Lo strano e pericoloso ping pong tra il papa e il rabbinato sulla beatificazione di Pio XII. Intanto negli Usa la magistratura autorizzaper la prima volta che si processi direttamente il Vaticano per i reati di pedofilia del suo clero: nasce così il rischio che lo si possa chiamare in causa anche per la sua parte di responsabilità per i campi di sterminio

A meno di sempre possibili colpi di scena, il papa tedesco a suo tempo volontario nella Gioventù Hitleriana andrà quindi in visita in  Israele. La motivazione ufficiale dice che è impensabile che un pontefice come Ratzinger, autore di un libro su Gesù in due volumi (il secondo non è stato ancora pubblicato), non vada a “vedere la Terra Santa dove Cristo è vissuto”. Credere che gli altri pontefici non ci siano andati solo perché non scrivevano libri sulla vita di Gesù Cristo è francamente impensabile, troppo riduttivo. E’ più credibile che il viaggio di Ratzinger sia un pegno da pagare per avere il via libera dal rabbinato israelita per la beatificazione di Pio XII dopo le recenti polemiche sullo spinoso argomento. E rischia di essere anche un altro passettino verso lo “scontro di civiltà”, inteso come scontro tra “civiltà” legata alla bibbia, donde derivano sia l’ebraismo che il cristianesimo, e “civiltà” legata al corano, vale a dire l’islam. Come al solito, in queste faccende la religione non c’entra assolutamente niente, si tratta “solo” di diplomazia, politica e conservazione del potere esistente.
In attesa comunque della nuova puntata del teleromanzo intitolato appunto “beatificazione di papa Pio XII” vale la pena di mettere qualche puntino sulle i, visto anche che nel ping pong tra Vaticano e parte del rabbinato si cerca ormai di ridurre al solo genocidio degli ebrei non solo l’intera funzione di tutti i campi di sterminio nazisti, ma addirittura l’intera seconda guerra mondiale: una ben strana Memoria, quella di cui vogliamo fregiarci buttando così a mare la memoria e la Storia. Il Parrajmos e il Samudaripen dei rom, vale a dire l’equivalente zingaro della Shoà, non viene mai neppure nominato da lontano, eccetto qualche cerimonia e qualche dibattito molto  poco pubblicizzati e qualche libretto di coraggiosi alla Angelo Arlati, tanto che nessuno conosce neppure la semplice esistenza di queste due parole – Parrajmos e Samudaripen – nonostante indichino lo sterminio di non si sa ancora se “solo” 400 mila “zingari” o ben due milioni. Da notare che se c’è un popolo che con la seconda guerra mondiale ha davvero rischiato di essere cancellato dalla faccia del pianeta sono proprio loro, i rom, che si sarebbero così aggiunti alla lunga serie di popoli, culture ed etnie che noi europei ed occidentali in genere abbiamo distrutto in varie parti del mondo. Se Hitler avesse infatti vinto la guerra, li avrebbe sterminati nell’intera Europa, compresi i Balcani e l’Unione sovietica. Gli zingari contrariamente agli ebrei non sono mai emigrati nel resto del mondo, eccetto a quanto pare alcune centinaia di migliaia negli Usa, dove sono diventati perlopiù stanziali,  perciò sterminarli nel Vecchio Continente e nell’area balcanica significava di fatto cancellarli dal pianeta.
Abbiamo buttato nella spazzatura della Non Memoria e della smemoratezza i 40-50 milioni di morti dell’intera guerra, di cui una buona metà nella sola Unione sovietica. E vabbé. Ma sta di fatto per i camini dei campi di sterminio i nazisti ci hanno fatto passare non solo un mare di ebrei, ma anche qualche milione di prigionieri russi, polacchi, jugoslavi e slavi in genere, più qualche decina di migliaia di gay, handicappati e malati incurabili. Anzi, la “soluzione finale” è iniziata proprio da questi ultimi due tipi di esseri umani e, in caso di vittoria della Germania, essa prevedeva tra l’altro – oltre alla cancellazione dei rom, degli ebrei, degli omosessuali e degli handicappati europei – anche il ritorno all’epoca della pietra di tutto l’Est europeo. Vi sarebbero infatti state proibite perfino le scuole onde evitare che gli slavi, ritenuti anche loro “razza inferiore”, potessero diventare qualcosa di più della pura e semplice mano d’opera, forza lavoro di tipo pressoché schiavistico. Ma tutto ciò nello strano furore della polemica sulla beatificazione di Pio XII è scomparso.
Come che sia, fa uno strano effetto sentire l’accento tedesco di papa Ratzinger quando difende a spada tratta quel suo indifendibile predecessore. Si dà infatti il caso che Pio XII sia accusato da più parti e da decenni in modo sempre più documentato di essere stato troppo morbido, se non correo, con la Germania di Hitler, e si dà il caso che l’attuale pontefice non solo sia tedesco, ma abbia anche indossato a 16 anni la orribile divisa dei volontari della Gioventù hitleriana. Per chi coltiva il vizio della memoria, senza i due pesi e le due misure della Memoria, queste assonanze e coincidenze non sono una bella cosa. Non fa un bell’effetto un eventuale accordo tra clero cattolico e clero israelita che riduca di fatto a una sola ed unica dimensione l’intera infamia e tragedia dei campi di sterminio nazisti e fascisti, seppellendo e facendo scomparire definitivamente svariati milioni di altre vittime. Altro che “revisionismo” e “negazione dell’Olocausto”!
Sia chiaro: la Chiesa è libera di beatificare e santificare chi più le pare e piace, e se ha dichiarato santo uno come Carlo Borromeo non ci si può meravigliare che voglia fare beato Pio XII. Però Ratzinger prima di scandire e ripetere infastidito agli ebrei le parole “Basta polemiche, Pio XII è stato un dono di Dio”, dovrebbe riflettere un po’ di più. Non solo perché le parole “dono di Dio” fanno il paio con le parole “l’uomo della Provvidenza”, con le quali un altro papa ha voluto definire e ringraziare Mussolini, cioè il dittatore italiano fondatore del fascismo, per l’insperato regalo del Concordato, ma anche perché si tratta di parole che – a meno di una concezione pessima di Dio – mal si adattano a definire il principe romano Eugenio Pacelli meglio noto come Pio XII. Quando era nunzio apostolico in Germania l’aristocratico romano Eugenio Pacelli dopo ben cinque anni di interminabili negoziati riuscì a stipulare nel 1924 con l’allora Stato indipendente della Baviera un Concordato, che – apriamo bene gli occhi – aveva come punto centrale il diritto della Chiesa cattolica di aprire e gestire sue scuole di ogni ordine e grado. E proprio quel Concordato, che gli fruttò la promozione a Segretario di Stato, cioè il trampolino di lancio verso l’elezione a papa, venne preso poi a modello dallo stesso Pacelli nel 1929 per il Concordato con il governo prussiano, nel 1932 per il Concordato con la regione di Baden e, infine, il 20 luglio 1933 per il fatale Concordato con la Germania. Concordato, quest’ultimo, firmato da parte tedesca da Von Papen, vale a dire  dall’uomo di governo che aveva sostenuto Hitler e calato le brache – non solo sue, ma dell’intera Germania – davanti all’orda sanguinaria nazista. Si noti che il suo programma di sterminio degli ebrei il capo dell’orda lo aveva già messo per iscritto, nel libro Mein Kampf che lo rese celebre e agiato.
In cambio del Concordato con Mussolini il Vaticano aveva liquidato l’antifascista don Sturzo, mandandolo in esilio a New York, e chiuso il suo Partito popolare, spalancando così di fatto le porte alla legittimazione della dittatura fascista. In cambio del Concordato con la Germania di Hitler e di Von Papen, il Vaticano fece altrettanto: liquidò il partito antinazista dei cattolici popolari. Sono seguito poi i concordati con la Spagna fascista di Francisco Franco e con il Portogallo pure fascista di Salazar. Nel 1933, quando Pacelli era Segretario di Stato vaticano, il cardinale tedesco Faulhaber rassicurò Berlino con queste parole: “A Roma si giudicano il nazismo e il fascismo come unica salvezza contro il comunismo e il bolscevismo”. E nel giugno del ’41, cioè dopo l’attacco all’Unione sovietica e quando era ormai papa da due anni, Pio XII in persona consegnò all’ambasciatore tedesco in Vaticano, Diego von Bergen, il seguente comunicato: “Gli ambienti vicini al Vaticano accolgono questo nuovo capitolo della guerra con un certo sospiro di sollievo e lo seguono con particolare interesse”.
Ma non è finita. Su istruzioni di Pio XII, in pieno 1943, cioè in piena guerra e occupazione nazista dell’Italia, l’ambasciatore vaticano a Berlino, Ernst von Weizsacker, non si vergognò a rassicurare il governo nazista con queste parole: “L’ostilità bolscevica è davvero l’elemento più decisivo della politica estera vaticana. Ciò che serve per la lotta contro il bolscevismo è gradito alla curia. Il persistere del rapporto tra gli angloamericani e la Russia sovietica è quindi giudicato ostinato e utile soltanto al prolungamento della guerra. La curia preferirebbe vedere una Germania forte e unita come barriera contro la Russia sovietica. In questo momento la curia mette da parte il suo sentimento italiano. Essa sente che è in gioco tutto”.  C’è di che arrossire. Dalla vergogna. Tant’è che preferisco non commentare queste parole particolarmente ciniche, efferate e traditrici di quello che quando fa comodo viene definito “il caro popolo italiano”. Sono parole che comunque si commentano da sole.
Le prove che Pio XII, il Vaticano e il clero tedesco fossero perfettamente a conoscenza di ciò che avveniva nei campi di sterminio, a spese di milioni non solo di ebrei, sono ormai numerose e schiaccianti. Illuminante a questo proposito il libro di Daniel Goldhagen “Una questione morale”. Novità recenti, a conferma, vengono dall’ultimo numero della rivista Micro Mega, con rivelazioni anch’esse piuttosto imbarazzanti. Del resto, erano cose note alla stessa popolazione della Germania, come documenta tristemente il libro bello e terribile “La Germania sapeva”, scritto da Eric A. Johnson e Karl Heinz Reuband ed edito in Italia da Mondadori. E’ certo anche vero che Pio XII si adoperò per salvare la vita a non pochi ebrei romani e che mise in contatto con gli americani i congiurati tedeschi che volevano eliminare Hitler, ma questo non toglie nulla all’enormità delle sue azioni qui ricordate e del suo ostinato silenzio contro il nazismo, peraltro, come abbiamo visto, esplicitamente scelto come baluardo contro il comunismo.  Ormai sono tonnellate i documenti comprovanti che anche a nazismo sconfitto dalla guerra il Vaticano e Pio XII hanno aiutato una marea di gerarchi a sfuggire alla cattura e rifarsi una vita in Sud America, con la speranza di poter dar vita almeno in quel continente – appoggiando i vari colpi di Stato militari compiuti a volte in nome della Madonna come nel caso di Pinochet in Cile – a quella diga anticomunista che Berlino aveva tentato invano di erigere col sangue di 40-50 milioni di vittime.
Pio XII viene difeso dandosi la zappa sui piedi. Il suo silenzio viene giustificato con l’affermazione  che se lui avesse parlato contro il nazismo Hitler avrebbe scatenato la rappresaglia contro i cattolici e il clero cattolico tedeschi. Questa affermazione fa ridere – o meglio piangere – almeno per due motivi. Il primo, di ordine per così dire tutto interno allo stesso cattolicesimo, è che non si può essere opportunisti con il nazismo per timore di martirizzazioni ed esaltare allo stesso tempo i martiri delle persecuzioni romane, che peraltro non sono affatto “milioni”, come una volta è stato detto perfino a un telegiornale della Rai, ma solo poche decine di persone (a voler contare solo i casi storicamente certi mi pare non si arrivi neppure a dieci). Perché mai un credente per testimoniare la propria fede dovrebbe accettare il martirio (martire significa appunto testimone), se lo stesso papa, vale a dire Pio XII, che in materia di fede è “infallibile”, ha detto chiaro e tondo che è meglio tacere piuttosto che correre il rischio di essere martirizzati? Il secondo motivo è che questa difesa del silenzio di Pio XII non regge di fronte al fatto che riguardo l’Urss e il mondo comunista in genere lui NON ha taciuto neppure un po’: che fine ha fatto allora il timore delle rappresaglie? Anche Stalin non era un tipo che scherzasse, in quanto a gulag e fucilazioni di massa. Perché mai è lecito farsela addosso e tacere davanti a Hitler e invece si fa correre il rischio ai cattolici dei Paesi comunisti di finire in massa al macello? Perché mai ci si è lamentati per la “Chiesa del silenzio”, cioè per l’impossibilità della Chiesa di fare propaganda e proselitismo nei Paesi comunisti, quando si è scelto di essere Chiesa del silenzio nella Germania nazista? Pio XII di fronte al nazismo ha taciuto e non ha mai fatto un gesto ostile, mentre in seguito, a guerra terminata, ha perfino lanciato la scomunica contro il comunismo intero e contro chi in Italia votava per i comunisti.
Definire “dono di Dio” un simile papa temo possa significare quanto meno offendere Dio. Si può forse dire che è stato un grande diplomatico, un grande papa inteso come grande capo di Stato del Vaticano, perché è riuscito a trarre profitto per lo Stato pontificio grazie ai commerci e ai tradimenti delle altrui libertà compiuti con i Concordati, ma tutto ciò con i tanto osannati vangeli e con la parola di Cristo non c’entra assolutamente nulla. A meno che Ratzinger con quelle sue parole abbia – senza rendersene conto – pubblicamene confessato che il Vaticano e la Chiesa non di fede e religione in sé si occupano, ma solo del proprio potere tramite esse. Insomma, come da Costantino in poi, la religione “instrumentum regni”: cosa ben lontana e totalmente diversa dalla religiosità predicata ai credenti e da costoro intesa e genuinamente vissuta.
Della difesa che di Pio XII fa Ratzinger per tacitare le giuste proteste ebraiche infastidiscono non tanto  l’accento tedesco della sua voce e il ricordo del suo essersi arruolato come volontario nella Gioventù hitleriana – tutti possiamo sbagliare, specie da giovani –  quanto invece la difesa che questo papa fa o legittima di quel suo giovanile arruolamento. “Chi non si arruolava finiva male”, hanno sostenuto in coro i suoi familiari e compaesani della località natia. A parte il fatto che c’è stato anche chi non s’è arruolato, preferendo magari emigrare, sta di fatto che anche questa giustificazione è non solo una lode alla paura e all’opportunismo, il che umanamente sarebbe comprensibile, ma è anche una lode del rifiuto della “testimonianza”, o martirio eventuale che dir si voglia. Una simile lode sulla bocca di un papa non dovrebbe fare un bell’effetto, almeno al gregge dei suoi credenti. Come può, così stando le cose, predicare la “testimonianza”, fino al martirio, per gli altri? Perfino in Cina, come in India, in Africa e nelle Americhe, Cuba compresa, il papa e il Vaticano spingono il gregge dei  fedeli a pericolose frizioni contro i governi locali pur di guadagnare alla Chiesa spazio, visibilità e, in definitiva, potere. E infatti ogni tanto si scatena o la repressione statale o qualche “piccolo” massacro di fedeli o di religiosi, nel Lontano Oriente o in Medio Oriente o in Africa.
Questo modo di fare di Pio XII prima e di Ratzinger adesso ricorda il classico “Armiamoci e partite!” e il classico uso dei due pesi e due misure. Ricorda anche la verità intesa come l’elastico delle mutande: allargabile o restringibile a piacere. O a gogò.

