I burattinai che muovono il presidente georgiano Saakashvili
Penso sia utile farsi dell’attuale, pericolosa e forse decisiva crisi georgiana una idea meno omologata alle verità ufficiali chiaramente suggerite per prendere due piccioni con una fava: colpevolizzare la Russia e sabotare le Olimpiadi cinesi già pre-sabotate con l’enfasi precotta e a senso unico sul Tibet. Riporto perciò un articolo di Frederick William Engdahl, un esperto che per oltre 30 anni ha scritto su temi come l’energia, la politica e l’economia, compreso il primo shock petrolifero a inizio anni ‘70. Engdahl ha collaborato con riviste quali Foresight Magazine, Grant’s Investor .com, la giapponese Nihon Keizai Shimbun, European Banker e Business Banker International. E’ anche un apprezzato conferenziere invitato a congressi internazionali su argomenti di geopolitica, economia ed energia.
Ovviamente sento già le accuse di chi cerca sempre di tappare la bocca a chi osa fare certi nomi, ma come sempre è meglio non curarsene.
I burattinai che muovono il presidente georgiano Saakashvili
di F. William Engdahl, 12 Agosto 2008
L’attacco militare a sorpresa della Georgia contro l’Ossetia Meridionale, avvenuto l’8 Agosto, rende necessario studiare più’ da vicino la controversa figura del presidente georgiano e dei suoi burattinai. Il 41-enne Mikhail Saakashvili si presenta come un uomo senza principi, un dittatore corrotto legato non solo agli Usa e alla Nato, ma anche ai servizi militari e d’intelligence israeliani.
La famosa “Rivoluzione delle Rose” ebbe luogo nel novembre 2003 e costrinse l’anziano presidente Edward Shevarnadze ad abbandonare il suo incarico. Il dipartimento di Stato Usa, la Fondazione Soros e le agenzie che fanno capo al Pentagono finanziarono la campagna di questo 36-enne laureato in Usa, permettendogli di arrivare al potere.
Mikhail Saakashvili fu messo deliberatamente a capo di una delle più sofisticate operazioni di cambio di regime, usando ONG private per dare luogo a una serie di proteste popolari contro l’ex-ministro degli esteri ex-sovietico Shevarnadze, il quale non era più di alcuna utilità a Washington, dal momento che era sceso a patti con Mosca per l’energia e le privatizzazioni.
Saakashvili fu messo al potere attraverso un colpo di stato organizzato in loco da ONG statunitensi, applicando un nuovo metodo di destabilizzazione dei regimi considerati ostili all’agenda politica americana. Il 24 Novembre 2003 il Wall Street Journal attribuì esplicitamente la destituzione di Shevarnadze alle operazioni “di oraganizzazioni non-governative […] aventi il sostegno dell’America e di altre fondazioni Occidentali”. Queste ONG, diceva il Journal, “hanno dato luogo a una classe di giovani intellettuali di lingua inglese affamati di riforme pro-Occidentali”, i quali sono stati essenziali nel portare a termine un colpo di stato senza spargimento di sangue.
Colpo di Stato organizzato dalle ONG
Ma c’è di più. Queste ONG erano coordinate dall’Ambasciatore Usa in Georgia, Richard Miles, che era arrivato a Tbilisi reduce da un altro successo: la caduta di Milosevich a Belgrado, orchestrata dalla CIA con l’aiuto delle stesse ONG. Miles, ritenuto un agente infiltrato specializzato, ha supervisionato il colpo di Saakashvili, nel quale sono state coinvolte la Fondazione Open Society Georgia del miliardario George Soros e la Freedom House di Washington, guidata dall’ex-agente CIA James Woosley. C’è stato inoltre un generoso finanziamento della National Endowment for Democracy (supportata dal Congresso Americano), un’agenzia creata da Ronald Reagan negli anni ’80 per “fare privatamente quel che usava fare la CIA”, ovvero colpi di stato per rovesciare regimi ritenuti poco disponibili nei confronti del governo Usa.
