Ratzinger-Sabina Guzzanti: chi offende chi? Forse che anche lei non è, come tutti gli esseri umani, “persona sacra e inviolabile”?

E dunque Sabina Guzzanti è finita nei guai giudiziari per avere offeso il papa. Strano che in questo caso i berluscoidi non starnazzino di toghe asservite: si vede che le toghe sono asservite solo quando bastonano gli amici e gli amici degli amici, mentre invece sono splendide quando bastonano, a sproposito, i nemici che di fronte a certi amici elefanti o rinoceronti sono meno di una pulce. Ogni tanto la procura della Repubblica di Roma dà prova del suo zelo.

Io però sostengo che è il papa che ha offeso Sabina Guzzanti e anzi non solo lei. Prima di spiegare il perché, osserviamo una cosa talmente ridicola che quando l’ho letta mi sono stropicciato gli occhi: sogno o son desto? Ahimé, ero e sono desto. Dunque: l’articolo 8 dei Patti Lateranensi, questo obbrobbrio servile ereditato dal fascismo e sdoganato dal Craxi sdoganatore dei neo fascisti, afferma che “il Papa è persona sacra e inviolabile”! Persona sacra? Perché, le altre persone che so’, monnezza? Non sono sacre? Non siamo tutti sacri? Che espressione ridicola, ruffiana, blasfema, quella dell’articolo 8 sul papa (io lo scrivo con la minuscola) “persona sacra”. Poi dicono che il medioevo e il fascismo sono passati.

E “persona inviolabile” cosa significa? L’espressione, lo ammetterete, è piuttosto ambigua. Per donna violata, bambino violato, corpo violato, si intende una cosa ben precisa: sissì, proprio “quella”. Ma perché, mi scusino, signori Ratzinger, Cavalier Benito e Bettino, le altre persone sono invece “violabili”? Cioè, voglio dire: se incontro la Mara Carfagna o Piersilvio Berlusconi per strada li posso “violare”? Mah. Che prosa tronfia, ridicola, enfia di servilismo e lutulente di non buono.

Dicevo che è il papa ad avere offeso la Guzzanti. E non solo lei. E sì: perché uno che continua a dire che siamo tutti nati col peccato originale e che dobbiamo perciò redimerci, è uno che offende. E pure pesantemente. Non so come sia nato lui, Ratzinger, e come siano nati i suoi genitori, e francamente non mi interessa, ma so come sono nati i miei genitori, i genitori di tutti i bambini del mondo e tutti i bambini del mondo, specie quelli che crepano di fame mentre la “persona sacra e inviolabile” passeggia con le sue belle scarpine rosse. Sono tutti nati innocenti. Nessuno di loro è nato con peccati loro addebitabili perché commessi dall’amante delle mele Adamo qualche milione di anni fa… Nessuna persona intelligente, e non gravemente offensiva, può sostenere che siamo colpevoli di quello che ha fatto un nostro avo lontanissimo, e peraltro mai esistito. La colpevolizzazione maniacale di cui il papa è alfiere, questa menata del peccato originale che in realtà nessuno sa cosa diavolo sia, è quindi una cosa solo truffaldina, insostenibile, violatrice della Costituzione della Repubblica Italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Donne e Bambini compresi. Ho l’impressione che avanti di questo passo sarà il caso di organizzare una bella denuncia di massa per calunnia o diffamazione aggravata continuata contro il vertice dello Stato estero chiamato Vaticano.

Solo in Italia, anzi solo a Roma, ex feudo papalino, poteva venire in mente di far tenere a un papa l’inaugurazione di una Università della Repubblica Italiana. Di un Ateneo che per giunta si chiama La Sapienza! Ma che cavolo ne sa Ratzinger della Sapienza? Cosa ne sa di scienze, biologia, medicina, matematica, fisica, astronomia, filosofia, ecc., vale a dire di tutte quelle cose dell’umano sapere che la sua Chiesa ha sempre disperatamente ostacolato e combattuto anche con gli omicidi di massa?

Solo un personaggino come Massimo Cacciari poteva uscirsene con la frase infelice “si devono vergognare i docenti che hanno protestato per l’invito a Ratzinger, si devono vergognare e devono tacere per almeno 20 anni”. Ah, questa mania del ventennio… Si devono semmai vergognare i tizi che hanno partorito l’aborto di idea di invitare il papa a inaugurare l’anno accademico. E non ci fa una bella figura Ratzinger che anziché dire educatamente “No, grazie” ha tentato di approfittarne per mettere i piedi, con tanto di scarpette rosse, nel piatto de La Sapienza.

Il papa e la sua gerarchia ci offendono ogni giorno con la lotta contro i nostri diritti civili laici, con la lotta contro l’estensione dei diritti civili anche ai “diversi”, con l’intrufolarsi permanente nei nostri affari politici da parte di vescovi nominati non dai credenti italiani, bensì dallo Stato estero chiamato Vaticano, gente che poi si comporta da legibus solutus, vedi il caso del menefreghismo del vescovo di Firenze sugli allegri stupri di don Lelio Cantini. Al quale nessuno aveva mai spiegato che anche i bambini e le bambine sono “persone sacre e inviolabili”, tant’è che lui li violava e le violava allegramente, per anni e anni, col beato vescovo che se ne fregava. Tanto la sua nomina e la sua carriera non dipendevano dai fiorentini ma dallo Stato estero Vaticano.

Il papa e la sua gerarchia ci offendono facendosi mantenere dallo Stato italiano, lo stesso del quale combattono e sabotano la laicità repubblicana, e ci offendono facendo mantenere allo Stato italiano non solo tutto il clero del nostro territorio nazionale, ma anche le troppe migliaia di “insegnanti di religione”, nominati non dallo Stato che li paga, bensì dal vescovo che ne è pagato: tutta bella gente che meglio farebbe ad andare a lavorare, magari come si suol dire a zappare la terra, anziché annebbiare il cervello dei bambini già a scuola esercitando di fatto un ruolo pretesco.

Il papa e la sua gerarchia ci offendono cambiando diametralmente parere su tutta una serie di “verità certe” che nel corso dei secoli si allargano e si restringono come elastici delle mutande. Fino a poco tempo fa il feto era indistinguibile dalla madre, ora invece è più importante della stessa madre! S. Tommaso per il feto parla, e straparla, di anima prima vegetale e poi di altri tipi, e a nessuno, neppure in fase di ubriachezza più o meno mistica, è venuto in mente quello che è oggi l’ultimo obbrobbrio delle “verità assolute” inventate in Vaticano, e cioè che il feto è già una persona fin dall’attimo del concepimento. Capite? L’anno accademico de La Sapienza doveva essere inaugurato da un signore che da qualche tempo s’è messo in tesa, e lo sostiene pubblicamente, che l’ovulo non appena visitato dallo spermatozoo è già una persona…. Mah. Il grottesco di tutto ciò è che la Chiesa, da sempre, prima combatte in tutti i modi il progresso scientifico e civile, poi non solo ci si adegua per evitare di finire fuori dalla Storia, ma per giunta pretende di saperne più di tutti anche in fatto di scienze, pur senza mai studiarle, e pretende di condizionare sia la scienza che la società civile, per la quale a suo tempo le andavano bene anche gli schiavi, le torture, i roghi in piazza e altre delizie.

Ridere o piangere? Avanti di questo passo, temo ci sarà da piangere. In Vaticano decidono man mano cosa la gente deve credere, oggi una cosa, domani il suo contrario, alla faccia del dettato evangelico, solo perché hanno bisogno di far credere in cose che rinsaldano il loro potere e minano quello dello Stato, soprattutto italiano, in modo che all’ombra del Cupolone possano continuare a condizionare, comandare e tentare di dettare legge. La Chiesa combatte la società civile, poi è costretta ad adeguarcisi, ma sempre inoculandole il virus delle “verità” che altro non sono se non motivo di divisione sociale, e politica, nunc et semper tra guelfi e ghibellini. Il potere dei Ratzinger può prosperare solo con una continua febbre nel corpo delle società civili.

