Umanesimo Laico e Socialismo Democratico
Cosa s’intende per “umanesimo laico”?
Anzitutto l’umanesimo laico non è che l’aspetto culturale del “socialismo democratico”, che invece riguarda la sfera socio-economica e politica.
L’umanesimo è il tentativo di valorizzare le espressioni di umanità dell’essere umano, uomo o donna che sia.
Col termine “essere umano” intendiamo qualunque persona di qualunque cultura, area geografica, etnia, lingua, religione ecc., del passato, del presente e del futuro.
Tuttavia, l’umanesimo che ci preme valorizzare è esclusivamente quello “laico”, che per noi vuol dire “non confessionale”, cioè “ateo” o “agnostico”, indifferente o contrario alla religione, a qualunque forma di appartenenza ecclesiale, per quanto riteniamo da escludere a priori ogni forma di coercizione riguardo all’atteggiamento da tenere nei confronti della religione.
L’umanesimo che ci interessa è quello che mette l’essere umano al centro della storia, e non una divinità o una qualunque entità extra-terrestre o sovrumana o una qualunque organizzazione umana che si faccia portavoce di concezioni religiose, mistiche o teologiche.
La centralità dell’essere umano non significa affatto che la storia debba avere la prevalenza sulla natura.
L’essere umano è davvero “umano” solo se si comporta in maniera conforme alle leggi di natura, solo se rispetta le condizioni di riproducibilità naturale dell’ambiente in cui vive.
Una prevalenza della storia sulla natura significa, in sostanza, una prevalenza dell’artificiale sul naturale, e quindi, di conseguenza, un allontanamento progressivo dell’essere umano da se stesso.
Quindi per noi non è solo vera l’affermazione che “se dio c’è l’uomo non esiste”, ma è vera anche l’altra, secondo cui “o si rispetta la natura o non si rispetta l’uomo”.
Ci rendiamo conto che se per un credente può essere facile, in via di principio, accettare la seconda affermazione, è praticamente impossibile accettare la prima.
Tuttavia, a questa persona vogliamo dire che per noi “ateismo” significa semplicemente rinunciare a qualunque rappresentazione di ciò che si vuole far passare per “non umano”. Significa rinunciare a forme interpretative che non trovino nelle vicende umane le loro giustificazioni.
Lo sviluppo della storia (di tutta la storia, anche quella che con arbitrio chiamiamo “preistoria”) va spiegato con la storia stessa. Se esiste qualcosa che va “oltre” la storia, non è che la natura, poiché all’essere vivente non è dato sulla terra che vivere un’esistenza secondo natura.
Qualunque rappresentazione o giustificazione di realtà extra-naturali o sovrumane è una giustificazione di rapporti non umani e non naturali su questa terra.
Per “socialismo democratico” s’intendono molte cose ma sostanzialmente due:
1. la proprietà comune dei mezzi produttivi,
2. l’autoconsumo di quanto prodotto.
La democrazia politica è una conseguenza di quella socio-economica.
Qui devono essere chiarite due cose.
1. Quando si parla di abolire la proprietà privata dei principali mezzi produttivi (quelli che danno sostentamento a un’intera comunità) non s’intende abolire la proprietà privata dei mezzi “personali”, né trasferire allo Stato, o a un qualunque altro organo che si ponga al di sopra della comunità locale, la proprietà dei mezzi produttivi.
2. Quando si parla di “autoconsumo” si intende escludere ogni dipendenza da mercati esterni alla comunità produttiva.
La comunità può vendere sul mercato il surplus che ottiene dalla propria produzione, e può ovviamente acquistare quanto non riesce a produrre. Ma il valore d’uso deve prevalere sul valore di scambio e il baratto dovrebbe sostituire l’uso della moneta.
Una comunità basata sulla proprietà comune dei mezzi produttivi e sull’autoconsumo, ovviamente è caratterizzata dall’autogestione.
Cooperazione e Autogestione sono i principi fondanti la democrazia politica, che è per forza di cose “diretta” e che, quando è “delegata”, cioè “indiretta”, lo è solo temporaneamente, o comunque un qualunque rappresentante della comunità, come è stato eletto, così deve poter essere rimosso, se la sua volontà non è conforme al mandato ricevuto.
Una democrazia diretta, autogestita, impedisce gli abusi di potere, o comunque obbliga a far ricadere il peso di decisioni sbagliate sull’intera comunità, che così si assume la responsabilità delle proprie azioni.
Una comunità autogestita è nel contempo una comunità socio-economica, politica e militare. Si tratta infatti di gestire una porzione limitata di territorio, e di difenderla da eventuali aggressori esterni.
Qualunque trasmissione del sapere deve essere funzionale alle esigenze di riproduzione e di sviluppo della stessa comunità.
Indicativamente e progressivamente vanno superate tutte le forme di divisione del lavoro (manuale e intellettuale) e della conoscenza (astratta-concreta, scientifica-umanistica).
E’ ovvio che in una comunità del genere la prevalenza va data all’ambiente rurale, rispetto a quello urbano. La città può essere usata per manifestazioni commerciali o fieristiche, ma va esclusa categoricamente qualunque dipendenza organica, strutturale, della campagna nei confronti della città.