La sempre più vergognosa mattanza contro Gaza e la nostra sempre più vergognosa ipocrisia (per giunta natalizia….)

“Nessun Paese può accettare di vedere dei missili piovere sulla testa dei suoi cittadini. Se accadesse a me, farei di tutto per impedirlo e mi aspetto che Israele agisca allo stesso modo”. Questo ha dichiarato a luglio in una intervista al New York Times Obama Barak, il presidente degli Stati Uniti in procinto ormai di insediarsi. E questa sua frase viene sbandierata oggi da chi vuole giustificare a tutti i costi la mattanza israeliana contro i palestinesi ammassati da decenni a Gaza come bestie, e trattati da sempre come bestie. Anzi, “come cani”, cioè esattamente come il generale Moshe Dayan, eroe nazionale israeliano, aveva promesso che sarebbero vissuti i palestinesi che non se ne fossero andati via dalla cosiddetta Terra Promessa, quella che i cristiani chiamano Terra Santa e che in realtà è solo Terra Maledetta, se non ormai Stramaledetta.
Il problema però è che la frase di Obama legittima anche il terrorismo di Hamas e la ribellione armata dei palestinesi in genere, compresi quelli che Hamas la detestano e la combattono. La bella affermazione di Obama, di sicuro effetto, non può certo essere valida solo a partire dalla data di calendario che a noi fa più comodo: o è valida sempre o non è valida mai, altrimenti – come in effetti accade – siamo alle solite, siamo cioè ai soliti due pesi e due misure. Ovvero alla solita legge del più forte. Obama infatti non può certi riferirsi solo ai cosiddetti missili Qassam – proiettili in realtà di grande imprecisione e inefficacia – che gli scherani di Hamas, organizzazione a suo tempo finanziata da Israele per indebolire Arafat, si accaniscono a lanciare sulla cittadina di Sderot secondo una logica che è fallimentare e suicida sia dal punto di vista militare che dal punto di vista politico. Da ben prima che Hamas iniziasse i suoi lanci dalla Striscia di Gaza erano e sono tuttora i palestinesi a doversi sorbire i lanci dei missili sparati dagli elicotteri militari israeliani, e assai più micidiali dei Qassam.

Si trattava – e si tratta ancora – dei missili sparati per portare a termine i cosiddetti “omicidi mirati”, cioè per uccidere illegalmente, vale a dire criminalmente, qualche sospetto “terrorista” senza che nessun tribunale avesse mai provato che fosse davvero un terrorista, colpevole di alcunché, e stabilito la condanna. Condanna che peraltro non può essere a morte perché in Israele la condanna a morte non esiste, tant’è che la criminale pratica degli “omicidi mirati” è condannata dall’Onu e dalla stessa associazione degli avvocati israeliani. Sta di fatto che per uccidere – illegalmente – un “terrorista” i razzi israeliani di solito ammazzano anche i passanti, i vicini di casa e altri che non c’entrano assolutamente nulla, in specie bambini e donne. Se fossero gli arabi, o gli stessi palestinesi, a ricorrere alla pratica degli “omicidi mirati” per eliminare qualche “terrorista” israeliano o i “coloni” – utilizzati dai governi israeliani per rubare la terra ai palestinesi, frantumarne il territorio e spingerli all’esasperazione per poterli meglio bastonare – allora l’intero Occidente, sempre virtuoso a senso unico, insorgerebbe come un sol uomo. Poiché si tratta invece di palestinesi, per giunta spesso islamici, allora chi se ne frega…. Basta qualche protestina tra una fetta di panettone e l’altra. Più la carità pelosa di qualche “aiuto umanitario”, che il governo israeliano a volte lascia passare perché così può apparire caritatevole anziché macellaio, in modo da poter meglio condurre l’asfissia e l’espulsione del milione e mezzo di non ebrei della Striscia di Gaza. In attesa di poter fare altrettanto con l’altra massa di non ebrei della Cisgiordania. Sono forse ebrei? No, e allora che vadano a farsi fottere…. Se non sono ebrei, che diritto hanno a vivere sulla loro terra? Se non sono ebrei, che diritto hanno di restare sulla terra che è dei loro padri e dei loro avi da secoli? Nessuno, chiaramente! Se almeno fossero ebrei falashà, cioè etiopi, allora li si potrebbe salvare dalla fame trasportandoli a decine di migliaia in Israele, ma poiché si tratta solo di palestinesi, non ebrei, allora è giusto, santo e buono che – viceversa – vengano cacciati, sradicati dalla propria terra, buttati fuori anche dalla Palestina. Come del resto predicano non solo i ridicoli eppur governativi, anche se piuttosto fascisti, partiti ultrareligiosi, ingordi di privilegi come la nostra Chiesa, ma lo predica anche il partito Israel Beitanu, capitanato dall’immigrato russo Avigdor Lieberman. Il  cui dna peraltro, come del resto quello degli ebrei ashkenazi, di ebraico ha piuttosto poco, sicuramente meno di quello degli stessi palestinesi, i quali altro non sono se non i poveri disgraziati ebrei di una volta rimasti in Palestina fin dal tempo dei Romani. Anziché iniziare anche loro la Diaspora 2000 anni fa l’hanno iniziata 60 anni fa, presi a calci in culo e fucilate in faccia non dai Romani, ma  dai sionisti arabofobi.  Da notare che questo discorso sul dna non lo ha fatto un “terrorista”, bensì il molto ebreo rabbino di Venezia: in una intervista che è comparsa anche sul mio blog a L’espresso.
Come dimostra anche Obama, il Kennedy nero che anziché la disastrosa guerra al Vietnam innescherà probabilmente una disastrosa guerra all’Iran, della verità abbiamo sempre un concetto a senso unico. Non solo da due pesi e due misure, ma da elastico delle mutande, allargabile o restringibile a proprio piacimento. Solo che ormai l’elastico è slabbrato, e le mutande – e molto altro – sono sporche. Molto sporche. Lo dimostra quanto meno il fatto che la rappresaglia a base di missili sparati dagli elicotteri scattava anche quando sia Al Fatah di Arafat che Hamas rispettavano le tregue al punto da venire elogiati. Era infatti un modo per costringere i palestiensi a reagire, per poi poterli accusare di terrosrimo e quindi bastonare ancor più a sangue. “Vivrete come cani”, prometteva Dayan. Appunto.
Parliamo di Striscia di Gaza – e mi pare che oggi ne abbia parlato in S. Pietro anche il papa – senza neppure renderci conto che c’è da arrossire e vergognarci già solo per il termine. Un milione e mezzo di persone ammassate in una Striscia… Pare sia la più alta concentrazione di abitanti del pianeta. Pensiamo un po’ cosa succederebbe se a dover vivere in una Striscia fossero un milione e mezzo di italiani. O di israeliani. O di tibetani. Scoppierebbe un pandemonio. Invece, tra una fetta di panettone, un po’ di cioccolata dell’uovo di pasqua e un bagno a mare d’estate, trattandosi di palestinesi ce ne fottiamo. E, visto che vivono su una Striscia, lasciamo che vivano strisciando…. In un lago di sangue, ormai. L’ideale per il tito al piccione. Lo stesso parroco cattolico di Gaza City grida inutilmente che quella di questi giorni “natalizi” non è una guerra, ma solo un massacro di civili unilaterale. Anzi, c’è pure chi accusa i palestinesi di non avere messo la testa a posto e calato le brache dopo che Israele gli ha fatto l’elemosina di avergli restituito la Striscia…. Avrebbero dovuto accontentarsi di starsene a strisciare nella Striscia dopo che i coloni, ignobili residuati del nostro colonialismo fatti passare quasi per santi pionieri, sono stati fatti sloggiare. Continuiamo a far finta di non sapere che gli “insediamenti”, come ipocritamente definiamo i furti di terra palestinese (e di fonti di acqua palestinese) a favore dei coloni, continuano e anzi si moltiplicano in Cisgiordania….
In una settimana la giusta e santa mattanza di palestinesi ha fatto oltre 400 morti e migliaia di storpi, molti dei quali creperanno “come cani” per l’impossibilità di curarsi. Forse è un terrorista e un “antisemita” anche il parroco di Gaza City, viste le parole di condanna da lui usate contro gli israeliani. Se gli oltre 400 morti ammazzati fossero cittadini israeliani, per mano – che so – araba o iraniana o palestinese, sarebbe già scoppiata la terza guerra mondiale, dal New York Times al Corriere della Sera e Repubblica si sarebbero elevate alte le grida e le urla interventiste. Invece sono solo palestinesi… perciò, tra una fetta di panettone, un brindisi e un po’ di lenticchie con lo zampone, brindiamo al santo Natale e all’anno nuovo. I Palestinesi? Che crepino! Cin cin. Un brindisi. Prosit.
Una delle cose più orribili della nostra ipocrisia è il far finta di nulla di fronte al “normale” ammazzamento di 10, 20. 50, 100, 400 palestinesi in operazioni di fatto solo di polizia. Il tutto sulla pelle di un paio di milioni di esseri umani, in gran parte donne e bambini. Come a dire che la polizia francese o italiana facesse dai 200 a varie migliaia di vittime in ogni intervento contro i dimostranti a Parigi o a Roma! Non tollereremmo neppure accoppassero anche solo 10 persone, tant’è che per il morto del G-8 di Genova ancora ci sdegniamo e protestiamo nonostante andasse all’assalto spranga in mano di un giovane carabiniere chiuso in una camionetta. Com’è che invece i palestinesi non possono neppure lanciare sassi contro quelli che NON sono i loro carabinieri, ma i molto duri militari occupanti la loro terra da decenni, senza rimetterci la pelle a grappoli e senza che noi si faccia mai neppure una piega? Quando anziché lanciare missili lanciavano pietre, nella prima Intifada, l’ordine impartito ai militari israeliani era di spezzargli le ossa delle braccia, come mostrò un terelgiornale subito accusato dal solito canagliume di essere “antisemita”. Per non parlare dell’ordine  di sparare in testa ai feriti per “controllare se è morto”! Un ordine proprio da nazisti, saltato fuori – in Italia venne
rivelato da Repubblica – solo perché il solito immancabile imbecille in divisa lo ha applicato alla lettera, cioè anche contro un militare israeliano ferito, fulminandolo.

