Lo strano e pericoloso ping pong tra il papa e il rabbinato sulla beatificazione di Pio XII. Intanto negli Usa la magistratura autorizzaper la prima volta che si processi direttamente il Vaticano per i reati di pedofilia del suo clero: nasce così il rischio che lo si possa chiamare in causa anche per la sua parte di responsabilità per i campi di sterminio
A meno di sempre possibili colpi di scena, il papa tedesco a suo tempo volontario nella Gioventù Hitleriana andrà quindi in visita in Israele. La motivazione ufficiale dice che è impensabile che un pontefice come Ratzinger, autore di un libro su Gesù in due volumi (il secondo non è stato ancora pubblicato), non vada a “vedere la Terra Santa dove Cristo è vissuto”. Credere che gli altri pontefici non ci siano andati solo perché non scrivevano libri sulla vita di Gesù Cristo è francamente impensabile, troppo riduttivo. E’ più credibile che il viaggio di Ratzinger sia un pegno da pagare per avere il via libera dal rabbinato israelita per la beatificazione di Pio XII dopo le recenti polemiche sullo spinoso argomento. E rischia di essere anche un altro passettino verso lo “scontro di civiltà”, inteso come scontro tra “civiltà” legata alla bibbia, donde derivano sia l’ebraismo che il cristianesimo, e “civiltà” legata al corano, vale a dire l’islam. Come al solito, in queste faccende la religione non c’entra assolutamente niente, si tratta “solo” di diplomazia, politica e conservazione del potere esistente.
In attesa comunque della nuova puntata del teleromanzo intitolato appunto “beatificazione di papa Pio XII” vale la pena di mettere qualche puntino sulle i, visto anche che nel ping pong tra Vaticano e parte del rabbinato si cerca ormai di ridurre al solo genocidio degli ebrei non solo l’intera funzione di tutti i campi di sterminio nazisti, ma addirittura l’intera seconda guerra mondiale: una ben strana Memoria, quella di cui vogliamo fregiarci buttando così a mare la memoria e la Storia. Il Parrajmos e il Samudaripen dei rom, vale a dire l’equivalente zingaro della Shoà, non viene mai neppure nominato da lontano, eccetto qualche cerimonia e qualche dibattito molto poco pubblicizzati e qualche libretto di coraggiosi alla Angelo Arlati, tanto che nessuno conosce neppure la semplice esistenza di queste due parole – Parrajmos e Samudaripen – nonostante indichino lo sterminio di non si sa ancora se “solo” 400 mila “zingari” o ben due milioni. Da notare che se c’è un popolo che con la seconda guerra mondiale ha davvero rischiato di essere cancellato dalla faccia del pianeta sono proprio loro, i rom, che si sarebbero così aggiunti alla lunga serie di popoli, culture ed etnie che noi europei ed occidentali in genere abbiamo distrutto in varie parti del mondo. Se Hitler avesse infatti vinto la guerra, li avrebbe sterminati nell’intera Europa, compresi i Balcani e l’Unione sovietica. Gli zingari contrariamente agli ebrei non sono mai emigrati nel resto del mondo, eccetto a quanto pare alcune centinaia di migliaia negli Usa, dove sono diventati perlopiù stanziali, perciò sterminarli nel Vecchio Continente e nell’area balcanica significava di fatto cancellarli dal pianeta.
Abbiamo buttato nella spazzatura della Non Memoria e della smemoratezza i 40-50 milioni di morti dell’intera guerra, di cui una buona metà nella sola Unione sovietica. E vabbé. Ma sta di fatto per i camini dei campi di sterminio i nazisti ci hanno fatto passare non solo un mare di ebrei, ma anche qualche milione di prigionieri russi, polacchi, jugoslavi e slavi in genere, più qualche decina di migliaia di gay, handicappati e malati incurabili. Anzi, la “soluzione finale” è iniziata proprio da questi ultimi due tipi di esseri umani e, in caso di vittoria della Germania, essa prevedeva tra l’altro – oltre alla cancellazione dei rom, degli ebrei, degli omosessuali e degli handicappati europei – anche il ritorno all’epoca della pietra di tutto l’Est europeo. Vi sarebbero infatti state proibite perfino le scuole onde evitare che gli slavi, ritenuti anche loro “razza inferiore”, potessero diventare qualcosa di più della pura e semplice mano d’opera, forza lavoro di tipo pressoché schiavistico. Ma tutto ciò nello strano furore della polemica sulla beatificazione di Pio XII è scomparso.
Come che sia, fa uno strano effetto sentire l’accento tedesco di papa Ratzinger quando difende a spada tratta quel suo indifendibile predecessore. Si dà infatti il caso che Pio XII sia accusato da più parti e da decenni in modo sempre più documentato di essere stato troppo morbido, se non correo, con la Germania di Hitler, e si dà il caso che l’attuale pontefice non solo sia tedesco, ma abbia anche indossato a 16 anni la orribile divisa dei volontari della Gioventù hitleriana. Per chi coltiva il vizio della memoria, senza i due pesi e le due misure della Memoria, queste assonanze e coincidenze non sono una bella cosa. Non fa un bell’effetto un eventuale accordo tra clero cattolico e clero israelita che riduca di fatto a una sola ed unica dimensione l’intera infamia e tragedia dei campi di sterminio nazisti e fascisti, seppellendo e facendo scomparire definitivamente svariati milioni di altre vittime. Altro che “revisionismo” e “negazione dell’Olocausto”!
Sia chiaro: la Chiesa è libera di beatificare e santificare chi più le pare e piace, e se ha dichiarato santo uno come Carlo Borromeo non ci si può meravigliare che voglia fare beato Pio XII. Però Ratzinger prima di scandire e ripetere infastidito agli ebrei le parole “Basta polemiche, Pio XII è stato un dono di Dio”, dovrebbe riflettere un po’ di più. Non solo perché le parole “dono di Dio” fanno il paio con le parole “l’uomo della Provvidenza”, con le quali un altro papa ha voluto definire e ringraziare Mussolini, cioè il dittatore italiano fondatore del fascismo, per l’insperato regalo del Concordato, ma anche perché si tratta di parole che – a meno di una concezione pessima di Dio – mal si adattano a definire il principe romano Eugenio Pacelli meglio noto come Pio XII. Quando era nunzio apostolico in Germania l’aristocratico romano Eugenio Pacelli dopo ben cinque anni di interminabili negoziati riuscì a stipulare nel 1924 con l’allora Stato indipendente della Baviera un Concordato, che – apriamo bene gli occhi – aveva come punto centrale il diritto della Chiesa cattolica di aprire e gestire sue scuole di ogni ordine e grado. E proprio quel Concordato, che gli fruttò la promozione a Segretario di Stato, cioè il trampolino di lancio verso l’elezione a papa, venne preso poi a modello dallo stesso Pacelli nel 1929 per il Concordato con il governo prussiano, nel 1932 per il Concordato con la regione di Baden e, infine, il 20 luglio 1933 per il fatale Concordato con la Germania. Concordato, quest’ultimo, firmato da parte tedesca da Von Papen, vale a dire dall’uomo di governo che aveva sostenuto Hitler e calato le brache – non solo sue, ma dell’intera Germania – davanti all’orda sanguinaria nazista. Si noti che il suo programma di sterminio degli ebrei il capo dell’orda lo aveva già messo per iscritto, nel libro Mein Kampf che lo rese celebre e agiato.
