C’è solo un piccolo particolare, anzi due. Più qualche inevitabile considerazione aggiuntiva. E fastidiosa
1) – E’ vero che da Gaza sparano razzi sulla cittadina israeliana di Sderot, peraltro di scarsa precisione ed efficacia, anzi – come si è visto – veri e propri disastrosi boomerang contro gli stessi abitanti di Gaza. Però è anche vero che Sderot è stata costruita – assieme alla colonia israeliana di Or fondata nel 1957 – sui resti di ciò che fu il villaggio palestinese di Najd, parola che in arabo significa “altopiano”, oggi distante 14 chilometri da Gaza. Ed è anche vero che il villaggio fu sottoposto a “pulizia etnica” dai sionisti arabofobi prima ancora che nascesse lo Stato di Israele. Secondo la risoluzione Onu 194 e anche secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 13, sezione due, gli abitanti di Najd hanno il diritto di ritornare ad abitare nelle loro personali proprietà e al loro villaggio nativo. Perché questo diritto viene loro negato, e ben da prima che tirassero anche solo pietre?
2) – E’ vero che da Gaza a volte sparano razzi anche sulla cittadina israeliana di Ashkelon, peraltro di scarsa precisione ed efficacia, anzi – giova ripetere – veri e propri disastrosi boomerang contro gli stessi abitanti di Gaza. Però è anche vero che Ashkelon sorge sulle rovine di quello che era il villaggio palestinese di Al-Jura, anch’esso sottoposto a “pulizia etnica” da parte dei sionisti arabofobi. E secondo la risoluzione Onu 194 e anche secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 13, sezione due, pure gli abitanti di Al-Jura hanno il diritto di ritornare ad abitare nelle loro personali proprietà e al loro villaggio nativo. Perché questo diritto viene loro negato, e ben da prima che tirassero anche solo pietre?
Stando così le cose, come la mettiamo?
Ma andiamo per ordine. Nel 1992 a Washington l’Institute for Palestine Studies [Istituto per gli studi sulla Palestina] ha pubblicato un importante lavoro del ricercatore Walid Khalidi intitolato “All That Remains: The Palestinian Villages Occupied and Depopulated By Israel in 1948″ [“Tutto ciò che rimane: i villaggi palestinesi occupati e spopolati da Israele nel 1948″].Chi sia Khalidi lo potete legge alla fine di questo articolo. Il libro si occupa dei 418 villaggi che hanno subito la “pulizia etnica” da parte dei sionisti arabofobi ed è dedicato da Khalidi “A tutti coloro per cui questi villaggi erano casa, e ai loro discendenti”. La prima cosa che mi viene in mente leggendone dei brani, con difficoltà visto che – guarda caso – non è stato tradotto in italiano, è che la cifra indicata da Khalidi è più o meno eguale a quella che ho sentito anch’io citare da Stefano Chiarini, lo scomparso giornalista de Il Manifesto buon conoscitore della Palestina anche perché vi era stato spesso inviato dal giornale. Non ricordo esattamente la cifra riferita da Chiarini, ma ricordo bene che era più grande di 400 perché a sentirlo parlare ne rimasi sbalordito, anzi incredulo.
Lo studioso Khalidi ci documenta dunque che Sderot fu colonizzata dagli israeliani nel 1951 . sui terreni del villaggio di Najd e che su quelle spoglie nacque nel ’57 la colonia di Or. La pulizia etnica era però avvenuta prima. Gli oltre 600 palestinesi recensiti a Najd nel ’45 furono cacciati con la forza il 13 maggio 1948, vale a dire prima che venisse dichiarato lo Stato di Israele. E – si noti bene – prima che qualunque esercito arabo entrasse in Palestina! Khalidi racconta che lo spazio dove esistevano le 82 case di Najd oggi è “ricoperto di cactus, ‘spine di Cristo’ e alberi di sicomoro e contiene le mura crollate di edifici non identificati…”. Ancora oggi vi “crescono alcuni vecchi alberi”. I bambini palestinesi andavano a scuola a Simsim, a 2 chilometri di distanza. Secondo Palestine Remembered il villaggio è stato completamente “sfigurato”.( http://www.palestineremembered.com/Gaza/Najd/ e http://www.umkahlil.blogspot.com/2006/06/sderot-built-on-ashes-of-ethnically.html )
Di Najd si hanno notizie almeno dal 1596, quando contava 215 abitanti, quasi tutti contadini dediti anche all’allevamento. Nel 1838 lo studioso americano della bibbia Edward Robinson “osservò gli abitanti setacciare l’orzo lanciandolo nell’aria contro vento con forche di legno” [Robinson (1841) III: pagina 260, citata da Khalidi a pagina 128] e vide che “Campi di grano e alberi da frutto circondavano Najd da tutti i lati”. Ancora oggi i palestinesi possiedono a Najf 12.669.000 metri quadri di terreno, anche se il governo israeliano rifiuta l’esercizio del loro diritto di proprietari, in particolare il loro diritto di tornarsene sulla propria terra. Da notare che nel 1945 gli ebrei vi possedevano appena 495.000 metri quadri di terra, cioè meno di 1/25 (=un venticinquesimo) della terra posseduta ancora oggi dai palestinesi cacciati via.
E’ interessante anche la storia della cittadina oggi chiamata Ashkelon, israeliana, costruita sul paesino distrutto e sottoposto a pulizia etnica di Al-Jura ( http://umkahlil.blogspot.com/2009/01/targeted-israeli-towns-built-on.html ), nome che aveva fino a pochi anni fa ( http://www.palestineremembered.com/Gaza/al-Jura/ ).
Khalidi scrive che “i mitragliamenti e i bombardamenti israeliani lasciarono un segno sulla popolazione nella regione che era psicologicamente impreparata e non aveva accesso a rifugi antiaerei”. E cita un articolo della United Press International con le parole di un funzionario dell’intelligence israeliana: ” l’attività militare israeliana sulle aree costiere ha causato ‘ disperazione tra gli abitanti del luogo'” (pag 82). Al-Jura era una località di residenza estiva per gli abitanti del vicino paese Al-Majdal, anch’esso “ripulito” etnicamente (pag. 116). Prima di esserne cacciati via i palestinesi ad Al-Jura possedevano 12.015.000 metri quadrati di terreno, mentre gli ebrei non ne possedevano neppure uno (pag. 117). Khalidi ricorda che un “mawasim”, cioè un periodo di feste, “si teneva in esso ogni anno in primavera, e al quale si recavano in massa persone dalle città e dai villaggi del distretto di Gaza per nuotare, praticare sport e per feste religiose. Veniva organizzato un mercato in particolare per le occasioni in cui visitatori si recavano per gli acquisti”. “Le maggiori occupazioni degli abitanti erano la pesca e la caccia ai volatili, e che il loro pesce e la loro selvaggina venivano vendute in diverse delle città e villaggi confinanti. Difatti il villaggio era uno dei maggiori centri di pesca della Palestina”.
Poi c’è la storia anche degli altri 416 villaggi, di cui Khalidi pure si occupa. E ciò anche a voler tralasciare la pur doverosa osservazione che è abbastanza strano sostenere il “diritto al ritorno” di chi se n’era andato via 2000 anni fa realizzandolo a spese di chi invece c’era rimasto! Non ho nulla contro il sionismo non arabofobo, ma sostenere che chi per un bel pezzo è stato assente ha più diritti di chi invece è sempre stato presente, tant’è che questi viene sloggiato con la forza, è chiaramente assurdo. Realizzabile, certo, ma in base ai rapporti di forza, ma di sicuro non in base alla logica, alla giustizia e al diritto internazionale. Come si vede, la faccenda – e la Storia, con annesse responsabilità – è più complicata e meno univoca di come continuano a raccontarcela i nostri grandi mass media. I quali, come sempre pronti a voler salire sul carro del vincitore, vero o presunto, non si pongono mai domande troppo scomode. Per esempio questa: se Israele è legittimata a scatenare la carneficina che ha scatenato e non ancora terminato a Gaza per i pochissimi morti provocati dai razzi Qassam, cosa avrebbero dovuto scatenare i palestinesi contro i coloni che di palestinesi nel corso degli anni ne hanno accoppati, restando sempre impuniti, almeno 40, cioè molti ma molti di più? Cosa avrebbero dovuto scatenare quando il 25 febbraio 1994 il colono Baruch Goldstein con altri due invasati massacrò in un sol colpo nella moschea di Hebron 24 palestinesi e ne ferì gravemente oltre 100, dei quali non si è mai saputo quanti ne sono poi morti? Una volta a un dibattito su un canale della Rai sentii dire che a quel macellaio, a sua volta ucciso nel corso della mattanza, è stato eretto in Israele un monumento…. Non so se il monumento c’è ancora, ma chi lo ha visto mi ha raccontato di avervi letto che è caduto per Israele!