Il papa e la sua gerarchia ci offendono con l’imposizione del calvario alle donne che hanno bisogno di abortire e con l’imposizione dello stupro non solo psicologico delle giovani e giovanissime che vogliono la pillola del giorno dopo. Sì, stupro: perché costringere una ragazza o una ragazzina a restare incinta, per poi partorire o abortire di nascosto, è solo un volgare stupro.

Il papa e la sua gerarchia ci offendono infine impicciandosi del dolore di casa Englaro, pretendendo di sostituirsi al padre di Eluana e alle leggi dello Stato italiano.

A me l’intervento di Sabrina Guzzanti sul palco di quel giorno non è piaciuto. Neanche un po’. Ma aveva – e ha – il diritto i farlo. Propongo di far sentire all’accusata Sabrina Guzzanti la nostra solidarietà. E di ricordare alla Procura di Roma che la signora Sabina Guzzanti è “persona sacra e inviolabile” al pari del signor Ratzinger.

453 commenti
Commenti più recenti »
  1. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter e x Sisko

    Nel forum della puntata precedente ho lasciato un breve commento per ognuno di voi.
    ‘Notte.
    pino

  2. Faust x Pino Nicotri
    Faust x Pino Nicotri says:

    Caro Pino, grazie!! anche hannome dei Poveri Diavoli del Ns. Inferno e allunanimita aderiscono al plauso, anche i Poveri Diavoli degli Inferni Associati, da me qqui rappresentati.
    Ti comunico, con grande piacere, cche tutti i Poveri Diavoli Associati del mondo, Ti siamo vicini e lo saremo siempre!!!
    Caro Pino x Faust, leggere questo tuo post è stato emotivamente parlando, come ascoltare la musica dei Pink Floyd, x la prima volta, appena uscito il disco… e come il disco, lo rileggero, nelle feste infernali e nelle ricorrenze fondanti alla presenza dei Poveri Diavoli Anziani, come Manifesto del Ns. Inferno… come infinite le volte che ho riascoltato The Wall…
    Un abbraccissimo, tuo diavolaccio
    Faust

  3. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Pino!
    Mi associo pure sulle virgole di chi non ha peli sulla lingua.
    Bene, molto bene.

    Buonanotte.
    C.G.

  4. Anita
    Anita says:

    Riporto dal forun precedente:

    Anita { 12.09.08 alle 0:26 } x Peter

    Caro Peter,
    ho notato che ti senti a disagio, mi dispiacerebbe perderti, e solo…per parole spesso scritte senza pensare che possano urtare altri.
    Non sai quante volte mi sono detta, ma chi diavolo me lo fa fare?
    Apro la mia posta tranquillamente and then I get aggravated when I read the forum…with me it’s now a habit…
    But I do enjoy chatting with you and several others, so I keep on clicking on the Icon…for the good and for the bad.
    I hope to continue reading you.
    If not, it has been a pleasure, you are a gentleman and I shall miss you.
    A big hug,
    Anita

  5. CoccaLoca x Peter e Uroburo
    CoccaLoca x Peter e Uroburo says:

    Care amiche, capisco cche cciavete raggione tutteddue, ppero tutteddue dovete farvene una ragione cche siete ddue aristocratiche, checche, isteriche come me, giovane 62 diavolaccia… ma dday, smettetela di tirarvi addosso le unghie di plastica laccata, ammo di affilati coltelli virtuali… dday ragazze, smettetela e tornate ai vs. banchi… non fate i maschiacci… e smettetela di tirarvi i capelli… Caro Uroburo e Peter, come dice il mago di Bisceglie, ogni uuomo ha una gran parte di femmina dentro, tutte quelle come noi, care amiche, son donne serie, … mi ricordo i tempi di quando studiavamo insieme dalle Orsoline, gia da allora vi litigavate a unghiate… eppoi il blog arruotalibbera è letto anche allestero… ma dday ragazze, non facciamoci conoscere da tutti. Un saluto e bbaci… ma devo stare attenta al trucco, con due checche isteriche come voi due… non si ssa mai!!!… noi siam come le lucciole, brilliamo nelle tenebre… schiave di un mondo brutal… noi siam come le… ciao ragazze!!!
    Siempre, Vs.a Diavolaccia isterica
    CoccaLoca, cuggino di Faust

  6. Faust x Uroburo e Peter
    Faust x Uroburo e Peter says:

    Carissimi amici, non fate caso a i deliri di mio cuggino, CocoLoco… quando pocanzi lho sentito uscire, cantando noi siam come le lucciole… ho capito che stasera usciva x andare a ffare danni, in qualche letto milanese, travestito da Luxuria… ha lasciato il pc acceso e con grande stupore leggo lultimo post x Peter e Uroburo… vi prego amici, sono mortificato e senza forza x continuare a tenere nascosto la frociaggine di CocoLoco… avrei voluto non si sapesse che è innammorato di voi due da sempre, nel blog legge solo i Vs. post… è un fans di Peter e di Uro, vi ritiene i ppiu colti del blog… non è un cattivo ragazzo… essolo accheccato, ma nel Ns. Inferno nessun ci fa caso, anzi quando si veste da Luxuria, se si facesse pagare, sarebbe miggliardaio… ma in fondo, come si dice… son axxi suoi… nel senso buono… in fondo è siempre mio cuggina
    Ancora grazie x la comprensione…
    Faust, cuggino di CocoLoco

  7. Linosse
    Linosse says:

    X Pino Nicotri
    Ha ragione e moltissima quando sostiene la necessità URGENTE di un PARTITO LAICO e specialmente qui in Italia.Forse ha fatto più danni il vaticano da quando lo hanno “rivestito” con la patta lateranense che i lanzichenecchi in 500 anni di attività instancabile.È giunto il momento di sentirsi TUTTI Sabina Guzzanti e difendere il nostro diritto a difenderci come corpo sociale dalle quotidiane violazioni che una volta si facevano per “salvare “l’anima attraverso le sofferenze del corpo,attualmente soffrono sia l’anima che il corpo per questi attacchi ripetuti ed anacronistici alla COSCIENZA.
    Concludo con la considerazione di sempre:
    Ah il peccato ,se non ci fosse addio al COMMERCIO quindi deve essere totale e a 360º,abbiamo e dobbiamo pensare a tante famiglie,le nostre naturalmente; le altre ….m.c.s.n.f.!
    Saluti
    L.

  8. Furtaya
    Furtaya says:

    L’ultimo giorno di Salvador Allende nello sguardo di Fidel Castro Ruz.

    L’ex presidente di Cuba e leader della rivoluzione cubana narra con dettagli l’ultimo giorno di Allende nel libro “Grandes Alamedas: Il combattimento del presidente Allende”, di Jorge Timossi, edito all’Avana nel 1974.
    Il leader della rivoluzione cubana, Fidel Castro, rivive, in una testimonianza edita nel 1974, l’ultimo combattimento del presidente Salvador Allende prima che fosse vittima del golpe fascista che distrusse il suo governo democratico ed impose la dittatura in Cile.
    Nel testo, che forma parte del libro “Grandes Alamedas: Il combattimento del presidente Allende”, di Jorge Timossi, Fidel realizza un emotivo racconto di quello che fu l’ultimo giorno del primo presidente socialista del Cile.
    Il leader cubano, che fu stretto amico di Allende, riflette, passo a passo, come l’ex mandatario cileno vive il tradimento dei militari, ma allo stesso tempo lottano con lui un gruppo di civili, carabinieri e poliziotti democratici, che protessero con la loro vita l’eroico gesto di un presidente che preferì immolarsi anziché arrendersi e consegnare a dei criminali il potere ricevuto, con mandato sovrano, dal popolo.
    A continuazione il testo integro.
    Testimonianza di Fidel Castro