Per ammazzare un dirigente di Hamas, oltretutto senza nessun processo e senza che nessun tribunale lo abbia condannato a morte, pena che in Israele semplicemente non esiste, il governo israeliano non ha esitato ad uccidere altre 14 persone, compresi ben 10 dei suoi figli. Che orrore! Che inimmaginabile vergogna e disonore! Ho letto di una donna cui sono state massacrate cinque figlie in un sol colpo. Di missile. Israeliano. Che infamia! Se qualcuno si illude che le belle parole di Obama si possano utilizzare a senso unico, quasi che gli israeliani siano persone e i palestinesi bestie o “come cani”, o che lo siano gli arabi e i musulmani in generale, temo che si illuda. Noi possiamo imbottirci di panettone e ipocrisia quanto vogliamo, ma la Storia prima o poi non fa sconti a nessuno e presenta il conto. Dio non paga il sabato…
Una delle cose più merdose dei nostri mass media è il mostrare i soldati dei carri armati israeliani che leggono piamente la bibbia all’ombra dei santi cannoni. O che si abbracciano giulivi in vista dell’”attacco di terra ormai imminente”, come ormai titolano i nostri giornali con evidente nostalgia dell’”Arrivano i nostri!” dei pessimi e razzisti film “di indiani” che quando eravamo bambini ci hanno inculcato le tossine del razzismo senza che neppure ce ne accorgessimo. I militari che vanno alla mattanza palestinese leggendo la bibbia sono pii, un po’ come i Wolfowitz e i vari mascalzoni teocon che la leggevano alla Casa Bianca tra un inganno e l’altro per poter fare carne di porco degli iracheni. I musulmani che imbracciano il mitra e leggono invece il corano sono ovviamente solo e sempre terroristi…. Ma davvero pensiamo di risolvere tutti i problemi così? Che follia!
Che lo Stato di Israele faccia la sua politica, sporca e lorda anche di sangue come la politica di tutti gli Stati, a partire dalle monarchie saudite e dalle dittature “anticomuniste” che abbiamo foraggiato in tutto il mondo, non è cosa che possa sorprendere più di tanto: anche gli israeliani, ebrei o musulmani che siano, mangiano e bevono, dormono, sudano, scopano, cacano e pisciano esattamente come tutti gli altri esseri umani del vasto mondo, noi compresi. Ma che a trascinare Israele – e non solo Israele – in questa nuova atroce avventura siano omuncoli come Olmert e i vari altri boss dello Stato e della politica travolti da scandali di lega sempre più bassa, compreso un capo di Stato pluri stupratore, è un ulteriore elemento da tregenda in quella che è già una tragedia. Per non parlare del luridume di usare la guerra, o meglio la mattanza di Gaza, per vincere le elezioni imminenti. Se questi sono “laburisti”…. Povera Israele. E credo sia stolto sbandierare il fatto che la quasi totalità della popolazione applaude e vuole “l’attacco a Gaza”. Così temo si faccia il gioco di chi poi potrà dire che “nessuno è innocente”. Cosa che peraltro noi già diciamo da sempre dei palestinesi: “Tutti terroristi!”, mi gridava paonazzo in volto a Telelombardia in una pausa di una trasmissione condotta da Davìd Parenzo l’europarlamentare Roberto Speroni, della Lega Nord, felice come una Pasqua perché un missile sparato da un elicottero, forse sfuggito al conteggio di Obama, aveva accoppato il paralitico Yassin, capo carismatico di Hamas, più qualche suo figlio e qualche passante. Così, tanto per gradire e fare buon peso… Qualche palestinese in meno, cosa volete che sia!
La politica di Israele è fin troppo chiara, come hanno dimostrato i suoi giornalisti, i suoi intellettuali e i suoi giovani più coraggiosi: l’obiettivo è distruggere man mano tutte le strutture portanti della società palestinese, distruggerne man mano qualunque struttura di governo, prima quella di Arafat foraggiando Hamas e sabotando gli accordi di Oslo pur avendoli sottoscritti, poi distruggere l’Autorità nazionale palestinese assediandone il governo a Ramallah, ovviamente accusato in blocco di terrorismo, logorare il più possibile il presidente democraticamente eletto Abu Mazen fino a rendere inevitabile che Hamas ne prendesse il posto, affamare il più possibile e rendere disoccupata il più possibile la popolazione palestinese, disgregarne il più possibile il territorio con gli “insediamenti” dei coloni, da spostare da est a ovest o da sud a nord, ma comunque incrementandoli, in modo da continuare a stritolare il territorio e l’identità palestinese anche con la demolizione della sua agricoltura.  La politica dei governi israeliani è la stessa degli europei prima e degli americani dopo nel nord America: ridurre i nativi nelle riserve. E’ stata anche la politica dei bianchi in Sud Africa, dove però è fallita miseramente data la sproporzione numerica tra bianchi e neri. Perché una politica destinata prima o poi al fallimento venga perseguita con tanto accanimenti in Israele non è agevole comprendere. Non riesco a credere che il petrolio arabo e iraniano sia motivo sufficiente per una carneficina che dura da 60 anni sulla pelle anche degli israeliani, pur se certo non solo sulla loro pelle. La grande finanza internazionale, guidata da quella di New York, ha piani grandiosi di penetrazione nell’intero Medio Oriente, sperando nel crollo prima o poi di regimi e monarchie odiose o comunque superate dai tempi. Oppure superabili con una bella guerra “contro il terrorismo” o “contro le armi di distruzione di massa”, che peraltro  anche i sassi sanno che esistono semmai solo in Israele, oppure con una guerra “per esportare la democrazia”, della quale peraltro è dimostrato che non ci frega nulla visto che l’abbiamo abbattuta nell’Iran di Mossadeq e ci siamo ben guardati dall’imporla al Kuwait nonostante gli impegni e le sue promesse quando abbiamo scatenato una guerra per liberarlo dall’Iraq. Ma si tratta di piani di investimento e penetrazione in Medio Oriente realizzabili solo contando i morti da guerra a milioni. Anzi, a decine di milioni se prosegue la rotta di collisione petrolifera con l’evidente scopo di strangolare economicamente la Cina. Dubito però che il conteggio dei cadaveri si svolga sempre e tutto fuori dall’Europa e dall’Occidente in generale.

Che Israele faccia la sua politica non mi meraviglia, in definitiva ne abbiamo viste di ben peggio per mano di cristianissimi governi europei, compreso quello della setssa Chiesa.  Quello che mi fa orrore sono le nostre colpe, la nostra ipocrisia, il nostro usare e giocare cinicamente gli uni contro gli altri, quali che essi siano, per trarre comunque noi un qualche vantaggio. In particolare mi fa orrore la caduta di ogni nostro senso della misura e della decenza, oltre che della umanità. Lunedì 29 dicembre sulla prima pagina de “la Repubblica” si poteva per esempio leggere il titolo di apertura “Gaza, pronto l’attacco di terra”, e nel sommario “Oltre 300 morti, emergenza umanitaria”, mentre a piè di pagina si poteva leggere quest’altro titolo: “Londra, animalisti contro Edoardo  “Il principe picchia i suoi cani” “. Faccenda, questa, cui venivano dedicati ben due terzi dell’intera pagina 14.
Oltre 300 morti palestinesi appaiati a un paio di cani “Labrador neri” – ma inglesi! – “inseguiti con un bastone”…. Dayan nella tomba sarà rimorto dalle risate pensando a quel suo “vivrete come cani”…
Quando si arriva a questo punto, e in quello che fu il giornale di Eugenio Scalfari, credo si possa solo sprofondare. E a proposito di stampa, permettetemi di abusare della vostra pazienza riportando una lettera aperta scritta pochi giorni fa da Mustafa Barghouthi, un medico membro del Parlamento palestinese. Segretario generale del movimento di Iniziativa nazionale palestinese, sostiene la lotta non violenta contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Critica Al Fatah, che accusa di essere un partito corrotto e nepotista, ma anche Hamas, che considera miope e fuori dal tempo. Nel gennaio del 2005 ha partecipato alle elezioni presidenziali come candidato di Al Mubadara, il movimento di Iniziativa nazionale palestinese fondato nel giugno 2002 a fianco di Edward Said, Ibrahim Dakkak, Haidar Abdel-Shafi, ottenendo il 27 per cento dei suffragi e collocandosi al secondo posto dopo Mahmud Abbas (Abu Mazen), candidato di al-Fatah.
Ecco la lettera:

“E leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita la tregua. Non era un assedio dunque, ma una forma di pace, quel campo di concentramento falciato dalla fame e dalla sete. E da cosa dipende la differenza tra la pace e la guerra? Dalla ragioneria dei morti? E i bambini consumati dalla malnutrizione, a quale conto si addebitano? Muore di guerra o di pace, chi muore perché manca l’elettricità in sala operatoria? Si chiama pace quando mancano i missili – ma come si chiama, quando manca tutto il resto?

E leggerò sui vostri giornali, domani, che tutto questo è solo un attacco preventivo, solo legittimo, inviolabile diritto di autodifesa. La quarta potenza militare al mondo, i suoi muscoli nucleari contro razzi di latta, e cartapesta e disperazione. E mi sarà precisato naturalmente, che no, questo non è un attacco contro i civili – e d’altra parte, ma come potrebbe mai esserlo, se tre uomini che chiacchierano di Palestina, qui all’angolo della strada, sono per le leggi israeliane un nucleo di resistenza, e dunque un gruppo illegale, una forza combattente? – se nei documenti ufficiali siamo marchiati come entità nemica, e senza più il minimo argine etico, il cancro di Israele?

Se l’obiettivo è sradicare Hamas – tutto questo rafforza Hamas. Arrivate a bordo dei caccia a esportare la retorica della democrazia, a bordo dei caccia tornate poi a strangolare l’esercizio della democrazia – ma quale altra opzione rimane? Non lasciate che vi esploda addosso improvvisa. Non è il fondamentalismo, a essere bombardato in questo momento, ma tutto quello che qui si oppone al fondamentalismo.

Tutto quello che a questa ferocia indistinta non restituisce gratuito un odio uguale e contrario, ma una parola scalza di dialogo, la lucidità di ragionare il coraggio di disertare – non è un attacco contro il terrorismo, questo, ma contro l’altra Palestina, terza e diversa, mentre schiva missili stretta tra la complicità di Fatah e la miopia di Hamas. Stava per assassinarmi per autodifesa, ho dovuto assassinarlo per autodifesa – la racconteranno così, un giorno i sopravvissuti.

E leggerò sui vostri giornali, domani, che è impossibile qualsiasi processo di pace, gli israeliani, purtroppo, non hanno qualcuno con cui parlare. E effettivamente – e ma come potrebbero mai averlo, trincerati dietro otto metri di cemento di Muro? E soprattutto – perché mai dovrebbero averlo, se la Road Map è solo l’ennesima arma di distrazione di massa per l’opinione pubblica internazionale? Quattro pagine in cui a noi per esempio, si chiede di fermare gli attacchi terroristici, e in cambio, si dice, Israele non intraprenderà alcuna azione che possa minare la fiducia tra le parti, come – testuale – gli attacchi contro i civili.

Assassinare civili non mina la fiducia, mina il diritto, è un crimine di guerra non una questione di cortesia. E se Annapolis è un processo di pace, mentre l’unica mappa che procede sono qui intanto le terre confiscate, gli ulivi spianati le case demolite, gli insediamenti allargati – perché allora non è processo di pace la proposta saudita? La fine dell’occupazione, in cambio del riconoscimento da parte di tutti gli stati arabi. Possiamo avere se non altro un segno di reazione? Qualcuno, lì, per caso ascolta,
dall’altro lato del Muro?

Ma sto qui a raccontarvi vento. Perché leggerò solo un rigo domani, sui vostri giornali e solo domani, poi leggerò solo, ancora, l’indifferenza.

Ed è solo questo che sento, mentre gli F16 sorvolano la mia solitudine, verso centinaia di danni collaterali che io conosco nome a nome, vita a vita – solo una vertigine di infinito abbandono e smarrimento. Europei, americani e anche gli arabi – perché dove è finita la sovranità egiziana, al varco di Rafah, la morale egiziana, al sigillo di Rafah? – siamo semplicemente soli.

Sfilate qui, delegazione dopo delegazione – e parlando, avrebbe detto Garcia Lorca, le parole restano nell’aria, come sugheri sull’acqua. Offrite aiuti umanitari, ma non siamo mendicanti, vogliamo dignità libertà, frontiere aperte, non chiediamo favori, rivendichiamo diritti. E invece arrivate, indignati e partecipi, domandate cosa potete fare per noi. Una scuola?, una clinica forse? delle borse di studio?

E tentiamo ogni volta di convincervi – no, non la generosa solidarietà, insegnava Bobbio, solo la severa giustizia – sanzioni, sanzioni contro Israele. Ma rispondete – e neutrali ogni volta, e dunque partecipi dello squilibrio, partigiani dei vincitori – no, sarebbe antisemita. Ma chi è più antisemita, chi ha viziato Israele passo a passo per sessant’anni, fino a sfigurarlo nel paese più pericoloso al mondo per gli ebrei, o chi lo avverte che un Muro marca un ghetto da entrambi i lati?