Il diritto alla legittima difesa, invocato da chi in realtà vuole solo applaudire l’ignobile strage degli innocenti in corso per mano del nuovo Erode di nome Israele, è un discorso che – in quanto molto disonesto – può diventare un boomerang. Gli Stati Uniti per esempio hanno finanziato e armato l’invasione di Cuba tentata a suo tempo nella Baia dei Porci da parte dei fuorusciti fascisti, ai quali gli Usa danno ospitalità e ampi appoggi in Florida. Non solo. Gli Usa hanno anche armato la mano del terrorista anticastrista Posada Carriles, fornendogli le bombe che hanno provocato un massacro in un albergo dell’Avana dove ha trovato la morte anche un turista italiano, Fabio De Celmo. Cuba dunque ha sicuramente il diritto di bombardare gli Usa, secondo i tifosi e i teorici della feroce rappresaglia israeliana travestita da “legittima difesa”, alter ego degli imbecilli che a Roma hanno lanciato l’idea del boicottaggio contro “i “negozi degli ebrei” confondendo anche loro tra ebrei e israeliani secondo una equazione tanto cara ai facinorosi quanto falsa e aborrita da non piccola parte dello stesso mondo ebraico oltre che israeliano.
Tutte le dispute sul diritto “storico” degli ebrei di “tornare” in Palestina e di starci come più gli fa comodo e a dispetto di tutto e di tutti – compresa la stessa Onu che Israele ha fatto nascere! – a costo di usare le armi atomiche, costruite certo non come puro passatempo e per il gusto di sprecare enormi quantità di denaro, tutte queste dispute hanno un punto debole, contro il quale cozzano rivelandosi solo chiacchiere. Un elenco pignolo di queste chiacchiere le ha fatte Benjamin Netanyahu in una recente intervista alla rete televisiva americana CHA, segnalataci dal lettore che si firma Faust, nel corso della quale l’ex capo di governo israeliano ha elencato 20 motivi in base ai quali Israele “is our Land and only our Land”. Ammettiamo pure che i 20 punti in questione siano tutti accettabili senza riserve: il problema è che in ogni caso non autorizzano nessuno a fare carne di porco degli “altri” e comunque non rendono automaticamente accettabile il potere che viene bellamente costruito sulla base di quei 20 punti per gestirne l’interpretazione e l’imposizione. Il potere che si basa soprattutto sul “sacro” e che lo utilizza per affermarsi, svilupparsi e durare, contraddice inevitabilmente gli stessi principi su cui si basa: i principi saranno anche “sacri”, giusti e sacrosanti, ma il potere è immancabilmente profano, per definizione. In ogni caso, i 20 punti di Netanyahu valgono quanto gli altri punti, più o meno di 20 che essi siano, di chi la pensa diversamente da lui anche all’interno dello stesso mondo ebraico e perfino sionista. I 20 punti di Netanyahu valgono e pesano di più, oggi, solo perché dietro hanno armi e danaro più degli “altri”, compresi gli altri che fanno parte di Israele e/o del mondo ebraico ma la pensano in altro modo. Quando gli Usa cesseranno il sostegno a Israele, iniziato in definitiva solo 40 anni fa, cioè dopo la “guerra dei sei giorni”, o quando il petrolio del Medio Oriente sarà agli sgoccioli o avra comunque perso importanza, i 20 punti di Netanyahu varranno esattamente quanto sono valsi per 20 secoli: meno della carta su cui sono scritti. Forse è il caso di pensarci, prima di altre eventuali catastrofi. Non vorrei che qualcuno, imitando le fissazioni di certa oligarchia israeliana, cominciasse a reclamare la terra di Israele e Palestina portando come prova la stessa bibbia: poiché nel “libro sacro” si legge da quasi 3.000 anni che la “terra promessa” venne strappata a furia di genocidi e pulizie etniche – il termine della bibia è “herem” – a chi ci abitava prima, qualche Netanyahu di altre sponde eredi di quegli antichi espulsi e massacrati potrebbe accampare pretese di “legittima proprietà” sui territori della ex “terra promessa”. A pensarci bene, l’attuale selvaggia mattanza contro Gaza somiglia proprio agli “herem” narrati dalla bibbia, che se ne vanta pure. Ne differisce solo per il fatto che questa non è stata “ordinata da Dio”, ma dagli interessi elettorali e di partito della nomenklatura.
Certi discorsi del cavolo possono portare a esiti ancor più pazzeschi degli attuali. Se Abramo e i suoi hanno fondato il popolo ebraico emigrando dalla città mesopotamica di Ur, in pratica dall’attuale Iraq, allora si tratta in definitiva di emigrati mesopotamici, o iracheni che oggi si voglia dire. Del resto è stato il rabbino capo di Roma, Giuseppe Di Segni, in un suo sconcertante discorso contro l’arcobaleno bandiera della pace di chi non voleva l’invasione dell’Iraq, a definire i babilonesi come “gli iracheni di allora”, e quindi gli iracheni come i babilonesi di ogii…. A gente che (s)ragiona come Netanyahu e buona parte del rabbinato duro e puro potrebbero venire in mente strambe pretese di “diritti storici”…. Del tipo di quelle, per esempio, di Benito Mussolini e dei fascisti sulle terre che furono dei “nostri avi” dell’impero di Roma. Che non è forse la capitale d’Italia? E allora perché non pretendere anche oggi la “restituzione”, cioè l’occupazione a cannonate, di nuovo della Libia, dell'”Abissinia”, dei Balcani, e poi anche dell’Inghilterra, della Germania, della Francia, della Spagna e del Medio Oriente compresa la Palestina e la stessa Israele? A fare la differenza è solo l’esito delle armi e delle guerre: se avesse vinto Mussolini, avrebbe avuto ragione lui. Oggi i libri di storia canterebbero il buon diritto, di stampo per certi versi “sionista”, di Roma a comandare sulle terre governate e spesso possedute dai “nostri avi”. Per non parlare degli infiniti popoli del pianeta che, sloggiati a forza dalle loro terre, potrebbero accampare oggi anche loro il “diritto al ritorno” e all’autogoverno: dagli indios dell’Amazonia a quelli della Patagonia e delle Ande, dagli “indiani” d’America agli Incas, dai boscimani africani agli aborigeni australiani…. I lumbàrd di Bossi? Altro che dargli la Padania, ricacciamoli in Ungheria! se non li vogliono neppure lì, se ne ritornano in quel freddo e inospitale Nord Europa dal quale i longobardi sono calati come orde barbare…
Anche la Chiesa è convinta, e si comporta di conseguenza, che i molti “punti” dei vangeli e della bibbia siano veri – nonostante di quest’ultima sia stato dimostrato in lungo e in largo che si tratta solo di miti, per giunta in molti casi già nati in precedenza in Mesopotamia – e su tale convinzione ha man mano creato e imposto il suo potere “sacro”, ma di fatto terreno e tanto profano che sempre meno ha a che vedere con i precetti evangelici, come dimostra il gran numero di guerre, bruciati vivi e torturati in base a pretesti e motivazioni le più varie. La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Non fanno eccezione neppure i 20 punti di Netanyahu o di chi per lui. NON esiste NESSUN diritto che abbia il diritto di fottersene degli altri e della realtà! L’unico “diritto” che ha questo “diritto”, compreso quello di vita e di morte degli “altri”, è il diritto nato dalle armi, come del resto dimostra la storia del nostro avere spazzato via decine di popoli e civiltà in base al “diritto” della maggior forza delle nostre armi prima europee e poi occidentali. Ci hanno rotto l’anima per anni e anni, accusando e incarcerando anche i nostri “cattivi maestri”, quando era di moda lo slogan “Il potere si basa sulla canna del fucile”, che riassumeva la teoria e la pratica maoista. Adesso però, guarda caso, vogliono convincerci che quando la stessa dottrina la teorizza e la applica senza scrupoli Netanyahu o chi per lui, allora ci si deve inchinare, bisogna applaudire. Beh, più disonesti di così si muore. Ma la disonestà non ci è mai piaciuta. Neppure quando vince e “fa la Storia”. Forse non ce ne siamo accorti, ma anche gli islamisti che vogliono l’affermazione della Shahria in Europa hanno i loro “punti” e “diritti” storici, anche se non so se siano 20 perché non li ho mai contati.