    Ci riferiremo essenzialmente all’aspetto di combattente e di soldato della rivoluzione del presidente Allende il 11 di settembre.
    Alle 6 e 20 della mattina di quel giorno, il presidente ricevette, nella sua residenza di Tomás Moro, una chiamata telefonica che lo informava del colpo di stato in corso. Immediatamente mette in stato d’allerta gli uomini della sua guardia personale e prende la ferma decisione di trasferirsi al Palazzo de La Moneda, per difendere, dal suo posto di presidente della repubblica, il governo d’Unità Popolare. Lo accompagnava una scorta di 23 uomini, armata con 23 fucili automatici, due mitragliatrici calibro 30 e 3 bazooka, che si trasferisce con il presidente, in quattro automobili ed un camioncino, al Palazzo Presidenziale, dove arrivano alle 7 e 30 della mattina.
    Il presidente, portando il suo fucile automatico e accompagnato dalla scorta, entrò dall’ingresso principale de La Moneda. A quella ora la protezione abituale dei carabinieri era normale nel palazzo.
    Già all’interno si riunisce con gli uomini che lo accompagnavano, informandoli della gravità della situazione e della sua decisione di combattere fino alla morte, in difesa del governo costituzionale, legittimo e popolare del Cile di fronte al golpe fascista. Analizza gli effettivi disponibili e dà le prime istruzioni per la difesa del Palazzo.
    Sette membri del Corpo d’Investigazione arrivano per sommarsi ai difensori. I carabinieri, frattanto, si mantenevano nelle loro posizioni ed alcuni adottavano misure per la difesa dell’edificio. Un piccolo gruppo della scorta personale proteggeva l’entrata dell’ufficio presidenziale, con l’istruzione di non lasciare passare nessun militare armato, per evitare un tradimento.
    Nello spazio di un’ora si dirige, attraverso la radio, tre volte al popolo, esprimendo la sua volontà di resistere.
    Passate le 8 e 15, attraverso i citofoni del Palazzo, la giunta fascista intima al presidente la resa e la rinunzia dal suo carico, offrendogli un aereo per abbandonare il paese in compagnia dei familiari ed i suoi collaboratori. Il presidente risponde che “come generali traditori non conoscono gli uomini d’onore” e respinge indignato l’ultimatum.
    Il presidente sostiene, nel suo ufficio, una breve riunione con vari alti ufficiali del Corpo dei Carabinieri che erano accorsi al Palazzo e che, codardamente, in quel frangente, rifiutano di difendere il governo. Il presidente li rimprovera duramente e li congeda con disprezzo, intimandoli ad abbandonare immediatamente il luogo. Mentre si svolgeva la riunione con i capi dei Carabinieri, arrivano i tre aiutanti da campo militari; il presidente gli riferisce che non era il momento per confidare negli uomini in divisa e gli chiede di ritirarsi dalla Moneda. Il presidente, però, si congeda con affetto dal comandante Sánchez, che era stato il suo aiutante da campo per l’Aviazione per molti anni.
    Poco dopo il ritiro degli aiutanti di campo e degli alti ufficiali dei Carabinieri, il tenente a capo della Guarnigione dei Carabinieri del Palazzo Presidenziale, ubbidendo agli ordini del comando, invia un carabiniere a percorrere l’edificio, impartendo, ai membri della guarnigione, l’ordine di ritirarsi. Questi immediatamente cominciano ad abbandonare La Moneda, portando via parte del loro armamento. I blindati dei Carabinieri, che fino a quell’istante erano posizionati a difesa del palazzo, fanno lo stesso.
    Un gruppo di dieci carabinieri, accompagnati dal latore dell’ordine di ritirata e compiendo, senza dubbio, degli ordini, mentre si ritira dalla scala principale e già prossimo all’uscita, punta i fucili e tenta di sparare contro il presidente. Ma sono energicamente respinti dal personale della scorta. Questi i sono i primi spari che si scambiano con i golpisti.
    Mentre accadono questi fatti, numerosi ministri, sottosegretari, assessori, le figlie del presidente, Beatriz e Isabel, ed altri militanti dell’Unità Popolare, arrivano al palazzo per stare con il presidente in queste ore critiche.
    Approssimativamente alle 9 e 15 della mattina, si verificano le prime raffiche dall’esterno contro il Palazzo. Truppe fasciste della fanteria, superiori a duecento uomini, avanzano per le strade Teatinos e Morandé, ai due lati della Piazza della Costituzione, verso il Palazzo Presidenziale, sparando contro l’ufficio del presidente. Le forze che difendono il palazzo non superavano i quaranta uomini. Il presidente ordina di aprire il fuoco contro gli attaccanti e personalmente spara contro i fascisti, che retrocedono disordinatamente con numerosi caduti.
    I fascisti, allora, introducono i carri armati nel combattimento, appoggiati dalla fanteria. Un carro armato avanza da via Moneda, un altro da Teatinos, un altro da Alameda con Morandé ed un altro, in direzione dell’ingresso principale, da Piazza della Costituzione. In questo istante, dallo stesso ufficio del presidente si apre fuoco con un bazooka contro il carro armato che era nelle vicinanze dell’ingresso principale, che è distrutto completamente. Altri due carri concentrano il loro fuoco sul gabinetto del presidente ed un blindato dirige le sue mitragliatrici fino alla Segreteria Privata e l’ufficio delle scorte. Anche vari pezzi d’artiglieria, posizionati ai bordi della Piazza della Costituzione, sparano contro il Palazzo.
    Il presidente percorre le diverse posizioni di combattimento incitando e dirigendo i difensori. La lotta violenta si prolunga per oltre un’ora, senza che i fascisti riescono ad avanzare di un solo centimetro.
    Alle 10 e 45 il presidente riunisce, nel salone Toesca, i ministri, i sottosegretari e gli assessori che sono accorsi a Palazzo per stare con lui. Spiega che la lotta, in futuro, avrà bisogno di dirigenti e quadri: tutti quelli che erano disarmati dovevano abbandonare la Moneda appena possibile e tutti quelli che avevano armi dovevano continuare ai loro posti di combattimento. Naturalmente, nessuno dei collaboratori disarmati era d’accordo con la proposta del presidente; nemmeno le figlie del presidente e le altre donne che si trovavano nella Moneda, si rassegnano ad abbandonare il palazzo.