In cambio del Concordato con Mussolini il Vaticano aveva liquidato l’antifascista don Sturzo, mandandolo in esilio a New York, e chiuso il suo Partito popolare, spalancando così di fatto le porte alla legittimazione della dittatura fascista. In cambio del Concordato con la Germania di Hitler e di Von Papen, il Vaticano fece altrettanto: liquidò il partito antinazista dei cattolici popolari. Sono seguito poi i concordati con la Spagna fascista di Francisco Franco e con il Portogallo pure fascista di Salazar. Nel 1933, quando Pacelli era Segretario di Stato vaticano, il cardinale tedesco Faulhaber rassicurò Berlino con queste parole: “A Roma si giudicano il nazismo e il fascismo come unica salvezza contro il comunismo e il bolscevismo”. E nel giugno del ’41, cioè dopo l’attacco all’Unione sovietica e quando era ormai papa da due anni, Pio XII in persona consegnò all’ambasciatore tedesco in Vaticano, Diego von Bergen, il seguente comunicato: “Gli ambienti vicini al Vaticano accolgono questo nuovo capitolo della guerra con un certo sospiro di sollievo e lo seguono con particolare interesse”.
Ma non è finita. Su istruzioni di Pio XII, in pieno 1943, cioè in piena guerra e occupazione nazista dell’Italia, l’ambasciatore vaticano a Berlino, Ernst von Weizsacker, non si vergognò a rassicurare il governo nazista con queste parole: “L’ostilità bolscevica è davvero l’elemento più decisivo della politica estera vaticana. Ciò che serve per la lotta contro il bolscevismo è gradito alla curia. Il persistere del rapporto tra gli angloamericani e la Russia sovietica è quindi giudicato ostinato e utile soltanto al prolungamento della guerra. La curia preferirebbe vedere una Germania forte e unita come barriera contro la Russia sovietica. In questo momento la curia mette da parte il suo sentimento italiano. Essa sente che è in gioco tutto”. C’è di che arrossire. Dalla vergogna. Tant’è che preferisco non commentare queste parole particolarmente ciniche, efferate e traditrici di quello che quando fa comodo viene definito “il caro popolo italiano”. Sono parole che comunque si commentano da sole.
Le prove che Pio XII, il Vaticano e il clero tedesco fossero perfettamente a conoscenza di ciò che avveniva nei campi di sterminio, a spese di milioni non solo di ebrei, sono ormai numerose e schiaccianti. Illuminante a questo proposito il libro di Daniel Goldhagen “Una questione morale”. Novità recenti, a conferma, vengono dall’ultimo numero della rivista Micro Mega, con rivelazioni anch’esse piuttosto imbarazzanti. Del resto, erano cose note alla stessa popolazione della Germania, come documenta tristemente il libro bello e terribile “La Germania sapeva”, scritto da Eric A. Johnson e Karl Heinz Reuband ed edito in Italia da Mondadori. E’ certo anche vero che Pio XII si adoperò per salvare la vita a non pochi ebrei romani e che mise in contatto con gli americani i congiurati tedeschi che volevano eliminare Hitler, ma questo non toglie nulla all’enormità delle sue azioni qui ricordate e del suo ostinato silenzio contro il nazismo, peraltro, come abbiamo visto, esplicitamente scelto come baluardo contro il comunismo. Ormai sono tonnellate i documenti comprovanti che anche a nazismo sconfitto dalla guerra il Vaticano e Pio XII hanno aiutato una marea di gerarchi a sfuggire alla cattura e rifarsi una vita in Sud America, con la speranza di poter dar vita almeno in quel continente – appoggiando i vari colpi di Stato militari compiuti a volte in nome della Madonna come nel caso di Pinochet in Cile – a quella diga anticomunista che Berlino aveva tentato invano di erigere col sangue di 40-50 milioni di vittime.
Pio XII viene difeso dandosi la zappa sui piedi. Il suo silenzio viene giustificato con l’affermazione che se lui avesse parlato contro il nazismo Hitler avrebbe scatenato la rappresaglia contro i cattolici e il clero cattolico tedeschi. Questa affermazione fa ridere – o meglio piangere – almeno per due motivi. Il primo, di ordine per così dire tutto interno allo stesso cattolicesimo, è che non si può essere opportunisti con il nazismo per timore di martirizzazioni ed esaltare allo stesso tempo i martiri delle persecuzioni romane, che peraltro non sono affatto “milioni”, come una volta è stato detto perfino a un telegiornale della Rai, ma solo poche decine di persone (a voler contare solo i casi storicamente certi mi pare non si arrivi neppure a dieci). Perché mai un credente per testimoniare la propria fede dovrebbe accettare il martirio (martire significa appunto testimone), se lo stesso papa, vale a dire Pio XII, che in materia di fede è “infallibile”, ha detto chiaro e tondo che è meglio tacere piuttosto che correre il rischio di essere martirizzati? Il secondo motivo è che questa difesa del silenzio di Pio XII non regge di fronte al fatto che riguardo l’Urss e il mondo comunista in genere lui NON ha taciuto neppure un po’: che fine ha fatto allora il timore delle rappresaglie? Anche Stalin non era un tipo che scherzasse, in quanto a gulag e fucilazioni di massa. Perché mai è lecito farsela addosso e tacere davanti a Hitler e invece si fa correre il rischio ai cattolici dei Paesi comunisti di finire in massa al macello? Perché mai ci si è lamentati per la “Chiesa del silenzio”, cioè per l’impossibilità della Chiesa di fare propaganda e proselitismo nei Paesi comunisti, quando si è scelto di essere Chiesa del silenzio nella Germania nazista? Pio XII di fronte al nazismo ha taciuto e non ha mai fatto un gesto ostile, mentre in seguito, a guerra terminata, ha perfino lanciato la scomunica contro il comunismo intero e contro chi in Italia votava per i comunisti.
Definire “dono di Dio” un simile papa temo possa significare quanto meno offendere Dio. Si può forse dire che è stato un grande diplomatico, un grande papa inteso come grande capo di Stato del Vaticano, perché è riuscito a trarre profitto per lo Stato pontificio grazie ai commerci e ai tradimenti delle altrui libertà compiuti con i Concordati, ma tutto ciò con i tanto osannati vangeli e con la parola di Cristo non c’entra assolutamente nulla. A meno che Ratzinger con quelle sue parole abbia – senza rendersene conto – pubblicamene confessato che il Vaticano e la Chiesa non di fede e religione in sé si occupano, ma solo del proprio potere tramite esse. Insomma, come da Costantino in poi, la religione “instrumentum regni”: cosa ben lontana e totalmente diversa dalla religiosità predicata ai credenti e da costoro intesa e genuinamente vissuta.
Della difesa che di Pio XII fa Ratzinger per tacitare le giuste proteste ebraiche infastidiscono non tanto l’accento tedesco della sua voce e il ricordo del suo essersi arruolato come volontario nella Gioventù hitleriana – tutti possiamo sbagliare, specie da giovani – quanto invece la difesa che questo papa fa o legittima di quel suo giovanile arruolamento. “Chi non si arruolava finiva male”, hanno sostenuto in coro i suoi familiari e compaesani della località natia. A parte il fatto che c’è stato anche chi non s’è arruolato, preferendo magari emigrare, sta di fatto che anche questa giustificazione è non solo una lode alla paura e all’opportunismo, il che umanamente sarebbe comprensibile, ma è anche una lode del rifiuto della “testimonianza”, o martirio eventuale che dir si voglia. Una simile lode sulla bocca di un papa non dovrebbe fare un bell’effetto, almeno al gregge dei suoi credenti. Come può, così stando le cose, predicare la “testimonianza”, fino al martirio, per gli altri? Perfino in Cina, come in India, in Africa e nelle Americhe, Cuba compresa, il papa e il Vaticano spingono il gregge dei fedeli a pericolose frizioni contro i governi locali pur di guadagnare alla Chiesa spazio, visibilità e, in definitiva, potere. E infatti ogni tanto si scatena o la repressione statale o qualche “piccolo” massacro di fedeli o di religiosi, nel Lontano Oriente o in Medio Oriente o in Africa.