Per i nostri profughi istriani e per l’irredentismo di Trieste abbiamo fatto il pianto greco e lanciato maledizioni per decenni, con polemiche e pretese di rimborsi e pretese non ancora placate, per giunta facendo finta di non sapere che quei profughi “se l’erano cercata”, perché s’erano intrufolati in casa altrui imposti dal nostro fascismo. “Se l’erano cercata” a causa dei soprusi e della repressione contro gli slavi operata dal nostro fascismo, che quegli italiani hanno usato come una clava per insediarsi e prosperare in terre altrui e a scapito altrui. Perché allora ce ne fottiamo dei profughi palestinesi e anzi li disprezziamo nonostante loro non abbiano avuto alle spalle e non abbiano supportato nessun regime fascista e se ne stavano semplicemente a casa loro? Sostenere, come è giusto, il diritto di Israele a esistere significa sostenere anche i diritti altrui.
La mattanza di Gaza e il suo cinismo sono talmente allucinanti, soprattutto per la strage continua di bambini e di feriti condannati di fatto a morire, da aver infine costretto anche la Chiesa, il papa e il Vaticano a parlare di strage e di lager, nonostante il Vaticano cerchi da tempo un approccio col rabbinato per poter meglio scongiurare non più il “pericolo rosso”, ma quello “verde” islamico. Non a caso il Vaticano e il papa dopo avere invano tentato di imporre le “radici cristiane” alla Costituzione europea, purtroppo bloccata, hanno inventato la simpatica balla delle radici “giudaico-cristiane”, mettendoo da parte gli odi verso gli ebrei prima disprezzati per 1.600 anni e ora promosso a “fratelli maggiori” pur di poter arginare l’islam e nascondere che l’Europa ha anche radici islamiche. So bene che il destino dei palestinesi è segnato, ormai sono al suicidio collettivo, al quale sono stati spinti in massa dal tremendo cinismo della politica di tutti, un popolo di fatti detestato dai regimi arabi, usato come carne da cannone dagli iraniani, illusi e traditi dall’Europa, dagli Stati Uniti e anche dalla loro classe dirigente. Un popolo è stato ridotto a un insieme di bande armate, in modo da poter infine sostenere che non sono degni e affidabili per gestire un loro Stato e quindi farne strame. Una nuova pulizia etnica. L’ultima, per ora, tribù di Sioux massacrata a Woundeed Knee. Con il plauso dell’oligarchia israeliana, che, si noti, è sempre più affollata da pezzi dell’esercito e dei servizi segreti, se non altro perché i governi durano poco e cambiano, mentre le forze armate e i servizi segreti restano…. Il governo israeliano festeggi come più gli aggrada. Sappiamo bene che la Storia, compresa la nostra, è fatta di questi episodi. Ma non rompeteci i coglioni pretendendo che tutti partecipino al suo brindisi. E che applaudano Erode uccidendo anche la pietà.
Da notare infine che Khalidi non è un pinco pallo qualunque, o un fanatico. Nel ’45 si è laureato all’Univerità di Londra e nel ’51 ha acquisito a Oxford una laurea di secondo livello. Ha poi insegnato fino all’82 nell’Università americana di Beirut, per andare a insegnare man mano negli atenei di Oxford, a Harvard e Princeton. Ad Amman è tra i fondatori della Royal Scientific Society e del prestigioso Institute for Palestine Sudies, del quale è il segretario generale. Autore di molti libri, è inoltre membro dell’American Academy for Arts and Sciences. Insomma, una figura di tutto rispetto e prestigio internazionale.
mio caro cc,
a proposito della tua ultima riga….
Mai fermarsi alle apparenze!!!!!!
Sylvi
Cara Sylvi,
attenta a declinare in questo modo,potrebbe essere un principio generale che deve valere per tutti e allora bisognerà valutare bene le sponde e i fini ultimi!
Anche tu come il Bossi e le trecentomila camicie verdi pronte a marciare su Roma?
er CC,
per adesso annoverami tra gli allievi,…tra tre anni,…al primo
dottorato,..forse.
Non sono di quelli che si mettono in cattedra e scrivono libri,
la scienza e’ grande e noi sappiamo poco.
Un saluto,Ber
Ma mio caro cc,
volevo solo dire che non sono stata in galera, ma …anch’io ho dato!
E non erano camicie verdi! Nemmeno rosse!
So che tutti hanno pagato la carta da bollo! è solo che a me era rimasta particolarmente sullo stomaco!
A volte ho difficoltà di digestione! Invecchiando, com’è ovvio sempre meno.
Ma mi sono cresciuta le serpi in seno!
mandi sylvi
Cara Anita,
Gli organizzatori dei gruppi organizzati,saranno i prossimi dirigenti,…cercano di buttare giu’ i governi in carica per metterci
il proprio.
Noi ne abbiamo un esempio in Italia,…si son dati da fare per buttere giu’ la dc,che almeno mangiava ma ti faceva anche lavorare,….i governi che son venuti dopo hanno fatto sempre piu’ schifo fino a speculare sulla raccolta dei rifiuti,..si sono
amalgamati con il pattume.
(C’e’ sempre un’interesse di parte dietro le manifestazioni).
A chi puo’ giovare una manifestazione contro Israele in Usa?
Da chi e’ finanziata?,…petrodollari?
Un caro saluto,Ber
Un po’ di storia…i 44 Presidenti degli US
Subject: 44 U.S. Presidents
This is fascinating…
Click on:
http://www.flixxy.com/presidents-morphing.htm
Anita
x Ber
“A chi puo’ giovare una manifestazione contro Israele in Usa?
Da chi e’ finanziata?,…petrodollari?”
~~~~~~~~~~~~~~
Ti sei dimenticato che i fanatici esistono in tutto il mondo?
Non solo, negli US ci sono molti musulmani e simpatizzanti con Hamas e Hezbollah.
Un nome e’ stato sussurrato, George Soros e le sue organizzazioni.
Anita
caro ber,
ma all’università della quarta Età che io intendo “fondare” è solo necessario avere del “buon senso”.
Mica è necessario avere tre lauree , sei master 200 pubblicazioni,ect,ect,ect
Sennò come farei io, che ancora devo scrivere la mia” autobiografia”…..
Purtroppo temo non scriverò neppure quella…!!
Però guarda ti assicuro che saresti un ottimo docente..!
cc
x Anita, mi ero accorto anch’io che le prime due foto erano dei ‘falsi'; la prima l’avevo attribuita a un terremoto degli anni ’60, ma ora so che era Sabra e Chatila; la seconda la ricordavo benissimo. Però guai a dirlo qui: si passa per disfattisti e nemici del popolo, as usual.
Caro peter, so che è nauseante parlare della Palestina, ma il mio senso di giustizia mi spinge a mettere qualche puntino sulle i, anche se sgradito ai più. Non me ne importa un fico secco degli israeliani, nel senso che se Israele dovesse sparire dalla sera alla mattina direi che se lo sono cercaato, ma mi fa specie il paraocchi che ci si ostina a portare, per non voler vedere delle verità scomode che contrastano con la nostra ‘sensibilità’, per così dire. Se Luisa Morgantini, che non è precisamente la ‘propaganda israeliana’ testimonia che gli attivisti di Fatah si menano con quelli di Hamas proprio in un momento come questo, ed evitano che gli Hamas vengano in contatto con gli israeliani, a me dice qualcosa che non è una sciocchezza. Le sciocchezze sono la creduloneria di chi si beve tutto acriticamente, solo guidato dall’emotività generata dai morti ammazzati, per quanto innocenti possano essere. Nella disputa palestinese di innocente c’è molto poco, a mio parere. Ci sono interessi molto sporchi da entrambe le parti. Se poi è obbligatorio uniformarsi alle versioni ufficiali senza cercare di vedere la questione con occhi meno condizionati, beh, il mio senso critico me lo impedisce. La disinformazione è a due sensi, non a senso unico. Le foto postate prima ne sono un esempio. Il non volere, da parte di Hamas, gente tra i piedi ai confini con l’Egitto, per me ha un solo significato e cioè che Hamas non ha nessuna intenzione di mirare alla pace. Pare invece che la maggior parte dei palestinesi la pace la voglia. Da ciò si deduce che Hamas va contro la volontà della maggior parte dei palestinesi, tant’è che nella West Bank Fatah si mena con Hamas, non con gli israeliani. Ma i vostri paraocchi impediscono di prendere in considerazione questi segnali. Che poi Israele debba fare ai palestinesi proposte più oneste, è un altro discorso, che Fatah prende in considerazione e Hamas no. Ma queste sono sciocchezze, vero?
… cara Anita, approfitto x dirti che non riesco quasi mai ad aprire i tuoi link, veramente non capisco, visto che apro qualsiasi cosa, meno i tuoi link… es: ho clikkato sul link del mio post, direttamente dal blog e si apre, ho aperto il tuo (che non è lo stesso..) ed appare solo una foto di Sabra e Chatila… apri il mio e vedrai cose stravolgenti ed impressionanti… La progressione di insediamenti israelitici dal 48 ad oggi è alla vista sulle mappe (sono piu giu delle prime foto che appaiono.. fai scorrere la pagina fino in fondo…) dopo che hai visto le mappe… insistere a massacrare i palestinesi è un crimine contro lumanita…
ciao cariño, non prendere freddo….
