Appello del Forum Insegnanti per salvare la scuola pubblica dalla svendita alle scuole private

Lo stato d’animo dei lavoratori della Scuola oscilla dallo sconforto alla rabbia nel rilevare la persistente inadeguatezza del sindacato e delle opposizioni nel contrastare il processo di privatizzazione dei beni comuni in generale e dell’istruzione in particolare, come se non esistesse da parte di tali soggetti la consapevolezza che ci si stia avviando precipitosamente ad un punto di non ritorno, ragion per cui occorre ora e subito senza alcun indugio  una massiccia mobilitazione per contrastare un attacco senza precedenti ai principi della Costituzione, ai diritti dei lavoratori e al loro salario e all’etica stessa della convivenza civile.

Il mondo della Scuola è molto preoccupato dalle nuove norme che ridisegnano il sistema dell’istruzione, già peraltro dissestato dai provvedimenti che si sono susseguiti negli ultimi tre lustri, le quali rappresentano il grimaldello per scardinare in via definitiva ciò che resta della Scuola Pubblica: si inquadrano infatti  in una strategia più ampia di demolizione di tutte le strutture pubbliche e di disintegrazione dei diritti di chi vi lavora al fine di velocizzare il trasferimento di servizi e funzioni pubbliche ai privati. La riduzione del personale che interessa tutto il pubblico impiego e riguarda la Scuola nella misura di 100.000 docenti e 43.000 del personale ATA e la chiusura di più di 2000 istituti nei piccoli comuni determinerà il collasso di un sistema fiaccato peraltro dall’enorme riduzione dei finanziamenti (circa 8 miliardi di euro entro il 2012). Infatti, come in altri settori, il governo è deciso ad imporre alla Scuola con la forza le sue scelte, con una prova “muscolare” esternata mediante l’interessamento allo stesso disegno di ben tre Ministeri: MIUR, P.A. e MEF, con il cosiddetto “commissariamento” economico del Ministro Gelmini e con l’introduzione di regole neo-autoritarie che pretendono di coprire il vuoto creato con la riduzione della Scuola ad un involucro pressoché vuoto da dare in pasto all’iniziativa privata.

Premesso che per poter ricostruire in Italia una Scuola Pubblica che sia sanata dai guasti di questi anni, è necessario abrogare le leggi Moratti, alle quali  si riferiscono i pessimi interventi legislativi di questo governo, riteniamo indispensabile:

  • Il ritiro del DDL n. 953/2008  Aprea, proposta di legge anticostituzionale che porterebbe a compimento la completa distruzione della Scuola dello Stato, visto tra l’altro che ogni singolo istituto avrebbe un’organizzazione di tipo aziendale, mentre gli insegnanti perderebbero totalmente la loro funzione, in quanto privi di libertà reale di insegnamento.
  • Il ritiro del DDL Gelmini, presentato il 1 agosto 2008, che tra l’altro introduce, in linea con il disegno di legge Aprea, l’assunzione diretta del personale a tempo determinato con nomina biennale da parte dei dirigenti scolastici.
  • L’eliminazione di tutte quelle norme, presenti in leggi e decreti vari, come il DL n. 112/2008, il DL n. 93/2008 e il DL n. 97/2008,  che stravolgono la Scuola, ne deregolamentano il lavoro e le tolgono la possibilità di svolgere quel ruolo che le prescrive il testo Costituzionale, prevedendo tra l’altro tagli su tagli, incremento del rapporto alunni-docenti, accorpamento di scuole e di classi di concorso (flessibilità), diminuzione del tempo scuola, “rimodulazione dell’organizzazione didattica nella primaria” (maestro unico?). La logica di tutto si riassume nel disegno di far cassa distruggendo la Scuola e svendendola ai privati.

Pertanto le nostre rivendicazioni riguardano i seguenti punti:

  • La difesa del carattere statale della Scuola di tutte e di tutti, in modo che venga garantita l’esistenza delle scuole private, ma senza oneri per lo Stato, come prevede la Costituzione.
  • L’opposizione al disegno di aziendalizzazione  della Scuola e dell’ingresso dei privati nella gestione degli istituti.
  • La difesa dello stato giuridico professionale degli insegnanti e il rifiuto di ogni meccanismo di carriera pseudo-meritocratica, come quello previsto nel disegno di legge  Aprea, con concorsi e livelli di carriera, che romperebbero i rapporti esistenti nella Scuola ancora prevalentemente solidaristici, propri di un ambiente educativo, e instaurerebbero inadatti rapporti concorrenziali tipici delle aziende.
  • La difesa della libertà di insegnamento, baluardo costituzionale  della laicità e della democrazia.
  • La  salvaguardia del contratto nazionale e il contemporaneo rifiuto della possibilità di assunzione da parte dei dirigenti scolastici, perché  l’insegnante, nella sua libertà garantita dallo Stato democratico, non può dipendere della singola scuola ma dal sistema complessivo della pubblica istruzione.
  • L’assunzione di tutti i precari e il superamento del precariato, che colpisce il lavoratore come persona e non permette alla Scuola di funzionare con continuità garantendo l’attuazione dei progetti didattici e la crescita dei rapporti interpersonali allievi-insegnanti.
  • Il rifiuto di una deriva regionalistica dell’istruzione, quale emerge dalle strampalate proposte della Lega, che vorrebbe affidare le cattedre ai docenti autoctoni.
  • La difesa dei diritti e delle tutele dei lavoratori della Scuola e, il rigetto di tutte quelle norme vessatorie, come quelle su permessi e malattie, volti a creare un clima denigratorio nei loro confronti. Essi devono poter svolgere il proprio ruolo con il rispetto di cui hanno diritto e senza preoccupazioni estranee al delicato lavoro che hanno il compito di svolgere.
  • L’opposizione ai tagli di cattedre e di finanziamenti che rendono impossibile insegnare, perché in classi sovraffollate e senza finanziamenti viene reso vano ogni progetto didattico e reso impossibile l’apprendimento e la crescita educativa. Non c’è qualità senza i mezzi per fare buona scuola e questa, in nome del risparmio a senso unico, non può essere ridotta ad una caserma con docenti “militarizzati” e ridotti a “fustigatori” dei propri alunni.
  • La difesa del tempo scuola, normale, pieno e prolungato con doppi insegnanti, perché l’apprendimento avviene solo con i tempi distesi e vanno rispettati i processi cognitivi di tutte e tutti.
  • La difesa dell’obbligo scolastico e il rifiuto del doppio canale morattiano, che reintroduce l’incivile  divisione tra scuola vera e scuola per famiglie svantaggiate.
  • La salvaguardia dell’insegnamento di sostegno e del diritto all’istruzione per tutti, senza discriminazioni etniche e linguistiche e quindi difesa dell’insegnamento di sostegno in classe e per tutte le ore necessarie e garanzia dell’ausilio didattico dei mediatori linguistico-culturali per assicurare il diritto allo studio degli alunni stranieri.

Consapevoli che per evitare il baratro e rompere lo stato di assedio che vede alleati governo, poteri forti e mezzi di informazione  occorre una risposta immediata, determinata  e sinergica di tutti, ci rivolgiamo  a quanti sentono l’importanza del ruolo svolto nella società dalla Scuola dello Stato e, in particolare, a tutte quelle persone, quei movimenti, quei soggetti politici, sindacali e associativi che in questi giorni hanno già elevato la loro protesta o comunque in passato hanno lottato contro lo sfascio prodotto dagli scorsi governi per iniziare  a far sentire la nostra voce di protesta.

Inoltre facciamo appello a tutti i comitati presenti nel paese già in parte organizzati in una rete di mutuo soccorso, visto che ci troviamo di fronte ad un attacco a mitraglia da parte di questo “regime” contro i beni comuni essenziali per la vita civile; infatti, il disegno che colpisce la Scuola è un’articolazione di quello complessivo di stampo autoritario che distrugge l’ambiente e uccide nei territori i cittadini per mancanza di tutele, che militarizza le città, perseguitando gli immigrati, i rom e le persone in genere attraverso ridicole proibizioni, che salva coloro che commettono reati mentre permette la strage di operai uccisi per mancanza di sicurezza e li massacra con una deregolamentazione selvaggia dei rapporti di lavoro.

Crediamo che solo lottando tutti insieme per il bene di tutti possiamo vincere questa battaglia di civiltà e per questo chiediamo di iniziare con il segnale di una firma di tutti a questo appello!