Questo modo di fare di Pio XII prima e di Ratzinger adesso ricorda il classico “Armiamoci e partite!” e il classico uso dei due pesi e due misure. Ricorda anche la verità intesa come l’elastico delle mutande: allargabile o restringibile a piacere. O a gogò.
Nel frattempo arriva dagli Usa questa notizia, che riporto così come mi è arrivata:
“NEW YORK – Via libera al processo contro il Vaticano per presunti casi di abusi sessuali. A dare l’ok la corte di Cincinnati, Stati Uniti. Secondo la corte i vertici della Chiesa Cattolica avrebbero dovuto mettere in guardia il pubblico e denunciare alle autorità gli abusi commessi da religiosi contro minori. È la prima volta che allo stato Vaticano non viene garantita dagli Usa l’immunità sovrana sancita dal Foreign Sovereign Immunities del 1976. No comment dal Vaticano.
La corte di appello ha dichiarato legittima la richiesta a procedere in sede processuale contro la Santa Sede in un caso di abusi sessuali commessi da religiosi della diocesi di Louisville in Kentucky, ipotizzando dunque che il Vaticano potrebbe essere ritenuto corresponsabile della condotta dei suoi membri. La denuncia è stata fatta da tre uomini che sostengono di esser stati molestati quando erano chierichetti. I tre accusano la Santa Sede di aver per decenni insabbiato la piaga della pedofilia su scala nazionale. Alle presunte vittime aveva dato ragione in prima istanza l’anno scorso un giudice federale del Kentucky avallando la richiesta di rivalersi contro il Vaticano. Il giudizio era stato impugnato in appello e oggi il Sesto Circuito delle Corti d’Appello di Cincinnati ha dato luce verde all’azione legale.
La direttiva di Giovanni XXIII. Il caso si basa su una direttiva del 1962, a firma di papa Giovanni XXIII, resa pubblica nel 2003, che chiede alle gerarchie ecclesiastiche di mantenere il segreto su abusi sessuali da parte del clero [nota di Nicotri: più volte ho parlato nel mio blog della stessa direttiva aggiornata e diramata in seguito da Ratzinger, quando era alla guida dell’ex Sant’Uffizio, per volontà di papa Wojtyla]. Secondo William Murray, avvocato delle presunte vittime, il documento rende la Santa Sede responsabile per gli atti del clero mantenuti segreti a causa della direttiva.
Jeffrey Lena, avvocato della Santa Sede, pur dicendosi «attualmente non intenzionato» a chiedere alla corte d’appello di rivedere la decisione, ha precisato che «la sentenza è ancora molto lontana dal dimostrare la responsabilità diretta del Vaticano» per la condotta dei suoi membri.
Jonathan Levy, avvocato di Washington che rappresenta un folto gruppo di sopravvissuti dei campi di concentramento in una azione legale rivolta contro varie parti incluso il Vaticano, riferendosi alla mancata garanzia della immunità sovrana alla Santa Sede, spiega che «se qualcuno può rompere questa barriera viene aperta la strada ad altri processi contro la Chiesa Cattolica».
L’azione legale dei tre di Louisville non è la prima in cui in America sono chiesti risarcimenti diretti al Vaticano e non solo alle singole diocesi. Fino a oggi però i processi non erano mai arrivati al livello di Corte d’Appello”.
x AZ
devo confessare che quella dei regali il 1° maggio non l’avevo mai sentita!
Il 1° novembre in meridione, si, ma il 1° maggio…
E’ un’usanza tipica toscana?
Sono curiosa di sapere quali motivazioni vengono date ai bambini, perchè potrebbero pensare, conosco la logica dei bambini, che quelli che non festeggiano o sono dei fannulloni o sono degli sfruttatori.
I San Nicolò, i Babbi Natale,le S. Lucie e le Befane sono giustificabili con il fatto che si sono divisi il territorio,e i loro riti si perdono nella notte dei tempi.
Ma il Primo Maggio?
All’Est non fanno regali , fanno un gran pic nik gioioso tipo la nostra pasquetta, con dolci tipici.
La mia è autentica curiosità!
saluti
Sylvi
…I San Nicolò, i Babbi Natale,le S. Lucie e le Befane sono giustificabili
…. ti sei dimenticata…. nel calendario di Antonio AzCecina, Martire (…. ec come sempre anche lui, vergine xcche Martire) AZ deee… lhè speciale…. come il suo calendario ti ddo il link: http://www.umanidipensieroelavoro.now
Faust
… martire xcche vergine… non il contrario!!! F.
Dice Oscar Bartoli: “Auguri a tutti. Ma auguri di che?”
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Di sopravvivenza, no?
Della serie: Io speriamo che me la cavo!
In Italia e in tutti i Paesi europei e occidentali la poligamia e’ considerata un reato. La bigamia e’ un reato.
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Mah, io credo invece che il matrimonio monogamico sia una barbarie. Come avere un televisore con un solo canale.
Se un uomo o una donna sono capaci di gestire più partner, perchè no?
Tutti gestiscono più amici e ci vanno anche a letto insieme se vogliono e nessuno tiene da ridire. Magari ci scappa anche il figlio dispari e nessuno tiene da ridire. Ci si sposa ed è come chiudere la porta in faccia ad una parte a volte importante della nostra personalità.
In nome di cosa? Della proprietà privata di una persona, il coniuge, il chè è un’aberrazione morale, se mi permettete.
Nessuno può essere proprietario di una persona, ma questo è il senso del matrimonio: una specie di riduzione in schiavitù.
Si dovrebbe invece strutturare la società in maniera da rendere qualsiasi individuo in grado di mantenere economicamente se stesso e l’eventuale prole, ampliando il concetto di solidarietà sociale anche ad una convivenza multipla seppure indipendente.
So che è un concetto difficile da digerire, ma come ho già detto, lo facciamo già con gli amici, non è una cosa dell’altro mondo.
Basta estendere il “sentire sociale” all’idea di convivenza multipla e cancellare l’aberrante ( aberrante per le ragioni morali già dette) concetto di Matrimonio.
Tra le chicche una mi ha colpito e cioè che in fondo a Giordano Bruno era stata offerta “la possibilità” di abiurare, per cui “in fondo” tutto sommato si poteva “dedurre” una “profonda” pietà.
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La differenza tra me e Giordano Bruno è che io avrei abiurato a razzo. Chissenefrega di dare perle ai porci? fare l’eroe per dimostrare cosa a chi? Ai preti? Alla plebe? Ai posteri? Solo per avere una statua in piazza?
No, la mia pelle è più preziosa di preti, posteri plebi e statue in piazza!
Io sto con Galileo, che ha detto: secondo voi la Terra sta ferma e il Sole si muove? Ma si, chissenefrega, “attacca il ciuccio dove vuole il padrone!”.
E se ne è tornato a casa tranquillo.
x Uroburo: Giulia è in zona Sempione, piazza Gramsci per l’esattezza ( beh, è una piazza consona, no?).
Io dovrei salire a Milano entro il 15, forse addirittura il 12.
Mi farò vivo non appena giunto a destinazione!
caro Marco,
tempo fa hai detto di eliminare le lavatrici e le lavastoviglie, inutili, antiecologiche e costose.
Volevo risponderti che la lavatrice è l’uica cosa che il maschio ha fatto per la femmina di decente!
Io ho presente le nonne e le bisnonne con le mani ratrappite dall’artrosi e da mille piaghe nelle rogge gelate; la fatica del lavaggio delle lenzuola e del riscaldamento, del trasporto dell’acqua! Bestie da soma!
Ora dici che il matrimonio è aberrante; mi risulta che le coppie di fatto, quando le cose vanno male, siano ancora più aberranti, soprattutto quando ci sono di mezzo interessi economici e …soprattutto bambini!!!
