C’è solo un piccolo particolare, anzi due. Più qualche inevitabile considerazione aggiuntiva. E fastidiosa

1)    – E’ vero che da Gaza sparano razzi sulla cittadina israeliana di Sderot, peraltro di scarsa precisione ed efficacia, anzi – come si è visto – veri e propri disastrosi boomerang contro gli stessi abitanti di Gaza. Però è anche vero che Sderot è stata costruita – assieme alla colonia israeliana di Or fondata nel 1957 – sui resti di ciò che fu il villaggio palestinese di Najd, parola che in arabo significa “altopiano”, oggi distante 14 chilometri da Gaza. Ed è anche vero che il villaggio fu sottoposto a “pulizia etnica” dai sionisti arabofobi prima ancora che nascesse lo Stato di Israele. Secondo la risoluzione Onu 194 e anche secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 13, sezione due, gli abitanti di Najd hanno il diritto di ritornare ad abitare nelle loro personali proprietà e al loro villaggio nativo. Perché questo diritto viene loro negato, e ben da prima che tirassero anche solo pietre?
2)    –  E’ vero che da Gaza a volte sparano razzi anche sulla cittadina israeliana di Ashkelon, peraltro di scarsa precisione ed efficacia, anzi – giova ripetere – veri e propri disastrosi boomerang contro gli stessi abitanti di Gaza. Però è anche vero che Ashkelon
sorge sulle rovine di quello che era il villaggio palestinese di Al-Jura, anch’esso sottoposto a “pulizia etnica” da parte dei sionisti arabofobi. E secondo la risoluzione Onu 194 e anche secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 13, sezione due, pure gli abitanti di Al-Jura hanno il diritto di ritornare ad abitare nelle loro personali proprietà e al loro villaggio nativo. Perché questo diritto viene loro negato, e ben da prima che tirassero anche solo pietre?
Stando così le cose, come la mettiamo?

Ma andiamo per ordine. Nel 1992 a Washington l’Institute for Palestine Studies [Istituto per gli studi sulla Palestina]  ha pubblicato un importante lavoro del ricercatore Walid Khalidi intitolato “All That Remains: The Palestinian Villages Occupied and Depopulated By Israel in 1948″ [“Tutto ciò che rimane: i villaggi palestinesi occupati e spopolati da Israele nel 1948″].Chi sia Khalidi lo potete legge alla fine di questo articolo. Il libro si occupa dei 418 villaggi che hanno subito la “pulizia etnica” da parte dei sionisti arabofobi ed è dedicato da Khalidi “A tutti coloro per cui questi villaggi erano casa, e ai loro discendenti”. La prima cosa che mi viene in mente leggendone dei brani, con difficoltà visto che – guarda caso – non è stato tradotto in italiano, è che la cifra indicata da Khalidi è più o meno eguale a quella che ho sentito anch’io citare da Stefano Chiarini, lo scomparso giornalista de Il Manifesto buon conoscitore della Palestina anche perché vi era stato spesso inviato dal giornale. Non ricordo esattamente la cifra riferita da Chiarini, ma ricordo bene che era più grande di 400 perché a sentirlo parlare ne rimasi sbalordito, anzi incredulo.
Lo studioso Khalidi ci documenta dunque che Sderot fu colonizzata dagli israeliani nel 1951 . sui terreni del villaggio di Najd e che su quelle spoglie nacque nel ’57 la colonia di Or. La pulizia etnica era però avvenuta prima. Gli oltre 600 palestinesi recensiti a Najd nel ’45 furono cacciati con la forza il 13 maggio 1948, vale a dire prima che venisse dichiarato lo Stato di Israele. E – si noti bene – prima che qualunque esercito arabo entrasse in Palestina! Khalidi racconta che lo spazio dove esistevano le 82 case di Najd oggi è “ricoperto di cactus, ‘spine di Cristo’ e alberi di sicomoro e contiene le mura crollate di edifici non identificati…”.  Ancora oggi vi “crescono alcuni vecchi alberi”. I bambini palestinesi andavano a scuola a Simsim, a 2 chilometri di distanza. Secondo Palestine Remembered il villaggio è stato completamente “sfigurato”.( http://www.palestineremembered.com/Gaza/Najd/ e http://www.umkahlil.blogspot.com/2006/06/sderot-built-on-ashes-of-ethnically.html )
Di Najd si hanno notizie almeno dal 1596, quando contava 215 abitanti, quasi tutti contadini dediti anche all’allevamento. Nel 1838 lo studioso americano della bibbia Edward Robinson  “osservò gli abitanti setacciare l’orzo lanciandolo nell’aria contro vento con forche di legno” [Robinson (1841) III: pagina 260, citata da Khalidi a pagina 128] e vide che “Campi di grano e alberi da frutto circondavano Najd da tutti i lati”. Ancora oggi i palestinesi possiedono a Najf 12.669.000 metri quadri di terreno, anche se il governo israeliano rifiuta l’esercizio del loro diritto di proprietari, in particolare il loro diritto di tornarsene sulla propria terra. Da notare che nel 1945 gli ebrei vi possedevano appena 495.000 metri quadri di terra, cioè meno di 1/25 (=un venticinquesimo) della terra posseduta ancora oggi dai palestinesi cacciati via.

E’ interessante anche la storia della cittadina oggi chiamata Ashkelon, israeliana, costruita sul paesino distrutto e sottoposto a pulizia etnica di Al-Jura (  http://umkahlil.blogspot.com/2009/01/targeted-israeli-towns-built-on.html ), nome che aveva fino a pochi anni fa (  http://www.palestineremembered.com/Gaza/al-Jura/ ).

Khalidi scrive che “i mitragliamenti e i bombardamenti israeliani lasciarono un segno sulla popolazione nella regione che era psicologicamente impreparata e non aveva accesso a rifugi antiaerei”. E cita un articolo della United Press International con le parole di un funzionario dell’intelligence israeliana: ” l’attività militare israeliana sulle aree costiere ha causato ‘ disperazione tra gli abitanti del luogo'” (pag 82). Al-Jura era una località di residenza estiva per gli abitanti del vicino paese Al-Majdal, anch’esso “ripulito” etnicamente (pag. 116). Prima di esserne cacciati via i palestinesi ad Al-Jura possedevano 12.015.000 metri quadrati di terreno, mentre gli ebrei non ne possedevano neppure uno (pag. 117). Khalidi ricorda che un “mawasim”, cioè un periodo di feste,  “si teneva in esso ogni anno in primavera, e al quale si recavano in massa persone dalle città e dai villaggi del distretto di Gaza per nuotare, praticare sport e per feste religiose. Veniva organizzato un mercato in particolare per le occasioni in cui visitatori si recavano per gli acquisti”. “Le maggiori occupazioni degli abitanti erano la pesca e la caccia ai volatili, e che il loro pesce e la loro selvaggina venivano vendute in diverse delle città e villaggi confinanti. Difatti il villaggio era uno dei maggiori centri di pesca della Palestina”.
Poi c’è la storia anche degli altri 416 villaggi, di cui Khalidi pure si occupa. E ciò anche a voler tralasciare la pur doverosa osservazione che è abbastanza strano sostenere il “diritto al ritorno” di chi se n’era andato via 2000 anni fa realizzandolo a spese di chi invece c’era rimasto! Non ho nulla contro il sionismo non arabofobo, ma sostenere che chi per un bel pezzo è stato assente ha più diritti di chi invece è sempre stato presente, tant’è che questi viene sloggiato con la forza, è chiaramente assurdo. Realizzabile, certo, ma in base ai rapporti di forza, ma di sicuro non in base alla logica, alla giustizia e al diritto internazionale. Come si vede, la faccenda – e la Storia, con annesse responsabilità – è più complicata e meno univoca di come continuano a raccontarcela i nostri grandi mass media. I quali, come sempre pronti a voler salire sul carro del vincitore, vero o presunto, non si pongono mai domande troppo scomode. Per esempio questa: se Israele è legittimata a scatenare la carneficina che ha scatenato e non ancora terminato a Gaza per i pochissimi morti provocati dai razzi Qassam, cosa avrebbero dovuto scatenare i palestinesi contro i coloni che di palestinesi nel corso degli anni ne hanno accoppati, restando sempre impuniti, almeno 40, cioè molti ma molti di più? Cosa avrebbero dovuto scatenare quando il 25 febbraio 1994 il colono Baruch Goldstein con altri due invasati massacrò in un sol colpo nella moschea di Hebron 24 palestinesi e ne ferì gravemente oltre 100, dei quali non si è mai saputo quanti ne sono poi morti? Una volta a un dibattito su un canale della Rai sentii dire che a quel macellaio, a sua volta ucciso nel corso della mattanza, è stato eretto in Israele un monumento….  Non so se il monumento c’è ancora, ma chi lo ha visto mi ha raccontato di avervi letto che è caduto per Israele!
Il diritto alla legittima difesa, invocato da chi in realtà vuole solo applaudire l’ignobile strage degli innocenti in corso per mano del nuovo Erode di nome Israele, è un discorso che – in quanto molto disonesto – può diventare un boomerang. Gli Stati Uniti per esempio hanno finanziato e armato l’invasione di Cuba tentata a suo tempo nella Baia dei Porci da parte dei fuorusciti fascisti, ai quali gli Usa danno ospitalità e ampi appoggi in Florida. Non solo. Gli Usa hanno anche armato la mano del terrorista anticastrista Posada Carriles, fornendogli le bombe che hanno provocato un massacro in un albergo dell’Avana dove ha trovato la morte anche un turista italiano, Fabio De Celmo. Cuba dunque ha sicuramente il diritto di bombardare gli Usa, secondo i tifosi e i teorici della feroce rappresaglia israeliana travestita da “legittima difesa”, alter ego degli imbecilli che a Roma hanno lanciato l’idea del boicottaggio contro “i “negozi degli ebrei” confondendo anche loro tra ebrei e israeliani secondo una equazione tanto cara ai facinorosi quanto falsa e aborrita da non piccola parte dello stesso mondo ebraico oltre che israeliano.
Tutte le dispute sul diritto “storico” degli ebrei di “tornare” in Palestina e di starci come più gli fa comodo e a dispetto di tutto e di tutti – compresa la stessa Onu che Israele ha fatto nascere! – a costo di usare le armi atomiche, costruite certo non come puro passatempo e per il gusto di sprecare enormi quantità di denaro, tutte queste dispute hanno un punto debole, contro il quale cozzano rivelandosi solo chiacchiere. Un elenco pignolo di queste chiacchiere le ha fatte Benjamin Netanyahu in una recente intervista alla rete televisiva americana CHA, segnalataci dal lettore che si firma Faust, nel corso della quale l’ex capo di governo israeliano ha elencato 20 motivi in base ai quali Israele “is our Land and only our Land”. Ammettiamo pure che i 20 punti in questione siano tutti accettabili senza riserve: il problema è che in ogni caso non autorizzano nessuno a fare carne di porco degli “altri” e comunque non rendono automaticamente accettabile il potere che viene bellamente costruito sulla base di quei 20 punti per gestirne l’interpretazione e l’imposizione. Il potere che si basa soprattutto sul “sacro” e che lo utilizza per affermarsi, svilupparsi e durare,  contraddice inevitabilmente gli stessi principi su cui si basa: i principi saranno anche “sacri”, giusti e sacrosanti, ma il potere è immancabilmente profano, per definizione.
In ogni caso, i 20 punti di Netanyahu valgono quanto gli altri punti, più o meno di 20 che essi siano, di chi la pensa  diversamente da lui anche all’interno dello stesso mondo ebraico e perfino sionista. I 20 punti di Netanyahu valgono e pesano di più, oggi, solo perché dietro hanno armi e danaro più degli “altri”, compresi gli altri che fanno parte di Israele e/o del mondo ebraico ma la pensano in altro modo. Quando gli Usa cesseranno il sostegno a Israele, iniziato in definitiva solo 40 anni fa, cioè dopo la “guerra dei sei giorni”, o quando il petrolio del Medio Oriente sarà agli sgoccioli o avra comunque perso importanza, i 20 punti di Netanyahu varranno esattamente quanto sono valsi per 20 secoli: meno della carta su cui sono scritti. Forse è il caso di pensarci, prima di altre eventuali catastrofi. Non vorrei che qualcuno, imitando le fissazioni di certa oligarchia israeliana, cominciasse a reclamare la terra di Israele e Palestina portando come prova la stessa bibbia: poiché nel “libro sacro” si legge da quasi 3.000 anni che la “terra promessa” venne strappata a furia di genocidi e pulizie etniche – il termine della bibia è “herem” – a chi ci abitava prima, qualche Netanyahu di altre sponde eredi di quegli antichi espulsi e massacrati potrebbe accampare pretese di “legittima proprietà” sui territori della ex “terra promessa”. A pensarci bene, l’attuale selvaggia mattanza contro Gaza somiglia proprio agli “herem” narrati dalla bibbia, che se ne vanta pure. Ne differisce solo per il fatto che questa non è stata “ordinata da Dio”, ma dagli interessi elettorali e di partito della nomenklatura.