    Il combattimento prosegue violento. Attraverso i citofoni del Palazzo i fascisti lanciano rabbiosi nuovi ultimatum, annunciando che se i difensori non si arrendono, avrebbero utilizzato immediatamente l’Aviazione.
    Alle 11 e 45 il presidente si riunisce con le figlie e le altre nove donne che sono nel palazzo, ordinando con fermezza di abbandonare la Moneda, perché non aveva senso la morte di indifesi. Immediatamente, chiede agli assedianti una tregua di tre minuti per evacuare il personale femminile. I fascisti però non concedono la tregua, ma le truppe cominciano ad allontanarsi di palazzo, per permettere l’attacco aereo. L’impasse che si produce consente alle donne di abbandonare il palazzo.
    Circa alle 12 comincia l’attacco dell’aviazione. I primi missili cadono nel Cortile d’Inverno, al centro della Moneda, perforando il tetto e scoppiando nell’interno dell’edificio. Nuove ondate di aeroplani e nuovi impatti si succedono uno dietro l’altro, invadendo tutto l’edificio con fumi tossici. Il presidente ordina di prendere tutte le maschere antigas, s’interessa della situazione delle munizioni ed esorta i combattenti a resistere con fermezza al bombardamento.
    Le munizioni dei fucili automatici della guardia presidenziale, dopo quasi tre ore di combattimento, sono quasi esaurite. Il presidente ordina, perciò, d’abbattere immediatamente la porta dell’armeria della Guarnigione dei Carabinieri del palazzo, dove potevano esserci armi della stessa. Impazientito dal ritardo sulle informazioni di dette armi, il presidente, attraversando il Cortile d’Inverno, si dirige verso l’armeria. Osserva che ci sono ritardi nell’abbattimento della porta e ordina l’utilizzo di bombe a mano. Si riesce ad aprire una breccia nell’armeria, da dove sono rinvenute quattro mitragliatrici calibro 30 e numerosi fucili Sik, una grande quantità di munizioni, maschere antigas ed elmetti.
    Il presidente ordina di portare il tutto ai posti di combattimento e personalmente percorre le camerate dei carabinieri, raccogliendo fucilo Sik e le altre armi che rimanevano. Lo stesso presidente carica sulle spalle numerose armi per rinforzare i posti di combattimento ed esclama: “Così si scrive la prima pagina di questa storia. Il mio popolo e l’America scriveranno il resto”, provocando una profonda emozione tra tutti i presenti.
    Mentre il presidente trasporta le armi dall’armeria, riprende con violenza l’attacco aereo. Un’esplosione rompe i cristalli delle finestre vicine al presidente. I frammenti di vetro lo feriscono alla schiena. Questa è la prima ferita che subisce. Mentre riceve le cure mediche, ordina di proseguire lo spostamento delle armi e non smette di preoccuparsi per la sorte di ognuno dei suoi compagni.
    Pochi minuti dopo i fascisti riprendono violentemente l’attacco, combinando l’azione della Forza Aerea con l’artiglieria, i carri armati e la fanteria. Secondo testimoni oculari, il rumore, le mitragliatrici, le esplosioni, il fumo e l’aria tossica avevano convertito il palazzo in un inferno. Nonostante l’istruzione del presidente di aprire tutti i rubinetti i bocchettoni per evitare l’incendio del pianterreno, l’ala sinistra del palazzo comincia ad ardere e le fiamme si propagano verso la Sala degli Aiutanti ed il Salone Rosso. Il presidente, però, non si scoraggia un solo istante, nemmeno nei momenti più critici, e ordina di affrontare l’attacco con tutti i mezzi disponibili.
    Si verifica una delle maggiori prodezze del presidente. Mentre il palazzo è avvolto dalle fiamme, si trascina sotto le raffiche di mitragliatrice fino al suo gabinetto, di fronte alla Piazza Constitucion, prende personalmente un bazooka, lo punta contro un carro armato situato in via Morandé -che sparava furiosamente contro di palazzo – e lo mette fuori combattimento con un colpo diretto. Poco dopo un altro combattente distrugge un terzo carro armato.
    I fascisti introducono, da via Morandé 80, nuovi carri blindati, truppe e carri armati, intensificando il fuoco sulla porta di accesso alla Moneda, mentre il palazzo continuava in fiamme. Il presidente, con vari combattenti, scende al pianterreno per respingere l’intento dei fascisti di penetrare nel palazzo dalla via Morandé. L’esito è positivo.
    I fascisti sospendono il fuoco in questo settore e, gridando, chiedono due rappresentanti del governo per parlamentare. Il presidente invia Flores, segretario generale di Governo e Daniel Vergara, sottosegretario all’Interno, che escono dalla porta di via Morandé e si dirigono verso una jeep militare, stazionata di fronte. Questo succede approssimativamente all’una del pomeriggio. Flores e Vergara conversano con un alto ufficiale che era nella jeep. Nel ritorno al palazzo e già vicini all’ingresso, dalla stessa jeep gli sparano a tradimento, Flores è ferito da un colpo alla gamba destra e Daniel Vergara ne riceve vari alla schiena, che lo abbattono. E’ raccolto dai suoi compagni, protetti dal fuoco degli altri difensori.
    I fascisti avevano chiesto di trattare per esigere ancora la resa, offrendo agevolazioni al presidente ed ai difensori per abbandonare il Palazzo e dirigersi al paese che volevano. Il presidente reitera d’immediato la sua decisione di combattere fino all’ultima goccia di sangue, interpretando non solo il suo desiderio, ma quello di tutti gli eroici difensori del Palazzo. Dal pianterreno resistono agli attacchi provenienti da Morandé, mentre l’entrata principale del Palazzo è già praticamene distrutta.
    Verso le 1 e 30, il presidente sale ad ispezionare le posizioni della piano superiore. Numerosi difensori erano già morti a cause delle raffiche di mitragliatrice, delle esplosioni o carbonizzati dalle fiamme. Il giornalista Augusto Olivares stupisce tutti per il suo comportamento straordinariamente eroico. Gravemente ferito, è operato nella sala medica del Palazzo e, quando tutti lo immaginavano a letto, arma in pugno è ancora al suo posto di combattimento al secondo piano, insieme al presidente. Sarebbe prolisso enumerare ora i nomi e gli atti di eroismo dei combattenti.
    Dopo l’1 e 30 i fascisti s’impossessano del pianterreno del Palazzo, la difesa si organizza nei piani superiori ed il combattimento continua. I fascisti trattano d’irrompere dalla scala principale. Approssimativamente alle 2, riescono ad occupare un angolo del piano superiore. Il presidente stava barricato, insieme a vari dei suoi compagni, in un angolo del Salone Rosso. Avanzando verso il punto d’irruzione dei fascisti, riceve un colpo allo stomaco che lo fa inchinare dal dolore, ma non smette di lottare. Appoggiandosi ad una poltrona continua a sparare contro i fascisti da pochi metri di distanza, finché un secondo lo colpisce al petto, lo abbatte e già moribondo viene crivellato di colpi.
    I membri della sua guardia personale, vedendo il presidente cadere, contrattaccano energicamente e respingono nuovamente i fascisti fino alla scala principale. Si produce allora, nel mezzo del combattimento, un gesto d’insolita dignità: prendendo il corpo inerte del presidente lo conducono fino al suo gabinetto, lo siedono sulla sedia presidenziale, gli collocano la sua fascia di presidente e lo avvolgono in una bandiera cilena.
    Anche dopo la morte dell’eroico presidente, gli immortali difensori del palazzo hanno resistito altre due ore ai selvaggi assalti fascisti. Solo alle quattro del pomeriggio, quando il Palazzo Presidenziale ardeva già da molte ore, si è spenta l’ultima resistenza.
    Molti si stupiranno di quello che si è appena narrato. E così è, semplicemente sorprendente. L’alta gerarchia fascista dei quattro corpi armati si era alzata contro il governo dell’Unità Popolare e solo quaranta uomini hanno resistito per sette ore al grosso dell’artiglieria, ai carri armati, all’aviazione e alla fanteria fascista. Poche volte nella storia è stata scritta una simile pagina di eroismo.
    Il presidente non è stato solo coraggioso e fermo nel compimento della parola di morire difendendo la causa del popolo, ma si è elevato nell’ora decisiva fino a limiti incredibili. La forza d’animo, la serenità, il dinamismo, la capacità di comando e l’eroismo dimostrati, sono stati ammirevoli. Mai in questo continente un presidente era stato protagonista di una così drammatica prodezza. Molte volte il pensiero inerme è stato abbattuto dalla forza bruta. Ma adesso si può dire che la forza bruta non ha mai conosciuto una simile resistenza, messa in atto nel terreno militare da un uomo di idee, le cui armi sono sempre state la parola e la penna
    Salvador Allende ha dimostrato più dignità, più onore, più valore e più eroismo che tutti i militari fascisti assieme. Il suo gesto di grandezza incomparabile, ha inabissato per sempre nell’ignominia Pinochet ed i suoi complici.
    Così si è rivoluzionari!
    così si è uomini!
    Così muore un combattente vero!
    Così muore un difensore del suo popolo!
    Così muore un lottatore per il socialismo!
    Le ultime parole del compagno presidente Salvatore Allende:
    «Lavoratori della mia patria: ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio ed amaro, dove il tradimento pretende imporsi. Continuate sapendo che, molto prima che tardi, si apriranno i grandi viali da dove passa l’uomo libero per costruire una società migliore.
    Viva il Cile, viva il popolo, viva i lavoratori!
    Queste sono le mie ultime parole, con la certezza che il sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che per lo meno, ci sarà una sanzione morale che castigherà la slealtà, la codardia ed il tradimento».

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    “il Papa è persona sacra e inviolabile”
    —————
    E meno male che è lui stesso che dice che siamo tutti fratelli!
    Se dovesse mai capitarmi la sventura di incontrarlo, lo chiamerò Peppino e gli darò del tu. Siamo fratelli, no?