Nel frattempo arriva dagli Usa questa notizia, che riporto così come mi è arrivata:

“NEW YORK – Via libera al processo contro il Vaticano per presunti casi di abusi sessuali. A dare l’ok la corte di Cincinnati, Stati Uniti. Secondo la corte i vertici della Chiesa Cattolica avrebbero dovuto mettere in guardia il pubblico e denunciare alle autorità gli abusi commessi da religiosi contro minori. È la prima volta che allo stato Vaticano non viene garantita dagli Usa l’immunità sovrana sancita dal Foreign Sovereign Immunities del 1976. No comment dal Vaticano.
La corte di appello ha dichiarato legittima la richiesta a procedere in sede processuale contro la Santa Sede in un caso di abusi sessuali commessi da religiosi della diocesi di Louisville in Kentucky, ipotizzando dunque che il Vaticano potrebbe essere ritenuto corresponsabile della condotta dei suoi membri. La denuncia è stata fatta da tre uomini che sostengono di esser stati molestati quando erano chierichetti. I tre accusano la Santa Sede di aver per decenni insabbiato la piaga della pedofilia su scala nazionale. Alle presunte vittime aveva dato ragione in prima istanza l’anno scorso un giudice federale del Kentucky avallando la richiesta di rivalersi contro il Vaticano. Il giudizio era stato impugnato in appello e oggi il Sesto Circuito delle Corti d’Appello di Cincinnati ha dato luce verde all’azione legale.
La direttiva di Giovanni XXIII. Il caso si basa su una direttiva del 1962, a firma di papa Giovanni XXIII, resa pubblica nel 2003, che chiede alle gerarchie ecclesiastiche di mantenere il segreto su abusi sessuali da parte del clero [nota di Nicotri: più volte ho parlato nel mio blog della stessa direttiva aggiornata e diramata in seguito da Ratzinger,  quando era alla guida dell’ex Sant’Uffizio, per volontà di papa Wojtyla]. Secondo William Murray, avvocato delle presunte vittime, il documento rende la Santa Sede responsabile per gli atti del clero mantenuti segreti a causa della direttiva.
Jeffrey Lena, avvocato della Santa Sede, pur dicendosi «attualmente non intenzionato» a chiedere alla corte d’appello di rivedere la decisione, ha precisato che «la sentenza è ancora molto lontana dal dimostrare la responsabilità diretta del Vaticano» per la condotta dei suoi membri.
Jonathan Levy, avvocato di Washington che rappresenta un folto gruppo di sopravvissuti dei campi di concentramento in una azione legale rivolta contro varie parti incluso il Vaticano,  riferendosi alla mancata garanzia della immunità sovrana alla Santa Sede, spiega che «se qualcuno può rompere questa barriera viene aperta la strada ad altri processi contro la Chiesa Cattolica».
L’azione legale dei tre di Louisville non è la prima in cui in America sono chiesti risarcimenti diretti al Vaticano e non solo alle singole diocesi. Fino a oggi però i processi non erano mai arrivati al livello di Corte d’Appello”.