Faust
http://circolopasolini.splinder.com/post/19472963
Ma non c’è nessun falso! Chi ha messo in rete quelle foto sul sito del giornale israeliano non ha minimamente detto che si tratta di foto di cadaveri di palestinesi di oggi a Gaza. E le agenzie di tampa che anche in Italia hanno dato la notizia hanno specificato bene che si tratta “solo” di palestinesi massacrati a Sabra e Chatila e di una delle famose foto di Abu Graib.
Quindi proprio nessun falso. Purtroppo neppure nelle cartine geografiche….
Shalom
xRachamin
mi metta dalla parte di chi le pare. Difendere chi ha gia’ fatto un migliaio di morti, di cui oltre un terzo bambini, e’ semplicemente inaccettabile. Sarebbe come difendere i nazisti che mandavano i bambini nelle camere a gas, ‘tanto erano ebrei’
Peter
xMarco T
il mio ultimo post per Rachamin vale anche per lei
Nuovo bilancio: 821 palestinesi morti, 235 sono bambini
Con l’offensiva israeliana giunta al quindicesimo giorno il bilancio provvisorio delle vittime secondo fonti mediche palestinesi ha raggiunto quota 821 morti, di cui 235 bambini e 93 donne. I feriti sono 3.350. Sul fronte opposto gli Israeliani hanno avuto finora 13 morti, di cui tre civili, e 154 feriti.
xSylvi
se la gente si riversa nei pronto soccorso, specie i fine settimana, vuol dire che i servizi medici comunitari non funzionano. Fare pagare per tenere la gente alla larga e’ una tipica soluzione all’italiana (a Napoli si direbbe, cornuti e mazziati…). Senza contare che alcuni si tengono alla larga anche se avrebbero ogni ragione per andarci.
Ergo, i servizi non funzionano bene neanche nel suo avanzatissimo Friuli. Ed ho gia’ osservato che praticare privatamente in posti pubblici e’ un grave vizio sostanziale, non solo di forma.
Peter
14:25 Israele avverte popolazione su escalation offensiva
Israele sta per “iniziare una nuova fase nella guerra contro il terrorismo”: è quanto si legge in un volantino sganciato su tutto il territorio della Striscia di Gaza dall’aviazione dello Stato ebraico, per avvertire la popolazione civile su una possibile escalation dell’offensiva militare. L’operazione Piombu Fuso ha già provocato oltre 800 vittime, almeno la metà delle quali sono civili.
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Lo scopo è chiaro: costringere i palestinesi a sloggiare anche da Gaza. Altro che lotta al terrorismo. Quella di Gaza non è neppure una battaglia, ma solo un macello. E’ chiaro che la pericolosità di quei farabutti di Hamas è stata pompata, esagerata ad arte. Come le atomiche di Saddam, e anche lui era un coglione giglio di troia che faceva il gradasso sulla pelle della sua gente.
Shalom
In senso asssoluto anche ammazzare una sola persona è inaccettabile. Noi parliamo dal di fuori. Se proviamo a metterci nella mentalità del giovane soldato israeliano, che magari ha famigliari o amici morti negli attentati suicidi, il popolo palestionese di gaza non è costituito da persone, come lo vediamo noi, ma da ‘branco’ solidale con i kamikaze, con i rapitori di soldati loro commilitoni, quindi TUTTO nemico da sterminare. E’ un’ottica perversa, generata dallo stato di continua belligeranza, che fa del soldato stesso una vittima ancor prima che un assassino. Purtroppo 60 anni di violenze reciproche generano una mentalità che divide l’umanità in due categorie: amici e nemici. Che poi il nemico sia una donna o un bambino, nella loro ottica non conta, è nemico e basta. Ora, mentre Fatah ha intenzione di riprendere a parlare di pace, Hamas non ne ha la minima intenzione, per cui nell’ottica del soldato israeliano chiunque sia collegato ad Hamas è un nemico da abbattere o da rendere inoffensivo; é massa, è branco, non li vedono come esseri umani ma solo come Nemici. Mentre ai nostri occhi non è giustificabile neanche un solo morto, che è pur sempre un assassinio, loro la vedono in maniera diversa. Non vogliamo tenerne conto? Ok, non teniamone conto. Intanto la mattanza prosegue, non si sa fino a quando. Cosa possiamo fare per fermarla? Appoggiare Fatah, non Hamas. Vogliamo applaudire Hamas? Ok, accomodiamoci, poi però non stupiamoci se la mattanza si aggrava. Capisco che un discorso del genere è sconvolgente, ma se vogliamo fare come gli struzzi che si nascondono, per non vedere una verità sgradevole, non rendiamo un buon servizio nè agli uni nè agli altri, anzi il peggior servizio lo rendiamo proprio ai palestinesi.
x Shalom
Se Gaza torna nelle mani di Fatah, come pare sia l’intento degli israeliani, anche il teorema dello sloggio totale dei palestinesi decade. Dovremmo analizzare il tutto a bocce ferme, sperando che si sbrighino a fermarsi.
…. guarda queste mappe, poi continuiamo a parlare……
http://circolopasolini.splinder.com/post/19472963
Faust
X Rachamim
“M.O.: ONU, BOMBARDATO DA ISRAELIANI EDIFICIO DOVE AVEVANO SPOSTATO 110 CIVILI
Gerusalemme, 9 gen. – (Adnkronos/Dpa) – Le forze israeliane hanno cannoneggiato ripetutamente un edificio dove in precedenza avevano spostato 110 palestinesi civili, uccidendo 30 persone.
La terribile denuncia arriva dal rapporto di un’agenzia dell’Onu che, sulla base di testimonianze, rivela che le forze israeliane la scorsa domenica hanno ordinato ai palestinesi, la meta’ dei quali erano bambini, di lasciare le loro case e spostarsi in un unico edificio avvisandoli di “non uscire”.
Le stesse forze israeliane avrebbero poi “ripetutamente bombardato” la casa 24 ore dopo nel quartiere di Zeitoun a Gaza City.
Si tratta della stessa zona al centro della denuncia fatta ieri dalla Croce Rossa internazionale, che ha accusato le forze israeliane di aver impedito fino a mercoledi’ ai soccorsi di entrare nell’area per recuperare i feriti e portare aiuto alla popolazione stremata. Tra questi quattro bambini trovati ormai allo stremo, senza cibo o altro sostegno, accanto al cadavere della madre in una casa bombardata.
(Ses/Pn/Adnkronos)”
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Se ti alleni per la maratona come se dovessi scappare dalla tua coscienza non hai bisogno di “scaldarti i muscoli”,da quello che esprimi con i tuoi pensieri sei già pronto per le mille miglia.
L.
A bocce ferme? Vorrai dire a cadaveri fermi…
Scusa, me perchè devo mettermi nei panni del giobane soldato israeliano e non anche in quelli del giovane militante di Hamas o dell’Anp, ecc.?
Prova un po’ a metterti nei panni dei genitori di uno di quelle centinaia di bambini maciullati, anzichè dire amenità. Anzi: prova a metterti nei panni di uno di quei bambini uccisi. Uno a caso, tanto puoi scegliere tra ben 235 disgraziati. E la tua possibilità di scelta aumenta di ora in ora….
Poi ci sai dire.
Shalom
x Peter,
>>>se la gente si riversa nei pronto soccorso, specie i fine settimana>>>>
significa, per me, che c’è molto che non va, non nei servizi medici comunitari, che da noi funzionano, anche se ciò la disturba!
Accogliamo senza problemi i suoi corregionali, che si presentavano anni fa, con le lenzuola di cambio nella borsa e poi hanno capito che non era necessario.
Quel che non va è altrove; nel trovarci in mezzo a un guado umano, ideologico, culturale e, anche perciò, organizzativo.
Noi blateriamo di israeliani e palestinesi; è un pour parler che a volte mi disturba, perchè, se non sappiamo aiutare noi stessi, non si capisce come facciamo ad aiutare gli altri!
Il mio non è un avanzatissimo Friuli, è un tentativo di normalità, come vediamo altrove; con i suoi limiti ma anche con i suoi meriti che sono frutto della partecipazione di tutti.
Mi sarebbe difficile vivere senza la “musicalità, la leggerezza e la creatività” del Sud, ma ci rinuncerei, pur di non continuare a vivere in mezzo a inaffidaili, pressapochisti, imbroglioni, furbastri, asociali dai quali è sempre e comunque necessario diffendersi.
Non sono così misera da pensare che soltanto il Friuli funziona, e non così stupida!
