Mentre il figlio di puttana è a destra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    Una donna emancipata è di sinistra
    Riservata è già un po’ più di destra,
    Ma un figone resta sempre un’attrazione
    Che va bene per sinistra e destra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    Tutti noi ce la prendiamo con la storia
    Ma io dico che la colpa è nostra,
    è evidente che la gente è poco seria
    Quando parla di sinistra o destra.

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…
    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    Destra-sinistra
    Destra-sinistra
    Destra-sinistra
    Basta!

  30. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La fisica la conosciamo solo in tre,io,Einstein e Dio,…e boccia tutti… Ber.
    ————–
    Per un professore non è importante quanto approfonditamente conosca una materia: è importante quanto riesca ad insegnarla, per il livello di conoscenza che il suo allievo deve avere.
    Se il professore boccia tutti, dà unicamente dimostrazione di essere un incapace nel suo mestiere di insegnante.

  31. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Rettifico: guardando il presente, vivendo il presente, ho nostalgia di un epoca che non ho mai vissuto…

    sigh…

  32. alex
    alex says:

    @ Emmettì (71/74)
    Bene, intanto abbiamo stabilito che i palestinesi erano (sono) tagliati fuori dalla principale fonte idrica della zona (e sto ancora seguendo il piano di partizione che i palestinesi non avrebbero, secondo Lei, dovuto rifiutare).
    – – – – – – – –
    Per quel che riguarda l’accesso al Mar Rosso, il diritto di accesso sarebbe stato più logico che fosse ceduto ai palestinesi dalla Transgiordania, di regola abitata da palestinesi e non da giordani.
    – – – – – – – –
    Di nuovo attento, il Mar Rosso è situato a sud; è probabile che Lei si confonda con il Mar Morto, perché se guarda la cartina, la partizione assegnata ad Israele sino al Mar Rosso confina con l’Egitto a destra e Transgiordania a sinistra; a sud la partizione palestinese con la Transgiordania non c’entra un fico secco (anzi un dattero, tanto per rimanere in tema), perché non esiste.
    – – – – – – – –
    Sta di fatto che il deserto del Negev era terra del tutto abbandonata, prima dell’arrivo dei coloni israeliani.
    – – – – – – – –
    E infatti ci vivevano oltre 60 mila beduini che costituivano la maggioranza della popolazione di quel territorio. Indovini un pò che fine hanno fatto e perché? Lo scopre qui:
    http://it.peacereporter.net/articolo/583/
    – – – – – – – –
    “In quanto all’acqua, è un problema oggi perfettamente risolvibile con i dissalatori, come hanno fatto altri stati arabi”.
    – – – – – – – –
    Intanto non parlavamo di oggi, ma della situazione che i palestinesi nel 1948 non avrebbero dovuto rifiutare, ricorda? Peccato poi che, evidentemente, Lei non si renda conto della disastrata situazione dell'”economia palestinese” (praticamente un ossimoro).
    – – – – – – – –
    “Si tratta di fare accordi con la Giordania per l’accesso al Mar Rosso…”
    – – – – – – – –
    Sorvolando, grazie ai corsi di levitazione da Lei tenuti, il territorio d’Israele, magari…
    – – – – – – – –
    “… se proprio non si vuole creare una contiguità territoriale con la costa mediterranea”.
    – – – – – – – –
    Ma chi saranno quei cattivoni che non vogliono la continuità territoriale? Di sicuro i palestinesi.
    – – – – – – – –
    Piuttosto, mentre nella primissima spartizione c’era una certa contiguità nei territori, ora la contiguità bisognerebbe ricrearla e sarà certo uno dei problemi più grossi da affrontare.
    – – – – – – – –
    E difatti entrambe le parti espressero critiche al piano di partizione proprio per la mancanza di contiguità nei territori, elemento diventato a dir poco secondario nelle discussioni odierne, rispetto al vero problema, i territori.

  33. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Alessandro,
    hai ragione, non avevo letto con la dovuta attenzione il tuo 59.
    Adesso però che ho riletto con vera attenzione devo dire che onestamente i passaggi finali mi sono stati illuminanti…
    ____________________________________________

    Chi condanna queste distinzioni lo fa mantenendo altre distinzioni:ad ogni modo , ha una visione dualistica delle cose
    che non potra’ realmente cambiare le cose.
    Forse bisognerebbe capire che la Ragione che pone il dualismo
    e’ sempre sbagliata perche’ scegliendo categoricamente
    ignora l’Apertura,il Sacro, il Simbolico.

    _____________________________________

    Devo dire onestamente che non sono molto dissimili da uno dei tanti serali “sermoni” di “Radio Maria” che io ascolto sempre con molta attenzione..!
    Per cui la domanda che mi pongo è questa ..”Non è che per caso anch’io con i miei dubbi ,magari posso far parte dell’opera del maligno che da sempre Opera ..nel mondo…ovviamente inconsapevolmente…
    Poichè se veramente mi si presentasse innanzi da Buon Faust, gli venderei l’anima per ottenere che per un solo istante un piccolo solo istante nel corso di tutti i secoli dei secoli almeno gli Ipocriti “scomparissero..dalla faccia della terra terra.. ben sapendo che “ricompariranno un secondo dopo..
    Ora la domanda che io ti faccio : “è Lecito chiedere Ciò o sarò per sempre condannato negli spazi “miserrimi ” della sola ragione?
    Ah, naturalmente dimenticavo..quel secondo lo voglio vedere , sennò il patto non è valido!

    cc

  34. Faust x Pietro ... sei grande amico Falco!!!
    Faust x Pietro ... sei grande amico Falco!!! says:

    Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…

    …. sto ridendomela addossoooo!!!! Illuminante e da copiare e imparare a vedere il colore della luce, xmme!!! grazie Pietro!!
    Faust

  35. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Alex:
    riguardo all’accesso al Mar Rosso, intendevo dire che l’accesso potrebbe avvenire se la Transgiordania (che ha accesso al Mar Rosso) disponesse un corridoio per il transito palestinese dalla West bank.