729 commenti
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  1. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Silvy,
    ma la perdono sempre anch’io …. dopo essermi asciugato le ginocchia dal copioso latte secreto …….
    E poi Pino perdona laicamente, ed anch’io del resto. U.

  2. x Marco
    x Marco says:

    x Marco

    “Tant’è che tu, non essendo iscritta a nessuno dei due, hai comunque il tuo nome si Internet.”
    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

    Ma certo che lo so’.
    Diversi amici mi chiedono di entrare il loro nome su Google…alcuni riempiono due pagine.
    Quello che io ho scritto e’ che ho trovato cose di 15-20 anni fa e forse di piu’, contributi che mio marito aveva fatto usando il mio nome, a mia insaputa.

    Ciao, Anita

  3. Anita
    Anita says:

    x Pino

    In riguardo a “Information Clearing House”, non e’ vero che CNN e FOX non espone gli articoli, specialmente la CNN.
    I maggiori contributori di quel website sono ben conosciuti, alcuni rispettati alcuni no.
    Chomsky, Blum, Craig, Ward….
    Il piu’ interessante e’ Chomsky, almeno e’ sincero, molto piu’ pacato nelle interviste che nei libri.
    Non e’ necessario condividere, ma apprezzo i suoi punti di vista.

    Il pericolo che corre e’ che la sinistra imbavaglia la destra, come ho sempre scritto, e non al contrario.
    Infatti i nostri commentatori di destra e centro destra sono in pericolo di estinzione.

    Cordialita’, Anita

  4. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Sylvi ….. qualche volta fa finta di non capire, ma la ringrazio perché mi stimola a precisare, quella della moschea grande (ho detto GRANDE non RICCA) come il duomo di Milano che tra l’altro non credo sia ancora finito, infatti si parla di “fabbrica del duomo” come si dice anche “fabbrica di S. Pietro”, è evidentemente una iperbole, non a caso abbinata alla possibile esistenza di un leghista intelligente.
    Quello che mi premeva sottolineare oltre al fatto che ciò che vale per gli uni deve valere per tutti, è il concetto, secondo me generale, che mi fa preferire le cose fatte più possibile alla luce del sole. Il fatto che alle moschee si abbinino le madrasse ecc. ecc., rafforza la mia convinzione che è meglio una grane madrassa abbinata ad una grande moschea di cento nei sottoscala di cento moschea garage. In una grande struttura non è soltanto più agevole un controllo da parte degli organo dello stato ma funzionerebbe assai meglio l’autocontrollo perché non credo che centinaia di migliaia di mussulmani ( o indù buddisti e che altro) siano tendenzialmente terroristi, in una grane moschea non si potrebbe predicare apertamente la Jihad, chi volesse farlo dovrebbe estraniarsi e separarsi e sarebbe assai più facilmente individuabile.
    Ma te guarda, per amor di pari pesi e pari misure, cosa mi tocca di fare, difendere chiese e preti, (e dei meno simpatici), io che non mi discosto molto dalla visione drastica del mio amico Domenico che quando si parlava di preti affermava ironico, ” io … gli voglio un gran bene e li vorrei raddoppiare, da uno farne due” e nel dirlo tracciava con la mano aperta una inequivocabile linea di divisione dall’alto in basso. Ma i principi generali avanti a tutto.

    Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it

    Ps. — x Petr e Vaschi — Non sentitevi assolutamente bloccati nello scambiarvi messaggi ed opinioni ad alto contenuto tecnico scientifico, ce ne fossero, può capitare a tutti di fare ping pong su temi di difficile comprenzione per chi non è addentro alle cosa, è sempre e comunque un arricchimento per quelli che amano informarsi, ed agli altri non reca comunque danno.

  5. Anita
    Anita says:

    x Peter

    RE: ‘promiscui’ (passatemi l’espressione)

    Sul mio dizionario = promiscuo, indiscriminato, casuale.

    Negli US, la promisciuta’ eccessiva e’ un fattore razziale.
    Purtroppo inizia in puberta’ e con le tremende conseguenze ben risapute.

    Buon fine settimana,
    Anita

  6. ségolene
    ségolene says:

    Ehilà amici, come va?
    finalmente riesco a collegarmi, dopo una settimana molto intensa. Noto che c’è un nuovo arrivato, e di alto livello per giunta! benvenuto anche da parte mia, sig. vaschi, faccia come se fosse a casa sua.

    dico la mia anche su moschee e affini:
    proprio come antonio, anch’io mi vedo costretta mia malgrado a difendere i vari progetti di costruzioni delle moschee. Molte volte ho sentito tirare in ballo la questione della reciprocità, ed ogni volta ho dovuto ricordare ai presenti che l’italia ha aderito alle + importanti convenzioni sui diritti dell’uomo (quelle promosse dall’onu, dall’ue e dal consiglio d’europa), e in tutti i casi è previsto il diritto alla libertà di religione.. tutte le religioni!

    A napoli già un paio di volte privati cittadini musulmani hanno cercato di acquistare dei suoli x costruirci delle moschee, ma subito i residenti cominciavano a protestare, e il comune ha preferito non intervenire lasciando migliaia di persone a riunirsi il venerdì nei pressi della stazione centrale, sui marciapiedi, salvo poi incolparle del degrado!

    mmhh… certi maiali continuano ancora a ritenersi “più uguali degli altri”, ma prima o poi la demografia non si potrà più ignorare, e allora…

  7. Anita
    Anita says:

    Cimiteri Mussulmani.

    Ne ho gia’ scritto nel passato.
    In alcuni cimiteri c’e’ un area riservata per i mussulmani.
    Contraria alle nostre leggi e costumi di sepoltura, alquanto stretti.
    I mussulmani stanno acquistando vaste proprieta’ in Stati con abbondanza di terreno, che useranno o gia’ usano per sepoltura.

    Il problema rimane la distanza, secondo la loro religione devono essere sepolti entro le 24 ore, percio’ se uno muore a New York difficilmente sara’ trasportato in Montana.
    Inoltre se usano via aera devono essere imbalsamati.

    Abbiamo molti cimiteri ebraici, come ne abbiamo quasi strettamente cattolici.
    Dove sono sepolti i miei cari e’ un grande cimitero cattolico, i nomi predominanti sono Italiani, eccetto per la sezione piu’ antica.
    Nessuna denominazione religiosa puo’ essere rifiutata.

    Anita

  8. Sylvi
    Sylvi says:

    cara Segolene,

    non so a chi tu ti riferissi con il termine “maiali” che comunque mi sembra un po’ eccessivo.
    Volete combattere la Chiesa cattolica “aprendo ai mussulmani?
    Accomodatevi, ma spero che si “accasino” dalle vostre parti, perchè io ho già visto il finale, voi evidentemente no!

    Sylvi

  9. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Come sono favorevole alla costruzione di luoghi di culto per le varie religioni, anche se come ho già detto preferirei quelli polivalenti, sono invece decisamente contrario a tutte quelle espressioni e simboli della religiosità che tendono a pervadere la vita di chi pratica altre fedi oppure appartiene a quella categoria, spesso dimenticata e bistrattata, di coloro che non ne pratica alcuna.
    Quindi niente simboli religiosi in scuole, ospedali, tribunali ed uffici pubblici in genere, ancor meno ammetto vestiti o copricapi come burka e chiador che non permettono l’identificazione di una persona.
    Per quanto poi riguarda le sepolture sarei ancora più drastico, cimiteri separati si ma nel rispetto delle leggi Italiane in materia che sono ispirate a precisi principi igienico-sanitari, se a qualcuno non garbano tenti democraticamente di modificarle, ma fin che sono vigenti si adegui, se si deroga dalla legge per qualcuno non si possono poi bloccare gli altri, per fare un esempio estremo, gli indù potrebbero chiedere di bruciare i loro defunti su una catasta di legna in riva al Po o all’Arno, magari con la vedova che si butta viva sul rogo, ma siamo matti…!!!

    Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it

  10. ségolene
    ségolene says:

    Ridiamo per non piangere – da quasitg.it:

    In Italia non si fanno più cagnolini. Saremmo a crescita zero se non fosse per i cagnolini immigrati e per i Nintendogs. A lanciare l’ allarme è il presidente del Senato Schifani che per anni ha avuto un cane da riporto. Per questo il ministro del welfare ha già pronto un disegno legge: 8 per mille al S.Bernardo, un bonus bassotti, e un nuovo sito di stoccaggio per i mastini napoletani.