E lei che vive all’estero dovrebbe capirlo, senza fette di soppressata sugli occhi!
mandi sylvi
MA PER I PALESTINESI NON ABBIAMO UN BOB DYLAN. E NEPPURE GIUSTIZIA O PIETA’
GIOVANE e ubriaco uccise una donna di colore ma, essendo bianco, ricco e privilegiato, scontò in carcere solo tre mesi per quell’omicidio. Erano i primi anni Sessanta, Rosa Parks aveva già segnato un solco nella storia dei diritti civili in America, ma non ancora abbastanza profondo da incidere anche la vita quotidiana. A “celebrare” l’ingiustizia e a raccontare al mondo intero la storia di quel tragico fatto di sangue, violenza e razzismo, ci pensò un altrettanto giovane cantautore, Bob Dylan, che compose quello che è diventato un classico della musica folk, The lonesome death of Hattie Carroll.
x Rachamim
Forse ho capito male o ha definito militanti di Hamas tutti i miei forumisti?
Se non vuole offrire la cena a giugno scelga un altro modo per dirlo.
Grazie.
pino nicotri
x Shalom:
non ci sarebbero stati tutti quei bambini morti se Hamas si fosse allineato sulle posizioni di Fatah invece di sfidare Israele con un risultato totalmente prevedibile.
Certo, quello che vale per il soldato israeliano vale anche per gli Hamas, vale per qualsiasi popolo belligerante.
Però, mentre inglesi e tedeschi, italiani e tedeschi, francesi e tedeschi, l’hanno piantata lì dopo la fine della II guerra mondiale, in Palestina le guerre non finiscono mai, non ci sono vincitori e vinti, ma vincitori e vinti che non si danno per vinti. Ora, poichè i vincitori sono molto più forti, continuare la belligeranza vuol dire solo continuare a ricevere danni sia in perdite umane che in perdite di territorio.
Faccio notare che mentre Hamas vuole continuare la guerra ad oltranza, l’Anp non è dello stesso parere, tant’è che si menano tra loro.
Credo che una soluzione che abbia come punto di partenza il ritorno ai confini del 67 sia una proposta onesta, tanto per incominciare a parlare di pace. Se c’è buona volontà da entrambe le parti, si verificherà la solita osmosi lavorativa-cpmmerciale che consoliderà la pace. Il mio dubbio è tutto sulla ‘buona volontà’.
x Pino
Lonesome Death of Hattie Carroll, musica e lirica.
http://www.youtube.com/watch?v=yRYxuUgFsAM
Anita
Cara Anita,
Geoge Soros e’ il grande speculotere internazionale che,facendo crollare in borsa monete deboli, lira e sterlina compresa,…ha fatto miliardi,… non si sa per chi.
Adesso fomenta disordini in giro,…per quale scopo?
Chi ci ha guadagnato dalla crisi economica mondiale?
Se il grande spionaggio internazionale si occupasse di questi
farabutti,…meta’ dei problemi del mondo sarebbero risolti,
con un mondo piu’ tranquillo si possono risolvere parecchi problemi,…ma penso che i governanti stessi non hanno interesse a fare niente,altrimenti come possono passare per salvatori della patria?…Alle prossime elezione in Israele vedrai che barak e la ministressa come andranno su,capo del governo e vice…
Un caro saluto,Ber
Caro Faust, se gli accordi si fossero definitivamente conclusi a tempo debito, nel 1948, stabilendo dei confini certi, la cartina sarebbe diversa.
Da parte palestinese si è innescata una ‘resistenza’ che li ha portati sistematicamente a perdere qualsiasi confronto armato, con conseguente perdita di territorio. Ora, poichè l’ago della bilancia pende sempre dalla parte del più forte e non dalla parte di chi ha più diritto, buonsenso vorrebbe che si limitino i danni e le perdite al massimo possibile. Se ci si ostina a combattere con un avversario decisamente più forte, il risultato può essere solo uno: perdere.
Non è giusto, ma funziona così.
Perdere, vuol dire sacrificare vite umane, soldi, territorio.
Se si perde una volta il danno è tot; se si perde 10 volte, il danno è 10 volte tot. Per cui, se esiste una possibilità di vincere, uno ci prova pure, ma se la perdita è scontata, allora io parlo di autolesionismo.
Cosa credeva di fare Hamas, stavolta? Credeva di vincere? E con quali criterii? Sapeva benissimo come sarebbe andata a finire, ma ha esposto ugualmente il suo popolo alla carneficina.
Li consideri eroi? Io no.
Caro cc,
se non si conosce bene la materia non si puo’insegnare niente,
studiamo prima,di quaquaraqua’in giro ce ne sono gia’tanti,..
la maggioranra.
Un caro saluto,Ber
x Anita
Grazie, anita. Grazie!
pino
ANSA:
…”In un breve lasso di tempo, tutti i piani militari (a Gaza) vennero finalizzati e decine di combattenti palestinesi si recarono in Siria, Libano e Iran” sostiene al Akhbar secondo cui “nell’arco di un anno, Gaza disponeva di nuove capacità militari”. Tra le lezioni tratte dall’esperienza militare di Hezbollah c’é la realizzazione di unità militari autosufficienti nella Striscia, la protezione delle scorte di armi e dei canali di approvvigionamento e la realizzazione di una propria rete di comunicazioni. Nonostante la massiccia campagna di bombardamenti israeliana, nota il giornale, Hamas ha fino ad ora mantenuto la sua capacità di comando e controllo e ha protetto il suo arsenale di razzi “che è sufficiente per tre mesi e tramite i quali può trasformare il confronto con Israele in una guerra d’attrito”. Pochi giorni prima dell’inizio dell’operazione israeliana il 27 dicembre, esponenti politici e militari di Hamas a Gaza “sono scomparsi dalle loro residenze”, afferma ancora il giornale, notando che pertanto Israele non è riuscito a liquidarli come non riuscì a liquidare nel 2006 la dirigenza di Hezbollah.
—————-
I capi se la squagliano e lasciano truppa e civili a morire ammazzati. Begli eroi!
Di fronte alla prospettiva di ricevere razzi ancora per lungo tempo, Israele ha deciso un’azione particolarmente incisiva (un eufemismo, ovviamente), dove però per eliminarne uno, se ne devono amazzare cento. Proprio prendendo il Libano ad esempio, Israele si sta muovendo così pesantemente per non ripetere l’errore.
Volantini diffusi da soldati israeliani avvertono che ‘sta per scattare una nuova fase nella lotta al terrorismo’.
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‘Una nuova fase’ significa ‘non avete visto ancora niente’.
La vedo amara.
x marco tempesta
Marco, ma chi cazzo se ne frega di Hamas! Eroi? Non eroi? Ma chi cazzo se ne frega!!! Il problema è molto semplice: salvare almeno la pelle dei palestinesi, visto che con i loro diritti ci siamo sempre puliti il culo.
Poi ci sarebbe anche altro, che non faremo mai e quindi saremo prima o poi travolto anche noi:
– fare rispettare le risoluzioni dell’Onu e inviarne i caschi blu su quello stramaledetto territorio, a costo di usare la forza anziché continuare l’Onu a prendere sberle soprattutto da Israele.
– imporre il disarmo in tutto il Medio Oriente, prima che le bombe atomiche di Israele e quelle che di conseguenza e inevitabilmente avranno anche gli altri vemgano usate.
pino
x marco temesta
“La vedo amara”.
Beato te che la vedi. Lì vedono solo morte.
pino
Marco, ma chi cazzo se ne frega di Hamas! Eroi? Non eroi? Ma chi cazzo se ne frega!!! Il problema è molto semplice: salvare almeno la pelle dei palestinesi, visto che con i loro diritti ci siamo sempre puliti il culo.
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Chiunque di noi vorrebbe che laggiù la smettessero una volta per tutte.
C’è qualcuno capace di convincerli, visto che non ci riesce neanche l’ONU?
Se c’è qualcosa da fare, al di là dell’indignazione, facciamola.
Non so quale sia l’attendibilità di bbc news, ma la stanno mettendo come una guerra interna tra le due fazioni Hamas e Fatah. Vedi link:
http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/7821349.stm
Se bbc è inattendibile e di parte, meglio saperlo, così evitiamo di lasciarci influenzare dalla propaganda.
Ma che bravi o si astengono o…….
“Armi per l’Israele
Mentre il conflitto in Oriente Prossimo è lontano dalla risoluzione si è venuto a sapere che gli Stati Uniti hanno intrapreso trattative per affittare una nave mercantile per il trasporto in questo mese di armi all’Israele dalla Grecia . Il Pentagono ammette l’esistenza di questo invio, ma nega che sia relazionato col conflitto nella striscia di Gaza.