Il Forum Insegnanti

PER ADERIRE ALL’APPELLO

scarica il modulo per la raccolta delle sottoscrizioni da compilare, digitalizzare con lo scanner e spedire via email all’indirizzo: info@foruminsegnanti.it

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320 commenti
Commenti più recenti »
  1. Ong di Palestina e Israele, torna il summit internazionale in Toscana
    Ong di Palestina e Israele, torna il summit internazionale in Toscana says:

    Il 19 e 20 settembre a Pisa 150 organizzazioni non governative al lavoro per la pace
    Presente Luisa Morgantini, vicepresidente del Parlamento Ue

    “Il ruolo dell’Europa nella risoluzione del conflitto Israelo-Palestinese”: torna in Toscana l’appuntamento internazionale del Forum per la Pace delle Ong israeliane e palestinesi. A Pisa venerdì 19 e sabato 20 settembre si ritroveranno nelle sale del Centro Congressi del My One Hotel i rappresentanti di 50 Ong palestinesi e di 50 Ong israeliane per lavorare sui temi della pace. Insieme a loro, i rappresentanti di altrettante Ong italiane ed europee.

    La conferenza, organizzata dalla Regione Toscana con il sostegno dell’Unione Europea e rivolta agli operatori, si svolge sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e rappresenta il secondo appuntamento di questo tipo che si svolge in Toscana con la partecipazione della società civile di Israele e Palestina.

    Dopo il felice esordio dello scorso anno, che vide impegnate le Ong in una tre giorni di lavori a Montecatini e a Firenze, questa è l’occasione per ritrovarsi e confrontare il lavoro compiuto, ma soprattutto per gettare la base di nuovi progetti comuni. Progetti che riguarderanno temi primari come la tutela dei diritti civili e umani, gli aiuti umanitari, la salute, l’istruzione, la ricerca e l’università, la salvaguardia dell’ambiente, ma anche l’informazione.

    Questo il programma del Forum.
    I lavori cominceranno venerdì, 19 settembre, intorno alle 10, con i saluti del sindaco di Pisa, Marco Filippeschi e quelli del presidente della Provincia, Andrea Pieroni. Subito dopo sarà l’assessore regionale alla pace e riconciliazione, Massimo Toschi, a svolgere l’intervento intr oduttivo che, insieme a quelli dei capidele! gazione, il palestinese Saman Khoury, e l’israeliano Ron Pundak presidente del Centro Peres per la pace, oltre all’intervento di Anne Luvigsson, parlamentare svedese e rappresentante del Cen tro “Olof Palmer” porterà nel cuore dei lavori della conferenza. Sempre nella mattinata del 19 settembre si potranno ascoltare i contributi dell’ambasciatore israeliano in Italia, Ghideon Meir, e di un rappresentente dell’ambasciata palestinese. Nel pomeriggio due workshop. Il primo dedicato a fare il punto della situazione del negoziato per la pace in corso, alla luce dell’iniziativa araba, e l’analisi del contributo potenziale delle iniziative di pace regionali. Il secondo dedicato più in particolare al ruolo della società civile israeliana, palestinese e di quella europea, nella costruzione della pace attraverso la cooperazione trilaterale.

    L’intervento del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, intorno alle 11,30 della seconda giornata di lavori, sabato 20 settembre, vertera’ sul tema “La scommessa della pace”. Prima di lui testimonianze di personalità provenienti da altri paesi, la cui storia è stata segnata dal conflitto, come l’Irlanda del Nord e il Sudafrica. Seguirà un workshop che permetterà di approfondire il ruolo della società civile nelle situazioni di conflitto. Nel pomeriggio di sabato 20 settembre, intorno alle 15,30, attesi gli interventi di Stefano Cacciaguerra, responsabile della cooperazione decentrata della Farnesina e della vicepresidente del parlamento Europeo, Luisa Morgantini. Infine spazio alla presentazione di programmi di cooperazione particolarmente significativi, come Med Cooperation, che vedono la partecipazione di varie regioni italiane e la presentazione della Conferenza Europea delle autorità locali per la cooperazione e la pace che si terrà a Venezia il 27 e 28 settembre.

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Io sono del parere che il mondo scolastico così com’è, dovrebbe essere cancellato e ripensato in toto.
    Il prodotto che esce attualmente dalle scuole, è pessimo.
    Certo, ci sono i ragazzi bravi e i ragazzi asini, come ci sono gli insegnanti bravi e quelli asini. Il problema non è questo.
    Il problema è che all’uscita dalle superiori, non abbiamo nè giovani pronti per entrare dignitosamente nella società, nè, men che mai, giovani in grado di capirla, la società in cui si trovano o si troveranno ad operare.
    Bisogna buttare a mare la scuola di modello ottocentesco, che fa studiare l’algebra in un corso di stiliste ed ignora ( come ben fa rilevare CC) la ben più importante educazione alimentare, giusto per dirne una. Una scuola che insegna l’inglese ancora facendo studiare l’inutilissima grammatica, quando una lingua la si impara per imitazione, come si impara un dialetto diverso dal proprio anche in età avanzata. La mia bisnipote a due anni accendeva il computer, caricava il suo gioco, ci giocava, poi spegneva il computer usando la routine di spegnimento; sempre lei, ora che ha 5 anni vuole spiegazioni scientifiche di ciò che vede. Cosa si andrà a dare a questa bambina, quando andrà a scuola? Quello che abbiamo avuto noi? Ma per favore!
    E attenzione, mia nipote non è un’eccezione. Questa nuovissima generazione subirà la scuola come una palla al piede, se non si cambierà radicalmente la mentalità d’insegnamento, la scelta delle materie, la struttura stessa della scuola, che ha bisogno di essere confezionata addosso al singolo studente e non massificata e livellata al minimo.

  3. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ieri stavo chiacchierando con un mio amico berlusconiano e gli mostravo le magagne che sta facendo questo governo.
    Sapete cosa mi ha risposto?
    Mi ha detto che sa benissimo chi sia e come si comporti Berlusconi, che non glie ne importa un fico secco se si aggiusta le leggi a modo suo, se favorisce i suoi amici, ma lui preferisce un governo anche di delinquenti, che però si muova e faccia qualcosa, piuttosto che un governo di santi che non faccia niente.
    Mi chiedo quanta gente condivida questo punto di vista.
    Temo siano in molti.
    Il criterio è: ” se mangiano loro, mangiamo anche noi; se non mangiano loro, non mangiamo neanche noi”.
    Ovvio che è un sistema destinato a crollare, ma intanto che c’è, chi può si abbuffa e degli altri, chi se ne frega?
    E’ il seguito dello yuppismo degli anni ’80.

  4. Linosse
    Linosse says:

    X M.T.
    “Io sono del parere che il mondo scolastico così com’è, dovrebbe essere cancellato e ripensato in toto.”
    :::::::
    Io sono convinto che con questo governo non solo non si pensa alla scuola ma si vuole cancellarla TOTALMENTE senza possibilità di essere rianimata in alcun modo.
    L.

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Faust,
    mi interessa la salute del tuo cuore, perchè è una forca caudina sotto la quale sono passato anch’io: alla prima visita in ospedale, a Roma, mi è stato detto che era una cosa da niente e che sarebbe bastato un cerotto pr sistemare il tutto. Poi, sotto la coronarografia, è venuto fuori che dovevo essere operato d’urgenza perchè, se ero ancora vivo, era solo per opera dello Spirito Santo. Non trascurare.
    Un caro saluto.

  6. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ma sai, Linosse, fortunatamente il mondo non è più ignorante come una volta. Nella peggiore delle ipotesi, i giovani oggi hanno un’enormità di mezzi d’informazione e di cultura, se sono veramente interessati ad informarsi ed acculturarsi.
    Una buona scuola è un vantaggio per tutta la nazione, ma se la scuola crolla, comunque una percentuale di ragazzi volenterosi e curiosi, cercherà altrove e troverà.
    Saranno penalizzati non solo i meno abbienti, ma specialmente i meno portati allo studio, il chè non la considero del tutto una sfortuna.
    Intanto, bisognerebbe dirottare i meno portati allo studio, verso un mestiere di tipo manuale, come succedeva una volta. Non si tratta di essere più o meno intelligenti, l’intelligenza non c’entra, c’entra invece la predisposizione. Un buon meccanico d’auto è altrettanto importande di un buon ingegnere ( e guadagna certo di più di un ingegnere). E’ stupido voler forzare a tutti i costi un giovane verso gli studi superiori, se non è portato.
    Le elementari, bene o male si reggono, o con un maestro o con tre è uguale. Le medie fanno talmente acqua che non val la pena neanche prenderle in considerazione: peggio di come sono messe, non si può. Nelle superiori si tratta di aver fortuna o di avere soldi. Fortuna, per capitare in mano ad insegnanti validi; soldi, per andare nelle scuole private.
    Questo, sempre nella peggiore delle ipotesi.
    Non è detto però che il sistema scolastico si riduca per davvero peggio di com’è già.