  11. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    E no! A me non devono confessare nulla. E io comunque non do “assoluzioni” a gogò. Devono scusarsi col forum, non confessare a me. Ma scusarsi non basta, è solo il primo passo cui però ne deve seguire un secondo: impegnarsi a non ripetere le scorrettezze.
    Un saluto.
    Per il “tajut” con Uroburo provvederò io, però rosso anziché bianco: Aglianico D’Angelo o Primitivo di Soloperto. Terza possibilità: Frappato.
    Salute!
    pino

  12. ségolene
    ségolene says:

    x sylvi

    scusi se non ho precisato, credevo fosse evidente il mio riferimento a ‘la fattoria degli animali’ di orwell, dove alla frase TUTTI GLI ANIMALI SONO UGUALI dopo un po’ viene aggiunto MA I MAIALI SONO PIU’ UGUALI DEGLI ALTRI.
    Nessun tentativo di offendere, le assicuro, anzi in quel caso sarebbero proprio i musulmani ad offendersi di +, visto che provano ribrezzo x i maiali (e non sanno cosa si perdono, dico io!)

  13. Sylvi
    Sylvi says:

    caro AZ,

    io credo di aver capito benissimo e di aver risposto a tono.
    Forse lei non ha letto attentamente quello che ho scritto.
    Le madrasse sono scuole private, privatissime come in Italia non ce n’è ancora, sono scuole di segregazione, di isolamento etnico e religioso.
    Togliere il crocifisso dalla scuola sarà una bazzeccola, tanto nelle scuole pubbliche non ci saranno mussulmani.
    Le Università saranno solo mussulmane.
    Negli ospedali ci sarà la separazione per sesso dei dottori e degli infermieri. E non sarà finita lì.

    A Mostar, riva dx della Neretva mussulmana, riva sx cattolica stanno misurando i minareti e i campanili, tutti lo vogliono più lungo e l’aria non è esattamente pacifica!
    Nel frattempo, dopo 15anni dalla fine della guerra la città è tutta macerie coperte dai rovi e dai fichi.
    Sarajevo è oggi, come non lo era mai stata, suddivisa in quartieri, mussulmani dove vige la shari’a e quartieri ortodossi dove vivono solo serbi.
    La cattedrale cattolica è solo per turisti, la sinagoga pure.
    La Bosnia Herzegovina, che ho percorso da un capo all’altro, è rigidamente suddivisa in etnie, nelle città e nei villaggi.
    Non c’è sviluppo perchè sono separati di fatto!
    Le religioni hanno separato rigidamente la cultura, quindi hanno negato la convivenza.
    Invece di rendere più laico lo stato, la sinistra italiana cerca di allargare le intransigenze religiose, come quei mariti che se li tagliano per far rabbia alla moglie che naturalmente…se ne troverà un altro.

    Abbiamo una polveriera sulla porta di casa e volete tirarvela in casa.
    E così si combatte il potere del Vaticano?
    Mi scappa da ridere! Se non temessi di dover piangere.

    Sylvi

  14. ségolene
    ségolene says:

    ancora x sylvi

    cara sylvi, sia chiaro che io voglio vivere pacificamente con tutti. Non mi importa i miei vicini di che religione sono, purchè rispettino le leggi e non mi importunino.
    Le scuole private musulmane, se un giorno esisteranno, dovranno comunque tenere lezioni in italiano, e sui contenuti dovranno comunque essere controllate dallo stato, proprio come le cattoliche.

    Poi lei dice “Abbiamo una polveriera sulla porta di casa e volete tirarvela in casa”. Io non voglio affatto finire come la bosnia, ma sicura che la discriminazione è il modo migliore x evitarlo?

    saluti

  15. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Io sarei assolutamente drastico per quel che riguarda l’edilizia religiosa: reciprocità innanzitutto, cioè una moschea qui in cambio di una chiesa in zona musulmana. Reciprocità anche per la libertà di culto. Non è possibile? Bene, niente libertà di culto neanche per gli altri.
    Poi, rispetto assoluto delle leggi dello Stato in qualsiasi settore. Non vogliono adeguarsi? Se ne stiano a casa loro.
    Tutto questo non per fare il nazista ma per il semplice motivo che la religione, o meglio l’uso e lo sfruttamento della religione, sono in funzione di scopi molto meno nobili, dai quali è meglio tenersi alla larga il più possibile.
    Esiste un tipo di giustizia e di uguaglianza che può valere solo tra uguali. Lo scontro di religioni è uno scontro tra ignoranza, chiusura mentale, fissazioni apocalittiche e quanto di peggio ha potuto partorire il ‘sonno della ragione’.
    Mi si dirà che di sonno della ragione ce n’è abbastanza anche in altrio settori. Ok, un motivo in più per non aggiungerne dell’altro.
    Le religioni devono essere pesantemente scoraggiate, specialmente quelle che prevedono mortificazione dei diritti umani e della libertà individuale, cioè più o meno tutte. Abbiamo già la piaga del cattolicesimo, ci basta e ci avanza.
    Oltre all’epatite virale vogliamo aggiungerci anche l’AIDS per pari opportunità? No, grazie.

  16. Vox
    Vox says:

    Io sarei per tagliare le gambe a qualsiasi tentativo di espansione delle religioni, in qualsiasi forma esse vogliano espandersi.
    La religione, il pensiero religioso, pur facendo parte in teoria della tendenza insopprimibile alla spiritualità, invece di essere strumento di elevazione sono sempre stati elemento di divisione, di potere, di sfruttamento.
    @Marco T. 443

    Concordo. Le religioni dividono, come mille esempi dimostrano. Solo in quei paesi (soci-alisti) in cui tutte le religioni erano state confinate in uno spazio ristrettissimo, popoli di etnie e culture molto diverse sono riusciti a convivere pacificamente tra loro (Urss, Yugoslavia).

    A volte, il nostro desiderio di far del bene e del giusto a tutti si trasforma nel male per tutti. Costruire moschee, sinagoghe, ecc.ecc. per chiunque lo venga a chiedere sembra democratico, ma alla lunga e’ un grave errore, perche’ porta inevitabilmente alla divisione, all’odio, alla disgregazione.

    E’ chiaro che laddove si forma una nutrita minoranza etnica sorge il problema di come accontentarla nel modo piu’ democratico possibile, ma bisogna anche guardare alla big picture, al futuro.
    Bisogna favorire al massimo l’integrazione, e per farlo bisogna abbattere le divisioni, le linee di demarcazione, le scuole separate, i cimiteri separati, i quartieri separati.

    Bisogna mescolare tutti insieme, anche a costo di scontentarli un poco oggi, per raggiungere risultati migliori domani. Emblematico il caso di Hina, uccisa dalla famiglia perche’ non voleva vivere in Italia come in Pakistan. Le religioni – TUTTE – sono un danno, portano al crimine. Bisogna restringerle al massimo, anzicche’ dare corda a ciascuna di esse.

  17. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Ségolene:
    Le scuole private musulmane, se un giorno esisteranno, dovranno comunque tenere lezioni in italiano, e sui contenuti dovranno comunque essere controllate dallo stato, proprio come le cattoliche.
    ————
    Mai avuto a che fare con gli arabi? Io si.
    Per questo, ti dico di scordarti che le scuole coraniche si adeguino agli standard nostri.

  18. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Ricevo e pubblico volentieri, anche perché in alcune cose coincide con quanto da me espresso e ripetuto di recente riguardo il fatto che Israele, come ogni altro Stato civile e democratico, deve essere lo Stato dei suoi cittadini, senza distinziuone di etnia, “razza”, religione, ecc., anziché a tutti i costi “lo Stato degli ebrei”. Quest’ultima pretesa porta inevitabilmente sia a spaccature nel mondo ebraico, come in effetti è già avvenuto e avviene, e sia ad appoggi filoisraeliani da parte delle comunità ebraiche sparse nel mondo, appoggi che possono somigliare a lobby e che come tali di fatto possono essere vissute dal resto della cittadinanza dei rispettivi Stati con il timore che influenzino la loro politica estera a favore comunque degli interessi dei governi di Israele anziché dei rispettivi interessi nazionali.
    La proposta di espellere Israele dall’Onu è più che altro provocatoria, ma certo le oltre 80 tra condanne, raccomandazioni e ammonimenti dell’Onu che Israele ha sistematicamente ignorato è inevitabile che alla fine portino a proposte come queste. Del resto, il mondo sionista e quello filosionista si lamentano del fatto che quelle decine di provvedimenti sono dovuti al gran numero di Paesi arabi e musulmani rappresentati all’Onu: ma dire questo equivale a delegittimare l’Onu. E a favorire la nascita di proposte come quella che riporto qui.
    pino nicotri
    ———————-

    PrStoccolma, 4 dicembre 2008
    Proposta di espulsione di Israele dall’ONU
    Di Snorre Lindquist e Lasse Wilhelmson