Certi discorsi del cavolo possono portare a esiti ancor più pazzeschi degli attuali. Se Abramo e i suoi hanno fondato il popolo ebraico emigrando dalla città mesopotamica di Ur, in pratica dall’attuale Iraq, allora si tratta in definitiva di emigrati mesopotamici, o iracheni che oggi si voglia dire. Del resto è stato il rabbino capo di Roma, Giuseppe Di Segni, in un suo sconcertante discorso contro l’arcobaleno bandiera della pace di chi non voleva l’invasione dell’Iraq, a definire i babilonesi come “gli iracheni di allora”, e quindi gli iracheni come i babilonesi di ogii…. A gente che (s)ragiona come Netanyahu e buona parte del rabbinato duro e puro potrebbero venire in mente strambe pretese di “diritti storici”…. Del tipo di quelle, per esempio, di Benito Mussolini e dei fascisti sulle terre che furono dei “nostri avi” dell’impero di Roma. Che non è forse la capitale d’Italia? E allora perché non pretendere anche oggi la “restituzione”, cioè l’occupazione a cannonate, di nuovo della Libia, dell'”Abissinia”, dei Balcani, e poi anche dell’Inghilterra, della Germania, della Francia, della Spagna e del Medio Oriente compresa la Palestina e la stessa Israele?  A fare la differenza è solo l’esito delle armi e delle guerre: se avesse vinto Mussolini, avrebbe avuto ragione lui. Oggi i libri di storia canterebbero il buon diritto, di stampo per certi versi “sionista”, di Roma a comandare sulle terre governate e spesso possedute dai “nostri avi”. Per non parlare degli infiniti popoli del pianeta che, sloggiati a forza dalle loro terre, potrebbero accampare oggi anche loro il “diritto al ritorno” e all’autogoverno: dagli indios dell’Amazonia a quelli della Patagonia e delle Ande, dagli “indiani” d’America agli Incas, dai boscimani africani agli aborigeni australiani…. I lumbàrd di Bossi? Altro che dargli la Padania, ricacciamoli in Ungheria!  se non li vogliono neppure lì, se ne ritornano in quel freddo e inospitale Nord Europa dal quale i longobardi sono calati come orde barbare…

Anche la Chiesa è convinta, e si comporta di conseguenza, che i molti “punti” dei vangeli e della bibbia siano veri – nonostante di quest’ultima sia stato dimostrato in lungo e in largo che si tratta solo di miti, per giunta in molti casi già nati in precedenza in Mesopotamia – e su tale convinzione ha man mano creato e imposto il suo potere “sacro”, ma di fatto terreno e tanto profano che sempre meno ha a che vedere con i precetti evangelici, come dimostra il gran numero di guerre, bruciati vivi e torturati in base a pretesti e motivazioni le più varie. La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Non fanno eccezione neppure i 20 punti di Netanyahu o di chi per lui. NON esiste NESSUN diritto che abbia il diritto di fottersene degli altri e della realtà! L’unico “diritto” che ha questo “diritto”, compreso quello di vita e di morte degli “altri”, è il diritto nato dalle armi, come del resto dimostra la storia del nostro avere spazzato via decine di popoli e civiltà in base al “diritto” della maggior forza delle nostre armi prima europee e poi occidentali. Ci hanno rotto l’anima per anni e anni, accusando e incarcerando anche i nostri “cattivi maestri”, quando era di moda lo slogan “Il potere si basa sulla canna del fucile”, che riassumeva la teoria e la pratica maoista. Adesso però, guarda caso, vogliono convincerci che quando la stessa dottrina la teorizza e la applica senza scrupoli Netanyahu o chi per lui, allora ci si deve inchinare, bisogna applaudire. Beh, più disonesti di così si muore. Ma la disonestà non ci è mai piaciuta. Neppure quando vince e “fa la Storia”. Forse non ce ne siamo accorti, ma anche gli islamisti che vogliono l’affermazione della Shahria in Europa hanno i loro “punti” e “diritti” storici, anche se non so se siano 20 perché non li ho mai contati.
Per i nostri profughi istriani e per l’irredentismo di Trieste abbiamo fatto il pianto greco e lanciato maledizioni per decenni, con polemiche e pretese di rimborsi e pretese non ancora placate, per giunta facendo finta di non sapere che quei profughi “se l’erano cercata”, perché s’erano intrufolati in casa altrui imposti dal nostro fascismo. “Se l’erano cercata”  a causa dei soprusi e della repressione contro gli slavi operata dal nostro fascismo, che quegli italiani hanno usato come una clava per insediarsi e prosperare in terre altrui e a scapito altrui. Perché allora ce ne fottiamo dei profughi palestinesi e anzi li disprezziamo nonostante loro non abbiano avuto alle spalle e non abbiano supportato nessun regime fascista e se ne stavano semplicemente a casa loro? Sostenere, come è giusto, il diritto di Israele a esistere significa sostenere anche i diritti altrui.
La mattanza di Gaza e il suo cinismo sono talmente allucinanti, soprattutto per la strage continua di bambini e di feriti condannati di fatto a morire, da aver infine costretto anche la Chiesa, il papa e il Vaticano a parlare di strage e di lager, nonostante il Vaticano cerchi da tempo un approccio col rabbinato per poter meglio scongiurare non più il “pericolo rosso”, ma quello “verde” islamico. Non a caso il Vaticano e il papa dopo avere invano tentato di imporre le “radici cristiane” alla Costituzione europea, purtroppo bloccata, hanno inventato la simpatica balla delle radici “giudaico-cristiane”, mettendoo da parte gli odi verso gli ebrei prima disprezzati per 1.600 anni e ora promosso a “fratelli maggiori” pur di poter arginare l’islam e nascondere che l’Europa ha anche radici islamiche. So bene che il destino dei palestinesi è segnato, ormai sono al suicidio collettivo, al quale sono stati spinti in massa dal tremendo cinismo della politica di tutti, un popolo di fatti detestato dai regimi arabi, usato come carne da cannone dagli iraniani, illusi e traditi dall’Europa, dagli Stati Uniti e anche dalla loro classe dirigente. Un popolo è stato ridotto a un insieme di bande armate, in modo da poter infine sostenere che non sono degni e affidabili per gestire un loro Stato e quindi farne strame. Una nuova pulizia etnica. L’ultima, per ora, tribù di  Sioux massacrata a Woundeed Knee. Con il plauso dell’oligarchia israeliana, che, si noti, è sempre più affollata da pezzi dell’esercito e dei servizi segreti, se non altro perché i governi durano poco e cambiano, mentre le forze armate e i servizi segreti restano…. Il governo israeliano festeggi come più gli aggrada. Sappiamo bene che la Storia, compresa la nostra, è fatta di questi episodi. Ma non rompeteci i coglioni pretendendo che tutti partecipino al suo brindisi. E che applaudano Erode uccidendo anche la pietà.
Da notare infine che Khalidi non è un pinco pallo qualunque, o un fanatico. Nel ’45 si è laureato all’Univerità di Londra e nel ’51 ha acquisito a Oxford una laurea di secondo livello. Ha poi insegnato fino all’82 nell’Università americana di Beirut, per andare a insegnare man mano negli atenei di Oxford, a Harvard e Princeton. Ad Amman è tra i fondatori della Royal Scientific Society e del prestigioso Institute for Palestine Sudies, del quale è il segretario generale. Autore di molti libri, è inoltre membro dell’American Academy for Arts and Sciences. Insomma, una figura di tutto rispetto e prestigio internazionale.