  10. carlino
    carlino says:

    Da un articolo di Carlo Clericetti su Repubblica:

    “L’obiezione non puo’ essere gratis”

    … In una società democratica e liberale, però, l’obiezione di coscienza deve essere rispettata. La prevede la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ed il principio è stato poi ribadito dalla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, dal Consiglio d’Europa e dal Parlamento Europeo. Del resto, le leggi italiane già la prevedono in alcuni casi specifici: per il servizio militare (quando esisteva la leva obbligatoria), per l’interruzione di gravidanza, per la sperimentazione su animali.

    Il problema è di non farla diventare incontrollabile, perché una sua applicazione non regolata non potrebbe che ledere i diritti di chi obiettore non è e si aspetta di poter ottenere tutto quello che le leggi consentono. Una minorenne che si rivolge al giudice tutelare per l’autorizzazione all’interruzione di gravidanza, come previsto dalla legge, deve rischiare di incappare in un giudice obiettore? Un malato grave che potrebbe forse guarire grazie alle cellule staminali deve interrogare chi lo cura per accertarsi che la sua coscienza non escluda a priori quel tipo di intervento

    http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/pillola-giorno-dopo/clericetti/clericetti.html

    Condivido il suo articolo caro Nicotri.

    Non se ne puo’ piu’ di questa marmaglia (ci sono le eccezioni comunque) che pretendono di ordinarci perfino quando e come fare i nostri bisogni.

    Cordiali saluti.

  11. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro carlino, il problema non è nella marmaglia, ma soprattutto in chi le va dietro! Centomila persone che vanno a vedere ed ascoltare il Papa equivalgono a centomila…pecore che seguono il pastore anche se le guida verso il “baratro della ragione”, altrimenti detto “Fede”.
    Il pifferaio magico è sempre esistito. Il problema sono i topi.

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Mah, più che offesa alla persona Sacra e Inviolabile, io propenderei per l’offesa a Capo di Stato Estero. Dopodicchè chiunque in Parlamento appartenga ad un’associazione religiosa, venga processato per alto tradimento, per ‘obbedienza a Capo di Stato Estero’ e quindi per spergiuro.

  13. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    DIMENTICAVO:

    Ratzinger ci ha offesi anche dichiarandosi felice per “il mutato clima politico in Italia”, cioè per la vittoria del nuovo Cavaliere, la sconfitta del centro sinistra e la debacle della sinistra radicale. Ci ha offeso non solo e non tanto per avere ancora una volta messo i piedi in affari non suoi, ma anche e soprattutto perché suscita vergogna la vergognosa preferenza della sua Chiesa per dittatori centro e sudamericani, duci, Fuehrer, conducator, ustascia vari, massacratori darfuriani, e via elencando, fino ai demo-puttanieri e tycoon sbraco-televisivi nostrani, anziché per le istanze di eguaglianza portate avanti dalla sinistra.
    pino nicotri

  14. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    NEL CASO QUALCUNO AVESSE AVUTO DUBBI

    Prima intervista televisiva per la candidata repubblicana alla vicepresidenza
    La Nato va allargata e se gli stati membri sono aggrediti bisogna aiutarli
    Palin, debutto tv da “donna forte”
    “Pronti alla guerra con la Russia”

    WASHINGTON – Sarah Palin va alla guerra. Nel suo debutto in tv da candidata alla vicepresidenza, manda un avvertimento a Mosca: l’America vuole l’estensione della Nato ad altri paesi ex sovietici e se la Russia facesse un bis dell’invasione della Georgia, è pronta anche a un conflitto armato.
    “Ucraina e Georgia meritano di entrare nella Nato”, dice Palin a Charles Gibson, il giornalista della Abc che ha avuto l’esclusiva dell’intervista più attesa in questi giorni negli Usa. Se Tbilisi fosse stata già parte dell’Alleanza o se la Russia invadesse uno stato membro, aggiunge, gli Usa potrebbero entrare in guerra con Mosca, “perché questo è l’accordo che prendi quando sei un alleato della Nato: se un altro paese viene attaccato, devi aspettarti di venir chiamato in aiuto”.
    Palin ci tiene a chiarire che non ha “battuto ciglio” quando John McCain le ha offerto la candidatura alla vicepresidenza: “Non puoi avere esitazioni, ho la sicurezza e la preparazione che servono”. All’intervistatore che le chiede se si sente pronta anche a subentrare al presidente, se al 72enne McCain accadesse qualcosa, la governatrice risponde di sì senza esitazioni.
    La governatrice dell’Alaska, che in passato ha definito la guerra in Iraq “un compito indicato da Dio”, si dice poi “convinta che vi è un progetto per questo mondo e che questo progetto sia per il bene”. “Penso che vi sia grande speranza e grande potenziale per ogni paese – afferma – per vivere e veder protetti i suoi diritti inalienabili che sono dati da Dio. Credo che questi siano i diritti alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità. Questo, a mio giudizio, è il grande piano del mondo”. Si tratta dei tre diritti affermati nella Dichiarazione d’Indipendenza americana.
    Palin era sparita in sordina dall’Alaska due settimane fa, senza che nessuno se ne accorgesse, per spuntare all’improvviso al fianco di McCain come candidato vicepresidente. Adesso è tornata a casa, con un esercito di giornalisti al seguito, accolta come un’eroina locale e trasformata in protagonista della politica nazionale. L’intervista, che la Abc intende proporre a puntate in vari programmi del network fino a sabato, era molto attesa, perché Palin resta un personaggio per ora semisconosciuto per il grande pubblico.
    La pausa in Alaska durerà poco. Gli strateghi repubblicani pensano di riunire in fretta la coppia McCain-Palin, che ha dimostrato un ottimo ‘feeling’ in questi giorni di campagna elettorale. Di solito il candidato presidente e il suo vice si dividono nelle ultime settimane di campagna, per coprire più terreno. Ma l’idea di McCain adesso è di tenere al suo fianco la popolare Palin, un po’ come avvenne nel 1992 con l’allora inseparabile coppia Bill Clinton-Al Gore, che conquistò l’America con il proprio look giovanile e sconfisse il presidente in carica, George Bush padre.
    L’11 settembre della Palin è stato accompagnato da immagini ad effetto che sembrano destinate a rafforzarne il personaggio “giù al sud”, negli altri stati degli Usa. Proprio nel giorno dell’anniversario dell’attacco all’America del 2001, quando il patriottismo statunitense è al massimo, la governatrice ha partecipato a una cerimonia dell’esercito per salutare il figlio Track, in partenza come soldato per l’Iraq. Il bagno di folla al suo arrivo all’aeroporto di Fairbanks, con 3.000 persone alcune delle quali erano in attesa da sei ore per vederla, servirà inoltre ai repubblicani per insistere sull’immagine di governatore più popolare d’ America.

  15. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Certo Carlino che ci sono le eccezioni, ero amico Don Antonio Vellutini, medaglia d’oro al valore partigiano, parlavamo molto di sport, era appassionato di ciclismo, a volte di politica, di filosofia di cui era professore, le poche volte che abbiamo toccato l’argomento religione, gli dicevo che lui come molti altri suoi bravi colleghi erano la foglia di fico che copriva i culi dei papaveri vaticani, sul finire degli degli anni ’60 lo rimproverai, molto bonariamente, di non trovare il coraggio, lui che ne aveva da vendere, di fare quello che stavamo tentando noi giovani di sinistra organizzandoci al di fuori dei partiti trdizionali, mi disse ” e poi ormai sono vecchio per certe cose” e si incupì, non ho più toccato l’argomento.
    http://www.lungomarecastiglioncello.it/PERSONE/ECCLESIASTICI/Don_Vellutini/~Vellutini.htm

    Antonio

  16. Damocle
    Damocle says:

    La continua ed ossessiva ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni di un paese libero e democratico ha indotto il Presidente boliviano Evo Morales ad espellere l’ambasciatore statunitense Goldberg.

    Gli yankee stanno tentando in tutti i modi d’imporre un altro Cile, soltanto che loro non considerano che oggi son passati quasi 35 anni da quella triste data e il pianeta li sta attentamente osservando.