Le fondazioni di Soros sono state costrette a lasciare numerosi paesi dell’Est Europeo, incluse la Russia e la Cina dopo la rivolta studentesca di Tienanmen. I finanziamenti sono arrivati sia da Soros che dal US State Department of the Human Rights Watch (il braccio propagandistico della ONG per colpi di stato come quello georgiano e come la “rivoluzione arancione” ucraina del 2004). Alcuni analisti ritengono che Soros sia anche un agente di alto livello dei servizi segreti che usa le sue fondazioni private come copertura.
Il Dipartimento di Stato Usa ha fondato il Georgia Liberty Institute, guidato da Saakashvili, il candidato approvato per sostituire il non più cooperante Shevarnadze. Il Liberty Institute ha creato a sua volta il gruppo “Kmara!”, che si traduce come “Abbastanza!” o “Basta!”.
Secondo un reportage dell’epoca fatto dalla BBC, “Kmara!” fu organizzata nella primavera 2003, quando Saakashvili e un gruppo scelto di giovani militanti furono pagati dalla Fondazione Soros per andare a Belgrado a imparare dai militanti della “Otpor” – sempre finanziata dagli Usa – che aveva contribuito a far cadere Milosevich. Essi vennero addestrati al Centro per la Resistenza Non-violenta di Belgrado, secondo il metodo Gene Sharp, della “non-violenza come metodo di guerra”.
Saakashvili come presidente mafioso
Una volta insediatosi, il nuovo presidente della Georgia, Saakashvili, procedette a imbottire il regime di amici e familiari. La morte del suo primo Ministro, Zurab Zhvania, avvenuta nel febbraio del 2005, rimane un mistero. La versione ufficiale – avvelenamento a causa di una stufa a gas guasta – fu adottata dagli investigatori della FBI entro due settimane dalla morte. Ma non venne mai creduta da coloro che conoscevano bene i metodi e i crimini delle bande georgiane e le altre manifestazioni di decadenza sociale.
La morte di Zhvania fu seguita a ruota da quella di un funzionario dell’apparato del premier, Georgy Khelashvili, che ufficialmente si era sparato il giorno dopo la morte del suo capo. Il capo del personale di ricerca di Zhvania fu trovato morto anche lui qualche tempo dopo.
Si ritiene che uomini di Saakashvili abbiano avuto mano nella morte del primo ministro. La giornalista russa Marina Perevozkina cita l’economista georgiano Gya Khurashvili. Prima del fatale incidente, Khurashvili aveva pubblicato un articolo sul giornale di opposizione Resonans, contrario alla privatizzazione e alla vendita del principale gasdotto georgiano. Dieci giorni prima che il premier venisse trovato morto, Khurashvili venne attaccato e il suo redattore capo (citando pressioni da parte di agenti di sicurezza di cui si rifiuto’ di fare i nomi) gli diede un avvertimento.
Si ritiene che dietro la morte del primo ministri ci fosse la sua posizione sul gasdotto. Suo fratello Georgy riferì alla giornalista Perevozkina che, pochi giorni prima della morte di Zhvania, egli era stato avvertito che qualcuno voleva uccidere il fratello.
Saakashvili divenne livido di rabbia, quando il Dipartimento di Stato invitò Zhvania a Washington per ricevere la Medaglia della Libertà. Sembra che S. non tolleri rivali al potere.
Saakashvili, che si era presentato come uomo “anti-corruzione”, ha tuttavia sistemato parecchi membri della propria famiglia al governo con incarichi lucrativi. Uno dei suoi fratelli è diventato capo consigliere per questioni di politica interna riguardo il progetto per il gasdotto Baku-Ceyhan, sostenuto dalla BP e da altre multinazionali del petrolio.
Fin dall’inizio (2004), Saakashvili ha condotto una politica di arresti su scala massiccia e di torture, aumentando al tempo stesso il livello di corruzione. Ha creato di fatto uno stato con un solo partito e un’opposizione di facciata che occupa un minimo numero di seggi al parlamento. Inoltre, si sta costruendo un palazzo in stile Ceaucescu alla periferia di Tbilisi. Secondo la rivista Civil Georgia fino al 2005 gli stipendi di Saakashvili e molti altri suoi ministri erano pagati dalle ONG, da Soros e dal Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite [NdT – del resto, di recente, Saakashvili stesso ha pubblicamente confermato di essere sul libro paga degli Usa]
Militari Georgiani addestrati da militari Usa e israeliani
Il recentissimo assalto all’Ossetia Meridionale, in violazione delle affermazioni di Saakashvili stesso, secondo le quali egli desiderava una soluzione diplomatica e non militare della disputa, è stato attuato con la partecipazione di “consiglieri” americani e israeliani.