  7. Colpa degli zingari. E degli immigrati!!
    Colpa degli zingari. E degli immigrati!! says:

    “Terza fase di crisi dal dopoguerra”
    Inflazione al 3,6%, cresce la spesa pubblica. “Le famiglie pagano troppe tasse”
    L’allarme di Confindustria
    “Cala il pil, è recessione”

    ROMA – E’ recessione. Confindustria vede nero per la nostra economia. Il centro studi prevede per il 2008 un calo del pil dello 0,1% in “forte contrasto” con l’aumento dell’1,5% conseguito nel 2007. A giugno, invece, gli industriali avevano stimato una crescita del pil tra lo 0,1% e lo 0,6%. “E’ la terza fase di recessione dal dopoguerra – commenta il direttore del Csc, Luca Paolazzi – dopo quella del 1975 e del 1993″. Ma una ripresa, dicono dal centro studi, è possibile nel 2009. A patto che partano le riforme, in primis quella dei contratti. “Senza questi interventi si confermerà il divario di crescita di un punto percentuale sperimentato negli ultimi dieci anni”.

    Per il momento, però, “restano rischi di debolezza internazionale – sottolinea il centro studi degli industriali – ma si intravedono primi timidi segni di stabilizzazione che preludono a una svolta. Se confermati, nel 2009 comincerà la ripresa, cui l’italia ha la possibilità di agganciarsi”. Nel prossimo anno il Csc indica nello 0,4% l’incremento del pil.

    Vale la pena di segnalare come le stime sul pil degli industriali si discostino notevolmente da quelle del governo che per il 2008 stima una crescita del pil dello 0,5% e nel 2009 dello 0,9%.

    Inflazione. L’inflazione dovrebbe attestarsi
    quest’anno al 3,6%. Secondo il Centro studi l’indice dei prezzi al consumo scenderà poi al 2,5% nel 2009. Segno meno per la spesa: “Le famiglie italiane hanno tagliato i consumi” spiegano da Confindustria e l’anno si chiuderà con un calo dello 0,1%, in netto contrasto con il +1,4% del 2007. Si tratta della seconda diminuzione dal dopoguerra ad oggi dopo quella del ’93.

    Spesa pubblica. Crescono le spese della pubblica amministrazione che “mostrano una forte accelerazione nel 2008 attestandosi al 49,9% del pil”. Confindustria vede, però, nel 2009 una leggera flessione delle spese (49,7%). Contemporaneamente le entrate aumentano di 0,2 punti, al 47,4% del pil nel 2008, e conserveranno lo stesso livello nel 2009.

    Debito pubblico. Il debito pubblico si attesterà
    quest’anno al 103,7% per scendere nel 2009 al 102,9%. La previsione di Confindustria è più o meno in linea con quella del governo che prevedeva, nel Dpef, un livello 2008 del 103,9% e del 102,7% nel 2009.

    “Troppe tasse”. Le famiglie italiane continuano a pagare troppe tasse. Nel nord italia oltre la metà del reddito familiare va al fisco. Gli industriali stimano che, nel 2008, per ogni 100 euro di remunerazione del lavoro dipendente che spetta a una famiglia modello, ben 53 finiscono in imposte, dirette e indirette, e contributi sociali. Il centro studi ritiene quindi “fondamentale ridurre le aliquote insieme all’evasione fiscale”.

  8. Cala il petrolio, ma non la benzina. Zingari ladri!
    Cala il petrolio, ma non la benzina. Zingari ladri! says:

    Cala il petrolio. Il prezzo del petrolio a fine 2008 potrà scendere anche sotto i 90 dollari al barile. Secondo il csc “è finita la bolla petrolifera”, che è stata “figlia della crisi finanziaria” internazionale. Inoltre, il ribasso del prezzo del petrolio è stato determinato anche “dall’esaurirsi della spinta che veniva dall’indebolimento del dollaro, prima, e il rafforzamento della divisa usa, poi”.

  9. Hlafo
    Hlafo says:

    xAZ Cecina Li .
    Il suo esperimento di “dinamismo dinamico” preso a prestito da Controcorrente secondo il mio parere è miseramente fallito, forse lei è ancora offuscato dagli obbrobbi scritti a proposito dei preti.
    Nel post Nr. 410(precedente argomento) lei scrive:-

    “Ad uno che ha fame uno passa e butta un euro nel cappello e se ne va, un altro si avvicina gli stringe la mano, ci lascia dentro magari solo mezzo euro dicendogli dicendoli “domani torno puoi contare su di me”.
    Il primo ha fato la carità il secondo della solidarietà. Tanto per non usare la solita massima, non dargli un pesce , insegnagli a pescare.
    La carità è sporadica, casuale e fatta dall’alto in basso, la solidarietà è orizzontale e tendenzialmente duratura”.



    Lei dunque non ha letto attentamente e tra le righe dei post da me scritti,in risposta a Marco Tempesta.
    Il primo che ha “BUTTATO” un euro nel cappello o nella “CIOTOLA”, non ha fatto la carità, ha fatto l’elemosina.

    Il secondo che invece ha “DONATO” 50 ct., aggiungendo: “domani torno puoi contare su di me”, quel signore ha fatto la “CARITA’ “.
    Perchè, caro signore, nella vera “CARITA” sono “INCLUSE” la solidarietà , l’amore , la clemenza.
    Si può essere solidali, si può amare, si può essere clementi a parole , senza far seguire necessariamente i fatti.
    La “CARITA’ ” invece presume quel famoso “dinamismo dinamico” (se no non è più carità) che lei , meno male ,si è preso solo in prestito. Un saluto

  10. Hlafo
    Hlafo says:

    Caro Marco, tu scrivi,post Nr. 2 :-“Una scuola che insegna l’inglese ancora facendo studiare l’inutilissima grammatica, quando una lingua la si impara per imitazione, come si impara un dialetto diverso dal proprio anche in età avanzata”


    Sono daccordo su tutto quello che hai scritto,me ne sono accorto dalle differenze dei miei nipoti che studiano in Italia e mio figlio più piccolo che studia in Germania , hanno supergiù la stessa età.
    A proposito ho scritto tempo fà un post,in cui mettevo in evidenza la scarsa organizzazione della scuola italiana, ed anche che i nostri politici non sono in grado di prendere decisioni ragionevoli.
    Dovrebbero però essere almeno in grado di copiare.
    Il miglior sistema è quello Svedese, quello Tedesco non scherza mica. Vadano a controllare, a imparare come fanno gli altri, essere umili a volte non nuoce. Ciò vale anche in altri campi.
    Non mi trovi daccordo sull’unitilità della grammatica.
    Sarebbe un errore madornale per il futuro, quando dovrebbero mettere in pratica , nel lavoro le loro conoscenze.Un saluto

  11. Hlafo
    Hlafo says:

    xMarco,
    è chiaro che la pratica è anche importante.
    Qui in Germania i ragazzi vengono invitati in Gran Bretagna e viceversa, mio figlio è stato ospite in Dundee due settimane e noi abbiamo anche ospitato due settimane un ragazzo Inglese, il suo nome è Philip, è stata un’esperienza bellissima.
    Sono in condatto via internet praticamente ogni giorno, lui scive in tedesco e mio figlio risponde in inglese, in caso di errore , se lo comunicano. Un saluto

  12. Peter
    Peter says:

    studiare le grammatiche non e’ affatto sbagliato. E’ indispensabile per capire come una lingua funziona

  13. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Salve Pino!
    ho visionato il tuo video sul blog di Sabina.
    Infatti, non c’è niente da aggiungere.
    Proprio niente.
    Maledetti!

    C.G.