Rileggere Hannah Arendt è forse antisemita, oggi che siamo noi palestinesi la sua schiuma della terra, è antisemita tornare a illuminare le sue pagine sul potere e la violenza, sull’ultima razza soggetta al colonialismo britannico, che sarebbero stati infine gli inglesi stessi?

No, non è antisemitismo, ma l’esatto opposto, sostenere i tanti israeliani che tentano di scampare a una nakbah chiamata sionismo. Perché non è un attacco contro il terrorismo, questo, ma contro l’altro Israele, terzo e diverso, mentre schiva il pensiero unico stretto tra la complicità della sinistra e la miopia della destra.

So quello che leggerò, domani, sui vostri giornali. Ma nessuna autodifesa, nessuna esigenza di sicurezza. Tutto questo si chiama solo apartheid – e genocidio. Perché non importa che le politiche israeliane, tecnicamente, calzino oppure no al millimetro le definizioni delicatamente cesellate dal
diritto internazionale, il suo aristocratico formalismo, la sua pretesa oggettività  non sono che l’ennesimo collateralismo, qui, che asseconda e moltiplica la forza dei vincitori.

La benzina di questi aerei è la vostra neutralità, è il vostro silenzio, il suono di queste esplosioni. Qualcuno si sentì berlinese, davanti a un altro Muro. Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di Gaza?”

529 commenti
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  1. marco tempesta
    marco tempesta says:

    “piccolo borghese “ è colui che dalla sua “visione particolare “ del mondo , scambia sovente le “cause con gli effetti”e tende a non fare nessun tipo di sforzo per analizzare i fatti cercando di inquadrarli in un contesto storico “accettabile”.
    ——-
    Caro CC, a me sembra invece di essere esattamente il contrario di questa descrizione.
    Forse sono l’unico in questo blog che non dà agli avvenimenti una interpretazione ‘emotiva’ o ‘storica’ ma cerca di capire quali siano i veri meccanismi in gioco.
    E’ troppo facile ovvio e scontato piangere per i morti di Gaza, come per qualsiasi altro morto, non ultimi quelli del sabato sera, altra mattanza sottovalutata.
    E’ anche troppo semplicistico dire che gli uni vogliono eliminare gli altri e si stanno muovendo in quella direzione.
    Credo invece che bisogna ragionare con la mentalità contorta di un Cossiga, ovvero pensare a strategie che sotto le apparenze nascondono intenti inconfessabili, vuoi che siano strettamente e miserabilmente legati ad interessi privati (gestione mafiosa degli aiuti e dei materiali per la ricostruzione), vuoi che siano sempre miserabilmente legati ad opportunismi di politica locale, vuoi che ci siano strategie di ampia portata, dove a muovere i fili sono alcuni stati arabi o chiunque abbia interesse a destabilizzare l’area ancor più di quanto non lo sia.
    Tu e tanti altri, vedete la commedia nel teatrino e parteggiate per “isso”, “essa” e ” o’malamente”, senza rendervi conto di guardare solo gli effetti, scambiandoli per cause. Senza pensare che, se le marionette sembrano muoversi autonomamente, in realtà c’è qualcuno alle loro spalle che muove i fili.
    Esattamente la trappola emotiva in cui io cerco di non cascare.

  2. Faust x i confetti avvelenati del criminale genocida buuuuscc..
    Faust x i confetti avvelenati del criminale genocida buuuuscc.. says:

    Inchieste – Le interviste ai giornalisti d’inchiesta

    8 Ottobre 2008
    L’ACCUSA DEL VETERANO
    LA TERZA BOMBA NUCLEARE
    di Maurizio Torrealta con la collaborazione di Alessandro Rampietti

    Nell’inchiesta un veterano americano che ha partecipato a “Desert Storm”, accusa l’Amministrazione americana di aver utilizzato una piccola bomba nucleare a penetrazione di 5 chilotoni di potenza nella zona tra la città irachena di Basra ed il confine con l’Iran.

    Per controllare queste dichiarazioni Rainews24 ha cercato di verificare se durante la prima guerra del Golfo era stato registrato un evento sismico pari a 5 chilotoni. Consultando l’archivio “on line” del “Sismological International Center” ha trovato che proprio nella zona descritta dal veterano, era stato registrato un evento sismico di potenza corrispondente a 5 chilotoni, l’ ultimo giorno del conflitto.

    … questa una notizia che ho saputo gia quando ero in Venezuela… prove d atomica…. prove x la III guerra mondiale… il primo attacco è in atto, ora si aspetta la reazione, un atto terroristico di tragica portata, NON si sa quali dei servizi segreti lo realizzera… la colpa naturalmente sara addossata a terroristi islamici… e leggittimera luso di atomiche da parte di israele…. non vedo chiaro cosa succedera in centro e sudamerica… che sara coinvolta in una guerra fra Colombia ed alcuni paesi vicini…

    Lhavevo detto e sta succedendo… e non è veggenza..
    Auguri Mondo…
    Faust

  3. LETTERA APERTA AI POLITICI ITALIANI da parte di Luisa Morgantini (vice presidente del Parlamento Europeo
    LETTERA APERTA AI POLITICI ITALIANI da parte di Luisa Morgantini (vice presidente del Parlamento Europeo says:

    LETTERA APERTA AI POLITICI ITALIANI
    da parte di Luisa Morgantini
    vice presidente del Parlamento Europeo

    “Non una parola, non un pensiero, non un segno di dolore per le centinaia di persone uccise, donne, bambini, anziani e militanti di Hamas, anche loro persone. Case sventrate, palazzi interi, ministeri, scuole, farmacie, posti di polizia. Ma dove è finita la nostra umanità. Dove sono i Veltroni, con i loro “I care”, come si può tacere o difendere la politica di aggressione israeliana

    La popolazione di Gaza e della Cisgiordania, i palestinesi tutti, pagano il prezzo dell’incapacità della Comunità Internazionale di far rispettare ad Israele la legalità internazionale e di cessare la sua politicale coloniale.

    Certo Hamas con il lancio dei razzi impaurisce ed è una minaccia contro la popolazione civile israeliana, azioni illegali, da condannare. Bisogna fermarli.

    Ma basta con l’ impunità di Israele e dei ricatti dei loro gruppi dirigenti.

    Dal 1967 Israele occupa militarmente i territori palestinesi, una occupazione brutale e coloniale. Furto di terra, demolizione di case, check point dove i palestinesi vengono trattati con disprezzo, picchiati, umiliati, colonie che crescono a dismisura portando via terra, acqua, distruggendo coltivazioni. Migliaia di prigionieri politici, ai quali sono impedite anche le visite dei familiari.

    Ma voi dirigenti politici, avete mai visto la disperazione di un contadino palestinese che si abbraccia al suo albero di olivo mentre un buldozzer glielo porta via e dei soldati che lo pestano con il fucile per farglielo lasciare, o una donna che partorisce dietro un masso e il marito taglia il cordone ombelicale con un sasso perché soldati israeliani al check point non gli permettono di passare per andare all’ ospedale, o Um Kamel, cacciata dalla sua casa, acquistata con sacrifici perché fanatici ebrei non sopravissuti all’olocausto ma arrivati da Brooklin, pensando che quella terra e quindi quella casa sia loro per diritto divino, sono entrati di forza e l’hanno occupata perché vogliono costruire in quel quartiere arabo di Gerusalemme un’altra colonia ebraica. Avete mai visto i bambini dei villaggi circostanti Tuwani a sud di Hebron che per andare a scuola devono camminare più di un ora e mezza perché nella strada diretta dal loro villaggio alla scuola si trova un insediamento e i coloni picchiano ed aggrediscono i bambini, oppure i pastori di Tuwani che trovano le loro tanche d’acqua o le loro pecore avvelenate da fanatici coloni, o la città di Hebron ridotta a fantasma perché nel centro storico difesi da più di mille soldati 400 coloni hanno cacciato migliaia di palestinesi, costringendo a chiudere più di 870 negozi.

    Avete visto il muro che taglia strade e quartieri che toglie terre ai villaggi che divide palestinesi da

    Palestinesi, che annette territorio fertile e acqua ad Israele, un muro considerato illegale dalla Corte Internazionale di giustizia. Avete visto al valico di Eretz i malati di cancro rimandati indietro per questioni di sicureza, negli ultimi 19 mesi sono 283 le persone morte per mancanze di cure, avrebbero dovuto essere ricoverate negli ospedali all’estero, ma non sono stati fatti passare malgrado medici israeliani del gruppo Phisician for Human rights garantissero per loro. Avete sentito il freddo che penetra nelle ossa nelle notte gelide di Gaza perché non c’è riscaldamento, non c’è luce, o i bambini nati prematuri nell’ospedale di Shifa con i loro corpicini che vogliono vivere e bastano trenta minuti senza elettricità perché muoiano.

    Avete visto la paura e il terrore negli occhi dei bambini, i loro corpi spezzati. Certo anche quelli dei bambini di Sderot, la loro paura non è diversa, e anche i razzi uccidono ma almeno loro hanno dei rifugi dove andare e per fortuna non hanno mai visto palazzi sventrati o decine di cadaveri intorno a loro o aerei che li bombardano a tappeto. Basta un morto per dire no, ma anche le proporzioni contano dal 2002 ad oggi per lanci di razzi di estremisti palestinesi sono state uccise 20 persone. Troppe, ma a Gaza nello stesso tempo sono stati distrutte migliaia e migliaia di case ed uccise più di tre mila persone tra loro centinaia di bambini che non tiravano razzi.

    Dopo le manifestazioni di Milano dove sono state bruciate bandiere israeliane, voi dirigenti politici avete tutti manifestato indignazione, avete urlato la vostra condanna. Ne avete tutto il diritto. Io non brucio bandiere né israeliane né di altri paesi e penso che Israele abbia il diritto di esistere come uno Stato normale, uno stato per i suoi cittadini, con le frontiere del 1967, molto più ampie di quelle della partizione della Palestina decisa dalla Nazioni Unite del 1947.

    Avrei però voluto sentire la vostra indignazione e la vostra umanità e sentirvi urlare il dolore per tante morti e tanta distruzione, per tanta arroganza, per tanta disumanità, per tanta violazione del diritto internazionale e umanitario. Avrei voluto sentirvi dire ai governanti israeliani: Cessate il fuoco, cessate l’assedio a Gaza, fermate la costruzione delle colonie in Cisgiordania, finitela con l’ occupazione militare, rispettate e applicate le risoluzioni delle Nazioni Unite, questo è il modo per togliere ogni spazio ai fondamentalismi e alle minaccie contro Israele.

    Ieri lo dicevano migliaia di israeliani a Tel Aviv, ci rifiutamo di essere nemici, basta con l’occupazione”.