    La striscia di Gaza e’ oggi il piu’ vasto campo di concentramento del mondo. La situazione diventa ogni giorno piu’ insopportabile per il milione e mezzo di palestinesi che vi abitano. La distribuzione di cibo, medicine e carburante sono difficili, o sono cessate del tutto. Il fenomeno di malnutrizione dei bambini aumenta. Le forniture di acqua e le fognature hanno smesso di funzionare. I neonati muoiono per mancanza di cure. I tunnel verso l’Egitto, scavate con le mani, sono l’unico spazio di liberta’ rimasto. Ai giornalisti e ai diplomatici e’ negato l’accesso. Israele pianifica ulteriori sforzi militari. I palestinesi di Gaza devono ora morire di fame per essere indotti ad arrendersi o diventare un problema egiziano.
    L’ONU dovrebbe usare la parola apartheid in relazione a Israele e trattare le [sue] sanzioni sul modello di quelle fatte un tempo in SudAfrica. Miguel d Éscoto Brockman, presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, ha lanciato questo messaggio a una riunione tenutasi il 24 Novembre 2008 con il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon.
    Mairead McGuire, irlandese, Nobel per la Pace del 1976, ha suggerito di recente l’attivazione di un movimento popolare che esiga che le Nazioni Unite revochino l’iscrizione ONU a Israele. La comunita’ internazionale deve mettere una pressione tangibile su Israele, affinche’ ponga fine ai propri crimini di guerra.
    Non una sola volta negli ultimi 60 anni, fin dal momento e’ diventato membro dell’ ONU, nel 1948, Israele ha mostrato alcuna intenzione di soddisfare le regole stabilite dalle Nazioni Unite, secondo le quali i palestinesi che sono stati scacciati dalle loro abitazioni debbano essere resi liberi di tornarvi alla prima occasione possible. Non solo, ma Israele detiene il record mondiale nell’ignorare le risoluzioni dell’Onu.
    Dal punto di vista delle leggi sui diritti umani si puo’ porre il dubbio che Israele sia uno stato legittimo. La prassi stabilita tra stati normalmente richiede che I confini vengano legalmente conservati e che ci sia una costituzione. Israele non ha ne’ gli uni ne’ l’altra. Queste condizioni erano elencate nella risoluzione ONU (181) del Partition Plan per la Palestina, approvato dall’Assemblea Generale nel Novembre del 1947. Il Piano fu accettato dai sinonisti ebrei in Palestina, ma rifiutato per ottimi motivi, come ingiusti, dagli stati Arabi. Solo le decisioni fatte dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono obbligatori.
    Piu’ tardi, Israele si e’ unilateralmente appropriata di una porzione di territoriopiu’ vasta di quella stabilita dall’ONU. La cacciata dell’80% dei palestinesi che vivevano a Ovest della linea dell’armistizio del 1947 e il rifiuto di Israele di concedergli il ritorno sarebbero una ragione dei diritti umani, sufficiente in se’ per espellere Israele dall’ONU. Non solo Israele e’ venuta meno al Partition Plan, ma con le proprie azioni ha inficiato la propria – gia’ fragile – partecipazione alle Nazioni Unite.
    Israele ricorre a svariate strategie per ottenere I propri scopi, gli stessi di cento anni fa: [ottenere che esistano] il meno possible palestinesi, ben controllati e deboli, in aree il piu’ piccole possible tra ilMediterraneo e il Fiume Giordano. Cercando, di far accettare al mondo che il furto di queste terre e’ vitale per lo “stato” che si autodefinisce “Ebreoe democratico”. Tutto cio’ non ha alcuna somiglianza con un processo di pace.

    Come mai nessuno commenta il fatto che il Primo Ministro di Israele non perde mai l’occasione per insistere su quanto sia importante che il resto del mondo e i palestinesi riconoscano Israele, non come paese democratico per tutti i propri cittadini, ma come “stato ebraico”?
    Cosa avremmo detto, se il Primo Ministro del Sudafrica avesse similmente voluto il riconoscimento del Sudafrica come “stato bianco e democratico”, de facto accettando il sistema razzista dell’ apartheid che ha classificato i non-bianchi come esseri umani di seconda categoria?

    Nell’articolo “La fine del Sionismo” pubblicato sul Guardian il 15 Settembre 2003, il dissidente ebraico ed ex-speaker della Knesset, Avraham Burg ha scritto: “Gli ebrei della Diaspora, per i quali Israele e’ il punto centrale della loro identita’, devono dare il dovuto e protestare… Non possiamo mantenere una maggioranza di palestinesi sotto il tacco di Israele, e allo stesso tempo crederci l’unica democrazia del Medioriente. Non puo’ esserci democrazia senza uguali diritti per tutti coloro che vi abitano, arabi ed ebrei…Il primo ministro dovrebbe presentare una scelta precisa: o razzismo ebraico, o democrazia”.
    Non e’ possibile trovare alcun sostegno, nella risoluzione ONU, per uno stato Ebraico e Palestinese con diritti diseguali per i cittadini. Non vi e’ alcuna indicazione su come uno stato “ebraico’ debba diventare ebraico.Ma c’e’ sostegno, al contrario, per l’idea che le condizioni demografiche fossero mantenute intatte al momento della suddivisione. L’interpretazione del testo, come contenente caratteristiche di uno “Stato Ebraico”, cucito addosso all’ideologia del Sionismo, e’ in totale contraddizione col testo della risoluzione.
    Perfino la Dichiarazione di Balfour, che manca completamente di uno status dei diritti umani, nota che lo casa nazionale ebraica in Palestina non dovrebbe in alcun modo sovrapporsi ai diritti dei palestinesi. Ne’ il presidente Truman ha mai riconosciuto Israele come “stato ebraico”. Al contrario, egli ha escluso una tale espressione, prima di decidere di riconoscere Israele.
    Di conseguenza, la legittimita’ di uno “stato ebraico” ricercata con tanta urgenza da Israele non ha alcuna base nei documenti internazionali che riguardavano la creazione di questo stato. Lo governo di Israele lo sa benissimo. Perche’, altrimenti, si darebbe tanto da fare per ottenere un riconoscimento in tal senso?
    L’ONU dovrebbe ora dare l’avvio al boicottaggio dello stato di apartheid di Israele e, con la minaccia dell’espulsione, esigere che Israele consenta il ritorno dei rifugiati palestinesi, secondo le risoluzioni ONU N.194 e 3236.

    Fatto questo, potrebbero cominciare i dibattiti per una vera pace e varie soluzioni potrebbero essere trovate per una coabitazione con eguali diritti per tutti i popoli tra il Mediterraneo e il Giordano. Una soluzione del genere e’ incompatibile con uno stato ebraico di apartheid.

    snorre_lindquist@hotmail.com.

    lasse.wilhelmson@bostream.nu.

  19. giovanni vaschi
    giovanni vaschi says:

    X tutti

    Carissimi vi ringrazio del caloroso benvenuto nel blog.
    Parteciperò al meglio delle mie capacità

    Condivido pienamente quanto sritto da Peter (cfr 438) e anche io mi associo al suo invito per coloro che malati da infezione HIV avessero letto la nostra discussione: riponete la vostra fiducia nei medici che vi curano e vi seguono perchè sicuramente sono più documentati sulla malattia di me.
    E sono pienamente d’accordo per quanto riguarda l’infezione da HBV. E’ una malattia putroppo assai trascurata e secondo alcuni articoli ch eho letto potrebbe essere quasi considerata una delle principali infezioni trasmesse per via sessuale.

    Cordialità a tutti
    GV

  20. Vox
    Vox says:

    In generale, questo sistema, democratico solo in apparenza, di lasciare che tutti si portino dietro e ricreino sul suolo di un altro paese un pezzo del proprio, e’ distruttivo. La pratica dimostra che non funziona per niente, l’integrazione non avviene, i divari e le inimicizie restano, si accumulano ed esplodono.

    Scuole (super-laiche) locali per tutti, lingua locale per tutti, leggi locali uguali per tutti. Nelle scuole si potrebbero insegnare aspetti di tutte le culture, mettendo l’accento anche sui legami storici, sulle influenze reciproche.

    Essere di sinistra e non essere razzisti non vuol dire per forza dare a tutti la loro scuola nella loro lingua, il loro tempio, il loro cimitero, ma mettere l’accento su cio’ che ci rende uguali, pur nelle differenze individuali, sviluppare l’idea che siamo tutti consimili, semplicemente esseri umani all’interno di una data entita’ geografica.

    La forzatura di doversi adeguare al paese ospite potrebbe favorire maggiore distensione e amicizia, portando poi in futuro a un grande pianeta multicolore e multiforme, ma nel rispetto autentico degli uni per gli altri.

  21. Sylvi
    Sylvi says:

    cara Segolene,

    le scuole private mussulmane avranno come caposaldo lo studio a memoria del Corano in arabo antico.
    Non insegneranno nozioni scientifiche che vadano contro i dettami del Corano.
    Nelle scuole private cattoliche si può dire che la Creazione , con Adamo ed Eva,non è verità di fede,e che nei musei si capisce un’altra storia di evoluzione.