  14. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    X Hlafo
    Come avevo premesso nel mio post, le parole sono convenzioni con sfumature interpretative anche notevoli, per questo ho fatto quel piccolo esempio, (empirico/dinamico) per sfuggire alla volatilità delle parole ed agganciare il concetto ad una descrizione quasi da copione di uno spot.
    “… Ad uno che ha fame uno passa e butta un euro nel cappello e se ne va, un altro si avvicina gli stringe la mano e ci lascia dentro magari solo mezzo euro ma dicendogli dicendoli domani torno puoi contare su di me. Il primo ha fato la carità il secondo della solidarietà….. ”
    Se poi vogliamo chiamare il primo “elemosina” ed il secondo “carità” va benissimo lo stesso, potremmo chiamarli comportamento”A” e comportamento “B”, o anche Mario e Antonio, sono comunque quello che ho descritto.
    Il fatto che volevo sottolineare è, a mio avviso, che il secondo ha una valenza più positiva del primo, che non è comunque negativo in assoluto, sempre meglio un euro di elemosina di una pedata.

    Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it

  15. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Cerutti Gino

    Bada che il video con la mia intervista lo si può vedere da un bel pezzo. Cliccando il link “Video” in alto a sinistra sulla home page compaiono alcuni link di video, il quarto dall’alto in basso è quello che la Guzzanti mi ha chiesto di poter utilizzare. Lei lo ha inserito come Yuotube, io l’avevo inserito come Myvideos perché sono loro che mi hanno fatto quelle interviste un paio di anni fa per il loro sito. Tutti e 4 erano già disponibili sul blog che avevo a L’espresso on line.
    I 4 link più in basso, a partire da quello di Utopia, invece non sono di video, è un errore del “tenico”, cui verrà posto rimedio.
    Come vedi, mi detestano i cattolici filoclericali, i musulmani fanatici e gli ebrei filosionisti&filoisraeliani. Dire la verità dà fastidio a molti…
    Coraggio.
    Un caro saluto.
    pino

  16. Chiesa avida e simoniaca. Non si pente, ma rivuole tutti i 35 milioni persi di 8 per mille
    Chiesa avida e simoniaca. Non si pente, ma rivuole tutti i 35 milioni persi di 8 per mille says:

    Chiesa avida e simoniaca. Non si pente, ma rivuole tutti i 35 milioni persi di 8 per mille

    NICO VALERIO
    Salon Voltaire, 18 settembre 18, 2008
    http://salon-voltaire.blogspot.com/2008/09/chiesa-avida-e-simoniaca-ora-rivuole.html

    E meno male che doveva occuparsi delle anime. La cosa fu subito smentita quando ci si accorse del suo morboso interessamento ai corpi, altro che alle anime, specialmente al di sotto dell’ombelico e tra le gambe. Ma ora non si vergogna di esagerare. Tanto, ormai, così pochi cattolici vanno in chiesa che la Chiesa non ha nulla da perdere. La faccia? Ma quella l’ha persa già 2000 anni fa, quando si inventò a tavolino una vicenda romanzesca che nessuno dei tanti storici dell’epoca, stranamente, ha registrato.
    Ma torniamo all’oggi. Il problema morale è: l’avidità è una virtù cristiana o un vizio?
    La “verità”, vista dal soglio pontificio, conoscendo le sottigliezze causidiche ecclesiastiche, dovrebbe stare nel mezzo. Probabilmente è una “virtù” quando ha come soggetto la Chiesa, un vizio quando riguarda gli altri.
    Che è successo? E’ di oggi la notizia che la Chiesa cattolica romana (il “Vaticano” non c’entra, amici Radicali ormai troppo diplomatici e politicamente corretti), abituata alle “donazioni” e alle ricchezze materiali da una antichissima tradizione che risale addirittura a Costantino, sempre nostalgica del potere temporale, avvantaggiata ingiustamente, contro l’abc di uno Stato laico liberale, dallo scandaloso meccanismo dall’8 per mille, unico al mondo, lamenta di aver incassato nell’ultimo anno 35 milioni di euro di meno rispetto al penultimo.
    Una tragedia? No, una dolorosa farsa. Condita di jattanza e arroganza. Insomma, non c’è alcun “mea culpa”.
    La Chiesa non deve avere un “fatturato” come la Fiat. A meno che non venda indulgenze o potere, o compri adesioni di politici, amministratori o giornalisti atei devoti, cosa impossibile sapendo quanto è avara.
    E lo scandalo è che non “si pente” (per usare il suo linguaggio farisaico, che non è il nostro) di questa tendenza simoniaca a scambiare il carisma col potere, e il potere con la ricchezza in denaro. Un’avidità crescente che se noi fossimo cattolici, e cattolici severi, alla Capitini, ma perfino alla Jemolo, grande cattolico liberale, bolleremmo come scandalosa, demoniaca (sempre per usare categorie linguistiche chiesastiche).
    Davvero, non si può dare torto a Pannella quando critica la Chiesa da capitiniano offeso, non da anticattolico. Pochi ricordano che Marco è stato un allievo fedele del teologo umbro, grande moralista cattolico, teorico della non-violenza e vegetariano.
    Ma la Chiesa, sempre intendendo le sue alte sfere, non è neanche sfiorata da alcun dubbio, se diminuiscono le entrate, oltretutto abusive. Non salta neanche in mente alle furbissime gerarchie della Chiesa romana di ridurre le uscite, no. Come corrotti politici qualunque, su quelle somme ormai ci hanno fatto l’abitudine, si sono impegnati, quelle somme già se le sono giocate, le hanno “scontate”, su quelle cifre hanno scritto i bilanci ordinari e le previsioni di bilancio per gli anni avvenire.
    La soluzione delle ineffabili gerarchie alla “crisi” momentanea? Semplice: convincere sempre più persone a tornare a fare le laute elargizioni del passato.
    Ma la Chiesa non cambia, no. Tira dritto. La Chiesa non interpreta questo calo come una critica, come caduta verticale della propria immagine pubblica, magari a causa dei funerali negati al buon cattolico Welby o della crudeltà mostrata verso le coppie costrette alla fecondazione medica o verso i malati terminali e senza speranza tenuti in vita artificialmente. Non lo vede, come invece dovrebbe, come il segno allarmante della crescente sfiducia dei cittadini cattolici verso Papa, cardinali e vescovi, sempre più integralisti simil-islamici, che mettono bocca su tutto e su tutti senza avere nessuna speciale autorità morale (basta pensare alle migliaia di casi di pedofilia criminale), ma non sui propri privilegi. Neanche gli viene in mente che si sono esposti un po’ troppo in politica, facendo addirittura rimpiangere i tempi del “clericalismo moderato” della Democrazia Cristiana.
    Macché, pensano che basti una nuova e più efficace campagna pubblicitaria. Come se fosse la “Nutella”. Se il prodotto Chiesa “va meno” nel 2008, basta cambiare art director e copy writer. Gli slogan degli appelli sui giornali vanno un attimino rivisti e migliorati. Serviranno più abili persuasori occulti per convincere sempre più gente, disattenta, anziana, disinformata, ad abboccare all’amo.
    Ma a che cosa gli serviranno poi tutti quei milioni di euro in più? I malevoli sospetteranno che saranno utilizzati per rifondere le diocesi delle centinaia di risarcimenti milionari a cui sono state condannate (violenza carnale o circonvenzione di incapace) per il comportamento dei preti pedofili in America, in Asia, in Africa, in Europa, nel Mondo tutto. Non si chiama, dopotutto, Chiesa “Cattolica”, cioè universale? Elementare, Watson.