  4. Faust x i confetti avvelenati del criminale genocida buuuuscc..
    Faust x i confetti avvelenati del criminale genocida buuuuscc.. says:

    … strano a pensare… ma la guerra in centro e sudamerica, come in Africa sara contro la Cina… e non sul suo territorio, x i gringo riappropriarsi dei titoli di stato usa in mano ai cino e asiatici, come fare?¿? o farglieli spendere in armamenti… serve a salvare la bancarotta usa che si avvicina a grandi passi… in pratica ora sono da colpire o sabotare i cinesi, che sono al fianco di Iran e Siria e Rep. Bolivariana de Venezuela… Stanno comprando e spendendo la riserva di dollari in tutto il mondo povero.. ( qui nel mio quartiere hanno gia comprato qualsiasi immobile o esercizio commerciale in vendita) il prezzo del petrolio tornera a salire… fino al fallimento del consumismo capitalista… oltre a usa ed Europa, nascera un terzo polo finanziario e bancario con una moneta nuova… e un nuovo Banco Mondiale.. etc…
    Faust

  5. Faust x GENOCIDIO
    Faust x GENOCIDIO says:

    .. Dopo aver letto lAppello
    LETTERA APERTA AI POLITICI ITALIANI
    da parte di Luisa Morgantini
    vice presidente del Parlamento Europeo

    Sottoscrivo l Appello straziante, con un piccolo elenco dei CRIMINI CONTRO L UMANITA che i colpevoli pagheranno, SE ESISTE DIO… Faust sa che i loro ddio non esistono e di conseguenza ci vuole il massimo impegno contro il nazismo genocida dei fondamentalisti israelitici…. e ricacciarli nelle fogne pantaganesche della spazzatura cosmica… questa testimonianza vince contro qualsiasi ideologia, risalta la dignita dell Umano… e Tutti i Poveri Diavoli dell Inferno dei Poveri Diavoli, Tutti cuggini di Faust, sottoscrivo a nome dei miei cuggini l Appello di Luisa Morgantini
    Faust

    … sono curioso di sapere chi del blog non lo firma… se ne assuma le responsabilita e spieghi anche la motivazione… x favore!!!!!
    I Poveri Diavoli!!

  6. giovanni vaschi
    giovanni vaschi says:

    da V Zucconi blog su repubblica.it

    C’è poi un’altra domanda da porsi di frontegazachildabidkatebgetty.jpg all’eterna tentazione della risposta militare forte al tormento del terrorismo, con gli “effetti collateriali” che bombardamenti e cannoneggiamenti inevitabilmente producono, per quanto nobili siano le intenzioni, come questo atroce ragazzino palestinese con la mano contratta dal dolore o dalle lesioni cerebrali subite: non è che per caso, storia alla mano, le bombe producano sempre più nemici di quanti ne eliminino? Tutti gli studi condotti dagli Alleati dopo la Seconda Guerra Mondiale, come mi disse l’economista John Kenneth Galbraith che li aveva condotti per conto della US Air Force, hanno concluso che i bombardamenti a tappeto delle città non avevano affatto piegato, ma al contrario indurito, il morale degli abitanti di città vittimizzate come Berlino, Dresda o Londra.

    PS questo piccolo post conferma quanto avevo letto in molti libri per esempio sulla WW2. L’effetto dei bombardamenti a tappeto sembra abbia indotto una forte esasperazione nella popolazione più che abbatterne il morale.
    I grandi bombardamenti erano risultati efficaci nello sconvoglere la rete dei trasporti e delle comunicazioni. assai meno sulla produzione industriale.
    Mi chiedo se i bombardamenti a tappeto siano conveneienti ancheda un punto di vista militare.
    ritengo che NON siano giustificabili da un punto di vista umanitario e “civile” in quanto coinvolgono la popolazione inerme. Osservatori internazionali indipendenti poi misero in discussione le cosidette bombe “intelligenti”: pare che abbiano sbagliato bersaglio nel 25-30% dei casi (avevo letto così su un quotidiano svedese anni fa).
    Buon anno a tutti voi

  7. MANDIAMOLI A GAZA, DI RINFORZO AI BENEFATTORI ISRAELIANI
    MANDIAMOLI A GAZA, DI RINFORZO AI BENEFATTORI ISRAELIANI says:

    A 18 anni dalla strage del Pilastro, per due della banda permessi in vista
    Già uno dei banditi (non aveva ucciso) è tornato in libertà avendo scontato 14 anni
    “Basta sconti ai killer della Uno bianca”
    Ira e dolore per i parenti delle vittime
    “Non si può perdonare. Chi ha ucciso 24 persone non ha diritto a tagli di pena”
    di CARLO GULOTTA

    “Basta sconti ai killer della Uno bianca” Ira e dolore per i parenti delle vittime

    BOLOGNA – Nessuno sconto di pena, nessun beneficio di legge ai killer in divisa della banda della Uno bianca. Ieri Bologna si è ritrovata al Pilastro, al cippo che ricorda il sacrificio dei tre carabinieri ammazzati dai fratelli Savi 18 anni fa, il 4 gennaio ’91. Un anniversario difficile. Il primo dopo il ritorno alla libertà di uno banditi: Pietro Gugliotta, “il gregario” della banda, ha scontato 14 anni di carcere e per lui l’estate scorsa si sono spalancati i cancelli del penitenziario bolognese. E intanto si ragiona sui permessi premio che a breve potrebbero ottenere Alberto Savi, fratello di Roberto, il capo della Uno bianca, e Marino Occhipinti.

    I familiari delle vittime non ci stanno. Nessun perdono, “perché quello può darlo soltanto Dio. Io chiedo giustizia”, si dispera Anna Stefanini, madre del carabiniere Otello, ucciso al Pilastro. “Chi ha ucciso 24 persone non deve avere benefici di legge”.
    ++++++++++++++++++++++++++++

    Si, meglio mandarli a Gaza. Ne possono ammazzare altri 24 al giorno, uno ogni ora, tanto quelli sono solo palestinesi. Dayab ha giurato “vivrete come cani”, ora sappiamo che li ammazzano pure come cani.

    Giàvè Nun Cè’, Allà Stà Akkà

  8. x Vaschi
    x Vaschi says:

    Ma guardi che il governo israeliano vuole proprio cacciare la popolazione civile. La vuole ridurre alla fame e alle malattie per costringerla a emigrare. I Romani e i Babilonesi sono stati molto meno feroci. Israele e purtroppo anche l’ebraismo pagheranno molto cara questa gigantesca Masada chiamata Gaza. E’ ovvio che saranno odiati sempre di più. E così si scavano la fossa da soli.
    Shalom

  9. Linosse
    Linosse says:

    “Striscia di Gaza, fra i morti decine di bambini
    Sono oltre 500 i palestinesi uccisi durante i raid israeliani contro Hamas. Fra questi, tanti civili e decine di bambini.
    ::::::::::::::::::::::::::::::::::
    A proposito..
    E il ferratissimo “pezzo da 90″Ferrara giornalista ad ampio spettro ,paladino attentissimo (con la sempiterna forchetta a mò di sciabola sempre in mano)degli embrioni,anche quelli dell’inconscio collettivo dov’e?
    Comè che non si pronuncia?
    Forse è ancora sotto la tavola , ben imbandita per lui ,di queste feste natalizie a riprendersi più che dalle notizie tragiche da una ennesima colossale indigestione.
    L.

  10. Sylvi
    Sylvi says:

    caro cc,
    ho letto con interesse la tua definizione di “piccolo borghese” anche perchè stamattina in macchina sentivo , sul tre, un dibattito con Sansonetti ,il quale, facendo “marculis” (capriole) incredibili. si sforzava di definirsi sessantottino che riscopre “la libertà” e non comunista che aveva, sbagliando, messo in primo piani “l’uguaglianza”.
    Che vitaccia per sopravvivere!!!
    Tu, ai punti B,C,D,E,F, dai definizioni di “piccolo borghese” e io scopro che questo blog è “quasi” un blog “piccolo borghese” di sessantottini invecchiati, secondo la definizione di Sansonetti, naturalmente.
    Ahh, quanto mi piace il sansonett- del ciuffo, se avessi l’età!
    E se per questo me ne piacciono molti altri, così duri e puri nell’annunciazione di nuove “giustizie sociali” che non perdono di vista il potere “analizzando i fatti e cercando di inquadrarli nel contesto storico accettabile soprattutto per loro”!

    Ma tu sai che alle piccole borghesi ” che attendono a mai del tutto sopite visioni di anteguerra…” piacciono questi rivoluzionari “dalle mutande di seta” come diceva un disincantato caro amico, borghese senza piccolo, del figlio che scambiava le cause delle ingiustizie umane, con gli effetti di un bel “cadreghin” al quale si sarebbe incatenato!!!

    cari saluti
    Sylvi

  11. Vox
    Vox says:

    GAZA
    (da Repubblica)

    Continua l’avanzata di Tsahal. Oltre 500 (CINQUECENTO!) vittime dall’inizio dell’operazione e almeno 2.500 i feriti. UN TANK UCCIDE TRE BAMBINI, oggi decine di morti. In Medio Oriente la missione Ue. A Sharm el Sheikh l’incontro con il leader egiziano. Anche Hamas manda rappresentanti. Sarkozy vede Abu Mazen. Livni: no agli osservatori internazionali

    ***

    Viene da chiedersi, perche’ questa Livni e’ cosi’ tenacemente contraria agli osservatori nazionali? Non sara’ perche’ non vogliono troppi testimoni del genocidio che Israele sta perpetrando, inarrestabile come un bulldozer? Cosa crede di ottenere? La verita’ viene fuori ugualmente. E la verita’ e’ che e’ un governo fatto di criminali, che perseguono una politica e un fine criminali.

  12. Vox
    Vox says:

    PS – Se Israele avesse veramente voluto proteggersi dai razzi di Hamas (che avrebbe fatto 2 vittime civili e tre militari = 5 contro 500), avrebbe volentieri accettato le forze di interposizione dell’ONU, come hanno fatto altri paesi in precedenza. Allora e’ chiaro che proteggersi non e’ il loro scopo.

  13. Vox
    Vox says:

    @ Linosse

    Caro Linosse, non solo c’e’ da chiedersi dove sia Giuliano Ferrara, ma anche dove sia il Pastore Tedesko, che fino a qualche giorno fa strepitava su tutti i giornali (a proposito di pillola del giorno dopo e di Eluana Englaro) che la vita e’ preziosa e va salvaguardata IN TUTTI I CASI. Forse, pero’, si e’ dimenticato di sottolineare che intendeva solo la vita degli embrioni e dei comatosi senza speranza di ritorno? o forse i bambini palestinesi non erano una volta embrioni anche loro? o forse ancora, una volta superata la fase embrionale, la vita, dopo tutto, non vale un ulteriore articoletto sul giornale?…

    Mah. Ke dire? Kvesta bella gente ha accolto e stretto la manina di bush & consorte in pieno svolgimento della gverra in Iraq. Kissa’, magari Gesu’ Kristo lo avrebbe fatto rotolare giu’ per la skalinata di San Pietro, invece…

  14. Vox
    Vox says:

    Mi sembra che ci sia una buona dose di antisemitismo in Europa e siamo nel 2009
    @ Anita

    Visto e considerato, c’e’ da sorprendersene?
    Quando non si e’ amati, invece di incolpare tutti intorno di malvagita’ innata o “ereditata dalla famiglia”, non sarebbe il caso di farsi un esame di coscienza e vedere cosa combinano Israele e le sue svariate lobbies? E negli ultimi mesi, tra guai economici mondiali, banche-truffa, federal reserve ladrona e attacchi massicci contro civili gia’ sfinite da assedi ed embarghi, perche’ mai il mondo dovrebbe amare usa o israele? Che, l’amore e’ forse un obbligo? aspettiamo che esca un’altra legge in merito…

  15. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Sentita questa mattina alla radio, credo rassegna stampa di radio parlamento citando fonti israeliane.

    Israele aveva programmato l’attacco a Gaza da 18 mesi, da 18 mesi corpi speciali dell’esercito israeliano si esercitava in un simulacro di Gaza appositamente predisposto nel deserto.

    Altro che risposta alle violazioni di una tregua, che in realtà è stata applicata seppur parzialmente solo da Hamas, mentre Israele ha continuato imperterrito a colonizzare territori e a stringere Gaza in una sorta di assedio per costringere i suoi abitanti alla ribellione, una reazione sciocca e velleitaria come possono esserlo solo le reazioni di gente esasperata e disperata. Esattamente la scusa che il governo israeliano cercava e per cui lavorava, al preciso scopo di attuare quel progetto criminale a cui l’apparato militare si andava esercitando da un anno e mezzo.