369 commenti
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  1. Rachamim
    Rachamim says:

    Come sindacato di base Flaica, aderente ai Cub, presente con migliaia di iscritti in tutte le multinazionali del commercio abbiamo deciso di attuare il: BOICOTTAGGIO degli acquisti nei negozi DEL COMMERCIO A ROMA che si rifanno alla Comunità Israelitica romana.

    Mi sembra di averla già sentita questa storia.

  2. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara marta,

    grazie Marta, occhio però, ai traslochi, !
    “oggettivamente “parlando anche il sottoscritto “qualcuno” lo ha dovuto affrontare nel passato!
    Il “drammatico ” occidentalmente parlando è stato che …
    quando ho rimontato qualche pezzo , pur “esso” stando in piedi e perfettamente funzionale, ancora mi rimanevano in mano qualche “vite” di troppo, a cui non associare alcun pezzo!

    A questo semplice fatto puoi trovare facilmente risposta nell?I Ching e nei suoi esametri, oppure “occidentalmente parlando”nell’aver banalmento dimenticato di aver “prudentemente”catalogato tutti i pezzi nello “smontaggio”, come un “banale operaio” coscienzioso di una ditta di traslocchi seria, senza per questo aver letto tuuti i 64 esametri dell’I Ching.

    un caro abbraccio

    cc

    Ps – solo il tempo dirà nel futuro se tutti i pezzi staranno insieme,ma per far questo basta il “LOGOS”

  3. alex
    alex says:

    @ Racha (51)
    Il documento originale è nel primo link, quello “farlocco” è quello da Lei citato.
    Prima di affrontare la maratona ti suggerisco una visita dall’oculista perché ho notato che ti capita spesso di inciampare.

  4. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rachamim

    I dolori di un parto? Partorire con dolore va bene, ma cazzo qui stanno crepando. Perfino i neonati…. Sveglia, Rachamim, sveglia, Dio santo.

    60 anni sono meno di 2000. E poi lei è strano: i Greci non possono recalamare la “roba ” di 2000 anni fa e i gaglioffi alla Netanyahu o i visionari alla Hertzl invece possono recalamre quella di 2-3000 anni fa? Mah, c’è qualcosa che non quadra. Non trova? Soyyo il profilo logico, intendo, certo non sotto quello delle armi… Io però dalla logica del più forte che vince e quindi ha ragione vorrei uscire. Visto che siamo usciti dalle caverne… Così invece ci torniamo. Ma come avanzi di una guerra nucleare.

    Non dica cose prive di basi riguardo lo Stato palestinese. Si legga il libro edito da Jaka Book “Palestina – Quale futuro? La fine della soluzione dei due Stati”. Raccoglie scritti di palestinesi, israeliani, ebrei, musulmani. A Milano lo hanno presentato direi un anno alcuni intellettuali musulmani ed ebrei, devo essermi segnato i nomi da qualche parte. Ho preso la parola anch’io per ricordare – a proposito di antisemitismo – che anche gli arabi sono semiti e soprattutto per ricordare che il sionismo di Magnes e molti altri voleva uno Stato unico per tutti, a parità di diritti e doveri. Ricordai anche che era stato un sogno ucciso dalla banda Stern (alla quale era molto vicino anche Beghin…) quando ammazzò a Gerusalemme l’inviato dell’Onu conte Bernadotte. Mi stupì, e allarmò, l’intervento di un giovane arabo musulmano, nato e cresciuto a Milano e con tipico accento meneghino: “Lasciateci fare in pace in Palestina un referendum per decidere se vogliamo essere una repubblica islamica”. Mi pareva vicino alle posizioni di Hamas, molto odiata dai miei conoscenti palestinesi che erano e sono rimasti comunisti o comunque laici, politicamente i più perdenti e massacrati di tutti.
    Quando uscii, ero più pessimista di quando ero arrivato.
    Un saluto.
    pino
    P.S. Sono testardo anch’io. Testardo e pigro. Ecco perché la maratona è il mio sport: il movimento è sempre quello, si tratta “solo” di resistere. Resistere! Sulle lunghe distanze schianto tutti. Anche se più veloce di me.
    A Gerusalemme qualcuno dovrebbe capire che non tutte le maratone si fermano al 42esimo chilometro e 195 metri…… Alcune, neppure al 21esimo secolo.

  5. partecipazione presidio a Crema in piazza Duomo sabato 10 gennaio
    partecipazione presidio a Crema in piazza Duomo sabato 10 gennaio says:

    L’altra Lombardia – SU LA TESTA
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    Comunicato stampa

    Crema, 9 gennaio 2009

    OGGETTO: partecipazione presidio a Crema in piazza Duomo sabato 10 gennaio
    2009 in solidarietà con la Palestina

    DENUNCIAMO LA CRIMINALE AGGRESSIONE DELL’ESERCITO ISRAELIANO A GAZA.
    SOLIDARIETÀ CON LA PALESTINA E LA SUA RESISTENZA.

    Le seguenti organizzazioni: Giovani Comunisti PRC di Crema, CUB (Confederazione Unitaria di Base), SdL (Sindacato dei Lavoratori), AL Cobas (Associazione Lavoratori Cobas), UDAP (Unione Democratica Arabo-Palestinese) e L’altra Lombardia – SU LA TESTA invitano tutti i cittadini di Crema a partecipare al presidio di solidarietà con la Palestina contro l’aggressione
    israeliana a Gaza che si terrà a Crema sabato 10 gennaio in piazza Duomo a partire dalle ore 16.

    Per 13 giorni consecutivi è continuato l’attacco dell’esercito di
    occupazione israeliano contro l’inerme popolazione civile palestinese già stremata da un lungo embargo che ha reso insufficienti e privi di strumenti adeguati gli ospedali della Striscia di Gaza.
    Si contano più di 700 morti e 3000 feriti gravissimi, famiglie intere sterminate, un bilancio destinato purtroppo a crescere. La maggioranza delle vittime sono donne e bambini, i cui corpi stanno arrivando a brandelli negli ospedali; secondo le fonti sanitarie di Gaza occorrerà trasferire i feriti più gravi in Egitto e non c’è un sufficiente numero di ambulanze per trasportarli.

    Fino a quando ascolteremo quelle voci ipocrite che dicono di cercare “una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese” senza dire alcunché sulla politica dello Stato d’Israele, preferendo creare la teoria dell’equidistanza, che mette sullo stesso piano sia i carnefici che le vittime?

    Vergognose sono nel nostro paese le modalità con cui vengono date le notizie provenienti da Gaza e dai territori occupati. Gli aggrediti (i palestinesi) diventano gli aggressori; mentre gli Israeliani sono trasformati in vittime. In realtà il governo israeliano, gli USA, assieme all’UE come complice attiva, vorrebbero risolvere la questione palestinese tramite la
    costituzione di una “entità” priva di autonomia destinando ad essa una piccolissima area senza continuità territoriale. Tutto ciò non avrebbe niente a che vedere con uno stato indipendente, ma molto con l’apartheid del Sud Africa prima di Mandela.

    I morti e i feriti di Gaza sono l’ennesima testimonianza della pulizia etnica che lo Stato israeliano da 60 anni sta portando avanti attraverso una guerra di occupazione, di apartheid, di violenza militare sull’intera popolazione palestinese.

    Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza
    Basta con l’impunità del terrorismo di stato israeliano
    Rompere ogni complicità politica, militare, economica tra lo stato italiano e Israele

    Le bombe uccidono le persone, l’informazione manipolata uccide le coscienze.

    Crema – sabato 10 gennaio 2008 – presidio in piazza Duomo ore 16
    Roma – sabato 17 gennaio Manifestazione nazionale

  6. Sylvi
    Sylvi says:

    caro cc,

    poichè tu hai già una moglie, puoi sposare solo tre di noi per la legge coranica.
    Una di noi resterà con “il pampalugo” in mano.

    Comunque la tua è stata una vera carineria, anche se io “rinuncerò” per amore di Paperone, il più odiato e ammirato dei paperi in servizio!
    Sicuramente starà preparando la separazione dei beni e un contratto capestro matrimoniale!