Certo meglio di tutto la poligamia reciproca , ma almeno i mussulmani mantengono le mogli che li servono!
Tu vuoi che le donne si mantengano, possibilmente ti preparino quelle cenette !speciali” e lavino e spazzino in ginocchio!!
I bambini? in collegio! Loro contano meno di zero.
Mica soffrono, anzi sono felici di avere genitori tanto liberi e goderecci!!!!!!!!!!!!!
Scusami, ma ti do atto che sei coerente, non hai figli, almeno spero per loro!!
Sylvi
Si dovrebbe però aggiungere che Copernico, per evitare di finire al rogo o in galera a vita, la sua rivoluzione preferì non pubblicarla.
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Copernico ebbe vita facile perchè diceva che le sue erano solo speculazioni matematiche, non fatti reali.
Beh, non era così fesso da mettersi contro un nemico che non poteva abbattere!
x Sylvi: ho detto “tassare” al posto del televisore o insieme al televisore, poichè elettrodomestici come il televisore. La mia era una polemica contro il pagamento del canone, non contro lavatrici e lavastoviglie.
x Sulvi: ora devo correre, solito invito a pranzo. Ti risponderò nel pomeriggio, ma hai completamente travisato ciò che ho scritto. Un po’ meno fretta nel leggere i miei post, forse aiuterebbe ad evitare disguidi.
Ci sentiamo nel pomeriggio,
buon pranzo!
IN NOME DELLA PACE, GUERRE INFINITE
VIDEO
http://www.informationclearinghouse.info/article21400.htm
Questo filmato ripercorre, in 50 anni di storia, le tappe delle guerre fatte dagli Usa dopo la Seconda GM:
Corea, Vietnam, Repubblica Dominicana, Panama, Indonesia, Falklands, Iraq I, Yugoslavia, Afghanistan, Iraq II + ……………..?
Ogni presidente, per iniziare la guerra di turno, ha offerto al popolo americano menzogne e mezze verita’ distorte (poiche’, come scriveva Orwell, il modo migliore di mentire e’ semplicemente tacere su alcune cose).
Ogni presidente, da Johnson a Bush, ha detto di volere la pace, al momento di innescare una nuova guerra. Ogni presidente ha detto di fare la guerra con riluttanza, per il bene dell’umanita’, e che gli Usa non ci guadagnavano nulla (!).
In nome di liberta’e democrazia, tutti i giornalisti che hanno osato parlare contro la guerra sono stati allontanati, espulsi, messi a tacere su TV e quotidiani.
Ma a questo punto e’ ormai chiaro che la guerra non avra’ mai fine, poiche’ e’ la guerra stessa il fine. Nuovi e nuovi nemici verranno fabbricati di volta in volta dal nulla. Il guadagno immenso che la guerra porta ad alcuni e’ per quegli alcuni irrinunciabile. Essi sono anche oggi dietro il nuovo presidente americano, il quale, al di la’ delle sue migliori intenzioni, non potra’ farci nulla.
Di conseguenza, sono questi “alcuni” che devono essere fermati, togliendo loro le basi politiche di potere e questo lo possono e devono fare in primo luogo gli americani, prendendo coscienza della realta’ e ribellandosi in massa alla politica che li rende schiavi degli interessi di pochi.
x marco tempesta
Tranquillo mica tanto, era pur sempre agli arresti e quindi caduto in disgrazia anche professionalmente parlando. Il lato comico, o meglio grottesco, è che nello stesso tempo un gesuita insegnava alla corte dell’imperatore cinese le stesse teorie del Galilei condannato!
NON sempre si può fare come Galilei e a volte si DEVE fare come Bruno. Purtroppo. Altrimenti l’umanità resta priva di punti di riferimento diversi dal chinare la schiena e obbedire al potere. Che spesso è efferato e perciò va combattuto.
Un saluto.
pino nicotri
caro Marco,
tassare le lavatrici come il televisore?
Per me indispensabile è la lavatrice, niente tasse.
Il televisore?Tasse a mille per il bene dell’umanità.
Basta e avanza la radio! E’ ancora intelligente e informa.
Io Radio Maria non so dov’è!
Quando mi risponderai ti prego di spiegarmi cos’è “il figlio dispari”.
Sai che questa nazione di figli che sono “piezze ‘o core” è quella che trascura e maltratta più i bambini?
Sai che è quella che investe meno nella loro educazione e nel loro benessere?
Non preoccuparti, ti ho letto attentamente!
x Marco
RE: “In Italia e in tutti i Paesi europei e occidentali la poligamia e’ considerata un reato. La bigamia e’ un reato.”
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Ovviamente non hai letto l’articolo.
Ciao, Anita
Cara Sylvi,
tolte le giaculatorie,e i “rosari”,a volte è interessante, tenuto conto poi che Radio Maria è una delle radio che si sentono meglio in ogni angolo più riposto della Penisola.
Non è ancora chiaro l’origine del fenomeno ,se per abbondanza e potenza dei trasmettitori o altro…(va a sappè..)
Ancora mi ricordo un esilarante “pezzo” di Michele Serra che dovendo varcare le Alpi in un momento di copiose nevicate tentava disperatamente di intercettare qualche radio nazionale per sentire i bollettini della “neve” sui valichi ed incappava sempre in radio maria, mentre era in automobile.
Con questo pezzo ,poi, voglio rassicurare AZ,non ho commesso che io sappia nessun peccato,puro interesse sociologico anzi l’ascolto fortifica!
Per ritornare a noi cara Sylvi, ti consiglio di ascoltarla , poi “facci sapere” le tue impressioni..sei nominata d’ufficio per cooptazione ,nostra “ascoltatrice ufficiale”e quindi nostra “reporter speciale”(almeno per me ovviamente)..
Spero che il “termine cooptazione” non ti rovini la digestione, come quei baffuti “atei”, magari pure Kommunisti “commissari governativi ,che sottopongono a “torture” i ragazzi delle scuole private , nonchè paritarie cattoliche , costringendoli a recitare per ore interi “passi ” del Kapitale” se vogliono passare l’esame!
cc
IL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU INVITA AL BOICOTTAGGIO DEL REGIME ISRAELIANO DELL’APARTHEID.
MA IN ITALIA NON SI DEVE SAPERE.
L’Assemblea generale dell’ONU ha esaminato il 24 e 25 novembre 2008 il rapporto del Segretario generale sulla situazione in Palestina.
Il Presidente dell’Assemblea, Miguel d’Escoto Brockmann (Nicaragua), ha fatto di questo dibattito una questione di principio. Aprendo la seduta, ha dichiarato: « Io invito la comunità internazionale ad alzare la sua voce contro la punizione collettiva della popolazione di Gaza, una politica che non possiamo tollerare. Noi esigiamo la fine delle violazioni di massa dei Diritti dell’uomo e facciamo appello ad Israele, la Potenza occupante, affinché lasci entrare immediatamente gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Questa mattina ho parlato dell’apartheid e di come il comportamento della polizia israeliana nei Territori palestinesi occupati sembri così simile a quello dell’apartheid, ad un’epoca passata, un continente più lontano. Io credo che sia importante che noi, all’ONU, impieghiamo questo termine. Non dobbiamo avere paura di chiamare le cose con il loro nome.
Dopotutto, sono le Nazioni Unite che hanno elaborato la Convenzione internazionale contro il crimine dell’apartheid, esplicitando al mondo intero che tali pratiche di discriminazione istituzionale devono essere bandite ogni volta che siano praticate.
Abbiamo ascoltato oggi un rappresentante della società civile sudafricana. Sappiamo che in tutto il mondo organizzazioni della società civile lavorano per difendere i diritti dei Palestinesi e tentano di proteggere la popolazione palestinese che noi, Nazioni Unite, non siamo riusciti a proteggere. Più di 20 anni fa noi, le Nazioni Unite, abbiamo raccolto il testimone della società civile quando abbiamo convenuto che le sanzioni erano necessarie per esercitare una pressione non violenta sul Sud Africa.