    Poi ognuno è libero di parteggiare per chi vuole compresi i criminali, c’è gente che ancora oggi nega l’esistenza dei campi di sterminio nazisti, ed altri che non li negano affatto ma asseriscono che erano sacrosanti come risposta alla “demo- plutocrazia giudaica” figuriamoci se non c’è oggi gente che pensa sia giusto sterminare i palestinesi (sempre semiti sono!!!). Ma dovrebbe almeno avere il coraggio di sostenere senza ipocrisia, ridicole scuse e funambolici equilibrismi di falsa equidistanza quello che pensa realmente.

    Antonio Zaimbri “- – – “antonio.zaimbri@tiscali.i

  16. Vox
    Vox says:

    DOVE NON ESISTE DIRITTO AL DIRITTO
    di Leonardo Coen
    […]nell’articolo di Michele Giorgio, una sconcertante testimonianza: “In un conflitto con una tale disparità di forze non può mancare il ‘turismo di guerra’. Itzik, un impiegato, è venuto da Petak Tikva (Tel Aviv) con i due figli e dalla prima altura dopo il valico di Erez osserva il bombardamento di Gaza. ‘Voglio che vedano come Tzahal (le forze armate) colpiscono i palestinesi per mettere fine al terrorismo’”.

    ***

    In uno sconcertante commento, un tale che si firma “Virtuoso”,
    sostiene che bisogna piantarla con questi piagnistei e che non ci sono guerre che non facciano vittime civili e che: “Per farla breve Coen xchè veramente mi sono rotto, vogliono i palestinesi tornare ai confini del 67? Vogliono che i muri siano distrutti, i checkpoint rimossi e i valichi riaperti? Che l’embargo finisca?
    C H E D I S A R M I N O !!!”

    Il che dimostra fino a che punto molta gente NON CAPISCA UN CAZZO di quello che sta veramente accadendo e NON CONOSCA ASSOLUTAMENTE I FATTI E LA STORIA di cui poi giudica cosi’ semplicisticamente e ‘virtuosamente’.

    Questo “virtuoso’ e’ convintissimo che tutta la colpa sia di Hamas e dei miserabili razzi kassam, e’ arci-sicuro che se i palestinesi smettessero di opporsi e si disarmassero, potrebbero tornare ai confini del 67 e vivere tutti in pace! E gli ingenui (per non dire imbecilli) che credono sinceramente a tutto questo si contano a profusione.

    Ne ‘sondaggio’ di Repubblica sulle opinioni della gente su quello che sta succedendo a gaza viene dato da scegliere tra le affermazioni degli israeliani piu’ spinti, e le affermazioni all’acqua di rose o molto diplomatiche di leader politici europei. Non una sola possibilita’ di scegliere una posizione decisamente contraria tout court alle azioni di Israele, come se non esistessero. Pure il Patore tedesko si mantiene sulle generali, mica dice: io a gerusalemme in visita quest’anno non ci vado e i pompelmi Jaffa non li compro piu’.

  17. Vox
    Vox says:

    E mentre stiamo tutti con gli occhi puntati su Gaza, ecco che passano notiziole alle quali, forse, ormai dovremmo essere abituati:

    APPALTI & CORRUZIONE
    L’inchiesta potentina sugli appalti per il cantiere del Pirellone bis: nelle intercettazioni anche Ligresti e un colloquio con Berlusconi

    di Francesco Viviano
    http://milano.repubblica.it/dettaglio/E-il-dirigente-onesto-su-ribello-Questa-volta-vi-distruggo/1570287

    Chi non era d´accordo a gonfiare fatture o approvare varianti veniva allontanato. Sia il Consorzio Torre (Impregilo) sia Infrastrutture Lombarde non volevano avere ostacoli per raggiungere i loro obiettivi che, secondo i carabinieri del Noe, evidenziavano «la patologica non linearità dei rapporti esistenti tra il direttore di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni e, Luciano Ciapponi, direttore tecnico della Impregilo».

    E a sostegno di questo rapporto illecito nell´informativa trasmessa al pm potentino John Herny Woodcock, i militari hanno allegato INTERCETTAZIONI che avvalorerebbero le ipotesi di reato. Intercettazioni dalle quali emergono anche i motivi che avrebbero provocato l´allontanamento di due ingegneri, Lorenzo Porcari che era direttore dei lavori del Consorzio Torre e Umberto Vasinton di Infrastrutture Lombarde. […]
    Ligresti: Ho parlato con Berlusconi ieri.. quando glielo ho detto, appena avuta la notizia è stato felice.. abbiamo fatto una bella cosa».

    ***

    ovvio che berlusconi vede le intercettazioni come un toro vede una pezza rossa agitata sotto i suoi occhi. Aveva detto: se intercettano un’altra mia telefonata, lascio l’Italia…
    Magari mantenesse la parola, almeno una volta.

  18. TIMES
    TIMES says:

    Il TIMES, noto giornale di sinistra, accusa:
    Israele usa il fosforo bianco come a Falluja.

    un «attacco» a israele arriva che anche dal «Times», secondo il quale l’esercito israeliano sta usando proiettili al fosforo bianco, che causa ustioni mortali, per coprire con schermi fumogeni l’avanzata delle proprie truppe nella Striscia di Gaza. Il Times precisa che l’uso delle armi, testimoniato dalla tipica nube bianca, è stato registrato nel nord della Striscia. Secondo il Trattato di Ginevra del 1980, le armi al fosforo bianco – che servono anche a illuminare i campi di battaglia nella notte – non possono essere usate in aree abitate da civili, perchè possono uccidere molte persone perchè il fosforo bianco continua a bruciare fino a quando ha ossigeno, che innesca la combustione. Gaza è una delle zone più popolose al mondo, e anche se viene usato solo per la cortina fumogena che crea, ci sono forti possibilità che faccia vittime tra i civili. Le forze israeliane hanno smentito che queste armi siano state usate nell’attuale conflitto. Tuttavia, nell’attacco al Libano del 2006, Israele disse che aveva usato il fosforo bianco contro «obiettivi militari su terreni aperti».
    su Corriere della Sera

  19. UNITA'
    UNITA' says:

    Israele usa le bombe al fosforo a Gaza
    di RACHELE GONNELLI

    Israele usa bombe a grappolo al fosforo bianco. Si tratta di armi che in base alla Convenzione di Ginevra e ai relativi protocolli internazionali del 1980 non possono essere utilizzate contro la popolazione civile e in aree densamente popolate.

    Dell’impiego massiccio di queste bombe, con il loro caratteristico effetto tracciante simile a un fuoco d’artificio, se viste da lontano, esiste una vasta documentazione fotografica nei reportage delle principali agenzie del mondo che arrivano in questi giorni dalla Striscia di Gaza.

    A parlarne, a denunciarne l’uso durante l’avanzata terrestre dell’esercito israeliano dopo aver visto queste foto, sono stati soprattutto i blogger. Una denuncia che corre sul web da un capo all’altro del mondo ma che finora non ha trovato finora molto spazio sulle pagine dei giornali cartacei. Se ne parla però su alcuni forum di quotidiani inglesi, da “The Guardian” al “Times” di Londra.

    Il capitano Ishai David, portavoce dell’esercito israeliano, si è comunque preoccupato di rispondere ai dubbi, affermando che «Israele usa munizioni che sono accettate dalle leggi internazionali».
    Lo stesso “Times” ha ricordato che le bombe a grappolo – a conchiglia, shells, si chiamano in inglese – al fosforo bianco non sono illegali se usate solo come proiettili traccianti per indicare la direzione e coprire l’avanzata delle truppe terrestri. Gli inglesi lo sanno bene perché le hanno utilizzate con questo escamotage in Iraq.

    I dubbi sulla liceità di questi bombardamenti al fosforo però restano tutti. Anche in considerazione del fatto che Tel Aviv ha dapprima negato ma alla fine ammesso di aver usato armi illegali come le cluster bombs durante la guerra nel Sud del Libano, nell’estate di tre anni fa.

    Alcuni esperti militari britannici intervistati in forma anonima dal “Daily Mail” sostengono che sia assai dubbia la liceità dell’impiego di queste armi anche come «cortina fumogena» in una zona tra le più densamente popolate del pianeta qual è la Striscia di Gaza. E sostengono che ci troveremmo di fronte ad un pesante crimine di guerra.

    «Se fosse provato l’utilizzo di bombe al fosforo verso postazioni civili densamente popolate Israele potrebbe essere chiamata risponderne davanti al tribunale dell’Aja», ha detto al “Times” Clarles Heyman, tenente colonnello dell’esercito britannico.

    Poi ci sono le foto che circolano in Rete di bambini uccisi nei bombardamenti su Gaza. Foto raccapriccianti che vengono da siti arabi, probabilmente legati ad Hamas. I bambini morti hanno i volti, la testa completamente nera, sembrano ustionati ma hanno i lineamenti ancora visibili e il resto del corpo quasi intatto. Cadaveri simili a quelli che si sono visti durante la guerra in Libano.

    Nei blog circola poi la denuncia di un operatore sanitario di un ospedale della Striscia di Gaza. Si chiama Jawad Najem. E dice di essersi trovato di fronte a centinaia di persone con ferite da bombe al fosforo. «Sono arrivati tutti domenica», il giorno dell’attacco terrestre dei soldati di Tshal.

    Ahmed Al Dabba, un ragazzo di 26 anni che vive nella parte orientale della Striscia ha postato il suo racconto delle prime ore dell’attacco, quando ancora funzionavano le reti telefoniche e telematiche ora tagliate. Racconta di essere salito sul tetto della sua casa non lontano dal valico di Karni e di aver visto centinaia di bombe a conchiglia al fosforo bianco lanciate nella notte. «Ne ho contate almeno duecento in un’ora, purtroppo non sono riuscito a vedere bene gli obiettivi che venivano colpiti».

  20. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Caro Vox
    Come rilevato anche da Anita cresce la dose dell’antisemitismo in europa anche se più che antisemitismoio parlrlerei di insofferenza all’ebraismo militante.
    Non è affatto da escludere che per tutte quelle implicazioni anche di ordine economico e finanziario che elencavi nel tuo post, il servile accondiscendere agli interessi sionisti, si trasformi in breve tempo nel suo contrario.
    Nei momenti di crisi c’è sempre bisogno di un capro espiatorio, e gli ebrei dovrebbero ben saperlo per amara esperienza.
    La cosa quasi buffa, se non fosse tragica, è che se un giorno gli oppressori di oggi si trovassero ad essere di nuovo un domani gli oppressi, è verosimile che, a difenderli dai loro ex interessati sostenitori, saremmo ancora una volta noi, i difensori della libertà e della giustizia senza distinzione di etnie e religioni.

    Antonio Zaimbri “- – – “antonio.zaimbri@tiscali.i

  21. Rachamim
    Rachamim says:

    Vox { 05.01.09 alle 16:07 }

    DOVE NON ESISTE DIRITTO AL DIRITTO- Post 316
    di Leonardo Coen
    “Mi difendo, quindi sono”


    Bravo Vox , con i suoi copia e incolla. Sisuramente di Coen , ha anche letto l’argomento precedente, ( Mi difendo dunque sono), che ovvio non può essere di suo gradimento.
    Come un ossesso Vox và alla ricerca continua di articoli che portino farina al suo mulino.
    .