  17. Peter
    Peter says:

    un bell’articolo, quello di sopra sui rapporti tra chiesa, potere e denaro.
    Qualcuno disse che l’unico atteggiamento consentito verso il denaro e’ quello di un rapace disprezzo (mi pare GB Shaw).
    Mea culpa, e’ una contraddizione in cui mi riconosco anch’io.
    Qualcuno sul blog diceva tempo fa che i preti, cioe’ i parroci, sono pero’ dei poveretti che nulla hanno a che fare con le magagne delle alte gerarchie. Mi permetto di dissentire.
    Sesso e denaro gli interessa come e piu’ che agli altri comuni mortali. Il terzo interesse-motore del mondo, cioe’ la politica, gli interessa se intesa come potere. Il loro,
    soprattutto. I preti delle parrocchie si fanno pagare in moneta sonante per praticamente tutto quello che fanno. Si tratta di ‘offerte’, ma chi non le fa? E poi ‘corteggiano’ gli anziani soli che hanno spesso memoria corta e manica larga.
    Il rapporto che gli italiani hanno col clero e’ simile a quello che i britannici hanno con la loro monarchia ed aristocrazia. Li stanno a sentire, li disprezzano, a volte li odiano persino, si fanno raggirare, ma non possono o vogliono mandarli a quel paese, perche se ne sentirebbero ‘orfani’. E’ la tradizione

    Peter

  18. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Oggi sono proprio contento, so che mi costerà ma sono contento lo stesso.
    Le grandi banche americane cadono come birilli, quelle mondiali dondolano come ubriachi, quelle che imponevano al mondo il loro credo nel libero mercato globalizzato, oggi abiurano frettolosamente il loro Dio ed invocano, supplicano, implorano l’intervento pubblico.
    Finalmente la Signora Realtà ha bussato alla loro porta e a detto a tutti questi grandi economisti dei miei sandali (non porto gli stivali), quelli che Viva! Viva! Il libero mercato, la finanza creativa, quelli che pensavano che il mondo potesse campare di bond, futures, derivati e roba del genere e non di grano patata pomodori e cavoli, sono stati improvvisamente svegliati dal loro sogno in cui legavano i cani con l salsicce, ed ora dovranno finalmente rendersi conto che il mondo lo mandano avanti quelli che hanno i calli nelle mani, ed i cervelli che quelle mani direttamente o indirettamente fanno muovere e produrre.
    Sentire Tre-Monti snocciolare con la sua erre arrotata queste frasi: “… Dalla crisi innescata dal crollo del sistema americano ”se ne esce solo con il ritorno al pubblico. Servono nuove regole, politiche keynesiane e una morale del lavoro ”
    ”una morale del lavoro” da Tre-Monti. Che musica ragazzi, sublime, meglio dei Pink Floyd degli anni migliori.

    Ed ancora ”…Se il male è stato l’assenza di regole, la cura può essere solo nella costruzione di regole. La sostanza del male nei tempi e nel metodo della globalizzazione, fatta troppo di colpo e tutta a debito. …. Non abbiamo le regole che ci servono. Regole che vietino i contratti speculativi, i paradisi legali, gli strumenti atipici, i bilanci opachi ….. la fiducia può essere ristabilita solo su nuove regole”.

    Ma non erano quelli che strillavano contro “ lacci e lacciuoli” o mi sbaglio. Non era TreMonti quello delle privatizzazioni selvagge e delle “cartolarizzazioni”?!?! .
    Il giocattolo caca soldi che questa marmaglia di mangia pane a ufo si erano inventati si è roto, ora chiederanno nuovi sacrifici a chi i sacrifici li ha sempre fatti, per riparare il giocattolo e riprendere il gioco.
    Dipenderà da noi, dalla gente con i calli nelle mani e da quelli che nei cervelli anno idee vere, idee per produrre cose con meno spreco e con meno inquinamento, cose utili a tutti, se riusciremo a cambiare sistema di produrre e scambiare o continueremo a lasciarci infinocchiare da questi giocatori di monopoli, che hanno portato il mondo alla bancarotta.

    Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it

    Ps. Grazie al tecnico per lo spazio della tabella, se si potesse anche allargare un po’ (100 – 150 pixel) sarebbe ancora meglio.

  19. Peter
    Peter says:

    superfluo precisare che per quanto riguarda la lussuria (di un ‘esigua e trascurabile minoranza, ovviamente) i poveri preti non corteggiano gli anziani.
    Una gradevole novita’ che notavo in Grecia e’ quella degli orgogliosi preti ortodossi, vestiti elegantemente ma sobriamente, fianco a fianco ciascuno con una signora vestita in colori sgargianti. La moglie

    Peter

  20. sylvi
    sylvi says:

    Mentre ballavo con un cosacco e bevevo la wuodka, l’Espresso mi sfilava il blog !

    Non ho letto molto di arruotalibera, (devo ancora disfare le valigie) ma sono assolutamente d’accordo con Antonio Zaimbri.
    Non comprerò più l’Espresso se non avrà la correttezza di esprimere in due righe i motivi della chiusura, dopo quarant’anni che gli do da vivere editorialmente!

    Un ben ritrovati a Pino e a tutti.
    Grazie Anita!

  21. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Molti nemici, molto onore, diceva qualcuno.
    Se si pensa poi quali sono, non è difficile il sapersi sulla “retta via”..

    Buona serata.
    C.G.

  22. Il postino spara sempre due volte. Specie se è zingaro-marocchinodimerda-ebbreo-negro-palestinesearaboterrorista
    Il postino spara sempre due volte. Specie se è zingaro-marocchinodimerda-ebbreo-negro-palestinesearaboterrorista says:

    Matteo Gliatta, 48enne dipendente delle Poste, soffriva da tempo di crisi depressive
    Ricoverato in condizioni non gravi all’ospedale di Pinerolo è ora piantonato dai carabinieri
    Torino, spara alla moglie e tenta suicidio
    nel bagagliaio il cadavere della figlia

    Torino, spara alla moglie e tenta suicidio nel bagagliaio il cadavere della figlia

    TORINO – Una tragedia familiare ha sconvolto stamane Luserna San Giovanni, un piccolo comune in provincia di Torino. Matteo Gliatta, 48 anni, dipendente delle Poste di Abbadia Alpina a Pinerolo, ha sparato alla moglie e poi ha rivolto l’arma contro di sé, tentando di uccidersi. Marito e moglie sono stati ricoverati in ospedale. L’uomo è grave. Il dramma, poco dopo: quando cioè gli inquirenti hanno scoperto il cadavere della figlia della coppia, una bambina di 8 anni, nel bagagliaio della loro automobile. La bimba è stata uccisa con un colpo di pistola alla testa.

    LE FOTO

    Agghiacciante la ricostruzione dei fatti: Gliatta è andato a prendere la figlia a scuola, poco dopo l’inizio delle lezioni e ha convinto la mestra a farla uscire in anticipo. Una volta rimasti soli le ha sparato un colpo alla testa, ha messo il corpo nel bagagliaio dell’auto e poi è tornato e casa.

    Sempre con una scusa ha convinto la moglie Lorella Magnano, 46 anni, a seguirlo fino a Luserna Alta, in una strada isolata dove le ha sparato e ha poi tentato di suicidarsi. Ferita a un polmone, la donna è ora ricoverata all’ospedale San Luigi di Orbassano, sempre in provincia di Torino.

    L’uomo, che si è sparato alla testa, è invece piantonato all’ospedale di Pinerolo. Da tempo sofferente di crisi depressive è accusato di omicidio aggravato, tentato omicidio e porto d’armi abusivo.

    A dare l’allarme è stata una passante che ha visto i corpi dei due coniugi riversi per strada in mezzo al bosco. La vettura in cui è stato trovato il cadavere della bambina, una station wagon nera, è la stessa con cui il padre era andato a prenderla a scuola.

    Per il procuratore della Repubblica di Pinerolo, Giuseppe Amato “la dinamica dei fatti è ormai sufficientemente chiara, mentre stiamo ancora cercando di ricostruire i motivi che possono avere portato a questo gesto”.

  23. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C. G.
    Come esempio, non è dei migliori. Fece anche una fine poco simpatica….
    Un saluto.
    pino

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Bentornata! Cominciavo a preoccuparmi, una o due puntate fa ho chiesto se qualcuno aveva sue notizie.
    Un saluto.
    pino

  25. Nun ce posso crede! E mo? Che fa? Chiagne (e fotte) sulla spalla di Dio? E quale? Il suo Dio denaro?
    Nun ce posso crede! E mo? Che fa? Chiagne (e fotte) sulla spalla di Dio? E quale? Il suo Dio denaro? says:

    CRISI USA: BUSH PREOCCUPATO PER ECONOMIA E FINANZA

    Il presidente Usa, George W. Bush si dice preoccupato per la situazione dei mercati finanziari e dell’economia Usa. “Gli americani sono preoccupati per la situazione dei nostri mercati finanziari e della nostra economia. Io condivido le loro preoccupazioni”. “I nostri mercati finanziari – aggiunge Bush nel suo primo intervento dopo il salvataggio di Aig orchestrato dal governo e dalla Fed – continuano ad avere di di fronte sfide difficili. Come dimostrano le nostre azioni recenti, la mia amministrazione e’ concentrata a far fronte a queste sfide”.