    A me è rimasto (sic ) il n.7 di Topolino , il più antico (1937) credo, quando io ero ancora abbondantemente “nella mente di Dio”!
    Mia madre me ne comprava di tanto in tanto, perchè il maestro le aveva detto che è scritto in buon italiano e le parole difficili erano in grassetto, invito al vocabolario!
    Ora , nella stanza “dei casini” ne ho raccolte di decenni e sono stati “il faro della cultura” a casa nostra!!!
    Come credi che i miei figli abbiano preso la laurea?
    Leggendo:
    L’Inferno di Paperino
    Paperopoli Liberata
    Paperodissea
    Paperino Don Chisciotte (la sua più riuscita!)
    ed infine….I Promessi Paperi … il resto non ricordo!

    Ricordo però che Paperone era il mecenate, volente o nolente, di tutte le “cavolate” di Paperino e che lo riaccoglieva all’ovile ogni qualvolta , sempre, rientrava con le corna rotte.
    Nonna Papera preparava la torta di mele!

    Se , putacaso, Paperino avesse rifilato allo zio il famoso calcione nel didietro, lo zio, che era un buono, continuava a finanziare le spericolate speculazioni finanziarie, pardon avventure, in nome della famiglia!!!

    Mi hai fatto ricordare mia madre, lettrice indefessa a cottimo di storie ai nipoti, che a 80anni si divertiva ancora!

    Ma, come mai un postelegrafonico ama queste quisquiglie?

    mandi sylvi

  7. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Nicotri,
    fà paicere trovare qualcu’altro in sintonia con me , “sui tempi lunghi”.
    Dico questo soprattutto nella “speranza” che qualche “oracolo” ,sentenzi che io e lei siamo “culo e camicia”, ovviamente io il “culo”!
    Per cortesia , la supplico , mi dia un’argomento su cui litigare!

    cc

  8. Marta x Alex
    Marta x Alex says:

    Caro Alex (41) perchè chiami in causa M.T. conosciamo tutti la sua galanteria, ma non è l’unico nel blog……oggi sono in vena di complimenti. C’è chi invia rose virtuali, e chi scrive cose carine. Oggi Cicci`come lo chiami tu( ma che brutto!!) ha scritto parole piacevoli nei nostri confronti e da parte mia molto apprezzate.Si sta vivendo solo con brutte tragiche notizie.
    un caro saluto M.

  9. Sylvi
    Sylvi says:

    cara Anita,

    andremo all’estate, ce n’è di tempo!
    Grazie per gli auguri.
    Io evito di dare consigli anche perchè “fra giovani donne” giocano a casetta!
    Sanno però che questa baby sitter non è una mammona italiana.
    Se me lo affideranno si adegueranno alla mia struttura mentale.

    Tu non hai avuto figlie femmine, altrimenti avresti sperimentato che i rapporti più difficili sono con loro!
    Poi maturano …e diventano donne su cui puoi contare.
    Tua nipote è maturata e l’amore per la nonna ti sarà di consolazione!
    Pensa, negli ultimi giorni di vita di mia madre, mia figlia veniva ogni giorno da Trieste per accudirla, nonostante ci fossero gli infermieri.
    E’ la mia nonna- diceva.
    Spero sia per te l’inizio di un lungo rapporto affettuoso.
    L’ho già scritto: mia nonna diceva – mio figlio non c’è, ma ci sei tu!-

    Ti abbraccio Sylvi

  10. ber
    ber says:

    Cari Amici,
    ho bisogno di un vs parere,..i fatti sono questi.
    Io vivo in una bella citta’ e,dopo 8 anni di mal governo,arriva un sindaco che si da da fare,ripulisce,stura le fogne ed abbellisce.
    Viene rieletto un anno fa al primo turno,…vuol dire che ha fatto
    bene,…pensano gli ingenui come me…
    Si incomincia a parlare di tangenti,…la magistratura indaga,..e viene messo ai domiciliari…(parlo sempre del sindaco della mia citta’).
    All’interrogatorio viene fuori che la magistratura in mano non ha prove,…in tutto si basa su telefonate aninime,…quindi
    la mia domanda e’ questa:
    Si puo’ fermare l’attivita’ di una citta di quasi 300000 abitanti
    per delle accuse anonime?..il giudice,senza prove concrete, revoca gli arresti e gli proibisce di tornare in comune,pena un nuovo arresto,…ma insomma questo sindaco e’ colpevole o e’ innocente?…
    Io,come tanti,ci poniamo una domanda:non e’ stata una manovra politica per fare cadere la giunta e,…
    dietro lo scandalo, montato ad arte,mettere un sindaco gradito
    alla cricca regnante?…
    Alla regione abruzzo e’ riuscito,…il capobastone ha messo il braccio di protezione sul raccomandato del cardinal mazzarino,al secolo lettaeminenzagrigia,.. ed e’ passato.
    Ma il Turco non ha denunciato quelli della precenente amministrazione quando ha trovato il buco della sanita’,…(come
    gli avevano suggerito quelli di rifondazione),…e ci guadagnera’
    la riconoscenza della feccia imperante,…ma per il sindaco la cosa e’ diversa,…e’ stato eletto dalla citta’ a maggioranza assoluta,…ma se bastano due telefonate anonime per farlo cadere a che serve il voto del cittadino?
    Poi quando sento alla tv,un gasparotto che lo insulta e gli dice di guardarsi allo specchio,…mi viene la paranoia,…voi che ne pensate della vicenda?
    Ogni parere e’ apprezzato.
    Vi ringrazio di cuore,Ber

  11. Linosse
    Linosse says:

    X Ber
    Quello che è successo al sindaco della tua città è in sintonia totale con tutto quello che sta succedendo da un anno nel Paese.Ricordo che in maggio commentasti il risultato delle elezioni vinte grazie all’appoggio dato a questo gover nò da persone che volevano “voltare” pagina ad un periodo di tasse e “sacrifici”.
    Basta guardare,dopo un anno scarso dove siamo,cordate a 360º ecc…Sembra un ritorno al gioco dell’oca ricordo dell’infanzia solo che adesso lo stanno giocando persone adulte….
    Adesso che ci penso sono persone che il periodo adulto l’hanno già passato per cui sono ritornati bambini….. “creativi”,POVERI NOI!
    Saluti e coraggio
    L.

  12. Anita
    Anita says:

    x Ber

    Caro Ber,
    le telefonate anonime non valgono niente.
    Possono solo valere ad iniziare un investigazione, ma non necessariamente.
    Allora chiunque avesse una grana o interesse potrebbe avallarsi di telefonate o lettere anonime.

    Ciao, Anita

  13. "In 110 ammassati in una casa e bombardati l'Onu denuncia il massacro di 30 civili " - QUESTA E' CRIMINALITA' ALLO STATO BRADO. I RESPONABILI SONO MALEDETI DA DIO E DAGLI UOMINI
    "In 110 ammassati in una casa e bombardati l'Onu denuncia il massacro di 30 civili " - QUESTA E' CRIMINALITA' ALLO STATO BRADO. I RESPONABILI SONO MALEDETI DA DIO E DAGLI UOMINI says:

    Tra le vittime nel sud della Striscia intere famiglie, molti bambini
    “Ci avevano detto di restare chiusi dentro per la nostra sicurezza”
    In 110 ammassati in una casa e bombardati
    l’Onu denuncia il massacro di 30 civili
    Il racconto di un ragazzo sopravvissuto, che ha perso madre e fratelli. Nel quartiere almeno 50 morti, si scava tra le macerie

    GAZA – “Abu Salah è morto, sua moglie è morta. Abu Tawfiq è morto, suo figlio è morto e anche sua moglie. Mohammed Ibrahim è morto, e sua madre è morta. Ishaq e Nasar sono morti. Tanta gente è morta”. Ahmed Ibrahim Samouni ha tredici anni è quel che gli tocca raccontare è un massacro, la distruzione di gran parte della sua stessa famiglia e di altre decine di persone che come lui sono rimasti 24 ore chiusi in una casa che doveva essere il loro rifugio ed è diventata una trappola.

    Ammassati in casa e poi bombardati. Sono morti così almeno una trentina di palestinesi in un’unica casa a Zeitoun, quartiere a sud di Gaza City. “Uno dei più gravi episodi dall’inizio delle operazioni”, denunciano le Nazioni Unite. Le vittime del bombardamento del quartiere arriverebbero almeno a cinquanta. Tra le macerie si cercano ancora decine di dispersi, secondo i soccorritori il bilancio è destinato a salire.

    Il 4 gennaio scorso, raccontano testimoni oculari citati dal Coordinamento degli Affari umanitari dell’Onu (Ocha), centodieci persone, oltre la metà bambini, sono stati radunati in un edificio a un piano dai militari dell’esercito israeliano.

    Da un giorno l’esercito era penetrato via terra, e sono stati proprio i soldati a raccomandare ai civili di restare chiusi dentro “per la loro stessa sicurezza”. Il giorno dopo, la casa è stata sottoposta a un violento bombardamento. Tra le vittime, sedici membri della famiglia Samouni, sette donne, tre bambini e tre uomini. Sono stati i sopravvissuti della famiglia a ricostruire l’accaduto con le agenzie dell’Onu e i volontari di B’Tselem, l’organizzazione per la difesa dei diritti umani israeliana.

    Due membri della famiglia hanno raccontato che domenica mattina, dopo i pesanti bombardamenti della notte, decine di loro parenti erano stati riuniti dai militari e gli era stato ordinato di rimanere chiusi in casa mentre erano in corso perquisizioni porta a porta. Ahamad Talal Samouni, 23 anni, ha raccontato che la famiglia era stata riunita dai soldati armati nella casa di cemento appartenente a uno dei membri del clan. “I soldati ci hanno detto di non uscire. Avevamo fame. Non c’era latte per i bambini, medicine per i piccoli che stavano male”.

