Emmanuel, le nostre fobie e i nostri razzismi

Dai, ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti a scardinare, in poco tempo, quell’immagine dissacrante e beota che avevano di noi all’estero, tutto spaghetti e tarantelle e le classicità del “volemose bene”.
Ora, abbiamo imparato a picchiare duro, a essere razzisti, omofobi, xenofobi; a copiare il disprezzo contro chi non è come noi o così ci appare.
Che ci è successo? Siamo cresciuti o la paura che fa novanta da noi si è centuplicata all’infinito, e ancora e ancora fino a vedere in chi italiano non è, il nostro nemico?
Davvero gli unici che possono capirci sono i nostri connazionali? Stiamo diventando barbarie allo stato puro?


Il caso di Emmanuel Bonsu Foster che lancia accuse gravissime contro i vigili urbani di Parma è l’ultimo di una serie di atti contro la persona che ci lascia sgomenti e basiti. Questi atti sono perpetrati contro gli immigrati, i rom, gli stranieri che, secondo noi, non hanno una patente di “civiltà mediterranea”.
C’è dell’altro. Da quando è cambiata la compagine governativa e la maggioranza parlamentare in Italia, esagitati giovinastri, bulli di casta o di periferia, audaci delinquenti, si sono messi in testa che possono andare in giro impunentemente a randellare gay, lesbiche e transessuali. Pensano, sbagliando pesantemente, che i loro delitti contro queste persone sono giustificate dal cambiamento politico. A Roma, locali frequentati da clientela glbt sono stati incendiati e alcune persone, successivamente, presi di mira da gruppi di ragazzi neofascisti omofobi. Le cose, cari ragazzi, non stanno così, perché i diritti e la tutela delle persone, anche omosessuali, non appartengono alla destra o alla sinistra ma  ad una intera nazione.
Stiamo perdendo un po’ tutti il rispetto dovuto ad ogni persona, ad ogni singolo individuo.
Il caso di Parma, per tornare al povero Emmanuel, è l’ultimo gradino della nostra civiltà che si va via via frantumando, diventa polvere, marciscienza.
L’idea che al pestaggio e alla mancanza di ogni regola comportamentale verso il giovane ghanese, siano coinvolti pubblici ufficiali è inquietante, dovrebbe preoccupare il governo, le amministrazioni locali, i cittadini.
L’ex sindaco, Elvio Ubaldi, centrodestra, al governo di Parma per nove anni, dice chiaramente che i vigili di Parma non sono Rambo e neppure razzisti, ma vengono mollati in strada senza adeguata preparazione, digiuni di contrasto al crimine, impreparati a gestire una emergenza: «Sulla sicurezza i sindaci di tutti i partiti e il governo stanno giocando una partita isterica».
L’Europa non ci guarda più neppure preoccupata, ma basita e attonita per come vanno le cose da noi. La nostra ministra delle Pari Opportunità, in Italia afferma che non vi è una emergenza omofoba; ieri a Parigi ha cambiato versione, dice che sì, il problema è ben visibile e occorre fare qualcosa anche rispetto ai diritti sulle coppie di fatto. Bene, ministro Carfagna, non è mai troppo tardi.
La paura di quanto sta succedendo sul piano finanziario internazionale; città come Catania o Taranto dove si sperpera e si arriva al dissesto delle amministrazioni locali; una Italia obsoleta sul piano delle infrastrutture, furbi e furbetti che giocano sulla nostra esistenza, hanno scatenato in noi la paura che tutto ci possa crollare addosso da un momento all’altro, senza alcuna sicurezza per nessuno. Ci fanno paure le banche e i rom, la borsa e i neri, gli omosessuali e chi pensiamo come possibile nemico. Invece di darci una sana regolata, pensare magari che chi sbaglia paga e non che se ne va via con cifre milionarie di buonuscita; ci stiamo allenando a prendercela con i più deboli e i meno tutelati.
Ma vi pare vita, questa?

2 commenti
  1. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Hanno creato un clima di paura ed intolleranza, paura che a sua volta accentua altra paura che amplifica altra intolleranza, personalmente quello che mi spaventa ancor più delle mazza dei bulli razzisti e la l’abissale ignoranza e la strafottenza di chi (S)governa il paese.
    Altra cosa che veramente temo è che una parte di quelli che a questo clima si oppongono, trovando la strada sbarrata per esprimere democraticamente il dissenso finisca per tentare impraticabili scorciatoie.
    Salutoni Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it

  2. ségolene
    ségolene says:

    dal sito corriere.it

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    Su altri fronti, invece, la mostra che è nel catalogo del Festival per scolaresche al di sopra dei 9 anni, suscita perplessità: «Non do alcun giudizio di valore sull’omosessualità ma come mamma — dice Anna Maria Panfili, avvocato, presidente ligure del Forum delle famiglie — i miei bambini non ce li porterei». Don Marino Bruno, docente in un liceo genovese, dà fiducia agli organizzatori del Festival: «Sono persone competenti e se giudicano la mostra visitabile dalle scolaresche presumo sia così. In ogni caso il tabù provoca ignoranza ed è bene che dell’omosessualità si parli apertamente. Molto dipenderà da come gli insegnanti sapranno condurre la visita». La mostra, inedita in Italia — proviene da Oslo — illustra comportamenti omosessuali in 1.500 specie animali, dagli invertebrati ai mammiferi.

    Su Internet viaggia un appello dell’Arcigay di Genova: «Invitiamo tutti i comitati gay e tutte le associazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, ndr) a visitarla. È un’occasione divertente di imparare e di vedere qualcosa che in Italia con difficoltà viene esposto». L’Arcigay si offre quindi «di accompagnare chiunque ci contatti» per visite guidate. La risposta è stata entusiasta. Visitatori sono arrivati anche da Londra. Franco Grillini, presidente onorario Arcigay ne è rimasto affascinato: «Altro che gay contro natura! Rispetto a ciò che riescono a fare certi animali noi siamo educande». Al museo non prevedevano questo tam-tam ma ne sono ben felici: «Oslo — spiega il curatore Giuliano Doria — aveva posto al Festival della Scienza, come condizione per prestarla, che la mostra fosse allestita in un museo di Storia Naturale e noi ci siamo offerti. E’ il nostro contributo al tema della “diversità” scelto dal Festival quest’anno».

    Quanto alla visita delle scolaresche Vittorio Bo, responsabile del Festival è deciso: «Nessuno scandalo. L’approccio all’argomento è scientifico. Non c’è nulla di osceno o di offensivo». Il visitatore viene accolto all’ingresso del Museo da due esemplari di cigno imbalsamati: sono due femmine. I cigni formano nella vita una sola fedelissima coppia e questo vale per coppie etero e omo. Passando dai pinguini reali (un maschio su cinque preferisce lo stesso sesso) ai giochi erotici dei trichechi (usano le pinne), i comportamenti sessuali vengono spiegati dagli etologi anche per la loro utilità: nei gruppi di scimpanzé o di lupi l’accoppiamento fra maschi diminuisce l’aggressività. Su tutto una citazione di Magnus Enquist, etologo dell’Università di Oslo: «Ci sono cose che vanno contro natura molto più dell’omosessualità — cose che soltanto gli umani riescono a fare — come avere una religione o dormire in pigiama».

    Erika Dellacasa

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