  26. Per chi aveva dubbi che siamo alla frutta
    Per chi aveva dubbi che siamo alla frutta says:

    Oltre alla presidente di Fininvest la sorpresa di Tronchetti Provera vicepresidente
    L’Istituto cambia assetto: si torna al sistema “tradizionale” di governance
    Mediobanca, verso il nuovo cda
    e c’è anche Marina Berlusconi
    Mediobanca, verso il nuovo cda e c’è anche Marina Berlusconi

    MILANO – Marina Berlusconi nel Cda e Tronchetti Provera alla vicepresidenza. Sono i due colpi a sorpresa dell’assemblea del patto di sindacato di Mediobanca che ha sciolto il braccio di ferro sul futuro assetto del palazzo di Piazzetta Cuccia dando il via libera al cambio di corporate governance dell’istituto: addio al sistema duale e il ritorno a quello “tradizionale”. Decisioni prese non all’unanimità: contro avrebbero votato alcuni soci industriali, con la motivazione che a distanza di così poco tempo dall’introduzione del duale si poteva aspettare ancora un po’. Visto – dicono i “ribelli” – che il management attuale ha portato buoni risultati.

    Comunque, l’istituto avrà un nuovo cda composto da 22 componenti. Con una new-entry a sorpresa: Marina Berlusconi. La figlia del presidente del Consiglio è presidente della Fininvest che è socia del patto con l’1% del capitale e detiene un altro 1,2% non vincolato all’accordo parasociale.
    Ma le sorprese che arrivate dalla riunione del patto non finiscono qui: vicepresidente, a fianco di Dieter Rampl, sarà Marco Tronchetti Provera.

  27. Solo vernice? Meritavano di molto peggio
    Solo vernice? Meritavano di molto peggio says:

    Bersagliato il bar Shining i cui titolari sono detenuti per l’omicidio di Abdul Guiebre
    Autopsia ordinata dal giudice. I familiari: “Molte ferite sul corpo, chi ha visto si faccia avanti”
    Milano, disordini al corteo per Abba
    Vernice contro il bar degli aggressori
    La sorella della vittima: “Nessuna comprensione” per la moglie degli assassini

    Milano, disordini al corteo per Abba. Vernice contro il bar degli aggressori

    MILANO – Disordini a Milano durante il corteo di 200 studenti “per esprimere affetto ad Abba”, il giovane Abdul Guiebre ucciso domenica scorsa nel capoluogo lombardo. Della vernice bianca e una bottiglia di vetro sono stati gettati contro le saracinesche del bar Shining i cui titolari sono stati fermati nei giorni scorsi per l’omicidio del diciannovenne del Burkina Faso.

    Mentre un ragazzo saliva sopra una macchina, la polizia è riuscita, dopo alcuni momenti di tensione, a riportare la calma e a far proseguire il corteo, che è sfilato davanti alle strisce pedonali dove Abdul si è accasciato domenica scorsa.

  28. carlino
    carlino says:

    Ce davvero da ridere (per non piangere):

    dal Corriere di oggi…

    Civiltà Cattolica mette in discussione l’atteggiamento di Pacelli
    Ratzinger lo difende: “Non risparmiò sforzi per aiutare gli ebrei”
    Leggi razziali, la critica dei gesuiti
    Il Papa: “Pio XII aveva ragione”
    ROMA – Nel pieno dello scontro politico su fascismo e antifascismo, fa rumore l’uscita di Civiltà Cattolica che non nasconde il proprio “imbarazzo” per l’atteggiamento della Santa Sede al momento del varo delle leggi razziali da parte di Benito Mussolini.

    Allora, scrive la rivista dei gesuiti, le cui bozze sono riviste dalla segreteria di stato, il Vaticano “scelse di agire con mezzi discreti e puntando sull’efficacia della propria diplomazia domestica”, finalizzando la propria azione “a mettere in salvo prima di tutto gli ebrei italiani convertiti al cattolicesimo”. Un affondo nei confronto di Pio XII, uno dei pontefici più discussi del secolo scorso.

    Parole che provocano la risposta indiretta di Benedetto XVI che ricorda come Pio XII “non abbia risparmiato sforzi per intervenire a favore degli ebrei”. I gesuiti, però, danno un’altra lettura dell’atteggiamento della Santa Sede che, dopo “le parole di condanna forti e chiare pronunciate con voce commossa dal Papa”, chiese al governo fascista, di utilizzare come criterio discriminatorio “non il dato biologico-razziale, ma quello religioso, cioè l’appartenenza a una determinata fede religiosa, in questo caso quella giudaica”.

    Una scelta che, oggi, continua Civiltà Cattolica, “appare imbarazzante”. Anche perché, “secondo la mentalità cattolica del tempo sembrava che compito della Chiesa fosse quello di proteggere innanzitutto i propri fedeli, senza però in questo venir meno al senso di giustizia e carità dovuti a tutti gli essere umani”.

    Benedetto XVI, invece, ricorda “i non pochi interventi” compiuti da Papa Pacelli a favore degli ebrei. Parlando a un convegno nel corso del quale sono stati presentati documenti inediti su Pio XII, il Pontefice cita “il suo impegno a favore degli ebrei”, sottolineando che dovette agire nel silenzio proprio per poterne aiutare il maggior numero, e chiede che venga ristabilità la verita sull’operato del Pontefice durante gli anni del fascismo.

    Il segretario di Stato Usa rinnova le accuse per il conflitto con Tiblisi
    “Mosca sempre più autoritaria all’interno ed aggressiva all’estero”
    Crisi Georgia, Rice attacca la Russia
    “Va verso isolamento e irrilevanza”

    Questa si coomenta da sola.

    Saluti.

  29. marco tempesta
    marco tempesta says:

    studiare le grammatiche non e’ affatto sbagliato. E’ indispensabile per capire come una lingua funziona
    —————-
    Alla maggior parte della gente serve parlare e scrivere la lingua in maniera accettabile e comprensibile. Lo si può ottenere anche senza la grammatica, con la stessa tecnica con cui si imparano i dialetti.
    Negli anni ’70 ho insegnato inglese alle figlie di una mia amica che dovevano emigrare in Australia, senza minimamente usare la grammatica. Avrò tenuto loro una trentina di lezioni in tutto. Erano in grado (età 6 e 8 anni) di leggere e tradurre istantaneamente un testo non difficile ma neanche troppo elementare, dall’inglese all’italiano e avevano acquisito i meccanismi di funzionamento della lingua.
    In Australia, l’una è diventata insegnante di cinese e l’altra ingegnere aeronautico.

  30. Anita
    Anita says:

    X Silvi

    Non c’e’ di che!
    Ci mancavi sul forum e pensavo che non fosti al corrente del nuovo recapito.
    Ciao, Anita

  31. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Hlafo. Tu personalmente, come hai imparato il tedesco?
    Il mio amico svizzero , che in realtà è un italiano con moglie svizzera, parla un perfetto francese senza averlo mai studiato. Quando era a Berna, parlava tedesco, senza averlo mai studiato.
    Conosco gente laureata che non sa metere quattro parole in croce, in italiano. Conoscono però bene la grammatica.
    Io personalmente non conosco la grammatica nè italiana nè inglese, eppure leggo l’inglese correntemente. Quando sono con uno straniero, lo parlo anche abbastanza fluentemente. Non è al stessa cosa quando mi trovo con un inglese o un americano, che giustamente parlano un inglese discorsivo che è diverso da quello letterario.

  32. Sylvi
    Sylvi says:

    Leggo un pezzetto alla volta!

    Per due settimane, nell’est più est, ho saputo del mondo “evoluto” solo quel che diceva mio figlio al telefono.
    Avevo ben altro di che guardare e capire!
    Grazie Antonio,h15.34 !
    Non avrei potuto e saputo dire meglio!
    Anche perchè mi sento molto dissociata.
    Sarà la vodka, ma forse anche no!

  33. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Mah…. In riguardo alla grammatica, io rimango del parere che la grammatica e’ importante.
    Certo, si puo’ imparare una lingua straniera senza imparare la grammatica, ma si deve almeno avere una buona base della lingua nativa.
    La lingua straniera si deve praticare giornalmente, quella che si impara a scuola, se non praticata, si dimentica facilmente con l’andar degli anni.
    Lo noto che tra emigranti Italiani, la maggioranza di quelli che hanno fatto poca scuola, non imparano bene la lingua inglese, non hanno una base.