    Poco prima dell’alba di lunedì, tre uomini della famiglia hanno deciso di lasciare la casa per andare a prendere altri parenti e portarli dentro, ha raccontato Meysa Samouni, 19 anni, a B’Tselem. Mentre stavano per uscire un colpo d’artiglieria ha centrato l’ingresso, uccidendo uno di loro. Subito dopo una grande esplosione ha devastato il tetto e fatto tremare tutto l’edificio. Lei è caduta a terra, coprendo sua figlia con il corpo. “Tutto era coperto di polvere e fumo. Sentivo gridare e piangere. Quando il fumo si è diradato ho visto decine di corpi, almeno trenta, e una ventina di feriti”. Sua figlia aveva perso tre dita di una mano. Lei e sua figlia sono state soccorse dai soldati, medicate e fatte uscire di casa. Ma mentre usciva ha visto che i soldati avevano già occupato la casa e avevano bendato e legato una trentina di uomini.

    Wael Samouni, che nel bombardamento ha perso tre figli piccoli, ha raccontato ai funzionari dell’Onu la dinamica dell’episodio. Con i giornalisti della Reuters ha parlato suo figlio tredicenne, Ahmed Ibrahim, dal letto di ospedale dove è ricoverato per le ferite. Un racconto chiaro e agghiacciante, che esce con voce flebile, e comincia dal giorno prima, da quel che successe in casa loro. “Dormivamo tutti in una stanza”, ricorda. “Eravamo tutti addormentati quando i carri armati e gli aeroplani hanno cominciato a colpire. Un proiettile ha raggiunto la nostra casa, grazie a dio non siamo rimasti feriti. Siamo corsi fuori e c’erano quindici uomini… Atterravano dagli elicotteri sui tetti delle case”. I soldati, racconta Ahmed, percuotevano le persone e le costringevano a entrare tutti in una casa.

    Il giorno dopo la casa è stata bombardata, la madre di Ahmed è morta, con tre suoi fratelli. Ahmed ha cercato di tenere in vita i suoi tre fratellini più piccoli e di aiutare i feriti che giacevano in mezzo ai cadaveri. “Non c’era acqua, non c’era pane, niente da mangiare”, ricorda il bambino. “Mi sono alzato, avevo bendato la mia ferita e mi sono trascinato fuori per prendere l’acqua cercando di ripararmi dai tiri dei carriarmati e degli aeroplani. Sono andato dai vicini e ho cominciato a chiamarli finché non sono quasi svenuto. Ho portato indietro cinque litri d’acqua”.

    Quando gli operatori della Mezzaluna Rossa e della Croce Rossa hanno finalmente ottenuto il permesso di accedere alla zona hanno trovato bambini ancora abbracciati alle madri morte, troppo deboli per mettersi in piedi, e feriti tra i corpi. Alcuni dei cadaveri riportavano anche colpi d’arma da fuoco oltre alle ferite del bombardamento, indicazione di un possibile intervento ravvicinato o successivo dei soldati.

    “Abbiamo cominciato a chiamare: ‘C’è nessuno vivo in questa casa? – racconta un medico palestinese che era tra i soccorritori – e abbiamo sentito le voci dei bambini”. I piccolo stavano morendo di fame, aggiunge.

    Il quartiere di Zeitoun avevano già subito distruzioni considerevoli tra il primo e il 3 gennaio, e l’esercito aveva negato alla Croce Rossa l’accesso alla zona per evacuare i feriti dopo il bombardamento della casa.
    I soccorritori della Croce rossa avevano ricevuto richieste d’aiuto fin da sabato ma non hanno avuto accesso alla zona fino a ieri. “Ci sono ancora persone tra le macerie – ha detto al Washington Post Khaled Abuzaid, autista di ambulanza della Croce Rossa – Ma senza acqua o elettricità sono sicuro che moriranno”.

    Abuzaid conferma che, oltre a bloccare loro l’accesso, i soldati israeliani li avevano preavvertiti che non avrebbero potuto portare sul luogo del bombardamento macchine fotografiche, radio o telefonini – tutte attrezzature standard per le squadre di soccorso.

    I blocchi di terra costruiti dai bulldozer israeliani hanno impedito il passaggio delle ambulanze. I feriti più gravi sono stati caricati sui carretti trainati dagli asini. Chi ha potuto muoversi a piedi ha raggiunto il centro abitato più vicino, a due chilometri di distanza, e da lì i feriti sono stati trasportati in veicoli civili agli ospedali della zona. Tre bambini, il più piccolo aveva cinque mesi, sono morti al loro arrivo all’ospedale.

    L’accesso al quartiere rimane ristretto. La Croce Rossa e la Mezzaluna rossa sono tornate oggi durante la tregua di tre ore e hanno soccorso 103 persone che erano rimaste intrappolate senza cibo né acqua in tre case nello stesso isolato dell’abitazione dei Samouni.

    L’Ocha non accusa l’esercito israeliano di aver agito deliberatamente, ma ha chiesto l’apertura di un’inchiesta. La Croce Rossa internazionale ha accusato l’esercito israeliano di “non rispettare gli obblighi imposti dalla legge umanitaria internazionale circa le garanzie di soccorso e cura dei feriti”. “I militari erano consapevoli della situazione – aggiunge Allegre Pacheco, vice-direttore dell’Ocha – ma non hanno assistito i feriti. Né hanno permesso a noi o alla Mezzaluna rossa di soccorrerli.

    In una risposta scritta, l’esercito israeliano afferma di lavorare in coordinamento con le organizzazioni di aiuto umanitario “per garantire assistenza ai civili” e che “in alcun modo ha colpito intenzionalmente dei civili”.

  14. Belve umane
    Belve umane says:

    Il quartiere di Zeitoun avevano già subito distruzioni considerevoli tra il primo e il 3 gennaio, e l’esercito aveva negato alla Croce Rossa l’accesso alla zona per evacuare i feriti dopo il bombardamento della casa.
    I soccorritori della Croce rossa avevano ricevuto richieste d’aiuto fin da sabato ma non hanno avuto accesso alla zona fino a ieri. “Ci sono ancora persone tra le macerie – ha detto al Washington Post Khaled Abuzaid, autista di ambulanza della Croce Rossa – Ma senza acqua o elettricità sono sicuro che moriranno”.

  15. ber
    ber says:

    Cara Anita,
    purtroppo le telefonate anonime,quelle costruite ad arte,in mano
    a pubblici ministeri e investigatori poco seri,danno avvio alle indagini e se manipolati per un pubblico amministratore e’ un disastro,…basta minare la sua fiducia che non viene piu’ rieletto.
    Comunque il problema e':,…come si fa a fidarsi di gente
    che fabbrica false accuse pur di vincere le elezioni per poi imporre le proprie leggi?….

    Fammi sapere se il Vs nuovo presidente finanzia idee come quella di cui ti ho parlato qualche anno fa,…
    http://www.cubichomes.com

    …non ho rinunciato a qualche attivita’ da quelle parti.
    A mia figlia piace molto gli States.
    Un abbracco,Ber

  16. Dal blog di Vittorio Zucconi - Sparare sulla Croce Rossa
    Dal blog di Vittorio Zucconi - Sparare sulla Croce Rossa says:

    Sparare sulla Croce Rossa

    Al termine della seconda settimana dell’operazione “Piombo Fuso” a Gaza, si comiciano a vedere i primi risultati concreti. 700 morti palestinesi, 10 israeliani. Il segretario generale dell’Onu chiede un’inchiesta sull’attacco israeliano contro un’ambulanza chiaramente marcata con i contassegni UN. La Croce Rossa internazionale, Croce, non Mezzaluna, emette un comunicato di inaudita violenza contro il governo di Israele accusandolo di “essere venuto meno ai propri obblighi legali” nei confronti dei feriti, dopo avere trovato quattro bambini emaciati accanto al cadavere della madre. Gli Stati Uniti, che avevano sdegnosamente bloccato una risoluzione del consiglio di Sicurezza per il cessate il fuoco, ora si astengono, che significa dare via libera alla risoluzione, quindi di fatto approvarla. Persino i TG più timidi sono finalmente costretti ad ammettere, come ha fatto il TG1, quello che avrebbero dovuto dire subito, che nella tonnara di Gaza i giornalisti non sono stati fatti entrare, hanno fatto come chi raccontasse un bombardamento su Piacenza stando a Milano e dunque non ci sono testimonianze indipendenti su quanto sta accadendo, il che non impedisce a immagini strazianti di bambini morti (vere? False? Vecchie? Nuove?) di spiattellarsi su tutti i media del mondo. Qualche razzo comincia ad arrivare anche sulla frontiera Nord di Israele, dal territorio libanese. Ma il Jerusalem Post ci avverte che cessare il fuoco adesso sarebbe “prematuro”. Prematuro rispetto a che cosa? Se dopo due settimane i frutti della spedizione punitiva contro Hamas sono questi, stanno maturando o stanno marcendo?