    Dietro l’opposizione interna a Morales, potrebbe celarsi l’aiuto degli Stati Uniti, che non hanno mai accettato l’ascesa al potere del presidente indio. Per questo Morales, stanco ed esasperato dalla una sorta di guerra civile che lo sta sfiancando, ha preso una decisione lapidaria: cacciare l’ambasciatore americano da La Paz. Philip S. Goldberg, è accusato di essersi immischiato negli affari interni del paese, visto che ha incontrato alcuni esponenti del movimento autonomista: «Non vogliamo – ha detto Morales – che qui ci sia gente che cospira contro la democrazia». Per questo, ha aggiunto, «senza timore per nessuno, senza timore per l’Impero nord-americano, davanti al popolo boliviano dichiaro il signor Goldberg, ambasciatore degli Usa, persona non gradita, ».

    Oggi l’impero nord-americano esportatore di libertà, tenta di soffocare una democrazia, ma non può più avventurarsi in invasioni tipo Iraq, ecco che allora fomenta disordini di tipo cileno, e, questi sarebbero i garanti dell’ordine democratico internazionale, che con una faccia tosta senza pari, mettono bocca negli affari russi e del discutibile presidente georgiano.

    Saluti.

  17. Il Passator Cortese
    Il Passator Cortese says:

    Avevamo uno statista di levatura mondiale e ce lo siamo………

    L’offerta di Ban Ki-Moon a Romano Prodi: un incarico Onu per l’Africa.

    «Non commento una nomina dell’Onu che non è ancora avvenuta». L’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, commenta così le indiscrezioni che vorrebbero già deciso per lui un incarico come coordinatore della missione Onu-Unione Africana per lo sviluppo e le iniziative di pace del continente africano.

    A quanto si apprende da fonti a lui vicine, l’incarico è già stato prospettato a Prodi nei mesi scorsi e più recentemente nel corso di una telefonata giunta all’ex premier da parte del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.

    Prodi, sempre a quanto si apprende, dovrebbe recarsi a New York già domenica prossima per ulteriori e diretti contatti con il vertice delle Nazioni Unite, per definire l’incarico che dovrebbe avere inizialmente carattere temporaneo.

    «Se c’è la nomina certo che vado – si è limitato a rispondere Prodi circa il viaggio negli Usa – ma lo decide il segretario generale dell’Onu».

  18. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Palin, debutto tv da “donna forte”
    “Pronti alla guerra con la Russia”
    ——————
    Bella storia! Come se la caverà il nostro Cavaliere, che ha i piedi in due scarpe? Onorerà l’amico Putin o il ‘padrone’ americano?
    Ma si sa, can che abbaia non morde. Con quali soldi e quali uomini gli USA vorrebbero far guerra alla Russia?
    Non sono bastate le batoste prese in Iraq ed Afghanistan?
    E poi, la Hulliburton in Russia non avrebbe molto spazio.

  19. marco tempesta
    marco tempesta says:

    dal Corriere della sera online:
    Scoppia la polemica, Carla Corso: «La Carfagna ha fatto calendari»
    ——————
    Embè? Cosa c’è di male a fare calendari?
    Come dire: la Carfagna va al mare in bikini invece che col costume intero. E allora?

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Sempe sul Corriere, un sondaggio: “Il nuovo dl contro la prostituzione prevede misure fino all’arresto, sia per le prostitute che esercitano in luogo pubblico sia per i loro clienti. Siete d’accordo?”
    ———–
    I no sono il doppio dei si.
    Italiani, un popolo di puttanieri!

  21. Vox
    Vox says:

    suscita vergogna la vergognosa preferenza della sua Chiesa per dittatori centro e sudamericani, duci, Fuehrer, conducator, ustascia vari, massacratori darfuriani, e via elencando

    Caro Pino,
    non c’e’ nulla da sorprendesi, e’ sempre stato cosi’. Nel caso del pastore tedesco, poi, non dimentichiamo il suo passato nelle SS: i ragazzini vi entravano solo come volontari, a quanto mi risulta. Forse sarebbe il caso di prendere questo fatto in seria considerazione.
    Mi dispiace per la Guzzanti, lo trovo assurdo. Bisognerebbe ricordare al papa le parole di Gesu’ sul perdono. Ma, gia’, chiesa e Gesu’ non hanno nulla a che fare l’una con l’altro…

  22. Vox
    Vox says:

    Per solidarieta’ alla Bolivia, anche il Venezuela ha cacciato l’ambasciatore americano, ritirando il proprio da Washington.
    Magari avessimo anche noi uno come Chavez, uno che parli chiaro e abbia le palle di mandare cento volte al diavolo coloro che mettono il naso negli affari degli altri paesi (papi inclusi), e soprattutto le zecche nostrane.

  23. Vox
    Vox says:

    Napoli: Degrado e sporcizia a pochissimi metri dallo studio di Rosetta

    Ma come, Berlusconi aveva detto che Napoli ora e’ piu’ pulita del piatto in cui si mangia…
    a Piazza Municipio

  24. Vox
    Vox says:

    Pakistan, missile Usa su un villaggio: morti 12 civili

    La guerra in Afghanistan fa morti anche in Pakistan. E come sempre sono civili: almeno 12 persone, tra cui donne e bambini, sono rimaste uccise da un missile sparato da un aereo americano senza pilota nel villaggio di Tol Khel, al confine con l’Afghanistan.

    L’ultima tragedia pakistana arriva dopo le polemiche su alcune indiscrezioni secondo cui in luglio il presidente Usa, George W. Bush, approvò ordini segreti per autorizzare azioni all’interno del Pakistan anche senza il consenso di Islamabad.
    ….

    A questo punto, forse anche il Pakistan dovrebbe seguire l’esempiodella Bolivia e del Venezuela.

    Intanto, non sento l’UE strepitare che “questo e’ un oltraggio inaccettabile” e che “bisogna prendere urgenti provvedimenti contro Washington”…

  25. Vox
    Vox says:

    Abbiate pazienza, ancora un post e torno al lavoro.
    Questa e’ davvero da leggere:

    Sicilia, c’è pure la tassa sul racket. La pagano i lavoratori !

    «La cresta sul salario», così la definisce Salvatore Pasqualetto, segretario della Uil di Caltanissetta. Serve a «socializzare» i costi del racket perché vengano ripartiti equamente tra datori di lavoro e dipendenti. Ma può accadere che la tassa occulta che pagano ai clan le imprese vessate dal pizzo gravi esclusivamente sulle spalle di operai e impiegati costretti a inghiottire amaro e starsene zitti. La pratica non viene applicata nelle aziende di media o grande dimensione, ma «è diffusissima» nelle realtà industriali e commerciali «piccole e piccolissime», la maggioranza in un sistema produttivo «polverizzato» come quello siciliano. «I lavoratori non denunciano fin quando non vengono licenziati…

    Ecco come funziona il sistema: «Alla fine del mese i dipendenti ricevono la busta paga e l’assegno non trasferibile con il corrispettivo dello stipendio, poi vanno in banca per farselo cambiare e alla fine una parte dei contanti la restituiscono al titolare dell’impresa». La percentuale di detrazione – obbligatoria visto il ricatto della mancata assunzione o della perdita del posto di lavoro – «può corrispondere al 30% dello stipendio»…

    Tutto l’articolo su:
    http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=78942

  26. Il Passator Cortese
    Il Passator Cortese says:

    Pochi lo sanno, neppure i grandi giornalisti, indipendenti e non.
    Durante la XIVa Legislatura , il III° Governo Berlusconi (con la firma del Ministro della Giustizia Castelli e il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi) ha modificato (depenalizzando o addirittura abrogando) oltre 14 articoli del Codice Penale!
    Articoli delicatissimi e importanti che riguardano, per esempio: “Attentati contro l’integrità e l’unità dello Stato”, “Associazioni eversive o sovversive”, “Attentato contro la costituzione dello Stato”, “Propaganda e attività sovversiva”. Addirittura quello che fece processare (per modo di dire) la Loggia Propaganda 2.
    Perché sono stati modificati proprio questi articoli e non altri?
    Stanno preparando il terreno per un colpo di Stato e una dittatura militare?