Documenti ufficiali ai quali ha avuto accesso l’agenzia Reuters rivelano che con la nave si prevede portare in 325 contenitori” munizioni” in due turni dal porto Astakos greco fino all’israeliano porto Ashdod, a metà o fine di questo mese. Secondo un portavoce del Pentagono, la nave trasporterà munizioni direttamente dalla riserva di armi statunitense ad Israele.
Il Comando Militare Sealift dell’Esercito degli Stati Uniti (MSC, per le sue sigle in inglese) prevede che questa nave faccia arrivare 3.000 tonnellate di” materiale pericoloso.” Abitualmente il MSC trasporta forniture militari per l’Esercito statunitense e di forma abituale contratta navi mercantili quando si rende necessario.
Patrick Ryder, tenente dei Forze aeree, non ha voluto fare commenti sulla rotta che seguirà l’imbarcazione per ragioni di sicurezza, ma ha confermato che il Pentagono ha programmato già il trasporto di detta merce. L’invio di merce è diretto alle riserve statunitensi già prefissate in Israele, in virtù di un accordo tra EE UU ed Israele autorizzato dal Congresso nel 1999.
“Questa operazione è di routine e non ha niente a che vedere con l’attuale situazione in Gaza”, ha calcato Ryder, che non ha offerto più dettagli sulla merce eccetto che si tratta di” materiale pericoloso”, sostanze esplosive e detonatori. ”
L.
4 gennaio 2009
La campagna dell’odio
domenica 04 gennaio 2009, 07:00
La campagna dell’odio
di Maria Giovanna Maglie
È partita la consueta logora campagna di odio contro Israele. La sinistra filo terrorista italiana la combatte nel modo abituale: bruciando bandiere israeliane e disegnando come una svastica la stella di David, come ha fatto ieri a Milano, rievocando massacri finti come quello di Genin, stampando titoli e foto truculente dalle quali si evinca che l’azione armata, invece di essere la risposta inevitabile a mesi di attacchi di missili Grad, sia preordinata strage di bambini, assoldando i peggiori pennivendoli della pseudo satira per dimostrare che a Gerusalemme comandano tiranni assetati di sangue e non rappresentanti di uno Stato democratico che difende il proprio diritto alla sopravvivenza.
Non importa che questa volta anche tra i palestinesi ci sia una critica dura del terrorismo di Hamas, non conta che perfino Mahmoud Abbas, capo dell’Autorità palestinese, subito dopo l’inizio della rappresaglia israeliana, abbia trovato la voce per imputare a Hamas la rottura continuata della tregua e dunque la principale responsabilità della tragedia dei civili a Gaza, che vengono usati come scudi umani senza la minima remora. Non importa neanche che Hamas non riconosca il diritto di esistere a Israele, e che sia finanziato da Iran e Siria, come un tempo era finanziato da Saddam Hussein. Niente, le ragioni della cronaca e della storia non vengono prese in considerazione. Il copione dei cattivi guerrafondai contro il popolo armato solo di sassi e disperazione si replica sempre uguale a se medesimo.
A me Vauro non piaceva neanche quando si provava a far ridere, figuratevi oggi che fa il vignettista reporter di pace, comizieggia da Santoro, regge lo strascico a Gino Strada, e si è messo «Emergency» a stemma nobiliare sul biglietto da visita. È quello che enuncia pensoso che «purtroppo Obama non è Che Guevara», senza percepire di aver detto per una volta un’autentica frase spiritosa. Ma a rendere odiosa e infame la sua performance di ieri sulla prima pagina de il manifesto, che qui vedete ripubblicata, c’è qualcosa di più e di peggio, una sindrome maschilista volgare che ha già visto prodursi grandi firme come Andrea Camilleri e Lidia Ravera, quelli che Mariastella Gelmini non è un essere umano e cosa sia bisogna chiederlo a un professore di chimica, Condi Rice non è una donna, è una scimmia.
Nella sinistra orba di voti e di idee rischia di diventare una nuova anche se vecchissima forma di polemica. Per i moltissimi che a ragion veduta quel giornale non guardano, mi provo a spiegare che la macellaia sanguinante è Tzipi Livni, ministro israeliano degli Esteri, e che a commento delle sue mani lorde il Vauro tira fuori nientemeno che la seguente frase, frutto sudato di reminiscenze letterarie: «Se questa è una donna…».Già, perché una donna, per questi signori, deve o stare a casa a fare la calzetta tra una poppata e l’altra, o vestire l’abito di vestale di pace e scendere in piazza contro i maschi cattivi. Intendiamoci, se fa la kamikaze e sotto il burqa si infila l’esplosivo, quella è pure una richiesta di pace, disperata ed estrema, ma in ogni caso nobile. Tanto è vero che velo e burqa, secondo loro, andrebbero consentiti anche in Italia, e sulle foto dei documenti di identità.
Intendiamoci, il pregiudizio anti israeliano è molto ben diffuso anche nel resto dei media italiani ed europei, e piaga le dichiarazioni di politici e diplomatici quando denunciano la presunta sproporzione della reazione, o piagnucolano sulla sorte di civili che proprio da Hamas andrebbero difesi. Ma nei toni dei cattivi presunti maestri della sinistra c’è ormai uno svaccamento, una disperazione che fa gettare loro la maschera del politically correct per ricorrere all’insulto sessista e razzista. Sono ridotti proprio male, ma sono ancora pericolosi.
Mio pregevole marco tempesta,
avevo scritto una risposta alle sue esternazioni di mezzogiorno ma purtroppo si è perduta…..
Non ho molta voglia di riscriverla quindi diamola per archiviata.
Adesso mi limito a dare un giu19.03dizio sulla sua ennesima gegnalata delle 19.03.
Se io fossi un soldato, un sottufficiale o un ufficiale inferiore di un esercito guerrigliero combatterei fino alla fine per permettere ai miei capi di salvarsi. Perchè i soldati sono sempre rinnovabili ma dei dirigenti preparati no.
Sopjjo cose ovvie ma lei ha diomenticato la testa della figa e q
22 dicembre 2008
L’odio per Israele corre su Internet
Oggi chi vuole esprimere il proprio odio per Israele va su internet e la’ si sfoga e racconta le cose piu’ incredibili, le piu’ orrende, parla di atrocita’ degne di Idi Amin Dada il dittatore cannibale ugandese in versione israeliana, una vera e propria festa di diffamazioni e odio antisionista.
Altri vanno sui blog tenuti da filoisraeliani e lanciano offese, auguri di morte, invocazioni al nazismo e alle camere a gas, un bailamme di ignobili accuse.
Non e’ certo questo che mi stupisce perche’ e’ da sempre che chi ama Israele si sente circondato dall’odio degli ammiratori del terrorismo, di chi, piu’ ipocritamente, si giustifica con un innocente ” Ma perche’ , Israele non puo’ essere criticato?”.
Quando sento questa frase mi si alza il pelo come ai gatti e faccio molta fatica a restare calma.
La cosa che mi stupisce e non poco e’ l’indifferenza totale in cui piombano queste diffamazioni . Non esiste nessuno che in Italia dica BASTA, non esiste nessuno che li fermi, che li blocchi, che li obblighi a fare marcia indietro e ad ammettere le proprie menzogne razziste.
Non esiste nessuno, in Italia, che li quereli!
Questa e’ la verita’. I diffamatori italiani vivono nel paese del bengodi, possono scrivere di tutto contro Israele, e’ un vero e proprio mestiere il loro e probabilmente piu’ di uno sara’ sul libro paga di chi tiene i fili di questa giostra del male.
Per altri, i piu’ fanatici, e’ una missione vera e propria presentare Israele come il mostro tra le nazioni.
Possono scrivere che Israele tiene in carcere e tortura bambini e nessuno li denuncia. Possono scrivere che Israele e’ uno stato nazista e nessuno li denuncia.
Possono scrivere che Israele affama la gente di Gaza e nessuno li denuncia.
Possono scrivere che Gaza e’ un campo della morte come Auschwitz e nessuno li denuncia.
Possono scrivere che a Gaza e’ in atto un genocidio e nessuno li denuncia.
Loro possono dire tutto quello che gli passa per la mente mossi dall’odio e nessuno li tocca. Naturalmente non parlo solo degli schiavetti, della marmaglia che esegue gli ordini di organizzazioni naziislamiche, mi riferisco anche a giornalisti di calibro, a
politici di nome, a vicepresidenti di Parlamenti Europei , a cognate di ex primi ministri, di gente che va a Gaza con le barchette dei pagliacci, vede i negozi traboccanti di ogni ben di dio, poi si strappa i capelli dicendo che la’ e’ in atto un genocidio e che Israele li fa morire di fame.
E nessuno li denuncia.
Succede invece il contrario, succede che chi cerca di arginare queste menzogne e alla fine, esasperato, li apostrofa come antisemiti viene subito querelato.