  17. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Ber

    It dipends…
    Io mi feci tre mesi di galera, da incubo, per molto meno: zero assoluto, solo una semplice “impressione” di somiglianza di voci telefoniche….
    E’ sbagliato pensare che la Magistratura segua solo la Giustizia ed è sbagliato pensare che i magistrati siano tutti figli di troia. La merda c’è dovunque. Specie dove la politica è una fogna.
    Colpa dei giudici? Beh, anche e soprattutto nostra, che eleggiamo certi politici.
    Ah, ma ora tranquillo. Il Banana prima di diventare Capo dello Stato (italiano) riforma la Giustizia, mette il guinzaglio alla magistratura e…. giustizzzzzzzzia (com molte zeta, come molti cazzi in quel posto) sarà SEMPRE fatta.
    Come diceva Maike: allegria!
    Mah.
    Un saluto.
    pino

  18. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Però …. sa che più la leggo e più scopro in lei dei trucchetti verbali in uso nelle peggiori assemblee sessantottine. U.
    —————
    Caro Uro, con tutto il rispetto, non ribaltiamo la frittata: il sessantottino (di tipo maoista, non sia preso come un’offesa) è lei con le sue posizioni estremiste del tipo o tutto o niente.
    Io sono un tipo pratico: dato un problema cerco la miglior soluzione percorribile, che è diversa dalla miglior soluzione teorica possibile.
    La differenza è tutta in quel ‘percorribile’.
    Sono un pratico, non un idealista. Diciamo più vicino alla mentalità cinese che a quella occidentale.
    Sono quello che cerca, nella difficoltà, di uscirsene col minor danno possibile e con la possibilità di recuperare in un secondo momento.
    Se so di non poter competere, mi ritiro in attesa di momenti migliori ‘chinati juncu ca passa la chiina (chinati giunco che passa la piena)’ dicono in Calabria.
    Per me, allo stato dei fatti, la miglior soluzione per entrambi i popoli combattenti è uscirsene col minor danno possibile e la soluzione più saggia sarebbe di cambiare completamente aria, seppellendo il proprio inutile passato in una terra avara e da sempre teatro di sanguinosi scontri. Vedo il ‘passato’, che a lei tanto importa, come una inutile zavorra, di fronte a un futuro che potrebbe essere decisamente più generoso.
    Sperare nella pace in Palestina è come sperare di debellare la fame nel mondo. Accomodatevi.

  19. berdino
    berdino says:

    x Pino,
    e’ la chiarezza che manca,se e’ colpevole,…ed avete le prove, tenetelo in galera,…ma se le prove non ci sono non e’ necessario
    seminare zizzania,…nuoce a tutti e in primo luogo alla magistratura.
    Gia’,…ma questa e’ la patria del diritto,…ma quale?,…quello di Cicerone?
    Un caro saluto,Ber

  20. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta,
    sono molto dispiaciuto ma non mi riconosco nella sua descrizione: io non giro mai le frittate semplicemente vedo le cose con un punto di vista diverso da quello dei miei interlocutori.
    Sono invece del parere che il suo paragonare l’attacco a Gaza ad una manifestazione di dissenso politico sia un trucchetto verbale vecchio come il cucco, messo in atto al solo scopo di aver l’ultima parola. Naturalmente esiste anche la remota possibilità che lei sia un coglionazzo incapace di seguire un filo logico, ma è un’ipotesi che scarterei viste le sue disquisizioni sull’esistenza di Dio. Lei a volte fa il furbino … non lo faccia con me perché solitamente me ne accorgo.
    Che io sia un “sessantottino, estremista, maoista, tutto o niente” ecc. è solo una sua illazione, basata sul nulla che ha capito lei (e qualche altra testa di gegno di questo blog). Io sono un socialdemocratico (in Germania voterei per Schroeder e non per Lafontaine o per Gisy) e quanto alla questione palestinese ho scritto a chiare lettere (ma evidentemente lei era distratto) che a me starebbe bene qualunque soluzione accettata dai palestinesi. Trovo però che costoro non abbino più nulla da dare se non le loro vite, cosa che gli astuti esegeti del realismo (sionista) come lei negano. Chissà che altro dovrebbero dare ancora di più.
    Lei non è un pratico manco per un caxxo, lei è un artista che ogni tanto si mette a parlare di politica usando esattamente gli stessi schemi mentali. La sua idea di deportare i rei e di condannarli ai lavori forzati chissà dove oppure la sua idea di sgomberare quattro (o sette) milioni di persone come si organizza un viaggetto a Capri la dice lunga sul suo presunto realismo.
    Il suo abituale ignorare i termini legali dei problemi a scapito di un mettersi d’accordo, fa solo il gioco del più forte: le sfugge che la politica attuale è una cosa più complessa di un puro gioco di forza e di potere. Pare che lei non sia ancora uscito dalla ferina condizione delle tribù degli uomini primitivi. La politica si basa sul consenso, piaccia o meno ai fresconi come lei, e non sulla pura forza se non per periodi piuttosto brevi. Vedo che lei non è per nulla riuscito ad assimilare la lezione storica del povero Adolf.
    La cosa non mi stupisce: uno che pensa al passato come ad una “inutile zavorra” si condanna a vivere come un animale senza un passato e senza un futuro. Di solito il futuro delle persone che non capiscono il presente, cosa impossibile da fare se si ignora quel passato che lo ha prodotto, non è mai generoso: il caso raramente premia. E comunque la caratteristica degli esseri umani è quella di pensare, di valutare, di progettare il futuro. L’eterno presente è il modo di vivere del mio simpaticissimo cane.
    Francamente non capisco la sua ultima obiezione. Anche gli italiani hanno voluto la loro sanguinosa e costosissima indipendenza (e non mi riferisco all’indipendenza ma a quel che è venuto dopo) anche se probabilmente sarebbero stati meglio con gli stati precedenti. Cosa succederà dopo lo sa il buon Dio (credo francamente che la sua sfera di cristallo non valga un fico secco) ma la giustizia ed i diritti inalienabili dei popoli sono cose che non si possono gettare alle ortiche, se si vuol vivere in una società civile.
    Tranquillo mio buon marco tempesta ….. non si sta parlando di lei. U.

  21. Faust x latleta bugiardo e faccia di tolla...
    Faust x latleta bugiardo e faccia di tolla... says:

    C’ est l’histoire, c’est la vie.

    … tres facil, faccia di tolla dorata, …. quando 1000 morti e 3500 storpiati a vita, sono degli altri!!!! …. Vergognati!!!
    Faust

  22. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Why Gaza war looks sets to go on
    As the Israeli raids on Gaza and Palestinian rocket attacks on southern Israel continue, BBC Middle East editor Jeremy Bowen assesses why both Israel and Hamas seem likely to pursue the conflict.
    ——
    Questo è il link per poter leggere tutto l’articolo, che spiega perchè nè Israele nè Hamas vogliono il cessate-il-fuoco

    http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/7820680.stm

  23. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Sylvi,
    l’episodio del “calcio in culo” a paperone è compreso in “IN Paper-dinastia-cap 11-Sottotitolo A 63 anni ,Paperon dei Paperoni corona il suo sogno di vittoria.Perdendo qualcosa.

    Ovviamente la storia è tratta dalle storie barksiane di Don Rosa.

    Paperino e il feticcio (Zio paperone n 80)
    Paprino e la banda dei segugi.(Zio paperone n 43)
    Zio paperone e la caccia ai fantasmi (Zio paperone n 22)
    Zio paperone e il campionato di quattrini(Zio paperone n 92)
    Zio paprone e un problema da nulla(Zio paperone n 73)
    Zio paperone snob di società(Zio paperone n 19)
    Paperino contro l’uomo d’oro(Zio paperone n 32)
    Paperino e il maragià del verdestan(Zio paperone n 44)

    Da buon post-telegrafonico poi , se “pesco” quale dei miei figli si è appropriato (indebitamente della mia raccolta di Mafalda), gli sparo a (salve) nel popò ,con la vecckia “doppietta” del nonno !!

    ciao
    cc

  24. A GAZA DELEGAZIONE DI MEMBRI DEL PARLAMENTO EUROPEO PER CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E PER LA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE CIVILE
    A GAZA DELEGAZIONE DI MEMBRI DEL PARLAMENTO EUROPEO PER CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E PER LA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE CIVILE says:

    LUISA MORGANTINI
    Vice Presidente del Parlamento Europeo

    A GAZA DELEGAZIONE DI MEP PER CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E PER LA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE CIVILE

    Una delegazione di MEP organizzata da Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo, partirà domani 10 Gennaio e si recherà nella Striscia di Gaza passando per Rafah, valico al confine egiziano, per chiedere un cessate il fuoco immediato, per la protezione della popolazione civile e dell’Agenzia delle Nazioni Unite UNRWA (United Nations Relief and Works Agency).

    “Non si può continuare ad assistere all’uccisione quotidiana di bambini, donne, uomini e alla distruzione di case, infrastrutture, scuole, moschee, chiese. Non si può più tollerare l’assedio imposto alla popolazione palestinese di Gaza. Il nostro messaggio è un cessate il fuoco immediato e totale, no alle bombe, no alle truppe, no ai razzi. E subito azioni concrete per la fine dell’occupazione dei Territori Palestinesi del ’67” ha dichiarato VP Luisa Morgantini.

    La delegazione – che è composta da 8 MEP appartenenti a diversi gruppi politici e da un Membro del Senato Italiano- rimarrà nella Striscia di Gaza da sabato 10 a martedì 13 gennaio, quando i MEP rientreranno a Strasburgo per riferire della situazione riscontrata nella sessione plenaria del Parlamento UE e durante una conferenza stampa.