  27. Cherry  Brumam
    Cherry Brumam says:

    La Cia ha lavorato per creare il pericolo atomico terrorista

    Mentre si discute, sui principali media mondiali della risposta sovietica allo scudo antimissile Usa in Europa orientale e sulle nuove minacce della Nord Corea, mentre si attendono gli sviluppi del pericolo nucleare iraniano – è passata del tutto inosservata, soprattutto da parte dei media italiani, una singolare vicenda che meriterebbe veramente un serio approfondimento, in quanto rivela un ruolo davvero sorprendente della Cia nella costruzione del potenziale atomico di Paesi come Libia, Iran, Pakistan e Malesia.

    Il New York Times del 24 agosto dedica infatti un ampio servizio alla storia di un ingegnere svizzero, Friedrich Tinner, esperto nella tecnologia del vuoto, fondamentale per la costruzione delle centrifughe atomiche degli impianti nucleari, da alcuni anni sotto inchiesta, insieme ai figli Marc ed Urs, da parte della magistratura elvetica.

    Apprendiamo infatti che l’ingegnere svizzero, fin dalla metà degli anni Settanta, ha lavorato insieme al celeberrimo dott. Kahn, considerato dalla stampa mondiale, dopo l’11 settembre, l’esperto nucleare della rete di Al Qaeda.

    L’attività di Friedrich Tinner, nel corso degli anni, avrebbe per l’appunto spaziato dal Pakistan alla Malesia, dalla Libia all’Iran, senza dare luogo alla minima attenzione, così sembra, da parte dell’antiterrorismo occidentale.

    Leggendo l’interessante servizio, cominciamo a comprenderne la ragione: risulta infatti che, almeno a partire dal 2000 (ma su questa data ovviamente i dubbi sono più che legittimi), Urs Tinner, figlio dell’ingegnere, sarebbe stato reclutato, con stipula di un regolare contratto, dalla Cia. Successivamente anche il padre e il fratello Marc sarebbero entrati nell’affare, rivelatosi assai redditizio dato che la Cia avrebbe elargito complessivamente ai tre, nel corso degli anni, qualcosa come 10 milioni di dollari.

    Il lavoro per cui la brillante azienda familiare, operante attraverso una serie di società di comodo, alcune delle quali chiaramente controllate dalla Cia, sarebbe stata così lautamente retribuita dai servizi statunitensi, consisteva nel fornire progettazione e strumentazione, idonea sì alla fabbricazione di impianti atomici, ma in realtà non correttamente funzionante: al punto che gli ispettori dell’AIEA avrebbero effettivamente riscontrato più volte, nel 2003- 2004, in Libia ed in Iran, la singolare stranezza di strumenti, quelli forniti proprio dai Tinner, così abilmente inabili alla bisogna da provocare un grave incidente nell’impianto iraniano di Natanz, nel 2006.

    Bella e brava gente davvero.

  28. Antidoto contro il veleno berlusconiano
    Antidoto contro il veleno berlusconiano says:

    Barzeletta berluscona rivoltata a misura ( dal quotidiano “La Repubblica”.

    Il comando dei Carabinieri riceve una richista urgente, è in atto una rapina alla Banca d’Italia.

    Il comandante invia sul posto i migliori tre tiratori scelti, vengono piazzati in punti strategici e sotto il controllo del comandante attraverso gli auricolari ricevono l’ordine di abattere il pericoloso rapinatore appena lo vedono.

    Spara il primo; il comandante chiede l’hai colpito ?
    carabiniere; si l’ho colpito, però sembra un nano.

    Spara nello stesso tempo il secondo; il comandante chiede l’hai colpito?
    carabiniere; si l’ho colpito però sembra un mafioso.

    Il terzo carabiniere scende, si avvicina al rapinatore esanime, estrae dalle tasche del bandito i documenti e comunica: comandante si chiama Dott. Silvio Berlusconi.

    Il compagno Comunista.

  29. ber
    ber says:

    Secondo certi italiani intelligenti,
    registi e giornalisti,…e’ gia’ in atto in Italia una dittatura mediatica,…strizza cervello di quelli che se si ripete una bugia
    sette volte,…diventa realta’.
    In tv, la bugia si puo’ ripetere anche settanta volte,….in una tv
    di regime tutto puo’ avvenire,…ma per la carta stampata e’ diverso,…rimane,— e i posteri possono leggere,…
    allora o si compera la mente pensante o lo si ricatta.
    Se e’ un irriducibile si caccia dal giornale,…altrimenti niente contributi statali all’editore…

  30. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Stanno preparando il terreno per un colpo di Stato e una dittatura militare?
    ——————-
    Non credo. Sono cretini, ma non fino a questo punto.
    Esiste una maniera più semplice ed efficace: ritornare agli scontri rossi-neri, attentati e solito armamentario già visto negli anni ’70. La popolazione esasperata richiederà a gran voce misure forti. Il gioco è fatto, con in più l’aureola di salvatori della Patria. Semplice semplice.

  31. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Ber, io la vedo in maniera diversa.
    Nel recente sondaggio del Corriere della Sera, gli unici ministri promossi dai lettori votanti, sono stati Maroni e Brunetta, ovvero gli unici due decisionisti. E’ un risultato che deve far riflettere le inette sinistre, ammesso che un partito come il PD si possa chiamare sinistra.
    Il berlusconismo si combatte scoprendo le carte truccate del cavaliere e finora è un lavoro che sta portando avanti solo Di Pietro, con l’aiuto mediatico di Grillo. Anche questo è un dato che deve far riflettere. Il sito IDV è sempre aggiornato con le accuse alle mascalzonate del ‘potere’.

  32. Pasquino
    Pasquino says:

    Chi sta in alto dice: pace e guerra.

    Sono di essenza diversa.
    La loro pace e la loro guerra
    son come vento e tempesta.

    La guerra cresce dalla loro pace
    come il figlio dalla madre.
    Ha in faccia
    i suoi lineamenti orridi.

    La loro guerra uccide
    quel che alla loro pace
    è sopravvissuto.

    Bertold Brecht

  33. carlino
    carlino says:

    Vorrei aggiungere al commento del signor Brumam che proprio gli Stati Uniti hanno fatto si’ che il Pakistan si dotasse dell’atomica.

    I movimenti del dottor Khan sono stati seguiti fin dall’inizio. Gli Stati Uniti sapevano benissimo cosa si stava per fare in Pakistan ma ogni anno il Presidente Americano (tutti inclusi) hanno sempre voltato la faccia e fatto finta di non vedere perche’ al loro governo faceva comodo avere un’antagonista all’altro potere nucleare, l’India.

    Per maggiori dettagli vi consiglio il libro “Deception” di Levy-Scott.

    Cordiali saluti.

  34. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    da Sabina Guzzanti

    grazie bellissimo articolo
    sarei curiosa di sapere perchè il mio intervento non ti è piaciuto neanche un po’ ma soprattutto se vuoi partecipare all’outing civile raccontare qualcosa del mondo del giornalismo sarebbe importante. i giornalisti sono i più spaventati di tutti è impressionante e non edificante.
    comunque grazie e spero a presto
    sabina

  35. Vox
    Vox says:

    @Cherry Brumam

    Mi riferivo alfatto che all’inizio del suo post era scritto:
    “Mentre si discute, sui principali media mondiali della risposta sovietica allo scudo antimissile Usa in Europa”…..

    Quel “sovietica” m’e’ sembrato un lapsus freudiano, dato che l’Unione Sovietica ormai non c’e’ piu’ (purtroppo).