Il giornale israeliano Haaretz ha scritto il 10 Agosto che il Ministro georgiano per la Reintegrazione, Temur Yakobshvili, ha “lodato le forze della Difesa israeliane per il loro ruolo nell’addestramento delle truppe georgiane” e ha detto in ebraico, in un’intervista alla Army Radio, che “Israele dovrebbe essere fiera della propria potenza militare”, riferendosi al gruppo privato assoldato dalla Georgia.
Uno dei bersagli delle bombe russe, secondo IsraelNN.com, era “un’installazione militare georgiana poco lontano da Tbilisi, dove esperti israeliani stavano rimodernando dei jet da combattimento SU-25″, con riferimento alla società di contractors israeliani Elbit.
Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, ha annunciato il 10 Agosto che “Israele riconosce l’integrità territoriale della Georgia”, un altro modo per chiamare “legittimo” il tentativo della Georgia di riprendersi l’Ossetia.
I circa mille consulenti militari israeliani non erano gli unici presenti sul suolo georgiano. Il 15 Luglio la Reuters ha riportato la seguente notizia: “Vaziani, Georgia: mille soldati americani hanno iniziato martedì una serie di esercitazioni sotto il nome di “Immediate Response 2008″ contro un crescente attrito con la vicina Russia. Le esercitazioni durano due settimane e hanno luogo a Vaziani, una base militare vicina a Tbilisi, che è stata una base aerea russa prima che la Russia si ritirasse secondo l’accordo europeo per la riduzione degli armamenti […] La Georgia ha un contingente di 2000 uomini in Iraq e Washington provvede all’addestramento e all’equipaggiamento dei militari georgiani. Gli Usa sono alleati della Georgia e hanno irritato la Russia per aver sostenuto il desiderio di Tbilisi di entrare nella Nato”.
“Lo scopo principale di queste esercitazioni è di aumentare la cooperazione e la collaborazione tra le forze militari americane e georgiane”, ha detto il gen. William B. Garrett, comandante della Task Force americana nell’Europa Meridionale.
Il giorno dell’apertura delle Olimpiadi, quando Putin, Bush e molti altri leader del mondo erano a Pechino, un rapporto su IsraelNN.com del Gl Ronen dice, in una curiosa nota a piè pagina sull’attacco militare: “La mossa della Georgia contro l’Ossetia Meridionale è stata motivata da considerazioni politiche legate a Israele e Iran […] Il presidente georgiano Saakashvili ha deciso di riprendersi il controllo delle repubbliche secessioniste per costringere Israele a ritornare sulla decisione di tagliare gli aiuti militari alla Georgia”. Ronen ha poi aggiunto: “I media russi e georgiani hanno scritto diversi giorni prima che israele aveva deciso di fermare il suo sostegno a Saakashvili, dopo che Mosca aveva reso chiaro a Gerusalemme e a Washington che avrebbe reagito ai continui aiuti militari alla Georgia, vendendo modelli avanzati di sistemi anti-aereo alla Siria e all’Iran”.
Benché il presidente russo Medvedev abbia annunciato la cessazione delle manovre militari contro bersagli georgiani, la situazione è tutt’altro che stabilizzata. L’insistenza di Washington a portare la Georgia nella propria sfera d’influenza geopolitica e a sostenere un regime instabile come quello di Saakashvili è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza russa.
Qualunque sia stato il motivo – le dispute sui gasdotti o le sfide a Israele – è chiaro che il nervoso georgiano e i suoi capi burattinai hanno avviato un gioco di cui nessuno può prevedere i risultati.
Ciao Pino,
dove sono i vecchi amici?
Un saluto,Ber
Purtroppo articoli di questo tipo ci piacerebbe vederli sui nostri “coraggiosi” quotidiani nazionali. Ma sono troppo occupati ad omologarsi a millimetro l’uno con l’altro. Siginficherà che continueremo a leggerli quì, poi capiranno prima o poi le ragioni del fenomeno che li vede in calo di tutto, di lettori e di incassi. Cordiali saluti e buon lavoro.
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