Oggi, forse, noi, le Nazioni Unite, dobbiamo considerare di seguire l’esempio di una nuova generazione della società civile chef a appello per una analoga campagna di boicottaggio, di disinvestimento e di sanzioni per fare pressione su Israele. Ho assistito a numerose riunioni sui Diritti del popolo palestinese. Sono stupefatto che si continui ad insistere sulla pazienza mentre i nostri fratelli e le nostre sorelle palestinesi sono crocifissi. La pazienza è una virtù nella quale io credo. Ma non c’è alcuna virtù nell’essere pazienti con la sofferenza degli altri. Noi dobbiamo agire
con tutto il nostro cuore per mettere fine alle sofferenze del popolo palestinese (.) Tengo ugualmente a ricordare ai miei fratelli e sorelle israeliani che, anche se hanno lo scudo protettore degli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza, nessun atto di intimidazione cambierà la Risoluzione 181, adottata 61 anni fa, che invita alla creazione di due Stati. Vergognosamente, oggi non c’è uno Stato palestinese che noi possiamo celebrare e questa prospettiva appare più lontana che mai. Qualunque siano le spiegazioni, questo fatto centrale porta derisione all’ONU e nuoce gravemente alla sua immagine ed al suo prestigio. Come possiamo continuare così?».
L’ambasciatore Miguel d’Escoto Brockmann è un sacerdote cattolico, teologo della liberazione e membro del Comitato politico del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN). Personalità morale riconosciuta, è stato eletto per acclamazione, il 4 giugno 2008, Presidente dell’Assemblea
Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
L’Anti-Defamation League (ADL) è stata la prima organizzazione sionista a reagire, chiedendo al Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki Moon, di mettere fine a questo « circo » così come alla « cosiddetta giornata di solidarietà con il popolo palestinese ». Infine, ha denunciato il carattere a suo dire «antisemita » delle proposte del Presidente Miguel d’Escoto Brockmann che essa ritiene ispirate da un secolare antigiudaismo cattolico.
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Ad oltre dieci giorni dall’intervento di D’Escoto all’ONU, nessun organo di informazione “importante” ha ritenuto di doverne dare conto, forse per non turbare il sonno perenne del nostro Presidente della Repubblica, quello che dorme quando viene sancita la fine dell’eguaglianza dei cittadini italiani di fronte alla legge e – coerentemente – nel suo viaggio in Israele ha continuato a sonnecchiare di fronte alle sofferenze dei Palestinesi sotto il tallone di ferro dell’occupazione israeliana.
Per Marco tempesta:
Galileo era uno scienziato………………..
Bruno era
fondamentalmente
un filosofo
un libero pensatore…………………
L’abiura di Bruno avrebbe significato la morte delle sue idee;
l’abiura di Galileo non ha significato niente.
caro cc,
ma a che serviva il bollettino della neve a M. Serra se aveva Radio Maria che vegliava su di lui?
Tu dimentichi che, non solo ho frequentato ottime scuole cattoliche, “indottrinamento teologico” superiore al tuo ( mi avevi chiesto spiegazioni, tempo fa, l’ingenuo!!!), ma inoltre ho una zia suora che fa da intelligence dall’interno.
Tu non sei mia zia suora e due sarebbero sovrabbondanti!, perciò non mi ritengo obbligata a sacrificare altro tempo, oltre quello che già mi impegna Uroburo con le sue manie di conoscere il numero dei peli nel naso dei miei beneamati carnici e austro-friulani.
Lì c’è da tenere sotto controllo il suo latte alle ginocchia, non vorrei che tracimasse, sotto Natale per di più!
Ho raccontato a mio marito che mi vuoi cooptare.
Ha risposto:- beato lui, se ci riesce!-
Coi commissari governativi comunisti è stata una bella disfida.
Ho imparato a parlare di Hegel e Nietzsche recitando :
-Piove sulle tamerici salmastre e arse e sui nostri volti silvani..-
Ahhh, la scuola dei preti!!!
Sylvi
caro Faust,
non ricevo il tuo link.
ciao sylvi
x Sylvi
Cara Sylvi,
le lavatrici sono state la piu’ grande scoperta, almeno per me.
Quando arrivai negli US non esistevano.
Io non sapevo fare niente e mi trovai in una vecchia casa priva di tutto.
Il guaio maggiore arrivo’ con i figli, pannolini di cotone, ecc…
Non c’era dove spandere, troppo vento e la casa era sul cucuzzolo di una rupe, spandevo in un corridoio e dove potevo.
Finalmente comprai la mia prima lavatrice, ogni ciclo a mano, ecc….
Io ero ero in paradiso, mia suocera rifiutava di entrare in cucina perche’ c’era la “macchina del diavolo”.
Quando cambiai casa, potevo spandere in giardino, cara mia avevo geloni e mani rosse per tutto l’inverno.
Poi arrivo’ l’asciugatrice….
Marco e’ scapolo e non sa’ cos’e’ la vera vita.
Ciao,
Anita
Caro marco tempesta,
ci sono dei tipi d’uomini per i quali la vita è un valore supremo al quale tutto può essere sacrificato. Ce ne sono altri per i quali la vita invece ha un senso solo a determinate condizioni. Ad esempio quella di essere liberi.
Quel che farebbe lei non ha nessuna importanza se non per lei. In un paese come questo direi che la quasi totalità è fatta da persone come lei. Per quanto rare però ce ne sono anche d’altro genere.
Qui non si tratta di dare voti e men che meno di erigere modelli: ognuno è solo se stesso ed ognuno vive la sua vita in proprio, e quel che fanno gli altri può avere un puro valore informativo (o, al limite, statistico).
Ci sono momenti storici nei quali alcuni uomini si sentono in dovere di dire no, come ci sono altri uomini che invece dicono sempre sì. Ognuno sceglie la sua strada, com’è giusto: nei momenti determinanti della vita, quelli delle scelte ultime, si è sempre soli.
Tuttavia che lei tenda a porsi come un modello, così almeno sembrerebbe, è attitudine tipicamente ittaliota: Franza o Spagna purchè se magna.
Noi siamo, giustappunto, un paese di pezzenti convinti di essere furbi. Il che forse è vero (per la precisione siamo dei furbastri) ma rimaniamo poco intelligenti, perchè per essere intelligenti bisogna capire i grandi movimenti epocali e non solo il piccolo interesse quotidiano di bottega.
Quando si mette in moto per venire a Milano ci faccia un fischio; credo che saremo in diversi a farle un bel comitato d’accoglienza. Dal 12 al 14 sarebbe perfetto.
Un saluto U.
caro U., io sono dell’opinione che ognuno di noi abbia il dovere morale di ‘dare’ alla comunità.
Esistono però dei limiti, che consistono nel merito della comunità a ricevere ciò che noi vogliamo dare.
Fare l’eroe ha un valore solo se esiste un merito ed un vantaggio effettivo. Per esempio, io so che sarei capace di sfidare un incendio per salvare qualcuno, so di averne sia il coraggio che la predisposizione. Nella vita ho affrontato dei rischi quando tutti si sono tirati indietro. L’ho fatto perchè ne valeva la pena.
Quando mia sorella stava partorendo, era in corso il terremoto dell’80; l’ospedale si è spaccato in due, il marito di mia sorella è scappato fuori e mia madre è salita per dare eventuale soccorso.
Sarei salito anch’io al suo posto ( veramente, per tutta la durata del terremoto, sono stato a reggere lo scaffale che conteneva i miei dischi di classica, perchè il moto ondulatorio minacciava di sbattere tutti i dischi per terra!).