    Pero’ mi domando; diversi che conosco, uno e’ il papa’ di mia nuora ed i suoi 5 fratelli, vengono originalmente da Itri, ed hanno fatto solo la terza elementare.
    E non sono i soli… e tutti dall’ Italia del Sud.

    Come e’ mai possibile? In Italia le scuole medie erano obbligatorie.

    Anita

  34. Quando la polizia è eversiva
    Quando la polizia è eversiva says:

    COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA

    http://www.veritagiustizia.itinfo@veritagiustizia.it

    POLIZIA EVERSIVA

    I pm Zucca e Cardona Albini, nella memoria depositata ieri in tribunale durante il processo per il blitz alla scuola Diaz durante il G8 di Genova 2001, hanno scritto che

    «Nulla è più eversivo per lo Stato che l’azione del rappresentante delle istituzioni che ne mina la credibilità». Queste parole descrivono ciò che ormai è appurato sul piano storico: l’operazione alla scuola Diaz fu un’aggressione illegale e antidemocratica, concepita come una “spedizione punitiva” e condotta con metodi violenti: dobbiamo al caso se fra le vittime del blitz non vi furono dei morti (almeno tre persone furono condotte in ospedale in condizioni gravissime).
    In questi anni gli alti dirigenti imputati hanno rifiutato di assumersi le responsabilità che spettano a chi partecipa a un’operazione di quel genere e con ruoli gerarchici così importanti: hanno addirittura rifiutato di testimoniare in aula. Nonostante questo, i vertici di polizia e di governo li hanno promossi. Ora tutti tacciono di fronte alle gravissime ma ben fondate conclusioni dei due pubblici ministeri. E’ un atteggiamento molto pericoloso.

    Alla Diaz (e non solo lì, per la verità) nel luglio 2001 fu condotta un’azione eversiva che è stata premiata, anziché punita. E che quindi continua giorno per giorno, sotto i nostri occhi.

  35. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Caro Marco,
    in riguardo alla lingua inglese, la lingua parlata e’ uguale alla lingua letteraria, cioe’ quella che leggi sui libri e giornali e che senti in TV.
    Cosi’ come la lingua Italiana e’ unica in tutta l’ Italia.

    Non su MTV, Myspace, e diversi websites dove subentrano slangs, modi di dire locali e del giorno o generazione.

    Anita

  36. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Komare!
    Purtroppo non era così. A quei tempi la scuola dell’obbligo era ridotta alle elementari. Per i più fortunati (si fa per dire) dopo cinque anni, a lavorare come garzone da qualche parte.
    C’era chi non finiva neanche le elementari: a casa c’erano parecchie bocche da sfamare e li si mandava, invece che a scuola, a lavorare nei campi o a fare il mozzo su qualche peschereccio.
    Dovrebbe saperlo, komare, in quel periodo lei viveva in Italia.

    Buonaseeeera.
    C.G.

  37. Hlafo
    Hlafo says:

    AZ Cecina Li ,
    Minchia quanti teste zubbi ci su na ‘stu munnu.
    Vuli puri lei arraggiuni, e ju ta rugnu, pigghitilla sta rragiuni, facci chinnu ca voi.
    Pi mmia e n’attu di carità. Baciamu li mani a vvoscenza.

  38. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Hlafo
    Comunque sia, il dialetto siciliano è molto bello.
    Se poi lo si usa per aggregare invece che dividere, diventa addirittura splendido.

    P.S. non sono siciliano ma lo capisco, letto e scritto, senza mai sapere da dove viene questa mia.. dote (bèh, si fa per dire..)

    Saluti.

    C.G.

  39. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Anita, io credo che per le lingue c’è chi è portato e chi no. Quando ero ragazzo frequentavo una signora russa che era venuta a Bisceglie appena dopo la guerra, senza conoscere una sola parola di italiano. Bene, dopo un po’ non solo ha acquisito un italiano perfetto ma parlava anche un perfetto biscegliese, indistinguibile da una vera donna biscegliese. Da notare che il dialetto biscegliese usa delle cadenze e dei quarti di tono, che rendono immediatamente evidente se uno che lo parla è di Bisceglie o no.
    La moglie svizzera del mio amico, parla un perfetto italiano senza averlo mai studiato, oltre a un perfetto francese, lei che è di madrelingua tedesca.
    Di converso ci sono italiani, anche laureati, che davanti a un foglio bianco si fermano senza essere capaci di mettere per iscritto il loro pensiero. E magari a scuola erano bravissimi in grammatica.
    Io credo che la grammatica dovrebbe saperla l’insegnante di lingua, di qualsiasi lingua compreso l’italiano, ma non è necessario che la conosca chi vuole imparare la lingua.
    Io scrivo ad orecchio, sento il suono e, se suona bene, vuol dire che è corretto, mentre se suona male, c’è qualche errore. Sai quante volte rileggo ciò che ho postato e mi si rizzano i capelli in testa, per gli errori che ci trovo? Però sono precipitoso nell’inviare e, siccome i miei pensieri si accavallano mentre scrivo, capita che costruisco una frase mentre ne sto pensando un’altra, e capita il patatrac.

  40. Sylvi
    Sylvi says:

    x C.G.

    Lei ha ragione per quel che riguarda la scuola media che è diventata obbligatoria nel 1962, ma all’italiana, senza aule, insegnanti,libri nè altri materiali.
    Le elementari invece,ma elementari che erano più delle medie di oggi,non sempre erano frequentate anche se obbligatorie.
    Ha ragione Anita,al sud la frequenza è sempre stata un problema.
    Nei primi anni ’70 insegnavo ai militari, in caserma.
    Avremmo dovuto fare i corsi per le medie, ma quasi sempre dovevamo rincorrere chi non aveva la quinta, se non era analfabeta di ritorno.
    Il 90% dei ragazzi era del sud.
    Non funzionava al sud il sistema che funzionava qui: se il bambino non andava a scuola la maestra lo diceva al parroco e il parroco andava dai genitori. Era una vergogna!
    Non era solo questione di miseria che non risparmiava nessuno, era questione sociale.
    saluti
    E la Chiesa in questo aiutava.

  41. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ho abitato per trentatre anni in un condominio composto per la quasi totalità da contadini. Le uniche eccezioni eravamo io e un muratore. Bene, le nostre riunioni si svolgevano con grande compostezza e senza inutili discussioni o perdite di tempo.
    Gente che per la maggior parte non aveva neanche la quinta elementare; nessuno aveva frequentato le medie. Eppure, non ho mai sentito queste persone dire stupidaggini. Avevano anche un livello di informazione notevole. Il fruttivendolo, che era anche il capo condomino ed amministratore, conosceva le leggi a menadito. Imparate per ascolto diretto, non studiate ( non ne era in grado), però esatte.
    Una domanda: fino a che punto è necessario che tutti frequentino la scuola fino ai 18 anni?
    Un contadino oggi ha nozioni che equivalgono a una laurea, imparate sul campo. Basta un solo agronomo ed un contadino anziano, per addottorare decine di contadini. Imparano ascoltando. Imparano bene e in fretta.
    Io sono dell’idea che debba poter frequentare le scuole chiunque ne senta l’esigenza. Chiunque deve essere messo in grado di studiare, ma soltanto se è lui che lo desidera. Un po’ come fare il militare: non una ‘leva’ scolastica, ma una scuola di persone che veramente sentono l’esigenza di studiare.
    Tutti gli altri, si daranno da fare comunque imparando un mestiere, imparandolo bene da chi lo fa già. La cultura generale viene automaticamente assimilata quando si viaggia ( ora viaggiano tutti), quando si guardano i documentari, quando si leggono le riviste.
    Ci sarà sempre l’imbecille che avrà difficoltà ad imparare qualsiasi cosa, ma non è mandandolo a scuola che diventerà meno imbecille. Conosco medici dai quali non mi farei curare neanche un callo. Conosco insegnanti di un’ignoranza generale che ha dello stupefacente. Non sarebbe stato meglio se avessero imparato a fare gli imbianchini o gli idraulici?