    Nelle madrasse sarà una bestemmia, e ci discrimineranno loro, perchè siamo infedeli.
    Che ne dici se andassimo alla Mecca ad istituire una bella scuola cattolica, senza problemi di soldi, ce li fornirebbe il Vaticano!

    Potremmo invece copiare dalla Francia e dalla Germania che questi problemi li affrontano da prima di noi.
    Comunque il Vaticano è ben altro che soltanto “l’Oltre Tevere” e non starà con le mani in mano.

    Uroburo, se ha finito di raccogliere il latte dalle sue ginocchia, ti spiegherebbe in maniera alata, da par suo,come siamo ben messi!

    Sylvi

  22. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Dice Vox: “La forzatura di doversi adeguare al paese ospite potrebbe favorire maggiore distensione e amicizia, portando poi in futuro a un grande pianeta multicolore e multiforme, ma nel rispetto autentico degli uni per gli altri.”
    ——————
    Ero a Berna l’anno scorso, proprio sul ponte grande sull’Aare, quando ho visto sfilare davanti a me una scolaresca delle elementari, dove c’erano bambini di tutti i colori, di tutte le etnie. Un esempio di integrazione.
    Una città dove l’integrazione funzionerebbe benissimo, è Napoli.
    In un film di tanti anni fa, credo ‘Il tesoro di S. Gennaro’, si vedeva un giapponese che si chiamava Paschcalino e parlava napoletano stretto. Vi ri-posto una storiella che ho inventato per Myspace, intitolata Gennarino o’marziano:

    Se un alieno decidesse di scendere sulla Terra, gli consiglierei di scendere a Napoli.
    Perché proprio a Napoli?
    Perché in qualsiasi altra parte del mondo, sarebbe “l’alieno”; a Napoli, sarebbe un napoletano.
    Succederebbe verosimilmente così:

    L’alieno è alla fermata dell’autobus. La vecchietta lo guarda, incuriosita:
    – Ma sapete che siete proprio strano? Da dove venite?
    – Vengo da Marte.
    – Ah… e dov’è?
    – In cielo.
    – Ah, venite dal cielo?
    – Eh… si
    – Da Marte, avete detto…
    – Si, da Marte.
    – Ah… e come vi chiamate?
    – Fgjhkrpoisjlnbi.
    – E’ troppo difficile. Vi offendete se vi chiamo Gennarino?
    – Gennarino mi piace, si, va bene.
    I due salgono sull’autobus. La vecchietta dice a tutti che il suo amico viene da lontano, da Marte e si chiama Gennarino. I presenti lo guardano incuriositi. Un passeggero gli dice:
    – Vi piace Napoli?
    – E’ bellissima.
    – Qualche volta dovete venire a casa mia, vi offro un caffè alla napoletana!
    Naturalmente, a prendere il caffè ci sarà tutto il vicinato. Rispettosi, gentili, cerimoniosi.
    Gennarino sarà invitato a prendere molti caffè. Ormai è napoletano a tutti gli effetti: è, per tutti, “Gennarino o’ marziano”!

  23. Anita
    Anita says:

    Negli US stiamo diventando ridicoli…

    Per le feste Natalizie ci sono sempre stati bellissimi presepi, alberi di natale e menora davanti ai municipi ed altri edifici pubblici.

    Adesso gli atei stanno facendo un gran chiasso, vogliono essere rappresentati, nessuno glielo proibisce, ma quale sarebbero i simboli degli atei?

    Ieri sera ho visto in TV nel notiziario locale, in una cittadina vicina, Wickford, Santa Claus arriva su un barcone rosso illuminato, c’era tanta folla e Santa suonava il campanello gridando: OH OH HO Felice festa delle luci.

    Per me e’ questione di principio, si e’ sempre celebrato il Natale, gli US sono una Nazione cristiana, gli Ebrei ed i Jehovah witness non si sono mai lamentati, perche’ dobbiamo rinunciate alle nostre tradizioni?

    Tutte pagliacciate della ACLU, American Civil Liberty Union.
    Liberty per chi? Per una minuscola minoranza?

    Nei mesi di Novembre-Dicembre, ricevo una catasta di cataloghi dai vari negozi e grandi ditte nazionali, tutti impauriti, nessuno scrive piu’ la parola CHRISTMAS, nei negozi nessuno augura Merry Christmas, anche la Salvation Army e’ stata silenziata, suonano solo il campanello.

    Tutti pecoroni….!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Anita

  24. Vox
    Vox says:

    A Torino la giornata del ricordo delle sette vittime del rogo
    Corteo con 5mila persone.
    Alla messa assenti esponenti del governo e Confindustria

    Strage Thyssen, applausi e rabbia al corteo

    Fassino: “Sconcertante la mancanza di sensibilità dell’esecutivo”
    ROMA – Si è concluso con un applauso davanti al Palazzo di Giustizia di Torino il corteo in ricordo della strage della Thyssen. Oltre cinquemila persone hanno voluto sfilare dal luogo della tragedia, l’acciaieria dove lo scorso anno sono morti i sette operai, al tribunale dove il 15 gennaio è in programma la prima udienza del processo contro i sei imputati del disastro.

    […]Tra i numerosi striscioni anche quello degli studenti anche liceo scientifico Darwin di Rivoli dove qualche settimana fa è morto un giovane 17enne pre il crollo di una controsoffittatura. “Di scuola e di lavoro non si può morire, da Rivoli alla Thyssen per non dimenticare”, recitava la scritta.

    La voce dei politici. Alla manifestazione era presente anche Piero Fassino, che ha sfilato accanto ai familiari delle vittime. ”Non dimenticare l’atroce tragedia è non solo un dovere morale, ma un impegno politico. E per questo è sconcertante che nessun rappresentante del governo e della sua maggioranza abbia sentito la sensibilità di essere questa mattina accanto ai familiari delle vittime”.
    da Repubblica

  25. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Avevo gia’ visto il video su FOXNEWS, commovente.
    La gente che non si ferma fa schifo.
    Io mi fermo per uno scoiattolo anche se solo per rimuoverlo dalla strada.

    Anita

  26. ségolene
    ségolene says:

    cara sylvi, il mio ideale è una società senza religioni, dove gli uomini si affidino solo alla ragione. Tuttavia, mi sembra difficile raggiungere questo obiettivo nei prossimi 100 anni, quindi pragmaticamente mi adatto e cerco la soluzione migliore, cioè la meno peggiore.
    Se in eventusli scuole musulmane (non coraniche, ma normali scuole private magari con + attenzione all’arabo e al corano) ci fossero abusi, si seminasse odio o si progettassero attentati, allora lo stato dovrebbe intervenire, chiudendole e condannando i colpevoli. Ma non si può partire dal presupposto che tutti i musulmani siano terroristi, altrimenti sarebbe meglio chiudere le frontiere ed espellerli, facendoci allo stesso tempo cacciare dall’ue e dall’ onu.

    Spero di chiarito il mio pensiero.
    buona serata

  27. marco tempesta
    marco tempesta says:

    In effetti il problema sollevato da Anita è di non facile soluzione: da una parte le tradizioni, dall’altra il rifiuto dei condizionamenti religiosi.
    Io credo che le tradizioni religiose si possano mantenere, magari se ne possono aggiungere delle altre, sempre nel rispetto deelle leggi della Nazione.
    Il passo serio da fare è l’esclusione di qualsiasi religione dalla politica. Negli USA, tanto per cominciare, via la Bibbia dalle cerimonie pubbliche e dai tribunali. Via i simboli religiosi dai luoghi pubblici. Ciò non toglie che le icone votive storiche abbiano motivo di esistere, poichè espressione di una religiosità popolare storica. Accetterei anche certe processioni, evitando le esagerazioni tipo i flagellanti o roba del genere. Insomma, va bene tutto, purchè queste manifestazioni non diventino invasive e pervasive, nonchè esclusive.

  28. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Ségolene:
    capisco ciò che intendi dire, è chiarissimo. Dobbiamo però sempre fare i conti con la malafede che, da sempre, utilizza la religione come grimaldello per fini loschi. Purtroppo non si sono mai verificate eccezioni. Una scuola cattolica è già una iattura. A maggior ragione lo sarebbe una scuola ebraica o islamica, in una nazione come la nostra che ha ancora a che fare con stimoli separatisti e discriminatori.
    Sono del tutto d’accordo con Vox, sull’intera faccenda religiosa.
    Buona serata a tutti.

  29. ségolene
    ségolene says:

    x anita
    Per me e’ questione di principio, si e’ sempre celebrato il Natale, gli US sono una Nazione cristiana, gli Ebrei ed i Jehovah witness non si sono mai lamentati, perche’ dobbiamo rinunciate alle nostre tradizioni?