Nel caso di Giordano Bruno, non valeva la pena di fare l’eroe.
Per questo, ammiro il buonsenso di Galileo che ha detto a se stesso: ” in fin dei conti a me che me ne frega di questi imbecilli? “.
Ha fatto valere il detto: ‘meglio un asino vivo che un dottore morto’.
Morire per dimostrare qualcosa a gente che di quelle dimostrazioni non sa che farsene, lo trovo non solo inutile, ma anche stupido. L’eroe romantico, il cavaliere polacco che va col suo cavallo contro il carrarmato russo, lo trovo una figura non eroica ma stupida. Il confine è sottile, ma esiste.
Combattere per affermare e difendere le proprie opinioni è un concetto valido fino a un certo punto. E’ valido quando comporta un risultato di una certa importanza. Quando comporta soltanto il morire dileggiato dal boia, spiacenti, ma la mia pelle me la tengo cara, vale di più di qualsiasi portero che voglia farmi un monumento. Ciò non toglie che sarei capacissimo di rischiare la vita per salvare altre vite, sarei facilmente un Salvo d’Acquisto, ad esempio; ho anche una grandissima ammirazione per quel senegalese morto ammazzato per aver difeso un panettiere o quell’altro senegalese morto dopo aver salvato uno sconosciuto dal mare: io avrei fatto lo stesso.
Morire per un ideale, invece no, non me ne frega niente.
Sono un appassionato di Aforismi, devo confessarlo, anche perchè tutto sommato non “dimostrano nulla”, semmai possono servire di base a “qualunque “discussione.
Così oggi , ne ho trovato “uno cattivo sulle donne”…(girovagando su internet)di tal Pietro Bonazzi…
Nel libro della Genesi della Bibbia si legge che Dio creò la donna togliendo una costola all’uomo. È ormai pacifico che la Bibbia non va intesa alla lettera, perché è libro, anzi il libro, che si fonda su simboli, che ne connotano il valore poetico, ma anche la sua realtà storica.
Si legge nella storia della scienza e della tecnica che Meucci inventò il telefono. Collegando i due fatti si potrebbe pensare che sia più corretto sostenere che Dio creò Meucci, Meucci creò il telefono, il telefono creò la donna.
Non me vogliate, più che un aforisma sembra un luogo comune…!
Ma da un punto di vista “strettamente maschilista” esiste una certa logica conseguenziale..si deve ammettere…
cc
..RAIUNO, RAIDUE, RAITRE E RAINEWS… catena nazionale di Tv… puttanaeva… su ttutti questi canali ppiu quelli del p2istanano… eppoi non è dittatura?¿? devo prender qualcosa x non fare una strage, dalla noia rabbiosa, altimenti x sconfiggere lassedio… faccio una strage e sgozzo i miei vicini… cche paese dimmerda…
Faust
Dice U.: “…Tuttavia che lei tenda a porsi come un modello, così almeno sembrerebbe, è attitudine tipicamente ittaliota: Franza o Spagna purchè se magna.
Noi siamo, giustappunto, un paese di pezzenti convinti di essere furbi. Il che forse è vero (per la precisione siamo dei furbastri) ma rimaniamo poco intelligenti, perchè per essere intelligenti bisogna capire i grandi movimenti epocali e non solo il piccolo interesse quotidiano di bottega.”
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C’è un proverbio calabrese che dice ” Chinati juncu ca passa la china” ( chinati giunco, che passa la piena).
Io combatto quando so di avere qualche possibilità di vincere. Altrimenti mi nascondo in attesa del momento in cui sortire e colpire con una qualche certezza di mettere a segno il colpo. La figura dell’eroe che porge il petto al fuoco avversario, mi è sempre apparsa come una maniera stupida di affrontare il nemico. Le mie tattiche di combattimento sono mediate dal confucianesimo: affronto il nemico da tre lati lasciandogli una via di fuga, oppure lo chiudo dai quattro lati se voglio distruggerlo. Se non posso distruggerlo a breve ma posso a lungo termine, mi nascondo ed aspetto di colpire quando è il momento. Se non posso vincerlo neanche a lungo termine, posso anche decidere di allearmi, se in qualche modo ne ho stima. Altrimenti, mi mimetizzo e cerco di passare inosservato e fare ugualmente i cavoli miei.
Dire che Giordano Bruno fosse solo un filosofo mi sembra un po’ restrittivo. Si occupo’ molto di astronomia e di matematica, e anche se non si occupo’ di sperimentazioni strettamennte scientifiche ” fu osservatore e artefice del mutamento scientifico cinque-secentesco, a cui aggiunse la consapevolezza che una nuova scienza, non basata sulla logica e sulle categorie aristoteliche, richiedeva nuovi procedimenti, nuove forme di linguaggio e comunicazione: Bruno propose una logica basata su figure e immagini, a cui si lega la sua teoria mnemotecnica. Proprio in questo campo la figura del filosofo Nolano appare più contemporaneo, affrontando temi e argomenti vicini alla meccanica quantistica e alla relatività. Al giorno d’oggi, infatti, una logica iconica per immagini non sembra essere un’idea troppo distante dall’interfaccia informatica basata sui simboli. Proprio come Eistein, Bruno affermava che la mente umana non può arrivare alla conoscenza esatta, bensì a una approssimazione sempre più vicina alla realtà. La distanza di Bruno dai suoi contemporanei è ora ben evidenziata: a un universo di tipo rigorosamente matematico-meccanicistico, contrapponeva un universo probabilistico”.
da: http://www.heyokeproject.com/giordano-bruno-magia-e-scienza/
Bisogna anche considerare che ai tempi di Bruno “scienza” era in primo luogo perlustrazione mentale del mondo, conoscenza e potenzialita’ del sapere, ancorche’ esperimento pratico, come per Galileo o Leonardo.
L’idea di infinito, sia in matematica che in astronomia (andando quindi oltre la stessa teoria copernicana) e’ stata di grande modernita’.
Dice Alesandro: “L’abiura di Bruno avrebbe significato la morte delle sue idee”.
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Bene, io ho le mie idee sul clericalismo, sul matrimonio e su tutto il resto. Le diffondo affinchè altri le confrontino e, se possibile, ne traggano vantaggio.
Ma se per caso quegli stessi ‘altri’ fossero così idioti da fare in modo che la Chiesa prenda un potere tale da poter mettermi al rogo, fanculo loro e le mie idee, si fottano, chissenefrega!
Mai dare perle ai porci!
@ Marco T.
Non giudichi sempre tutti solo in base al suo metro personale. Siamo tutti diversi, no?
Lei dimentica che ci sono persone per le quali il principio puo’ valere la vita, o meglio, senza quel principio, la vita non ha piu’ valore.
Bruno non ha voluto piegarsi, questo era il suo principio. Il sacrificio ha avuto un valore in primo luogo per lui stesso e per la sua coscienza e ha un valore morale per tutti coloro che non vogliono sempre fare “i giunchi”.
Ci sono persone troppo avanti per i loro tempi.
A me capita quando parlo di astrologia, di cartomanzia e di spiritismo: mi prendono quasi tutti alla cogliona.
Loro non sanno di cosa parlano, condannano senza conoscere, condannano a priori.
Io so di cosa parlo.
Cerco di aprire degli spiragli, è una maniera di aprire le menti, che in certe persone trova terreno fertile, in altre trova solo un muro pregiudiziale.
Nel momento in cui mi si dovesse, per legge dello Stato, impedire di parlare di certi argomenti, voi pensate che io mi darei da fare per continuare a diffondere le mie idee? Ma per niente affatto! Se i tempi non sono maturi, è solo tempo perso.