    Bè , è ovvio che sono tentato anch’io di fare un copia e incolla.
    Non ne faccio quasi mai.
    Dal blog di Coen:-

    “Mi difendo, quindi sono”
    Tanti anni fa, nel 1975, all’indomani della delibera Onu che equiparava il sionismo al razzismo (l’Onu l’ha ritirata da tempo e ha riconosciuto al sionismo lo status di movimento di autodeterminazione del popolo ebraico) lo scrittore, artista e poeta Herbert Pagani (è morto nel 1988, aveva 44 anni) scrisse e recitò a Parigi un’appassionata “arringa per la mia terra”. E’ un testo che spiega, non senza ironìa, le ragioni della legittimità e della necessità dell’esistenza di Israele. Certo, è di parte. Ma riletto oggi, può essere utile per capire il mondo israeliano -quello che ha approvato a stragrande maggioranza l’ultimo violento e sanguinoso attacco contro Gaza già costato la vita a 410 palestinesi (più altri 1800 feriti).

    Quello che segue è il testo di Pagani.

    “Di passaggio a Fiumicino sento due turisti dire, sfogliando un giornale: ‘Fra guerre e attentati non si parla che degli ebrei, che scocciatori…’.
    E’ vero, siamo dei rompiscatole: sono secoli che rompiamo le balle all’universo. Che volete? Fa parte della nostra natura.

    Ha cominciato Abramo col suo Dio unico, poi Mosé con tavole della legge, poi Gesù con l’altra guancia sempre pronta per la seconda sberla, poi Freud, Marx, Einstein, tutti esseri imbarazzanti, rivoluzionari, nemici dell’ordine. Perchè?
    Perchè l’ordine, quale che fosse il secolo, non poteva soddisfarli, visto che era un ordine dal quale erano regolarmente esclusi; rimettere in discussione, cambiare il mondo per cambiare il proprio destino, tale è stato il destino dei miei antenati; per questo sono stati sempre odiati da tutti i paladini dell’ordine prestabilito.
    L’antisemita di destra rimprovera agli ebrei di aver fatto la rivoluzione bolscevica. E’ vero, c’erano molti ebrei nel 1917.
    L’estremistra di sinistra rimrpovera agli ebrei di esere i proprietari di Manhattan, i gestori del capitalismo. E’ vero, ci sono molti capitalisti ebrei.

    La ragione è semplice: la cultura, la religione, l’idea rivoluzionaria da una parte, i portafogli e le banche dall’altra sono stati gli unici valori mobili, le sole patrie possibili per quelli che non avevano una patria.

    Ora che di patria ne esiste una, l’antisemitismo rinasce dalle sue ceneri, o meglio, scusate, dalle nostre, e si chiama antisionismo.
    Prima si applicava agli individui, adesso viene applicato a una nazione. Israele è un ghetto, Gerusalemme è Varsavia.
    Chi ci assedia non sono più i tedeschi ma gli arabi, e se la loro mezzaluna si è talvolta mascherata da falce era per meglio fregare le sinistre del mondo intero. Io, ebreo di sinistra, me ne sbatto di una sinistra che vuole liberare tutti gli uomini a spese di una minoranza, perchè io faccio parte di quella minoranza. Se la sinistra ci tiene a contarmi tra i suoi non può eludere il mio problema. E il mio problema è che dopo le deportazioni in massa operate dai romani nel primo secolo dopo Cristo noi siamo sempre stati ovunque odiati, banditi, schiacciati, spogliati, inseguiti e convertiti a forza. Perchè?
    Perchè la nostra religione, cioè la nostra cultura, era pericolosa.
    Qualche esempio?
    L’Ebraismo è stato il primo a creare il Sabato, giorno del Signore, ovverossia la giornata di riposo settimanale obbligatoria. Immaginate la gioia dei faraoni, sempre in ritardo di una piramide.
    Il Giudaismo proibisce la schiavitù: immaginate la simpatia dei romani, i più grossi fornitori di manodopera gratuita dell’antichità.
    Nella Bibbia c’è scritto: ‘La terra non appartiene all’uomo ma a Dio’. Da questa frase scaturisce una legge: quella dell’estinzione automatica dei diritti di proprietà ogni 49 anni: vi immaginate la reazione dei papi del Medioevo e degli imperatori del Rinascimento?

    Non bisognava che il popolo sapesse.

    Si cominciò quindi con il proibire la lettura del Vecchio Testamento, poi ci fu la maldicenza: muri di calunnie che diventarono muri di pietra: i ghetti.
    Poi ci fu l’indice, l’Inquisizione e, più tardi, le stelle gialle.
    Ma Auschwitz non è che un esempio industriale di genocidio. Di genocidi artigianali ce ne sono stati a migliaia. Mi ci vorrebbero dieci giorni solo per far la lista di tutti i pogrom di Spagna, di Russia, di Polonia e dell’Africa del Nord.
    A forza di fuggire, di spostarsi, l’ebreo è andato dappertutto: si estrapola il significato ed eccoci giudicati gente di nessun posto.
    Noi siamo in mezzo agli altri popoli come gli orfani affidati al brefotrofio: io non voglio più essere adottato, non voglio più che la mia vita dipenda dall’umore dei miei padroni di casa, non voglio più affittare una cittadinanza, ne ho abbastanza di bussare alle porte della storia e di aspettare che mi dicano ‘avanti’.
    Stavolta entro e grido; mi sento a casa mia sulla terra e sulla terra ho la mia terra. Perchè l’espressione ‘Terra Promessa’ deve valere per tutti i popoli meno per quello che l’ha inventata?

    Che cos’è il sionismo? Si riduce a una sola frase:l’anno prossimo a Gerusalemme.

    No! Non è lo slogan di qualche club di vacanza, è scritto nella Bibbia, il libro più venduto e peggio letto nel mondo. E questa preghiera è diventata un grido, un grido che ha più di 2000 anni, e i padri di Cristoforo Colombo, di Kafka, di Proust, di Chagall, di Marx, di Einstein, di Woody Allen, di Jerry Lewis e anche quello del signor Kissinger hanno ripetuto questa frase, almeno una volta l’anno: il giorno di Pasqua.
    Allora il sionismo è razzismo?
    Ma non fatemi ridere!
    Il sionismo è il nome di una battaglia di liberazione e come ogni movimento democratico ha la sua destra ma anche la sua sinistra, di cui nessuno qui parla perchè non ha i mezzi per farsi sentire. Una sinistra alla quale io appartengo.
    Nel mondo ciascuno ha i suoi ebrei. I francesi hanno i corsi, i lavoratori algerini. Gli italiani hanno i terroni e i terremotati. Gli americani hanno i neri, i portoricani. Gli uomini hanno le donne. La società ha i ladri, gli omosessuali, gli handicappati.

    Noi siamo gli ebrei di tutti.

    A quelli che mi chiedono: ‘E i palestinesi?’ rispondo ‘Io sono un palestinese di duemila anni fa, sono l’oppresso più vecchio del mondo’. Sono pronto a discutere con loro ma non a cedergli la terra che ho lavorato. tanto più che laggiù c’è posto per due popoli, e due nazioni. Le frontiere le dobbiamo disegnare insieme.
    Tutta la sinistra sionista cerca da trent’anni interlocutori palestinesi, ma l’Olp, incoraggiata dal capitale arabo e dalle sinistre europee, si è chiusa in un irredentismo che sta costando la vita a tutto un popolo, un popolo che mi è fratello, ma che vuole forgiare la sua indipendenza sulle mie ceneri.
    C’è scritto sulla carta dell’Olp: ‘Verranno accettati nella nuova Palestina solo gli ebrei venuti prima del 1917′, e questa carta non è ancora stata modificata.
    A questo punto devo essere solidale con la mia gente. Quando gli arabi mi riconosceranno, mi batterò insieme a loro contro i nostri comuni oppressori. Ma per oggi la famosa frase di Cartesio: ‘Penso, quindi sono’ non ha nessun valore.
    Noi ebrei sono 5000 anni che pensiamo e ci negano ancora il diritto di esistere. Oggi, anche se mi fa orrore, sono costretto a dire: ‘Mi difendo, quindi sono’”.

    (Ho recuperato il testo di Pagani dall’album “Israele-Palestina/Storia, Giudizi e Pregiudizi” di Luca Puleo, edito da Proedi (maggio 2003).

  22. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Allora e’ chiaro che proteggersi non e’ il loro scopo.
    ————–
    Mi sembra evidente che proteggersi non è il loro scopo.
    Suppongo vogliano un territorio palestinese guidato da una dirigenza ‘amica’, da cui non aspettarsi, un domani, qualche sgradita sorpresa. Ritengo che lo scopo dell’operazione attuale sia quella non di proteggersi da Hamas ma di neutralizzarne definitivamente l’attuale dirigenza. Presumo che dovranno fare delle concessioni alla nuova dirigenza, per avvalorarne l’autorità. Chi di dovere, è certamente informato delle intenzioni di Israele e le delegazioni che nei prossimi giorni faranno il giro del Medioriente, giungeranno a missione compiuta e il loro compito sarà facilitato proprio dalla concomitanza della fine dell’aggressione israeliana. Staremo a vedere, ma è probabile che si giunga ad accordi che, con un colpo al cerchio e uno alla botte, metteranno finalmente alcuni puntini sulle i.

  23. Ed ecco gli israeliani di serie C: i cittadini arabo-israeliani (quelli di serie B sono i falashà)
    Ed ecco gli israeliani di serie C: i cittadini arabo-israeliani (quelli di serie B sono i falashà) says:

    http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/arabi-israeliani/1.html

    Decine di migliaia di arabo-israeliani hanno manifestato contro Israele a Sakhnin, nel nord dello Stato ebraico. Sventolando le bandiere palestinesi, la folla ha marciato lungo le vie del centro cittadino inneggiando slogan di protesta contro l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza (“Gaza non si arrenderà ai carri-armati e ai bulldozer”; “Non temere, Gaza, siamo con te”). Alcuni manifestanti hanno accusato il presidente egiziano, Hosni Mubarak, di essere un “codardo” di aver “collaborato con gli americani”. Le autorità israeliane hanno disposto un rafforzamento delle misure di sicurezza in vista delle proteste: migliaia di poliziotti sono stati schierati a Sakhnin e in altre zone del Nord di Israele. nello Stato ebraico vivono circa un milione e mezzo di arabo-israeliani (il 20% delle popolazione).

  24. x Anita e x AZ
    x Anita e x AZ says:

    In Europa e in particolare in Italia non esiste nessun sentimento antisemita, eccetto la solita antipatia da parte dei cattolici osservanti. Ma l’antipatia è un sentimento lecito, tant’è vero che non ha impedito che i cattolici e anche membri del clero durante la seconda guerra mondiale salvassero la vita a molti ebrei.
    Esiste invece un malcelato senso di superiorità, che spesso sconfina nel disprezzo, da parte degli ebrei verso i non ebrei, cioè verso il “bestiame umano” chiamato “goj”. Più che altro però a nutrire questo sentimento bacato e razzista sono solo una parte, robusta, di quelli iscritti alle comunità ebraiche locali (in Italia sono appena 25.000 su un totale di appena 35.000 ebrei. Che “pesano” più di 2 milioni di musulmani e più di 60 milioni di italiani!). Per esempio, i matrimoni misti, con non ebrei, sono osteggiati da sempre, da millenni, e lo sono ancora oggi anche in Italia. Il rifiuto dei matrimoni misti è la prova decisiva del razzismo per qualunque comunità, ebrea o no.
    Esiste invece una ovvia insofferenenza verso il continuo piangersi addosso e verso la pretesa dello zoccolo duro ebraico di identificare l’ebreo con il sionista e viceversa, in modo da poter prendere a calci in faccia chiunque critichi Israele, cioè chiunque critichi il sionismo che da sempre odia e disprezza gli arabi. Ma questa insofferenza, che con la carneficina contro Gaza ovviamente aumenta, non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo. Semmai con l’anticretinismo e l’anticolonialismo.
    Shalom

  25. x Anita e x AZ
    x Anita e x AZ says:

    Che poi a massacrare in questo modo i palestinesi e a usare sempre la politica del bastone e del cannone sia lo stesso popolo che contro lo sterminio di 6 milioni di suoi rappresentanti nell’Europa nazista non ha saputo dire e fare molto, eccetto la rivolta del ghetto di Varsavia, lascia molto amaro in bocca. E aumenta l’indignazione
    Spero possiate capirmi.
    Shalom

  26. Rachamim
    Rachamim says:

    326 marco tempesta { 05.01.09 alle 16:45 }

    Allora e’ chiaro che proteggersi non e’ il loro scopo.