    A Gaza la delegazione sarà accompagnata dall’UNRWA e visiterà i campi profughi, gli ospedali e le città.
    I MEP esprimono gratitudine alle Autorità Egiziane e all’UNRWA per la loro cooperazione e sostegno.
    MEPs Participants:
    Luisa Morgantini (Italia)
    David Hammerstein Mintz (Spagna)
    Hélène Flautre (Francia)
    Véronique de Keyser (Belgio)
    Miguel Portas (Portogallo)
    Feleknas Uca (Germania)
    Chris Davies (UK)
    Kyriacos Triantaphyllides (Cypre)
    Alberto Maritati (Italia) Senatore

    Per informazioni, dichiarazioni e testimonianze contattare:
    Luisa Morgantini +972 547271742 (Orange number) o 0039 348 39 21 465 (numero Italiano)
    Ufficio a Bruxelles 0032 22 84 51 51 o Ufficio Roma 0039 06 69 95 02 17
    luisa.morgantini@europarl.europa.eu; http://www.luisamorgantini.net

  25. marco tempesta
    marco tempesta says:

    caro U., la ‘società civile’ è ancora un’utopia, purtroppo. Valgono ancora solo i rapporti di forza, sempre purtroppo, che non tengono conto di nessuna legge che non sia quella dell’arricchirsi a scapito degli altri. Lo vediamo in piccolo in ogni Comune d’Italia (ma da quel che sento è pratica diffusa anche altrove in Europa) ed in grande nelle ‘guerre’ economiche internazionali.
    A grossi problemi servono grosse soluzioni. Altrimenti si resta sempre allo stesso punto, dove il pesce grosso, ancora una volta purtroppo, continua a mangiare il pesce piccolo. Vogliamo credere di vivere in un mondo civile? E quale sarebbe questo mondo civile quando a due passi ( si fa per dire) da noi esistono realtà raccapriccianti che ci guardiamo bene dal prendere in considerazione e che coinvolgono la nostra distratta e colpevole attenzione a malapena solo di striscio?
    Guardare al futuro significa prendere il ‘passato’ come una realtà che non ha funzionato e che quindi non deve essere appena rinfrescata, ma presa e buttata completamente all’immondizia. E’ un passato ‘inutile’ nel senso che il ‘futuro’ deve essere ripensato in termini assolutamente e completamente diversi. D’accordo che non lo si fa dalla mattina alla sera, ma neanche in tempi lunghi. Ciò che ci vuole è soltanto l’innesco. Ho ricordato come l’automobile ha sostituito il multimillenario carro agricolo dalla sera alla mattina e come tante altre abitudini multimillenarie sono scomparse in tempi brevissimi. Sto piangendo io stesso su dei macchinari che un anno prima valevano qualche decina di migliaia di euro e un anno dopo sono diventati inutili ferri vecchi. Un anno, non un secolo. Insisto nel dire che dobbiamo entrare in una mentalità di rinnovamento totale ed il punto di partenza è di svincolarci dalle dipendenze energetiche. Possiamo farlo in tempi brevissimi, se si insiste fortemente, tutti, nel sostituire il petrolio come principale fonte energetica.
    Questa è la vera rivoluzione epocale, l’unica rivoluzione per la quale vale la pena insistere, per diminuire fortemente le tensioni rapinatorie che inducono all’esportazione di ‘democrazie’ nel mondo.
    Di rivoluzioni epocali da fare ce ne sarebbero un bel po’, ma noi restiamo a crogiolarci nel ‘sistema’ che abbiamo ereditato, credendolo ancora valido e non accorgendoci che è un sistema che non contempla soluzioni, ma solo ‘aspirine’, palliativi per una way of life che sta stretta a tutti.
    Le mie soluzioni ‘creative’ tanto ridicolizzate, sono certo degli orizzonti ancora lontani e persino inconcepibili per la mentalità corrente, ancora fortemente legata ad una mentalità che si fonda sul ‘passato’, che nutre ma anche avvelena una Società che non riesce a rinnovarsi e sta continuamente alla ricerca di come rapinare il proprio vicino senza subire ritorsioni (vedi crisi economica attuale). Se a grandi problemi servono grandi soluzioni, siamo ancora troppo lontani da una soluzione ottimale. Essere idealisti in questo caso è un danno, proprio perchè la realtà con la quale ci troviamo a fare i conti tutto è tranne che idealista. Se non si accetta questo, si fanno solo chiacchiere inutili, mentre i ‘pitecantropi’ agiscono.

  26. Peter
    Peter says:

    trovo assurdo che nessuno ancora parli di applicare pesanti sanzioni economiche ad Israele. Dopo il decreto delle Nazioni Unite, delle conseguenze devono per forza seguire, visto che gli israeliani sembrano fottersene altamente. Allora bisogna colpire nel punto piu’ debole della loro anatomia : la borsa

    Peter

  27. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Marx,i sogni e la scoperta dell’acqua calda, ovvero come tutto questo non c’entri un cazzo con il maoismo!

    Ogni tanto,dice il buon PG Odifreddi , nasce qualcuno che scopre come in tre passaggi si dimostri l’ultimo teorema di Fermat!

    Ora per le “leggi probabiliste ” insite nelle leggi della meccanica quantistica,e alle dimensioni della “lunghezza di Plank” è pure possibile che un elettrone al posto di stare in Alaska , si possa trovare a Istambul, ma detto ciò mi sembra che a Per i nuovi scopritori delle leggi che governano il mondo , Mai che passi per la testa “che per arrivare a sfruttare nuove tecnologie energetiche, sia necessario affrontare il Problema di un nuovo modello di Sviluppo!

    Bene,è semplice,tre passagi et voilà il problema è risolto, basta leggere questo blog!!

    cc

  28. Luisa Morgantini: Se Israele e Bush fomentano lo scontro di civiltà
    Luisa Morgantini: Se Israele e Bush fomentano lo scontro di civiltà says:

    Se Israele e Bush fomentano lo scontro di civiltà
    di Luisa Morgantini
    Vice Presidente del Parlamento Europeo

    Incollati davanti ad Al Jaazera che trasmette le immagini delle distruzioni e del massacro che avviene nella striscia di Gaza, i palestinesi della Cisgiordania per non impazzire si fanno muro,
    come quel muro dell’apartheid e dell’annessione coloniale che Israele continua a costruire con la solita arroganza e la certezza della sua impunità.
    Sono rientrata ieri sera dalla Palestina e da Israele, ho accompagnato e organizzato un viaggio di conoscenza e solidarietà di un gruppo di 50 italiani di diverse località ed estrazioni sociali. Siamo stati a Jenin, nel campo profughi dove nel 2002 vi è stato un massacro, abbiamo incontrato Zakaria Zubeidi che ha lasciato le armi per una resistenza culturale e non violenta nel Freedom Theatre, deluso da Hamas e da Al Fatah, siamo stati a Tuwani, a Hebron, dove coloni fanatici tengono in ostaggio migliaia e migliaia di palestinesi, a Betlemme dove il muro taglia la città e i campi, a Gerusalemme Est dove Um Kamel è stata cacciata dalla sua casa per far posto a coloni ebrei che non sono sono sopravvissuti all’olocausto ma arrivano da Brooklin, sostenuti dai finanziamenti di organizzazioni estremiste ebraiche e dal Tribunale Israeliano.
    Ovunque abbiamo trovato dolore, rabbia, ognuno di loro ci ha messo di fronte alle responsabilità della Comunità Internazionale, complice e inerte di fronte ai crimini dei governi israeliani. Ma abbiamo trovato anche determinazione a continuare a resistere quotidianamente e a non farsi distruggere nemmeno psicologicamente dall’ ingiustizia dell’occupazione.
    L’autorità Palestinese dal giorno dei bombardamenti a Gaza ha dichiarato uno sciopero generale di tre giorni. Gerusalemme Est era deserta come nei giorni degli scioperi della prima Intifadah. Salam Fayyad, primo ministro, nell’incontro che abbiamo avuto ci ha chiesto di lavorare per il Cessate il fuoco immediato e ad impegnare l’ Unione Europea a sospendere il potenziamento delle relazioni e della Cooperazione con Israele.
    Abbiamo partecipato a diverse manifestazioni in Palestina e Israele, a Ramallah, Jaffa, Gerusalemme. Purtroppo non manifestazioni di massa. A Ramallah la manifestazione più grande anche se con scontri tra Hamas e Fatah e la polizia palestinese che tentava di distruggere emblemi di Hamas e ad impedire scontri al check point di Beit El con i soldati israeliani. Ma come diceva Nayla Ayesh di Gaza, rifugiata a Ramallah, “anche se con scontri almeno qui siamo tutti insieme”. A Jaffa vi erano i giovani e le giovani Refusnik, gli anarchici contro il muro, la coalizione delle donne per la pace, e in grande prevalenza giovani donne di origine palestinese, con slogan che mettevano in imbarazzo noi, gli israeliani e i palestinesi della sinistra. Infatti Allah Akbar – Allah è grande – era lo slogan più urlato.
    Tante sono le iniziative in Israele dai Refusnik, ai poeti,, agli scrittori, ai combattenti per la pace, Tayyush, i partiti arabi in Israele, le donne per la pace, Gush Shalom ieri ha manifestato insieme a tanti altri gruppi a Tel Aviv.
    Gli israeliani che manifestano sono davvero persone straordinarie, il fatto che non siano milioni di loro che inorridiscono di fronte alla persistente scelta militare di Israele non li rende meno importanti.
    Gli intellettuali più conosciuti da noi comeAmos Oz a Yehoushua, continuano a svolgere un ruolo tragico, sempre a giustificare la necessità degli attacchi militari e a chiedere poi di fermarsi, come con la costruzione del muro. Peace Now, a partire dalla seconda Intifadah ha smesso di svolgere un ruolo di movimento e si è limitata a denunciare e a monitorare la crescita degli insediamenti.
    Del resto anche in Europa, la consapevolezza che vi è tra la popolazione (malgrado la manipolazione dei media) della disparità tra i bombardamenti e i rockets non si traduce in mobilitazione di massa. Le più grandi manifestazioni si sono tenute in Francia, Belgio e Gran Bretagna dove numerose sono le comunità arabe e musulmane e come a Jaffa gli slogan che risuonavano di più erano quelli di “Allah Akbar”. Nulla ovviamente contro chi crede in Allah, ma dà il segno di come dalle guerre preventive di Bush alla non soluzione del diritto dei palestinesi ad un loro stato, sia cresciuto lo “scontro di civiltà” e di come un conflitto come quello palestinese israeliano, che è per la sovranità nazionale contro la colonizzazione dei territori occupati nel 1967 abitati non solo da musulmani ma da cristiani, armeni, circassi, atei, agnostici, sempre di più viene fatto apparire come scontro tra islamici fondamentalisti e il “mondo libero”. E’ il messaggio che porta Tzipi Livni quando visita i nostri paesi.