Mi si chiederà di abiurare a tutto ciò che ho scritto nel mio Fuck the system? Ma lo faccio immediatamente, se ritengo che il prossimo non meriti di ascoltare ciò che dico o leggere ciò che scrivo. Machissenefrega!
x Uroburo e x Marco
Io credo che molti “eroi” e gente comune agiscano per istinto.
Molti non sanno agire, si ghiacciano al momento del bisogno.
“L’eroe romantico, il cavaliere polacco che va col suo cavallo contro il carrarmato russo, lo trovo una figura non eroica ma stupida.”
Forse sapeva di perdere la vita ed in un modo peggiore, come e’ successo in tanti casi.
In battaglia si funziona sul combat high, eroismi ed anche omicidi che non si farebbero a mente fredda.
Anita
Il discorso di Tempesta(576) mostra qualche lacuna che non so se chiamare psicologica o esistenziale.
Una persona di cui si ha stima non la si dovrebbe affatto combatterla per vincerla.
“”se non posso distruggerlo””………..che brutta frase:dico per il significato.
Se era per farsi i cavoli suoi
non c’e’ affatto bisogno di distruggere il nemico, a meno che il nemico minacci concretamente alla sua liberta’ e alla sua vita;ma ,in quest’ultimo caso, un nemico cosi’ non lo si puo’ di certo stimare.
caro Vox, io non giudico, ognuno può anche essere padrone di suicidarsi nel momento in cui ritiene che la sua vita non valga niente o che con la sua morte qualcosa possa cambiare.
Io rischio ( l’ho già fatto, non è solo un parlare in linea teorica) la mia vita solo quando ritengo ne valga la pena.
Non ritengo valga la pena rischiarla per delle idee.
Chi ritiene ne valga la pena, lo faccia pure. Non conti però sui miei applausi.
Ovvio che ognuno la veda alla sua maniera.
La mia maniera è che è bene dare, ma solo quando a ricevere c’è chi merita.
Tutto qui.
… come sempre ho esorcizzato il soggetto del mio post stragista, precedente…. son partito x la tangente ed ho omesso IlSoggetto: Il pastore tetesco… in scarpette rosse… di pelle umana… in tutte le tv…EUROVISIONE,,, puttanaeva effuori ffa freddo…ma dai, ma come si ffa?¿?!!! eUROVISIONE SI TRASMETTE SUL PRIMO CANALE NAZIONALE… ma non su tutti…
Tu chiamala se vuoi, dittaturaaaa!!!
capire tu non vuoi…
ma chiamale se vuoi, tentazioniiii
spegnere i fari e fare una strage nella notte
… Sara meglio cche metta loriginale di
Lucio Battisti
Seguir con gli occhi un airone sopra un fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire
Domandarsi perché quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere
se è poi così difficile morire
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
è dentro me
ma nella mente tua non c’è
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
Uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del più e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa
E prendere a pugni un uomo solo perché è stato un po scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
E chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
è dentro me
ma nella mente tua non c’è
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
…
x Alessandro;
siamo sempre alle solite: o io mi esprimo male o l’italiano non è una lingua condivisa.
Esiste il nemico ed esiste l’avversario. L’avversario lo si può anche stimare e lo si vince per 3/4; il nemico invece lo si deve solo abbattere.
Quando combatto contro un avversario che stimo, e so che potrei chiuderlo da quattro lati, ovvero non dargli vie d’uscita, una via d’uscita glie la lascio sempre, non porto l’attacco fino in fondo. Ciò comporta che, se l’avversario non è cretino, perde con eleganza, ritirandosi utilizzando la via d’uscita senza per questo perdere la dignità.
Se invece ho davanti a me un nemico da annullare e so che posso chiuderlo da 4 lati, ovvero non dargli vie d’uscita, non permettergli di salvare la faccia, lo distruggo e basta.
Caro Faust, quanto pagheresti per una pennichella al sole, l’8 di Dicembre? Qui a Bisceglie è possibile. Oggi mi son goduto il sole sulla sdraio per un’ora e mezza!
Ancora per Tempesta:
credo che le idee che uno ha faccino parte della persona stessa:l’abiura rappresenterebbe la propria condanna umana e psicologica.
Il problema e’ comunque di come si vive il rapporto con il mondo.
C’e’ chi decide di non far parte del sistema globalizzato e si forma
delle idee diverse , nuove;non e’ affatto detto che questa persona voglia convincere gli altri,ma e’ un suo diritto comunicarle
per comunicare solo e semplicemente se stesso:per esistere ,insomma.
Un tipo psicologico simile non puo’abiurare:egli vuole restare
se stesso perche’ cosi’ ha scelto.
Il chessenefrega potrebbe mostrare che lei non ama le sue idee;certo avra’ tutto un altro rapporto col modo fatto non solo
di idee.
Ma cosa puo’ esserci oltre le idee di importante?
La musica,l’arte………e altre pochissime cose;abiurerebbe
veramente a tutto cio’ che e’ lei per poter continuare a vivere?
Vivere come?
Isolato e solo come un animale forte di un chissenefrega?
Per tempesta:
se rileggi il tuo post 576
non poni affatto la differenza tra nemico e avversario:usi solo il termine nemico e fai confusione assai.
x Sylvi:
…Ora dici che il matrimonio è aberrante; mi risulta che le coppie di fatto, quando le cose vanno male, siano ancora più aberranti, soprattutto quando ci sono di mezzo interessi economici e …soprattutto bambini!!!
Certo meglio di tutto la poligamia reciproca , ma almeno i mussulmani mantengono le mogli che li servono!
Tu vuoi che le donne si mantengano, possibilmente ti preparino quelle cenette !speciali” e lavino e spazzino in ginocchio!!
I bambini? in collegio! Loro contano meno di zero.
Mica soffrono, anzi sono felici di avere genitori tanto liberi e goderecci!!!!!!!!!!!!!
—————-
Non ho detto niente del genere.
Noi che siamo stati bambini figli della plebe negli anni ’50, vivevamo in una comunità fatta di parenti, di vicini di casa, oltre che dei famigliari stretti. Non siamo stati messi negli orfanotrofi nè abbandonati alla deriva, ma siamo stati cresciuti in una specie di comunità allargata, dove spesso si mangiava dal vicino di casa, dove si viveva in un cortile in cui si affacciavano più famiglie che comunque collaboravano per tante incombenze. La società di allora era strutturata in una maniera molto più solidale di ora. Quando la donna doveva assentarsi, a girare il ragù sul fuoco ci pensava la vicina di casa, tanto per fare un esempio.
In una società evoluta, che NON E’ la società di oggi, la struttura dovrebbe permettere l’indipendenza della donna, mentre ora tante donne ancora si accasano per convenienza. Sento ancora adesso donne giovani affermare di voler trovare l’uomo ‘che le mantenga’.
Indipendenza della donna, cosa significa?
Significa che non deve dipendere dal maschio o da una struttura assistenziale, per poter vivere dignitosamente.
Significa che deve poter gestire sia la sopravvivenza, sia la maternità, senza dover vendersi l’anima o il corpo, come fanno la maggior parte delle casalinghe le quali, pur detestando ( e spesso tradendo) il marito, ci stanno insieme perchè altrimenti non saprebbero come sopravvivere. Non è una mia teoria: hanno fatto un’inchiesta in cui hanno chiesto alle donne se tornerebbero a sposarsi, dopo l’esperienza coniugale fatta, o se risposerebbero il proprio coniuge se potessero tornare indietro. La massima parte delle risposte è stata che non si sposerebbero affatto o che non risposerebbero il proprio attuale coniuge.
Cosa significa? Significa che il matrimonio è stato per loro una forzatura.
Esistono matrimoni indovinatissimi, ho conosciuto coppie innamoratissime anche dopo quarant’anni di matrimonio.
Ma sono un’estrema eccezione.