    Non direi Marco, direi l’uno e l’altro.
    O meglio si cerca l’uno per ottenere anche l’altro.

  27. La denuncia dei pacifisti israeliani: civili massacrati per un paio di bombole!
    La denuncia dei pacifisti israeliani: civili massacrati per un paio di bombole! says:

    http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/foto-attacco/1.html

    In queste immagini fornite dal gruppo pacifista israeliano B’Tselem, si vedono i risultati del raid missilistico contro il camion di Abu Imad-Sanur. Si vedono le bombole di ossigeno che, secondo i pacifisti, sono state scambiate per missili. Nell’attacco sono morti otto giovani che stavano caricando il camion per mettere in salvo i materiali e le attrezzature della piccola impresa di Abu Imad-Sanur

  28. x Rachamim
    x Rachamim says:

    Coen sbaglia, e tu lo sai bene. Lo schiavismo non era affatto proibito dagli ebrei, è stato proibito dalla guerra civile americana e dalla rivoluzione francese. E’ però vero che gli ebrei ammettevano che il periodo durante il quale si poteva essere schiavi era non a vita ma al massimo di 7 anni, poi lo schiavo doveva essere liberato, almeno in teoria. Nel blog di Nicotri su L’Espresso qualcuno fece notare, forse lo stesso blogmaster, che il cristianesimo venne preferito dall’impero romano proprio perchè a differenza degli ebrei ammetteva la schiavitù a vita.
    Shalom

  29. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Esiste invece una ovvia insofferenenza verso il continuo piangersi addosso e verso la pretesa dello zoccolo duro ebraico di identificare l’ebreo con il sionista e viceversa, in modo da poter prendere a calci in faccia chiunque critichi Israele, cioè chiunque critichi il sionismo che da sempre odia e disprezza gli arabi. Ma questa insofferenza, che con la carneficina contro Gaza ovviamente aumenta, non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo. Semmai con l’anticretinismo e l’anticolonialismo.
    ———–
    Perfettamente d’accordo.

  30. Rachamim
    Rachamim says:

    xShalom
    Dei 7 anni lo scritto anch’io in questo blog, e parecchie altre cose, che vengono però molto volentieri dimendicate o semplicemente ignorati.
    I pensieri del post Nr.325 non sono di Coen, ma di Herbert Pagani.
    Nel rileggerlo mi sono accorto, che tutti quei pensieri li ho già espressi anch’io (nel tempo), in questo blog.
    Herbert Pagani, in quella sua ” arringa per la mia terra”, non poteva certamente, specificare., se no sarebbe stato un trattato.
    D’altro canto, non si potrebbe nemmeno chiamare schiavitù, nel vero senso della parola. Lo schiavo veniva rispettato ed anche lui aveva diritto del riposo settimanale, che toccava al padrone allo schiavo e all’animale stesso in egual misura. Insomma il non plus ultra della clemenza.Rachmin

  31. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Faust, la terza guerra mondiale di chi contro chi?
    Gli USA contro il resto del mondo?
    Per niente credibile, così come sono combinati.
    Gli USA contro l’Iran?
    Questo è già più possibile, anche perchè pare che gli iraniani ne abbiano le balle piene degli ayatollah.
    Non so però quali siano i rischi reali, perchè un osso come l’Iran sarebbe ambìto da più di un cane e allora non so come si possa mettere e quale reale convenienza ci possa essere in tutta la faccenda. Grattarsi rogne come l’Iraq e l’Afghanistan dovrebbe aver fatto passare la voglia agli USA di esportare democrazie.

  32. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Rodolfo,

    >>>nel mondo ciascuno ha i suoi ebrei.
    I francesi hanno i corsi e i lavoratori algerini.
    Gli italiani hanno i terroni e i terremotati (è un popolo? una razza?).
    Gli Gli americani hanno i neri e i portoricani.
    Gli uomini hanno le donne!!!( adesso capisco anche meglio certe tue affermazioni).
    La società ha i ladri, gli omosessuali e gli handicappati.( per quest’ultimi due come sopra; sono una razza?…).

    Facendo un conto questo Pagani è nato nel’1944!!!!
    Non 1044!
    Va bene, ho capito! Ha ragione Uroburo e anche controcorrente!
    IO VIVO SULLA LUNA!

    Sylvi

  33. Rachamim
    Rachamim says:

    xSylvi
    Capisci quel che vuoi o quel che ti piace capire non il pensiero ultimo.
    Per quel che ne sò le donne vengono ancora oggi maltrattate e sfruttate dall’uomo. O no?
    Cosi è stato per i terroni o per i terremotati.
    Qui non si tratta nè di razza nè di popolo, ma del pensiero nel suo complesso.

  34. Sylvi
    Sylvi says:

    E già che vivo sulla Luna vorrei, per cortesia, che qualcuno mi spiegasse un piccolo casalingo, pratico mistero:

    1 litro di latte crudo al distributore a un km da casa mia, mi porto la bottiglia, costa 0.80 euro.
    1 litro di latte, nel cartone,nel supermercato a 2 km da casa mia, proviene dal Consorzio Latterie di fronte al supermercato, 1.34 euro.
    1 litro di latte, nel cartone, proviene da Innsbruk, la Tiroler Vollmilk, 0.84 euro.

    Capire il mistero significa avere soldi in più per la nostra crisi e soldi in più per aiutare i diseredati del mondo. O no?

    Ai don Chisciotte da Sancho Panza!
    Sylvi

  35. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Rachamim.
    Bando alle ciancie:
    a che pro le bombe al fosforo buttate dentro agglomerati urbani?
    Legittima difesa pure questa? Chiagne e fotte, come dicono a Napoli?
    Post Scriptum: ovviamente i vertici militari israeliani smentiscono, a dispetto delle prove più schiaccianti. Fu così anche in Libano, poi hanno dovuto malvolentieri ammetterlo di averle sganciate.
    Proprio così.

  36. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    il suo ultimo post per Rodolfo fa rizzare i capelli sulla testa. In che modo ‘gli ebrei degli americani’ sarebbero i neri ed i portoricani?! e quelli dei francesi gli algerini ?! (ed i corsi?!). E quelli degli italiani (sic) i terroni ed i terremotati (forse si e’ scordata anche gli zingari ed i musulmani…). Ed in che modo poi gli omosessuali, i ladri e i disabili (interessante equiparazione anche questa…) sarebbero gli ebrei della societa’? (quale societa’ poi).
    Forse mi sono perso la chiave di questo suo interessante discorso. Senno’ lei non vivra’ sulla luna, ma il suo post denoterebbe una carenza di ossigeno (per la corteccia cerebrale, per esempio)

    Saluti e buon anno

    Peter

  37. Vox
    Vox says:

    Israele aveva programmato l’attacco a Gaza da 18 mesi
    @AZ

    Difatti. Inoltre, non bisognerebbe dimenticare che le ingiustizie e la violenza contro i palestinesi vanno avanti da decenni, anche da prima che Hamas vincesse le elezioni. Hamas non e’ la causa, ma la conseguenza (ed e’ anche stata sostenuta, all’inizio, proprio da Israele per contrastare l’OLP e Arafat).

    Io spero solo che un giorno arrivi la resa dei conti per tutti coloro che – governi o singoli individui – abbiano compiuto crimini contro l’umanita’. Norimberga non dovrebbe essere l’unico esempio (a senso unico), ma un atto dovuto, anche come eventuale deterrente per il futuro.

  38. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Da Wikipedia, sugli accordi di Oslo che hanno portato Peres, Rabin e Arafat al Premio Nobel (leggetevi bene l’ultimo paragrafo, che poi ne riparliamo, semprecchè non sia tutta propaganda israeliana):
    Accettazione degli accordi da parte dei due popoli [modifica]
    Gli accordi sollevarono nei due popoli, israeliano e palestinese, un’ondata di speranza per la fine delle violenze, ma non tutti presero parte a questa speranza.

    In Israele, ebbe luogo un forte dibattito sugli accordi; la sinistra li sosteneva, mentre la destra si opponeva ad essi. Dopo una discussione di due giorni alla Knesset sul proclama del governo circa la questione dell’accordo e lo scambio di lettere, il 23 settembre 1993 si tenne un voto di fiducia nel quale 61 parlamentari della Knesset votarono a favore della decisione, 50 votarono contro e 8 scelsero l’astensione.

    Nemmeno le reazioni palestinesi agli accordi furono omogenee. al-Fath accettò gli accordi, ma Hamas, la Jihad Islamica palestinese e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che erano note come “organizzazioni del rifiuto”, obiettarono agli accordi dato che rifiutavano completamente il diritto di Israele a esistere.

    Da entrambe le parti si nutrivano timori circa le intenzioni dell’altra. Gli israeliani sospettavano che i palestinesi non fossero sinceri nel loro desiderio di raggiungere la pace e la coesistenza con Israele, ma si riferivano a questo come al “Programma in dieci punti” (che in Israele viene chiamato Tokhnit HaSHlavim o Torat HaSHlavim). Come prova portavano dichiarazioni rese da Arafat davanti a un uditorio palestinese, nelle quali paragonava l’accordo all’Accordo di Hudaybiyya che il profeta Maometto aveva firmato con i pagani meccani dei Quraysh. Queste dichiarazioni possono essere interpretate anche come un tentativo di giustificare la firma degli accordi in base a precedenti storico-religiosi.

    Dopo la firma degli accordi l’espansione degli insediamenti israeliani accelerò di cinque volte rispetto alla normale crescita, ingenerando frustrazione tra i palestinesi e una generale sfiducia sugli accordi e sulle intenzioni israeliane. La fiducia israeliana negli accordi venne minata dal fatto che, dopo la firma, gli attacchi terroristici contro Israele non cessarono, e anzi si intensificarono: il che può essere spiegato come un tentativo delle organizzazioni terroristiche di compromettere il processo di pace. Altri credevano che l’Autorità Palestinese non avesse interesse a far cessare questi attacchi e che invece li avallasse. Centinaia di civili israeliani[senza fonte] morirono in attacchi compiuti da attentatori suicidi e da organizzazioni palestinesi durante il periodo degli accordi di Oslo. Parti importanti dell’opinione pubblica israeliana si opposero al processo; in particolare, i coloni ebraici temevano che avrebbe portato alla perdita delle loro abitazioni. Questo processo alla fine portò all’assassinio del Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin da parte dell’attivista di estrema destra Yigal Amir.

    I sospetti di Israele vennero confermati da Ziyād Abū ˁAyn, di al-Fath, durante un’intervista su Alam TV, il 4 luglio 2006: “Gli Accordi di Oslo non sono stati ciò che il popolo palestinese sognava. Il sogno del popolo palestinese è il ritorno, l’autodeterminazione, la fondazione di uno Stato palestinese indipendente, e la liberazione della sua terra. Comunque, non ci sarebbe stata resistenza in Palestina se non fosse stato per Oslo. Fu Oslo che incoraggiò fortemente alla resistenza palestinese. Tutti i Territori Occupati – e io fui uno degli attivisti della prima e della seconda intifada, e venni arrestato dagli israeliani diverse volte… – Se non fosse stato per Oslo, non ci sarebbe stata resistenza. Per tutti i territori occupati, non potevamo spostare una singola pistola da un posto all’altro. Se non fosse stato per Oslo, le armi che ottenemmo tramite Oslo, e se non fosse stato per le zone “A” dell’Autorità palestinese, se non fosse stato per l’addestramento, i campi, la protezione fornita da Oslo, e se non fosse stato per il rilascio di migliaia di prigionieri palestinesi grazie ad Oslo – questa resistenza palestinese non avrebbe potuto portare avanti questa grande intifada palestinese, con cui abbiamo fronteggiato l’occupazione israeliana.”