Volete sapere come funziona questo gioco dell’assurdo?
Funziona bene perche’ in Italia gli ebrei se ne fregano se Israele viene diffamato, alcuni sono persino d’accordo con i diffamatori e quelli che non lo sono, dopo la prima arrabbiatura, lasciano perdere, meglio non aver grane.
Il peggior nemico dell’ingiustizia e’ l’indifferenza e questa indifferenza e’ la forza degli antisemiti e del loro odio.
Sono antisemiti nel senso completo del termine, odiano Israele e, la sua esistenza, vorrebbero vedere tutto in mano agli arabi e gli ebrei galleggiare in mare, cibo per pesci.
La loro forza e’ il menefreghismo di chi in Italia potrebbe fare qualcosa.
Esistono avvocati ebrei in Italia? Credo di si e allora, se esistono, perche’ non portano in tribunale questa genia?
Esiste un’ Anti-Defamation League in Italia?
No, non esiste e perche’ non esiste?
E’ questo lo scandalo! Tutto il mondo parla del crescente antisemitismo legato all’odio per lo Stato di Israele e nessuno pensa di creare in Italia un’organizzazione che denunci le menzogne e quereli chi le diffonde.
Mi chiedo come sia possibile che tanta gente la passi liscia, mi chiedo come mai non ci sia nessuno che si senta ribollire il sangue di fronte a ignobili menzogne contro una democrazia costretta alla guerra da gruppi di stramaledetti terroristi.
In questi giorni si avvicina la terribile possibilita’ che il sud di Israele venga evacuato a causa dell’escalation dei bombardamenti da parte di hamas e delle sue molteplici bande di criminali assassini eppure vi sono delle persone che osano accusare Israele se, a fronte dei bombardamenti, interrompe le forniture di viveri e carburante a Gaza e pubblicano articoli di poveri bambini palestinesi che muoiono di fame e di sete, di altri poveri bambini palestinesi che Israele ammazza e tortura.
E nessuno li ferma!
Nessuno li blocca!
Nessuno li porta in tribunale!
E’ una vergogna, lasciatemelo dire, e’ una vergogna che in Italia nessuno pensi di arginare questo odio.
Si, lo so, che quando scrivo queste cose e punto il dito contro l’indifferenza del mondo ebraico e non ebraico italiano, mi attiro molte antipatie. Lo so che molti diranno “ma perche’ questa non pensa agli affari suoi”.
Gli affari miei sono Israele e la Verita’ ed e’ per questo che mi faccio venire il mal di fegato e i travasi di bile.
E’ per questo che esiste Informazionecorretta dove noi scriviamo e dove si spulciano tutti gli articoli diffamanti Israele.
Ed e’ per questo che le organizzazioni naziilsamiche odiano informazionecorretta e me in particolare ma noi siamo una goccia in un oceano di bugie.
Una piccolissima goccia.
Perche’ siamo lasciati soli? Noi non possiamo fare altro che scrivere e smentire, non possiamo fare altro che passare ore sui forum per dire la verita’, per gridare la verita’, instancabili, giorni, mesi, anni della nostra vita chini su una tastiera colle mani che tremano di rabbia e il mal di testa.
Tutto e’ lasciato in mano a noi scribacchini innamorati di Israele che non possiamo permettere che la demonizzazione metta radici ma che, soli come siamo, non possiamo nemmeno evitarlo.
Perche’ nessun avvocato si prende la briga di denunciare le menzogne e chi le scrive?
Perche’ nessuno si mette una mano sul cuore?
Perche’ continuate a lasciare solo Israele?
PERCHE’?
Deborah Fait
Incominciamo a rinfrescare la memoria su chi e’ hamas. Hamas e’ un gruppo di terroristi, di ideologia islamo-nazista, protetto , finanziato e armato dall’Iran che ha preso il potere a Gaza dopo un colpo di stato in cui molte centinaia di palestinesi di altre fazioni, si parla di un migliaio, vennero barbaramente uccisi, gettati vivi dai tetti dei palazzi, colpiti a bruciapelo senza distinzione tra uomini donne o bambini.
Una volta preso il potere hamas ha introdotto la Sharia che in questi giorni ha perfezionato aggiungendo il taglio delle mani e la crocifissione e ha continuato a sparare quotidianamente contro Israele i missili di cui e’ abbondantemente fornito.
Dal 2005, giorno in cui Israele porto’ via dalla Striscia gli ebrei che vi avevano creato un Giardino dell’Eden ( non chiedero’ mai abbastanza scusa per aver creduto che quella deportazione di nostri fratelli avrebbe portato alla pace), le comunita’ del neghev piu’ vicine al confine colla Striscia si sono visti piombare sulla testa piu’ di 3000 missili.
Hamas e’ un gruppo di assassini che in questi giorni di guerra ha ammazzato piu’ di 100 palestinesi di fatah e gambizzato altre decine per impedire loro di scappare. In una settimana sono entrati in hamastan 400 TIR di viveri per la popolazione, 10.000 tonnellate di aiuti umanitari che vengono fermati da hamas e requisiti. Hamas ha il suo quartier generale nell’ospedale Shifa di Gaza infatti fino a qualche giorno fa la TV israeliana si collegava col primario dell’ospedale per sapere di cosa aveva bisogno e adesso non lo puo’ piu’ fare.
Hamas e’ il nemico dei palestinesi e ha portato all’inferno un milione e mezzo di persone, Hamas vuole ottenere quello che sta scritto sul suo statuto: DISTRUGGERE I SIONISTI E POI I CRISTIANI.
Israele ha tagliato la striscia di Gaza in due e stiamo vincendo su tutti i fronti pero’ i missili e’ impossibile fermarli perche’ loro li smontano, se li mettono negli zaini e li portano in giro, nelle case, negli ospedali, sotto gli alberi, impossibile vederli tutti. I Grad sono made in Iran. Hamas si e’ impossessato di tutte le armi dell’ANP quando ha fatto il colpo di stato nel 2007.
Cosa vuole fare Israele? Israele vuole una sola cosa, Israele vuole che noi israeliani viviamo in pace, vuole che i nostri bambini non impazziscano di paura.
In questi giorni di guerra i bambini non vanno a scuola perche’ e’ molto pericoloso e allora il Governo ha organizzato corsi di studio a casa attraverso i computer e la Televisione ( mentre scrivo Juli Tamir, la ministra dell’istruzione sta tenendo una lezione di filosofia in TV) e ha fornito di computer e stampanti tutti gli scolari e studenti del sud di Israele.
Organizzazioni aiutano le famiglie che vogliono trasferirisi momentaneamente al centro del paese, organizzazioni mandano attori e clown nei rifugi e negli ospedali, organizzazioni si occupano degli animali abbandonati nelle fughe verso la salvezza, li raccolgono, li ospitano e cercano di farli riadottare da famiglie che non si trovano in zone di guerra.
Non esiste niente che non funzioni in Israele perche’ siamo tutti uniti per poter vincere su un nemico comune che ci vuole distruggere.
Dal punto di vista militare Zahal sta raggiungendo tutti gli obiettivi prefissi e dispiace vedere che a causa di quei barbari terroristi, adesso nascosti sotto terra, la popolazione civile di Gaza deve tanto soffrire. I morti miliziani sono la quasi totalita’ ma siccome usano tutta la popolazione come scudo umano aumentano ogni giorno anche i morti civili che non rtiescono ad allontanarsi dalle zone dei combattimenti.
Vengono avvisati dall’esercito israeliano ma purtroppo la guerra e’ guerra e deve essere molto chiaro che non l’ha voluta Israele. Prima di sferrare l’attacco a causa dei bombardamenti a pioggia di hamas su Sdereot e dintorni , Isrele aveva chiesto e pregato piu’ e piu’ volte di piantarla. Olmerrt lo aveva fatto anche attraverso la TV araba parlando in inglese.
Hamas non ha sentito ragione, voleva a tutti i costi la guerra e per questo in novembre aveva rotto il tavolo delle trattative con l’ANP al Cairo poi, come ognui dittatura che se ne frega dei danni e della disperazione dei civili, ha continuato a provocare Israele fino alla guerra. Si sa che per hamas piu’ i morti palestinesi aumentano piu’ vince la guerra mediatica e ci sta riuscendo.
Ormai tutto il mondo e’ in un’esplosione di odio contro Israele, da Londra a Jakarta, Da New Jork a Roma, Milano, tutti gli innamorati dei terroristi sono in piazza a bruciare bandiere di Israele.
Sempre gli stessi, sempre i soliti ipocriti con animo criminale che si guardano bene dal dire una parola di protesta quando sono gli israeliani a morire. I soliti che, quando Zaka ha portato all’Aja la caracassa di un autobus esploso con tutto il suo carico umano, ci hanno riso in faccia dicendo che facciamo propaganda.