    Tutte pagliacciate della ACLU, American Civil Liberty Union.
    Liberty per chi? Per una minuscola minoranza?
    —————
    1)questo è PROGRESSO. O crede che esso riguardi solo le cose materiali? Certo, non dire buon natale agli altri è eccessivo, basta non dare fastidio con atteggiamenti ‘ oltre il lecito’

    2)perchè si meraviglia che anche le minoranze chiedano rispetto? democrazia non significa dittatura della maggioranza.

  30. Anita
    Anita says:

    x Segoline

    “2)perchè si meraviglia che anche le minoranze chiedano rispetto? democrazia non significa dittatura della maggioranza.”
    ___________________

    E chi glielo nega?
    Perche’ le minoranze vogliono dettare sul 90% ?
    Le minoranze secondo lei devono dettare e lei mi parla di dittatura e di democrazia?

    Anita

  31. Vox
    Vox says:

    Istat: 24 milioni i lettori italiani per il 2008

    A ridosso della crescente sfiducia degli italiani in stampa e TV, cresce pero’ la voglia di leggere libri. Un risvolto molto positivo.

    Dice l’Istat, infatti, che nel 2008 la lettura è tornata a crescere. Sono oltre 24 milioni 590 mila gli italiani dai sei anni in su che hanno dichiarato di leggere nel tempo libero. Dato questo presentato al convegno d’apertura della Fiera al Palazzo dei Congressi dell’Eur.

    Il lettore del XXI secolo, pero’, è ancora segnato dalla nascita. Si diventa lettori se si ha la fortuna di nascere in una famiglia che legge.

  32. Controcorrente
    Controcorrente says:

    L’IMPENITENTE “ANTICKLERICALE PER LA DOLCE “SYLVI!

    Cavoli ragazzi , ma quanto scrivete, un non può lasciarvi soli per un giorno e mezzo ,che si ritrova una TRECCANI DA sfogliare!

    Comunque la più carina questa volta è della SYlvi che dice :

    ,…A Mostar, riva dx della Neretva mussulmana, riva sx cattolica stanno misurando i minareti e i campanili, tutti lo vogliono più lungo e l’aria non è esattamente pacifica!

    Mia cara , vedi Le religioni sono Tutte “profondamente “maschiliste”e questa tua metafora non so quanto “voluta” , ma se anche fosse inconsapevole , la faccio mia lo stessa dice sostanzialmente che …Le religioni , tutte, sono come ..I maschietti” che giocano fin da piccoli a chi c’è l’ha più lungo!

    Peccato che per le religioni non vi sia maturazione, ovvero giocano a chi c’è l’aha più lungo e grosso anche da “grandi”solo che poi ….!
    Maledetti “maschietti, che non matruano mai …!!!!

    Sera a tutti

    cc

  33. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Caro Nicotri,
    mi ritengo “mortalmente offeso” per avermi proditoriamente tagliato fuori dall’assaggio del “Tajout”.

    Questa da “bravo bambino offeso” non gliela perdonerò mai , per cui anche se ne avessi occasione , per le prossime 48 ore ,verrà da me costantemente “ignorato”,qual fio del suo “peccato mortale”

    Non la saluto

    cc

  34. Sylvi
    Sylvi says:

    ma mio caro controccorente,

    stavo parlando di cattolici croati e di mussulmani di Mostar, Pedrag Matvejevic , Ivo Andric…
    L'”impalamento” descritto ne ” Il ponte sulla Drina” mi ha reso insonne per decenni!

    No caro, una volta tanto non ero “svampita” ho proprio usato il termine giusto e devo convenire che anche tu , questa volta, hai capito!
    Infatti mi sono sempre chiesta perchè si dice “la” religione e non “il” religione.
    Tu, graziosamente, mi hai dato la risposta.

    buon weekend
    Sylvi

  35. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Negli US non c’e’ obbligo di mettere la mano sulla Bibbia.
    Non e’ nella Costituzione.
    Quando un Presidente e’ confermato dice:

    “I do solemnly swear (or affirm) that I will faithfully execute the office of President of the United States, and will to the best of my ability, preserve, protect, and defend the Constitution of the United States”.

    L’aggiunta del “so help me God” e’ facoltativa, non e’ nella Costituzione.

    In tribunale puo’ variare secondo lo Stato, non e’ uniforme.
    C’e’ stato il caso del Congressman Keith Ellison, nero, del Minesota che scelse il metodo normale, senza Bibbia, ma il New York Times fece succedere un pandemonio scrivendo che Ellison voleva giurare sul Korano, cosa non vera.

    Basta alzare la mano in segno di giuramento.

    Anita

  36. ségolene
    ségolene says:

    x anita
    scusi anita, ma dove avrei detto che le minoranze devono prevalere? ho detto, e ribadisco, che è necessario rispetto reciproco. Anche se la maggioranza della popolazione occidentale è cristiana, ciò non significa che la minoranza atea debba essere ignorata, almeno dalle pubbliche istituzioni: tutti i cittadini sono uguali e pagano le stesse tasse, quindi meriatno la stessa considerazione.

    Al contrario, mi sembrava dalle sue affermazioni che considerasse con sufficienza, o con fastidio, le richieste della ucla. attenzione, non sto criticando gli usa, anche perchè qui in italia non è che possiamo dare lezioni agli altri! proprio oggi l’inflessibile tremonti si è inginocchiato a baciare la scarpina rossa e ha chiesto scusa con un fil di voce al sacro gonnellone x aver cercato di ridurgli i finanziamenti

    Vediamo se le ultime dichiarazioni sull’0mofobia di luxuria (vedi hp di repubblica), ora che parla dall’alto dell’eroica vittoria all’ i.d.f, verranno ascoltate dal vaticano. ;-)
    Ma forse il buon pastore tedesco faceva il tifo x qualcun altro..

  37. Sylvi
    Sylvi says:

    cara Anita,

    sono nata e cresciuta con la festa del Natale.
    Non il Natale consumista e fasullo di oggi, quello della “rinascita”e della pacificazione di un tempo.

    Mio nonno si chiudeva “nel suo antro” misteriosissimo, un mese prima, facendo schiattare di curiosità noi nipoti, sparpagliati nei paraggi.
    Ma la stanza era off limits.
    Poi c’era l’ideazione e la costruzione del presepio, niente abete di Natale,ogni anno era un paesaggio diverso, ogni anno una nuova interpretazione socio- geografica.
    Le statuine le compravamo noi bambini con il soldino regalato per varie ricorrenze.
    Delle mie ne ho ancora tre, sgualcite ma sempre sulla breccia!

    Poi c’era la Vigilia, elettrizzante!
    Mentre le donne di casa erano impegnate ai fornelli, noi bambini, ci si riuniva per l’occasione, dietro al nonno che preparava “il nadalin” sul fogolar.
    Era il più bel ciocco, scovato in giro, da accendere nel caminetto.
    Il nonno ci raccontava che in quella notte Gesù Bambino arrivava accompagnato da uccellini, animali vari e poverelli.
    Chiunque si fosse presentato alla porta doveva essere accolto, riscaldato e rifocillato.
    Infatti la porta restava aperta anche quando eravamo andati a dormire.
    Al mattino arrivavano i ragazzi cantori: parenti, amici e conoscenti che davanti al Presepio cantavano: Oggi è nato!
    Noi bambini trovavamo nella scarpa degli adulti( le nostre erano troppo piccole) un giocattolo di legno,( il nonno che lavorava nel suo antro) caramelle, arance e mandarini.
    E le favole di maghi gelo,di stelle comete, di Magi, di pastori e pecorine, di stalle e mangiatoie…
    Ha sviluppato la mia fantasia, ci ho cresciuto i miei figli!
    Ha dato creatività al mio lavoro a scuola.

    Ora mi si dice che in nome di un political corretness devo buttare tutto, come zavorra che mi ha intorpidito la mente e mi impedisce di essere una cittadina del mondo che accoglie il diverso.
    Il messaggio del Natale ,credevo, fosse un messaggio di pace e accoglienza, mi si dice di no, perchè disturba altre accoglienze!

    Non ci sto!
    E’ la mia cultura, è la mia storia, una buona storia che mi permette di guardare “all’altro” con disponibilità.
    Non è il progresso?
    E cos’è il progresso che annulla tutto il passato?

    Continuerò a fare il mio presepio, accanto all’albero, ne spiegherò il significato a chiunque voglia ascoltarmi, lo trasmetterò ai miei discendenti anche in ricordo degli ascendenti, ascolterò con rispetto altre storie,altre infanzie, ne cercheremo i significati comuni di “Pace in Terra agli uomini di buona volontà” in qualsiasi modo si manifestino.

    Gli auguri te li farò più avanti!
    ti abbraccio

    Sylvi

  38. Sylvi
    Sylvi says:

    cara Segolene,

    non mi pare che la minoranza atea abbia molto rispetto della maggioranza cattolica!

    un caro saluto
    sylvi

  39. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Credo che dipenda dal fatto che hanno meno appeal, larghezza di vedute, capacità espositiva e credibilità di quelli di sinistra. In Italia magari le cose iniziano a girare diversamente…
    Un saluto.
    pino

  40. Anita
    Anita says:

    x Segoline

    Allora suggerisca lei cosa dobbiamo fare?
    Abolire tutto?
    Gli atei possono fare quel che vogliono, se hanno un display lo possono mettere, sempre che non sia un Gesu’ Cristo in un bicchiere di urina o una Madonna coperta di feci.
    Benche’ sia considerata arte.