  39. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Rodolfo,

    le donne vengono ancora sfruttate e maltrattate, certo!
    Sono sempre state l’archetipo dello sfruttamento!

    Come terremotata non mi sono sentita sfruttata nè maltrattata; certo non siamo stati con le mani in mano e “abbiamo fatto squadra”!
    Il terremoto in Friuli era del 1976!
    I” terroni “piangano di meno e facciano, appunto,squadra.
    Non sono nati maledetti da nessun dio che io sappia.

    Credimi, Rodolfo, il pensiero nel suo complesso lascia molto a desiderare!

    ciao sylvi

  40. Vox
    Vox says:

    @ Cara Sylvi,
    puo’ darsi che il mistero del latte sia dovuto al cosiddetto middle-man, l’intermediario tra produttore e consumatore che, non producendo nulla, guadagna piu’ di allevatori e contadini e spella il pubblico? Magari, il distributore italiano e’ piu’ avido di quello tirolese?

    Ci sarebbe anche da chiedersi come mai, col prezzo del petrolio crollato da 140 a 18,7 dollari al barile, il prezzo dei prodotti trasposrtati su gomma non siano scesi almeno un poco, di conseguenza.

  41. Angelo Panebianco
    Angelo Panebianco says:

    C’è una differenza fra la guerra del Libano del 2006 e l’attuale conflitto a Gaza. Questa volta, sono molti di più i governi disposti a riconoscere le ragioni di Tel Aviv. Per conseguenza, anche l’opinione pubblica internazionale, e occidentale in particolare, non si è compattamente e pregiudizialmente schierata contro Israele. I regimi arabi moderati, che temono più di ogni altra cosa le aspirazioni egemoniche dell’Iran (alleato e protettore di Hamas) mantengono, nonostante l’opposizione delle piazze, un atteggiamento prudente. La fazione palestinese moderata di Abu Mazen (sanguinosamente cacciata da Gaza, nel 2007, dai miliziani di Hamas) considera Hamas l’unica responsabile dell’attacco israeliano. Anche in Europa il vento è in parte cambiato.

    I governi tedesco, italiano e dei Paesi dell’Europa orientale hanno preso chiare posizioni a favore del diritto di Israele a difendersi dai missili di Hamas. E i l Presidente Sarkozy, nonostante la tradizione francese (poco sensibile alle ragioni di Israele), sarà obbligato, nel suo prossimo tentativo di mediazione, a tenerne conto. Comincia a farsi strada la consapevolezza che fra le molte asimmetrie del conflitto c’è anche quella rappresentata dal diverso valore attribuito dai contendenti alla vita umana. Per gli uomini di Hamas, come per Hezbollah in Libano, la vita (anche quella degli appartenenti al proprio popolo) vale talmente poco che essi non hanno alcun problema a usare i civili, compresi i bambini e le donne, come scudi umani. Per gli israeliani, le cose stanno differentemente. Cercano di limitare il più possibile le ingiurie alla popolazione civile anche se, naturalmente, la natura del conflitto esclude che essa non sia coinvolta. L’attacco dell’esercito, appena iniziato, volto a bloccare definitivamente Hamas, è stato a lungo ritardato. Tra le ragioni del ritardo c’era anche il timore per l’alto costo in vite di civili che l’attacco potrebbe comportare.

    Insomma, di fronte alla complessità del problema e alla diffusa consapevolezza che non si può negare a uno Stato il diritto di difendersi da un’organizzazione di fanatici votati alla distruzione di quello stesso Stato, c’è questa volta, in giro, meno voglia di dare addosso pregiudizialmente a Israele. Ma con un’eccezione di assoluto rilievo: le Nazioni Unite. Richard Falk, «relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi», rappresentante dell’Human Rights Council (Consiglio per i diritti umani) delle Nazioni Unite, sta usando la sua carica, e la sponsorizzazione dell’Onu, per fare propaganda pro-Hamas e antisraeliana. Le sue tesi «sull’aggressione israeliana » a Gaza sono esattamente le stesse di Hamas. Il caso di Richard Falk è interessante perché ci aiuta a capire come vengano trattati i «diritti umani» alle Nazioni Unite. Ebreo americano, già professore di diritto internazionale a Princeton, Falk è quello che in America si definisce un radical. E dei più accesi. Fra le sue molte imprese si possono ricordare il suo giudizio entusiasta sull’Iran di Khomeini (un «modello per i Paesi in via di sviluppo», lo definì arditamente nel 1979) e i suoi dubbi, alla Michael Moore, sulla «verità ufficiale» americana sull’11 settembre. Nel 2007 paragonò la politica israeliana verso i palestinesi a quella della Germania nazista nei confronti degli ebrei. È persona non grata in Israele.

    La nomina di Falk (con il voto contrario degli Stati Uniti), nel marzo 2008, a rappresentante per i territori palestinesi del Consiglio per i diritti umani, un organismo dominato da Paesi islamici e africani, ebbe un solo scopo: quello di predisporre un corpo contundente da usare contro Israele. È un altro clamoroso infortunio dell’Onu. Dopo quello che, alcuni anni fa, portò la Libia, nella generale incredulità, alla presidenza della Commissione per i diritti umani (poi abolita). Se l’Onu si occupasse seriamente di diritti umani dovrebbe mettere sotto accusa un bel po’ dei propri Stati membri, ossia tutti gli Stati autoritari o totalitari (dalla Cina a quasi tutti i regimi del mondo musulmano). Ma non può farlo. In compenso, i diritti umani vengono spesso usati come proiettili per colpire le democrazie occidentali e Israele. Anche se creare una «Lega delle democrazie» è risultato fino ad oggi impossibile, un maggiore coordinamento fra i Paesi democratici in sede di Nazioni Unite sarebbe quanto meno auspicabile. Al fine di imporre a certi suoi organismi comportamenti più decorosi. Nonostante il credito di cui l’Onu continua a godere, è un fatto che, nelle crisi internazionali, sanno spesso muoversi con maggiore credibilità, pur con le loro magagne e imperfezioni, i governi delle democrazie. Per lo meno, devono rispondere del proprio agire alle loro opinioni pubbliche e hanno comunque (non c’è Guantanamo che tenga) carte più in regola degli altri anche in materia di diritti umani.

  42. Piero Ostellino
    Piero Ostellino says:

    Con la decisione di ritirare le truppe israeliane da Gaza, Ariel Sharon aveva offerto ai palestinesi un’opportunità. Al tempo stesso, però, il passaggio della sua amministrazione nelle loro mani aveva creato obbiettivamente le premesse di una loro spaccatura. L’opportunità consisteva nella possibilità che le fazioni nelle quali il movimento era diviso abbandonassero la lotta armata, si unificassero sotto Al Fatah e partecipassero al processo di pace con Israele, voluto da Usa e Europa. Le premesse della crisi stavano nell’eventualità di un acuirsi della divisione fra integralisti, contrari a soluzioni di pace, movimento palestinese moderato e governi islamici favorevoli. La crisi di questi giorni conferma che, fra le due prospettive, a prevalere è stata la seconda. Ancora una volta sono state le divisioni all’interno del movimento palestinese e, in parte, dello stesso mondo arabo a prevalere, riaccendendo il conflitto. Con il lancio di missili da parte di Hamas contro le popolazioni israeliane limitrofe, cui ha fatto seguito l’inevitabile reazione di Israele.

    Il successo di Hamas nelle elezioni per l’amministrazione di Gaza, nel gennaio 2006; la rottura, nel giugno 2007, dell’accordo con Al Fatah, raggiunto solo poco più di tre mesi prima, nel febbraio dello stesso anno, ne erano state le avvisaglie. C’è un convitato di pietra che blocca ogni possibilità di pace. È l’Iran. Che sostiene il rivendicazionismo di Hamas; che, con la sua corsa all’armamento atomico, inquieta Israele, l’Occidente e pressoché l’intero mondo arabo, dall’Arabia Saudita—promotrice, nel marzo 2002, dell’iniziativa Arab Peace e fallita nel 2007 — all’Egitto, alla Giordania. Forse non è superfluo ricordare che l’articolo 7 della Carta di Hamas non propugna solo la distruzione di Israele, ma lo sterminio degli ebrei, così come sostiene il presidente iraniano Ahmadinejad; che all’articolo 13 si invoca la guerra santa; che il nazionalismo del movimento affonda le sue radici nell’interpretazione di Teheran della religione. La maggioranza del mondo arabo è per la pace. Lo testimoniano — al di là delle condanne di rito di Israele e delle manifestazioni di piazza—le reazioni alla crisi di Fatah. Abu Mazen, il presidente dell’Autorità palestinese, ha ricordato di aver implorato Hamas a non rompere il cessate il fuoco. L’Egitto fa trapelare che esiste un piano Iran-Hamas-Fratelli musulmani per creare disordini in Palestina e nel suo territorio. Tacciono la Giordania, l’Arabia Saudita, i palestinesi della West Bank. L’attacco israeliano—invece di ricompattarlo contro Israele, come vuole una tesi propagandistica anti israeliana — ha rinsaldato il mondo arabo contro Hamas e l’Iran. È un ulteriore segno che Ariel Sharon aveva visto bene.

  43. Faust x  marco tempesta
    Faust x marco tempesta says:

    ….
    Gli USA contro l’Iran? NO!!! israele contro Iran!!
    … poi succederanno cose bruttissime in India…

    …dietro tanti fattacci che vedremo prossimamente… ci sono il servizi segreti israelitici, con lappoggio dei gringos… due assassini…

    La Cina non sa che farsene dei titoli di stato usa, non puo venderli tutti in un botto, ma un po x volta, quindi i cino non possono spendere i loro risparmi, possono pero pagare con i titoli di carta ad altri paesi comprando immobili ed esportando i cinesi in quei paesi da proprietari, non da immigrati che chiedono il visto che in caso di aquisto di immobili la residenza è automatica… i cinesi allestero sono la principale valvola di sfogo, sono diciamo cosi la chemio del cancro capitalista, se si scoprira, fra non molto, la gravita e lampiezza del fallimento del dollaro, x non perire i cinesi reagiranno e non sono immaginabili gli effetti… vendere è svendere; i titoli usa immobili si deprezzano; in ogni caso non sono spendibili, quindi non disponibili, se non con accordi con Banche Centrali… quale ?¿ la usa ?¿? se obbligata dai cino, svalutano!! La perdita dei risparmi in dollari di Cina e India sara direttamente proporzionale alla gravita del fallimento della loro economia, trascinata dal dollaro carta-straccia, se la situazione non sara gestita onorabilmente dai debitori gli Usa… sara guerra… La III, La IV… gli israeliani saranno le truppe specializzate, vista la poca scarsa capacita dei marlins a infiltrare ed agire in terra straniera…
    Faust

  44. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Peter,

    forse mi sono dimenticata di chiudere le virgolette!!!
    La mia corteccia ha ancora sufficiente ossigeno, me l’hanno detto ieri sera!!!
    E’ quella degli amici e correligiosi di Rodolfo che nell’75, come afferma lui, era in affanno!
    Comunque i miei capelli, di donna, erano già dritti, prima dei suoi.

    Ricambio gli auguri.
    Sylvi

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