E per questo io li maledico.
Non perche’ manifestano per i palestinesi ma perche’ non hanno mai dimostrato pieta’ per i nostri morti.
Si adesso i bacherozzi marciano urlando morte a Israele ma si sbagliano perche’ Israele non morira’ mai, questa e’ la loro rabbia, questo e’ il loro mal di fegato.
Hamas deve indebolirsi al punto da chiedere pieta’ per arrivare poi a un accordo che veda tutte le loro armi consegnate a una forza internazionale e deve essere impedito ai loro capi coraggiosamente nascosti nei bunker a 30 metri sotto terra di essere intervistati dalle TV internazionali , come il coniglio Nasrallah che , sempre dal suo bunker in Libano aveva dichiarato “Se sapevo come avrebbe reagito Israele non avrei mai bombardato la Galilea”.
Bene Hezbollah , grazia alla gentilezza dell’UNIFIL si e’ riarmato, questo deve essere impedito a hamas.
Un pensiero per il nostro soldato ucciso ieri, Dvir Emanuelof di 22 anni, possa riposare in pace e possa essere l’ultimo.
Aveva telefonato a casa ” Mamma devo andare a combattere, non preoccuparti”.
Il giorno dopo la mamma ha visto davanti alla porta del suo posto di lavoro alcuni ufficiali di Zahal e ha capito che Dvir non c’era piu’.
Deborah Fait
Caro Linosse, qualsiasi guerra è manna per i fabbricanti d’armi.
Niente guerra= niente lavoro=niente soldi. Fà un po’ i conti…
Quando una guerra non c’è la si crea e, quando sta per finire, la si rialimenta.
La pace nel mondo? Figuriamoci!
xSylvi
sara’ un pour parler, ma del suo che ne dice? io infatti non ho parlato quasi mai di palestinesi ed israeliani, ma un simile massacro (che non e’ certo il primo, purtroppo) e’ un crimine contro l’umanita’, per cui non si puo’ guardare dall’altra parte.
L’idea di Nicotri di mandare caschi blu non e’ male, ne parlavo anch’io con persone fino a ieri piuttosto filo-israeliane, e non mi hanno affatto criticato. Temo pero’ che gli israeliani prenderrebbero a fucilate anche loro, o peggio. A meno che la politica USA verso Israele non cambi completamente come risultato del massacro di civili e bambini.
Le fette di prosciutto (o speck) sugli occhi ce le ha lei. Far pagare chi va in pronto soccorso, che mi risulti, si usa solo in Italia. Per lei e’ normale e va bene, per me no. Pensi anche a chi un medico curante non ce l’ha, per esempio. Chi va in PS senza un valido motivo puo’ semplicemente essere indirizzato verso le agenzie rilevanti (o come si dice). In Italia, poi, c’e’ anche il lusso di polizia armata nei PS, quindi ‘farsi sentire’ e rispettare non dovrebbe proprio essere un problema .
Lei sa essere davvero indisponente. Pazienza.
Peter
«Uno sfogo controproducente Ma è giusto stare con i palestinesi»
Motivi «Bisogna ragionare sul perché si è giunti fino a questo punto»
Moni Ovadia, le bandiere israeliane imbrattate con la svastica e bruciate nelle piazze italiane… «La mia solidarietà con i palestinesi è nota. Ma condanno questi gesti: sono sempre controproducenti, inutili, uno sfogo insensato e l’ espressione di una visione piatta. In piazza nessuno fa cenno ai missili che cadono su Israele, rudimentali e obsoleti, certo, ma in grado di ferire, uccidere. Ciò detto…». Prego… «Prendersela con chi brucia le bandiere non deve impedirci di ragionare sul perché si è giunti a questo punto. E il punto è che Gaza, dopo il ritiro unilaterale israeliano, si è trasformata in una prigione a cielo aperto, un luogo terribile, inumano in cui si ammassa un milione e mezzo di palestinesi, disperati, umiliati, assediati». Uomo di spettacolo, ebreo bulgaro trapiantato in Italia, Moni Ovadia ha fatto rinascere, in teatro, la cultura yiddish, un tempo parte integrante dell’ Europa dell’ Est. Ovadia non ha mai nascosto la sua simpatia nei confronti del popolo palestinese: «Una scelta ovvia: sono loro i disperati, i deboli, i battuti». Ma a Milano, Roma e molte altre città, non solo italiane, gli slogan urlati da chi manifestava solidarietà alla gente di Gaza hanno fatto pensare a ben altro… «È possibile che ci sia una latenza antisemita, giudeofoba, mascherata da antisionismo. Non lo nego. Ma la reazione di chi si schiera con i palestinesi non si può spiegare solo con questo. Da una parte abbiamo uno Stato forte, armato fino ai denti, prospero, e dall’ altra un popolo senza terra, senza speranze, senza futuro. È ovvio stare dalla sua parte». Ma la tregua è stata rotta dai miliziani di Hamas. Israele dice di voler difendere i suoi cittadini. «Ragioni e torti si possono suddividere tra le parti. La situazione attuale è il frutto di anni di errori. Anche di Hamas, certo. Ma ora ci vuole uno sforzo, un colpo di reni, molto coraggio. Perché i palestinesi hanno diritto ad avere uno Stato». P. Sa.
Salom Paolo
Pagina 5
(4 gennaio 2009) – Corriere della Sera
Uffa!…… sequitur
Sono cose ovvie ma siccome lei ha lasciato la testa (o meglio: la materia pensante) nella figa allora se n’esce con queste frasi che possono impressionare i lettori del Giornale, il cui altissimo livello inteletuale è bennoto, ma che qui ….
Sto invece riflettendo sul fatto che sul piano militare qualcosa, nonostante i massacri indiscriminati di cotesti nazisti con la stella di Davide, non deve andare troppo bene: in un’area minuscola sono all’offensiva da 10 giorni ed incontrano sempre una resistenza. Vuol dire che la compagine militare di Hamas tiene nonostante una stratosferica sproporzione di forze.
Vuoi vedere che questi Einzatzgruppen trovano qualche difficoltà? Non è possibile una riedizione del Libano 2006 ma tuttavia questi Uebermenschen del Male potrebbero trovare una resistenza superiore alle aspettative…. U.
Scusate, invio di nuovo. U.
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Mio pregevole marco tempesta,
avevo scritto una risposta alle sue esternazioni di mezzogiorno ma purtroppo si è perduta. Non ho molta voglia di riscriverla quindi diamola per archiviata.
Adesso mi limito a dare un giudizio sulla sua ennesima gegnalata delle 19.03.
Se io fossi un soldato, un sottufficiale o un ufficiale inferiore di un esercito guerrigliero combatterei fino alla fine per permettere ai miei capi di salvarsi. Perchè i soldati sono sempre rinnovabili ma dei dirigenti preparati no.
Sono cose ovvie ma siccome lei ha lasciato la testa (o meglio: la materia pensante) nella figa allora se n’esce con queste frasi che possono impressionare i lettori del Giornale, il cui altissimo livello inteletuale è bennoto, ma che qui ….
Sto invece riflettendo sul fatto che sul piano militare qualcosa, nonostante i massacri indiscriminati di cotesti nazisti con la stella di Davide, non deve andare troppo bene: in un’area minuscola sono all’offensiva da 10 giorni ed incontrano sempre una resistenza. Vuol dire che la compagine militare di Hamas tiene nonostante una stratosferica sproporzione di forze.
Vuoi vedere che questi Einzatzgruppen trovano qualche difficoltà? Non è possibile una riedizione del Libano 2006 ma tuttavia questi Uebermenschen del Male potrebbero trovare una resistenza superiore alle aspettative…. U.
X M.T.193
Certo non facciamo gli ingenui; già sappiamo a cosa portano gli interessi U$$$$A da almeno 65 anni e non solo in Palestina per cui togliamoci la cotica del prosciutto dagli occhi .
Quando saremo un pò più svegli avremo modo di vedere in modo più realistico gli inteventi per risolvere situazioni mondiali in modo “democratico made in U$A”
L.
L’idea di Nicotri di mandare caschi blu non e’ male, ne parlavo anch’io con persone fino a ieri piuttosto filo-israeliane, e non mi hanno affatto criticato.
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I caschi blu non può mandarli nè Nicotri nè nessuno di noi, nè il singolo Capo di Stato.
A sparare addosso ai caschi blu sarebbero comunque entrambi i contendenti, per differenti motivi.
caro Linosse, siamo già svegli e sappiamo bene tutti come va il mondo. Altra cosa è il poter intervenire in qualche modo.
Indignarci? Abbiamo già visto col Tibet che, quando c’è di mezzo una grande potenza, non serve a niente, anche se a ribellarsi è tutto il mondo.