  36. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    la sua lettera di addio, che spero veramente possa rientrare, mi è molto dispiaciuta. Anche perchè continuo a pensare che lei dia un significato esasperato ad affermazioni e pensieri che io vedo in modi totalmente diversi.
    Io non mi ritengo affatto omofobo (e neppure qualunque altro tipo di sessuofobia lei voglia definire) per la banale ragione che il mio giudizio sugli altri si ferma alla soglia delle loro camere da letto. Rispettate le leggi, la sessualità è una cosa che non rientra nei miei parametri di giudizio per un privato cittadino. Per un uomo politico invece la sessualtià rientra ma solo in presenza di contraddizioni interne: non accetto, ad esempio, il deputato che fa il moralista al parlamento e poi va a puttane in privato.
    Le piaccia o meno io non ho alcun pensiero critico nei confronti della sessualità di chiunque: sono faccende che non mi riguardano.
    La frase da me usata era semplicemente un’immagine, di cui le ho anche citato le origini.

    Sono dispiaciuto ma non sono neppure sudofobo. Penso che il meridione sia, complessivamente, una parte arretrata del paese e penso che non sia solo responsabilità del destino cinico e baro ma anche dei meridionali collettivamente intesi. O se preferisce della classe dirigente meridionale (una classe francamente indegna) e del paese che la vota (al di là degli abituali brogli elettorali).
    Penso, come mi pare dicesse Mazzini, che il Sud darà l’indirizzo generale dell’evoluzione del paese, in un senso o nell’altro.

    Questi sono i fatti e queste sono le mie opinioni, e penso di sapere quel che penso. Lei è naturalmente libero di interpretare le cose come crede, anche un aeroplano come ippigrifo, ma io non sono tenuto a condividere le sue interpretazioni.
    Tuttavia mi consenta di dirle che con lei non è assolutamente possibile parlare di omosessualità e di Meridione. Il primo argomento non mi interessa, al di là delle eventuali battute, il secondo invece sì perché è dall’evoluzione del Meridione che dipende l’evoluzione ed il destino dell’intero paese.
    Quando si toccano questi argomenti in lei scatta una forma di preclusione intellettuale che fa diventare un uomo solitamente colto ed acuto come lei una persona con cui non è possibile scambiare pianamente dei pareri e dei punti di vista.
    Me ne dispiace molto anche perchè, al di là delle battute e degli scontri momentanei, io ho di lei una buona opinione.
    La saluto cordialmente come ho sempre fatto alla fine dei miei messaggi, e le assicuro che non si trattato di un caso. U.

  37. ber
    ber says:

    Caro Marco,
    che le sinistre non hanno idee e lo ha illustrato bene anche il ns
    blogmaster,…ma le idee della destra sono del potere ad ogni costo,…anche con mezzi subdoli.
    “Accusiamo l’avversario politico di corruzione,promettiamo
    l’indulgenza a qualche fallito e,male che ci vada,…dimostriamo
    che gli onesti non esistono”.
    Le accuse a Di Pietro nel primo governo Prodi,furono portate avanti da un impresario fallito,…le accuse a Del Turco sono portate avanti dal fallito Angelini,finanziatore di fi,…l’accordo
    fallito Airfrance e’ stato fatto per salvare airone ,
    il tutto e sempre a spese del contribuente.
    Perche’ sai,.. il mascalzone che porta acqua a destra va difeso dall’avvocato di grido,… anch’esso pagato dal contribuente.
    Basta poi pagare quattro donnette davanti al tribunale e gridare
    “al ladro”,quando anche i polli sanno che nella sanita’ e non solo,
    si sono foraggiati partiti e ministri di tutti i tempi.
    Ogni tanto sogno di andare sul Carso e sulla tomba del graniadiere Ber domandargli se non stava bene in America,dove era andato per lavoro,al posto di tornare a morire per completare l’unita’ d’Italia,…un’Italia che un’accozzaglia di finibustieri sta distruggendo per dividersi la carogna.
    Un caro saluto,Ber

  38. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta e caro Passator Cortese,
    non sono d’accordo con le vostre analisi: troppo pessimiste e francamente datate. Non siamo mica in America Latina e negli anni Settanta!
    Il programma di governo del Banana è semplice:
    1) controllo politico della magistratura (fatto) 2) divieto di intercettazione (fatto) 3) controllo sulla stampa (fatto) 4) indebolimento del sindacato (con l’abolizione dei contratti nazionali) (in fieri) 5) privatizzazione di scuola, sanità, trasporti (fatto) 6) privatizzazione di tutte le proprietà pubbliche (cedute per due soldi ai soliti amici) 7) riforma (peggiorativa) delle pensioni 8) enti pubblici con soli poteri di spesa e senza più poteri di controllo; gli enti di controllo verranno aboliti o indeboliti 9) snellimento delle procedure degli appalti pubblici (da conferire agli amici) e liberalizzazione dei permessi di edificabilità. 10) tante grandi e costosissime opere pubbliche, appaltate ai soliti amici
    Dopodiché non si saprà più nulla degli scandali di regime, nessuno potrà più disturbare il manovratore e gli amici degli amici saranno felici ed indisturbati.
    Violante, Boato ed il Baffetto, d’accordo con tutte queste riforme, saranno anch’essi felici.
    Che bisogno ci sarebbe mai di un colpo di stato? Sarebbe del tutto inutile perché gli obiettivi, che erano poi quelli della P2 sono già stati in gran parte raggiunti. E l’Europa non avrebbe assolutamente nulla da dire. U.

  39. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara signora Guzzanti,
    io penso che gli organizzatori di quel famoso incontro avrebbero dovuto sapere che Grillo avrebbe detto proprio quel che poi ha detto. Quindi avrebbero dovuto eventualmente non invitarlo.
    Ed avrebbero anche dovuto sapere che un’autrice di satire come lei avrebbe fatto dell’ironia, come poi ha fatto. Se non gli stava bene avrebbero dovuto evitare di invitare anchelei.
    Avrebbero magari anche fatto bene: in una riunione politica la satira (sua) ed il dileggio (di Grillo) sono un po’ fuori luogo.
    Tuttavia lei ha espreso il suo puinto di vista ed ha ironizato come le sembrava di dover fare.
    In un paese normale questo diritto sarebbe una cosa del tutto ovvia. Ma l’Ittaglia non è un paese normale. E non nel senso che dice il Baffetto: l’Ittaglai non pè un paese normale proprio perchè l’opposizione è quella del Baffetto (Boato, Violante, miglioristi e teodem vari).
    Comunque le manifesto tutta la mia solidarietà. Del tutto inutile però: la Procura di Roma continuerà nel suo solito mestiere di sempre. Uroburo

  40. ber
    ber says:

    Caro Uro,
    sono stato in Germania con la famiglia per una diecina di giorni ed ho potuto notare la dfferenza tra i due paesi.
    Forse noi siamo figli di un dio minore,…loro hanno avuto Lutero,
    e hanno protestato,…noi siamo ancora pecorelle smarrite.
    Comunque, ho visto che il blog e’ avviato e ne sono contento.
    Grazie e saluti,Ber

  41. ségolene
    ségolene says:

    D’accordo con nicotri e con la necessità di un partito LAICO, che rappresenti tutta quella fetta di popolazione le cui idee ad oggi sono completamente assenti dal parlamento (laico il pd? seeee).
    Anche da parte mia solidarietà a sabina guzzanti, anche se sn molto pessimista: il gonnellone farà di tutto x ottenere una condanna “esemplare”.

    ————–
    x peter
    spero che accolga gli appeli di tutti noi, e ritorni nel blog ad illustrarci la vita su in gb

  42. giuseppe
    giuseppe says:

    e per tutte le offese alla dignità della persona (quella inscindibile dalla sua vera personalità, natura e libera espressione) che Santa Romana Chiesa perpreta costantemente nei confronti della società civile, chi dovrebbe essere querelato? Chi da il diritto ad una professione religiosa (una delle tante) ad interferire con le libere scelte di una società laica ed eterogenea? Dove sta scritto (in quale libro della Sacre Scritture)che la Religione debba legiferare ed imporre i suoi dettami ad un Paese? ATTENDO GIUSTIZIA PER LE TANTE OFFESE, UMILIAZIONI, LINCIAGGI MORALI CHE LA CHIESA COSTANTEMENTE ATTUA NEI CONFRONTI DELLA PERSONA, COL BENEPLACITO DI UNA POLITICA SCHIAVA E BIGOTTA.

Commenti più recenti »

I commenti sono chiusi.