  42. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi.
    Bentornata.
    A casa mia, quando ero giovincello (e non ancora scapestrato) non è mai mancato un piatto in tavola con dentro il pasto quotidiano. Eppure devo dire che diversi miei compagni delle elementari non finirono il quinquennio. Spesso si trattava, nella maggioranza dei casi, solo di miseria.
    Le classi erano sempre le stesse fino al quinto anno così come il maestro o la maestra. Ogni tanto veniva a mancare qualcuno e la maestra la signora Caranti ( pensi, ancora me la ricordo come se fosse oggi) ci diceva che Tizio oppure Caio non sarebbe più venuto a scuola suscitando in noi una certa invidia saperli imbarcati con il padre su di un peschereccio, oppure nei campi
    attraversati da strade bianche come il sale.
    Debbo dire, altresì, che dove sono cresciuto e rimasto fino a 22 anni, c’era un oratorio salesiano. E quei preti, spesso, riuscivano a riportare a scuola diversi ragazzi.
    Ho un buon ricordo dell’ oratorio.

    Buona serata.
    C.G.

  43. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ancora una cosa sulla struttura della scuola.
    Ok per le elementari.
    Ok per le medie, che devono servire a capire l’orientamento del ragazzo. Chi deve capirlo? Gli insegnanti e gli psicologi.
    Dopodicchè, un ventaglio di materie tra le più disparate, tra cui sceglierne una decina. Il primo biennio, le materie saranno insegnate a un livello basic, mentre nel triennio successivo, a livello più elevato. Ci potranno essere materie abbandonate dopo il biennio, ovvero mantenute a livello basic dallo studente che non sentisse l’esigenza di approfondire. L’importante è giungere al quinto anno con un ventaglio di 5-6 materie conosciute bene, tra cui una lingua straniera fluente.
    Ciò comporta uscire dalla mentalità delle classi ed entrare nella mentalità dei corsi monografici.
    Quale sarebbe il risultato?
    Lo studente avrebbe una conoscenza eccellente di ciò che veramente gli serve, e basic per ciò che ritiene secondario.
    Poi. potrà specializzarsi ancora di più all’Università o piantarla lì ed entrare nel mondo del lavoro utilizzando quelle 5-6 conoscenze approfondite imparate alle superiori evitando di perdere tempo su materie di suo scarso interesse.

  44. Anita
    Anita says:

    x Cerutti Gino { 18.09.08 alle 19:10 }
    Komare!
    Purtroppo non era così. A quei tempi la scuola dell’obbligo era ridotta alle elementari. Per i più fortunati (si fa per dire) dopo cinque anni, a lavorare come garzone da qualche parte.
    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

    Si’, sono andata a scuola elementare ed alla prima magistrale a Milano. (dopo in collegio )
    Ma ricordo che le scuole erano pareggiate, chi non poteva o voleva continuare sia al liceo che alle magistrali, doveva fare 3 anni delle commerciali.
    Io iniziai con le magistrali, non per mio volere, era una carriera in caso ci fosse necessita’ di trovare un impiego.
    Tutti i miei amici andavano a scuola, sia pubblica che privata…
    Non so’ com’era nei paesi o campagne.
    Io ero sotto l’impressione che era di legge gli 8 anni di scuola.

    Qui’ e di obbligo fino ai 16 anni, ma quasi tutti finiscono almeno le superiori. (anche se a calci nel sedere )
    Senza una licenza delle superiori non si puo’ trovare un impiego, se non che fare il manovale.
    Infatti, senza 4 anni universitari e’ difficilissimo.

    Certo, tanti si sono fatti strada senza alcuna educazione formale, ma per conto loro e man mano si sono fatti avanti.

    Sono passati i tempi che dalla scopa si poteva diventare presidenti di una ditta o corporazione, oggi ci vogliono titoli e dottorati.

    Buonasera,
    Anita

  45. Sylvi
    Sylvi says:

    x m.t.

    ===piantarla lì ed entrare nel mondo del lavoro===
    Quale lavoro, caro Marco?
    Ha mai avuto a che fare con un idraulico o un falegname o un muratore?
    “Lavoro fatto a regola d’arte” non sanno di che si parla!
    Ore tot,costo orario tot, il risultato non conta!
    Non hanno basi culturali ma nemmeno professionali!
    Altro che corsi monografici!!
    C’è da considerare inoltre che lo sviluppo tecnologico presuppone una solida cultura di base che contempla una elasticità mentale che si acquisisce,si, anche con la grammatica e con ragionamenti matematici; anche per fare il contadino.
    Ma forse parliamo di una scuola dove si va per apprendere non per tasteggiare il telefonino, per sfasciare gli arredi,per aggredire compagni e professori.
    Infine all’autodidatta manca il confronto e la verifica che può essere solo di gruppo.
    Dalla socialità, in età evolutiva, non si scappa.
    Nemmeno dopo!

  46. Uroburo
    Uroburo says:

    Mah…… Caro marco tempesta, che un ragazzo a quindici anni sapesse qual che voleva era cosa rarissima ai tempi miei, certamente più strutturanti di quelli di adesso; adesso mi sembra semplicemente un sogno. A meno che non vogliamo fare dei corsi di tronista (che non so neppur bene chi sia) o di velina, chè allora si raggiungerebbe il 70% dei ragazzi di una qualunque scuola superiore.
    Le scuole elementari italiane erano tra le migliori d’Europa, le scuole superiori erano nella media mentre le scuole medie sono sempre state delle pessime scuole. Lo dicono i risultati di studi internazionali che prendono in esame le capacità degli allievi di risolvere problemi uguali in tutti i paesi UE.
    La scuola italiana ha sempre avuto la caratteristica di essere una scuola ad alto contenuto culturale e bassissimo contenuto pratico. Da noi non si è mai imparato a fare qualcosa ma si imparavano gli schemi mentali e culturali necessari per imparare a fare qualcosa. Era e rimane una scuola gentiliana (neo-idealista) in tutto e per tutto, nel bene e nel male.
    I cattivi studenti della nostra scuola sono solo dei tuttologi superficiali ed arroganti, quelli bravi hanno invece un ottimo bagaglio di cultura generale e teorico di base che può loro permettere di imparare molto bene anche le cose pratiche.
    I nostri buoni studenti nelle università straniere spesso raggiungono livelli e voti molto alti ed hanno un livello culturale generale abbastanza raro all’estero. E gli allievi del liceo classico nelle facoltà scientifiche erano in generale quelli che raggiungevano i migliori risultati, passato il primo anno di assestamento e di recupero delle nozioni carenti (ad esempio in matematica). Me lo dicevano, separatamente, dei docenti della Bocconi e del Politecnico di Milano.
    Adesso la nostra scuola è una scuola in crisi. Molto più per demerito di genitori che coprono ogni comportamento dei loro figli (compreso quelli francamente delinquenziali) che per demerito dei docenti. Calcolando però che i docenti di ora sono a loro volta spesso il prodotto di una scuola già in grosse difficoltà. U.

  47. Anita
    Anita says:

    X Marco
    “Non sarebbe stato meglio se avessero imparato a fare gli imbianchini o gli idraulici?”
    _________________________________

    Marco, forse gli imbianchini, ma non un idraulico.

    Negli US un idraulico deve finire le superiori, negli ultimi due anni puo’ scegliere corsi tecnici.
    Poi deve andare alla scuola tecnica, servire per 4 anni sotto un professionista e dopo di che potra’ prendere la licenza di journeyman=idraulico.

    Per diventare Master plumber devi lavorare per 10 anni.
    Ci sono tre’ gradi, Master Plumber, Journeyman e apprentice.

    Un idraulico deve conoscere-leggere le piante o blue print, i metalli, le fusioni dei diversi metalli, della plastica, ecc….
    Conoscere i liquidi, il gas, ecc…
    Devono avere la licenza e l’assicurazione.

    Non parlo di stoppa lavandini, occupazione ormai sparita.

    Mio nipote si sta avviando in quella carriera, entrera’ nei sindacati e sara’ istruito appositivamente.
    Ci vorranno anni di scuola, lui si crede che sia un gioco, ma io ho letto tutti i requisiti, non credo che ce la fara’.
    E’ un lavoro molto ben ricompensato, ma non facile anche sotto il protettorato dei sindacati.

    Ciao, Anita

  48. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    Un po’ di pazienza, Davide è al lavoro per sistemare al meglio il sito, dalle copertine dei miei libri ad altro, e quindi non siamo ancora per così dire perfetti, ogni tanto c’è un cambiamento magari scomodo. Intanto però Davide ha aumentato di molto la finestra per scrivere i commenti.
    Grazie per l’attenzione e la pazienza.
    pino

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