    “Peccato poi che, evidentemente, Lei non si renda conto della disastrata situazione dell’”economia palestinese”
    ——
    Era disastrata anche prima dell’arrivo degli ebrei.
    Non credo che da parte della comunità internazionale non si sarebbero fatti passi risolutivi, una volta accettata l’idea di una spartizione territoriale, per venire incontro alle esigenze primarie dei palestinesi. A me sembra che i palestinesi si siano posti da subito in condizione conflittuale, solo per il fatto che parte del loro territorio veniva attribuito agli ebrei. Posso sbagliarmi, ma che io sappia non c’è stato un serio tentativo di contrattazione tra le parti, all’inizio.

  36. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Faust

    non mi dire che avevi già dimenticato il sommo Giorgio…?

    (suggerirei anzi una petizione per ingingere al Bush cretino di cambiare nome: è indegno di chiamarsi come Gaber)

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    I nomadi vengono ostacolati anche in Algeria, che mi risulti. Non so cosa stia succedendo esattamente da quelle parti, ma conoscenti algerini mi hanno detto che il loro governo ha un atteggiamento tendenzialmente persecutorio verso i nomadi.

  38. Pietro Falco
    Pietro Falco says:

    Io trovo incredibile, struggente, “Qualcuno era comunista”…

    E straziante il raffronto tra quell’epoca di altissime tensioni ideali e quella attuale, quella di “Uomini e donne”, del Grande fratello, di “C’è posta per te”… In 20 anni abbiamo assistito inconsapevolmente non solo alla morte delle ideologie, ma anche al genocidio dei neuroni….

    Io purtroppo quelll’epoca non l’ho vissuta: ero un bambino o poco più…

    ma per cogliere la misura del formidabile salto nel baratro, basta riflettere anche solo sul fatto che in quegli anni a discutere delle sorti del Paese erano Moro e Berlinguer; oggi sono il Cai-Nano e Uolter- Paperello… E uno come Villari riempie per settimane le pagine dei giornali….

    tutto ciò mi riempie di una tristezza e malinconia incredibile…

  39. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Certo che tra “falchi ” e buoni diavoli qui si svolazza in alto,non è il mio genere preferito,ma abbozzo volentieri.
    Seguirò volentieri il “volo del falco” nel suo evolversi naturale,sperando che non atterri nel “qualunquismo”.

    caro ber,

    sì mi ricordo “le reti” e tutto quanto mi dicesti all’epoca del nostro incontro.
    Di sicuro credo , ma credo che tu in fondo lo sai meglio di me , che per un problema come il “tuo” un prof di fisica non è il più adatto!
    Poi sai benissimo che anche in questo caso è un problema relativo!
    Di sicuro credo che un buon tecnologo con buone noozioni di Fisica,magari apprese dallo svolazzante Prof,(purchè non sia Zichichi, perchè quello col cacchio che lo afferri nei suoi svolazzi),sia più utile alla soluzione di problemi quali il tuo..!
    Come disse il profeta ad ognuno il suo,sperando di non incappare in Sir Artur Eddington che oltre ad essere l’unico insieme a Dio a capire Einstein, si è perso nel tentativo di dimostrare come Pitagora che nei Numeri sta il segreto recondito dell’universo Mondo.
    Poi in ultima analisi puoi sempre tentare con un cartomante, poichè le Vie sono infinite e con il calcolo delle probabilità può anche darsi che ci azzecchi

    ciao
    cc

  40. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Pietro,
    non avevo letto un altro passaggio , però rimane valido il mio discorso di fondo…
    Le struggenti melanconie possono trascinare nel qualunquiso, in fondo neanche a DIO è riuscito di fare il momdo in un giorno solo..almeno così si legge..interpretazioni a parte..!
    Rifletti è la mia sola raccomandazione…
    La malinconia serve agli “esteti”…e sai bene anche agli ALTRI…!!

    cc

  41. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Chiude EMME l’inserto satirico dell?Unità…si può dire di tutto e di più ,sugli autori..ectect,, ma non che non sia stato indovinato il tittolo di chiusura e la foto…

    Con un Francesco Guccini esultante fra decine di bandiere USA…ecoo il sottotitolo

    “26 gennaio 2057: una data storica …
    50 anni fa il primo presidente nero; e dopo il gay,la donna,il palestinese,l’alieno e Snoopy il 54 ° presidente degli USA è un anarchico…!!

    Ad maiora !!

    cc

  42. ségolene
    ségolene says:

    CRIBBIO! – come direbbe qualcuno..
    quei fannulloni della telecom hanno impiegato ben 3 giorni x riparmi la linea telefonica.
    Cavolo, mi sentivo veramente in crisi d’astinenza.. x fortuna ora posso riprendere a frequentare il blog e a imparare sempre cose nuove ed interessanti.

    ps. Pino, x quella 100 euro che avevamo convenuto poi ti faccio sapere :-)

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