Allora, perchè non puntare ad una società che protegga la donna dal forzare il proprio stato, come è costretta a fare adesso pur di poter avere figli legittimi e un coniuge purchessia, che funga da padre ( spesso assente o inconsistente)?
…. mi hai freezato… hai colpito e ccentrato limmagine del “mio interno ggiorno”… mi riconosco in quel cche scrivi, grazie, bravo!!
C’e’ chi decide di non far parte del sistema globalizzato e si forma
delle idee diverse , nuove;non e’ affatto detto che questa persona voglia convincere gli altri,ma e’ un suo diritto comunicarle
per comunicare solo e semplicemente se stesso:per esistere ,insomma.
Un tipo psicologico simile non puo’abiurare:egli vuole restare
se stesso perche’ cosi’ ha scelto.
pagando come un povero pirla,,, le fatture cche gli altri ti presentano… ed io pirla, pur di essere non molestato o distratto dal mio essere… pago le fatture…¿¿ cosa dici Ale, sono da manicomio estivo… nevvero!!?¿
Faust
I regali per il 1° Maggio, festa dei lavoratori, è una tradizione targata A.Z. Sa io sono quel tipo strano, un ateo che ha alcuni amici preti e diverse amiche suore, comunista irriducibile, amante dell’idea dei soviet, ma viscerale oppositore del URSS.
Una tradizione è comunque tale e di antica data che parte dal quel A.Z. che a fine 800 era iscritto al partito socia-lista un anno prima che lo si costituisse in Italia.
Non so se i miei nipoti capiranno e cosa capiranno del senso di quei regali, io ho capito abbastanza presto, se poi penseranno solo che nonno gli vuole tanto bene e gli fa dei regali anche fuori stagione, va bene lo stesso.
I nipoti sono arrivati ora me li coccolo un po’.
Salutoni a tutti ….. Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it
P.S. Mi ero dimenticato della parolina proibita e non è partito il messaggio menomale lo avevo ancora sul notes.
Ma quando si decide Davide a porre rimedio a porre rimedio a questa aberrazione politico/informatica.
X Sylvi — I link di Faurt a volte sono da “cliccare” ed altre solo da leggere.
>>> veramente, per tutta la durata del terremoto, sono stato a reggere lo scaffale che conteneva i miei dischi di classica>>>
caro Marco,
c’è un particolare che ti è sfuggito;
che tu per salvare i tuoi dischi hai messo a repentaglio non solo la tua vita, affari tuoi, ma anche quella degli eventuali soccorritori.
Anzichè metterti al sicuro, anche per alleggerire i soccorsi verso altri, ti sei messo in situazione di pericolo.
In situazione di aver bisogno di coloro che avrebbero rischiato la loro vita per salvarti e non sarebbero stati a disquisire se l’aiuto te lo meritavi o no.
Per dei miserabili dischi!
Non è eroico, è solo un po’ egocentrico.
Mi ricordo che soldati e soccorritori esperti erano piuttosto bruschi con gente come te!
Sylvi
Per Faust:
il tuo ultimo esempio lo comprendo poco:
non e’ che uno paga le fatture pur di non essere molestato;
paga se deve pagare
se no le fatture le strappa.
I veri da manicomio sono altri.
x Alessandro:
le mie idee le dò a chi può apprezzarle. Darle a chi non le apprezza è una forzatura. Esistono casi borderline, dove una piccola insistenza è utile ad aprire una discussione, ma se le mie idee sono molto distanti dal sentire comune, non serve a niente nè proporle nè sacrificarsi per esse.
Ognuno di noi si circonda o tende a circondarsi di gente “simile”, quindi io al limite mi circonderei ( come già faccio, tra l’altro) di persone mentalmente aperte o, in qualche modo ‘apribili’.
Quindi, lottare per le proprie idee vale solo se esiste una possibilità di metterle in discussione. Non andrei a parlare di diritti degli omosessuali in Iran, ad esempio; ma, se ne fossi in grado, abbatterei il regime degli aiatollah, anche se dovesse costarmi dei rischi.
Per dei miserabili dischi!
———–
I miei dischi di classica sono per me un valore per cui rischiare…
ma a parte questo non ti ho detto che abitavo all’ultimo piano. Se avessi visto che stavano spaccandosi i muri ( il palazzo ha retto bene, fortunatamente), sarei salito sul terrazzo, non certo sceso in strada. Se una costruzione si sfascia, meglio essere AL DI SOPRA del cumulo, non al di sotto!
Per Silvy:
“per dei miserabili dischi”::::::::::::::::::::::::::::::::::questa sua frase mi fa chiaramente capire che lei non ama l’arte……………..
ma non e’ proprio questo che voglio dirti:
ricomincio:quella tua frase mostra che non sai cosa possono significare le cose;e ,talvolta,dietro alle cose c’e’ una vita.
P.S.
Tempesta non e’ un uomo di idee………….e forse
per questo potrebbe abiurarvi……………………
In un post di una decina di giorni fa Tempesta ha scritto
che vorrebbe essere ricordato(non come fotografo o …..)
solo come compositore:le idee di Tempesta e’ la musica.
Signora Silvy:
riesce
adesso ad abiurare a quel
“miserabili dischi”?
Sei arrivato un minuto prima
maledetto avversario.
Differenze tra nemico ed avversario: un avversario è colui che ti sfida. Posso accetatre la sfida, posso eluderla. Se la accetto, posso perdere o posso vincere.
Si può vincere e si può stravincere.
Si vince quando le proprie opinioni vengono accettate come migliori di quelle dell’avversario, ma l’avversario resta salvo nell’intierezza della sua capacità di dare opinioni.
Si stravince quaando si dimostra che l’avversario è un cretino e che le sue opinioni non valgono niente perchè è lui che non vale niente.
Confucio dice ” circondò la preda da tre lati, lasciandole libero un lato per la fuga”. Vuol dire che, volendo, si potrebbe ‘schiacciare’ l’avversario, ma gli si concede la possibilità di sfuggire alla cattura.
Se invece l’avversario è un ‘nemico’, il nemico è da abbattere, non solo da sfidare. Allora, essendocene la possibilità, lo si ‘chiude da 4 lati’ e lo si annienta. Si dimostra che è un cretino senza possibilità di scampo.
… si hai ragione Ale, non lho capio neanchio, vediamo se ci metto una pezza…
non e’ che uno paga le fatture pur di non essere molestato;
.. non alludevo ad estorsioni mafiose ed un pizzo… no, mi parlavo addosso e mi ddo del pirla, pur di vivere come mi piace e credo… se mi si frappone un ostacolo e per toglierselo dalle palle devo pagare, preferisco pagare e tornare alla mia vita… pagare cchi vuole la mia parte materiale, lo pago materialmente e lo cancello dalla mia vita, cchi cerca invece di togliermi l Essenza, non lo pago e lo ppicchio e gooodo al ricordo del suo naso da pinocchio rotto con spruzzate di sangue di contorno… costi quel cche costi… mai toccarmi lEssenza, divento una fiera… Il resto è vita!!
Faust
Visto che i nipoti si dedicano all’altro PC. approfitto per dialogare con Marco.
Non so se personalmente avrei la forza di essere tanto coerente con le mie idee quanto lo fu Giordano Bruno, finire bruciato poi non è uno cherzo, una fine orribile e mostruosamente dolorosa, ma in certi casi, se ci si riesce, credo sia giusto farlo specie se uno è coscio di essere diventato un simbolo.
Credo che in certi altri casi sia giusto usare la tattica del giunco (Mao) che si flette al vento ma mantiene la sua acuminata punta che è sempre in grado di pungere.
Nel mio piccolo mi è capitato di seguire sia la strada dell’assoluta ed esemplare coerenza, assumendomene i rischi, che quella della flessibilità per preservare la possibilità di continuare a difendere la idee in cui credo.
Salutoni a tutti ….. Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it