    Mi dica lei che tipo di presentazione hanno gli atei, qualche cartellone? Nessuno glielo proibisce.

    Mi scusi ma UCLA = University of California, Los Angeles.

    Gli Ebrei celebrano Hanukkah, i Cinesi l’anno cinese, etc… dobbiamo anche cambiare il calendario?

    Siamo andati benissimo per tutti questi anni, era una gioia, la gente veniva da tutto il mondo per vedere le magnifiche vetrine animate di New York.
    Anche nel mio Stato, era un pellegrinaggio, le vetrine erano da favola per piccoli e grandi di tutte le religioni e razze.

    Il mondo sta diventando sempre piu’ grigio e non mi piace.

    Thank you for your attention.
    Anita

  41. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Ricordiamoci però cosa ha sempre fatto, per secoli e secoli, la maggioranza cattolica, che non è poi affatto detto fosse davvero maggioranza, alle minoranze atee o anche solo di credo diverso.
    Non si possono guardare solo gli ultimi forogrammi di un intero film. E’ lo stesso “film” del colonialismo, del quale vogliamo guardare solo gli ultimi fotogrammi. Poissiamo anche chiuderci gli occhi, ma la leggi della realtà sono come quelle della fisica: implacabili, e dicono che a ogni (mala) azione corrisponde una (mala) azione di forza eguale e direzione contraria. Stiamo infatti vivendo, nell’intero Occidente, le conseguenze del nostro colonialismo, antico, vecchio o neo che esso sia.
    Un saluto.
    pino

  42. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,

    io non parlo nemmeno di religione Cattolica, ma Cristiana.

    Tra parentesi io non sono praticante, ma mi ribello al fatto che mi debbano dettare quello che fa piacere a una minoranza, quando la minoranza e’ libera di fare quel che vuole.

    Un abbraccio e buona notte,
    Anita

  43. ségolene
    ségolene says:

    cara sylvi,
    ognuno dovrebbe essere libero di vivere il natale come più gli pare. Secondo me, non è necessario che alcuno butti alle ortiche i suoi valori, basta che non pretenda di imporli anche agli altri.
    Ad esempio, anche nella mia famiglia sono in minoranza, ma non x questo proibisco agli altri di mettere gli addobbi! mi limito a chiedere di lasciare in pace la mia stanza e a brontolare qualcosa contro le spese inutili (es: stelle di natale, angioletti, ecc).

    Se un giorno avrò dei figli, li lascerò liberi di scegliere la propria strada, ma insegnandogli il rispetto degli altri e delle loro culture, anche se sono ‘minoranze’ , xchè non sono solo gli stranieri ad avere altre religioni, ci sono anche gli italiani convertiti. Ad esempio negli usa recentemente si è convertito all’islam michael jackson, il suo nuovo nome è mikaeel. Dpvremmo smettere di ascoltare la sua musica x questo?

    saluti

  44. Sylvi
    Sylvi says:

    cara Segolene,

    non rinunciare, se è quello in cui credi!
    Anzi portalo avanti con caparbietà e anche fatica.
    Caso mai cerca quello che ci unisce, è più di quanto si creda .

    Buonanotte
    Sylvi

  45. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Controcorrente

    Chiedo venia, ma mica è colpa mia se questa sera era in programma una cena con Uroburo e non anche con lei! E’ andato via solo l’Aglianico. Ora ci sono due bottiglie di Primitivo e una di Frappato. Per farmi perdonare di più e meglio posso aggiungerne anche una di Amarone. Dovrebbe bastarci no, per uno o due tajut? Ma mica me li posso bere da solo!
    Un abbraccio.
    pino

  46. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Pino,

    sarà sicuramente vero; ma possiamo restare sempre in balia di forze opposte?
    Questi ultimi decenni hanno dato voce a chi non l’aveva, hanno cambiato punti di vista univoci.
    Gli omosessuali possono alzare la voce e farsi ascoltare; i neri sono guardati “con occhi diversi” di un tempo, (non so se riesco ad esprimere il senso profondo della mia affermazione); i disabili non sono più “esseri “di cui, nel migliore dei casi, bisogna avere pietà.
    Molto altro è cambiato e può cambiare.
    Il terremoto abbatte tutto ciò che è precario o senza fondamenta robuste.
    Da lì si comincia a costruire, non si rade al suolo anche quello che sta ancora in piedi.

    Ma, vado a dormire. Buonanotte

    sylvi

  47. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Per Ségolene, Sylvi, marco tempesta e non solo

    Mah, credo che i luoghi di culto dovrebbero essere aperti a ogni culto, che utilizza lo stesso edificio. Le chiese, le moschee, le sinagoghe, ecc., sono degli spazi, che i credenti pensano siano sacri. Non ho mai capito perché non si possa pregare Allah o El, che sono poi la stessa parola e la stessa “cosa”, o Dio o Ganesh nello stasso luogo “sacro”. Per ebrei e musulmani le immagini sacre sono proibite? E chi gli impedisce di ignorare quelle esistenti altrui? Se sono altrui, non osno loro: o no? Elementare, direi. Solo dei poveretti possono davvero essere convinti che (un) Dio si offende se è pregato nella “casa” di (un altro) Dio. Se ci si ripulisce l’animo e la mente dall’odio, dall’ignoranza e dalle superstizioni ci si odvrebbe accorgere che ciò che varia è solo il “modo”, “l’estetica”, “l’arredo”, il vestiario del clero, i copricapo del clero, l’architettura del tempio: ma la sostsnza, cioè il rivolgesri a Dio, è sempre la stessa e NON può esserere altrimenti. Che Dio si distingua da Allah o da El – cioè in definitiva da se stesso!!! – per una questione di copricapo del prete di turno, o di braccia dei candelabri, è davvero una faccenda che se mi dicessero essere da neurodeliri non saprei come argomentare contro.
    Il problema in realtà è il clero. O meglio: il potere del clero. Ogni clero non vuole perdere il proprio gregge. Cioè: le proprie pecore da tosare.
    Per un ateo le chiese sono come i musei. Io ho pregato la stesso preghiera in sinagoghe, in templi indù, in templi buddisti, in moschee, in duomi e in S. Pietro. Dov’è il problema? E se non avessi da pregare, cosa mi impedisce di fermarmi per usufruire di uno spazio dove meditare meglio. O anche “solo” guardare i miei simili che pregano. Ripeto: dov’è il problema?
    Il problema è che i credenti, tutti i credenti, in specie i monoteisti, a parole predicano l’amore, ma di fatto solo al loro interno, in realtà però hanno il cuore pieno di odio verso “gli altri”. Che appena possono distruggono o sottomettono o ignorano astiosamente “gli altri”, cioè gli “infedeli”, gli “eretici”, gli “atei”, “i peccatori”, che sono una lunga lista di esseri umani: omosessuali, onanisti, adulteri, prostitute, prostituti, chi non segue i precetti (centinaia, a volte), chi bestemmia, chi mangia carne il venerdì o qualunque altra cosa durante i dì del ramadam, chi fa sesso nel periodo mestruale, i sodomiti, chi raccoglie legna il sabato, chi fa sesso prima del matrimonio, chi beve alcol, chi fa sesso orale, chi mangia carne di porco, chi mangia carne di mucca…. E via opprimendo, in una sequela sterminata di delitti “in nome di Dio” che dura da secoli e secoli e secoli e comprendeva centinaia di altri delitti, non escluso il “giacere col diavolo” o “volare su una scopa”. Gli istigatori all’odio, e ai delitti, andrebbero fermati. Qualche volta chiusi in manicomio. Non sarebbe meglio?
    Che tristezza. E che orrore.
    Questi non sono luoghi di culto. Sono solo ghetti. Di superstizione.
    pino nicotri

  48. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Certo, ha ragione. Per questo dobbiamo ammettere anche noi dove abbiamo sbagliato,trattare per trovare accordi, poi rispettarli e farli rispettare. E’ ovvio che finché diciamo che abbiamo ragione noi gli altri diranno che hanno ragione loro! A volte diciamo che il passato, anche recente, andrebbe dimenticato, poi siamo i primi a non voler dimenticare i torti da noi subiti, pur volendo continuare a ignorare i torti da noi inflitti. Girando per il mondo ho capito che il passato anche recente che noi vogliamo e possiamo dimenticare può essere per gli altri non dimenticabile: dimenticare i torti subiti, sepcie se in casa propria, è più difficile che dimenticare i torti inflitti, specie se in casa altrui. Non è forse vero?
    Senza considerare che almeno parte del maltolto andrebbe restituita, anche se non è detto debba avvenire sotto forma di danaro: il risarcimento può essere fatto in solidarietà, in accoglienza, in opere anziché in quattrini.
    Un saluto.
    pino

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