    Intanto i sondaggi in Israele rivelano che Ehud Barak senza fare campagna elettorale è cresciuto nelle preferenze. Noi dovremo mobilitarci anche per riuscire a portare Barak, Livni e altri davanti alla Corte Internazionale di Giustizia. Ma ora soprattutto per il Cessate il Fuoco subito, per la fine dell’assedio e il blocco degli insediamenti. Che si fermino i bombardamenti a Gaza e i rockets su Israele. Che non vi siano altre vite perse siano essi palestinesi o israeliani.

  29. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro uroburo,

    mi spiace , ma tu non hai mai capito veramente “un cazzo”!
    Devi una volta per tutte capire (ma è impresa troppo superiore alle tue possibilità) che passato , presente e futuro, sono la” meme chose”ovvero” un’unicum” da comprendere al volo, da afferrare e cogliere al volo ora per ora , direi minuto per minuto, anzichenò , che dico, istante per istante….!!
    Mi spiace ,litigare con la “mia camicia”ma quando ce vò, ce vò..!!

    Per cui ,hai veramente sbagliato tutto, non hai mai capito un cazzo..

    Cogli l’attimo, e vedrai che andrai meglio..tu e tutta la tua storia!!

    cc

  30. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Veramente interessante..!!
    Direi la notizia del giorno…!!

    Da OLTRETEVERE i sottanoni preoccupati , dicono…

    L’annuncio del cardinal Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia
    “Il lavoro domestico deve essere equamente riconosciuto”
    Crisi, il Vaticano chiama il governo
    “Equità e soldi alle casalinghe”

    Solidali e compatti con questa proposta di SX, ci chiediamo unanini , in un sol coro,,d’accordo,,diteci solo chi paga???

    cc

  31. ber
    ber says:

    Ciao Linosse,
    e’ questo il problema,ho l’impressione che si giochi allo sfascio per pescare nel torbido,…..
    Ma quando hanno distrutto tutto cosa rimarra’?…
    Ma forse sono domande troppo difficili per gente che non si mai
    guadagnato uno stipendio con un lavoro onesto,…
    19000 euro al mese per mentecatti esperti solo nel ruffianesimo
    politico piu’ smaccato.
    Il medioevo piu’ nero ci attende.
    Un saluto,Ber

  32. ber
    ber says:

    Ciao cc,
    …chi paga,…i soliti fessi,…se non paghi l’esattore
    ti fa lo sfratto e ti mette all’asta la casa,…
    non siamo tutto ricchi?
    Un saluto,Ber

  33. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro peter,
    dipende da quale se l’87, o l’88..!!
    dai non mi costringere a delle “interpretazioni strane su quel maledetto Carpe Diem,
    con il quele per la verità ,sono tutt’altro che in accordo..basta leggere tutte le Mie cazzate scritte fin’ora..!

    cc

  34. ber
    ber says:

    Caro CC,
    non e’ che mi potresti dare qualche lezione di analisi 1 e geometria dato che ogni tanto parli di quadriche e Fermat?
    Dato che l’attualita’ ci deprime forse e’ meglio riprendere i
    corsi universitari,…prima che la banda bassotti distrugge pure quella?
    Ciao,Ber

  35. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro ber,

    lo so , lo so carissimo ..sai com’è in un “carpe diem” semper nello stesso bucum finisce il palettum.

    Ma .”.quam minimum credula postero”..il nostro compito è e sarà sempre quello di “farci ” un po più in là..ben sapendo che ..Dum loquimur, fugerit invida aetas..il palettum già ci rovista intorno al bucum…!!
    Libera composizionea parte ho letto di te e delle disavventure della tua Pescara..
    Direi che il tempo in questo caso renderà giustizia,sperando che un’eventuale “trappolone” come tu paventi non Spazzi tutto!!
    Personalmente tutte le volte che salivo certi gradini “tempo fa” tra me e me pensavo..chi cerca di fregarmi oggi?

    cc

  36. Controcorrente
    Controcorrente says:

    caro Ber,
    guarda , basta che vai sul sito di Arrigo Amadori , qui a dx, nei Blogroll
    a suo tempo inserito da Nicotri e trovi tutto quello che desideri .
    Se vuoi il sito ti permette anche di ripartire da Zero, è ben fatto credimi…
    Decisamente , ma molto decisamente, non saprei proprio far di meglio..!

    cc

  37. x Rachamim
    x Rachamim says:

    800 morti, che in realtà sono molti di più, per “partorire” la pace? Ah, il vecchio vizio dei sacrifici umani….
    Shalom

  38. x marco tempesta
    x marco tempesta says:

    Non diciamo cazzate. Israele non ha mai voluto l’Onu tra i piedi, come ora non vuole giornalisti. Non vuole cioè né testimoni né diaframmi pacekeaper. Vuole solo fare massacri per costringere i palestinesi a fuggire. “Dobbiamo terminare il lavoro del ’48” è il programma dichiarato sia da tutti i pezzi di merda criminale che si sono succeduti al governo e sia da intellettuali come Benny Morris, che pure ha documentato molte atrocità pregresse compiute dagli israeliani e il fatto che hanno cacciato dalle loro terre i palestinesi prima e non dopo la dichiarazione della nscita di Israele e l’invasione da operetta degli arabi.
    E poi Hamas se l’è voluta Israele, l’hanno pagata, allattata e cresciuta per inculare Arafat. Prima o poi Israele avrà quel che si meritano i suoi velenosi governanti. Gente maledetta da Dio e dagli uomini. Maledetta anche dalle donne e dai bambini.
    Shalom

  39. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta,
    il suo ultimo messaggio mi stupisce perché a me pare che lei o abbia una visione ultra-semplificata della vita (come pensare di spiegare il mondo con Topolino) oppure lei confonde i suoi sogni con la realtà, in altre parole lei delira.
    Scrivere che “il ‘futuro’ deve essere ripensato in termini assolutamente e completamente diversi; … dobbiamo entrare in una mentalità di rinnovamento totale; … svincolarci dalle dipendenze energetiche. Possiamo farlo in tempi brevissimi” e contemporaneamente scrivere che “sono certo degli orizzonti ancora lontani e persino inconcepibili” è una contraddizione in termini. O i tempi sono brevissimi oppure gli orizzonti sono tanto lontani da essere inconcepibili. E se sono inconcepibili lei di cosa sta parlando?
    Non è mai esistito nella storia dell’umanità un salto brusco con il passato visto che ogni scoperta, creazione tecnica, soluzione politica non ha fatto altro che un piccolo passo rispetto a quel che si sapeva prima. Il motore a scoppio viene dopo il motore a vapore e circa tre secoli dopo la sperimentazione scientifica che crea un corpus di scienziati che, dopo due secoli, diventano ingegneri, cioè tecnici di una particolare applicazione scientifica.
    A me pare che lei confonda progresso e modernità con tecnologia che è solo un’applicazione ingegneristica di alcuni principi scientifici che come tali, agiscono soprattutto, e forse solo, sul tempo ma non certo sul modo di pensare.
    Io non credo che l’essere umano abbia fatto grandi progressi sul piano del modo dei principi fondamentali del vivere dai tempi dei romani: Certo è cambiato il modo ma a me non pare che la motorizzazione individuale cambi la vita se non, appunto, nel senso che la rende molto più veloce. Lei mi sembra uno di quelle farfalle impazzite – come classicamente i suoi meravigliosi e modernissimi quattordicenni che per lo più non capiscono assolutamente nulla – che confondono il correre qua e là senza meta con il progredire. L’unica cosa comune alle due azioni è il movimento.
    Visto quanto sopra esposto le dirò che la trovo terribilmente, infantilmente idealista, proprio come le ho già detto nel mio precedente messaggio.
    A mio modo di vedere il passato, di per sé, né nutre né avvelena ma semplicemente spiega. Certo si può benissimo vivere senza capire: il mio cane non capisce, però non credo che sia tanto più felice di me. Anche perchè, se non ci fossi io morirebbe di fame oppure travolto da un’auto.
    Lascio per ultima la sua prima affermazione: “la ’società civile’ è ancora un’utopia”. Se fosse vero non si capirebbe perché si spendono somme enormi per mantenere giornali e TV; perché il mondo politico moderno sia così preoccupato dell’opinione pubblica; perché si faccia di tutto per manipolarla. Ancora una volta lei fa delle affermazioni senza sostanza e smentite dai fatti. A meno che lei non prenda l’Ittaglia come rappresentazione del mondo intero. Mi sembra una visione troppo pessimistica. U.

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